Udienza del 29/09/2011 Trascrizione completa
Michael Jackson Who Is It :: Breaking News :: Processo a Murray (Aggiornamenti)/Conrad Murray Trial :: Trascrizione Processo
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Udienza del 29/09/2011 Trascrizione completa
Michaelforever Inviato: 03 Ott 2011 08:56 pm
3° GIORNO, 29 settembre 2011. Testimonianza di Alberto Alvarez
L’accusa ha aperto la sessione del terzo giorno di processo a Conrad Murray chiamando al banco dei testimoni ALBERTO ALVAREZ, membro della sicurezza di Michael in qualità di direttore della logistica.
Il procuratore Walgren ha riportato la sua attenzione al mese di giugno 2009. Alvarez ha detto che al tempo lavorava al 100 North Carolwood Drive di Los Angeles dove Michael Jackson viveva insieme ai suoi figli. Fondamentalmente, Alvarez si occupava di gestire le comunicazioni con tutti i posti nei quali Michael sarebbe andato. Lui faceva parte del team di avanzamento e il suo compito era garantire che ogni cosa fosse ben prestabilita (percorso di strada, hotel, ecc) nel momento in cui Michael effettuava degli spostamenti. Walgren ha voluto che specificasse meglio le sue mansioni domandandogli cosa sarebbe accaduto se ad esempio Michael avesse voluto andare a fare shopping: Alvarez ha detto che Michael gli indicava che cosa voleva comprare, o il motivo per il quale voleva andare a fare shopping, gli chiedeva di andare in determinati negozi e ciò che avrebbe fatto Alvarez sarebbe stato andare intorno alla loro area, verificare che i negozi indicatigli avessero le cose che Michael stava cercando e tornare indietro con le informazioni, Michael gli avrebbe chiesto se era tutto ok e se Alvarez avesse detto di sì, Michael sarebbe andato a fare shopping.
Alvarez ha detto che era dal 2004 che lavorava per Michael con periodi di interruzione tra un ingaggio e l’altro. Era stato richiamato al suo servizio l’ultima volta o il 31 dicembre 2008 o il 1° gennaio 2009. Alvarez aveva un impiego full-time, era un buon lavoro con un ottimo salario.
All’esterno della casa c’era una roulotte della sicurezza, che Alvarez ha riconosciuto vedendo queste foto:
Alvarez ha detto che all’interno della casa, il personale andava solo su specifica richiesta di Michael. C’era una sicurezza per la proprietà e una sicurezza personale di Michael, di cui faceva parte lui, Faheem Muhammad, Michael Amir e nel periodo precedente alla sua morte, Derek Muhammad, Isaac Mohammed ed Eric.
Alvarez ha identificato l’imputato Murray, che lui vide per la prima volta dopo gennaio 2009 a Carolwood.
Nei mesi di aprile/maggio/giugno 2009, Alvarez cominciò a vedere Murray 5 o 6 volte a settimana. Alvarez a volte lo vide di mattina al suo arrivo a casa di Michael, ma la maggior parte delle volte lo vide nel pomeriggio e in quel periodo di tempo Murray si tratteneva a Carolwood per la notte.
Alvarez era consapevole che sul posto c’erano delle bombole di ossigeno che venivano depositate nella roulotte della sicurezza e le ha riconosciute nell’immagine proiettata da Walgren:
Ha riconosciuto anche il cartello che c’era sopra le bombole di ossigeno:
Alvarez ha detto di non averlo messo lui questo cartello e che delle bombole si occupava la sicurezza addetta alla proprietà. Di tanto in tanto, Alvarez ha visto Murray prendere le bombole.
Walgren ha iniziato a chiedere ad Alvarez i dettagli della sera del 24 giugno 2009. Secondo Alvarez, Michael partì per lo Staples Center dopo le 05:00 pm. Alvarez, facendo parte del team di avanzamento, raggiunse lo Staples prima di lui, assicurandosi che la sua “green room”, come veniva chiamato il camerino di Michael, fosse pronto per quando lui arrivava, ad esempio climatizzando la stanza perché a Michael piaceva che fosse calda. Dopo aver sistemato la green room, Alvarez faceva i controlli di sicurezza allo Staples per verificare che non ci fossero paparazzi e media che non dovevano stare lì e rendere l’arrivo di Michael il più sicuro possibile.
Secondo Alvarez, il 24 giugno 2009 Michael arrivò allo Staples Center verso le 06:30 – 07:00 pm. Michael scese dalla sua auto e salì sulla golf cart guidata da Alvarez, che lo portò nella sua green room dove Michael poteva prepararsi per le prove. Alvarez ha detto che quella sera Michael era molto felice, il suo umore era molto buono. Per la maggior parte del tempo, Alvarez stette di guardia alla porta garage sul retro del palcoscenico da dove Michael sarebbe uscito. In alcuni momenti, girò attorno al palco e lo vide esibirsi. Alvarez ha detto che gli sembrò molto buona la sua performance.
Secondo Alvarez, anche dopo essersi esibito Michael era molto felice e di buon umore. Per il rientro a Carolwood, fu ripetuta la solita routine: Alvarez, come membro del team di avanzamento, raggiunse la proprietà prima di Michael e vide parcheggiata nel cortile la BMW del dottor Murray, identificata dall’immagine mostratagli da Walgren:
Michael arrivò a Carowood poco dopo. Alvarez si preoccupò di aprire i cancelli e agevolare la discesa di Michael dalla sua auto. All’esterno della proprietà c’erano i fan che come sempre avevano dato a Michael molti regali, cartoline, fiori, e Alvarez, come d’abitudine, si preoccupò di rimuoverli dall’auto di Michael e portarli dentro casa. Dopo aver fatto questo, Alvarez e Michael si salutarono augurandosi la buonanotte. Quella è stata l’ultima volta in cui ha visto Michael vivo. A seguito di quel saluto, come di routine Alvarez mise in sicurezza l’ingresso principale e andò nella roulotte di sicurezza per una breve riunione con il personale di sicurezza, dopodiché andò a casa.
Il 25 giugno 2009 Alvarez raggiunse Carolwood dopo le 10:00 di mattina, più o meno alle 10:15/10:20. Quando arrivò, fece la solita routine, andò nella roulotte della sicurezza per i controlli e per vedere se c’erano specifiche istruzioni da eseguire, in quel momento non ce n’era niente che doveva essere fatto, quindi si sedette nella roulotte in attesa di istruzioni specifiche.
A questo punto, Walgren ha mostrato ad Alvarez i tabulati del suo cellulare relativi al 25 giugno 2009, che Alvarez ha confermato di aver riesaminato prima di andare a testimoniare:
Intorno alle 12:17 pm del 25 giugno 2009, Alvarez era seduto nella roulotte della sicurezza. Le prime 4 telefonate che compaiono sul tabulato furono tentativi fatti reciprocamente da Alvarez e Michael Amir Williams di raggiungersi. Ci riuscirono alle 12:18 pm con la chiamata fatta da Alvarez a Michael Amir che durò 88 secondi. Alvarez era ancora nella roulotte di sicurezza nella quale era seduto. Amir gli chiese dov’era e Alvarez rispose che era alla proprietà. Amir gli disse che aveva bisogno che lui andasse di sopra e di recarsi all’ingresso principale, cosa che Alvarez fece mentre continuava a parlare al telefono con Amir.
Alvarez ha riconosciuto l’ingresso con le porte di vetro dall’immagine mostrata da Walgren:
Alvarez provò ad aprire la porta che però era chiusa dall’interno. Mentre stava riferendo questo ad Amir al telefono, la tata dei figli di Michael, Roselyn Muhammad, venne verso la porta per aprirla. Prima di entrare, Alvarez poté scorgere dalla porta di vetro altre persone: al piano di sotto vicino alla tata, c’era la figlia di Michael Paris e in fondo Kai Chase, la cuoca personale di Michael. In cima, sul pianerottolo del secondo piano, Alvarez vide Murray con entrambe le mani sulla balaustra che guardava giù verso il primo piano.
Alvarez entrò nella proprietà facendolo presente al telefono ad Amir che gli disse di correre su per le scale. Una volta arrivato sul pianerottolo del secondo piano, Alvarez ha detto di ricordare il figlio di Michael Prince che veniva nella direzione opposta. Murray si stava spostando dal lato destro vicino alla balaustra verso sinistra, in direzione dell’ingresso antistante la stanza da letto n° 2, che non era la camera da letto personale di Michael. Walgren ha mostrato ad Alvarez il diagramma con la pianta del secondo piano, descritto da Alvarez come specificato nell’immagine:
Alvarez ha ricordato che Murray quando lo vide gli disse: “Alberto, vieni, vieni, veloce!”
Alvarez lo ha fatto, capendo in quel momento la gravità della situazione e mettendo giù il telefono con Amir.
Alvarez seguì Murray che si era diretto nella stanza da letto n° 2:
Quando Alvarez vi entrò, vide Murray eseguire delle compressioni sul petto di Michael. Michael Jackson era sul letto. Alvarez video Michael supino sul letto, con le braccia distese all’infuori, il palmo delle mani verso l’alto, i suoi occhi erano spalancati e aveva la bocca aperta. Il suo viso era leggermente spostato a sinistra, per sinistra si intenda la direzione verso l’ingresso. Alvarez ha detto che Murray stava dando a Michael compressioni sul petto con la sua mano sinistra.
Alvarez ha detto che quando lui giunse nella stanza, Murray gli disse: “Alberto, fai presto, dobbiamo portarlo in ospedale, dobbiamo chiamare un’ambulanza”.
Quando Murray disse questo, Alvarez stava dirigendosi verso il letto e stava prendendo il suo cellulare dalla tasca, stava per chiamare quando Paris e Prince arrivarono dietro di lui. Alvarez ha ricordato di essere poco oltre la soglia della camera e che i bambini erano appena dietro di lui, Paris urlò: “Papà!” piangendo, il viso di Michael era sul letto leggermente girato in direzione dell’area dove c’erano i suoi figli.
Il dottor Murray gli disse: “Alberto, non lasciare che guardino il loro papà in queste condizioni, non lasciare che guardino il loro papà in queste condizioni” e Alvarez indietreggiò verso i bambini e disse loro di non preoccuparsi, che loro si sarebbero presi cura di Michael e tutto sarebbe andato bene e li scortò nel pianerottolo.
Quando Alvarez tornò sulla scena, chiese a Murray che cosa era successo e Murray disse: “ha avuto una reazione, ha avuto una brutta reazione” e in quel momento Alvarez stava ai piedi del letto.
Ad un certo punto, Alvarez vide uno strumento medico di plastica che non conosceva sul pene di Michael, che aveva un tubicino attaccato collegato ad una sacca. Alvarez ha detto di sapere ora che si tratta di un catetere a sistema condom, ma all’epoca non lo sapeva. Alvarez ha detto di aver visto uno stand per la flebo sul lato opposto del letto, nell’area tra le sedie e il comodino. In quest’area, riconobbe anche una bombola di ossigeno.
Alvarez non vide nessuna apparecchiatura di monitoraggio né una di quelle fasce che si usano per misurare la pressione sanguigna attaccata al braccio di Michael. Vide solo la bombola di ossigeno ed un tubicino di plastica collegato alle narici di Michael. Alvarez ha ricordato di aver visto anche un pallone Ambu sul pavimento vicino al letto.
Mentre Alvarez era ai piedi del letto, Murray afferrò una manciata di fiale dal comodino accanto al letto, le allungò ad Alvarez e gli disse: “metti queste fiale nella borsa”. Alvarez guardò verso destra e vide una borsa sulla sedia, la prese e la tenne aperta mentre Murray vi gettava dentro le fiale. Murray poi continuò ad istruire Alvarez chiedendogli di mettere quella borsa in un’altra borsa marrone. Questa borsa marrone era sul pavimento, a lato della sedia. Dopo questo, Murray indicò lo stand per l’endovenosa, puntando ad una sacca che era appesa allo stand. Seguendo le istruzioni di Murray, Alvarez tirò via dallo stand la sacca salina e la mise in una borsa blu.
Walgren ha chiesto ad Alvarez perché eseguì le istruzioni di Murray e Alvarez ha spiegato che lui ritenne che trattandosi di un’emergenza medica, il dottor Murray fosse la migliore guida, non aveva motivo di mettere in discussione ciò che lui gli chiedeva di fare. Ciò che Alvarez pensò è che stessero preparando le borse per andare all’ospedale.
Alvarez ha ricordato che quando tirò giù la sacca salina dallo stand per l’endovenosa dentro di essa c’era un flacone.
Walgren ha mostrato il particolare dello stand per l’endovenosa:
Walgren ha chiesto se oltre alla sacca con il flacone allo stand era appesa anche un’altra sacca salina. Alvarez ha detto di sì ma ha specificato di aver rimosso solo la sacca con il flacone dentro come da istruzioni di Murray.
Alvarez ha descritto il flacone nella sacca salina al fondo di essa e con una sostanza bianca lattiginosa all’interno.
Alvarez ha fatto dei disegni per descrivere quella sacca e Walgren gli ha chiesto di riconoscere questo in cui il rettangolo rappresenta la sacca salina e alla sua estremità Alvarez ha disegnato il flacone. Alvarez ha detto di ricordare che la sostanza bianca lattiginosa era sia nell’area del flacone vicino all’estremità del flacone stesso (punto 1), sia nella zona sopra il flacone, all’interno della sacca salina (punto 2):
Walgren ha poi mostrato ad Alvarez questa foto con la sacca salina ed un flacone di propofol da 100 ml:
Alvarez ha detto che sia la sacca salina sia il flacone da 100 ml sembrano essere quelli che lui vide quella mattina.
