Udienza del 30/09/2011 Trascrizione completa
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Udienza del 30/09/2011 Trascrizione completa
Michaelforever Inviato: 03 Ott 2011 09:25 pm
4° GIORNO, 30 Ottobre 2011.Testimonianza di Robert Johnson
Primo testimone dell’accusa nella 4° giornata del processo a Conrad Murray Robert William Johnson, impiegato alla Nonin Medical, società che progetta e produce apparecchiature mediche non invasive.
Il procuratore Walgren gli ha chiesto di descrivere alcune di queste apparecchiature. Johnson ha citato il pulsiossimetro, l’ossimetro “regionale” e il capnografo, che sono tutte apparecchiature mediche di monitoraggio.
Alla Nonin, Johnson lavora come Responsabile di Regulatory Affairs (http://www.jobadvisor.it/ita/career_news/articoli/isfol_responsabile_affairs.html), della Ricerca Clinica e della Qualità. Come Responsabile di RA deve ottenere l’approvazione del Food & Drug Administration (FDA: http://it.wikipedia.org/wiki/Food_and_Drug_Administration) e dei Ministeri della Salute del mondo. Come Responsabile della Ricerca Clinica, fanno esperimenti sia su animali che esseri umani, sia prima che dopo l’immissione nel mercato dei loro prodotti, e come Responsabile della Qualità essenzialmente è coinvolto nelle procedure di testing dei prodotti.
Walgren gli ha chiesto di spiegare cosa è un pulsiossimetro. Johnson ha detto che il pulsiossimetro è uno strumento che emette certe lunghezze d’onda della luce, attraverso la propria pelle misura la quantità di quelle lunghezze d’onda che traspaiono su altri lati, per esempio se viene messo su un dito. Il pulsiossimetro rileva sia le pulsazioni che la percentuale dei globuli rossi che hanno ossigeno, e questo mostra la saturazione dell’ossigeno.
Parlando dei pulsiossimetri in generale, essi rilevano sul display sia le pulsazioni che una percentuale che viene chiamata SpO2.
Johnson dice che alla Nonin producono probabilmente più di 10 modelli di pulsossimetri.
Walgren gli ha chiesto se lui aveva familiarità con il modello della Nonin 9500 (è il pulsiossimetro usato su Michael da Murray, ndr) e lui ha detto di sì. Johnson lo ha descritto come un ossimetro “da dito” che contiene sia i sensori sia il circuito di ossigeno in un dispositivo che può essere messo sopra al dito del paziente e sul display rileva sia le pulsazioni che la SpO2.
Walgren ha mostrato la foto del modello 9500:
Johnson ha spiegato che sul display in corrispondenza della scritta “%SpO2” viene rilevata la percentuale dei globuli rossi che hanno ossigeno e in corrispondenza del simbolo del cuore, le pulsazioni.
Walgren ha mostrato al teste il modello di pulsiossimetro che fa parte del materiale di prova dell’accusa e Johnson ha riconosciuto che si tratta del Nonin modello 9500.
Walgren gli ha chiesto se questo pulsi ossimetro emette un qualche segnale di allarme e Johnson ha detto di no. Johnson ha chiarito che questo modello non è progettato per il monitoraggio continuo, anzi, è specificamente contrassegnato contro di esso. Walgren ha chiesto a Johnson di chiarire ulteriormente cosa volesse dire e Johnson ha spiegato che le istruzioni d’uso specificano di stare attenti ad usarlo solo per controlli spot. Johnson ha detto che il prodotto viene venduto insieme al manuale di istruzioni.
Walgren si è avvicinato a Johnson perché riconoscesse il manuale di istruzioni del modello che fa parte del materiale di prova dell’accusa.
Johnson ha letto ad alta voce le precauzioni d’uso sul manuale che recita: “questo dispositivo è privo di qualunque allarme acustico e deve essere inteso solo per controlli spot”.
Il controllo spot è una situazione in cui un dottore fa ad un paziente semplicemente una misurazione al momento, una lettura istantanea.
Walgren ha poi proiettato il manuale chiedendo conferma a Johnson di queste due diciture:
AVVERTENZE: Questo dispositivo è da intendersi esclusivamente come un supplemento nell’accertamento del paziente. Deve essere usato in associazione con altri metodi di accertamento clinico di segnali e sintomi.
PRECAUZIONI: Questo dispositivo è privo di qualunque allarme acustico e deve essere inteso solo per controlli spot.
Johnson ha detto che entrambi sono corretti.
Walgren ha chiesto se altri modelli della Nonin sono provvisti di allarme acustico e Johnson ha detto di sì.
Walgren ha voluto sapere da Johnson quale fosse il prezzo del modello 9500 nel 2009 e Johnson ha indicato la cifra di circa 275 dollari al dettaglio.
Walgren ha chiesto se Johnson riconosceva come prodotto della Nonin il modello 2500A. Johnson ha detto di sì e ha spiegato che si tratta di un pulsiossimetro che mostra sul display le stesse funzioni del modello 9500 ma ha anche un allarme visivo e acustico.
Walgren ha chiesto se questo allarme acustico sul modello 2500A è progettato fondamentalmente per essere ascoltato da un’altra stanza e Johnson ha risposto di sì, che al massimo volume può essere ascoltato al di fuori della stanza da letto (di un paziente, ndr).
Walgren gli ha chiesto se lui lo aveva testato questo allarme e lui ha detto di sì, che è un suono forte e fastidioso.
Walgren ha chiesto quanto costava il modello 2500A nel 2009 e Johnson ha detto circa 750 dollari al dettaglio.
Walgren: Con allarme acustico?
Johnson: Sì.
Walgren ha proiettato l’immagine del modello 2500A, riconosciuto dal teste:
Walgren ha chiesto se la Nonin produce anche una versione di pulsi ossimetro da tavolo e Johnson lo ha confermato, riconoscendo anche il modello specifico richiamato dal procuratore, il 9600:
Walgren ha domandato a Johnson il prezzo di questo modello nel 2009 e Johnson ha detto 1.250 dollari al dettaglio.
Walgren ha chiesto se la Nonin produce anche capnografi, Johnson ha risposto di sì spiegando che è un dispositivo che misura l’anidride carbonica emessa dal respiro del paziente.
Walgren ha fatto riconoscere a Johnson il modello LifeSense di capnografo/pulsiossimetro prodotto dalla Nonin:
Il dispositivo blu è il dispositivo che va messo sul dito. Il monitor è da tavolo, può essere posizionato, ad esempio, vicino al letto. E’ un modello portatile, come tutti i modelli che sono stati descritti. Johnson spiega il monitor dell’ultimo modello: sul display compaiono le pulsazioni e il livello di SpO2 per la funzione di pulsiossimetro, e poi il livello di anidride carbonica e il ritmo respiratorio del paziente. Quelle lunghezze d’onda che si vedono indicano i battiti del cuore e i respiri.
Walgren ha chiesto anche di questo modello il prezzo nel 2009 e Johnson gli ha detto 1.500 dollari.
Walgren ha chiesto a Johnson se tutti i modelli mostrati, oltre ad essere acquistati, possono anche essere noleggiati e Johnson ha detto di sì. Il procuratore gli ha chiesto quanto si pagherebbe ad esempio per il modello di 750 dollari e Johnson ha detto circa 40 dollari al mese.
CONTROINTERROGATORIO DI MICHAEL FLANAGAN:
Flanagan gli ha chiesto se il modello Nonin 9500, usato da un dottore per monitorare un paziente per 10/15 minuti e in sua presenza, sarebbe accurato e Johnson, dopo qualche secondo di silenzio, ha risposto: “Forse”.
Flanagan ha chiesto a Johnson se nel caso in cui le condizioni del paziente cambiano di minuto in minuto il modello 9500 è in grado di rilevare questi cambiamenti e Johnson ha detto di sì.
Flanagan ha chiesto se allora un dottore che è vicino al paziente mentre è sotto l’azione del propofol per 5/10 minuti, guardasse al monitor del modello 9500, avrebbe una lettura costante dell’ossigenazione e delle pulsazioni e Johnson ha detto di sì.
Flanagan: E non va bene se monitori quel paziente da un’altra stanza
Johnson: No.
Flanagan: Perché non saresti in grado di vederlo e di sentirlo.
Johnson: E’ molto difficile monitorare un paziente ed osservare quei numeri, ecco perché non è raccomandato, senza allarmi, per un monitoraggio continuo.
Flanagan: Lei cosa intende per monitoraggio continuo?
Johnson: Qualcosa di diverso rispetto alla rilevazione dei segni vitali del paziente in un controllo spot.
Flanagan: Però se tu vuoi fare un controllo spot ogni 5, 6 minuti, sarebbe adeguato.
Johnson: Sì.
Flanagan: E se tu stessi monitorando un paziente per brevi periodi di tempo di massimo 5/10 minuti, sarebbe accurato.
Johnson: Se tu stessi guardando il monitor costantemente, sì.
Flanagan: C’è qualcosa nel vostro manuale che dice che è controindicato per monitorare un paziente per periodi di tempo di 5/10 minuti?
Johnson: Sì, il manuale dice: “solo per controlli spot”.
Flanagan: E per “controlli spot”, se un dottore sta monitorando un paziente per 10 minuti, lei non considererebbe questo un “controllo spot”.
Johnson: Avrei difficoltà a chiamarlo un “controllo spot”.
Flanagan: C’è qualche limite temporale sul vostro manuale riguardo a quanto tempo tu puoi usare quel dispositivo?
Johnson: Impiega circa 10 secondi per offrire una lettura adeguata e una volta che tu hai quella lettura, questo è un “controllo spot”.
Flanagan: Ok, e se tu lo lasci lì per più di 5 o 10 secondi, ti darà una nuova lettura ogni 5/10 secondi?
Johnson: Monitora costantemente, sì.
Flanagan: Perciò, può essere usato per il monitoraggio continuo…
Johnson: No, non può.
A questo punto l’accusa ha fatto obiezione, ma il giudice ha chiesto a Walgren se voleva tenere la risposta di Johnson: “No, non può” ed il procuratore ha detto di sì.
Flanagan: Se tu stessi costantemente monitorando un paziente per 5/10 minuti, è adeguato per questo, vero?
Johnson: Non è classificato come dispositivo per il monitoraggio continuo.
Flanagan: Ma è adeguato per questo, vero?
Johnson: Se tu stessi guardando il display per tutto il tempo.
Flanagan: Ok. Quando non c’è l’allarme acustico, è necessario guardarlo.
Johnson: Corretto.
Flanagan: Questa è l’unica differenza, giusto?
Johnson: Corretto.
RIPRESA INTERROGATORIO WALGREN:
Walgren: E’ una grande differenza, giusto?
Johnson: E’ una differenza enorme.
Walgren: Potenzialmente tra la VITA e la MORTE.
Johnson: Sì.
Walgren: E per essere chiari, se tu hai il modello 9500 sul dito di qualcuno, e non puoi guardare distintamente il display da un’altra stanza, l’applicazione del monitor è inutile, è corretto?
Johnson: Sì.
RIPRESA CONTROINTERROGATORIO DI FLANAGAN:
Flanagan: Se tu non stai osservando questo strumento, è inutile?
Johnson: Sì.
Flanagan: Ma se tu lo stai osservando, ti fornisce delle buone informazioni?
Johnson: Sì.
http://www.truth4mj.it/mj/index.php?option=com_content&view=article&id=213:processo-murray-4d-giorno-30-settembre-2011-testimonianza-di-robert-johnson&catid=41:people-vs-murray&Itemid=71
4° GIORNO, 30 Ottobre 2011.Testimonianza di Robert Johnson
Primo testimone dell’accusa nella 4° giornata del processo a Conrad Murray Robert William Johnson, impiegato alla Nonin Medical, società che progetta e produce apparecchiature mediche non invasive.
Il procuratore Walgren gli ha chiesto di descrivere alcune di queste apparecchiature. Johnson ha citato il pulsiossimetro, l’ossimetro “regionale” e il capnografo, che sono tutte apparecchiature mediche di monitoraggio.
Alla Nonin, Johnson lavora come Responsabile di Regulatory Affairs (http://www.jobadvisor.it/ita/career_news/articoli/isfol_responsabile_affairs.html), della Ricerca Clinica e della Qualità. Come Responsabile di RA deve ottenere l’approvazione del Food & Drug Administration (FDA: http://it.wikipedia.org/wiki/Food_and_Drug_Administration) e dei Ministeri della Salute del mondo. Come Responsabile della Ricerca Clinica, fanno esperimenti sia su animali che esseri umani, sia prima che dopo l’immissione nel mercato dei loro prodotti, e come Responsabile della Qualità essenzialmente è coinvolto nelle procedure di testing dei prodotti.
Walgren gli ha chiesto di spiegare cosa è un pulsiossimetro. Johnson ha detto che il pulsiossimetro è uno strumento che emette certe lunghezze d’onda della luce, attraverso la propria pelle misura la quantità di quelle lunghezze d’onda che traspaiono su altri lati, per esempio se viene messo su un dito. Il pulsiossimetro rileva sia le pulsazioni che la percentuale dei globuli rossi che hanno ossigeno, e questo mostra la saturazione dell’ossigeno.
Parlando dei pulsiossimetri in generale, essi rilevano sul display sia le pulsazioni che una percentuale che viene chiamata SpO2.
Johnson dice che alla Nonin producono probabilmente più di 10 modelli di pulsossimetri.
Walgren gli ha chiesto se lui aveva familiarità con il modello della Nonin 9500 (è il pulsiossimetro usato su Michael da Murray, ndr) e lui ha detto di sì. Johnson lo ha descritto come un ossimetro “da dito” che contiene sia i sensori sia il circuito di ossigeno in un dispositivo che può essere messo sopra al dito del paziente e sul display rileva sia le pulsazioni che la SpO2.
Walgren ha mostrato la foto del modello 9500:
Johnson ha spiegato che sul display in corrispondenza della scritta “%SpO2” viene rilevata la percentuale dei globuli rossi che hanno ossigeno e in corrispondenza del simbolo del cuore, le pulsazioni.
Walgren ha mostrato al teste il modello di pulsiossimetro che fa parte del materiale di prova dell’accusa e Johnson ha riconosciuto che si tratta del Nonin modello 9500.
Walgren gli ha chiesto se questo pulsi ossimetro emette un qualche segnale di allarme e Johnson ha detto di no. Johnson ha chiarito che questo modello non è progettato per il monitoraggio continuo, anzi, è specificamente contrassegnato contro di esso. Walgren ha chiesto a Johnson di chiarire ulteriormente cosa volesse dire e Johnson ha spiegato che le istruzioni d’uso specificano di stare attenti ad usarlo solo per controlli spot. Johnson ha detto che il prodotto viene venduto insieme al manuale di istruzioni.
Walgren si è avvicinato a Johnson perché riconoscesse il manuale di istruzioni del modello che fa parte del materiale di prova dell’accusa.
Johnson ha letto ad alta voce le precauzioni d’uso sul manuale che recita: “questo dispositivo è privo di qualunque allarme acustico e deve essere inteso solo per controlli spot”.
Il controllo spot è una situazione in cui un dottore fa ad un paziente semplicemente una misurazione al momento, una lettura istantanea.
Walgren ha poi proiettato il manuale chiedendo conferma a Johnson di queste due diciture:
AVVERTENZE: Questo dispositivo è da intendersi esclusivamente come un supplemento nell’accertamento del paziente. Deve essere usato in associazione con altri metodi di accertamento clinico di segnali e sintomi.
PRECAUZIONI: Questo dispositivo è privo di qualunque allarme acustico e deve essere inteso solo per controlli spot.
Johnson ha detto che entrambi sono corretti.
Walgren ha chiesto se altri modelli della Nonin sono provvisti di allarme acustico e Johnson ha detto di sì.
Walgren ha voluto sapere da Johnson quale fosse il prezzo del modello 9500 nel 2009 e Johnson ha indicato la cifra di circa 275 dollari al dettaglio.
Walgren ha chiesto se Johnson riconosceva come prodotto della Nonin il modello 2500A. Johnson ha detto di sì e ha spiegato che si tratta di un pulsiossimetro che mostra sul display le stesse funzioni del modello 9500 ma ha anche un allarme visivo e acustico.
Walgren ha chiesto se questo allarme acustico sul modello 2500A è progettato fondamentalmente per essere ascoltato da un’altra stanza e Johnson ha risposto di sì, che al massimo volume può essere ascoltato al di fuori della stanza da letto (di un paziente, ndr).
Walgren gli ha chiesto se lui lo aveva testato questo allarme e lui ha detto di sì, che è un suono forte e fastidioso.
Walgren ha chiesto quanto costava il modello 2500A nel 2009 e Johnson ha detto circa 750 dollari al dettaglio.
Walgren: Con allarme acustico?
Johnson: Sì.
Walgren ha proiettato l’immagine del modello 2500A, riconosciuto dal teste:
Walgren ha chiesto se la Nonin produce anche una versione di pulsi ossimetro da tavolo e Johnson lo ha confermato, riconoscendo anche il modello specifico richiamato dal procuratore, il 9600:
Walgren ha domandato a Johnson il prezzo di questo modello nel 2009 e Johnson ha detto 1.250 dollari al dettaglio.
Walgren ha chiesto se la Nonin produce anche capnografi, Johnson ha risposto di sì spiegando che è un dispositivo che misura l’anidride carbonica emessa dal respiro del paziente.
Walgren ha fatto riconoscere a Johnson il modello LifeSense di capnografo/pulsiossimetro prodotto dalla Nonin:
Il dispositivo blu è il dispositivo che va messo sul dito. Il monitor è da tavolo, può essere posizionato, ad esempio, vicino al letto. E’ un modello portatile, come tutti i modelli che sono stati descritti. Johnson spiega il monitor dell’ultimo modello: sul display compaiono le pulsazioni e il livello di SpO2 per la funzione di pulsiossimetro, e poi il livello di anidride carbonica e il ritmo respiratorio del paziente. Quelle lunghezze d’onda che si vedono indicano i battiti del cuore e i respiri.
Walgren ha chiesto anche di questo modello il prezzo nel 2009 e Johnson gli ha detto 1.500 dollari.
Walgren ha chiesto a Johnson se tutti i modelli mostrati, oltre ad essere acquistati, possono anche essere noleggiati e Johnson ha detto di sì. Il procuratore gli ha chiesto quanto si pagherebbe ad esempio per il modello di 750 dollari e Johnson ha detto circa 40 dollari al mese.
CONTROINTERROGATORIO DI MICHAEL FLANAGAN:
Flanagan gli ha chiesto se il modello Nonin 9500, usato da un dottore per monitorare un paziente per 10/15 minuti e in sua presenza, sarebbe accurato e Johnson, dopo qualche secondo di silenzio, ha risposto: “Forse”.
Flanagan ha chiesto a Johnson se nel caso in cui le condizioni del paziente cambiano di minuto in minuto il modello 9500 è in grado di rilevare questi cambiamenti e Johnson ha detto di sì.
Flanagan ha chiesto se allora un dottore che è vicino al paziente mentre è sotto l’azione del propofol per 5/10 minuti, guardasse al monitor del modello 9500, avrebbe una lettura costante dell’ossigenazione e delle pulsazioni e Johnson ha detto di sì.
Flanagan: E non va bene se monitori quel paziente da un’altra stanza
Johnson: No.
Flanagan: Perché non saresti in grado di vederlo e di sentirlo.
Johnson: E’ molto difficile monitorare un paziente ed osservare quei numeri, ecco perché non è raccomandato, senza allarmi, per un monitoraggio continuo.
Flanagan: Lei cosa intende per monitoraggio continuo?
Johnson: Qualcosa di diverso rispetto alla rilevazione dei segni vitali del paziente in un controllo spot.
Flanagan: Però se tu vuoi fare un controllo spot ogni 5, 6 minuti, sarebbe adeguato.
Johnson: Sì.
Flanagan: E se tu stessi monitorando un paziente per brevi periodi di tempo di massimo 5/10 minuti, sarebbe accurato.
Johnson: Se tu stessi guardando il monitor costantemente, sì.
Flanagan: C’è qualcosa nel vostro manuale che dice che è controindicato per monitorare un paziente per periodi di tempo di 5/10 minuti?
Johnson: Sì, il manuale dice: “solo per controlli spot”.
Flanagan: E per “controlli spot”, se un dottore sta monitorando un paziente per 10 minuti, lei non considererebbe questo un “controllo spot”.
Johnson: Avrei difficoltà a chiamarlo un “controllo spot”.
Flanagan: C’è qualche limite temporale sul vostro manuale riguardo a quanto tempo tu puoi usare quel dispositivo?
Johnson: Impiega circa 10 secondi per offrire una lettura adeguata e una volta che tu hai quella lettura, questo è un “controllo spot”.
Flanagan: Ok, e se tu lo lasci lì per più di 5 o 10 secondi, ti darà una nuova lettura ogni 5/10 secondi?
Johnson: Monitora costantemente, sì.
Flanagan: Perciò, può essere usato per il monitoraggio continuo…
Johnson: No, non può.
A questo punto l’accusa ha fatto obiezione, ma il giudice ha chiesto a Walgren se voleva tenere la risposta di Johnson: “No, non può” ed il procuratore ha detto di sì.
Flanagan: Se tu stessi costantemente monitorando un paziente per 5/10 minuti, è adeguato per questo, vero?
Johnson: Non è classificato come dispositivo per il monitoraggio continuo.
Flanagan: Ma è adeguato per questo, vero?
Johnson: Se tu stessi guardando il display per tutto il tempo.
Flanagan: Ok. Quando non c’è l’allarme acustico, è necessario guardarlo.
Johnson: Corretto.
Flanagan: Questa è l’unica differenza, giusto?
Johnson: Corretto.
RIPRESA INTERROGATORIO WALGREN:
Walgren: E’ una grande differenza, giusto?
Johnson: E’ una differenza enorme.
Walgren: Potenzialmente tra la VITA e la MORTE.
Johnson: Sì.
Walgren: E per essere chiari, se tu hai il modello 9500 sul dito di qualcuno, e non puoi guardare distintamente il display da un’altra stanza, l’applicazione del monitor è inutile, è corretto?
Johnson: Sì.
RIPRESA CONTROINTERROGATORIO DI FLANAGAN:
Flanagan: Se tu non stai osservando questo strumento, è inutile?
Johnson: Sì.
Flanagan: Ma se tu lo stai osservando, ti fornisce delle buone informazioni?
Johnson: Sì.
http://www.truth4mj.it/mj/index.php?option=com_content&view=article&id=213:processo-murray-4d-giorno-30-settembre-2011-testimonianza-di-robert-johnson&catid=41:people-vs-murray&Itemid=71
Re: Udienza del 30/09/2011 Trascrizione completa
Testimonianza di Robert Russell
Il procuratore Deborah Brazil ha chiamato al banco dei testimoni Robert Russell, ex paziente del dottor Murray, secondo testimone per l’accusa della 4° giornata di processo.
Russell lavora come Direttore Vendite per una società di distribuzione elettrica. Vive a Las Vegas, Nevada, dove viveva anche nel 2009. Nel marzo 2009 un’emergenza sanitaria lo fece finire al pronto soccorso. Più specificamente, ebbe un attacco di cuore. Fu ricoverato allo Spring Valley Hospital di Las Vegas ed è al pronto soccorso di questo ospedale che conobbe il dottor Murray per la prima volta.
Russell ha ricordato di essere stato stabilizzato da due medici del pronto soccorso e che poi il dottor Murray riesaminò quanto gli era accaduto e quello che aveva detto il medico del pronto soccorso e programmò per lui un’operazione per inserirgli quella sera stessa, dopo 4/5 ore dall’arrivo al pronto soccorso, degli stent coronarici. In merito al suo problema di salute, Russell non consultò altri dottori oltre a Murray.
Durante la sua preparazione all’intervento chirurgico, il dottor Murray non c’era, arrivò solo al momento dell’operazione.
Brazil ha chiesto a Russell se per l’operazione venne sottoposto ad anestesia generale e Russell ha detto di sì. Brazil gli ha domandato se l’anestesia generale gli era stata somministrata da un anestesista e Russell ha detto ancora sì.
Brazil gli ha chiesto se successe qualcosa di insolito durante il suo intervento di cui lui ha consapevolezza. Russell ha risposto che è consapevole del fatto che durante l’operazione lo svegliarono perché gli erano stati somministrati dal personale medico dell’ospedale troppi farmaci che gli avevano fatto precipitare la pressione del sangue. Quando venne svegliato, ebbe modo di parlare con il dottor Murray che gli disse che poteva vedere il suo cuore su un monitor. Lui rispose che non voleva vederlo.