Walgren ha poi fatto vedere ai giurati una sacca salina con un taglio ed un flacone di propofol da 100 ml. Alvarez ha riconosciuto anche la sacca ed il flacone in aula come materiale corrispondente a quello che vide lui a casa di Michael. Walgren ha poi inserito il flacone di propofol nella sacca e ha chiesto ad Alvarez se ciò che vedeva descriveva quanto lui aveva rimosso dallo stand dell’endovenosa il 25 giugno 2009 e Alvarez ha detto di sì, spostando il flacone in posizione più diagonale rispetto a quanto aveva fatto il procuratore Walgren.
PAUSA DI META’ MATTINA.
Alla ripresa dell’interrogatorio del procuratore Walgren, Alvarez ha ricordato che dopo aver seguito quelle istruzioni di Murray, Murray gli disse: “chiama il 911” e lui lo fece alle 12:20 pm, come registrato dal suo tabulato.
Walgren ha fatto sentire in aula la registrazione della telefonata di Alvarez al 911 (risentendola, Alvarez si è commosso, ndr):
Alvarez ha detto che mentre lui parlava con il 911, Michael era ancora sul letto e Murray tentava di fargli la rianimazione cardiopolmonare. Alvarez ha ricordato che poi Michael fu spostato dal letto al pavimento: lui lo afferrò dalle gambe e Murray dal torso. A quel punto, ha visto che era collegato un tubicino dallo stand per l’endovenosa alla gamba di Michael e a quel punto ha visto il dottor Murray rimuoverlo. Nel momento in cui Michael fu spostato, prima di adagiarlo sul pavimento, Murray attaccò alle dita di Michael un dispositivo che Alvarez ha descritto come una scatolina marrone. La prima volta che Alvarez aveva visto questa scatolina marrone, era sul letto e non era attaccata alle dita di Michael.
Walgren ha poi mostrato questo dispositivo ad Alvarez:
E’ un pulsossimetro e Alvarez ha riconosciuto che fosse come quello che vide sul letto di Michael prima che il suo corpo venisse spostato a terra.
Walgren ha chiesto se Alvarez sapeva cosa fosse quel dispositivo quel 25 giugno 2009 e Alvarez ha detto di sì. Alvarez ha spiegato che qualche giorno prima del 25 giugno 2009, il dottor Murray andò nella roulotte della sicurezza e chiese se qualcuna delle guardie del corpo aveva delle batterie. Una di loro, Isaac Muhammad, fu in grado di dare le batterie al dottor Murray. Murray aveva in mano quel dispositivo e Alvarez ha ricordato di aver chiesto a Murray in quell’occasione di cosa si trattasse. Murray gli rispose che era un dispositivo di monitoraggio.
Alvarez ha ricordato il momento in cui Faheem Muhammad raggiunse la stanza da letto e chiese a lui cosa stesse succedendo. Alvarez gli rispose “nulla di buono”. Murray chiese se qualcuno di loro sapeva fare il CPR, Alvarez e Faheem si guardarono l’un l’altro per un istante e poi andarono ad assistere Murray. Mentre Alvarez provò a fare le compressioni sul petto di Michael, Murray fece la respirazione bocca a bocca e disse: “questa è la prima volta che faccio la respirazione bocca a bocca, ma devo farla, lui è un mio amico”.
Walgren ha poi chiesto ad Alvarez di ricordare cosa fece lui dopo l’arrivo dei paramedici a casa di Michael. Alvarez ha detto che lui scese al piano di sotto e partecipò alla preparazione del veicolo che avrebbe trasportato i figli di Michael all’ospedale a seguito dell’ambulanza. Essenzialmente, provava a tenere distratti i bambini cosicché non vedessero Michael sulla barella.
Quando raggiunsero l’UCLA, Alvarez cercò di proteggere Michael dai paparazzi accalcati attorno all’ambulanza, li allontanò e poi cercò di coprire il corpo di Michael con la sua giacca.
Alvarez era presente in ospedale quando Michael venne proclamato morto. Ha ricordato che Murray gli si avvicinò e lo ringraziò per il suo aiuto. Alvarez gli disse: “Abbiamo fatto del nostro meglio”, cosa che in quel momento pensava in riferimento ad entrambi, non sospettava che Murray avesse fatto qualcosa di inappropriato.
Walgren ha chiesto ad Alvarez se a quel tempo avesse, o abbia adesso, qualche motivo di risentimento personale nei confronti di Murray ed Alvarez ha detto di no.
Ad un certo punto, Murray gli chiese se poteva essere riaccompagnato a Carolwood. Prima disse che aveva fame, che era tutto il giorno che non mangiava. Murray chiese se qualcuno poteva riportarlo a casa, Alvarez non rispose alla domanda, accanto a lui c’era Amir al quale Murray ripeté la domanda. Alvarez non sentì il resto della conversazione.
Prima di lasciare l’ospedale, dopo aver sentito Murray fare quella richiesta ad Amir, Alvarez ha ricordato di aver visto Murray seduto nella sala d’attesa e dire: “Volevo ce la facesse, volevo ce la facesse” e quella è stata l’ultima volta che l’ha visto.
Dopo qualche ora, Alvarez si è allontanato dall’UCLA insieme alle altre guardie del corpo. Sono rientrati a Carolwood dove Alvarez ha detto si essere rimasto all’interno della proprietà, anche se per poco perché gli fu chiesto di portare il labrador “kenya” dei bambini di Michael alla residenza dei Jackson ad Hayvenhurst.
A seguito dei fatti del 25 giugno, Alvarez ha detto di essere stato contattato dai media molte volte, 20/30 volte, ma non ha mai accettato di partecipare a queste interviste. 9/10 volte gli hanno offerto dei soldi per prendere parte a queste interviste, ha ricordato l’offerta del National Enquirer di 200.000 dollari e un’altra di 500.000 dollari, ma lui ha sempre rifiutato. Alvarez ha detto che da questa tragedia sono scaturiti anche problemi finanziari per lui, è passato dal lavoro con Michael retribuito benissimo a quasi nulla. Fa dei lavori saltuari come sicurezza, gli è capitato di accompagnare le celebrità in serate particolari, ma purtroppo loro cercano di vendere il suo coinvolgimento con Michael Jackson.
3° GIORNO, 29 settembre 2011. Testimonianza di Alberto Alvarez
L’accusa ha aperto la sessione del terzo giorno di processo a Conrad Murray chiamando al banco dei testimoni ALBERTO ALVAREZ, membro della sicurezza di Michael in qualità di direttore della logistica.
Il procuratore Walgren ha riportato la sua attenzione al mese di giugno 2009. Alvarez ha detto che al tempo lavorava al 100 North Carolwood Drive di Los Angeles dove Michael Jackson viveva insieme ai suoi figli. Fondamentalmente, Alvarez si occupava di gestire le comunicazioni con tutti i posti nei quali Michael sarebbe andato. Lui faceva parte del team di avanzamento e il suo compito era garantire che ogni cosa fosse ben prestabilita (percorso di strada, hotel, ecc) nel momento in cui Michael effettuava degli spostamenti. Walgren ha voluto che specificasse meglio le sue mansioni domandandogli cosa sarebbe accaduto se ad esempio Michael avesse voluto andare a fare shopping: Alvarez ha detto che Michael gli indicava che cosa voleva comprare, o il motivo per il quale voleva andare a fare shopping, gli chiedeva di andare in determinati negozi e ciò che avrebbe fatto Alvarez sarebbe stato andare intorno alla loro area, verificare che i negozi indicatigli avessero le cose che Michael stava cercando e tornare indietro con le informazioni, Michael gli avrebbe chiesto se era tutto ok e se Alvarez avesse detto di sì, Michael sarebbe andato a fare shopping.
Alvarez ha detto che era dal 2004 che lavorava per Michael con periodi di interruzione tra un ingaggio e l’altro. Era stato richiamato al suo servizio l’ultima volta o il 31 dicembre 2008 o il 1° gennaio 2009. Alvarez aveva un impiego full-time, era un buon lavoro con un ottimo salario.
All’esterno della casa c’era una roulotte della sicurezza, che Alvarez ha riconosciuto vedendo queste foto:
Alvarez ha detto che all’interno della casa, il personale andava solo su specifica richiesta di Michael. C’era una sicurezza per la proprietà e una sicurezza personale di Michael, di cui faceva parte lui, Faheem Muhammad, Michael Amir e nel periodo precedente alla sua morte, Derek Muhammad, Isaac Mohammed ed Eric.
Alvarez ha identificato l’imputato Murray, che lui vide per la prima volta dopo gennaio 2009 a Carolwood.
Nei mesi di aprile/maggio/giugno 2009, Alvarez cominciò a vedere Murray 5 o 6 volte a settimana. Alvarez a volte lo vide di mattina al suo arrivo a casa di Michael, ma la maggior parte delle volte lo vide nel pomeriggio e in quel periodo di tempo Murray si tratteneva a Carolwood per la notte.
Alvarez era consapevole che sul posto c’erano delle bombole di ossigeno che venivano depositate nella roulotte della sicurezza e le ha riconosciute nell’immagine proiettata da Walgren:
Ha riconosciuto anche il cartello che c’era sopra le bombole di ossigeno:
Alvarez ha detto di non averlo messo lui questo cartello e che delle bombole si occupava la sicurezza addetta alla proprietà. Di tanto in tanto, Alvarez ha visto Murray prendere le bombole.
Walgren ha iniziato a chiedere ad Alvarez i dettagli della sera del 24 giugno 2009. Secondo Alvarez, Michael partì per lo Staples Center dopo le 05:00 pm. Alvarez, facendo parte del team di avanzamento, raggiunse lo Staples prima di lui, assicurandosi che la sua “green room”, come veniva chiamato il camerino di Michael, fosse pronto per quando lui arrivava, ad esempio climatizzando la stanza perché a Michael piaceva che fosse calda. Dopo aver sistemato la green room, Alvarez faceva i controlli di sicurezza allo Staples per verificare che non ci fossero paparazzi e media che non dovevano stare lì e rendere l’arrivo di Michael il più sicuro possibile.
Secondo Alvarez, il 24 giugno 2009 Michael arrivò allo Staples Center verso le 06:30 – 07:00 pm. Michael scese dalla sua auto e salì sulla golf cart guidata da Alvarez, che lo portò nella sua green room dove Michael poteva prepararsi per le prove. Alvarez ha detto che quella sera Michael era molto felice, il suo umore era molto buono. Per la maggior parte del tempo, Alvarez stette di guardia alla porta garage sul retro del palcoscenico da dove Michael sarebbe uscito. In alcuni momenti, girò attorno al palco e lo vide esibirsi. Alvarez ha detto che gli sembrò molto buona la sua performance.
Secondo Alvarez, anche dopo essersi esibito Michael era molto felice e di buon umore. Per il rientro a Carolwood, fu ripetuta la solita routine: Alvarez, come membro del team di avanzamento, raggiunse la proprietà prima di Michael e vide parcheggiata nel cortile la BMW del dottor Murray, identificata dall’immagine mostratagli da Walgren:
Michael arrivò a Carowood poco dopo. Alvarez si preoccupò di aprire i cancelli e agevolare la discesa di Michael dalla sua auto. All’esterno della proprietà c’erano i fan che come sempre avevano dato a Michael molti regali, cartoline, fiori, e Alvarez, come d’abitudine, si preoccupò di rimuoverli dall’auto di Michael e portarli dentro casa. Dopo aver fatto questo, Alvarez e Michael si salutarono augurandosi la buonanotte. Quella è stata l’ultima volta in cui ha visto Michael vivo. A seguito di quel saluto, come di routine Alvarez mise in sicurezza l’ingresso principale e andò nella roulotte di sicurezza per una breve riunione con il personale di sicurezza, dopodiché andò a casa.
Il 25 giugno 2009 Alvarez raggiunse Carolwood dopo le 10:00 di mattina, più o meno alle 10:15/10:20. Quando arrivò, fece la solita routine, andò nella roulotte della sicurezza per i controlli e per vedere se c’erano specifiche istruzioni da eseguire, in quel momento non ce n’era niente che doveva essere fatto, quindi si sedette nella roulotte in attesa di istruzioni specifiche.
A questo punto, Walgren ha mostrato ad Alvarez i tabulati del suo cellulare relativi al 25 giugno 2009, che Alvarez ha confermato di aver riesaminato prima di andare a testimoniare:
Intorno alle 12:17 pm del 25 giugno 2009, Alvarez era seduto nella roulotte della sicurezza. Le prime 4 telefonate che compaiono sul tabulato furono tentativi fatti reciprocamente da Alvarez e Michael Amir Williams di raggiungersi. Ci riuscirono alle 12:18 pm con la chiamata fatta da Alvarez a Michael Amir che durò 88 secondi. Alvarez era ancora nella roulotte di sicurezza nella quale era seduto. Amir gli chiese dov’era e Alvarez rispose che era alla proprietà. Amir gli disse che aveva bisogno che lui andasse di sopra e di recarsi all’ingresso principale, cosa che Alvarez fece mentre continuava a parlare al telefono con Amir.
Alvarez ha riconosciuto l’ingresso con le porte di vetro dall’immagine mostrata da Walgren:
Alvarez provò ad aprire la porta che però era chiusa dall’interno. Mentre stava riferendo questo ad Amir al telefono, la tata dei figli di Michael, Roselyn Muhammad, venne verso la porta per aprirla. Prima di entrare, Alvarez poté scorgere dalla porta di vetro altre persone: al piano di sotto vicino alla tata, c’era la figlia di Michael Paris e in fondo Kai Chase, la cuoca personale di Michael. In cima, sul pianerottolo del secondo piano, Alvarez vide Murray con entrambe le mani sulla balaustra che guardava giù verso il primo piano.