L’operazione di Russell venne portata a termine e il dottor Murray installò 3 stent coronarici. Dopo l’intervento, Russell si rimise i suoi vestiti con l’intenzione di lasciare subito l’ospedale. Il dottor Murray fu duro con lui, gli disse che se avesse lasciato l’ospedale e non avesse seguito le sue istruzioni e le sue cure, c’era la possibilità che morisse. Russell decise di rimanere ricoverato in ospedale e fu dimesso approssimativamente il 12 marzo 2009, qualche giorno dopo l’operazione.
Russell continuò a recarsi dal dottor Murray per le visite di controllo successive all’intervento. Più o meno intorno al 16 marzo 2009, Russell andò nello studio di Murray situato a Las Vegas per la prima visita di controllo. Durante la visita, Murray disse a Russell che aveva bisogno di un secondo intervento chirurgico ancora per degli stent coronarici. Murray gli spiegò che questo era necessario perché a causa dell’episodio che si era verificato durante la prima operazione non era arrivato alle arterie della parte posteriore del suo cuore e si era accorto che poteva insorgere un problema e riteneva che Russell avesse bisogno di stent coronarici. Russell ha confermato che Murray voleva dare seguito all’intervento per completare la riparazione del suo cuore. In quel momento, Russell sentiva di essere trattato dal punto di vista medico molto bene dal dottor Murray.
Brazil: Dopo quel primo intervento, lei ha avuto conversazioni con il dottor Murray riguardo ad un altro impiego che lui avrebbe potuto assumere?
Russell: Sì.
Brazil: Cosa le disse il dottor Murray in proposito?
Russell: Disse che aveva un’opportunità oltreoceano di curare un unico paziente, solo un paziente.
Brazil gli ha chiesto cos’altro si dissero e Russell ha detto che lui chiese dov’era questa opportunità e Murray gli disse Gran Bretagna. Russell pensò che dovesse essere un’opportunità grandiosa visto che si trattava di dover prendersi cura di un unico paziente. Russell era entusiasta per lui e altrettanto gli apparve Murray.
Brazil: Lui le rivelò chi fosse la persona o le disse solo che si trattava di una sola persona?
Russell: In quell’occasione, mi disse solo che si trattava di una sola persona.
Russell prese appuntamento per il secondo intervento chirurgico suggeritogli da Murray che avvenne il 6 aprile 2009 in un altro ospedale, di cui Russell non ha saputo ricordare il nome. Brazil gli ha domandato se anche per questa seconda operazione venne sedato da un anestesista e Russell ha detto di sì. Il dottor Murray era stato affiancato da altro personale medico durante questa seconda operazione, dopo la quale Russell tornò a casa il giorno stesso o poco dopo.
A seguito dell’intervento, Russell si recò nello studio del dottor Murray per la visita di controllo.
Brazil: Durante questa visita di controllo, le rivelò altre informazioni riguardo a quell’opportunità di trattare un solo paziente in un altro paese?
Russell: Sì.
Brazil: Cosa le disse il dottor Murray?
Russell: Disse che aveva deciso di accettare la proposta di prendersi cura di un solo paziente e in quell’occasione RIVELO’ CHE IL PAZIENTE DI CUI SI SAREBBE PRESO CURA ERA MICHAEL JACKSON. Disse che non aveva ancora comunicato questa notizia al suo staff, mia moglie era presente e lui ci chiese di non dirlo a nessuno, che poi avrebbe dato lui la notizia, che l’avrebbe comunicata al suo staff quando noi ce ne saremmo andati.
Brazil: Perciò il dottor Murray le disse che era Michael Jackson il paziente che sarebbe andato a curare, è corretto?
Russell: Sì.
Brazil: E lei ha detto che sua moglie era presente insieme a lei quando il dottor Murray rivelò che il paziente fosse Michael Jackson?
Russell: Sì.
Brazil: Quando il dottor Murray le rivelò questa informazione, le rivelò altre informazioni riguardo ai figli di Michael Jackson e su qualunque tipo di rapporto il dottor Murray avesse con loro?
Russell: Lui aggiunse solo che conosceva la sua famiglia e che si era preso cura di loro per un certo periodo, credo un paio di anni, che non era qualcosa di improvviso, ma che si trattava di un rapporto già in corso.
Brazil: Perciò lui le stava dicendo che l’opportunità di lavorare come dottore di Michael Jackson era qualcosa di cui lui aveva un trascorso, è corretto?
Russell: Sì.
Russell ha detto che lui era molto contento per il dottor Murray e che anche lui sembrava molto entusiasta: “come se non vedesse l’ora, al pari di chiunque, credo, in quelle circostanze”.
Russell ha ribadito che in quel momento Murray gli disse di non dire niente a nessuno perché lui doveva ancora rivelarlo al suo staff.
Anche a seguito di quella visita di controllo, Murray disse a Russell che aveva bisogno di un ulteriore trattamento. Murray gli suggerì l’EECP (Enhanced External Counterpulsation: cardioversione elettrica esterna, ndr), terapia di cui Murray spiegò il significato a Russell dicendogli che avrebbe implicato una serie di appuntamenti nel suo studio di un’ora ciascuno per un periodo di 7 settimane. Murray disse a Russell che queste sessioni erano importanti per il suo pieno recupero. Le sessioni erano quotidiane, 5 giorni a settimana, per un’ora. Le sessioni cominciarono alla metà di aprile 2009. Russell si recava tutti i giorni nello studio del dottor Murray a Las Vegas per queste sessioni di un’ora. Russell ha detto che nella sua frequentazione quotidiano dello studio di Murray per queste sessioni vide Murray solamente qualche volta, ma solitamente no. Il dottor Murray aveva avvertito Russell che non sarebbe stato lui personalmente ad eseguire le terapie. In esse, Russell era assistito dallo staff di Murray, composto da una ventina di persone, con 3-4 individui formati per trattare i pazienti in quel tipo di procedura. Russell ha detto che si trattava di donne, ma non ha saputo dire se erano infermiere registrate all’albo.
Brazil ha chiesto a Russell come risolveva i suoi dubbi durante quelle terapie, non potendo fare le sue domande al dottor Murray perché non aveva modo di vederlo spesso. Russell ha ricordato che c’erano state occasioni nelle quali lui aveva delle domande da fargli, le lasciava al suo staff e Murray lo richiamava personalmente a casa e rispondeva alle sue domande: “molto insolito” ha detto Russell “onestamente, mi sentivo come se stessi ricevendo il miglior trattamento del mondo”.
Brazil: Infatti, in quel momento lei si sentiva come se il dottor Murray le avesse salvato la vita.
Russell: Assolutamente.
Russell completò con successo le sue terapie approssimativamente la prima settimana di giugno 2009. Russell aveva una visita di controllo programmata per il 15 giugno 2009 con lo scopo di esaminare i risultati delle sue terapie e valutare il seguito del suo trattamento con il suo staff oppure con un altro cardiologo, cosa che era necessaria per quello che il dottor Murray gli aveva rivelato, cioè che avrebbe lasciato la sua attività per prendersi cura del signor Michael Jackson. Per Russell quell’appuntamento era importante, ma il dottor Murray lo cancellò, una persona del suo staff chiamò a casa sua e ne diede comunicazione a sua moglie.
Brazil ha mostrato questo documento di prova dell’accusa, una lettera spedita da Murray al domicilio dei suoi pazienti che ha come data il 15 giugno 2009:
Russell ha letto in aula il contenuto della lettera. In essa, Murray saluta i suoi pazienti dicendo che “grazie ad un’opportunità che capita una sola volta nella vita, ho dovuto prendere la più difficile delle decisioni di cessare la mia attività di medico a tempo indefinito”.
Russell ha detto che non rimase sorpreso di questa lettera perché già sapeva che il dottor Murray avrebbe cessato la sua attività.
Russell aveva una seconda visita di controllo programmata con Murray il 22 giugno 2009. Russell intese che questa visita aveva sempre lo scopo di verificare i risultati delle sue terapie e avere delle referenze per il proseguimento del suo trattamento, visto che il precedente appuntamento del 15 giugno era stato cancellato.
Russell ha confermato che anche questa visita programmata per il 22 giugno 2009 venne cancellata e a quel punto lui si sentì frustrato. Brazil gli ha chiesto perché e Russell ha spiegato che lui sapeva che Murray avrebbe lasciato il paese, era passato poco tempo dal suo attacco di cuore e lui voleva sapere a che punto fosse arrivato esattamente, lui sarebbe stato coinvolto con un cardiologo per il resto della sua vita e voleva delle referenze, per 7 settimane lui aveva seguito le terapie che gli avevano portato via mezze giornate di lavoro ogni giorno e lui sentiva che doveva avere delle risposte. Solo poche settimane prima Murray gli aveva detto che stava per morire, Russell sentiva di dipendere dal dottor Murray per il suo trattamento, aveva le sue cartelle cliniche.
Brazil: Quindi, 22 giugno 2009, seconda visita cancellata il, e ancora nessuna informazione da lui riguardo ad un altro appuntamento, referenza per un altro cardiologo, le sue cartelle cliniche e il suo attuale stato di salute. E’ una descrizione accurata?
Russell: Sì.
Brazil: 25 giugno 2009. Che cosa ha fatto in merito all’analisi della sua salute e la sua comunicazione, o mancanza di comunicazione, da parte del dottor Murray?
Russell: Mi sono alzato la mattina presto, ho aspettato le 08:00 del mattino ed ho chiamato il suo studio. Nel corso di 7 settimane, io ero diventato uno dei primi nomi familiari al suo personale… anche la receptionist mi conosceva, erano persone che mi vedevano ogni giorno, sentivo di aver maturato un certo rapporto con loro… Ho espresso la mia frustrazione al telefono, dissi che ero vicino al limite della mia sopportazione e che mi aspettavo delle risposte e mi aspettavo che il dottor Murray mi richiamasse e che predisponessero una visita o avrei proceduto per vie legali… si trattava della mia vita, a quel punto ero disperato e preoccupato per la mia salute.
Brazil: Si è sentito ABBANDONATO?
Russell: Sì, questa è una definizione appropriata.
Russell ha poi confermato che quella mattina il dottor Murray gli lasciò un messaggio sulla segreteria del suo cellulare e Brazil ha fatto ascoltare quella registrazione in aula, che risale alle 11:49 am del 25 giugno 2009.
Russell ha detto che era grato al dottor Murray per aver trovato il tempo di chiamarlo, però parte del suo messaggio era strano perché Murray diceva che sarebbe partito per “un anno sabbatico” e soprattutto che il suo cuore era stato “riparato”, ma quando Russell non sapeva nemmeno cosa fosse un attacco di cuore, Murray gli aveva spiegato che c’era stato un danno che non avrebbe mai potuto essere riparato nella zona del cuore colpita, per questo pensò fosse strano che lui avesse detto “riparato”.
In questo messaggio, il dottor Murray mancò di dargli indicazioni su un altro cardiologo che avrebbe potuto seguirlo. Russell ha detto che nel corso del trattamento cambiò quell’opinione iniziale su Murray per la quale pensava che avesse ricevuto un eccellente trattamento, ad un certo puntò si sentì frustrato e ABBANDONATO, si trattava della sua vita e lui pretendeva delle risposte.
CONTROINTERROGATORIO DI ED CHERNOFF:
L’avvocato ha anzitutto salutato Russell perché non si erano mai visti né parlati prima. Russell ha detto che la sua relazione con Murray si poteva definire una relazione medico-paziente amichevole per quel breve periodo di tempo.
Chernoff gli ha chiesto se era una relazione diversa da quella che poteva aver avuto con altri dottori e Russell ha ricordato che quella volta in cui lui voleva lasciare l’ospedale perché non si era reso conto di quanto gravi fossero le sue condizioni, il dottor Murray era stato molto solerte e attento nei suoi confronti, gli aveva dato consigli su cosa doveva mangiare, sugli esercizi che doveva fare, sullo stile di vita, perciò Russell quando dice che Murray gli ha salvato la vita, intende qualcosa di più delle semplici operazioni, intende che anche psicologicamente, i consigli che Murray gli diede gli hanno salvato la vita.
Chernoff ha sottolineato che Murray è un dottore premuroso e Russell ha detto che era possibile lasciare un messaggio al suo studio e lui lo richiamava a casa stando anche un quarto d’ora con lui al telefono a placare le sue paure e rispondere alle sue domande.
Chernoff gli ha chiesto se era insolito per un dottore avere lo stesso coinvolgimento di Murray nella vita di Russell come suo paziente e Russell ha detto di sì.
Chernoff ha domandato a Russell come sta adesso dopo il suo primo attacco di cuore il 9 marzo 2009 e lui ha detto che può dirsi in buona forma e che il suo attuale cardiologo è soddisfatto di come stiano agendo gli stent coronarici.
Chernoff ha ricordato le due cose che Russell aveva definito strane del messaggio in segreteria lasciatogli da Murray il 25 giugno 2009.
Chernoff: Se lui avesse detto nel suo messaggio: “come lei sai, sto partendo per un anno sabbatico”, lei avrebbe pensato che non fosse strano?
Russell: Non so se riesco a spiegarlo nel modo giusto, al momento della telefonata, io chiamai mia moglie per dirle che ero stato richiamato e credo che le mie esatte parole furono che era strano che lui avesse detto questo.
Chernoff ha ricordato che Russell era a conoscenza di questo anno sabbatico e del fatto che Murray stesse per partire per la Gran Bretagna. Inoltre, Russell aveva ricevuto la lettera. Russell ha detto di sì.
http://www.truth4mj.it/mj/index.php?option=com_content&view=article&id=214:processo-murray-4d-giorno-30-settembre-2011-testimonianza-di-robert-russell&catid=41:people-vs-murray&Itemid=71
Il procuratore Deborah Brazil ha chiamato al banco dei testimoni Robert Russell, ex paziente del dottor Murray, secondo testimone per l’accusa della 4° giornata di processo.
Russell lavora come Direttore Vendite per una società di distribuzione elettrica. Vive a Las Vegas, Nevada, dove viveva anche nel 2009. Nel marzo 2009 un’emergenza sanitaria lo fece finire al pronto soccorso. Più specificamente, ebbe un attacco di cuore. Fu ricoverato allo Spring Valley Hospital di Las Vegas ed è al pronto soccorso di questo ospedale che conobbe il dottor Murray per la prima volta.
Russell ha ricordato di essere stato stabilizzato da due medici del pronto soccorso e che poi il dottor Murray riesaminò quanto gli era accaduto e quello che aveva detto il medico del pronto soccorso e programmò per lui un’operazione per inserirgli quella sera stessa, dopo 4/5 ore dall’arrivo al pronto soccorso, degli stent coronarici. In merito al suo problema di salute, Russell non consultò altri dottori oltre a Murray.
Durante la sua preparazione all’intervento chirurgico, il dottor Murray non c’era, arrivò solo al momento dell’operazione.
Brazil ha chiesto a Russell se per l’operazione venne sottoposto ad anestesia generale e Russell ha detto di sì. Brazil gli ha domandato se l’anestesia generale gli era stata somministrata da un anestesista e Russell ha detto ancora sì.
Brazil gli ha chiesto se successe qualcosa di insolito durante il suo intervento di cui lui ha consapevolezza. Russell ha risposto che è consapevole del fatto che durante l’operazione lo svegliarono perché gli erano stati somministrati dal personale medico dell’ospedale troppi farmaci che gli avevano fatto precipitare la pressione del sangue. Quando venne svegliato, ebbe modo di parlare con il dottor Murray che gli disse che poteva vedere il suo cuore su un monitor. Lui rispose che non voleva vederlo.
L’operazione di Russell venne portata a termine e il dottor Murray installò 3 stent coronarici. Dopo l’intervento, Russell si rimise i suoi vestiti con l’intenzione di lasciare subito l’ospedale. Il dottor Murray fu duro con lui, gli disse che se avesse lasciato l’ospedale e non avesse seguito le sue istruzioni e le sue cure, c’era la possibilità che morisse. Russell decise di rimanere ricoverato in ospedale e fu dimesso approssimativamente il 12 marzo 2009, qualche giorno dopo l’operazione.
Russell continuò a recarsi dal dottor Murray per le visite di controllo successive all’intervento. Più o meno intorno al 16 marzo 2009, Russell andò nello studio di Murray situato a Las Vegas per la prima visita di controllo. Durante la visita, Murray disse a Russell che aveva bisogno di un secondo intervento chirurgico ancora per degli stent coronarici. Murray gli spiegò che questo era necessario perché a causa dell’episodio che si era verificato durante la prima operazione non era arrivato alle arterie della parte posteriore del suo cuore e si era accorto che poteva insorgere un problema e riteneva che Russell avesse bisogno di stent coronarici. Russell ha confermato che Murray voleva dare seguito all’intervento per completare la riparazione del suo cuore. In quel momento, Russell sentiva di essere trattato dal punto di vista medico molto bene dal dottor Murray.
Brazil: Dopo quel primo intervento, lei ha avuto conversazioni con il dottor Murray riguardo ad un altro impiego che lui avrebbe potuto assumere?
Russell: Sì.
Brazil: Cosa le disse il dottor Murray in proposito?
Russell: Disse che aveva un’opportunità oltreoceano di curare un unico paziente, solo un paziente.
Brazil gli ha chiesto cos’altro si dissero e Russell ha detto che lui chiese dov’era questa opportunità e Murray gli disse Gran Bretagna. Russell pensò che dovesse essere un’opportunità grandiosa visto che si trattava di dover prendersi cura di un unico paziente. Russell era entusiasta per lui e altrettanto gli apparve Murray.
Brazil: Lui le rivelò chi fosse la persona o le disse solo che si trattava di una sola persona?
Russell: In quell’occasione, mi disse solo che si trattava di una sola persona.
Russell prese appuntamento per il secondo intervento chirurgico suggeritogli da Murray che avvenne il 6 aprile 2009 in un altro ospedale, di cui Russell non ha saputo ricordare il nome. Brazil gli ha domandato se anche per questa seconda operazione venne sedato da un anestesista e Russell ha detto di sì. Il dottor Murray era stato affiancato da altro personale medico durante questa seconda operazione, dopo la quale Russell tornò a casa il giorno stesso o poco dopo.
A seguito dell’intervento, Russell si recò nello studio del dottor Murray per la visita di controllo.
Brazil: Durante questa visita di controllo, le rivelò altre informazioni riguardo a quell’opportunità di trattare un solo paziente in un altro paese?
Russell: Sì.
Brazil: Cosa le disse il dottor Murray?
Russell: Disse che aveva deciso di accettare la proposta di prendersi cura di un solo paziente e in quell’occasione RIVELO’ CHE IL PAZIENTE DI CUI SI SAREBBE PRESO CURA ERA MICHAEL JACKSON. Disse che non aveva ancora comunicato questa notizia al suo staff, mia moglie era presente e lui ci chiese di non dirlo a nessuno, che poi avrebbe dato lui la notizia, che l’avrebbe comunicata al suo staff quando noi ce ne saremmo andati.
Brazil: Perciò il dottor Murray le disse che era Michael Jackson il paziente che sarebbe andato a curare, è corretto?
Russell: Sì.
Brazil: E lei ha detto che sua moglie era presente insieme a lei quando il dottor Murray rivelò che il paziente fosse Michael Jackson?
Russell: Sì.
Brazil: Quando il dottor Murray le rivelò questa informazione, le rivelò altre informazioni riguardo ai figli di Michael Jackson e su qualunque tipo di rapporto il dottor Murray avesse con loro?
Russell: Lui aggiunse solo che conosceva la sua famiglia e che si era preso cura di loro per un certo periodo, credo un paio di anni, che non era qualcosa di improvviso, ma che si trattava di un rapporto già in corso.
Brazil: Perciò lui le stava dicendo che l’opportunità di lavorare come dottore di Michael Jackson era qualcosa di cui lui aveva un trascorso, è corretto?
Russell: Sì.
Russell ha detto che lui era molto contento per il dottor Murray e che anche lui sembrava molto entusiasta: “come se non vedesse l’ora, al pari di chiunque, credo, in quelle circostanze”.
Russell ha ribadito che in quel momento Murray gli disse di non dire niente a nessuno perché lui doveva ancora rivelarlo al suo staff.
Anche a seguito di quella visita di controllo, Murray disse a Russell che aveva bisogno di un ulteriore trattamento. Murray gli suggerì l’EECP (Enhanced External Counterpulsation: cardioversione elettrica esterna, ndr), terapia di cui Murray spiegò il significato a Russell dicendogli che avrebbe implicato una serie di appuntamenti nel suo studio di un’ora ciascuno per un periodo di 7 settimane. Murray disse a Russell che queste sessioni erano importanti per il suo pieno recupero. Le sessioni erano quotidiane, 5 giorni a settimana, per un’ora. Le sessioni cominciarono alla metà di aprile 2009. Russell si recava tutti i giorni nello studio del dottor Murray a Las Vegas per queste sessioni di un’ora. Russell ha detto che nella sua frequentazione quotidiano dello studio di Murray per queste sessioni vide Murray solamente qualche volta, ma solitamente no. Il dottor Murray aveva avvertito Russell che non sarebbe stato lui personalmente ad eseguire le terapie. In esse, Russell era assistito dallo staff di Murray, composto da una ventina di persone, con 3-4 individui formati per trattare i pazienti in quel tipo di procedura. Russell ha detto che si trattava di donne, ma non ha saputo dire se erano infermiere registrate all’albo.
Brazil ha chiesto a Russell come risolveva i suoi dubbi durante quelle terapie, non potendo fare le sue domande al dottor Murray perché non aveva modo di vederlo spesso. Russell ha ricordato che c’erano state occasioni nelle quali lui aveva delle domande da fargli, le lasciava al suo staff e Murray lo richiamava personalmente a casa e rispondeva alle sue domande: “molto insolito” ha detto Russell “onestamente, mi sentivo come se stessi ricevendo il miglior trattamento del mondo”.
Brazil: Infatti, in quel momento lei si sentiva come se il dottor Murray le avesse salvato la vita.
Russell: Assolutamente.
Russell completò con successo le sue terapie approssimativamente la prima settimana di giugno 2009. Russell aveva una visita di controllo programmata per il 15 giugno 2009 con lo scopo di esaminare i risultati delle sue terapie e valutare il seguito del suo trattamento con il suo staff oppure con un altro cardiologo, cosa che era necessaria per quello che il dottor Murray gli aveva rivelato, cioè che avrebbe lasciato la sua attività per prendersi cura del signor Michael Jackson. Per Russell quell’appuntamento era importante, ma il dottor Murray lo cancellò, una persona del suo staff chiamò a casa sua e ne diede comunicazione a sua moglie.
Brazil ha mostrato questo documento di prova dell’accusa, una lettera spedita da Murray al domicilio dei suoi pazienti che ha come data il 15 giugno 2009:
Russell ha letto in aula il contenuto della lettera. In essa, Murray saluta i suoi pazienti dicendo che “grazie ad un’opportunità che capita una sola volta nella vita, ho dovuto prendere la più difficile delle decisioni di cessare la mia attività di medico a tempo indefinito”.
Russell ha detto che non rimase sorpreso di questa lettera perché già sapeva che il dottor Murray avrebbe cessato la sua attività.
Russell aveva una seconda visita di controllo programmata con Murray il 22 giugno 2009. Russell intese che questa visita aveva sempre lo scopo di verificare i risultati delle sue terapie e avere delle referenze per il proseguimento del suo trattamento, visto che il precedente appuntamento del 15 giugno era stato cancellato.
Russell ha confermato che anche questa visita programmata per il 22 giugno 2009 venne cancellata e a quel punto lui si sentì frustrato. Brazil gli ha chiesto perché e Russell ha spiegato che lui sapeva che Murray avrebbe lasciato il paese, era passato poco tempo dal suo attacco di cuore e lui voleva sapere a che punto fosse arrivato esattamente, lui sarebbe stato coinvolto con un cardiologo per il resto della sua vita e voleva delle referenze, per 7 settimane lui aveva seguito le terapie che gli avevano portato via mezze giornate di lavoro ogni giorno e lui sentiva che doveva avere delle risposte. Solo poche settimane prima Murray gli aveva detto che stava per morire, Russell sentiva di dipendere dal dottor Murray per il suo trattamento, aveva le sue cartelle cliniche.
Brazil: Quindi, 22 giugno 2009, seconda visita cancellata il, e ancora nessuna informazione da lui riguardo ad un altro appuntamento, referenza per un altro cardiologo, le sue cartelle cliniche e il suo attuale stato di salute. E’ una descrizione accurata?
Russell: Sì.
Brazil: 25 giugno 2009. Che cosa ha fatto in merito all’analisi della sua salute e la sua comunicazione, o mancanza di comunicazione, da parte del dottor Murray?
Russell: Mi sono alzato la mattina presto, ho aspettato le 08:00 del mattino ed ho chiamato il suo studio. Nel corso di 7 settimane, io ero diventato uno dei primi nomi familiari al suo personale… anche la receptionist mi conosceva, erano persone che mi vedevano ogni giorno, sentivo di aver maturato un certo rapporto con loro… Ho espresso la mia frustrazione al telefono, dissi che ero vicino al limite della mia sopportazione e che mi aspettavo delle risposte e mi aspettavo che il dottor Murray mi richiamasse e che predisponessero una visita o avrei proceduto per vie legali… si trattava della mia vita, a quel punto ero disperato e preoccupato per la mia salute.