Alvarez entrò nella proprietà facendolo presente al telefono ad Amir che gli disse di correre su per le scale. Una volta arrivato sul pianerottolo del secondo piano, Alvarez ha detto di ricordare il figlio di Michael Prince che veniva nella direzione opposta. Murray si stava spostando dal lato destro vicino alla balaustra verso sinistra, in direzione dell’ingresso antistante la stanza da letto n° 2, che non era la camera da letto personale di Michael. Walgren ha mostrato ad Alvarez il diagramma con la pianta del secondo piano, descritto da Alvarez come specificato nell’immagine:
Alvarez ha ricordato che Murray quando lo vide gli disse: “Alberto, vieni, vieni, veloce!”
Alvarez lo ha fatto, capendo in quel momento la gravità della situazione e mettendo giù il telefono con Amir.
Alvarez seguì Murray che si era diretto nella stanza da letto n° 2:
Quando Alvarez vi entrò, vide Murray eseguire delle compressioni sul petto di Michael. Michael Jackson era sul letto. Alvarez video Michael supino sul letto, con le braccia distese all’infuori, il palmo delle mani verso l’alto, i suoi occhi erano spalancati e aveva la bocca aperta. Il suo viso era leggermente spostato a sinistra, per sinistra si intenda la direzione verso l’ingresso. Alvarez ha detto che Murray stava dando a Michael compressioni sul petto con la sua mano sinistra.
Alvarez ha detto che quando lui giunse nella stanza, Murray gli disse: “Alberto, fai presto, dobbiamo portarlo in ospedale, dobbiamo chiamare un’ambulanza”.
Quando Murray disse questo, Alvarez stava dirigendosi verso il letto e stava prendendo il suo cellulare dalla tasca, stava per chiamare quando Paris e Prince arrivarono dietro di lui. Alvarez ha ricordato di essere poco oltre la soglia della camera e che i bambini erano appena dietro di lui, Paris urlò: “Papà!” piangendo, il viso di Michael era sul letto leggermente girato in direzione dell’area dove c’erano i suoi figli.
Il dottor Murray gli disse: “Alberto, non lasciare che guardino il loro papà in queste condizioni, non lasciare che guardino il loro papà in queste condizioni” e Alvarez indietreggiò verso i bambini e disse loro di non preoccuparsi, che loro si sarebbero presi cura di Michael e tutto sarebbe andato bene e li scortò nel pianerottolo.
Quando Alvarez tornò sulla scena, chiese a Murray che cosa era successo e Murray disse: “ha avuto una reazione, ha avuto una brutta reazione” e in quel momento Alvarez stava ai piedi del letto.
Ad un certo punto, Alvarez vide uno strumento medico di plastica che non conosceva sul pene di Michael, che aveva un tubicino attaccato collegato ad una sacca. Alvarez ha detto di sapere ora che si tratta di un catetere a sistema condom, ma all’epoca non lo sapeva. Alvarez ha detto di aver visto uno stand per la flebo sul lato opposto del letto, nell’area tra le sedie e il comodino. In quest’area, riconobbe anche una bombola di ossigeno.
Alvarez non vide nessuna apparecchiatura di monitoraggio né una di quelle fasce che si usano per misurare la pressione sanguigna attaccata al braccio di Michael. Vide solo la bombola di ossigeno ed un tubicino di plastica collegato alle narici di Michael. Alvarez ha ricordato di aver visto anche un pallone Ambu sul pavimento vicino al letto.
Mentre Alvarez era ai piedi del letto, Murray afferrò una manciata di fiale dal comodino accanto al letto, le allungò ad Alvarez e gli disse: “metti queste fiale nella borsa”. Alvarez guardò verso destra e vide una borsa sulla sedia, la prese e la tenne aperta mentre Murray vi gettava dentro le fiale. Murray poi continuò ad istruire Alvarez chiedendogli di mettere quella borsa in un’altra borsa marrone. Questa borsa marrone era sul pavimento, a lato della sedia. Dopo questo, Murray indicò lo stand per l’endovenosa, puntando ad una sacca che era appesa allo stand. Seguendo le istruzioni di Murray, Alvarez tirò via dallo stand la sacca salina e la mise in una borsa blu.
Walgren ha chiesto ad Alvarez perché eseguì le istruzioni di Murray e Alvarez ha spiegato che lui ritenne che trattandosi di un’emergenza medica, il dottor Murray fosse la migliore guida, non aveva motivo di mettere in discussione ciò che lui gli chiedeva di fare. Ciò che Alvarez pensò è che stessero preparando le borse per andare all’ospedale.
Alvarez ha ricordato che quando tirò giù la sacca salina dallo stand per l’endovenosa dentro di essa c’era un flacone.
Walgren ha mostrato il particolare dello stand per l’endovenosa:
Walgren ha chiesto se oltre alla sacca con il flacone allo stand era appesa anche un’altra sacca salina. Alvarez ha detto di sì ma ha specificato di aver rimosso solo la sacca con il flacone dentro come da istruzioni di Murray.
Alvarez ha descritto il flacone nella sacca salina al fondo di essa e con una sostanza bianca lattiginosa all’interno.
Alvarez ha fatto dei disegni per descrivere quella sacca e Walgren gli ha chiesto di riconoscere questo in cui il rettangolo rappresenta la sacca salina e alla sua estremità Alvarez ha disegnato il flacone. Alvarez ha detto di ricordare che la sostanza bianca lattiginosa era sia nell’area del flacone vicino all’estremità del flacone stesso (punto 1), sia nella zona sopra il flacone, all’interno della sacca salina (punto 2):
Walgren ha poi mostrato ad Alvarez questa foto con la sacca salina ed un flacone di propofol da 100 ml:
Alvarez ha detto che sia la sacca salina sia il flacone da 100 ml sembrano essere quelli che lui vide quella mattina.
Walgren ha poi fatto vedere ai giurati una sacca salina con un taglio ed un flacone di propofol da 100 ml. Alvarez ha riconosciuto anche la sacca ed il flacone in aula come materiale corrispondente a quello che vide lui a casa di Michael. Walgren ha poi inserito il flacone di propofol nella sacca e ha chiesto ad Alvarez se ciò che vedeva descriveva quanto lui aveva rimosso dallo stand dell’endovenosa il 25 giugno 2009 e Alvarez ha detto di sì, spostando il flacone in posizione più diagonale rispetto a quanto aveva fatto il procuratore Walgren.
PAUSA DI META’ MATTINA.
Alla ripresa dell’interrogatorio del procuratore Walgren, Alvarez ha ricordato che dopo aver seguito quelle istruzioni di Murray, Murray gli disse: “chiama il 911” e lui lo fece alle 12:20 pm, come registrato dal suo tabulato.
Walgren ha fatto sentire in aula la registrazione della telefonata di Alvarez al 911 (risentendola, Alvarez si è commosso, ndr):
Alvarez ha detto che mentre lui parlava con il 911, Michael era ancora sul letto e Murray tentava di fargli la rianimazione cardiopolmonare. Alvarez ha ricordato che poi Michael fu spostato dal letto al pavimento: lui lo afferrò dalle gambe e Murray dal torso. A quel punto, ha visto che era collegato un tubicino dallo stand per l’endovenosa alla gamba di Michael e a quel punto ha visto il dottor Murray rimuoverlo. Nel momento in cui Michael fu spostato, prima di adagiarlo sul pavimento, Murray attaccò alle dita di Michael un dispositivo che Alvarez ha descritto come una scatolina marrone. La prima volta che Alvarez aveva visto questa scatolina marrone, era sul letto e non era attaccata alle dita di Michael.
Walgren ha poi mostrato questo dispositivo ad Alvarez:
E’ un pulsossimetro e Alvarez ha riconosciuto che fosse come quello che vide sul letto di Michael prima che il suo corpo venisse spostato a terra.
Walgren ha chiesto se Alvarez sapeva cosa fosse quel dispositivo quel 25 giugno 2009 e Alvarez ha detto di sì. Alvarez ha spiegato che qualche giorno prima del 25 giugno 2009, il dottor Murray andò nella roulotte della sicurezza e chiese se qualcuna delle guardie del corpo aveva delle batterie. Una di loro, Isaac Muhammad, fu in grado di dare le batterie al dottor Murray. Murray aveva in mano quel dispositivo e Alvarez ha ricordato di aver chiesto a Murray in quell’occasione di cosa si trattasse. Murray gli rispose che era un dispositivo di monitoraggio.
Alvarez ha ricordato il momento in cui Faheem Muhammad raggiunse la stanza da letto e chiese a lui cosa stesse succedendo. Alvarez gli rispose “nulla di buono”. Murray chiese se qualcuno di loro sapeva fare il CPR, Alvarez e Faheem si guardarono l’un l’altro per un istante e poi andarono ad assistere Murray. Mentre Alvarez provò a fare le compressioni sul petto di Michael, Murray fece la respirazione bocca a bocca e disse: “questa è la prima volta che faccio la respirazione bocca a bocca, ma devo farla, lui è un mio amico”.
Walgren ha poi chiesto ad Alvarez di ricordare cosa fece lui dopo l’arrivo dei paramedici a casa di Michael. Alvarez ha detto che lui scese al piano di sotto e partecipò alla preparazione del veicolo che avrebbe trasportato i figli di Michael all’ospedale a seguito dell’ambulanza. Essenzialmente, provava a tenere distratti i bambini cosicché non vedessero Michael sulla barella.
Quando raggiunsero l’UCLA, Alvarez cercò di proteggere Michael dai paparazzi accalcati attorno all’ambulanza, li allontanò e poi cercò di coprire il corpo di Michael con la sua giacca.
Alvarez era presente in ospedale quando Michael venne proclamato morto. Ha ricordato che Murray gli si avvicinò e lo ringraziò per il suo aiuto. Alvarez gli disse: “Abbiamo fatto del nostro meglio”, cosa che in quel momento pensava in riferimento ad entrambi, non sospettava che Murray avesse fatto qualcosa di inappropriato.
Walgren ha chiesto ad Alvarez se a quel tempo avesse, o abbia adesso, qualche motivo di risentimento personale nei confronti di Murray ed Alvarez ha detto di no.
Ad un certo punto, Murray gli chiese se poteva essere riaccompagnato a Carolwood. Prima disse che aveva fame, che era tutto il giorno che non mangiava. Murray chiese se qualcuno poteva riportarlo a casa, Alvarez non rispose alla domanda, accanto a lui c’era Amir al quale Murray ripeté la domanda. Alvarez non sentì il resto della conversazione.
Prima di lasciare l’ospedale, dopo aver sentito Murray fare quella richiesta ad Amir, Alvarez ha ricordato di aver visto Murray seduto nella sala d’attesa e dire: “Volevo ce la facesse, volevo ce la facesse” e quella è stata l’ultima volta che l’ha visto.
Dopo qualche ora, Alvarez si è allontanato dall’UCLA insieme alle altre guardie del corpo. Sono rientrati a Carolwood dove Alvarez ha detto si essere rimasto all’interno della proprietà, anche se per poco perché gli fu chiesto di portare il labrador “kenya” dei bambini di Michael alla residenza dei Jackson ad Hayvenhurst.
A seguito dei fatti del 25 giugno, Alvarez ha detto di essere stato contattato dai media molte volte, 20/30 volte, ma non ha mai accettato di partecipare a queste interviste. 9/10 volte gli hanno offerto dei soldi per prendere parte a queste interviste, ha ricordato l’offerta del National Enquirer di 200.000 dollari e un’altra di 500.000 dollari, ma lui ha sempre rifiutato. Alvarez ha detto che da questa tragedia sono scaturiti anche problemi finanziari per lui, è passato dal lavoro con Michael retribuito benissimo a quasi nulla. Fa dei lavori saltuari come sicurezza, gli è capitato di accompagnare le celebrità in serate particolari, ma purtroppo loro cercano di vendere il suo coinvolgimento con Michael Jackson.
Re: Udienza del 29/09/2011 Trascrizione completa
CONTROINTERROGATORIO DI ED CHERNOFF:
Chernoff ha poi rimostrato ad Alvarez il disegno che lui aveva fatto per descrivere la sacca salina con il flacone di propofol all’interno e gli ha chiesto quando l’aveva disegnato. Alvarez ha detto di averlo fatto ad aprile/maggio di quest’anno, prima dell’inizio del processo che poi è stato rimandato e dopo le udienze preliminari. Alvarez ha confermato che quello non fosse il primo disegno della sacca fatto da lui, Chernoff gli ha fatto vedere quello che fece per i poliziotti il 31 agosto 2009:
Alvarez ha detto che non è sicuro che quel disegno l’abbia fatto lui. Chernoff gli ha chiesto se quello esibito come prova dall’accusa lo ha fatto su richiesta del procuratore e Alvarez ha detto di sì. Chernoff gli ha fatto notare che sul disegno ai poliziotti che Alvarez non ricorda di aver fatto non c’è la piccola estremità che compare nel disegno mostrato dall’accusa. Alvarez ha risposto che può averne parlato ai poliziotti, ma non ricorda. Chernoff gli ha fatto rivedere la sacca salina ed il flacone di propofol portati in aula dall’accusa come prove e ha detto che nella sacca salina non c’è la sostanza lattiginosa e ha ricordato ad Alvarez che durante le udienze preliminari di gennaio, lui non era riuscito a rispondere a domande precise della difesa. Alvarez ha detto che sia la sacca sia il flacone non sono proprio quelli che lui vide nella stanza di Michael il 25 giugno 2009, ma sono come quelli.
Chernoff ha chiesto ad Alvarez se è possibile che lui sia confuso sull’ordine cronologico dei fatti di quella mattina. Alvarez ha risposto che non è possibile. Chernoff ha ricordato ad Alvarez che lui anche oggi ha testimoniato che quando Murray lo istruì per raccogliere i farmaci nelle borse, lui pensò che stessero preparando le cose per andare all’ospedale. Chernoff allora ha chiesto se non sia possibile che Alvarez sia confuso su quando vennero fatte queste operazioni, se non sia possibile che esse avvennero DOPO l’arrivo dei paramedici e prima di andare all’UCLA. Alvarez ha risposto di no.