Brazil: Si è sentito ABBANDONATO?
Russell: Sì, questa è una definizione appropriata.
Russell ha poi confermato che quella mattina il dottor Murray gli lasciò un messaggio sulla segreteria del suo cellulare e Brazil ha fatto ascoltare quella registrazione in aula, che risale alle 11:49 am del 25 giugno 2009.
Russell ha detto che era grato al dottor Murray per aver trovato il tempo di chiamarlo, però parte del suo messaggio era strano perché Murray diceva che sarebbe partito per “un anno sabbatico” e soprattutto che il suo cuore era stato “riparato”, ma quando Russell non sapeva nemmeno cosa fosse un attacco di cuore, Murray gli aveva spiegato che c’era stato un danno che non avrebbe mai potuto essere riparato nella zona del cuore colpita, per questo pensò fosse strano che lui avesse detto “riparato”.
In questo messaggio, il dottor Murray mancò di dargli indicazioni su un altro cardiologo che avrebbe potuto seguirlo. Russell ha detto che nel corso del trattamento cambiò quell’opinione iniziale su Murray per la quale pensava che avesse ricevuto un eccellente trattamento, ad un certo puntò si sentì frustrato e ABBANDONATO, si trattava della sua vita e lui pretendeva delle risposte.
CONTROINTERROGATORIO DI ED CHERNOFF:
L’avvocato ha anzitutto salutato Russell perché non si erano mai visti né parlati prima. Russell ha detto che la sua relazione con Murray si poteva definire una relazione medico-paziente amichevole per quel breve periodo di tempo.
Chernoff gli ha chiesto se era una relazione diversa da quella che poteva aver avuto con altri dottori e Russell ha ricordato che quella volta in cui lui voleva lasciare l’ospedale perché non si era reso conto di quanto gravi fossero le sue condizioni, il dottor Murray era stato molto solerte e attento nei suoi confronti, gli aveva dato consigli su cosa doveva mangiare, sugli esercizi che doveva fare, sullo stile di vita, perciò Russell quando dice che Murray gli ha salvato la vita, intende qualcosa di più delle semplici operazioni, intende che anche psicologicamente, i consigli che Murray gli diede gli hanno salvato la vita.
Chernoff ha sottolineato che Murray è un dottore premuroso e Russell ha detto che era possibile lasciare un messaggio al suo studio e lui lo richiamava a casa stando anche un quarto d’ora con lui al telefono a placare le sue paure e rispondere alle sue domande.
Chernoff gli ha chiesto se era insolito per un dottore avere lo stesso coinvolgimento di Murray nella vita di Russell come suo paziente e Russell ha detto di sì.
Chernoff ha domandato a Russell come sta adesso dopo il suo primo attacco di cuore il 9 marzo 2009 e lui ha detto che può dirsi in buona forma e che il suo attuale cardiologo è soddisfatto di come stiano agendo gli stent coronarici.
Chernoff ha ricordato le due cose che Russell aveva definito strane del messaggio in segreteria lasciatogli da Murray il 25 giugno 2009.
Chernoff: Se lui avesse detto nel suo messaggio: “come lei sai, sto partendo per un anno sabbatico”, lei avrebbe pensato che non fosse strano?
Russell: Non so se riesco a spiegarlo nel modo giusto, al momento della telefonata, io chiamai mia moglie per dirle che ero stato richiamato e credo che le mie esatte parole furono che era strano che lui avesse detto questo.
Chernoff ha ricordato che Russell era a conoscenza di questo anno sabbatico e del fatto che Murray stesse per partire per la Gran Bretagna. Inoltre, Russell aveva ricevuto la lettera. Russell ha detto di sì.
http://www.truth4mj.it/mj/index.php?option=com_content&view=article&id=214:processo-murray-4d-giorno-30-settembre-2011-testimonianza-di-robert-russell&catid=41:people-vs-murray&Itemid=71
Re: Udienza del 30/09/2011 Trascrizione completa
Testimonianza di Richard Senneff
Al banco dei testimoni il paramedico Richard Senneff, terzo testimone dell’accusa nel 4° giorno di processo a Conrad Murray. Interrogatorio a cura del procuratore Deborah Brazil.
Senneff è un paramedico per il Los Angeles Fire Department da 27 anni. Nel 1980 divenne un EMT (Emergency Medical Techinician: soccorritore) e nel 1982 si iscrisse alla scuola dei paramedici, che consiste di un programma di 1.000 ore, solitamente nell’arco di 6/7 mesi, con 2 mesi di aula, un mese di pronto soccorso e due mesi stando dietro alla terza persona su un’unità paramedica come tirocinio. Nella parte d’aula e di pronto soccorso, la formazione viene fatta da dottori ed infermieri. Come paramedico per il LAFD, ha ricevuto anche una formazione come vigile del fuoco. Attualmente, è un istruttore EMT all’Accademia dei Vigili del Fuoco.
Brazil ha richiamato l’attenzione di Senneff sul 25 giugno 2009 e gli ha chiesto quel giorno dove fosse assegnato. “Alla stazione dei vigili del fuoco n° 71 di Bel Air, all’angolo di Beverly Glen e Sunset”. Il 25 giugno ricevette una chiamata del 911 con direzione 100 North Carolwood. Quella telefonata gli diede informazioni sulla natura di un’emergenza, nello specifico: arresto cardiaco, CPR in corso, uomo di 50 anni, 100 N Carolwood, paziente che non respira. Questa era una chiamata audio che giunse al sistema della sua stazione: inizialmente, loro ascoltano queste chiamate audio, poi vanno alla telescrivente dove viene fuori uno stampato su della carta e poi fanno entrare nel loro apparato queste parole sullo schermo di un pc.
Brazil proietta questo documento riconosciuto da Senneff come quello che loro presero dalla telescrivente nella stazione n° 71 il 25 giugno 2009:
L’orario nel quale questa telefonata al 911 arrivò nella loro stazione risulta le 12:22.
In risposta a questo documento, loro lo presero, prepararono i loro apparati, che nel caso di Senneff significa un’ambulanza di soccorso, e partirono dalla stazione. Lui non era alla guida dell’ambulanza, dove invece c’era il paramedico Martin Blount. La sua responsabilità era di caposquadra, ovvero colui che gestisce le comunicazioni radio, raccoglie le informazioni di valutazione e scrive i rapporti. Oltre a lui e Blount, sull’ambulanza c’era un altro paramedico e un ingegnere capitano dei vigili del fuoco. La distanza fra la stazione n° 71 situata a Sunset Beverly Glen Boulevard e il 100 North Carolwood Drive secondo Senneff è di circa 1 miglio e mezzo (poco più di 2 km, ndr), una distanza molto breve.
[Dalle indicazioni di Senneff, il percorso dell'ambulanza dalla stazione alla casa di Michael dovrebbe essere questo:
su google maps, questa distanza è di 0,9 miglia, circa 1,5 Km]
Brazil ha riportato l’attenzione di Senneff sul documento della chiamata al 911 chiedendogli di spiegarlo:
Alla prima riga: Motore 71 Ambulanza 71.
Alla seconda riga: l’indirizzo 100 N Carolwood Drive e l’incrocio più vicino che è Sunset Boulevard.
Alla terza: il numero dell’incidente, così loro possono tenerne traccia, 512 sta per arresto cardiaco; 12:21 è l’orario in cui la chiamata è arrivata nella loro sala operativa, seguita dalla data, 06/25/2009 (negli Stati Uniti, il mese precede il giorno nelle date, ndr) e uomo di 50 anni.
Alla quarta: c’è il numero di protocollo della sala operativa, 9 dovrebbe stare per arresto cardiaco. E’ del tutto privo di respirazione.
Brazil ha chiesto se queste informazioni che lui ricevette dalla chiamata al 911 arrivano quasi istantaneamente nel momento in cui le ricevono gli operatori del 911 e Senneff ha detto di sì.
Alla quinta riga: c’è il numero da dove è arrivata la chiamata, il canale radio e 71 è la loro destinazione.
Alla sesta: c’è il “dispatch time”, è l’orario in cui l’allarme è arrivato alla stazione dei vigili del fuoco: le 12:22 pm. Poi dovrebbe esserci il riferimento all’operatore della sala che ha preso la chiamata.
Alla settima: c’è la telefonata al 911 mediante un telefono wireless e l’informazione che il chiamante è ancora al telefono.
E nelle ultime due righe c’è il riferimento a chi ha preso la chiamata al 911 prima di smistarla alla sala operativa più vicina e informazioni relative ad attività dell’UCLA, l’etichetta dell’UCLA per il paziente, perché quando loro arrivarono lì avevano bisogno di un numero di identificazione per il paziente.
PAUSA
Alla prima riga: Motore 71 Ambulanza 71.
Alla seconda riga: l’indirizzo 100 N Carolwood Drive e l’incrocio più vicino che è Sunset Boulevard.
Alla terza: il numero dell’incidente, così loro possono tenerne traccia, 512 sta per arresto cardiaco; 12:21 è l’orario in cui la chiamata è arrivata nella loro sala operativa, seguita dalla data, 06/25/2009 (negli Stati Uniti, il mese precede il giorno nelle date, ndr) e uomo di 50 anni.
Alla quarta: c’è il numero di protocollo della sala operativa, 9 dovrebbe stare per arresto cardiaco. E’ del tutto privo di respirazione.
Brazil ha chiesto se queste informazioni che lui ricevette dalla chiamata al 911 arrivano quasi istantaneamente nel momento in cui le ricevono gli operatori del 911 e Senneff ha detto di sì.
Alla quinta riga: c’è il numero da dove è arrivata la chiamata, il canale radio e 71 è la loro destinazione.
Alla sesta: c’è il “dispatch time”, è l’orario in cui l’allarme è arrivato alla stazione dei vigili del fuoco: le 12:22 pm. Poi dovrebbe esserci il riferimento all’operatore della sala che ha preso la chiamata.
Alla settima: c’è la telefonata al 911 mediante un telefono wireless e l’informazione che il chiamante è ancora al telefono.
E nelle ultime due righe c’è il riferimento a chi ha preso la chiamata al 911 prima di smistarla alla sala operativa più vicina e informazioni relative ad attività dell’UCLA, l’etichetta dell’UCLA per il paziente, perché quando loro arrivarono lì avevano bisogno di un numero di identificazione per il paziente.
PAUSA
Senneff ha detto che quando arrivarono a Carolwood, entrarono dal cancello principale. Davanti a loro c’era il veicolo dei vigili del fuoco, che rimase sulla strada, senza entrare nella proprietà.
Senneff ha indicato con il puntatore laser il posto in cui venne parcheggiata l’ambulanza di soccorso:
L’ambulanza arrivò a Carolwood alle 12:26 pm.
Senneff prese il suo equipaggiamento e si diresse all’interno della casa, dove c’erano molte guardie del corpo e lui ne seguì una in cima alle scale. Senneff è stato il primo ad arrivare nella camera da letto dove c’era Michael. Con sé, aveva il suo kit di pronto soccorso. Appena entrato nella stanza, vide il dottor Murray, vide il paziente e vide una guardia del corpo. Dopo aver identificato l’imputato, Senneff ha dichiarato le sue osservazioni sul paziente: vestito con pantaloni e giacca di un pigiama, la giacca era aperta, e una cuffia chirurgica o qualcosa di simile a coprirgli i capelli. A Senneff il paziente appariva sottopeso.
Ha poi dichiarato le sue osservazioni sul dottor Murray: in quel momento, era chinato sul paziente, stava tenendo il torso del paziente e stava spostando il paziente dal letto al pavimento.
Senneff ha detto che c’era anche una guardia del corpo che anche stava aiutando a spostare il paziente sul pavimento.
Il dottor Murray si identificò come dottore del paziente. Per descrivere il comportamento di Murray, Senneff ha detto che era molto agitato.
Brazil ha mostrato la foto della camera da letto di Michael, invitando Senneff ad indicare con il laser dove si trovava approssimativamente il dottor Murray quando lui entrò nella stanza:
La cosa successiva che fece Senneff dopo le osservazioni sul paziente e l’identificazione di Murray come suo medico, fu chiedere se c’era qualche direttiva per la rianimazione cardiaca, se c’era un DNR.
A quel punto, il dottor Murray era nella stanza, mentre la guardia del corpo se ne era andata, passandogli dietro. Quindi, la domanda di Senneff sul DNR era direttamente rivolta a Murray. Inizialmente, il dottor Murray non rispose alla domanda di Senneff, lo guardò semplicemente.
Senneff ripeté la domanda e Murray disse: “no, no, non c’è niente, no”.
Brazil: Quali altre osservazioni lei fece mentre stava guardando l’ambiente? Lei vide il paziente, il paziente sul pavimento, è corretto?
Senneff: Corretto.
Brazil: Lei vide il dottor Murray. Quali altre osservazioni fece?
Senneff: C’era uno stand per l’endovenosa lì vicino, con una sacca salina o qualcosa di simile ad una sacca medica per endovenosa appesa lì, e vidi il paziente sottopeso e c’era una bombola di ossigeno.
Brazil ha chiesto a Senneff di descrivere gli sforzi che lui fece per assistere la VITTIMA. Il giudice è intervenuto e Brazil ha riformulato la richiesta usando PAZIENTE.
Senneff: Stavo cercando di raccogliere il maggior numero di informazioni per scoprire quale fosse esattamente il problema facendo domande al dottore, domande tipo: quali sono le condizioni soggiacenti del paziente?
Brazil: Cosa rispose il dottor Murray, se rispose qualcosa?
Senneff: Lui rispose dopo che io lo sollecitai un po’ di volte e disse che non ce n’era nessuna.
Brazil ha chiesto di essere più preciso nel descrivere la sua sollecitazione al dottor Murray.
Senneff: Io chiesi: quali sono le condizioni soggiacenti del paziente? Lui non rispose. Io richiesi: quali sono le condizioni soggiacenti del paziente? Lui non rispose e poi, penso fosse la terza volta, lui disse: “Nessuna, nessuna, non ce n’è nessuna!” e semplicemente non aveva senso per me.
Brazil: E perché questo?
Senneff: Un dottore in una casa, stand per l’endovenosa, endovenosa collegata al paziente, non sembrava normale.
Brazil: C’erano delle gocce nella residenza, nella stanza da letto, quando lei arrivò?
Senneff: Francamente, non ricordo.
Brazil ha ribadito che le informazioni ricavate dalle sue osservazioni per Senneff non avevano senso e lui lo ha confermato. Brazil ha domandato a Senneff se lui chiese al dottor Murray da quanto tempo il paziente si trovava in quelle condizioni, da quanto tempo fosse collassato e Senneff ha detto che Murray rispose: “E’ appena accaduto, proprio quando vi ho chiamato”. Questo per Senneff voleva dire che loro avevano buone possibilità di salvare il paziente perché questo è assolutamente collegato alla tempistica, se era vero che il paziente era collassato al momento della telefonata al 911 e loro erano arrivati lì molto velocemente, a quelle condizioni c’erano buone possibilità di salvare il paziente.
Brazil ha rimostrato il documento che riporta i dati dell’emergenza di Michael e ha chiesto a Senneff se su di esso c’era l’orario in cui loro ricevettero la telefonata e l’orario in cui Senneff cominciò ad osservare il paziente. Senneff ha detto di sì, specificando il primo, le 12:22; e il secondo, le 12:26.
Brazil: Fondamentalmente, sono passati 5 minuti dal momento in cui avete ricevuto la telefonata per il soccorso al momento in cui lei era fisicamente lì con i suoi occhi sul paziente, è corretto?
Senneff: Sì.
Brazil: Dopo che lei è entrato nella stanza, il corpo del paziente venne ricollocato in un’area diversa per permettere a lei e agli altri soccorritori di fornirgli i vostri trattamenti?
Senneff: E’ corretto. Quando noi entrammo inizialmente, il paziente era posizionato sul pavimento vicino al comodino e non c’era abbastanza spazio per lavorare lì, perciò io e uno dei vigili del fuoco spostammo il paziente ai piedi del letto.
Brazil ha chiesto a Senneff di mostrare con il puntatore laser la posizione del corpo di Michael così come spostata da loro:7
Brazil ha chiesto se a quel punto Senneff stava ancora facendo domande a Murray sulle condizioni mediche del paziente. Senneff ha detto che mentre lui continuava a fare domande a Murray, gli altri membri del team continuavano ad operare sul paziente, il vigile del fuoco Heron cominciando a praticare il CPR, il paramedico Martin Blount iniziando la ventilazione e la procedura di intubazione, il paramedico Goodwin connettendo l’EKG (electrocardiography: elettrocardiogramma) e il capitano aiutando in qualunque modo possibile.
Brazil: Perciò, eravate lei, Heron, Blount e Goodwin, tutti con le mani sul paziente nel tentativo di aiutarlo, è corretto?
Senneff: Sì.
Brazil: A questo punto, lei aveva riconosciuto il paziente come qualcuno a lei familiare?
Senneff: No, non avevo nemmeno guardato.
Brazil: Non aveva proprio osservato il paziente?
Senneff: Avevo guardato il paziente, ma non avevo osservato proprio tutto il suo viso.
Brazil: Ad un certo punto, lei ha appreso che il paziente che era sul pavimento e lei stava trattando era Michael Jackson?
Senneff: Sì.
Brazil ha chiesto a Senneff di descrivere le procedure che stavano eseguendo Heron, Blount e Goodwin. Ricordando che Goodwin aveva collegato la macchina per l’EKG al paziente, Brazil ha chiesto a Senneff quali informazioni ne stavano risultando.
Senneff: Lo schermo della macchina per l’EKG stava mostrando che il paziente era asistolico. Significa che la linea era piatta.
Brazil: Perciò, a quel punto il suo team aveva cominciato la respirazione per il signor Jackson con il pallone ambu e lo aveva connesso ad una macchina per l’EKG per vedere se c’era una qualche attività del cuore. Venne somministrato qualche altro farmaco al signor Jackson a quel punto?
Senneff: Tutto avvenne contemporaneamente. Il Signor Jackson aveva una flebo nella sua gamba, l’ho testata per vedere se funzionava e a quel punto gli somministrammo dell’epinefrina e dell’atropina, farmaci che servono per far ripartire il cuore.
Senneff ha detto che dopo la somministrazione di questi due farmaci si aspettava che le condizioni del paziente cambiassero, ma non ci fu nessun cambiamento. Senneff chiese a Murray se al paziente era stato somministrato o stava assumendo qualche farmaco e Murray gli fornì una risposta solo dopo che Senneff gli fece la stessa domanda un paio di volte.
Senneff: Quello che io dissi all’inizio naturalmente fu: quali sono le condizioni soggiacenti? E poi quando non ottenni ciò che io pensavo fosse una risposta soddisfacente, io gli spiegai che le ragioni per le quali glielo stavo chiedendo erano che vedevo un paziente sottopeso, un’endovenosa e delle fiale di farmaci sul comodino. A quel punto, lui disse: “No, non sta prendendo niente” e in seguito disse che gli aveva dato appena un po’ di Lorazepam per dormire. Io poi chiesi: “C’è qualcos’altro? C’è qualcos’altro?” “No, è tutto, solo un po’ di Lorazepam”.
Brazil: Il dottor Murray le fornì delle informazioni in merito al motivo per il quale lui stava trattando il paziente?
Senneff: Sì, lui disse che lo stava trattando per disidratazione e sfinimento, tutto qui.
Senneff ha spiegato che dopo la somministrazione dei due farmaci a Michael, Blount lo intubò, il che significa collegare un tubo direttamente ai polmoni del paziente, misura significativamente più efficace del pallone ambu. Nel frattempo, il paziente continuava ad essere monitorato, a questo punto anche con il capnografo. Blount si trovava alla testa del paziente e Senneff ai suoi piedi. Senneff stava anche comunicando con una stazione base ospedaliera trasmettendo informazioni. Senneff chiamò l’UCLA con un telefono cellulare dopo che a Michael vennero somministrate l’epinefrina e l’atropina. Senneff parlò con l’infermiera addetta al monitoraggio dell’UCLA. Senneff stava trasmettendo l’età e le condizioni del paziente: “specificamente da quanto tempo era collassato, quello che stavamo osservando, quello che stavamo facendo, e tutto questo perché avrebbe influenzato il successivo trattamento del paziente”. Fornendo queste informazioni, dall’ospedale i paramedici ricevevano delle indicazioni su come proseguire perché l’infermiere alla stazione radio è in collegamento con i dottori della stazione radio.
Brazil: Signor Senneff, mentre lei stava trattando il signor Jackson, lei ha indicato che il tempo trascorso tra la chiamata e le osservazioni all’inizio del vostro trattamento, alle 12:26 pm, più o meno 5 minuti, non combaciano con un paziente che fosse appena collassato, è corretto?
Senneff: Sì. È vero.
Brazil: Quali specifiche osservazioni lei fece che la portarono a pensare che ci fosse un’incongruenza tra le sue osservazioni e le informazioni che aveva ricevuto?
Senneff: Ce n’erano molte. Quando io spostai per la prima volta il paziente, la sua pelle al tatto era molto fredda. Quando io gli lanciai il primo sguardo, i suoi occhi erano aperti, asciutti e le sue pupille erano dilatate. Quando attaccammo la macchina dell’EKG, la linea era piatta, c’era asistolia e la lettura del capnografo era bassa, il valore era solo 16.
Brazil: Vennero somministrati altri farmaci al signor Jackson?
Senneff: Sì, un’altra dose di epinefrina e atrofina.
Brazil: Questa seconda somministrazione venne effettuata in modo diverso dalla prima?
Senneff: Sì, glieli somministrai nella vena giugulare sinistra.
Brazil: Signor Senneff, prima che lei localizzasse la vena giugulare sul collo del signor Jackson, uno dei membri della sua squadra tentò di localizzare una vena per somministrare i farmaci di ripartenza (del cuore) in un altro posto del corpo del signor Jackson?
Senneff: Sì, è corretto. Il paramedico Mark Goodwin stava tentando di somministrare un’endovenosa in una delle braccia.
Brazil: Ci riuscì?
Senneff: No.
Brazil: Quanti tentativi vide fare approssimativamente al paramedico Goodwin per localizzare una vena?
Senneff: Lo vidi lavorare sia sul braccio destro che su quello sinistro… penso circa 5 tentativi.
Brazil: E lui stava usando un ago, giusto?
Senneff: Sì.
Brazil: Signor Senneff, è più difficile localizzare una vena in un corpo quando il sangue non circola da un certo periodo di tempo?
Senneff: E’ significativamente più difficile.
Brazil: E un tempo trascorso di 10/15 minuti farebbe differenza in termini di circolazione del sangue e capacità di localizzare con successo una vena?
Senneff: Non sono sicuro di questo. Onestamente, non so se c’è differenza tra 5 minuti o 15 minuti.
Brazil: Ma lei ha appena indicato che un periodo di tempo avrebbe un effetto sulla capacità di localizzare una vena con successo, è corretto?
Senneff: Sì.
Brazil: Lei ha indicato che era in contatto con la stazione base dell’UCLA trasmettendo loro l’emissione del trattamento e i suoi risultati, giusto?
Senneff: Sì.
Brazil: Mentre lei stava parlando con la stazione base, loro vi fornivano un feedback riguardo a ciò che avreste dovuto fare riguardo al suo trattamento?
Senneff: Sì, lo fecero.
Brazil: Cosa dissero?
Senneff: Dopo il contatto iniziale in cui io spiegai cosa avevamo e che cosa stavamo facendo, ci chiesero: “cosa volete fare?”, nel senso volete continuare a rianimare il paziente o fermarvi a quel punto.
Brazil: E quale fu la vostra risposta?
Senneff: Vogliamo continuare.
Brazil: A questo punto, quanti cicli di farmaci di ripartenza avevate somministrato nel corpo del signor Jackson?
Senneff: All’inizio del contatto, avevamo eseguito un ciclo, poi ne avemmo due e discutemmo di nuovo.
Brazil: Nel momento in cui voi avevate somministrato un ciclo di farmaci e riportato la situazione alla stazione base, c’era stato qualche cambiamento nelle condizioni del signor Jackson dal momento del vostro arrivo al primo rapporto fornito alla stazione base?
Senneff: Assolutamente nessun cambiamento.
Brazil: E ad un certo punto più tardi, dopo il primo ciclo di farmaci, lei trasmise di nuovo le informazioni alla stazione base, giusto?
Senneff: Sì.
Brazil: C’era stato qualche cambiamento nelle sue condizioni a questo punto?
Senneff: Nessun cambiamento.
Brazil: Perciò, lei sta parlando con l’UCLA, con un dottore attraverso un’infermiera, giusto?
Senneff: Sì.
Brazil: E lei avvertì la stazione base che non c’era nessun cambiamento, nessuna attività del cuore, nessun cambiamento nella respirazione, nessun altro cambiamento nelle condizioni del signor Jackson, e a quel punto, trasmettendo quelle informazioni, loro vi chiesero cosa volete fare, è corretto?
Senneff: Sì.
Brazil: L’informazione dall’UCLA era per trasmettervi che erano pronti a cessare gli sforzi di rianimare il signor Jackson?
Senneff: Sì, è corretto.
Brazil: La ragione per la cessazione degli sforzi era che fondamentalmente il signor Jackson era morto, è corretto?
Senneff: Sì.
Brazil: Ad un certo punto durante i vostri tentativi di somministrare i farmaci di ripartenza, lei vide che l’endovenosa che aveva identificato nella gamba del signor Jackson era compromessa in qualche modo?
Senneff: Sì, lo era. Il nostro kit di pronto soccorso era aperto e i farmaci che noi usiamo per l’arresto cardiaco erano usati in cima al kit e il dottor Murray aveva recuperato dei farmaci e stava usando una porta endovenosa nella gamba e nel fare questo, tirò via l’endovenosa dalla gamba.
E’ a questo punto che Senneff cercò di localizzare la vena giugulare cosicché la somministrazione dei farmaci potesse essere portata avanti. Senneff ha detto che anche dopo il secondo ciclo di farmaci, non ci fu nessun cambiamento nelle condizioni del paziente. Brazil ha ricordato il momento in cui, prima che l’UCLA comunicò che erano pronti a dichiarare la morte del paziente, il dottor Murray disse di aver avvertito una pulsazione, precisamente il polso femorale destro. Il polso femorale destro è situato in cima alla gamba, nella zona destra dell’inguine. La prima cosa che Senneff fece fu controllare il monitor del cuore e vedere se c’era un’attività cardiaca a sostegno di quella pulsazione. Senneff sul monitor continuò a vedere la linea piatta con dei movimenti che venivano registrati in contemporanea alle compressioni sul petto che venivano fatte sul paziente per il CPR, perciò secondo lui il polso in realtà era dovuto alle compressioni. Per verificarlo, disse alla sua squadra di cessare le compressioni continuando la ventilazione e quando le compressioni furono interrotte, il monitor mostrò di nuovo chiaramente una linea piatta. Questo significa che non c’era nessuna attività elettrica, Senneff non riusciva a sentire nessuna pulsazione, controllò personalmente nella stessa area in cui il dottor Murray aveva detto di averlo sentito e un controllo venne fatto anche dal paramedico Blount, ma entrambi non rilevarono nessuna pulsazione.
Brazil ha proiettato di nuovo il documento con il resoconto della chiamata al 911 e ha chiesto a Senneff cosa volessero dire le note scritte da lui a mano:
Senneff ha spiegato che, oltre ad aver rievidenziato l’orario di arrivo chiamata al 911, le 12:21, con un cerchio, c’è scritto “glucosio” perché questa fu una domanda fattagli dall’UCLA. Quel valore comunicato da Senneff all’UCLA non indicò nessun cambiamento nelle condizioni di Michael. Senneff ha poi spiegato che “AP” sta per atropina e 3,5 mg alle 12:24 sta per quella quantità di epinefrina somministrata a Michael a quell’ora.
“Allergy” indica ciò che Senneff scrisse quando entrò nella stanza di Michael, Senneff aveva questo pezzo di carta in mano e chiese al dottor Murray se il paziente avesse qualche allergia e Murray rispose: “sì, penso alla torazina”.
A lato dell’indicazione “allergy”, ci sono ancora le sigle “ep” per epinefrina e “ap” per atropina. Sotto di esse, c’è la sigla “pe” di cui Senneff però non ha ricordato il significato.
L’orario 12:57 pm corrisponde al momento in cui Senneff stava parlando con l’UCLA e loro chiesero se volevano terminare la telefonata dal momento che non c’era nessun segnale di vita nel signor Jackson.
“Hyd” è il modo in cui Senneff abbreviò “idratazione”, informazione che provenne dal dottor Murray in relazione al trattamento che il dottor Murray disse di aver fornito al signor Jackson.
La riga sotto indica “Lorazepam”, cioè l’informazione fornita dal dottor Murray che il paziente aveva assunto del lorazepam. Brazil ha specificato: “che il dottor Murray aveva dato del Lorazepam al paziente, è questa la dichiarazione che lui fece, giusto?” Senneff ha detto di sì.
L’ultima linea indica “Secondo bicarb” (2° bicarbonato di sodio), farmaco che loro somministrarono al paziente. Senneff ha spiegato che quando il soggetto non respira, le cellule producono acido e quando i livelli di acido aumentano nel sangue, questo impedisce al cuore di funzionare. Il Bicarbonato di sodio è un antagonista dell’acido, serve a farlo tornare a livelli normali. E’ stato un altro tentativo di rianimare il signor Jackson.
L’ultima nota scritta a mano da Senneff è il numero 1400 che indica quando è stato somministrato il bicarbonato di sodio per la seconda volta, ma è sbagliato perché quella è un’informazione scritta da lui che non stava indossando il suo orologio e riportò l’orario dal monitor cardiaco che portava un’ora avanti. Il giudice gli ha chiesto di specificare in che termini l’orario fosse sbagliato e Senneff ha detto che dovrebbe essere 1300.
Brazil ha chiesto a Senneff se le altre informazioni che lui aveva ricevuto sono corrette e Senneff ha detto che lo sono assolutamente.
Brazil: Alle 12:57 lei è in comunicazione con la stazione base dell’UCLA e loro vi dissero che a seguito di tre tentativi di rianimazione falliti, loro erano pronti a dichiarare l’ora del decesso, è corretto?
Senneff: Corretto.
Brazil ha poi fatto ascoltare in aula la registrazione della comunicazione fra Senneff e la stazione base dell’UCLA.
Brazil: Signor Senneff, una volta che lei ha ricevuto quell’informazione dall’UCLA, che loro ritenevano che gli sforzi compiuti da voi erano stati fallimentari e che era avvenuto il decesso, il dottor Murray assunse il controllo nel trattamento del paziente, è corretto?
Senneff: Corretto.
Brazil: Ora, lei ha detto che nella stanza c’era un’asta per l’endovenosa con una sacca salina attaccata e il signor Jackson aveva una porta per endovenosa collegata alla gamba che era stata compromessa, è corretto?
Senneff: Corretto.
Brazil: E c’era anche una bombola di ossigeno nella stanza, giusto?
Senneff: Sì.
Brazil: Lei ha visto anche altri elementi oltre a quelli che io le ho elencato?
Senneff: No.
Brazil: Mentre voi stavate trattando il signor Jackson, il dottor Murray ha chiesto a lei e alla sua squadra di effettuare qualche trattamento medico?
Senneff: Sì, ci ha chiesto di fare una linea centrale, è una linea che va direttamente in un’arteria nel petto.
Brazil: Questa è una procedura che i paramedici eseguono?
Senneff: No, non siamo formati e non abbiamo equipaggiamento per questo.
Brazil: E’ corretto dire che la procedura di una linea centrale è una procedura che viene eseguita da un dottore in ospedale?
Senneff: Sì, è corretto.
Brazil: Il dottor Murray si offrì di eseguire lui stesso quella procedura nel tentativo di salvare la vita del signor Jackson?
Senneff: Francamente non ricordo cosa stesse offrendo di fare lui, ma che cosa lui stava chiedendo a noi di fare
Brazil: Lei ha detto che i paramedici non sono equipaggiati per questo tipo di procedura. Il dottor Murray vi ha detto: “ecco, io ho l’equipaggiamento, io o voi possiamo eseguire la linea centrale sul signor Jackson”?
Senneff: No, non l’ha fatto.
Brazil: Lui non offrì nessun equipaggiamento di nessun tipo per eseguire la procedura che lui aveva richiesto, giusto?
Senneff: Sì.
Brazil: Il dottor Murray vi chiese di eseguire qualche altra procedura o di somministrare qualche altro farmaco al signor Jackson?
Senneff: Sì, ci chiese di somministrare del magnesio, ma noi non l’avevamo.
Brazil: Il dottor Murray vi offrì lui del magnesio in modo che lui o voi poteste somministrarlo al signor Jackson nello sforzo di salvare la sua vita?
Senneff: No, non l’ha fatto.
Brazil ha mostrato a Senneff questo altro documento di prova dell’accusa:
Brazil: Signor Senneff, so che non riesce a vedere questo documento per intero, ma può descriverci di cosa si tratta?
Senneff: E’ il nostro rapporto medico che facciamo su tutti i contatti relativi al paziente.
Brazil: E’ stato lei a scrivere le informazioni che questo rapporto contiene?
Senneff: Sì.
Brazil: E’ formalmente conosciuto come documento di analisi 9902M?
Senneff: E’ corretto, è il 9902M.
Brazil: Questo documento contiene informazioni dettagliate relative al trattamento fornito dalla telefonata al 911 in risposta al 100 N Carolwood il 25 giugno 2009?
Senneff: Sì.
Brazil: Quando lei ha riempito questo documento?
Senneff: Dopo che la chiamata è terminata.
Brazil: L’informazione relativa agli orari della somministrazione dei farmaci di ripartenza contenuta in questo documento cominciano dalle 12:39 alle 12:50?
Senneff: Sì.
Brazil: E le informazioni relative alla pressione del sangue, polso, respirazione e così via sono letture che lei ha fornito, sono anch’esse contenute in questo documento, è corretto?
Senneff: Corretto.
Brazil: Lei ha registrato le informazioni relative alle informazioni dei farmaci fornite a voi dal dottor Murray anche sul modulo 9902, come aveva fatto sulle sue note scritte a mano sull’altro documento di prova?
Senneff: Sì.
Brazil: Dopo che la stazione dell’UCLA alle 12:57 comunicò che loro erano pronti a dichiarare l’ora del decesso, quali altri sforzi continuarono nella camera da letto?
Senneff: A quel punto noi sapevamo che dovevamo trasferirlo e sarebbe passato del tempo, perciò gli demmo del bicarbonato di sodio.
Brazil: Come risultato della somministrazione di bicarbonato di sodio al signor Jackson, ci fu qualche cambiamento nelle sue condizioni?
Senneff: No, non ce ne furono.
Brazil: Vennero fatti altri sforzi o vennero forniti altri farmaci al signor Jackson prima di trasportarlo?
Senneff: No.
Brazil: Quando il signor Jackson venne trasportato, fu portato dalla stanza del letto di piano di sopra al piano inferiore su una barella o su un asse di trasporto?
Senneff: Su un asse.
Brazil: Chi ha portato il signor Jackson sull’asse al piano di sotto?
Senneff: Tutti noi eravamo lì, voglio dire il nostro capitano dei vigili del fuoco, il nostro vigile del fuoco, il paramedico Goodwin, Blount ed io e l’ingegnere. Mentre scendevamo le scale, il paziente continuava ad essere ventilato.
Quando Michael venne portato al piano di sotto, il suo corpo venne trasferito dall’asse alla barella. Dopo questa operazione, Senneff risalì al piano di sopra per recuperare il suo equipaggiamento. Quando Senneff ritornò nella camera da letto, vide il dottor Murray. Senneff ha detto che: “Lui aveva una borsa in mano e stava raccogliendo delle cose dal pavimento. Era vicino al comodino”.
Brazil ha proiettato una foto chiedendo a Senneff di indicare con il laser dove vide il dottor Murray:
Brazil ha chiesto cos’è quell’oggetto blu che si vede nell’immagine e Senneff ha detto che è un pallone ambu.
Brazil: Quello è uno dei palloni ambu che lei o qualcuno della sua squadra ha usato per provare a rianimare il signor Jackson?
Senneff: No, signora.
Brazil gli ha chiesto di indicare dove lui stesso si trovava quando vide Murray in quel momento:
Senneff ha detto che dopo aver recuperato il suo equipaggiamento, riscese al piano inferiore andando verso l’ambulanza. A quel punto il dottor Murray era ancora nella stanza da letto. Ad un certo punto, il dottor Murray raggiunse l’area vicino all’ambulanza. Il signor Jackson era sull’ambulanza pronta a partire. Sull’ambulanza, Senneff era posizionato alla testa della barella, dove c’era la testa di Michael. Blount e Goodwin erano insieme a lui vicino al paziente e c’era anche Murray. Senneff ha detto che gli occhi di Michael erano ancora fissi e dilatati. La sua pelle era ancora tendente al blu, che significa che era cianotico. Era ancora attaccato al monitor cardiaco e continuava a non esserci alcun segnale di attività cardiaca. Sull’ambulanza, gli vennero ancora somministrati dei farmaci di ripartenza, un altro ciclo di epinefrina e atrofina, ma non ci fu nessun cambiamento nelle condizioni di Michael. Senneff osservò il dottor Murray parlare al telefono sull’ambulanza, ma non sa se fece lui la telefonata o rispose ad una chiamata ricevuta. Quello che vide fu il dottor Murray parlare al suo cellulare.
Senneff ha detto che non vide MAI segnali di vita su Michael in tutto il periodo in cui provò a rianimarlo. Quando loro arrivarono all’UCLA erano le 13:13 pm del 25 giugno 2009. Brazil ha evidenziato il tempo trascorso da Senneff vicino a Michael: 42 minuti. E Senneff ha ribadito che in quei 42 minuti non vide mai alcun segno di vita su Michael.
Brazil ha ringraziato il teste come per congedarlo, ma Walgren l’ha richiamata per suggerirle un altro paio di domande per Senneff.
Brazil: Lei ha detto che non c’erano apparecchiature mediche nella stanza da letto dove si trovavano il signor Jackson e il dottor Murray, più specificamente lei vide una macchina per l’elettrocardiogramma?
Senneff: No.
Brazil: Lei vide qualsiasi altro monitor per il cuore?
Senneff: No.
Brazil: Lei vide qualunque tipo di capnografo?
Senneff: No.
Brazil: Lei ha detto che il dottor Murray vi disse che il signor Jackson era un uomo in salute, non c’erano condizioni soggiacenti e che il dottor Murray gli aveva somministrato del Lorazepam, è corretto?
Senneff: Sì, è corretto.
Brazil: E che lo stava trattando per disidratazione e sfinimento, giusto?
Senneff: Sì.
Brazil: Il dottor Murray le disse mai di aver somministrato il propofol a Michael Jackson?
Senneff: No.
Brazil: Il dottor Murray le menzionò mai la parola propofol nel periodo di tempo in cui lei era sul posto o in sua presenza?
Senneff: No, non ha mai menzionato la parola propofol.
Brazil: E quando lei tornò su in camera da letto per recuperare il suo equipaggiamento, il dottor Murray era da solo nella stanza?
Senneff: Sì.
CONTROINTERROGATORIO DI NAREG GOURJIAN:
Gourjian gli ha chiesto di chiarire ancora a che ora Senneff prese la chiamata in risposta a Carolwood alla stazione e Senneff ha ribadito le 12.22 pm. Senneff ha risposto che l’orario della sala operativa è lo stesso, 12.22 pm.
Gourgjian: E lei sa che la chiamata al 911 venne fatta alle 12:20 pm?
Senneff: Io so che erano le 12:21 pm.
Gourjian: Le 12:21 pm alle quali lei si riferisce sul documento telescritto, non è quando il Beverly Hills ha trasferito la chiamata al call center di Los Angeles?
Senneff: Non lo so.
Gourjian: Ok, perciò lei è d’accordo che la registrazione del dipartimento di polizia di Beverly Hills probabilmente è più accurato?
Obiezione dell’accusa, accolta dal giudice.
Gourjian: Lei oggi è consapevole che la chiamata al 911 venne fatta alle 12:20 pm?
Senneff: Non sono consapevole di questo, io non so esattamente cosa succede quando tu prendi la telefonata e a chi va e quando è al Beverly Hills.
Gourjian: Ok, allora lei è consapevole che quando la telefonata al 911 venne fatta alle 12:20 pm…
Obiezione dell’accusa: la difesa sta falsificando la testimonianza. Accolta dal giudice. Gourjian invitato a riformulare la domanda.
Gourjian: Lei sa che quando qualcuno a Beverly Hills fa una telefonata al 911, questa viene spedita al dipartimento di polizia di Beverly Hills?
Senneff: No, non sono consapevole di questo.
Gourjian: Lei sa che dopo che la telefonata è stata trasferita al dipartimento di polizia di Beverly Hills, la chiamata viene trasferita al dipartimento di polizia di Los Angeles?
Senneff: Sì.
Gourjian: E da lì la chiamata viene trasferita alla stazione dei vigili del fuoco n° 71, è corretto?
Senneff: Corretto.
Gourjian: E approssimativamente a che ora è arrivata lì la telefonata al 911?
Senneff: Alle 12:22 alla nostra stazione.
Gourjian ha chiesto a Senneff di confermare il fatto che lui quando prese la chiamata non sapeva che si trattasse del signor Jackson, ma solo di un uomo di 50 anni. Senneff ha ribadito che quando entrò nella stanza, il paziente era molto pallido e sottopeso.
Gourjian: E io penso che lei precedentemente abbia testimoniato che era così magro che lei riusciva a vedergli le costole, è corretto?
Senneff: Corretto.
Gourjian: Questa persona le apparve molto malata?
Senneff: Sembrava che avesse problemi di salute cronici.
Gourjian: Ok, ed è giusto dire che lui avesse le caratteristiche fisiche di qualcuno che era stato dipendente dai farmaci per molto tempo?
Senneff: Questa è una dichiarazione ardua, le persone che hanno malattie croniche possono sembrare tante cose, io ho visto dipendenti dai farmaci sovrappeso e ho visto dipendenti dai farmaci sottopeso. Perciò, io ho solo riconosciuto ciò che ho pensato fosse una malattia cronica.
Senneff ha detto che quando loro arrivarono a Carolwood i cancelli della proprietà erano in corso di apertura, loro arrivarono dentro e vennero accolti dalla sicurezza, una di loro li scortò al piano di sopra. Senneff ha ricordato che la porta della stanza da letto di Michael era aperta e le prime cose che vide furono il dottor Murray, in piedi vicino al letto e chinato sul paziente, la guardia del corpo, altrettanto chinata sul paziente e il paziente stesso sul letto.
Gourjian: Ok, e io credo che lei precedentemente abbia testimoniato che quando lei mise piede nella stanza per la prima volta, il signor Jackson era ancora sul letto, è corretto?
Senneff: In realtà era in corso lo spostamento del suo corpo, perciò la parte superiore del torso era ancora sul letto e i suoi piedi erano sul pavimento nel processo di spostarli.
Gourjian a questo punto ha ripreso la foto della stanza di Michael e ha chiesto a Senneff di descrivere la posizione del suo corpo in quel momento preciso:
Gourjian: Perciò, la parte superiore del suo corpo era ancora sul letto, è corretto?
Senneff: Sì.
Gourjian: A che ora voi arrivaste alla residenza di Carolwood?
Senneff: Alle 12:26 pm credo.
Gourjian: E a che ora arrivaste al piano di sopra dal signor Jackson?
Senneff: In meno di un minuto.
Gourjian: Quindi, approssimativamente alle 12:27 pm?
Senneff: Sì.
Gourjian: Lei ha visto qualche tubicino per l’endovenosa collegato al signor Jackson?
Senneff: Sì, io ho visto un tubicino collegato alla sua fascia sinistra.
Gourjian: E quello è successo circa alle 12:27, giusto?
Senneff: Sì.
Gourjian: Perciò, il tubicino per l’endovenosa era ancora nella sua gamba, giusto?
Senneff: Sì.
Gourjian: Ha visto altro attaccato al Signor Jackson in quel momento?
Senneff: No.
Gourjian: Poco dopo lei ha cominciato a fare delle domande al dottor Murray, giusto?
Senneff: Sì.
Gourjian: E il dottor Murray infatti cominciò a rispondere alle sue domande e a darle delle informazioni, giusto?
Senneff: Sì.
Gourjian: Il dottor Murray le disse che era il medico personale del signor Jackson, è corretto?
Senneff: Sì.
Gourjian: Il dottor Murray le disse anche che il signor Jackson aveva fatto le prove quella notte, giusto?
Senneff: Io non sentii cosa disse nella prima parte, io gli sentii dire “16 ore la scorsa notte”.
Gourjian: E il dottor Murray le disse anche che stava trattando il signor Jackson per sfinimento, è corretto?
Senneff: Sì. Per sfinimento e idratazione.
Gourjian: E lei chiese anche al dottor Murray se il signor Jackson era sotto l’effetto di qualche sostanza stupefacente, è corretto?
Senneff: Non ricordo se gliel’ho chiesto, è una domanda che chiedo in genere, ma non penso di averglielo chiesto.
Gourjian: Ok, pensa che gliel’abbia chiesto qualcuno della sua squadra?
Obiezione dell’accusa per speculazione, accolta dal giudice.
Gourjian ha chiesto a Senneff se confermava che Murray gli disse di aver dato un sedativo a Michael per aiutarlo a dormire, nello specifico il Lorazepam. Senneff ha detto di sì e ha risposto alla domanda se lui avesse familiarità o meno con il Lorazepam, che non lo era particolarmente. Gourjian gli ha fatto notare che nelle udienze preliminari Senneff aveva detto che pensava che Murray non gli avesse risposto immediatamente alle sue domande perché era occupato. Senneff ha detto che in verità non ricordava cosa avesse detto specificamente, ma sì, Murray era molto occupato. Senneff ha ripetuto che ad un certo punto lui ed il vigile del fuoco Heron, che Senneff ha descritto come una persona di corporatura grossa e forte, spostarono il corpo di Michael ai piedi del letto. Senneff ha poi confermato che poco dopo cominciarono le compressioni del CPR sul petto di Michael eseguite dal vigile del fuoco Heron, mentre la ventilazione era eseguita da Blount.
Gourjian: Perciò, c’erano due paramedici ad eseguire le compressioni del CPR sul signor Jackson, è corretto?
Senneff: No, non è corretto. Heron stava eseguendo il CPR e Blount la ventilazione e l’intubazione, il paramedico Goodwin stava rilevando il tracciato dell’EKG e come ho detto, io stavo raccogliendo informazioni.
Gourjian ha fatto notare che a quel punto essenzialmente c’erano due persone sul corpo di Michael: Heron per il CPR e Blount per la ventilazione. Gourjian ha chiesto se questo era insolito e Senneff ha detto di no. Gourjian ha quindi chiesto se poteva essere ritenuto insolito che Murray avesse chiesto collaborazione per il CPR e Senneff ha detto di no, che era d’accordo con Gourjian quando questi ha ricordato che nelle linee guida del CPR la cooperazione fra più persone è incoraggiata.
PAUSA PRANZO
Gourjian ha ripreso a controinterrogare il teste sul CPR. Ha chiesto a Senneff se è giusto dire che una rianimazione dovrebbe essere condotta nel luogo in cui il paziente viene trovato. Senneff ha risposto che non sarebbe corretto. Gourjian allora ha ricordato che prima lui aveva testimoniato di avere familiarità con le linee guida dell’American Heart Association (su cui, dice Gourjian: “si legge che a causa della difficoltà di fornire efficaci compressioni sul petto mentre un paziente viene spostato durante il cpr, la rianimazione dovrebbe essere condotta dove il paziente viene trovato” (GOURJIAN DIMENTICA L’AVVERBIO “GENERALMENTE” dopo “dovrebbe essere”: http://circ.ahajournals.org/content/122/18_suppl_3.toc) e ha chiesto a Senneff se era d’accordo con questo, Senneff ha detto di sì.
Gourjian ha chiesto se Michael aveva collegata anche una cannula nasale alle sue narici, oltre all’endovenosa nella gamba cui Senneff aveva precedentemente testimoniato, e Senneff ha detto che lui non l’ha vista.
Gourjian: Se tu stai eseguendo adeguate ed efficaci compressioni sul petto, che sono fornite ad un ritmo appropriato, è irrilevante che esse vengano effettuate su un letto oppure sul pavimento, è corretto?
Senneff: Corretto.
Gourjian ha poi ripreso la questione sulla pulsazione femorale sentita solamente da Murray. Ha chiesto a Senneff se lui riteneva che Murray avesse avuto qualche proposito di malafede nel fare quell’osservazione e Senneff ha detto di no, confermando anche la sua precedente testimonianza in cui aveva detto che quando un CPR viene eseguito bene, è comune rilevare una pulsazione femorale.
Gourjian: Perciò, è molto probabile che il dottor Murray effettivamente abbia percepito quella pulsazione, è corretto?
Senneff: Sì.
Gourjian: Ed è precisamente il motivo per il quale voi interrompeste le compressioni, giusto?
Senneff: Sì.