Chernoff ha chiesto al giudice se poteva usare una specie di lavagna per aiutarsi nel controinterrogatorio e il giudice ha detto di sì.
Chernoff ha chiesto se mentre Alvarez faceva le compressioni sul petto di Michael, può aver toccato qualche fiala o qualche sacca. Il giudice ha riformulato la domanda su obiezione dell’accusa, chiedendo ad Alvarez aveva messo via qualche fiala durante le sue compressioni e Alvarez ha risposto di no.
Chernoff ha continuato a richiamare i particolari raccontati da Alvarez in quei momenti concitati seguiti alla telefonata di Amir segnandoli sulla lavagna.
Alvarez ha ripetuto di essere rimasto scioccato alla vista di Michael con gli occhi spalancati e la bocca aperta. Ha confermato di aver allontanato i bambini dalla stanza del padre, di averli scortati sul pianerottolo rassicurandoli che sarebbe andato tutto bene e di essere rientrato poi nella camera da letto, quella seconda volta accostando la porta alle sue spalle.
A questo punto il procuratore Walgren ha fatto notare che quello che Chernoff scriveva sulla lavagna non era visibile, alcuni giurati l’hanno confermato e il giudice ha detto di non considerare le scritte come parte delle prove della difesa e di procedere in un altro modo. Chernoff ha continuato a scrivere sulla lavagna.
Chernoff si è avvicinato al testimone che gli contestava l’uso della parola “raggelato” per descrivere la sua reazione alla vista di Michael con il testo delle udienze preliminari in cui Alvarez ha riconosciuto di averla usata.
PAUSA PRANZO
L'avvocato Chernoff è tornato a fare domande sullo scambio fra Murray e Alvarez relativo alle fiale dei medicinali. Chernoff ha detto che Alvarez aveva testimoniato che Murray gli aveva dato delle fiale, Alvarez lo ha corretto dicendo che la sua testimonianza ricordava che Murray avesse afferrato delle fiale e gliele avesse allungate dicendo di metterle via in una borsa. Così poi Alvarez si voltò alla sua destra, dove c’era una sedia ai piedi del letto con una borsa. Murray non gli disse: “prendi quella borsa”. Fu un’idea di Alvarez prendere quella borsa.
Chernoff ha chiesto ad Alvarez come fossero quelle fiale, lui ha detto che sembravano fiale di medicinali. Chernoff gli ha detto se somigliavano al flacone che Walgren gli aveva fatto vedere prima e Alvarez ha detto che le ricorda più piccole.
Chernoff ha voluto che Alvarez descrivesse nuovamente dove si trovava esattamente quando secondo la sua testimonianza Murray gli chiese di mettere via le fiale in una borsa, inserita poi in un’altra borsa marrone, e poi la sacca salina nella borsa blu.
Chernoff ha poi mostrato la sacca dell’endovenosa che fa parte delle prove della difesa chiedendo ad Alvarez se gli sembrava identica a quella mostrata dall’accusa. Alvarez ha detto di sì e ha mimato come tirò via la sacca dallo stand: prendendola dall’estremità con entrambe le mani e poi con una sola mano l’ha messa nella sacca blu che gli aveva indicato Murray.
Chernoff ha ricordato che la prima volta che Alvarez ha dichiarato di aver tirato giù dallo stand per l’endovenosa la sacca salina con il flacone di propofol dentro fu nell’interrogatorio con la polizia del 31 agosto 2009. A seguito dell’interrogatorio, Alvarez ha confermato che gli furono prese le impronte digitali nell’ufficio del suo avvocato.
Chernoff ha chiesto ad Alvarez se lui conferma che il corpo di Michael venne spostato sul pavimento ed Alvarez ha detto di sì. Chernoff gli ha chiesto di rileggere la trascrizione della sua telefonata al 911 e di indicare in base a quello che lui disse al telefono il momento in cui Michael venne spostato a terra. Alvarez, dopo aver riletto la trascrizione, ha detto che riteneva di averlo fatto nel momento in cui il paramedico disse: “adagiatelo sul pavimento, vi aiuterò con il cpr” e lui disse: “allora dobbiamo… dobbiamo”. Alvarez ha ritenuto che fosse quello il momento, pensa che lui stesse indicando al dottor Murray che dovevano mettere Michael sul pavimento. Chernoff gli ha fatto notare che Alvarez non disse esplicitamente al dottor Murray che dovevano mettere Michael sul pavimento. Alvarez ha detto di averlo mimato, di aver trattenuto il cellulare vicino all’orecchio aiutandosi con la spalla, di aver mimato il gesto e poi di aver afferrato Michael per le gambe ed averlo adagiato a terra. Fu facile perché Michael era molto leggero.
La difesa ha fatto sentire la registrazione della prima parte della telefonata di Alvarez al numero di emergenza che risulta al dipartimento dei vigili del fuoco di Beverly Hills. La chiamata venne poi trasferita su Los Angeles. Alvarez ha confermato che in quella parte di registrazione Michael era ancora sul letto. La difesa ha fatto riascoltare la seconda parte della telefonata al numero di emergenza e ha chiesto che Alvarez confermasse il momento che aveva indicato nel quale avevano messo Michael sul pavimento. Alvarez lo ha fatto e si è detto sicuro di non sbagliare.
Chernoff ha chiesto ad Alvarez se ricorda di aver parlato con i poliziotti del dispositivo di plastica che Murray applicò alle dita di Michael. Alvarez ha detto di sì. Chernoff gli ha chiesto se ricorda di aver parlato di un ago attaccato a questo dispositivo, Alvarez lo ha negato. Chernoff gli ha mostrato un disegno, chiedendo ad Alvarez se ricordava di averlo disegnato per i poliziotti il 31 agosto 2009:
Alvarez ha detto di sì. Chernoff ha chiesto ad Alvarez se era vero che in quel momento non disse ai poliziotti che questo dispositivo lo aveva visto prima del 25 giugno e Alvarez lo ha confermato, ha detto che quel ricordo gli riaffiorò più tardi.
Chernoff ha chiesto se era corretto affermare che Alvarez non disse nulla alla polizia delle fiale e della sacca rimossa dallo stand dell’endovenosa il 25 giugno 2009 e Alvarez ha detto che lo era. Chernoff ha detto che Alvarez offrì alla polizia questa versione solo dopo 2 mesi la morte di Michael, il 31 agosto 2009. Chernoff ha sostenuto, dopo aver fatto riferimento alle varie proposte fatte ad Alvarez dai media, che fosse più interessante. L’accusa ha fatto obiezione e il giudice l’ha accolta.
Chernoff ha poi mostrato in aula un video registrato all’UCLA in cui si vede anche Alvarez. Alvarez ha detto che crede sia stato preso dal posto in cui Michael Jackson venne collocato dopo che venne dichiarato morto. C’era una porta sull’angolo sinistro più lontano, in cima alla scena che si vede nel video, e Alvarez ha detto che aveva ricevuto istruzioni da Michael Amir di non lasciar passare nessuno da quella porta. Chernoff ha fatto notare i vari poliziotti che erano presenti all’UCLA e ha richiesto ad Alvarez se era corretto che lui quel giorno non riferì delle fiale e della sacca a nessuno di loro. Alvarez ha detto che era corretto.
Chernoff ha ricordato ad Alvarez che quando la sicurezza lasciò l’ospedale tornò a Carolwood e che lì c’erano i poliziotti ad aspettarli. Alvarez ha detto di ricordare che Amir ricevette una telefonata per questo e che rispose alle domande della polizia sulla proprietà, ma non ricorda esattamente quella conversazione.
Chernoff per la seconda volta confonde il catetere con il tubicino dell’endovenosa attaccato alla gamba di Michael (forse intenzionalmente per confondere Alvarez, ndr). Alvarez ha confermato che c’era solo una sacca salina collegata al tubicino.
Chernoff ha chiesto ad Alvarez quando parlò la prima volta con Amir Williams e Faheem Muhammad di andare a parlare con la polizia dopo il 25 giugno. Alvarez ha detto che pensa accadde un paio di giorni dopo, o qualche giorno dopo che lui vide un servizio alla CNN in cui i poliziotti uscivano dalla proprietà di Carolwood e parlarono del fatto che avessero raccolto delle prove e in queste prove c’era il filmato di un poliziotto che veniva fuori con una borsa e dentro quella borsa ce n'era una più piccola blu che somigliava a quella in cui lui aveva messo la sacca salina e proprio dopo quella scena loro parlarono del propofol, l’agente che veniva somministrato al signor Jackson. Alvarez ha detto che è stato dopo quel servizio che si è reso conto che lui aveva toccato qualcosa che somigliava a quella sostanza bianca lattiginosa, perciò sentì che fosse importante da parte sua riferire in merito. Quel servizio gli diede questa consapevolezza. Alvarez poi chiamò Michael Amir.
Chernoff poi ha fatto delle domande ad Alvarez sul suo lavoro. Gli ha chiesto come era tornato a lavorare per Michael nel 2007 e Alvarez ha detto grazie a Michael Amir. Chernoff gli ha chiesto quando aveva lavorato per la famiglia Jackson per occuparsi della sicurezza dei figli di Michael, Alvarez ha risposto verso febbraio/marzo 2010, solo per due mesi. Chernoff gli ha domandato se era avvenuto dopo che lui avesse conferito con la polizia e Alvarez lo ha confermato.
Alvarez ha detto di aver avuto un paio di conversazioni con il dottor Murray e che lo avrebbe definito un conoscente. Chernoff ha chiesto ad Alvarez se in quelle due ore a Carolwood, dal suo arrivo alla telefonata di Amir, sapeva che la macchina di Murray era lì. Alvarez ha detto di sì, ma che non sapeva cosa stava succedendo all’interno della casa. Chernoff gli ha detto che il dottor Murray era nella casa in quel periodo di tempo, Alvarez ha detto che non saprebbe dirlo. Chernoff ha chiesto se Alvarez e Murray avevano discusso del perché stavano facendo quello che hanno fatto quel giorno e Alvarez ha detto di no.
RIPRESA INTERROGATORIO DI DAVID WALGREN:
Walgren ha chiesto ad Alvarez se i diversi punti che l’avvocato Chernoff aveva elencato:
per descrivere la sequenza temporale delle sue azioni il 25 giugno 2009 dalle 12:19:28 pm, il momento in cui attacca il telefono a Michael Amir, e le 12:20, momento della sua telefonata al 911, 14 punti definiti da Chernoff in poco più di 30 secondi (con l’intento di dimostrare che fosse stato impossibile per Alvarez fare tutte quelle cose, ndr), per la maggior parte fossero avvenute contemporaneamente. Alvarez ha detto che era così.
RIPRESA CONTROINTERROGATORIO DI ED CHERNOFF:
Chernoff ha chiesto ad Alvarez se lui pensa davvero di essere riuscito a fare tutte quelle cose in mezzo minuto e Alvarez ha detto che è ciò che è avvenuto, che lui è molto efficiente. Chernoff ha ripreso allora l’azione di scorta ai bambini, ricordando ad Alvarez che lui aveva testimoniato di essere preoccupato per loro e Alvarez ha detto che lo era sempre. Chernoff ha chiesto se lui li aveva spinti fuori, Alvarez ha detto che lui si rivolse ai bambini molto rispettosamente e loro seguirono le sue istruzioni molto bene. Chernoff gli ha chiesto se quando lui si è caratterizzato come “raggelato” poteva dire di essere altrettanto efficiente, Alvarez ha risposto che usando quell’espressione non voleva dire che fosse incapace di agire o seguire delle istruzioni. Chernoff allora gli ha chiesto di nuovo cosa significa “raggelato” per lui. Alvarez ha ripetuto che voleva dire mentalmente sconvolto e Chernoff ha rimarcato che non è stato questo che ha detto: “Lei ha usato “raggelato”, sa cosa vuol dire?” e Alvarez ha risposto: “Ok, sì”.
http://www.truth4mj.it/mj/index.php?option=com_content&view=article&id=211:processo-murray-3d-giorno-29-settembre-2011-testimonianza-di-alberto-alvarez&catid=41:people-vs-murray&Itemid=71
Chernoff ha poi rimostrato ad Alvarez il disegno che lui aveva fatto per descrivere la sacca salina con il flacone di propofol all’interno e gli ha chiesto quando l’aveva disegnato. Alvarez ha detto di averlo fatto ad aprile/maggio di quest’anno, prima dell’inizio del processo che poi è stato rimandato e dopo le udienze preliminari. Alvarez ha confermato che quello non fosse il primo disegno della sacca fatto da lui, Chernoff gli ha fatto vedere quello che fece per i poliziotti il 31 agosto 2009:
Alvarez ha detto che non è sicuro che quel disegno l’abbia fatto lui. Chernoff gli ha chiesto se quello esibito come prova dall’accusa lo ha fatto su richiesta del procuratore e Alvarez ha detto di sì. Chernoff gli ha fatto notare che sul disegno ai poliziotti che Alvarez non ricorda di aver fatto non c’è la piccola estremità che compare nel disegno mostrato dall’accusa. Alvarez ha risposto che può averne parlato ai poliziotti, ma non ricorda. Chernoff gli ha fatto rivedere la sacca salina ed il flacone di propofol portati in aula dall’accusa come prove e ha detto che nella sacca salina non c’è la sostanza lattiginosa e ha ricordato ad Alvarez che durante le udienze preliminari di gennaio, lui non era riuscito a rispondere a domande precise della difesa. Alvarez ha detto che sia la sacca sia il flacone non sono proprio quelli che lui vide nella stanza di Michael il 25 giugno 2009, ma sono come quelli.