Gourjian: Voi volevate controllare per vedere se c’era davvero una pulsazione oppure una pulsazione artificiale, dovuta solo alle compressioni, giusto?
Senneff: Sì.
Senneff ha confermato che lui voleva trasferire Michael in ospedale così come aveva esternato il dottor Murray. Gourjian ha fatto notare che nella sua telefonata all’UCLA, Senneff disse: “il dottore vuole assolutamente trasportarlo in ospedale”. Senneff ha detto che lui condivideva sia perché si trattava di una persona vip, sia perché potenzialmente si trattava di un arresto cardiaco avvenuto recentemente.
Gourjian: Così, poi il dottor Murray assunse il controllo con piena responsabilità e per questo vi chiese di salire sull’ambulanza, giusto?
Senneff: Sì.
Gourjian: E questo rispetta il protocollo, giusto?
Senneff: Sì.
Gourjian ha poi fatto notare che quando Senneff risalì al piano di sopra per recuperare il suo equipaggiamento e vide Murray raccogliere delle cose, il dottor Murray lo fece apertamente innanzi a lui, senza chiedergli di lasciare la stanza o cose del genere. Senneff si è anche detto d’accordo quando Gourjian ha detto che recuperare l’equipaggiamento lasciato indietro è la cosa da fare appropriata e ragionevole da un punto di vista medico, specialmente in una residenza dove ci sono bambini. Senneff ha detto che non ha visto cosa esattamente Murray stesse raccogliendo e che il tempo trascorso fra quando vide Murray nella stanza e quando lo rivide all’ambulanza per unirsi alla sua squadra è di circa un minuto. Senneff ha ribadito di non ricordare nulla di specifico in merito alla conversazione telefonica di Murray sull’ambulanza.
Gourjian gli ha chiesto se era giusto dire che Murray avesse partecipato attivamente ai tentativi di rianimazione fatti dalla squadra di soccorso, ovvero Murray non parlava al telefono o stava al computer, ma cercava di aiutarli in tutti i modi a lui possibili e Senneff ha detto che era corretto dire questo. Gourjian ha chiesto a Senneff se un altro dei segnali di un CPR efficace sia la frattura delle costole, Senneff ha detto che quando si cominciano le compressioni al petto è comune sentire un “crack” all’altezza dello sterno, ma ha detto di non sapere che le costole di Michael si fratturarono.
Gourjian ha poi fatto riferimento alle domande della Brazil sul propofol e ha chiesto a Senneff se lui ha familiarità con il propofol e lui ha risposto di no.
Gourjian: Prima lei ha menzionato PEA (Pulseless Electrical Activity), è l’attività elettrica senza polso? Può spiegare ai giurati che significa?
Senneff: Sul monitor cardiaco, voi normalmente potete vedere il ritmo del cuore, sono quei movimenti familiari a tutti. L’attività elettrica senza polso è quando c’è un’attività elettrica minore sul monitor ma non c’è nessuna pulsazione dentro al paziente, che è come dire che il cuore di per sé non si sta contraendo e non sta pulsando, ma lo stimolatore cardiaco da qualche parte nel cuore può ancora scaricare un’attività elettrica.
Gourjian: E il signor Jackson in questo caso aveva una PEA, è corretto?
Senneff: Era una combinazione di asistolia e PEA.
Gourjian: Era all’inizio asistolico e poi PEA?
Senneff: Oscillava fra i due.
Gourjian: E quando un paziente è PEA, c’è un certo protocollo da seguire, giusto? Ci sono solo dei trattamenti possibili, perché ad esempio un paziente PEA non può essere defibrillato, è corretto?
Senneff: Sì.
Gourjian: Quello che è possibile con un paziente PEA è eseguire il CPR e somministrare farmaci come epinefrina e atropina, giusto?
Senneff: Sì.
Gourjian: C’è qualcos’altro che può essere fatto?
Senneff: Bicarbonato di sodio, come abbiamo dato noi, e qualche volta il cloruro di calcio
Gourjian: Perciò, non è vero che voi non avreste fatto assolutamente nulla di diverso perché non potevate, anche se il dottor Murray avesse menzionato il propofol?
Il giudice ha accolto l’obiezione dell’accusa per speculazione e mancanza di fondamento.
RIPRESA INTERROGATORIO BRAZIL:
Brazil: Signor Senneff, l’avvocato Gourjian nel suo interrogatorio ha caratterizzato le attività dei vostri sforzi di rianimazione come se fossero state una sorta di azioni caotiche e confusionali, ricorda questo?
Senneff: Sì.
Brazil: C’era una qualche forma di confusione o caos durante l’esecuzione delle attività di rianimazione supervisionate da lei ed effettuate dalla sua squadra?
Senneff: No, non c’era.
Brazil: Riguardo al tubicino dell’endovenosa, lei non sa se è stato riposizionato, rimosso, posizionato ancora prima del suo arrivo, giusto?
Senneff: Prima del mio arrivo non lo so.
Brazil: Riguardo alla pulsazione femorale avvertita da Murray, come risultato dal processo di verifiche fatte da lei e dalla sua squadra, lei è convinto che il polso fosse il risultato delle compressioni e non una vera pulsazione nel corpo del signor Jackson, è corretto?
Senneff: Sì.
Brazil: L’avvocato Gourjian le ha chiesto di caratterizzare le sue osservazioni sul dottor Murray quando lei tornò nella camera da letto per recuperare il suo equipaggiamento. Caratterizzerebbe la sua osservazione dello sguardo del dottor Murray in quel momento?
Senneff: Lui era sorpreso di vedermi. Dallo sguardo sul suo viso, ebbi l’impressione che lui fosse sorpreso di veder rientrare qualcuno nella stanza.
Brazil: Lo caratterizzerebbe come uno sguardo allucinato?
Senneff: Sì, lo caratterizzerei in quel modo.
Brazil: E lei ha anche testimoniato prima che quando vide il dottor Murray vicino al comodino, lui tra le mani aveva anche un sacchetto dell’immondizia, è corretto?
Senneff: Sì.
Brazil: Durante i 42 minuti nei quali lei è stato vicino al corpo di Jackson, ha mai rinvenuto in esso un qualche segno di vita?
Senneff: No.
RIPRESA CONTROINTERROGATORIO DI GOURJIAN:
Gourjian: Lei quando stimerebbe che sia avvenuto l’arresto cardiaco del signor Jackson?
Senneff: E’ molto difficile fare una congettura su questo.
Gourjian: Ok, nelle sue udienze preliminari però lei aveva indicato dai 20 ai 25 minuti (prima del loro arrivo, ndr)
Senneff: Mi è stato chiesto molte volte e alla fine ho detto almeno 20 minuti prima che arrivassimo lì.
Gourjian: Perciò, visto che siete arrivati lì alle 12:26 pm, le 12:05 sarebbe approssimativamente l’ora in cui è avvenuto l’arresto cardiaco?
Obiezione dell’accusa per falsificazione della testimonianza, accolta dal giudice.
Gourjian: Lei non ha visto cosa raccogliesse il dottor Murray quando lei è entrato nella stanza?
Senneff: No.
Gourjian: Potrebbe essere stato il suo portafoglio…
Obiezione dell’accusa per speculazione, accolta dal giudice.
Gourjian: Di nuovo, non le chiese di chiudere gli occhi o lasciare la stanza?
Senneff: No, non lo fece.
RIPRESA INTERROGATORIO DI BRAZIL:
Brazil: Signor Senneff, è accurato dire che durante l’udienza preliminare lei ha testimoniato che l’arresto cardiaco potrebbe essere avvenuto dai 20 ai 60 minuti prima del vostro arrivo?
Senneff: Sì, è corretto.
RIPRESA CONTROINTERROGATORIO DI GOURJIAN:
Gourjian: Signor Senneff, lei ha detto che quando tornò nella stanza e vide il dottor Murray, l’espressione del dottor Murray era di sorpresa?
Senneff: Sì.
Gourjian: Perciò, lui era solo sorpreso che qualcuno fosse entrato, è corretto?
Senneff: Io non lo so per cosa era sorpreso.
Gourjian: Ok, lui non smise di fare quello che stava facendo, lui continuò a raccogliere le cose, corretto?
Senneff: Sì.
http://www.truth4mj.it/mj/index.php?option=com_content&view=article&id=215:processo-murray-4d-giorno-30-settembre-2011-testimonianza-di-richard-senneff&catid=41:people-vs-murray&Itemid=71
Al banco dei testimoni il paramedico Richard Senneff, terzo testimone dell’accusa nel 4° giorno di processo a Conrad Murray. Interrogatorio a cura del procuratore Deborah Brazil.
Senneff è un paramedico per il Los Angeles Fire Department da 27 anni. Nel 1980 divenne un EMT (Emergency Medical Techinician: soccorritore) e nel 1982 si iscrisse alla scuola dei paramedici, che consiste di un programma di 1.000 ore, solitamente nell’arco di 6/7 mesi, con 2 mesi di aula, un mese di pronto soccorso e due mesi stando dietro alla terza persona su un’unità paramedica come tirocinio. Nella parte d’aula e di pronto soccorso, la formazione viene fatta da dottori ed infermieri. Come paramedico per il LAFD, ha ricevuto anche una formazione come vigile del fuoco. Attualmente, è un istruttore EMT all’Accademia dei Vigili del Fuoco.
Brazil ha richiamato l’attenzione di Senneff sul 25 giugno 2009 e gli ha chiesto quel giorno dove fosse assegnato. “Alla stazione dei vigili del fuoco n° 71 di Bel Air, all’angolo di Beverly Glen e Sunset”. Il 25 giugno ricevette una chiamata del 911 con direzione 100 North Carolwood. Quella telefonata gli diede informazioni sulla natura di un’emergenza, nello specifico: arresto cardiaco, CPR in corso, uomo di 50 anni, 100 N Carolwood, paziente che non respira. Questa era una chiamata audio che giunse al sistema della sua stazione: inizialmente, loro ascoltano queste chiamate audio, poi vanno alla telescrivente dove viene fuori uno stampato su della carta e poi fanno entrare nel loro apparato queste parole sullo schermo di un pc.
Brazil proietta questo documento riconosciuto da Senneff come quello che loro presero dalla telescrivente nella stazione n° 71 il 25 giugno 2009:
L’orario nel quale questa telefonata al 911 arrivò nella loro stazione risulta le 12:22.
In risposta a questo documento, loro lo presero, prepararono i loro apparati, che nel caso di Senneff significa un’ambulanza di soccorso, e partirono dalla stazione. Lui non era alla guida dell’ambulanza, dove invece c’era il paramedico Martin Blount. La sua responsabilità era di caposquadra, ovvero colui che gestisce le comunicazioni radio, raccoglie le informazioni di valutazione e scrive i rapporti. Oltre a lui e Blount, sull’ambulanza c’era un altro paramedico e un ingegnere capitano dei vigili del fuoco. La distanza fra la stazione n° 71 situata a Sunset Beverly Glen Boulevard e il 100 North Carolwood Drive secondo Senneff è di circa 1 miglio e mezzo (poco più di 2 km, ndr), una distanza molto breve.
[Dalle indicazioni di Senneff, il percorso dell'ambulanza dalla stazione alla casa di Michael dovrebbe essere questo:
su google maps, questa distanza è di 0,9 miglia, circa 1,5 Km]
Brazil ha riportato l’attenzione di Senneff sul documento della chiamata al 911 chiedendogli di spiegarlo:
Alla prima riga: Motore 71 Ambulanza 71.
Alla seconda riga: l’indirizzo 100 N Carolwood Drive e l’incrocio più vicino che è Sunset Boulevard.
Alla terza: il numero dell’incidente, così loro possono tenerne traccia, 512 sta per arresto cardiaco; 12:21 è l’orario in cui la chiamata è arrivata nella loro sala operativa, seguita dalla data, 06/25/2009 (negli Stati Uniti, il mese precede il giorno nelle date, ndr) e uomo di 50 anni.
Alla quarta: c’è il numero di protocollo della sala operativa, 9 dovrebbe stare per arresto cardiaco. E’ del tutto privo di respirazione.
Brazil ha chiesto se queste informazioni che lui ricevette dalla chiamata al 911 arrivano quasi istantaneamente nel momento in cui le ricevono gli operatori del 911 e Senneff ha detto di sì.
Alla quinta riga: c’è il numero da dove è arrivata la chiamata, il canale radio e 71 è la loro destinazione.
Alla sesta: c’è il “dispatch time”, è l’orario in cui l’allarme è arrivato alla stazione dei vigili del fuoco: le 12:22 pm. Poi dovrebbe esserci il riferimento all’operatore della sala che ha preso la chiamata.
Alla settima: c’è la telefonata al 911 mediante un telefono wireless e l’informazione che il chiamante è ancora al telefono.
E nelle ultime due righe c’è il riferimento a chi ha preso la chiamata al 911 prima di smistarla alla sala operativa più vicina e informazioni relative ad attività dell’UCLA, l’etichetta dell’UCLA per il paziente, perché quando loro arrivarono lì avevano bisogno di un numero di identificazione per il paziente.
PAUSA
Alla prima riga: Motore 71 Ambulanza 71.
Alla seconda riga: l’indirizzo 100 N Carolwood Drive e l’incrocio più vicino che è Sunset Boulevard.
Alla terza: il numero dell’incidente, così loro possono tenerne traccia, 512 sta per arresto cardiaco; 12:21 è l’orario in cui la chiamata è arrivata nella loro sala operativa, seguita dalla data, 06/25/2009 (negli Stati Uniti, il mese precede il giorno nelle date, ndr) e uomo di 50 anni.
Alla quarta: c’è il numero di protocollo della sala operativa, 9 dovrebbe stare per arresto cardiaco. E’ del tutto privo di respirazione.
Brazil ha chiesto se queste informazioni che lui ricevette dalla chiamata al 911 arrivano quasi istantaneamente nel momento in cui le ricevono gli operatori del 911 e Senneff ha detto di sì.
Alla quinta riga: c’è il numero da dove è arrivata la chiamata, il canale radio e 71 è la loro destinazione.
Alla sesta: c’è il “dispatch time”, è l’orario in cui l’allarme è arrivato alla stazione dei vigili del fuoco: le 12:22 pm. Poi dovrebbe esserci il riferimento all’operatore della sala che ha preso la chiamata.
Alla settima: c’è la telefonata al 911 mediante un telefono wireless e l’informazione che il chiamante è ancora al telefono.
E nelle ultime due righe c’è il riferimento a chi ha preso la chiamata al 911 prima di smistarla alla sala operativa più vicina e informazioni relative ad attività dell’UCLA, l’etichetta dell’UCLA per il paziente, perché quando loro arrivarono lì avevano bisogno di un numero di identificazione per il paziente.
PAUSA
Senneff ha detto che quando arrivarono a Carolwood, entrarono dal cancello principale. Davanti a loro c’era il veicolo dei vigili del fuoco, che rimase sulla strada, senza entrare nella proprietà.
Senneff ha indicato con il puntatore laser il posto in cui venne parcheggiata l’ambulanza di soccorso:
L’ambulanza arrivò a Carolwood alle 12:26 pm.
Senneff prese il suo equipaggiamento e si diresse all’interno della casa, dove c’erano molte guardie del corpo e lui ne seguì una in cima alle scale. Senneff è stato il primo ad arrivare nella camera da letto dove c’era Michael. Con sé, aveva il suo kit di pronto soccorso. Appena entrato nella stanza, vide il dottor Murray, vide il paziente e vide una guardia del corpo. Dopo aver identificato l’imputato, Senneff ha dichiarato le sue osservazioni sul paziente: vestito con pantaloni e giacca di un pigiama, la giacca era aperta, e una cuffia chirurgica o qualcosa di simile a coprirgli i capelli. A Senneff il paziente appariva sottopeso.
Ha poi dichiarato le sue osservazioni sul dottor Murray: in quel momento, era chinato sul paziente, stava tenendo il torso del paziente e stava spostando il paziente dal letto al pavimento.
Senneff ha detto che c’era anche una guardia del corpo che anche stava aiutando a spostare il paziente sul pavimento.
Il dottor Murray si identificò come dottore del paziente. Per descrivere il comportamento di Murray, Senneff ha detto che era molto agitato.
Brazil ha mostrato la foto della camera da letto di Michael, invitando Senneff ad indicare con il laser dove si trovava approssimativamente il dottor Murray quando lui entrò nella stanza:
La cosa successiva che fece Senneff dopo le osservazioni sul paziente e l’identificazione di Murray come suo medico, fu chiedere se c’era qualche direttiva per la rianimazione cardiaca, se c’era un DNR.
A quel punto, il dottor Murray era nella stanza, mentre la guardia del corpo se ne era andata, passandogli dietro. Quindi, la domanda di Senneff sul DNR era direttamente rivolta a Murray. Inizialmente, il dottor Murray non rispose alla domanda di Senneff, lo guardò semplicemente.
Senneff ripeté la domanda e Murray disse: “no, no, non c’è niente, no”.
Brazil: Quali altre osservazioni lei fece mentre stava guardando l’ambiente? Lei vide il paziente, il paziente sul pavimento, è corretto?
Senneff: Corretto.
Brazil: Lei vide il dottor Murray. Quali altre osservazioni fece?
Senneff: C’era uno stand per l’endovenosa lì vicino, con una sacca salina o qualcosa di simile ad una sacca medica per endovenosa appesa lì, e vidi il paziente sottopeso e c’era una bombola di ossigeno.
Brazil ha chiesto a Senneff di descrivere gli sforzi che lui fece per assistere la VITTIMA. Il giudice è intervenuto e Brazil ha riformulato la richiesta usando PAZIENTE.
Senneff: Stavo cercando di raccogliere il maggior numero di informazioni per scoprire quale fosse esattamente il problema facendo domande al dottore, domande tipo: quali sono le condizioni soggiacenti del paziente?
Brazil: Cosa rispose il dottor Murray, se rispose qualcosa?
Senneff: Lui rispose dopo che io lo sollecitai un po’ di volte e disse che non ce n’era nessuna.
Brazil ha chiesto di essere più preciso nel descrivere la sua sollecitazione al dottor Murray.
Senneff: Io chiesi: quali sono le condizioni soggiacenti del paziente? Lui non rispose. Io richiesi: quali sono le condizioni soggiacenti del paziente? Lui non rispose e poi, penso fosse la terza volta, lui disse: “Nessuna, nessuna, non ce n’è nessuna!” e semplicemente non aveva senso per me.
Brazil: E perché questo?
Senneff: Un dottore in una casa, stand per l’endovenosa, endovenosa collegata al paziente, non sembrava normale.
Brazil: C’erano delle gocce nella residenza, nella stanza da letto, quando lei arrivò?
Senneff: Francamente, non ricordo.
Brazil ha ribadito che le informazioni ricavate dalle sue osservazioni per Senneff non avevano senso e lui lo ha confermato. Brazil ha domandato a Senneff se lui chiese al dottor Murray da quanto tempo il paziente si trovava in quelle condizioni, da quanto tempo fosse collassato e Senneff ha detto che Murray rispose: “E’ appena accaduto, proprio quando vi ho chiamato”. Questo per Senneff voleva dire che loro avevano buone possibilità di salvare il paziente perché questo è assolutamente collegato alla tempistica, se era vero che il paziente era collassato al momento della telefonata al 911 e loro erano arrivati lì molto velocemente, a quelle condizioni c’erano buone possibilità di salvare il paziente.
Brazil ha rimostrato il documento che riporta i dati dell’emergenza di Michael e ha chiesto a Senneff se su di esso c’era l’orario in cui loro ricevettero la telefonata e l’orario in cui Senneff cominciò ad osservare il paziente. Senneff ha detto di sì, specificando il primo, le 12:22; e il secondo, le 12:26.
Brazil: Fondamentalmente, sono passati 5 minuti dal momento in cui avete ricevuto la telefonata per il soccorso al momento in cui lei era fisicamente lì con i suoi occhi sul paziente, è corretto?
Senneff: Sì.
Brazil: Dopo che lei è entrato nella stanza, il corpo del paziente venne ricollocato in un’area diversa per permettere a lei e agli altri soccorritori di fornirgli i vostri trattamenti?
Senneff: E’ corretto. Quando noi entrammo inizialmente, il paziente era posizionato sul pavimento vicino al comodino e non c’era abbastanza spazio per lavorare lì, perciò io e uno dei vigili del fuoco spostammo il paziente ai piedi del letto.
Brazil ha chiesto a Senneff di mostrare con il puntatore laser la posizione del corpo di Michael così come spostata da loro:7
Brazil ha chiesto se a quel punto Senneff stava ancora facendo domande a Murray sulle condizioni mediche del paziente. Senneff ha detto che mentre lui continuava a fare domande a Murray, gli altri membri del team continuavano ad operare sul paziente, il vigile del fuoco Heron cominciando a praticare il CPR, il paramedico Martin Blount iniziando la ventilazione e la procedura di intubazione, il paramedico Goodwin connettendo l’EKG (electrocardiography: elettrocardiogramma) e il capitano aiutando in qualunque modo possibile.
Brazil: Perciò, eravate lei, Heron, Blount e Goodwin, tutti con le mani sul paziente nel tentativo di aiutarlo, è corretto?
Senneff: Sì.
Brazil: A questo punto, lei aveva riconosciuto il paziente come qualcuno a lei familiare?
Senneff: No, non avevo nemmeno guardato.
Brazil: Non aveva proprio osservato il paziente?
Senneff: Avevo guardato il paziente, ma non avevo osservato proprio tutto il suo viso.
Brazil: Ad un certo punto, lei ha appreso che il paziente che era sul pavimento e lei stava trattando era Michael Jackson?
Senneff: Sì.
Brazil ha chiesto a Senneff di descrivere le procedure che stavano eseguendo Heron, Blount e Goodwin. Ricordando che Goodwin aveva collegato la macchina per l’EKG al paziente, Brazil ha chiesto a Senneff quali informazioni ne stavano risultando.
Senneff: Lo schermo della macchina per l’EKG stava mostrando che il paziente era asistolico. Significa che la linea era piatta.
Brazil: Perciò, a quel punto il suo team aveva cominciato la respirazione per il signor Jackson con il pallone ambu e lo aveva connesso ad una macchina per l’EKG per vedere se c’era una qualche attività del cuore. Venne somministrato qualche altro farmaco al signor Jackson a quel punto?
Senneff: Tutto avvenne contemporaneamente. Il Signor Jackson aveva una flebo nella sua gamba, l’ho testata per vedere se funzionava e a quel punto gli somministrammo dell’epinefrina e dell’atropina, farmaci che servono per far ripartire il cuore.
Senneff ha detto che dopo la somministrazione di questi due farmaci si aspettava che le condizioni del paziente cambiassero, ma non ci fu nessun cambiamento. Senneff chiese a Murray se al paziente era stato somministrato o stava assumendo qualche farmaco e Murray gli fornì una risposta solo dopo che Senneff gli fece la stessa domanda un paio di volte.
Senneff: Quello che io dissi all’inizio naturalmente fu: quali sono le condizioni soggiacenti? E poi quando non ottenni ciò che io pensavo fosse una risposta soddisfacente, io gli spiegai che le ragioni per le quali glielo stavo chiedendo erano che vedevo un paziente sottopeso, un’endovenosa e delle fiale di farmaci sul comodino. A quel punto, lui disse: “No, non sta prendendo niente” e in seguito disse che gli aveva dato appena un po’ di Lorazepam per dormire. Io poi chiesi: “C’è qualcos’altro? C’è qualcos’altro?” “No, è tutto, solo un po’ di Lorazepam”.
Brazil: Il dottor Murray le fornì delle informazioni in merito al motivo per il quale lui stava trattando il paziente?
Senneff: Sì, lui disse che lo stava trattando per disidratazione e sfinimento, tutto qui.
Senneff ha spiegato che dopo la somministrazione dei due farmaci a Michael, Blount lo intubò, il che significa collegare un tubo direttamente ai polmoni del paziente, misura significativamente più efficace del pallone ambu. Nel frattempo, il paziente continuava ad essere monitorato, a questo punto anche con il capnografo. Blount si trovava alla testa del paziente e Senneff ai suoi piedi. Senneff stava anche comunicando con una stazione base ospedaliera trasmettendo informazioni. Senneff chiamò l’UCLA con un telefono cellulare dopo che a Michael vennero somministrate l’epinefrina e l’atropina. Senneff parlò con l’infermiera addetta al monitoraggio dell’UCLA. Senneff stava trasmettendo l’età e le condizioni del paziente: “specificamente da quanto tempo era collassato, quello che stavamo osservando, quello che stavamo facendo, e tutto questo perché avrebbe influenzato il successivo trattamento del paziente”. Fornendo queste informazioni, dall’ospedale i paramedici ricevevano delle indicazioni su come proseguire perché l’infermiere alla stazione radio è in collegamento con i dottori della stazione radio.