Chernoff ha chiesto ad Alvarez se è possibile che lui sia confuso sull’ordine cronologico dei fatti di quella mattina. Alvarez ha risposto che non è possibile. Chernoff ha ricordato ad Alvarez che lui anche oggi ha testimoniato che quando Murray lo istruì per raccogliere i farmaci nelle borse, lui pensò che stessero preparando le cose per andare all’ospedale. Chernoff allora ha chiesto se non sia possibile che Alvarez sia confuso su quando vennero fatte queste operazioni, se non sia possibile che esse avvennero DOPO l’arrivo dei paramedici e prima di andare all’UCLA. Alvarez ha risposto di no.
Chernoff ha chiesto al giudice se poteva usare una specie di lavagna per aiutarsi nel controinterrogatorio e il giudice ha detto di sì.
Chernoff ha chiesto se mentre Alvarez faceva le compressioni sul petto di Michael, può aver toccato qualche fiala o qualche sacca. Il giudice ha riformulato la domanda su obiezione dell’accusa, chiedendo ad Alvarez aveva messo via qualche fiala durante le sue compressioni e Alvarez ha risposto di no.
Chernoff ha continuato a richiamare i particolari raccontati da Alvarez in quei momenti concitati seguiti alla telefonata di Amir segnandoli sulla lavagna.
Alvarez ha ripetuto di essere rimasto scioccato alla vista di Michael con gli occhi spalancati e la bocca aperta. Ha confermato di aver allontanato i bambini dalla stanza del padre, di averli scortati sul pianerottolo rassicurandoli che sarebbe andato tutto bene e di essere rientrato poi nella camera da letto, quella seconda volta accostando la porta alle sue spalle.
A questo punto il procuratore Walgren ha fatto notare che quello che Chernoff scriveva sulla lavagna non era visibile, alcuni giurati l’hanno confermato e il giudice ha detto di non considerare le scritte come parte delle prove della difesa e di procedere in un altro modo. Chernoff ha continuato a scrivere sulla lavagna.
Chernoff si è avvicinato al testimone che gli contestava l’uso della parola “raggelato” per descrivere la sua reazione alla vista di Michael con il testo delle udienze preliminari in cui Alvarez ha riconosciuto di averla usata.
PAUSA PRANZO
L'avvocato Chernoff è tornato a fare domande sullo scambio fra Murray e Alvarez relativo alle fiale dei medicinali. Chernoff ha detto che Alvarez aveva testimoniato che Murray gli aveva dato delle fiale, Alvarez lo ha corretto dicendo che la sua testimonianza ricordava che Murray avesse afferrato delle fiale e gliele avesse allungate dicendo di metterle via in una borsa. Così poi Alvarez si voltò alla sua destra, dove c’era una sedia ai piedi del letto con una borsa. Murray non gli disse: “prendi quella borsa”. Fu un’idea di Alvarez prendere quella borsa.
Chernoff ha chiesto ad Alvarez come fossero quelle fiale, lui ha detto che sembravano fiale di medicinali. Chernoff gli ha detto se somigliavano al flacone che Walgren gli aveva fatto vedere prima e Alvarez ha detto che le ricorda più piccole.
Chernoff ha voluto che Alvarez descrivesse nuovamente dove si trovava esattamente quando secondo la sua testimonianza Murray gli chiese di mettere via le fiale in una borsa, inserita poi in un’altra borsa marrone, e poi la sacca salina nella borsa blu.
Chernoff ha poi mostrato la sacca dell’endovenosa che fa parte delle prove della difesa chiedendo ad Alvarez se gli sembrava identica a quella mostrata dall’accusa. Alvarez ha detto di sì e ha mimato come tirò via la sacca dallo stand: prendendola dall’estremità con entrambe le mani e poi con una sola mano l’ha messa nella sacca blu che gli aveva indicato Murray.
Chernoff ha ricordato che la prima volta che Alvarez ha dichiarato di aver tirato giù dallo stand per l’endovenosa la sacca salina con il flacone di propofol dentro fu nell’interrogatorio con la polizia del 31 agosto 2009. A seguito dell’interrogatorio, Alvarez ha confermato che gli furono prese le impronte digitali nell’ufficio del suo avvocato.
Chernoff ha chiesto ad Alvarez se lui conferma che il corpo di Michael venne spostato sul pavimento ed Alvarez ha detto di sì. Chernoff gli ha chiesto di rileggere la trascrizione della sua telefonata al 911 e di indicare in base a quello che lui disse al telefono il momento in cui Michael venne spostato a terra. Alvarez, dopo aver riletto la trascrizione, ha detto che riteneva di averlo fatto nel momento in cui il paramedico disse: “adagiatelo sul pavimento, vi aiuterò con il cpr” e lui disse: “allora dobbiamo… dobbiamo”. Alvarez ha ritenuto che fosse quello il momento, pensa che lui stesse indicando al dottor Murray che dovevano mettere Michael sul pavimento. Chernoff gli ha fatto notare che Alvarez non disse esplicitamente al dottor Murray che dovevano mettere Michael sul pavimento. Alvarez ha detto di averlo mimato, di aver trattenuto il cellulare vicino all’orecchio aiutandosi con la spalla, di aver mimato il gesto e poi di aver afferrato Michael per le gambe ed averlo adagiato a terra. Fu facile perché Michael era molto leggero.
La difesa ha fatto sentire la registrazione della prima parte della telefonata di Alvarez al numero di emergenza che risulta al dipartimento dei vigili del fuoco di Beverly Hills. La chiamata venne poi trasferita su Los Angeles. Alvarez ha confermato che in quella parte di registrazione Michael era ancora sul letto. La difesa ha fatto riascoltare la seconda parte della telefonata al numero di emergenza e ha chiesto che Alvarez confermasse il momento che aveva indicato nel quale avevano messo Michael sul pavimento. Alvarez lo ha fatto e si è detto sicuro di non sbagliare.
Chernoff ha chiesto ad Alvarez se ricorda di aver parlato con i poliziotti del dispositivo di plastica che Murray applicò alle dita di Michael. Alvarez ha detto di sì. Chernoff gli ha chiesto se ricorda di aver parlato di un ago attaccato a questo dispositivo, Alvarez lo ha negato. Chernoff gli ha mostrato un disegno, chiedendo ad Alvarez se ricordava di averlo disegnato per i poliziotti il 31 agosto 2009:
Alvarez ha detto di sì. Chernoff ha chiesto ad Alvarez se era vero che in quel momento non disse ai poliziotti che questo dispositivo lo aveva visto prima del 25 giugno e Alvarez lo ha confermato, ha detto che quel ricordo gli riaffiorò più tardi.
Chernoff ha chiesto se era corretto affermare che Alvarez non disse nulla alla polizia delle fiale e della sacca rimossa dallo stand dell’endovenosa il 25 giugno 2009 e Alvarez ha detto che lo era. Chernoff ha detto che Alvarez offrì alla polizia questa versione solo dopo 2 mesi la morte di Michael, il 31 agosto 2009. Chernoff ha sostenuto, dopo aver fatto riferimento alle varie proposte fatte ad Alvarez dai media, che fosse più interessante. L’accusa ha fatto obiezione e il giudice l’ha accolta.
Chernoff ha poi mostrato in aula un video registrato all’UCLA in cui si vede anche Alvarez. Alvarez ha detto che crede sia stato preso dal posto in cui Michael Jackson venne collocato dopo che venne dichiarato morto. C’era una porta sull’angolo sinistro più lontano, in cima alla scena che si vede nel video, e Alvarez ha detto che aveva ricevuto istruzioni da Michael Amir di non lasciar passare nessuno da quella porta. Chernoff ha fatto notare i vari poliziotti che erano presenti all’UCLA e ha richiesto ad Alvarez se era corretto che lui quel giorno non riferì delle fiale e della sacca a nessuno di loro. Alvarez ha detto che era corretto.
Chernoff ha ricordato ad Alvarez che quando la sicurezza lasciò l’ospedale tornò a Carolwood e che lì c’erano i poliziotti ad aspettarli. Alvarez ha detto di ricordare che Amir ricevette una telefonata per questo e che rispose alle domande della polizia sulla proprietà, ma non ricorda esattamente quella conversazione.
Chernoff per la seconda volta confonde il catetere con il tubicino dell’endovenosa attaccato alla gamba di Michael (forse intenzionalmente per confondere Alvarez, ndr). Alvarez ha confermato che c’era solo una sacca salina collegata al tubicino.
Chernoff ha chiesto ad Alvarez quando parlò la prima volta con Amir Williams e Faheem Muhammad di andare a parlare con la polizia dopo il 25 giugno. Alvarez ha detto che pensa accadde un paio di giorni dopo, o qualche giorno dopo che lui vide un servizio alla CNN in cui i poliziotti uscivano dalla proprietà di Carolwood e parlarono del fatto che avessero raccolto delle prove e in queste prove c’era il filmato di un poliziotto che veniva fuori con una borsa e dentro quella borsa ce n'era una più piccola blu che somigliava a quella in cui lui aveva messo la sacca salina e proprio dopo quella scena loro parlarono del propofol, l’agente che veniva somministrato al signor Jackson. Alvarez ha detto che è stato dopo quel servizio che si è reso conto che lui aveva toccato qualcosa che somigliava a quella sostanza bianca lattiginosa, perciò sentì che fosse importante da parte sua riferire in merito. Quel servizio gli diede questa consapevolezza. Alvarez poi chiamò Michael Amir.
Chernoff poi ha fatto delle domande ad Alvarez sul suo lavoro. Gli ha chiesto come era tornato a lavorare per Michael nel 2007 e Alvarez ha detto grazie a Michael Amir. Chernoff gli ha chiesto quando aveva lavorato per la famiglia Jackson per occuparsi della sicurezza dei figli di Michael, Alvarez ha risposto verso febbraio/marzo 2010, solo per due mesi. Chernoff gli ha domandato se era avvenuto dopo che lui avesse conferito con la polizia e Alvarez lo ha confermato.
Alvarez ha detto di aver avuto un paio di conversazioni con il dottor Murray e che lo avrebbe definito un conoscente. Chernoff ha chiesto ad Alvarez se in quelle due ore a Carolwood, dal suo arrivo alla telefonata di Amir, sapeva che la macchina di Murray era lì. Alvarez ha detto di sì, ma che non sapeva cosa stava succedendo all’interno della casa. Chernoff gli ha detto che il dottor Murray era nella casa in quel periodo di tempo, Alvarez ha detto che non saprebbe dirlo. Chernoff ha chiesto se Alvarez e Murray avevano discusso del perché stavano facendo quello che hanno fatto quel giorno e Alvarez ha detto di no.
RIPRESA INTERROGATORIO DI DAVID WALGREN:
Walgren ha chiesto ad Alvarez se i diversi punti che l’avvocato Chernoff aveva elencato:
per descrivere la sequenza temporale delle sue azioni il 25 giugno 2009 dalle 12:19:28 pm, il momento in cui attacca il telefono a Michael Amir, e le 12:20, momento della sua telefonata al 911, 14 punti definiti da Chernoff in poco più di 30 secondi (con l’intento di dimostrare che fosse stato impossibile per Alvarez fare tutte quelle cose, ndr), per la maggior parte fossero avvenute contemporaneamente. Alvarez ha detto che era così.
RIPRESA CONTROINTERROGATORIO DI ED CHERNOFF:
Chernoff ha chiesto ad Alvarez se lui pensa davvero di essere riuscito a fare tutte quelle cose in mezzo minuto e Alvarez ha detto che è ciò che è avvenuto, che lui è molto efficiente. Chernoff ha ripreso allora l’azione di scorta ai bambini, ricordando ad Alvarez che lui aveva testimoniato di essere preoccupato per loro e Alvarez ha detto che lo era sempre. Chernoff ha chiesto se lui li aveva spinti fuori, Alvarez ha detto che lui si rivolse ai bambini molto rispettosamente e loro seguirono le sue istruzioni molto bene. Chernoff gli ha chiesto se quando lui si è caratterizzato come “raggelato” poteva dire di essere altrettanto efficiente, Alvarez ha risposto che usando quell’espressione non voleva dire che fosse incapace di agire o seguire delle istruzioni. Chernoff allora gli ha chiesto di nuovo cosa significa “raggelato” per lui. Alvarez ha ripetuto che voleva dire mentalmente sconvolto e Chernoff ha rimarcato che non è stato questo che ha detto: “Lei ha usato “raggelato”, sa cosa vuol dire?” e Alvarez ha risposto: “Ok, sì”.
http://www.truth4mj.it/mj/index.php?option=com_content&view=article&id=211:processo-murray-3d-giorno-29-settembre-2011-testimonianza-di-alberto-alvarez&catid=41:people-vs-murray&Itemid=71
Re: Udienza del 29/09/2011 Trascrizione completa
Testimonianza di Kai Chase
L’accusa ha chiamato il secondo e ultimo testimone della 3° giornata di processo Kai Chase, cuoca personale di Michael Jackson.
Il procuratore Deborah Brazil le ha chiesto se ha qualche formazione specialistica per la sua professione e lei ha risposto che è una chef professionista con una formazione in una scuola di Parigi e all’Accademia di cucina Le Cordon Bleu e lavora da 15 anni come chef, cominciando in un ristorante e da 10 anni circa lavorando come cuoca personale.
Brazil le ha chiesto se nel marzo del 2009 lei stava lavorando come cuoca personale di Michael Jackson nella sua residenza di Carolwood. Kai Chase ha risposto di sì, che lei preparava i pasti quotidianamente per il signor Jackson ed i suoi figli. 6 giorni a settimana si recava a Carolwood per preparare la colazione, il pranzo e la cena per Michael ed i suoi bambini. Era un lavoro full-time e parte dei suoi compiti era imparare cosa piacesse a ciascuno di loro per evitare di preparare pasti che non fossero di loro gradimento. Chase si occupava anche di andare al mercato. I bambini non partecipavano alla scelta degli alimenti. Chase ha detto che lavorare per Michael Jackson ed i suoi figli era piacevole. Indossava una divisa da cuoca professionista quando prendeva servizio che consiste di una giacca e di un grembiule, che portano delle tasche davanti.