Brazil: Signor Senneff, mentre lei stava trattando il signor Jackson, lei ha indicato che il tempo trascorso tra la chiamata e le osservazioni all’inizio del vostro trattamento, alle 12:26 pm, più o meno 5 minuti, non combaciano con un paziente che fosse appena collassato, è corretto?
Senneff: Sì. È vero.
Brazil: Quali specifiche osservazioni lei fece che la portarono a pensare che ci fosse un’incongruenza tra le sue osservazioni e le informazioni che aveva ricevuto?
Senneff: Ce n’erano molte. Quando io spostai per la prima volta il paziente, la sua pelle al tatto era molto fredda. Quando io gli lanciai il primo sguardo, i suoi occhi erano aperti, asciutti e le sue pupille erano dilatate. Quando attaccammo la macchina dell’EKG, la linea era piatta, c’era asistolia e la lettura del capnografo era bassa, il valore era solo 16.
Brazil: Vennero somministrati altri farmaci al signor Jackson?
Senneff: Sì, un’altra dose di epinefrina e atrofina.
Brazil: Questa seconda somministrazione venne effettuata in modo diverso dalla prima?
Senneff: Sì, glieli somministrai nella vena giugulare sinistra.
Brazil: Signor Senneff, prima che lei localizzasse la vena giugulare sul collo del signor Jackson, uno dei membri della sua squadra tentò di localizzare una vena per somministrare i farmaci di ripartenza (del cuore) in un altro posto del corpo del signor Jackson?
Senneff: Sì, è corretto. Il paramedico Mark Goodwin stava tentando di somministrare un’endovenosa in una delle braccia.
Brazil: Ci riuscì?
Senneff: No.
Brazil: Quanti tentativi vide fare approssimativamente al paramedico Goodwin per localizzare una vena?
Senneff: Lo vidi lavorare sia sul braccio destro che su quello sinistro… penso circa 5 tentativi.
Brazil: E lui stava usando un ago, giusto?
Senneff: Sì.
Brazil: Signor Senneff, è più difficile localizzare una vena in un corpo quando il sangue non circola da un certo periodo di tempo?
Senneff: E’ significativamente più difficile.
Brazil: E un tempo trascorso di 10/15 minuti farebbe differenza in termini di circolazione del sangue e capacità di localizzare con successo una vena?
Senneff: Non sono sicuro di questo. Onestamente, non so se c’è differenza tra 5 minuti o 15 minuti.
Brazil: Ma lei ha appena indicato che un periodo di tempo avrebbe un effetto sulla capacità di localizzare una vena con successo, è corretto?
Senneff: Sì.
Brazil: Lei ha indicato che era in contatto con la stazione base dell’UCLA trasmettendo loro l’emissione del trattamento e i suoi risultati, giusto?
Senneff: Sì.
Brazil: Mentre lei stava parlando con la stazione base, loro vi fornivano un feedback riguardo a ciò che avreste dovuto fare riguardo al suo trattamento?
Senneff: Sì, lo fecero.
Brazil: Cosa dissero?
Senneff: Dopo il contatto iniziale in cui io spiegai cosa avevamo e che cosa stavamo facendo, ci chiesero: “cosa volete fare?”, nel senso volete continuare a rianimare il paziente o fermarvi a quel punto.
Brazil: E quale fu la vostra risposta?
Senneff: Vogliamo continuare.
Brazil: A questo punto, quanti cicli di farmaci di ripartenza avevate somministrato nel corpo del signor Jackson?
Senneff: All’inizio del contatto, avevamo eseguito un ciclo, poi ne avemmo due e discutemmo di nuovo.
Brazil: Nel momento in cui voi avevate somministrato un ciclo di farmaci e riportato la situazione alla stazione base, c’era stato qualche cambiamento nelle condizioni del signor Jackson dal momento del vostro arrivo al primo rapporto fornito alla stazione base?
Senneff: Assolutamente nessun cambiamento.
Brazil: E ad un certo punto più tardi, dopo il primo ciclo di farmaci, lei trasmise di nuovo le informazioni alla stazione base, giusto?
Senneff: Sì.
Brazil: C’era stato qualche cambiamento nelle sue condizioni a questo punto?
Senneff: Nessun cambiamento.
Brazil: Perciò, lei sta parlando con l’UCLA, con un dottore attraverso un’infermiera, giusto?
Senneff: Sì.
Brazil: E lei avvertì la stazione base che non c’era nessun cambiamento, nessuna attività del cuore, nessun cambiamento nella respirazione, nessun altro cambiamento nelle condizioni del signor Jackson, e a quel punto, trasmettendo quelle informazioni, loro vi chiesero cosa volete fare, è corretto?
Senneff: Sì.
Brazil: L’informazione dall’UCLA era per trasmettervi che erano pronti a cessare gli sforzi di rianimare il signor Jackson?
Senneff: Sì, è corretto.
Brazil: La ragione per la cessazione degli sforzi era che fondamentalmente il signor Jackson era morto, è corretto?
Senneff: Sì.
Brazil: Ad un certo punto durante i vostri tentativi di somministrare i farmaci di ripartenza, lei vide che l’endovenosa che aveva identificato nella gamba del signor Jackson era compromessa in qualche modo?
Senneff: Sì, lo era. Il nostro kit di pronto soccorso era aperto e i farmaci che noi usiamo per l’arresto cardiaco erano usati in cima al kit e il dottor Murray aveva recuperato dei farmaci e stava usando una porta endovenosa nella gamba e nel fare questo, tirò via l’endovenosa dalla gamba.
E’ a questo punto che Senneff cercò di localizzare la vena giugulare cosicché la somministrazione dei farmaci potesse essere portata avanti. Senneff ha detto che anche dopo il secondo ciclo di farmaci, non ci fu nessun cambiamento nelle condizioni del paziente. Brazil ha ricordato il momento in cui, prima che l’UCLA comunicò che erano pronti a dichiarare la morte del paziente, il dottor Murray disse di aver avvertito una pulsazione, precisamente il polso femorale destro. Il polso femorale destro è situato in cima alla gamba, nella zona destra dell’inguine. La prima cosa che Senneff fece fu controllare il monitor del cuore e vedere se c’era un’attività cardiaca a sostegno di quella pulsazione. Senneff sul monitor continuò a vedere la linea piatta con dei movimenti che venivano registrati in contemporanea alle compressioni sul petto che venivano fatte sul paziente per il CPR, perciò secondo lui il polso in realtà era dovuto alle compressioni. Per verificarlo, disse alla sua squadra di cessare le compressioni continuando la ventilazione e quando le compressioni furono interrotte, il monitor mostrò di nuovo chiaramente una linea piatta. Questo significa che non c’era nessuna attività elettrica, Senneff non riusciva a sentire nessuna pulsazione, controllò personalmente nella stessa area in cui il dottor Murray aveva detto di averlo sentito e un controllo venne fatto anche dal paramedico Blount, ma entrambi non rilevarono nessuna pulsazione.
Brazil ha proiettato di nuovo il documento con il resoconto della chiamata al 911 e ha chiesto a Senneff cosa volessero dire le note scritte da lui a mano:
Senneff ha spiegato che, oltre ad aver rievidenziato l’orario di arrivo chiamata al 911, le 12:21, con un cerchio, c’è scritto “glucosio” perché questa fu una domanda fattagli dall’UCLA. Quel valore comunicato da Senneff all’UCLA non indicò nessun cambiamento nelle condizioni di Michael. Senneff ha poi spiegato che “AP” sta per atropina e 3,5 mg alle 12:24 sta per quella quantità di epinefrina somministrata a Michael a quell’ora.
“Allergy” indica ciò che Senneff scrisse quando entrò nella stanza di Michael, Senneff aveva questo pezzo di carta in mano e chiese al dottor Murray se il paziente avesse qualche allergia e Murray rispose: “sì, penso alla torazina”.
A lato dell’indicazione “allergy”, ci sono ancora le sigle “ep” per epinefrina e “ap” per atropina. Sotto di esse, c’è la sigla “pe” di cui Senneff però non ha ricordato il significato.
L’orario 12:57 pm corrisponde al momento in cui Senneff stava parlando con l’UCLA e loro chiesero se volevano terminare la telefonata dal momento che non c’era nessun segnale di vita nel signor Jackson.
“Hyd” è il modo in cui Senneff abbreviò “idratazione”, informazione che provenne dal dottor Murray in relazione al trattamento che il dottor Murray disse di aver fornito al signor Jackson.
La riga sotto indica “Lorazepam”, cioè l’informazione fornita dal dottor Murray che il paziente aveva assunto del lorazepam. Brazil ha specificato: “che il dottor Murray aveva dato del Lorazepam al paziente, è questa la dichiarazione che lui fece, giusto?” Senneff ha detto di sì.
L’ultima linea indica “Secondo bicarb” (2° bicarbonato di sodio), farmaco che loro somministrarono al paziente. Senneff ha spiegato che quando il soggetto non respira, le cellule producono acido e quando i livelli di acido aumentano nel sangue, questo impedisce al cuore di funzionare. Il Bicarbonato di sodio è un antagonista dell’acido, serve a farlo tornare a livelli normali. E’ stato un altro tentativo di rianimare il signor Jackson.
L’ultima nota scritta a mano da Senneff è il numero 1400 che indica quando è stato somministrato il bicarbonato di sodio per la seconda volta, ma è sbagliato perché quella è un’informazione scritta da lui che non stava indossando il suo orologio e riportò l’orario dal monitor cardiaco che portava un’ora avanti. Il giudice gli ha chiesto di specificare in che termini l’orario fosse sbagliato e Senneff ha detto che dovrebbe essere 1300.
Brazil ha chiesto a Senneff se le altre informazioni che lui aveva ricevuto sono corrette e Senneff ha detto che lo sono assolutamente.
Brazil: Alle 12:57 lei è in comunicazione con la stazione base dell’UCLA e loro vi dissero che a seguito di tre tentativi di rianimazione falliti, loro erano pronti a dichiarare l’ora del decesso, è corretto?
Senneff: Corretto.
Brazil ha poi fatto ascoltare in aula la registrazione della comunicazione fra Senneff e la stazione base dell’UCLA.
Brazil: Signor Senneff, una volta che lei ha ricevuto quell’informazione dall’UCLA, che loro ritenevano che gli sforzi compiuti da voi erano stati fallimentari e che era avvenuto il decesso, il dottor Murray assunse il controllo nel trattamento del paziente, è corretto?
Senneff: Corretto.
Brazil: Ora, lei ha detto che nella stanza c’era un’asta per l’endovenosa con una sacca salina attaccata e il signor Jackson aveva una porta per endovenosa collegata alla gamba che era stata compromessa, è corretto?
Senneff: Corretto.
Brazil: E c’era anche una bombola di ossigeno nella stanza, giusto?
Senneff: Sì.
Brazil: Lei ha visto anche altri elementi oltre a quelli che io le ho elencato?
Senneff: No.
Brazil: Mentre voi stavate trattando il signor Jackson, il dottor Murray ha chiesto a lei e alla sua squadra di effettuare qualche trattamento medico?
Senneff: Sì, ci ha chiesto di fare una linea centrale, è una linea che va direttamente in un’arteria nel petto.
Brazil: Questa è una procedura che i paramedici eseguono?
Senneff: No, non siamo formati e non abbiamo equipaggiamento per questo.
Brazil: E’ corretto dire che la procedura di una linea centrale è una procedura che viene eseguita da un dottore in ospedale?
Senneff: Sì, è corretto.
Brazil: Il dottor Murray si offrì di eseguire lui stesso quella procedura nel tentativo di salvare la vita del signor Jackson?
Senneff: Francamente non ricordo cosa stesse offrendo di fare lui, ma che cosa lui stava chiedendo a noi di fare
Brazil: Lei ha detto che i paramedici non sono equipaggiati per questo tipo di procedura. Il dottor Murray vi ha detto: “ecco, io ho l’equipaggiamento, io o voi possiamo eseguire la linea centrale sul signor Jackson”?
Senneff: No, non l’ha fatto.
Brazil: Lui non offrì nessun equipaggiamento di nessun tipo per eseguire la procedura che lui aveva richiesto, giusto?
Senneff: Sì.
Brazil: Il dottor Murray vi chiese di eseguire qualche altra procedura o di somministrare qualche altro farmaco al signor Jackson?
Senneff: Sì, ci chiese di somministrare del magnesio, ma noi non l’avevamo.
Brazil: Il dottor Murray vi offrì lui del magnesio in modo che lui o voi poteste somministrarlo al signor Jackson nello sforzo di salvare la sua vita?
Senneff: No, non l’ha fatto.
Brazil ha mostrato a Senneff questo altro documento di prova dell’accusa:
Brazil: Signor Senneff, so che non riesce a vedere questo documento per intero, ma può descriverci di cosa si tratta?
Senneff: E’ il nostro rapporto medico che facciamo su tutti i contatti relativi al paziente.
Brazil: E’ stato lei a scrivere le informazioni che questo rapporto contiene?
Senneff: Sì.
Brazil: E’ formalmente conosciuto come documento di analisi 9902M?
Senneff: E’ corretto, è il 9902M.
Brazil: Questo documento contiene informazioni dettagliate relative al trattamento fornito dalla telefonata al 911 in risposta al 100 N Carolwood il 25 giugno 2009?
Senneff: Sì.
Brazil: Quando lei ha riempito questo documento?
Senneff: Dopo che la chiamata è terminata.
Brazil: L’informazione relativa agli orari della somministrazione dei farmaci di ripartenza contenuta in questo documento cominciano dalle 12:39 alle 12:50?
Senneff: Sì.
Brazil: E le informazioni relative alla pressione del sangue, polso, respirazione e così via sono letture che lei ha fornito, sono anch’esse contenute in questo documento, è corretto?
Senneff: Corretto.
Brazil: Lei ha registrato le informazioni relative alle informazioni dei farmaci fornite a voi dal dottor Murray anche sul modulo 9902, come aveva fatto sulle sue note scritte a mano sull’altro documento di prova?
Senneff: Sì.
Brazil: Dopo che la stazione dell’UCLA alle 12:57 comunicò che loro erano pronti a dichiarare l’ora del decesso, quali altri sforzi continuarono nella camera da letto?
Senneff: A quel punto noi sapevamo che dovevamo trasferirlo e sarebbe passato del tempo, perciò gli demmo del bicarbonato di sodio.
Brazil: Come risultato della somministrazione di bicarbonato di sodio al signor Jackson, ci fu qualche cambiamento nelle sue condizioni?
Senneff: No, non ce ne furono.
Brazil: Vennero fatti altri sforzi o vennero forniti altri farmaci al signor Jackson prima di trasportarlo?
Senneff: No.
Brazil: Quando il signor Jackson venne trasportato, fu portato dalla stanza del letto di piano di sopra al piano inferiore su una barella o su un asse di trasporto?
Senneff: Su un asse.
Brazil: Chi ha portato il signor Jackson sull’asse al piano di sotto?
Senneff: Tutti noi eravamo lì, voglio dire il nostro capitano dei vigili del fuoco, il nostro vigile del fuoco, il paramedico Goodwin, Blount ed io e l’ingegnere. Mentre scendevamo le scale, il paziente continuava ad essere ventilato.
Quando Michael venne portato al piano di sotto, il suo corpo venne trasferito dall’asse alla barella. Dopo questa operazione, Senneff risalì al piano di sopra per recuperare il suo equipaggiamento. Quando Senneff ritornò nella camera da letto, vide il dottor Murray. Senneff ha detto che: “Lui aveva una borsa in mano e stava raccogliendo delle cose dal pavimento. Era vicino al comodino”.
Brazil ha proiettato una foto chiedendo a Senneff di indicare con il laser dove vide il dottor Murray:
Brazil ha chiesto cos’è quell’oggetto blu che si vede nell’immagine e Senneff ha detto che è un pallone ambu.
Brazil: Quello è uno dei palloni ambu che lei o qualcuno della sua squadra ha usato per provare a rianimare il signor Jackson?
Senneff: No, signora.
Brazil gli ha chiesto di indicare dove lui stesso si trovava quando vide Murray in quel momento:
Senneff ha detto che dopo aver recuperato il suo equipaggiamento, riscese al piano inferiore andando verso l’ambulanza. A quel punto il dottor Murray era ancora nella stanza da letto. Ad un certo punto, il dottor Murray raggiunse l’area vicino all’ambulanza. Il signor Jackson era sull’ambulanza pronta a partire. Sull’ambulanza, Senneff era posizionato alla testa della barella, dove c’era la testa di Michael. Blount e Goodwin erano insieme a lui vicino al paziente e c’era anche Murray. Senneff ha detto che gli occhi di Michael erano ancora fissi e dilatati. La sua pelle era ancora tendente al blu, che significa che era cianotico. Era ancora attaccato al monitor cardiaco e continuava a non esserci alcun segnale di attività cardiaca. Sull’ambulanza, gli vennero ancora somministrati dei farmaci di ripartenza, un altro ciclo di epinefrina e atrofina, ma non ci fu nessun cambiamento nelle condizioni di Michael. Senneff osservò il dottor Murray parlare al telefono sull’ambulanza, ma non sa se fece lui la telefonata o rispose ad una chiamata ricevuta. Quello che vide fu il dottor Murray parlare al suo cellulare.
Senneff ha detto che non vide MAI segnali di vita su Michael in tutto il periodo in cui provò a rianimarlo. Quando loro arrivarono all’UCLA erano le 13:13 pm del 25 giugno 2009. Brazil ha evidenziato il tempo trascorso da Senneff vicino a Michael: 42 minuti. E Senneff ha ribadito che in quei 42 minuti non vide mai alcun segno di vita su Michael.
Brazil ha ringraziato il teste come per congedarlo, ma Walgren l’ha richiamata per suggerirle un altro paio di domande per Senneff.
Brazil: Lei ha detto che non c’erano apparecchiature mediche nella stanza da letto dove si trovavano il signor Jackson e il dottor Murray, più specificamente lei vide una macchina per l’elettrocardiogramma?
Senneff: No.
Brazil: Lei vide qualsiasi altro monitor per il cuore?
Senneff: No.
Brazil: Lei vide qualunque tipo di capnografo?
Senneff: No.
Brazil: Lei ha detto che il dottor Murray vi disse che il signor Jackson era un uomo in salute, non c’erano condizioni soggiacenti e che il dottor Murray gli aveva somministrato del Lorazepam, è corretto?
Senneff: Sì, è corretto.
Brazil: E che lo stava trattando per disidratazione e sfinimento, giusto?
Senneff: Sì.
Brazil: Il dottor Murray le disse mai di aver somministrato il propofol a Michael Jackson?
Senneff: No.
Brazil: Il dottor Murray le menzionò mai la parola propofol nel periodo di tempo in cui lei era sul posto o in sua presenza?
Senneff: No, non ha mai menzionato la parola propofol.
Brazil: E quando lei tornò su in camera da letto per recuperare il suo equipaggiamento, il dottor Murray era da solo nella stanza?
Senneff: Sì.
CONTROINTERROGATORIO DI NAREG GOURJIAN:
Gourjian gli ha chiesto di chiarire ancora a che ora Senneff prese la chiamata in risposta a Carolwood alla stazione e Senneff ha ribadito le 12.22 pm. Senneff ha risposto che l’orario della sala operativa è lo stesso, 12.22 pm.
Gourgjian: E lei sa che la chiamata al 911 venne fatta alle 12:20 pm?
Senneff: Io so che erano le 12:21 pm.
Gourjian: Le 12:21 pm alle quali lei si riferisce sul documento telescritto, non è quando il Beverly Hills ha trasferito la chiamata al call center di Los Angeles?
Senneff: Non lo so.
Gourjian: Ok, perciò lei è d’accordo che la registrazione del dipartimento di polizia di Beverly Hills probabilmente è più accurato?
Obiezione dell’accusa, accolta dal giudice.
Gourjian: Lei oggi è consapevole che la chiamata al 911 venne fatta alle 12:20 pm?
Senneff: Non sono consapevole di questo, io non so esattamente cosa succede quando tu prendi la telefonata e a chi va e quando è al Beverly Hills.
Gourjian: Ok, allora lei è consapevole che quando la telefonata al 911 venne fatta alle 12:20 pm…
Obiezione dell’accusa: la difesa sta falsificando la testimonianza. Accolta dal giudice. Gourjian invitato a riformulare la domanda.
Gourjian: Lei sa che quando qualcuno a Beverly Hills fa una telefonata al 911, questa viene spedita al dipartimento di polizia di Beverly Hills?
Senneff: No, non sono consapevole di questo.
Gourjian: Lei sa che dopo che la telefonata è stata trasferita al dipartimento di polizia di Beverly Hills, la chiamata viene trasferita al dipartimento di polizia di Los Angeles?
Senneff: Sì.
Gourjian: E da lì la chiamata viene trasferita alla stazione dei vigili del fuoco n° 71, è corretto?
Senneff: Corretto.
Gourjian: E approssimativamente a che ora è arrivata lì la telefonata al 911?
Senneff: Alle 12:22 alla nostra stazione.
Gourjian ha chiesto a Senneff di confermare il fatto che lui quando prese la chiamata non sapeva che si trattasse del signor Jackson, ma solo di un uomo di 50 anni. Senneff ha ribadito che quando entrò nella stanza, il paziente era molto pallido e sottopeso.
Gourjian: E io penso che lei precedentemente abbia testimoniato che era così magro che lei riusciva a vedergli le costole, è corretto?
Senneff: Corretto.
Gourjian: Questa persona le apparve molto malata?
Senneff: Sembrava che avesse problemi di salute cronici.
Gourjian: Ok, ed è giusto dire che lui avesse le caratteristiche fisiche di qualcuno che era stato dipendente dai farmaci per molto tempo?
Senneff: Questa è una dichiarazione ardua, le persone che hanno malattie croniche possono sembrare tante cose, io ho visto dipendenti dai farmaci sovrappeso e ho visto dipendenti dai farmaci sottopeso. Perciò, io ho solo riconosciuto ciò che ho pensato fosse una malattia cronica.
Senneff ha detto che quando loro arrivarono a Carolwood i cancelli della proprietà erano in corso di apertura, loro arrivarono dentro e vennero accolti dalla sicurezza, una di loro li scortò al piano di sopra. Senneff ha ricordato che la porta della stanza da letto di Michael era aperta e le prime cose che vide furono il dottor Murray, in piedi vicino al letto e chinato sul paziente, la guardia del corpo, altrettanto chinata sul paziente e il paziente stesso sul letto.
Gourjian: Ok, e io credo che lei precedentemente abbia testimoniato che quando lei mise piede nella stanza per la prima volta, il signor Jackson era ancora sul letto, è corretto?
Senneff: In realtà era in corso lo spostamento del suo corpo, perciò la parte superiore del torso era ancora sul letto e i suoi piedi erano sul pavimento nel processo di spostarli.
Gourjian a questo punto ha ripreso la foto della stanza di Michael e ha chiesto a Senneff di descrivere la posizione del suo corpo in quel momento preciso:
Gourjian: Perciò, la parte superiore del suo corpo era ancora sul letto, è corretto?
Senneff: Sì.
Gourjian: A che ora voi arrivaste alla residenza di Carolwood?
Senneff: Alle 12:26 pm credo.
Gourjian: E a che ora arrivaste al piano di sopra dal signor Jackson?
Senneff: In meno di un minuto.
Gourjian: Quindi, approssimativamente alle 12:27 pm?
Senneff: Sì.
Gourjian: Lei ha visto qualche tubicino per l’endovenosa collegato al signor Jackson?
Senneff: Sì, io ho visto un tubicino collegato alla sua fascia sinistra.
Gourjian: E quello è successo circa alle 12:27, giusto?
Senneff: Sì.
Gourjian: Perciò, il tubicino per l’endovenosa era ancora nella sua gamba, giusto?
Senneff: Sì.
Gourjian: Ha visto altro attaccato al Signor Jackson in quel momento?
Senneff: No.
Gourjian: Poco dopo lei ha cominciato a fare delle domande al dottor Murray, giusto?
Senneff: Sì.
Gourjian: E il dottor Murray infatti cominciò a rispondere alle sue domande e a darle delle informazioni, giusto?
Senneff: Sì.
Gourjian: Il dottor Murray le disse che era il medico personale del signor Jackson, è corretto?
Senneff: Sì.
Gourjian: Il dottor Murray le disse anche che il signor Jackson aveva fatto le prove quella notte, giusto?
Senneff: Io non sentii cosa disse nella prima parte, io gli sentii dire “16 ore la scorsa notte”.
Gourjian: E il dottor Murray le disse anche che stava trattando il signor Jackson per sfinimento, è corretto?
Senneff: Sì. Per sfinimento e idratazione.
Gourjian: E lei chiese anche al dottor Murray se il signor Jackson era sotto l’effetto di qualche sostanza stupefacente, è corretto?
Senneff: Non ricordo se gliel’ho chiesto, è una domanda che chiedo in genere, ma non penso di averglielo chiesto.