Brazil le ha chiesto se per una cuoca professionista il tempo è importante e la Chase ha risposto che lo è molto perché quando si preparano le pietanze il tempo è una cosa a cui prestare molta attenzione perciò è corretto dire che lei grazie al suo lavoro abbia uno spiccato senso del tempo e consapevolezza del tempo, oltre all’abitudine di guardare l’orologio per controllare il tempo. Chase ha detto che lei tiene sempre sotto gli occhi il suo cellulare, così può controllare l’orario tutte le volte che ne ha bisogno.
Brazil ha domandato alla Chase se quel marzo 2009 mentre lavorava per Michael teneva il suo cellulare nelle tasche davanti del suo grembiule o della sua giacca e lei ha detto di sì.
Chase ha ricordato che il suo orario di lavoro a casa di Michael prevedeva che lei arrivasse a Carolwood circa alle 08:00-08:30 del mattino e il suo primo compito era preparare la colazione per i bambini cosicché loro potessero cominciare i loro studi a casa. Dopo di questo, il suo compito era preparare succhi e la colazione per il signor Jackson.
Brazil ha chiesto alla Chase di focalizzare la sua attenzione sui mesi da marzo a giugno 2009 per descrivere ciò che lei preparava a Michael per la colazione. Chase ha detto che solitamente la sua colazione consisteva di muesli e latte di mandorla con i bambini, oppure succo di barbabietola o succo di arancia e carota o a volte mangiava qualcosa di vegetariano, come un’omelette, spinaci, qualcosa con della verdura.
Brazil ha chiesto alla Chase se una sana alimentazione per Michael era importante e lei ha risposto di sì, che era importante per lui e per i suoi figli. Michael chiarì alla Chase che fosse importante sia per i suoi bambini che per lui.
Chase ebbe l’opportunità in quei mesi di vedere Michael consumare i pasti insieme ai suoi bambini e di notare che avesse un rapporto molto affettuoso con loro e che fosse felice con i suoi figli.
Chase ha detto di aver preparato il cibo anche per occasioni speciali come il compleanno di Paris all’inizio di aprile del 2009. Brazil le ha chiesto cosa avesse preparato, ma la difesa ha fatto obiezione ed il giudice l’ha accolta, proponendo poi di fare la pausa della sessione pomeridiana.
PAUSA
Alla ripresa dell’interrogatorio, Brazil ha chiesto alla Chase di ricordare quando arrivò a Carolwood mercoledì 24 giugno 2009 e lei ha risposto verso le 08:00-08:30 del mattino. Vide i bambini ai quali preparò la colazione e poi cominciò a preparare i succhi per Michael. Brazil le ha chiesto i dettagli di queste preparazioni, la Chase ha parlato di un “succo concentrato di barbabietola biologico” che lui adorava, che è una combinazione di barbabietole biologiche, sedano, mela verde e carote, messa in un robot da cucina, ridotti a succo, mescolati, mescolati, passati, molto buono e molto nutriente.
A Michael piacevano molto i succhi naturali, quindi la Chase preparava parecchie varietà diverse di succhi in modo che Michael potesse prenderli quando voleva. Michael a volte prendeva un succo di barbabietola, altre di carota e arancia, dipendeva, questi erano fra i suoi preferiti. Chase preparava questi succhi e li metteva nel frigo, così Michael poteva servirsene quando preferiva.
Brazil le ha chiesto se mercoledì 24 giugno 2009 vide il dottor Murray in cucina nelle ore del mattino, prima di mezzogiorno, e la Chase ha detto di sì. Brazil le ha chiesto se vedeva spesso il dottor Murray nella casa di Carolwood e lei ha detto che lo vedeva la mattina in cucina. La Chase ha detto che questo avveniva o perché Murray stava per andare via dopo il suo lavoro oppure perché veniva a prendere i succhi e la colazione per Michael e glieli portava. Questa era una routine quotidiana.
La mattina del 24 giugno 2009, Chase vide il dottor Murray in cucina, Murray le disse che il Signor Jackson sarebbe sceso presto e avrebbe pranzato con i suoi figli, dopodiché lasciò la cucina per andare in un’altra parte della residenza, ma lei non ricorda se rimase al primo piano o andò di sopra.
Brazil ha mostrato un’immagine della cucina della proprietà su cui la Chase ha riconosciuto con il puntatore laser dove si trovava Murray quando quella mattina le disse che Michael avrebbe pranzato con i suoi bambini:
Che Murray scendesse quelle stesse scale, prendesse i succhi e li portasse di sopra era consueto.
Poco dopo quella comunicazione ricevuta da Murray, la cuoca iniziò a preparare il pranzo. Quella mattina del 24 giugno 2009 la Chase vide lo stesso Michael intorno all’ora di pranzo che venne in cucina, la salutò e le chiese a che ora sarebbe stato pronto il pranzo. Lei gli disse che aveva un bell’aspetto e che era felice di vederlo e Michael sorrise. Lui era pronto per pranzare con i suoi bambini. La Chase ha detto che Michael era felice perché avrebbe pranzato con i suoi figli, lui amava trascorrere questi momenti di qualità con la sua famiglia. La cuoca servì loro da mangiare nella sala da pranzo. Michael e i suoi bambini mangiarono un’insalata di tonno scottato con salsa. Dopo il pranzo, la Chase ripreparò la stessa insalata perché lo staff di Michael l’avvertì che lui avrebbe voluto portarsi dell’insalata di tonno alle prove. Così, lei preparò per Michael un pacchetto da portare alle prove. La Chase a casa preparò per Michael anche il pasto per la cena, una zuppa di fagioli bianchi toscani. Se Michael non cenava insieme ai suoi bambini, era solito per lei preparargli del cibo per quando lui sarebbe rientrato dalle prove. La cuoca preparava il cibo anche per lo staff di Michael e per il dottor Murray, che non consumava la cena a Carolwood, il cibo veniva impacchettato in modo che lui potesse consumarlo più tardi.
Il 24 giugno 2009 la Chase preparò anche la cena per i bambini. Il suo lavoro terminava quando la sala da pranzo, i piatti e tutto il resto era pulito. Approssimativamente, quel giorno lasciò Carolwood alle 10:00 pm.
Il 25 giugno 2009 tornò a Carolwood verso le 08:00-08:30 am cominciando la sua giornata di lavoro con la preparazione della colazione per i bambini. La zuppa di fagioli toscani che la cuoca aveva preparato la sera prima era ancora nel frigorifero. Dopo la colazione per i bambini, preparò quella per Michael: muesli e latte di mandorla. Solitamente, erano i bambini di Michael che facevano sapere alla Chase quando lui era pronto per consumare la sua colazione. Se ciò non avveniva, la cuoca metteva la colazione in frigo perché lui la consumasse quando era pronto. Fece così quella mattina del 25 giugno 2009. Poi, verso le 09:45 am la Chase lasciò Carolwood per recarsi al mercato e rientrò verso le 10:30 am. Quando tornò a casa, i bambini stavano giocando, c’era musica, tutti si stavano divertendo e lei cominciò a preparare il pranzo. Michael ed i suoi figli pranzavano alle 12:30 pm, salvo diversa comunicazione. Quella mattina del 25 giugno non le venne detto che c’era una deviazione dalla routine standard, perciò dopo il suo ritorno dal mercato alle 10:30 am lei aveva in mente di dover preparare il pranzo perché fosse pronto alle 12:30 pm. Essendo una cuoca professionista, lei notò gli orari, fa parte del suo lavoro.
Quella mattina preparò un’insalata di spinaci con petto di pollo biologico. Aveva già preparato delle spremute per Michael come d’abitudine. La Chase ha detto che ogni giorno il dottor Murray scendeva in cucina per prendere un succo e portarlo a Michael verso le 10:00-10:30 am. Quel giorno lei rientrò dal mercato alle 10:30. Dopo il suo rientro, non vide il dottor Murray scendere in cucina.
Il 25 giugno 2009 la Chase per la prima volta vide il dottor Murray verso mezzogiorno. Lo vide sulle scale che arrivavano in cucina in uno stato di panico e agitazione. L’orario più precisamente era tra le 12:05 e le 12:10 pm, la Chase può dirlo perché come al solito aveva il suo cellulare nella tasca e lo controllava per l’approssimarsi dell’ora stabilita per il pranzo. Secondo la Chase, Murray era nervoso e agitato e le gridò: “Chiama aiuto, chiama la sicurezza, chiama Prince!”. In risposta a questo, la Chase smise di fare quello che stava facendo e corse a chiamare Prince. I bambini stavano giocando nel soggiorno, che era una zona aperta della casa, così lei vide Prince e andò a chiamarlo.
La Brazil le ha mostrato l’immagine dell’ingresso della casa perché la Chase indicasse il percorso che aveva fatto per andare a chiamare Prince, appena pochi passi:
Quando lo raggiunse, gli disse: “Corri, il dottor Murray ha bisogno di te, c’è qualcosa che non va con tuo padre”. Lei e Prince corsero in cucina dove il dottor Murray era sulle scale, nella posizione indicata dalla Chase in questa foto con le lettere CM:
La Chase non vide Prince salire quelle scale per andare di sopra.
Brazil: Quando lei rientrò in cucina, poté ancora vedere il dottor Murray in quella zona delle scale o lui era andato via?
Chase: Io tornai a lavorare.
Brazil: Quindi, lei era in grado di vedere se il dottor Murray era ancora in quell’area quando lei tornò in cucina… oppure non fece proprio caso a questo?
Chase: Non ci feci caso.
Brazil: Quando l’imputato le disse di “chiamare aiuto, chiamare la sicurezza, chiamare Prince”, la istruì o le richiese di chiamare il 911?
Chase: No.
La Chase ha spiegato di aver preso la decisione di chiamare Prince perché il bambino era nella sua visuale e dal momento che il dottor Murray era evidentemente agitato e turbato, a lei quello parve il modo più veloce e la prima persona che poteva raggiungere per chiedere aiuto. La Brazil ha evidenziato che di fatto Murray a lei aveva gridato di chiamare Prince e la Chase lo ha confermato. La cuoca non salì mai al piano di sopra, lei rimase in cucina.
Brazi: C’era del personale di sicurezza all’interno della residenza oppure erano situati all’esterno della residenza?
Chase: Erano situati ll’esterno.
Brazil: Qual era la postazione più vicina alla cucina, la zona in cui si trovava Prince nel soggiorno oppure quella in cui si trovava il personale di sicurezza?
Chase: Dove si trovava Prince.
La Chase ha detto che dopo essere tornata al lavoro, vide le domestiche in lacrime nella zona tra l’ingresso della casa e la cucina. Si avvicinò e chiese loro perché stavano piangendo e loro risposero che probabilmente c’era qualcosa che non andava con il Signor Jackson, che stava male. La Chase aveva visto i bambini in quella stessa area: “Lasciai la mia area, andai all’ingresso correndo fuori dalla zona della cucina, quindi c’erano le domestiche, poi raggiunte dai bambini che stavano piangendo e urlando e la cosa che facemmo dopo fu quella di abbracciarci, metterci assieme in circolo tenendoci per mano e cominciammo a pregare. Nessuno di noi sapeva cosa stava succedendo in quel momento, ma l’energia nella casa non era buona, non era quella che io avevo sempre percepito nella sua casa per la quale avevo lavorato nel periodo di tempo con il signor Jackson ed i bambini, per niente”.
La Brazil le ha chiesto se lei era nell’ingresso quando i paramedici arrivarono e la Chase (dopo essere stata richiamata dal giudice a fornire una risposta secca, ndr) ha detto di sì. Lei vide i paramedici correre sulle scale e la sicurezza saltare i gradini e correre di sopra. In quel momento, i bambini erano ancora con lei ed ancora loro erano inconsapevoli di cosa stava succedendo.
Dopo poco, alla cuoca fu chiesto di lasciare la proprietà dal personale di sicurezza. Anche alle domestiche fu chiesta la stessa cosa.
Pochi giorni dopo la morte di Michael, la Chase incontrò il detective Scott Smith della polizia di Los Angeles per fornire una sua dichiarazione su ciò che aveva visto e sentito quel giorno.
Dopo la morte di Michael, la Chase è stata contattata sia dai media statunitensi che da quelli di altri paesi per rilasciare delle interviste. La Chase ha detto di aver fatto delle interviste con i media statunitensi nell’estate del 2009, dopo aver fornito agli investigatori la sua dichiarazione. Ne ha ricordate alcune: Today Show, Good Morning America, Larry King. La Chase ha detto di non aver ricevuto soldi per quelle interviste.
Brazil le ha chiesto di descrivere l’intervista che la Chase rilasciò in quello stesso periodo ad un network televisivo tedesco. La Chase ha risposto che quell’intervista era concentrata sulla cucina, sul cibo e sull’amore, sul modo in cui Michael Jackson provvedeva ai suoi bambini, quanto li amava, quali pasti faceva, cosa gli piaceva mangiare. Per quell’intervista fu pagata 1.000 dollari.
Brazil ha ricordato anche la sua partecipazione ad un documentario francese sulla vita di Michael, sempre nell’intervallo temporale di luglio e agosto 2009. La Chase ha detto che anche in quel caso la sua intervista era incentrata sul cibo e sull’amore. Anche in quel caso fu pagata. Ha indicato sempre la cifra di 1.000 dollari.
Chase ha confermato di aver partecipato ad altre interviste in Germania, Venezuela, Giappone, Russia e altri paesi. Il focus era sempre la sua esperienza quotidiana con Michael ed i suoi bambini in relazione alla cucina e per ciascuna di queste intervista è stata pagata 1.000 dollari. La Chase ha detto che la cifra totale di 7.000 dollari indicata dalla Brazil è corretta. Brazil le ha chiesto a che scopo lei fece queste interviste e lei ha risposto che queste interviste erano incentrate sulla cucina. La Brazil le ha chiesto se lei avesse mai avuto intenzione di diventare ricca grazie a questa esperienza con Michael Jackson e la Chase ha detto di no.
CONTROINTERROGATORIO DI MICHAEL FLANAGAN:
Flanagan ha ricordato che la Chase venne assunta da Michael nel mese di marzo 2009. Lavorava sei giorni a settimana con la domenica come giorno di riposo. Michael scendeva a fare colazione verso le 08:30-09:00 am, come i suoi figli, un paio di giorni a settimana, il resto dei giorni gli veniva portata nella sua camera da letto. Quando lei arrivò a Carolwood la mattina del 25 giugno 2009 verso le 08:00, i cancelli della proprietà erano chiusi. Come di consueto, lei suonò e una delle guardie di sicurezza venne a prenderla. La Chase non è stata in grado di ricordare chi precisamente delle guardie venne da lei.
La Chase entrava dalla cucina nella proprietà, doveva bussare e qualche volta erano le domestiche ad aprirle la porta, altre volte i bambini. Flanagan le ha chiesto se c’erano le domestiche alle 08:00 am e la Chase ha detto che quel giorno no, ma a volte sì. Il 25 giugno 2009 le aprirono i bambini. Flanagan le ha domandato se lei poteva telefonare nella proprietà e lei ha detto di no. Flanagan le ha chiesto nel caso in cui a lei fosse capitato qualcosa per cui non era in grado di andare al lavoro, se poteva chiamare qualcuno per avvertire. La cuoca ha ricordato che avrebbe potuto telefonare a Michael Amir, il suo era l’unico numero di telefono che lei aveva; non era consapevole di linee telefoniche in casa e non aveva un collegamento con la roulotte della sicurezza.
La Chase ha confermato che la distanza fra la cucina e la roulotte di sicurezza era breve.
Flanagan le ha chiesto di spiegare perché secondo lei Murray era agitato: lei ha ripetuto che aveva gli occhi spalancati, era in panico ed urlava. Flanagan le ha chiesto cosa le disse quando lei ricorda di averlo visto alle 12:05 di quella mattina, lei ha specificato che gridò: “vai a cercare aiuto, chiama la sicurezza, chiama Prince!”. Lei capì che era una situazione di emergenza, non esattamente di che tipo, ma le azioni di Murray in panico le avevano permesso di intuire che qualcosa non andava. Flanagan le ha chiesto quanti anni avesse Prince all’epoca, lei ha risposto 12 o 13. La cuoca ha detto che la distanza da dove lei era seduta al soggiorno per andare a chiamare Prince era di qualche passo. Al bambino disse che il dottor Murray aveva bisogno di lui, che probabilmente c’era qualcosa che non andava per suo padre. Il bambino e lei corsero in cucina, Prince si avvicinò al dottor Murray e lei tornò a lavorare. Flanagan le ha chiesto dove era il dottor Murray quando Prince gli si avvicinò, se era nella stessa posizione che lei aveva indicato prima sulla foto con le lettere CM. La Chase ha detto di non ricordarlo.
Flanagan: Lei ha visto Prince andare al piano di sopra?
Chase: Non ricordo.
Flanagan: E lei è tornata a lavorare?
Chase: Sì.
Flanagan; Cosa stava facendo in quel momento?
Chase: Stavo preparando il pranzo.
Flanagan: Perché non ha chiamato la sicurezza?
Chase: Perché in quel momento quello che io vidi era un essere umano davanti a me e quella era la decisione migliore che potevo prendere. C’era un essere umano, qualcuno al quale io potevo avvicinarmi immediatamente ed è per questo che andai a chiamare Prince. Pensai che impiegarci del tempo per andare fuori da dove ero seduta, uscire dalla cucina, andare dov’era la roulotte della sicurezza… chi sapeva se la sicurezza era lì o se erano andati via… non aveva modo di saperlo… perciò quello che io volevo fare era assicurarmi che ci si prendesse cura di questa situazione di emergenza ed io vidi Prince. E’ questo il motivo per cui l’ho fatto”.
Il giudice ha poi accolto l’obiezione dell’accusa quando la difesa ha chiesto alla Chase perché dopo aver chiamato Prince, non fosse andata a chiamare la sicurezza. Chase ha ribadito che Prince era la prima cosa che poteva vedere dalla sua visuale.
Flanagan ha insistito per sapere perché la Chase non fosse andata a chiedere aiuto alla sicurezza dopo aver visto Murray in agitazione e capito che stava succedendo qualcosa a Michael. Le ha chiesto se pensava che un ragazzino di 12 anni potesse essere di aiuto al dottore. L’accusa ha avanzato un’obiezione per speculazione, il giudice l’ha accolta ma ha permesso alla teste di rispondere. La Chase ha detto che lei ha fatto quello che le è stato detto di fare e andò a chiamare Prince.
La Chase ha ribadito che questo può essere avvenuto fra le 12:05 e le 12:10 pm del 25 giugno 2009. Ha detto di sapere che poco più tardi arrivò una guardia del corpo, ma non saprebbe indicare un orario preciso, ha parlato di minuti.
Flanagan le ha chiesto se ricorda di aver visto le persone all’ingresso piangere prima o dopo l’arrivo della guardia del corpo, lei ha risposto: “durante”.
Flanagan: Quando ha rivisto Prince?
Chase: Quando eravamo tutti insieme in cerchio nell’ingresso.
Flanagan: Prima o dopo che la guardia di sicurezza entrasse?
Chase: Dopo.
La Chase ha detto che la guardia del corpo arrivò dopo che lei ritornò a lavorare. Ha detto di non aver aperto lei la porta dell’ingresso che era chiusa dall’interno. Ha confermato la presenza di Roselyn, la tata dei figli di Michael, quando lei arrivò a Carolwood quel giorno. In mattinata, mentre lei era in cucina, Roselyn era nel soggiorno con i bambini. Quando la Chase andò a chiamare Prince nel soggiorno, lei e Roselyn non si dissero nulla. Lei non urlò a Prince, ma alzò il suo tono di voce. Dopo che Prince si avvicinò a Murray, lei non rivide più Murray né gli disse che non aveva chiamato la sicurezza.
http://www.truth4mj.it/mj/index.php?option=com_content&view=article&id=212:processo-murray-3d-giorno-29-settembre-2011-testimonianza-di-kai-chase&catid=41:people-vs-murray&Itemid=71
L’accusa ha chiamato il secondo e ultimo testimone della 3° giornata di processo Kai Chase, cuoca personale di Michael Jackson.
Il procuratore Deborah Brazil le ha chiesto se ha qualche formazione specialistica per la sua professione e lei ha risposto che è una chef professionista con una formazione in una scuola di Parigi e all’Accademia di cucina Le Cordon Bleu e lavora da 15 anni come chef, cominciando in un ristorante e da 10 anni circa lavorando come cuoca personale.
Brazil le ha chiesto se nel marzo del 2009 lei stava lavorando come cuoca personale di Michael Jackson nella sua residenza di Carolwood. Kai Chase ha risposto di sì, che lei preparava i pasti quotidianamente per il signor Jackson ed i suoi figli. 6 giorni a settimana si recava a Carolwood per preparare la colazione, il pranzo e la cena per Michael ed i suoi bambini. Era un lavoro full-time e parte dei suoi compiti era imparare cosa piacesse a ciascuno di loro per evitare di preparare pasti che non fossero di loro gradimento. Chase si occupava anche di andare al mercato. I bambini non partecipavano alla scelta degli alimenti. Chase ha detto che lavorare per Michael Jackson ed i suoi figli era piacevole. Indossava una divisa da cuoca professionista quando prendeva servizio che consiste di una giacca e di un grembiule, che portano delle tasche davanti.
Brazil le ha chiesto se per una cuoca professionista il tempo è importante e la Chase ha risposto che lo è molto perché quando si preparano le pietanze il tempo è una cosa a cui prestare molta attenzione perciò è corretto dire che lei grazie al suo lavoro abbia uno spiccato senso del tempo e consapevolezza del tempo, oltre all’abitudine di guardare l’orologio per controllare il tempo. Chase ha detto che lei tiene sempre sotto gli occhi il suo cellulare, così può controllare l’orario tutte le volte che ne ha bisogno.
Brazil ha domandato alla Chase se quel marzo 2009 mentre lavorava per Michael teneva il suo cellulare nelle tasche davanti del suo grembiule o della sua giacca e lei ha detto di sì.
Chase ha ricordato che il suo orario di lavoro a casa di Michael prevedeva che lei arrivasse a Carolwood circa alle 08:00-08:30 del mattino e il suo primo compito era preparare la colazione per i bambini cosicché loro potessero cominciare i loro studi a casa. Dopo di questo, il suo compito era preparare succhi e la colazione per il signor Jackson.
Brazil ha chiesto alla Chase di focalizzare la sua attenzione sui mesi da marzo a giugno 2009 per descrivere ciò che lei preparava a Michael per la colazione. Chase ha detto che solitamente la sua colazione consisteva di muesli e latte di mandorla con i bambini, oppure succo di barbabietola o succo di arancia e carota o a volte mangiava qualcosa di vegetariano, come un’omelette, spinaci, qualcosa con della verdura.
Brazil ha chiesto alla Chase se una sana alimentazione per Michael era importante e lei ha risposto di sì, che era importante per lui e per i suoi figli. Michael chiarì alla Chase che fosse importante sia per i suoi bambini che per lui.
Chase ebbe l’opportunità in quei mesi di vedere Michael consumare i pasti insieme ai suoi bambini e di notare che avesse un rapporto molto affettuoso con loro e che fosse felice con i suoi figli.
Chase ha detto di aver preparato il cibo anche per occasioni speciali come il compleanno di Paris all’inizio di aprile del 2009. Brazil le ha chiesto cosa avesse preparato, ma la difesa ha fatto obiezione ed il giudice l’ha accolta, proponendo poi di fare la pausa della sessione pomeridiana.
PAUSA
Alla ripresa dell’interrogatorio, Brazil ha chiesto alla Chase di ricordare quando arrivò a Carolwood mercoledì 24 giugno 2009 e lei ha risposto verso le 08:00-08:30 del mattino. Vide i bambini ai quali preparò la colazione e poi cominciò a preparare i succhi per Michael. Brazil le ha chiesto i dettagli di queste preparazioni, la Chase ha parlato di un “succo concentrato di barbabietola biologico” che lui adorava, che è una combinazione di barbabietole biologiche, sedano, mela verde e carote, messa in un robot da cucina, ridotti a succo, mescolati, mescolati, passati, molto buono e molto nutriente.
A Michael piacevano molto i succhi naturali, quindi la Chase preparava parecchie varietà diverse di succhi in modo che Michael potesse prenderli quando voleva. Michael a volte prendeva un succo di barbabietola, altre di carota e arancia, dipendeva, questi erano fra i suoi preferiti. Chase preparava questi succhi e li metteva nel frigo, così Michael poteva servirsene quando preferiva.
Brazil le ha chiesto se mercoledì 24 giugno 2009 vide il dottor Murray in cucina nelle ore del mattino, prima di mezzogiorno, e la Chase ha detto di sì. Brazil le ha chiesto se vedeva spesso il dottor Murray nella casa di Carolwood e lei ha detto che lo vedeva la mattina in cucina. La Chase ha detto che questo avveniva o perché Murray stava per andare via dopo il suo lavoro oppure perché veniva a prendere i succhi e la colazione per Michael e glieli portava. Questa era una routine quotidiana.
La mattina del 24 giugno 2009, Chase vide il dottor Murray in cucina, Murray le disse che il Signor Jackson sarebbe sceso presto e avrebbe pranzato con i suoi figli, dopodiché lasciò la cucina per andare in un’altra parte della residenza, ma lei non ricorda se rimase al primo piano o andò di sopra.
Brazil ha mostrato un’immagine della cucina della proprietà su cui la Chase ha riconosciuto con il puntatore laser dove si trovava Murray quando quella mattina le disse che Michael avrebbe pranzato con i suoi bambini:
Che Murray scendesse quelle stesse scale, prendesse i succhi e li portasse di sopra era consueto.
Poco dopo quella comunicazione ricevuta da Murray, la cuoca iniziò a preparare il pranzo. Quella mattina del 24 giugno 2009 la Chase vide lo stesso Michael intorno all’ora di pranzo che venne in cucina, la salutò e le chiese a che ora sarebbe stato pronto il pranzo. Lei gli disse che aveva un bell’aspetto e che era felice di vederlo e Michael sorrise. Lui era pronto per pranzare con i suoi bambini. La Chase ha detto che Michael era felice perché avrebbe pranzato con i suoi figli, lui amava trascorrere questi momenti di qualità con la sua famiglia. La cuoca servì loro da mangiare nella sala da pranzo. Michael e i suoi bambini mangiarono un’insalata di tonno scottato con salsa. Dopo il pranzo, la Chase ripreparò la stessa insalata perché lo staff di Michael l’avvertì che lui avrebbe voluto portarsi dell’insalata di tonno alle prove. Così, lei preparò per Michael un pacchetto da portare alle prove. La Chase a casa preparò per Michael anche il pasto per la cena, una zuppa di fagioli bianchi toscani. Se Michael non cenava insieme ai suoi bambini, era solito per lei preparargli del cibo per quando lui sarebbe rientrato dalle prove. La cuoca preparava il cibo anche per lo staff di Michael e per il dottor Murray, che non consumava la cena a Carolwood, il cibo veniva impacchettato in modo che lui potesse consumarlo più tardi.
Il 24 giugno 2009 la Chase preparò anche la cena per i bambini. Il suo lavoro terminava quando la sala da pranzo, i piatti e tutto il resto era pulito. Approssimativamente, quel giorno lasciò Carolwood alle 10:00 pm.