Gourjian: Ok, pensa che gliel’abbia chiesto qualcuno della sua squadra?
Obiezione dell’accusa per speculazione, accolta dal giudice.
Gourjian ha chiesto a Senneff se confermava che Murray gli disse di aver dato un sedativo a Michael per aiutarlo a dormire, nello specifico il Lorazepam. Senneff ha detto di sì e ha risposto alla domanda se lui avesse familiarità o meno con il Lorazepam, che non lo era particolarmente. Gourjian gli ha fatto notare che nelle udienze preliminari Senneff aveva detto che pensava che Murray non gli avesse risposto immediatamente alle sue domande perché era occupato. Senneff ha detto che in verità non ricordava cosa avesse detto specificamente, ma sì, Murray era molto occupato. Senneff ha ripetuto che ad un certo punto lui ed il vigile del fuoco Heron, che Senneff ha descritto come una persona di corporatura grossa e forte, spostarono il corpo di Michael ai piedi del letto. Senneff ha poi confermato che poco dopo cominciarono le compressioni del CPR sul petto di Michael eseguite dal vigile del fuoco Heron, mentre la ventilazione era eseguita da Blount.
Gourjian: Perciò, c’erano due paramedici ad eseguire le compressioni del CPR sul signor Jackson, è corretto?
Senneff: No, non è corretto. Heron stava eseguendo il CPR e Blount la ventilazione e l’intubazione, il paramedico Goodwin stava rilevando il tracciato dell’EKG e come ho detto, io stavo raccogliendo informazioni.
Gourjian ha fatto notare che a quel punto essenzialmente c’erano due persone sul corpo di Michael: Heron per il CPR e Blount per la ventilazione. Gourjian ha chiesto se questo era insolito e Senneff ha detto di no. Gourjian ha quindi chiesto se poteva essere ritenuto insolito che Murray avesse chiesto collaborazione per il CPR e Senneff ha detto di no, che era d’accordo con Gourjian quando questi ha ricordato che nelle linee guida del CPR la cooperazione fra più persone è incoraggiata.
PAUSA PRANZO
Gourjian ha ripreso a controinterrogare il teste sul CPR. Ha chiesto a Senneff se è giusto dire che una rianimazione dovrebbe essere condotta nel luogo in cui il paziente viene trovato. Senneff ha risposto che non sarebbe corretto. Gourjian allora ha ricordato che prima lui aveva testimoniato di avere familiarità con le linee guida dell’American Heart Association (su cui, dice Gourjian: “si legge che a causa della difficoltà di fornire efficaci compressioni sul petto mentre un paziente viene spostato durante il cpr, la rianimazione dovrebbe essere condotta dove il paziente viene trovato” (GOURJIAN DIMENTICA L’AVVERBIO “GENERALMENTE” dopo “dovrebbe essere”: http://circ.ahajournals.org/content/122/18_suppl_3.toc) e ha chiesto a Senneff se era d’accordo con questo, Senneff ha detto di sì.
Gourjian ha chiesto se Michael aveva collegata anche una cannula nasale alle sue narici, oltre all’endovenosa nella gamba cui Senneff aveva precedentemente testimoniato, e Senneff ha detto che lui non l’ha vista.
Gourjian: Se tu stai eseguendo adeguate ed efficaci compressioni sul petto, che sono fornite ad un ritmo appropriato, è irrilevante che esse vengano effettuate su un letto oppure sul pavimento, è corretto?
Senneff: Corretto.
Gourjian ha poi ripreso la questione sulla pulsazione femorale sentita solamente da Murray. Ha chiesto a Senneff se lui riteneva che Murray avesse avuto qualche proposito di malafede nel fare quell’osservazione e Senneff ha detto di no, confermando anche la sua precedente testimonianza in cui aveva detto che quando un CPR viene eseguito bene, è comune rilevare una pulsazione femorale.
Gourjian: Perciò, è molto probabile che il dottor Murray effettivamente abbia percepito quella pulsazione, è corretto?
Senneff: Sì.
Gourjian: Ed è precisamente il motivo per il quale voi interrompeste le compressioni, giusto?
Senneff: Sì.
Gourjian: Voi volevate controllare per vedere se c’era davvero una pulsazione oppure una pulsazione artificiale, dovuta solo alle compressioni, giusto?
Senneff: Sì.
Senneff ha confermato che lui voleva trasferire Michael in ospedale così come aveva esternato il dottor Murray. Gourjian ha fatto notare che nella sua telefonata all’UCLA, Senneff disse: “il dottore vuole assolutamente trasportarlo in ospedale”. Senneff ha detto che lui condivideva sia perché si trattava di una persona vip, sia perché potenzialmente si trattava di un arresto cardiaco avvenuto recentemente.
Gourjian: Così, poi il dottor Murray assunse il controllo con piena responsabilità e per questo vi chiese di salire sull’ambulanza, giusto?
Senneff: Sì.
Gourjian: E questo rispetta il protocollo, giusto?
Senneff: Sì.
Gourjian ha poi fatto notare che quando Senneff risalì al piano di sopra per recuperare il suo equipaggiamento e vide Murray raccogliere delle cose, il dottor Murray lo fece apertamente innanzi a lui, senza chiedergli di lasciare la stanza o cose del genere. Senneff si è anche detto d’accordo quando Gourjian ha detto che recuperare l’equipaggiamento lasciato indietro è la cosa da fare appropriata e ragionevole da un punto di vista medico, specialmente in una residenza dove ci sono bambini. Senneff ha detto che non ha visto cosa esattamente Murray stesse raccogliendo e che il tempo trascorso fra quando vide Murray nella stanza e quando lo rivide all’ambulanza per unirsi alla sua squadra è di circa un minuto. Senneff ha ribadito di non ricordare nulla di specifico in merito alla conversazione telefonica di Murray sull’ambulanza.
Gourjian gli ha chiesto se era giusto dire che Murray avesse partecipato attivamente ai tentativi di rianimazione fatti dalla squadra di soccorso, ovvero Murray non parlava al telefono o stava al computer, ma cercava di aiutarli in tutti i modi a lui possibili e Senneff ha detto che era corretto dire questo. Gourjian ha chiesto a Senneff se un altro dei segnali di un CPR efficace sia la frattura delle costole, Senneff ha detto che quando si cominciano le compressioni al petto è comune sentire un “crack” all’altezza dello sterno, ma ha detto di non sapere che le costole di Michael si fratturarono.
Gourjian ha poi fatto riferimento alle domande della Brazil sul propofol e ha chiesto a Senneff se lui ha familiarità con il propofol e lui ha risposto di no.
Gourjian: Prima lei ha menzionato PEA (Pulseless Electrical Activity), è l’attività elettrica senza polso? Può spiegare ai giurati che significa?
Senneff: Sul monitor cardiaco, voi normalmente potete vedere il ritmo del cuore, sono quei movimenti familiari a tutti. L’attività elettrica senza polso è quando c’è un’attività elettrica minore sul monitor ma non c’è nessuna pulsazione dentro al paziente, che è come dire che il cuore di per sé non si sta contraendo e non sta pulsando, ma lo stimolatore cardiaco da qualche parte nel cuore può ancora scaricare un’attività elettrica.
Gourjian: E il signor Jackson in questo caso aveva una PEA, è corretto?
Senneff: Era una combinazione di asistolia e PEA.
Gourjian: Era all’inizio asistolico e poi PEA?
Senneff: Oscillava fra i due.
Gourjian: E quando un paziente è PEA, c’è un certo protocollo da seguire, giusto? Ci sono solo dei trattamenti possibili, perché ad esempio un paziente PEA non può essere defibrillato, è corretto?
Senneff: Sì.
Gourjian: Quello che è possibile con un paziente PEA è eseguire il CPR e somministrare farmaci come epinefrina e atropina, giusto?
Senneff: Sì.
Gourjian: C’è qualcos’altro che può essere fatto?
Senneff: Bicarbonato di sodio, come abbiamo dato noi, e qualche volta il cloruro di calcio
Gourjian: Perciò, non è vero che voi non avreste fatto assolutamente nulla di diverso perché non potevate, anche se il dottor Murray avesse menzionato il propofol?
Il giudice ha accolto l’obiezione dell’accusa per speculazione e mancanza di fondamento.
RIPRESA INTERROGATORIO BRAZIL:
Brazil: Signor Senneff, l’avvocato Gourjian nel suo interrogatorio ha caratterizzato le attività dei vostri sforzi di rianimazione come se fossero state una sorta di azioni caotiche e confusionali, ricorda questo?
Senneff: Sì.
Brazil: C’era una qualche forma di confusione o caos durante l’esecuzione delle attività di rianimazione supervisionate da lei ed effettuate dalla sua squadra?
Senneff: No, non c’era.
Brazil: Riguardo al tubicino dell’endovenosa, lei non sa se è stato riposizionato, rimosso, posizionato ancora prima del suo arrivo, giusto?
Senneff: Prima del mio arrivo non lo so.
Brazil: Riguardo alla pulsazione femorale avvertita da Murray, come risultato dal processo di verifiche fatte da lei e dalla sua squadra, lei è convinto che il polso fosse il risultato delle compressioni e non una vera pulsazione nel corpo del signor Jackson, è corretto?
Senneff: Sì.
Brazil: L’avvocato Gourjian le ha chiesto di caratterizzare le sue osservazioni sul dottor Murray quando lei tornò nella camera da letto per recuperare il suo equipaggiamento. Caratterizzerebbe la sua osservazione dello sguardo del dottor Murray in quel momento?
Senneff: Lui era sorpreso di vedermi. Dallo sguardo sul suo viso, ebbi l’impressione che lui fosse sorpreso di veder rientrare qualcuno nella stanza.
Brazil: Lo caratterizzerebbe come uno sguardo allucinato?
Senneff: Sì, lo caratterizzerei in quel modo.
Brazil: E lei ha anche testimoniato prima che quando vide il dottor Murray vicino al comodino, lui tra le mani aveva anche un sacchetto dell’immondizia, è corretto?
Senneff: Sì.
Brazil: Durante i 42 minuti nei quali lei è stato vicino al corpo di Jackson, ha mai rinvenuto in esso un qualche segno di vita?
Senneff: No.
RIPRESA CONTROINTERROGATORIO DI GOURJIAN:
Gourjian: Lei quando stimerebbe che sia avvenuto l’arresto cardiaco del signor Jackson?
Senneff: E’ molto difficile fare una congettura su questo.
Gourjian: Ok, nelle sue udienze preliminari però lei aveva indicato dai 20 ai 25 minuti (prima del loro arrivo, ndr)
Senneff: Mi è stato chiesto molte volte e alla fine ho detto almeno 20 minuti prima che arrivassimo lì.
Gourjian: Perciò, visto che siete arrivati lì alle 12:26 pm, le 12:05 sarebbe approssimativamente l’ora in cui è avvenuto l’arresto cardiaco?
Obiezione dell’accusa per falsificazione della testimonianza, accolta dal giudice.
Gourjian: Lei non ha visto cosa raccogliesse il dottor Murray quando lei è entrato nella stanza?
Senneff: No.
Gourjian: Potrebbe essere stato il suo portafoglio…
Obiezione dell’accusa per speculazione, accolta dal giudice.
Gourjian: Di nuovo, non le chiese di chiudere gli occhi o lasciare la stanza?
Senneff: No, non lo fece.
RIPRESA INTERROGATORIO DI BRAZIL:
Brazil: Signor Senneff, è accurato dire che durante l’udienza preliminare lei ha testimoniato che l’arresto cardiaco potrebbe essere avvenuto dai 20 ai 60 minuti prima del vostro arrivo?
Senneff: Sì, è corretto.
RIPRESA CONTROINTERROGATORIO DI GOURJIAN:
Gourjian: Signor Senneff, lei ha detto che quando tornò nella stanza e vide il dottor Murray, l’espressione del dottor Murray era di sorpresa?
Senneff: Sì.
Gourjian: Perciò, lui era solo sorpreso che qualcuno fosse entrato, è corretto?
Senneff: Io non lo so per cosa era sorpreso.
Gourjian: Ok, lui non smise di fare quello che stava facendo, lui continuò a raccogliere le cose, corretto?
Senneff: Sì.
http://www.truth4mj.it/mj/index.php?option=com_content&view=article&id=215:processo-murray-4d-giorno-30-settembre-2011-testimonianza-di-richard-senneff&catid=41:people-vs-murray&Itemid=71
Re: Udienza del 30/09/2011 Trascrizione completa
Testimonianza di Martin Blount
Quarto testimone per l'accusa nella 4° giornata del processo a Conrad Murray il paramedico Martin Blount, interrogato dal procuratore Deborah Brazil.
Lavora come paramedico per il LAFD. Sono 20 anni che presta servizio nel LAFD, ma è diventato paramedico nel 1999. E’ stato formato dai dottori e dagli infermieri dell’UCLA. Ogni due anni devono fare un tirocinio di aggiornamento di 48 ore.
Il 25 giugno 2009 era assegnato alla stazione n° 71 situata al 107 di South Beverly Glen Boulevard all’angolo con Sunset Beverly Glen. Risposero alla radio chiamata arrivata alla sua stazione approssimativamente alle 12:21 pm che li dirigeva al 100 North Carolwood Drive, che è sostanzialmente in fondo alla strada dalla loro stazione. Lui era l’autista dell’ambulanza di soccorso che arrivò alla residenza di Michael, il passeggero era il paramedico Richard Senneff. Blount parcheggiò il veicolo davanti all’ingresso principale della casa. Poi, entrò nella casa assistito dal personale di sicurezza del posto. Gli altri membri della sua squadra, oltre al suo partner Senneff, erano il loro capitano Jeff Mills, il vigile del fuoco Brett Herron e il paramedico Richard Senneff. Blount ha confermato di non essere stato il primo della sua squadra ad entrare nella stanza da letto.
Brazil: Quando lei è entrato per la prima volta nella stanza da letto, cosa vide?
Blount: Un uomo che giaceva sul letto.
Brazil: Il paziente era completamente sul letto o parzialmente sul letto?
Blount: Completamente sul letto.
Blount ha identificato l’imputato Murray come seconda persona che vide entrando nella camera da letto.
Brazil: Mi dica cosa ha visto fare alle persone entrate prima di lei.
Blount: Mark Goodwin e Brett Herron stavano assistendo il dottor Murray, aiutando a spostare il soggetto dal letto al pavimento.
Brazil: Lei ha visto qualcun altro nella stanza da letto oltre al dottor Murray ed i membri della sua squadra?
Blount: No.
Brazil: Descriva le sue osservazioni sul dottor Murray quando lei entrò nella stanza.
Blount: Era un po’ congestionato, stava sudando abbondantemente e appariva agitato.
Brazil: Quando lei entrò nella stanza, gli sentì dire qualcosa?
Blount: Sì, disse: “ha bisogno di aiuto, potete aiutarlo perfavore?”
Brazil: Come autista dell’ambulanza di soccorso, lei ha un particolare ruolo preassegnato da eseguire nel momento in cui arriva sul posto dell’emergenza?
Blount: Sì.
Brazil: Qual era il suo ruolo designato quando lei arrivò a Carolwood?
Blount: Io ero l’autista ed ero anche considerato una “persona per il paziente” (significa che partecipa attivamente al soccorso, ndr) ed il mio lavoro iniziale è il trattamento e la valutazione del paziente.
Brazil: Quindi lei aveva direttamente le sue mani sul paziente, è corretto?
Blount: Sì.
Brazil: E il suo partner Richard Senneff, il suo partner, aveva un ruolo diverso?
Blount: Sì.
Brazil: Lui era la persona addetta alle comunicazioni, che ottiene informazioni e le trasmette al personale di soccorso situate non sul posto?
Blount: Sì.
Brazil: Quando lei entrò nella stanza e vide il paziente, riconobbe chi era il paziente?
Blount: Sì, immediatamente. Riconobbi che si trattava di Michael Jackson.
Brazil: Lei vide i suoi colleghi riposizionare il signor Jackson ai piedi del letto?
Blount: Sì.
Brazil: Una volta che il signor Jackson venne riposizionato ai piedi del letto, lei cominciò particolari sforzi come parte del suo ruolo designato?
Blount: Sì, quando noi arrivammo sulla scena, la prima cosa che feci è stata prendere la mia cassetta medica ed il mio defibrillatore. Quando approcciai il paziente, iniziai fondamentalmente le operazioni di rianimazione, uno dei membri della squadra cominciò ad eseguire le compressioni ed io cominciai a dare ventilazione al paziente, tirai fuori il mio pallone ambu e iniziai a far respirare il paziente.
Brazil: Focalizziamoci sul suo lavoro, indipendentemente dalla rianimazione cardiopolmonare. Il suo lavoro era dare aria al signor Jackson?
Blount: Sì.
Brazil: Caratterizzerebbe la sua come la funzione di rianimazione più urgente che dovrebbe cominciare subito e che lei ha cominciato subito?
Blount: Sì.
Brazil: Prima di introdurre il pallone ambu nei suoi sforzi, lei ha usato un soppressore della lingua?
Blount: Sì, si chiama ventilazione opa, (oropharyngeal airway), oro-faringea e si usa un soppressore della lingua per tenere ferma la lingua ed evitare che vada all’indietro e blocchi la ventilazione. Poi, ho inclinato un po’ all’indietro la testa del paziente in modo da non avere nessuna ostruzione e avere una visione chiara dei polmoni. Ho quindi usato il pallone ambu che è un metodo più efficiente della respirazione bocca a bocca e ho attaccato la mia bombola di ossigeno per la ventilazione del paziente.
Blount ha detto che per effettuare queste operazioni di base ha impiegato circa un minuto. Dopo di queste, ha cominciato le operazioni di supporto avanzato inserendo un tubo endotracheale nella gola del paziente, attaccando questo tubo sempre alla sua propria bombola di ossigeno. Per queste operazioni avanzate, ha impiegato 45 secondi.
Brazil gli ha chiesto di dare le sue osservazioni sulle condizioni fisiche di Michael dopo quei 90 secondi circa di assistenza.
Blount: Non respirava, non si muoveva ed i suoi occhi erano fissi e dilatati.
Brazil gli ha chiesto di esprimere la sua opinione se Michael fosse vivo o morto sulla base della sua esperienza di paramedico da 11 anni in situazioni di emergenza e di arresto cardiaco.
Blount: Per me era morto.
Blount ha confermato che mentre lui lavorava alla respirazione del paziente, gli altri suoi colleghi effettuavano il cpr e i tentativi del paramedico Senneff di ottenere informazioni.
Brazil: Lei osservò dell’equipaggiamento medico all’interno della stanza in prossimità di dove voi eravate posizionati?
Blount: Sì, osservai una bombola di ossigeno, un lungo tubo con una cannula nasale ad esso collegata che era sul viso di Michael, un’endovenosa attaccata alla sua gamba destra e una sacca di 1000 cc attaccata allo stand dell’endovenosa.
Blount ha detto di non aver visto nessuna macchina di monitoraggio del cuore e ha detto di non aver visto né un capnografo né un pulsi ossimetro vicino al corpo di Michael.
Blount ha confermato di non aver visto nessuna attività e nessun ritmo cardiaco sul monitor del paramedico Senneff collegato a Michael. Il paziente era asistolico, la linea del cuore era piatta.
Brazil: Lei ha sentito il paramedico Senneff porre al dottor Murray specifiche domande sulle condizioni mediche, sul trattamento e sui farmaci relativi a Michael Jackson?
Blount: Sì.
Brazil: Lei ha sentito il signor Senneff chiedere al dottor Murray se Michael Jackson stava assumendo dei farmaci?
Blount: Sì.
Brazil: Cosa sentì rispondere dal dottor Murray?
Blount: “No”.
Brazil: Lei sentì il signor Senneff chiedere se c’erano delle condizioni mediche pre-esistenti che poteva avere il signor Jackson?
Blount: Sì e il dottor Murray replicò: “no”.
Brazil: Lei sentì dire da Murray al signor Senneff che il paziente era un uomo di 50 anni in salute?
Blount: Sì.
Brazil: Lei sentì il dottor Murray dire quali trattamenti lui stava fornendo al signor Jackson?
Blount: Sì, gli sentì dire: “una normale sacca salina” dovuta al fatto che Michael Jackson aveva fatto le prove per 16 ore, era tornato a casa decisamente esausto e disidratato e lui voleva reidratarlo.
Brazil: Lei sentì chiedere dal signor Senneff al dottor Murray se il signor Jackson stesse assumendo una qualche sostanza stupefacente?
Blount: Sì e Murray replicò: “no”.
Blount ha confermato che nel tentativo di prestare assistenza a Michael gli vennero somministrati i farmaci di ripartenza epinefrina e atropina e per fare questo in uno dei tentativi fatti con questi farmaci il paramedico Mark Goodwin provò molte volte a localizzare una vena sulle braccia di Michael senza riuscirvi. Quindi, il paramedico Senneff localizzò la vena giugulare sul collo di Michael per somministrargli un altro ciclo di farmaci di ripartenza.
Brazil ha mostrato a Blount questa foto chiedendogli di indicare la sua posizione vicino al corpo di Michael:
Blount ha detto che mentre si trovava lì, notò sul pavimento tre fiale aperte di lidocaina, posizionate in questo modo sulla stessa immagine proiettata dalla Brazil:
2 fiale di lidocaina erano sul parquet mentre la terza era vicina alla bombola di ossigeno sul tappeto.
Brazil ha chiesto a Blount se i paramedici portano con sé della lidocaina durante le loro operazioni di soccorso e Blount ha detto di no.
Brazil: Lei ha detto di aver sentito il signor Senneff porre delle domande al dottor Murray nello sforzo di ottenere delle informazioni. Ha mai sentito dire dal dottor Murray che stava somministrando della lidocaina a Michael Jackson?
Blount: No.
Brazil: Ha mai sentito dire dal dottor Murray che stava somministrando del propofol a Michael Jackson?
Blount: No.
Brazil: Lei ha sentito il dottor Murray parlare di un qualunque farmaco che stava dando al signor Jackson?
Blount: No.
Brazil: Lei ha mai sentito che qualcuno durante gli sforzi di rianimazione dicesse di aver sentito una pulsazione nel corpo del signor Jackson?
Blount: No.
Brazil: Lei ha mai sentito il dottor Murray indicare di aver sentito lui una pulsazione nel corpo del signor Jackson?
Blount: No.
Brazil: Lei ricorda di aver testimoniato nelle udienze preliminari che lei sentì il dottor Murray dire che lui aveva avvertito una pulsazione nella regione femorale e a quel punto lei osservò uno strumento medico localizzato sul corpo del signor Jackson?
Blount: Sì.
Brazil: Questo le rinfresca la memoria?
Blount: Sì.
Brazil: Cosa sentì dire dal dottor Murray in merito al fatto di aver avvertito una pulsazione?
Blount: Lui era vicino alla zona inguinale del signor Jackson e gli sentì dire che aveva avvertito una pulsazione.
Brazil: Nel momento in cui l’imputato dichiarò questo, stavano avvenendo delle compressioni sul petto del paziente?
Blount: Sì e in corrispondenza di questo le compressioni furono interrotte, è importante per verificare se si tratti di una pulsazione artificiale dovuta alle compressioni oppure no.
Brazil: Quando le compressioni cessarono, qualcun altro avvertì una pulsazione?
Blount: No.
Blount ha confermato che mentre venivano effettuate le manovre di rianimazione, il paramedico Senneff era in comunicazione radio con la stazione base dell’UCLA per informare sulle condizioni del paziente e che dall’UCLA alle 12:57 pm arrivò la comunicazione che ogni altro sforzo da parte della squadra di soccorso sarebbe stato inutile e che erano pronti a proclamare l’ora del decesso. Blount ha confermato anche di non aver mai rinvenuto alcun segnale di vita in Michael per tutto il tempo che lui gli prestò assistenza.
Brazil: Dopo che l’UCLA comunicò che loro erano pronti a proclamare l’ora del decesso, il dottor Murray richiese di assumere il controllo del paziente, è corretto?
Blount: Sì.
Brazil: E poco dopo, il signor Jackson venne preparato per essere trasferito dalla residenza all’ospedale UCLA, giusto?
Blount: Sì.
Blount ha detto che per agevolarne il trasporto, Michael venne messo su un asse e portato giù per le scale da tutto il personale paramedico.
Brazil: Prima che il signor Jackson venisse trasportato, lei vide il dottor Murray fare qualcosa con quei flaconi di lidocaina che in precedenza ha testimoniato di aver visto sul pavimento?
Blount: Sì, lui li raccolse e li mise in una borsa nera.
Blount ha detto di non ricordare da dove provenisse quella borsa, ma di averla semplicemente vista comparire a quel punto nelle mani di Murray.
Blount ha indicato la posizione del dottor Murray in questo momento sull’immagine della stanza da letto di Michael:
Brazil: Ha mai visto quei flaconi di nuovo?
Blount: No.