Il 25 giugno 2009 tornò a Carolwood verso le 08:00-08:30 am cominciando la sua giornata di lavoro con la preparazione della colazione per i bambini. La zuppa di fagioli toscani che la cuoca aveva preparato la sera prima era ancora nel frigorifero. Dopo la colazione per i bambini, preparò quella per Michael: muesli e latte di mandorla. Solitamente, erano i bambini di Michael che facevano sapere alla Chase quando lui era pronto per consumare la sua colazione. Se ciò non avveniva, la cuoca metteva la colazione in frigo perché lui la consumasse quando era pronto. Fece così quella mattina del 25 giugno 2009. Poi, verso le 09:45 am la Chase lasciò Carolwood per recarsi al mercato e rientrò verso le 10:30 am. Quando tornò a casa, i bambini stavano giocando, c’era musica, tutti si stavano divertendo e lei cominciò a preparare il pranzo. Michael ed i suoi figli pranzavano alle 12:30 pm, salvo diversa comunicazione. Quella mattina del 25 giugno non le venne detto che c’era una deviazione dalla routine standard, perciò dopo il suo ritorno dal mercato alle 10:30 am lei aveva in mente di dover preparare il pranzo perché fosse pronto alle 12:30 pm. Essendo una cuoca professionista, lei notò gli orari, fa parte del suo lavoro.
Quella mattina preparò un’insalata di spinaci con petto di pollo biologico. Aveva già preparato delle spremute per Michael come d’abitudine. La Chase ha detto che ogni giorno il dottor Murray scendeva in cucina per prendere un succo e portarlo a Michael verso le 10:00-10:30 am. Quel giorno lei rientrò dal mercato alle 10:30. Dopo il suo rientro, non vide il dottor Murray scendere in cucina.
Il 25 giugno 2009 la Chase per la prima volta vide il dottor Murray verso mezzogiorno. Lo vide sulle scale che arrivavano in cucina in uno stato di panico e agitazione. L’orario più precisamente era tra le 12:05 e le 12:10 pm, la Chase può dirlo perché come al solito aveva il suo cellulare nella tasca e lo controllava per l’approssimarsi dell’ora stabilita per il pranzo. Secondo la Chase, Murray era nervoso e agitato e le gridò: “Chiama aiuto, chiama la sicurezza, chiama Prince!”. In risposta a questo, la Chase smise di fare quello che stava facendo e corse a chiamare Prince. I bambini stavano giocando nel soggiorno, che era una zona aperta della casa, così lei vide Prince e andò a chiamarlo.
La Brazil le ha mostrato l’immagine dell’ingresso della casa perché la Chase indicasse il percorso che aveva fatto per andare a chiamare Prince, appena pochi passi:
Quando lo raggiunse, gli disse: “Corri, il dottor Murray ha bisogno di te, c’è qualcosa che non va con tuo padre”. Lei e Prince corsero in cucina dove il dottor Murray era sulle scale, nella posizione indicata dalla Chase in questa foto con le lettere CM:
La Chase non vide Prince salire quelle scale per andare di sopra.
Brazil: Quando lei rientrò in cucina, poté ancora vedere il dottor Murray in quella zona delle scale o lui era andato via?
Chase: Io tornai a lavorare.
Brazil: Quindi, lei era in grado di vedere se il dottor Murray era ancora in quell’area quando lei tornò in cucina… oppure non fece proprio caso a questo?
Chase: Non ci feci caso.
Brazil: Quando l’imputato le disse di “chiamare aiuto, chiamare la sicurezza, chiamare Prince”, la istruì o le richiese di chiamare il 911?
Chase: No.
La Chase ha spiegato di aver preso la decisione di chiamare Prince perché il bambino era nella sua visuale e dal momento che il dottor Murray era evidentemente agitato e turbato, a lei quello parve il modo più veloce e la prima persona che poteva raggiungere per chiedere aiuto. La Brazil ha evidenziato che di fatto Murray a lei aveva gridato di chiamare Prince e la Chase lo ha confermato. La cuoca non salì mai al piano di sopra, lei rimase in cucina.
Brazi: C’era del personale di sicurezza all’interno della residenza oppure erano situati all’esterno della residenza?
Chase: Erano situati ll’esterno.
Brazil: Qual era la postazione più vicina alla cucina, la zona in cui si trovava Prince nel soggiorno oppure quella in cui si trovava il personale di sicurezza?
Chase: Dove si trovava Prince.
La Chase ha detto che dopo essere tornata al lavoro, vide le domestiche in lacrime nella zona tra l’ingresso della casa e la cucina. Si avvicinò e chiese loro perché stavano piangendo e loro risposero che probabilmente c’era qualcosa che non andava con il Signor Jackson, che stava male. La Chase aveva visto i bambini in quella stessa area: “Lasciai la mia area, andai all’ingresso correndo fuori dalla zona della cucina, quindi c’erano le domestiche, poi raggiunte dai bambini che stavano piangendo e urlando e la cosa che facemmo dopo fu quella di abbracciarci, metterci assieme in circolo tenendoci per mano e cominciammo a pregare. Nessuno di noi sapeva cosa stava succedendo in quel momento, ma l’energia nella casa non era buona, non era quella che io avevo sempre percepito nella sua casa per la quale avevo lavorato nel periodo di tempo con il signor Jackson ed i bambini, per niente”.
La Brazil le ha chiesto se lei era nell’ingresso quando i paramedici arrivarono e la Chase (dopo essere stata richiamata dal giudice a fornire una risposta secca, ndr) ha detto di sì. Lei vide i paramedici correre sulle scale e la sicurezza saltare i gradini e correre di sopra. In quel momento, i bambini erano ancora con lei ed ancora loro erano inconsapevoli di cosa stava succedendo.
Dopo poco, alla cuoca fu chiesto di lasciare la proprietà dal personale di sicurezza. Anche alle domestiche fu chiesta la stessa cosa.
Pochi giorni dopo la morte di Michael, la Chase incontrò il detective Scott Smith della polizia di Los Angeles per fornire una sua dichiarazione su ciò che aveva visto e sentito quel giorno.
Dopo la morte di Michael, la Chase è stata contattata sia dai media statunitensi che da quelli di altri paesi per rilasciare delle interviste. La Chase ha detto di aver fatto delle interviste con i media statunitensi nell’estate del 2009, dopo aver fornito agli investigatori la sua dichiarazione. Ne ha ricordate alcune: Today Show, Good Morning America, Larry King. La Chase ha detto di non aver ricevuto soldi per quelle interviste.
Brazil le ha chiesto di descrivere l’intervista che la Chase rilasciò in quello stesso periodo ad un network televisivo tedesco. La Chase ha risposto che quell’intervista era concentrata sulla cucina, sul cibo e sull’amore, sul modo in cui Michael Jackson provvedeva ai suoi bambini, quanto li amava, quali pasti faceva, cosa gli piaceva mangiare. Per quell’intervista fu pagata 1.000 dollari.
Brazil ha ricordato anche la sua partecipazione ad un documentario francese sulla vita di Michael, sempre nell’intervallo temporale di luglio e agosto 2009. La Chase ha detto che anche in quel caso la sua intervista era incentrata sul cibo e sull’amore. Anche in quel caso fu pagata. Ha indicato sempre la cifra di 1.000 dollari.
Chase ha confermato di aver partecipato ad altre interviste in Germania, Venezuela, Giappone, Russia e altri paesi. Il focus era sempre la sua esperienza quotidiana con Michael ed i suoi bambini in relazione alla cucina e per ciascuna di queste intervista è stata pagata 1.000 dollari. La Chase ha detto che la cifra totale di 7.000 dollari indicata dalla Brazil è corretta. Brazil le ha chiesto a che scopo lei fece queste interviste e lei ha risposto che queste interviste erano incentrate sulla cucina. La Brazil le ha chiesto se lei avesse mai avuto intenzione di diventare ricca grazie a questa esperienza con Michael Jackson e la Chase ha detto di no.
CONTROINTERROGATORIO DI MICHAEL FLANAGAN:
Flanagan ha ricordato che la Chase venne assunta da Michael nel mese di marzo 2009. Lavorava sei giorni a settimana con la domenica come giorno di riposo. Michael scendeva a fare colazione verso le 08:30-09:00 am, come i suoi figli, un paio di giorni a settimana, il resto dei giorni gli veniva portata nella sua camera da letto. Quando lei arrivò a Carolwood la mattina del 25 giugno 2009 verso le 08:00, i cancelli della proprietà erano chiusi. Come di consueto, lei suonò e una delle guardie di sicurezza venne a prenderla. La Chase non è stata in grado di ricordare chi precisamente delle guardie venne da lei.
La Chase entrava dalla cucina nella proprietà, doveva bussare e qualche volta erano le domestiche ad aprirle la porta, altre volte i bambini. Flanagan le ha chiesto se c’erano le domestiche alle 08:00 am e la Chase ha detto che quel giorno no, ma a volte sì. Il 25 giugno 2009 le aprirono i bambini. Flanagan le ha domandato se lei poteva telefonare nella proprietà e lei ha detto di no. Flanagan le ha chiesto nel caso in cui a lei fosse capitato qualcosa per cui non era in grado di andare al lavoro, se poteva chiamare qualcuno per avvertire. La cuoca ha ricordato che avrebbe potuto telefonare a Michael Amir, il suo era l’unico numero di telefono che lei aveva; non era consapevole di linee telefoniche in casa e non aveva un collegamento con la roulotte della sicurezza.
La Chase ha confermato che la distanza fra la cucina e la roulotte di sicurezza era breve.
Flanagan le ha chiesto di spiegare perché secondo lei Murray era agitato: lei ha ripetuto che aveva gli occhi spalancati, era in panico ed urlava. Flanagan le ha chiesto cosa le disse quando lei ricorda di averlo visto alle 12:05 di quella mattina, lei ha specificato che gridò: “vai a cercare aiuto, chiama la sicurezza, chiama Prince!”. Lei capì che era una situazione di emergenza, non esattamente di che tipo, ma le azioni di Murray in panico le avevano permesso di intuire che qualcosa non andava. Flanagan le ha chiesto quanti anni avesse Prince all’epoca, lei ha risposto 12 o 13. La cuoca ha detto che la distanza da dove lei era seduta al soggiorno per andare a chiamare Prince era di qualche passo. Al bambino disse che il dottor Murray aveva bisogno di lui, che probabilmente c’era qualcosa che non andava per suo padre. Il bambino e lei corsero in cucina, Prince si avvicinò al dottor Murray e lei tornò a lavorare. Flanagan le ha chiesto dove era il dottor Murray quando Prince gli si avvicinò, se era nella stessa posizione che lei aveva indicato prima sulla foto con le lettere CM. La Chase ha detto di non ricordarlo.
Flanagan: Lei ha visto Prince andare al piano di sopra?
Chase: Non ricordo.
Flanagan: E lei è tornata a lavorare?
Chase: Sì.
Flanagan; Cosa stava facendo in quel momento?
Chase: Stavo preparando il pranzo.
Flanagan: Perché non ha chiamato la sicurezza?
Chase: Perché in quel momento quello che io vidi era un essere umano davanti a me e quella era la decisione migliore che potevo prendere. C’era un essere umano, qualcuno al quale io potevo avvicinarmi immediatamente ed è per questo che andai a chiamare Prince. Pensai che impiegarci del tempo per andare fuori da dove ero seduta, uscire dalla cucina, andare dov’era la roulotte della sicurezza… chi sapeva se la sicurezza era lì o se erano andati via… non aveva modo di saperlo… perciò quello che io volevo fare era assicurarmi che ci si prendesse cura di questa situazione di emergenza ed io vidi Prince. E’ questo il motivo per cui l’ho fatto”.
Il giudice ha poi accolto l’obiezione dell’accusa quando la difesa ha chiesto alla Chase perché dopo aver chiamato Prince, non fosse andata a chiamare la sicurezza. Chase ha ribadito che Prince era la prima cosa che poteva vedere dalla sua visuale.
Flanagan ha insistito per sapere perché la Chase non fosse andata a chiedere aiuto alla sicurezza dopo aver visto Murray in agitazione e capito che stava succedendo qualcosa a Michael. Le ha chiesto se pensava che un ragazzino di 12 anni potesse essere di aiuto al dottore. L’accusa ha avanzato un’obiezione per speculazione, il giudice l’ha accolta ma ha permesso alla teste di rispondere. La Chase ha detto che lei ha fatto quello che le è stato detto di fare e andò a chiamare Prince.
La Chase ha ribadito che questo può essere avvenuto fra le 12:05 e le 12:10 pm del 25 giugno 2009. Ha detto di sapere che poco più tardi arrivò una guardia del corpo, ma non saprebbe indicare un orario preciso, ha parlato di minuti.
Flanagan le ha chiesto se ricorda di aver visto le persone all’ingresso piangere prima o dopo l’arrivo della guardia del corpo, lei ha risposto: “durante”.
Flanagan: Quando ha rivisto Prince?
Chase: Quando eravamo tutti insieme in cerchio nell’ingresso.
Flanagan: Prima o dopo che la guardia di sicurezza entrasse?
Chase: Dopo.
La Chase ha detto che la guardia del corpo arrivò dopo che lei ritornò a lavorare. Ha detto di non aver aperto lei la porta dell’ingresso che era chiusa dall’interno. Ha confermato la presenza di Roselyn, la tata dei figli di Michael, quando lei arrivò a Carolwood quel giorno. In mattinata, mentre lei era in cucina, Roselyn era nel soggiorno con i bambini. Quando la Chase andò a chiamare Prince nel soggiorno, lei e Roselyn non si dissero nulla. Lei non urlò a Prince, ma alzò il suo tono di voce. Dopo che Prince si avvicinò a Murray, lei non rivide più Murray né gli disse che non aveva chiamato la sicurezza.
http://www.truth4mj.it/mj/index.php?option=com_content&view=article&id=212:processo-murray-3d-giorno-29-settembre-2011-testimonianza-di-kai-chase&catid=41:people-vs-murray&Itemid=71
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