Brazil: E ovviamente lei e gli altri vi stavate preparando per trasportare il signor Jackson al piano di sotto per trasferirlo in ospedale?
Blount: Sì.
Blount ha detto di essere salito sull’ambulanza posizionato vicino alla testa di Michael. Sul paziente continuavano ad essere eseguite manovre di rianimazione, inclusa la somministrazione di farmaci di ripartenza. Nonostante questo, Blount non notò mai alcun cambiamento nelle condizioni di Michael. Blount ha confermato di aver visto il dottor Murray parlare al telefono sull’ambulanza di soccorso dove era salito anche lui e di aver brevemente ascoltato cosa stava dicendo.
Blount: Disse: “Si tratta di Michael e non sembra stare bene”.
Blount non sentì con chi Murray stesse parlando al telefono.
Brazil: Signor Blount, lei ha indicato che lei vide il dottor Murray toccare nella zona inguinale del signor Jackson quando lui disse di aver sentito una pulsazione femorale, è corretto?
Blount: Sì.
Brazil: Vide qualcosa sul corpo del signor Jackson in quel momento?
Blount: Sì, vidi sul paziente un catetere a sistema condom.
Brazil: E lei sentì chiedere dal paramedico Senneff al dottor Murray da quanto tempo il paziente era collassato?
Blount: Sì, Murray rispose che era collassato da circa un minuto.
Brazil: Nelle sue osservazioni e valutazioni del signor Jackson mentre lei gli stava fornendo le operazioni di rianimazione, lei notò anche la temperatura del suo corpo?
Blount: Sì, era caldo perché era nel letto.
Brazil: Quando lui era sul pavimento e lei lo stava assistendo, la sua pelle era fredda al tatto?
Blount: Sì, era fredda.
Brazil: E lei ha descritto per noi le sue osservazioni sugli occhi fissi e dilatati del signor Jackson e la mancanza assoluta di attività del suo cuore quando fu collegato al monitor subito dopo il vostro arrivo, queste osservazioni sulle sue condizioni fisiche e la sua attività cardiaca sul monitor combaciano con quello che lei sentì dire dal dottor Murray riguardo al fatto che il signor Jackson era collassato solamente da un minuto prima del vostro arrivo?
Blount: Sì.
Brazil: Aveva senso per lei?
Blount: No, non aveva senso.
Brazil: In che modo contraddiceva quello che lei aveva visto?
Blount: Le sue condizioni ci dicevano che lui era collassato da più di un minuto.
Brazil: Perciò, l’informazione che lui fosse collassato da un minuto, secondo le sue osservazioni, la sua valutazione e la sua esperienza di paramedico, non era corretta, giusto?
Blount: Sì.
PAUSA DI META’ POMERIGGIO
CONTROINTERROGATORIO DI NAREG GOURJIAN:
Gourjian: Signor Blount, lei ricorda a che ora arrivò alla residenza di Carolwood?
Blount: No.
Gourjian: Se le dico le 12:26 pm, le sembra accurato?
Blount: Sì.
Gourjian: E quando lei arrivò mi sembra che abbia detto che parcheggiò il veicolo e prese il suo equipaggiamento, giusto?
Blount: Sì.
Gpurjian: E poi lei proseguì su al piano di sopra dov’era il signor Jackson?
Blount: Sì.
Gourjian: E lei ha detto che c’erano altri membri della sua squadra che arrivarono nella stanza prima di lei, giusto?
Blount: Sì.
Gourjian: Ma quando lei entrò nella stanza per la prima volta, il signor Jackson era ancora sul letto, è corretto?
Blount: Sì.
Gourjian: Il suo intero corpo era sul letto, è corretto?
Blount: Sì.
Gourjian ha chiesto a Blount di indicargli sulla foto del letto di Michael la posizione del suo corpo:
Gourjian: Lei ha testimoniato che lui aveva un’endovenosa attaccata alla gamba, una cannula nasale collegata alle sue narici che era attaccata ad una bombola di ossigeno e un catetere a sistema condom, giusto?
Blount: Sì.
Gourjian: E questo era tutto lì sul posto approssimativamente alle 12:26-12.27 pm, è corretto?
Blount: Sì.
Gourjian: Lei ha descritto il signor Jackson molto pallido e magro, è corretto?
Blount: Sì.
Gourjian ha richiamato l’attenzione di Blount su questo strumento nero che si vede sopra al letto di Michael:
Gourjian: Lei riconosce questo strumento nero sul letto, sa cos’è?
Blount: No.
Gourjian: E’ un qualche tipo di monitor o apparato medico?
Obiezione dell’accusa per speculazione. Il giudice ha chiesto a Blount se avesse un’idea su cosa fosse quello strumento, Blount ha detto di no ed il giudice ha accolto l’obiezione.
Gourjian: La prima volta che lei vide il dottor Murray, lei ha detto che stava sudando abbondantemente ed era molto agitato e disse: “perfavore, aiutatelo, non respira”, è corretto?
Blount: Sì.
Gourjian: E poi poco dopo penso lei abbia testimoniato che il signor Jackson venne spostato sul pavimento, è corretto?
Blount: Sì.
Gourjian: E chi fece questo?
Blount: Parte della mia squadra, signore. Il vigile del fuoco Goodwin, il vigile del fuoco Herron e il signor Murray.
Gourjian: C’era qualcun altro ad assisterli?
Blount: No.
Gourjian: Perciò, erano solo in tre a spostare il signor Jackson dal letto al pavimento, corretto?
Blount: Sì.
Gourjian: E poi, lei ha indicato che ci furono delle domande al dottor Murray che indicò di star trattando il paziente per idratazione e sfinimento, giusto?
Blount: Sì.
Gourjian: E al dottor Murray venne chiesto se il signor Jackson era sotto l’effetto di stupefacenti e rispose di no, corretto?
Blount: Sì.
Gourjian: E poi al dottor Murray fu chiesto se il signor Jackson stava assumendo altri farmaci, giusto?
Blount: Sì.
Gourjian: E quale fu la sua risposta?
Blount: “No”.
Gourjian: Lei è sicuro di questo, lo riconferma oggi?
Blount: Sì.
Gourjian: Non è vero che il dottor Murray disse al signor Senneff di aver somministrato al signor Jackson del Lorazepam?
Blount: Io non lo sentii.
Gourjian: Quindi, lei non sentì dire dal dottor Murray al signor Senneff di aver dato del Lorazepam al signor Jackson per aiutarlo a dormire?
Blount: No, non lo sentii.
Gourjian: Lei prima ha testimoniato di aver sentito il dottor Murray dire che il signor Jackson era collassato da un minuto.
Blount: Sì.
Gourjian: Non è vero che infatti il dottor Murray disse: “è collassato da un minuto prima che venisse chiamato aiuto?”
Blount: No, io non sentii dire questo.
Gourjian: Ne è sicuro?
Blount: Sì.
Gourjian: E’ sicuro che lui fosse consapevole dell’indicazione?
Blount: Sì.
Gourjian: Ad un certo punto, voi spostaste il corpo del signor Jackson ai piedi del letto per avere maggiore spazio nel quale operare e cominciaste il cpr, con lei addetto alla ventilazione, è corretto?
Blount: Sì.
Gourjian: Se ho sentito bene, lei prima ha testimoniato che le operazioni di ventilazione sono quelle più importanti nelle manovre di rianimazione, giusto?
Blount: Sì.
Gourjian: Non è vero che di recente le linee guida dell’American Heart Association sono cambiate definendo le compressioni più importanti della ventilazione?
Blount: Sì.
Gourjian: Quindi, è sempre compressioni prima, ventilazione dopo e respirazione alla fine, giusto?
Blount: Signore, nel 2009 la ventilazione era la prima cosa.
Gourjian: Capisco, ma adesso le cose sono cambiate, giusto?
Blount: Sì.
Gourjian: Oltre al dottor Murray, quante persone stavano eseguendo il cpr?
Blount: 3 di noi signore.
Gourjian: E non c’è niente di insolito in questo?
Blount: No.
Gourjian: Perciò, il fatto che il dottor Murray abbia chiesto assistenza per il cpr è comune, giusto?
Blount: Sì.
Blount ha confermato che la pelle di Michael al tatto era fredda e che le sue pupille erano fisse e dilatate, il che lo fa pensare che fosse collassato da un po’. Blount ha confermato che quando la stazione dell’UCLA voleva chiamare l’ora del decesso, il dottor Murray non volle che fosse fatto e assunse il controllo della situazione per continuare gli sforzi di rianimazione sul signor Jackson, così come volevano fare anche loro. Gourjian poi ha chiesto a Blount se quei flaconi di lidocaina che lui ha testimoniato di aver visto sul pavimento erano stati in qualche modo nascosti dal dottor Murray o fossero in bella mostra e Blount ha detto che lo erano. Blount ha confermato di non aver mai sentito nominare il propofol da Murray.
Gourjian: In questo momento, il signor Jackson era in PEA, corretto?
Blount: No signore, è stato asistolico tutto il tempo.
Gourjian: Lei perciò sta dicendo che non ricorda che il signor Jackson fosse in PEA?
Blount: No, non ricordo questo.
Gourjian: Perciò, il signor Jackson secondo la sua testimonianza non fu mai in PEA, giusto?
Blount: Sì.
http://www.truth4mj.it/mj/index.php?option=com_content&view=article&id=218:processo-murray-4d-giorno-30-settembre-2011-testimonianza-di-martin-blount&catid=41:people-vs-murray&Itemid=71
Quarto testimone per l'accusa nella 4° giornata del processo a Conrad Murray il paramedico Martin Blount, interrogato dal procuratore Deborah Brazil.
Lavora come paramedico per il LAFD. Sono 20 anni che presta servizio nel LAFD, ma è diventato paramedico nel 1999. E’ stato formato dai dottori e dagli infermieri dell’UCLA. Ogni due anni devono fare un tirocinio di aggiornamento di 48 ore.
Il 25 giugno 2009 era assegnato alla stazione n° 71 situata al 107 di South Beverly Glen Boulevard all’angolo con Sunset Beverly Glen. Risposero alla radio chiamata arrivata alla sua stazione approssimativamente alle 12:21 pm che li dirigeva al 100 North Carolwood Drive, che è sostanzialmente in fondo alla strada dalla loro stazione. Lui era l’autista dell’ambulanza di soccorso che arrivò alla residenza di Michael, il passeggero era il paramedico Richard Senneff. Blount parcheggiò il veicolo davanti all’ingresso principale della casa. Poi, entrò nella casa assistito dal personale di sicurezza del posto. Gli altri membri della sua squadra, oltre al suo partner Senneff, erano il loro capitano Jeff Mills, il vigile del fuoco Brett Herron e il paramedico Richard Senneff. Blount ha confermato di non essere stato il primo della sua squadra ad entrare nella stanza da letto.
Brazil: Quando lei è entrato per la prima volta nella stanza da letto, cosa vide?
Blount: Un uomo che giaceva sul letto.
Brazil: Il paziente era completamente sul letto o parzialmente sul letto?
Blount: Completamente sul letto.
Blount ha identificato l’imputato Murray come seconda persona che vide entrando nella camera da letto.
Brazil: Mi dica cosa ha visto fare alle persone entrate prima di lei.
Blount: Mark Goodwin e Brett Herron stavano assistendo il dottor Murray, aiutando a spostare il soggetto dal letto al pavimento.
Brazil: Lei ha visto qualcun altro nella stanza da letto oltre al dottor Murray ed i membri della sua squadra?
Blount: No.
Brazil: Descriva le sue osservazioni sul dottor Murray quando lei entrò nella stanza.
Blount: Era un po’ congestionato, stava sudando abbondantemente e appariva agitato.
Brazil: Quando lei entrò nella stanza, gli sentì dire qualcosa?
Blount: Sì, disse: “ha bisogno di aiuto, potete aiutarlo perfavore?”
Brazil: Come autista dell’ambulanza di soccorso, lei ha un particolare ruolo preassegnato da eseguire nel momento in cui arriva sul posto dell’emergenza?
Blount: Sì.
Brazil: Qual era il suo ruolo designato quando lei arrivò a Carolwood?
Blount: Io ero l’autista ed ero anche considerato una “persona per il paziente” (significa che partecipa attivamente al soccorso, ndr) ed il mio lavoro iniziale è il trattamento e la valutazione del paziente.
Brazil: Quindi lei aveva direttamente le sue mani sul paziente, è corretto?
Blount: Sì.
Brazil: E il suo partner Richard Senneff, il suo partner, aveva un ruolo diverso?
Blount: Sì.
Brazil: Lui era la persona addetta alle comunicazioni, che ottiene informazioni e le trasmette al personale di soccorso situate non sul posto?
Blount: Sì.
Brazil: Quando lei entrò nella stanza e vide il paziente, riconobbe chi era il paziente?
Blount: Sì, immediatamente. Riconobbi che si trattava di Michael Jackson.
Brazil: Lei vide i suoi colleghi riposizionare il signor Jackson ai piedi del letto?
Blount: Sì.
Brazil: Una volta che il signor Jackson venne riposizionato ai piedi del letto, lei cominciò particolari sforzi come parte del suo ruolo designato?
Blount: Sì, quando noi arrivammo sulla scena, la prima cosa che feci è stata prendere la mia cassetta medica ed il mio defibrillatore. Quando approcciai il paziente, iniziai fondamentalmente le operazioni di rianimazione, uno dei membri della squadra cominciò ad eseguire le compressioni ed io cominciai a dare ventilazione al paziente, tirai fuori il mio pallone ambu e iniziai a far respirare il paziente.
Brazil: Focalizziamoci sul suo lavoro, indipendentemente dalla rianimazione cardiopolmonare. Il suo lavoro era dare aria al signor Jackson?
Blount: Sì.
Brazil: Caratterizzerebbe la sua come la funzione di rianimazione più urgente che dovrebbe cominciare subito e che lei ha cominciato subito?
Blount: Sì.
Brazil: Prima di introdurre il pallone ambu nei suoi sforzi, lei ha usato un soppressore della lingua?
Blount: Sì, si chiama ventilazione opa, (oropharyngeal airway), oro-faringea e si usa un soppressore della lingua per tenere ferma la lingua ed evitare che vada all’indietro e blocchi la ventilazione. Poi, ho inclinato un po’ all’indietro la testa del paziente in modo da non avere nessuna ostruzione e avere una visione chiara dei polmoni. Ho quindi usato il pallone ambu che è un metodo più efficiente della respirazione bocca a bocca e ho attaccato la mia bombola di ossigeno per la ventilazione del paziente.
Blount ha detto che per effettuare queste operazioni di base ha impiegato circa un minuto. Dopo di queste, ha cominciato le operazioni di supporto avanzato inserendo un tubo endotracheale nella gola del paziente, attaccando questo tubo sempre alla sua propria bombola di ossigeno. Per queste operazioni avanzate, ha impiegato 45 secondi.
Brazil gli ha chiesto di dare le sue osservazioni sulle condizioni fisiche di Michael dopo quei 90 secondi circa di assistenza.
Blount: Non respirava, non si muoveva ed i suoi occhi erano fissi e dilatati.
Brazil gli ha chiesto di esprimere la sua opinione se Michael fosse vivo o morto sulla base della sua esperienza di paramedico da 11 anni in situazioni di emergenza e di arresto cardiaco.
Blount: Per me era morto.
Blount ha confermato che mentre lui lavorava alla respirazione del paziente, gli altri suoi colleghi effettuavano il cpr e i tentativi del paramedico Senneff di ottenere informazioni.
Brazil: Lei osservò dell’equipaggiamento medico all’interno della stanza in prossimità di dove voi eravate posizionati?
Blount: Sì, osservai una bombola di ossigeno, un lungo tubo con una cannula nasale ad esso collegata che era sul viso di Michael, un’endovenosa attaccata alla sua gamba destra e una sacca di 1000 cc attaccata allo stand dell’endovenosa.
Blount ha detto di non aver visto nessuna macchina di monitoraggio del cuore e ha detto di non aver visto né un capnografo né un pulsi ossimetro vicino al corpo di Michael.
Blount ha confermato di non aver visto nessuna attività e nessun ritmo cardiaco sul monitor del paramedico Senneff collegato a Michael. Il paziente era asistolico, la linea del cuore era piatta.
Brazil: Lei ha sentito il paramedico Senneff porre al dottor Murray specifiche domande sulle condizioni mediche, sul trattamento e sui farmaci relativi a Michael Jackson?
Blount: Sì.
Brazil: Lei ha sentito il signor Senneff chiedere al dottor Murray se Michael Jackson stava assumendo dei farmaci?
Blount: Sì.
Brazil: Cosa sentì rispondere dal dottor Murray?
Blount: “No”.
Brazil: Lei sentì il signor Senneff chiedere se c’erano delle condizioni mediche pre-esistenti che poteva avere il signor Jackson?
Blount: Sì e il dottor Murray replicò: “no”.
Brazil: Lei sentì dire da Murray al signor Senneff che il paziente era un uomo di 50 anni in salute?
Blount: Sì.
Brazil: Lei sentì il dottor Murray dire quali trattamenti lui stava fornendo al signor Jackson?
Blount: Sì, gli sentì dire: “una normale sacca salina” dovuta al fatto che Michael Jackson aveva fatto le prove per 16 ore, era tornato a casa decisamente esausto e disidratato e lui voleva reidratarlo.
Brazil: Lei sentì chiedere dal signor Senneff al dottor Murray se il signor Jackson stesse assumendo una qualche sostanza stupefacente?
Blount: Sì e Murray replicò: “no”.
Blount ha confermato che nel tentativo di prestare assistenza a Michael gli vennero somministrati i farmaci di ripartenza epinefrina e atropina e per fare questo in uno dei tentativi fatti con questi farmaci il paramedico Mark Goodwin provò molte volte a localizzare una vena sulle braccia di Michael senza riuscirvi. Quindi, il paramedico Senneff localizzò la vena giugulare sul collo di Michael per somministrargli un altro ciclo di farmaci di ripartenza.
Brazil ha mostrato a Blount questa foto chiedendogli di indicare la sua posizione vicino al corpo di Michael:
Blount ha detto che mentre si trovava lì, notò sul pavimento tre fiale aperte di lidocaina, posizionate in questo modo sulla stessa immagine proiettata dalla Brazil:
2 fiale di lidocaina erano sul parquet mentre la terza era vicina alla bombola di ossigeno sul tappeto.
Brazil ha chiesto a Blount se i paramedici portano con sé della lidocaina durante le loro operazioni di soccorso e Blount ha detto di no.
Brazil: Lei ha detto di aver sentito il signor Senneff porre delle domande al dottor Murray nello sforzo di ottenere delle informazioni. Ha mai sentito dire dal dottor Murray che stava somministrando della lidocaina a Michael Jackson?
Blount: No.
Brazil: Ha mai sentito dire dal dottor Murray che stava somministrando del propofol a Michael Jackson?
Blount: No.
Brazil: Lei ha sentito il dottor Murray parlare di un qualunque farmaco che stava dando al signor Jackson?
Blount: No.
Brazil: Lei ha mai sentito che qualcuno durante gli sforzi di rianimazione dicesse di aver sentito una pulsazione nel corpo del signor Jackson?
Blount: No.
Brazil: Lei ha mai sentito il dottor Murray indicare di aver sentito lui una pulsazione nel corpo del signor Jackson?
Blount: No.
Brazil: Lei ricorda di aver testimoniato nelle udienze preliminari che lei sentì il dottor Murray dire che lui aveva avvertito una pulsazione nella regione femorale e a quel punto lei osservò uno strumento medico localizzato sul corpo del signor Jackson?
Blount: Sì.
Brazil: Questo le rinfresca la memoria?
Blount: Sì.
Brazil: Cosa sentì dire dal dottor Murray in merito al fatto di aver avvertito una pulsazione?
Blount: Lui era vicino alla zona inguinale del signor Jackson e gli sentì dire che aveva avvertito una pulsazione.
Brazil: Nel momento in cui l’imputato dichiarò questo, stavano avvenendo delle compressioni sul petto del paziente?
Blount: Sì e in corrispondenza di questo le compressioni furono interrotte, è importante per verificare se si tratti di una pulsazione artificiale dovuta alle compressioni oppure no.
Brazil: Quando le compressioni cessarono, qualcun altro avvertì una pulsazione?
Blount: No.
Blount ha confermato che mentre venivano effettuate le manovre di rianimazione, il paramedico Senneff era in comunicazione radio con la stazione base dell’UCLA per informare sulle condizioni del paziente e che dall’UCLA alle 12:57 pm arrivò la comunicazione che ogni altro sforzo da parte della squadra di soccorso sarebbe stato inutile e che erano pronti a proclamare l’ora del decesso. Blount ha confermato anche di non aver mai rinvenuto alcun segnale di vita in Michael per tutto il tempo che lui gli prestò assistenza.
Brazil: Dopo che l’UCLA comunicò che loro erano pronti a proclamare l’ora del decesso, il dottor Murray richiese di assumere il controllo del paziente, è corretto?
Blount: Sì.
Brazil: E poco dopo, il signor Jackson venne preparato per essere trasferito dalla residenza all’ospedale UCLA, giusto?
Blount: Sì.
Blount ha detto che per agevolarne il trasporto, Michael venne messo su un asse e portato giù per le scale da tutto il personale paramedico.
Brazil: Prima che il signor Jackson venisse trasportato, lei vide il dottor Murray fare qualcosa con quei flaconi di lidocaina che in precedenza ha testimoniato di aver visto sul pavimento?
Blount: Sì, lui li raccolse e li mise in una borsa nera.
Blount ha detto di non ricordare da dove provenisse quella borsa, ma di averla semplicemente vista comparire a quel punto nelle mani di Murray.
Blount ha indicato la posizione del dottor Murray in questo momento sull’immagine della stanza da letto di Michael:
Brazil: Ha mai visto quei flaconi di nuovo?
Blount: No.
Brazil: E ovviamente lei e gli altri vi stavate preparando per trasportare il signor Jackson al piano di sotto per trasferirlo in ospedale?
Blount: Sì.
Blount ha detto di essere salito sull’ambulanza posizionato vicino alla testa di Michael. Sul paziente continuavano ad essere eseguite manovre di rianimazione, inclusa la somministrazione di farmaci di ripartenza. Nonostante questo, Blount non notò mai alcun cambiamento nelle condizioni di Michael. Blount ha confermato di aver visto il dottor Murray parlare al telefono sull’ambulanza di soccorso dove era salito anche lui e di aver brevemente ascoltato cosa stava dicendo.
Blount: Disse: “Si tratta di Michael e non sembra stare bene”.
Blount non sentì con chi Murray stesse parlando al telefono.
Brazil: Signor Blount, lei ha indicato che lei vide il dottor Murray toccare nella zona inguinale del signor Jackson quando lui disse di aver sentito una pulsazione femorale, è corretto?
Blount: Sì.
Brazil: Vide qualcosa sul corpo del signor Jackson in quel momento?
Blount: Sì, vidi sul paziente un catetere a sistema condom.
Brazil: E lei sentì chiedere dal paramedico Senneff al dottor Murray da quanto tempo il paziente era collassato?
Blount: Sì, Murray rispose che era collassato da circa un minuto.
Brazil: Nelle sue osservazioni e valutazioni del signor Jackson mentre lei gli stava fornendo le operazioni di rianimazione, lei notò anche la temperatura del suo corpo?
Blount: Sì, era caldo perché era nel letto.
Brazil: Quando lui era sul pavimento e lei lo stava assistendo, la sua pelle era fredda al tatto?
Blount: Sì, era fredda.
Brazil: E lei ha descritto per noi le sue osservazioni sugli occhi fissi e dilatati del signor Jackson e la mancanza assoluta di attività del suo cuore quando fu collegato al monitor subito dopo il vostro arrivo, queste osservazioni sulle sue condizioni fisiche e la sua attività cardiaca sul monitor combaciano con quello che lei sentì dire dal dottor Murray riguardo al fatto che il signor Jackson era collassato solamente da un minuto prima del vostro arrivo?
Blount: Sì.
Brazil: Aveva senso per lei?
Blount: No, non aveva senso.
Brazil: In che modo contraddiceva quello che lei aveva visto?
Blount: Le sue condizioni ci dicevano che lui era collassato da più di un minuto.
Brazil: Perciò, l’informazione che lui fosse collassato da un minuto, secondo le sue osservazioni, la sua valutazione e la sua esperienza di paramedico, non era corretta, giusto?
Blount: Sì.
PAUSA DI META’ POMERIGGIO
CONTROINTERROGATORIO DI NAREG GOURJIAN:
Gourjian: Signor Blount, lei ricorda a che ora arrivò alla residenza di Carolwood?
Blount: No.
Gourjian: Se le dico le 12:26 pm, le sembra accurato?
Blount: Sì.
Gourjian: E quando lei arrivò mi sembra che abbia detto che parcheggiò il veicolo e prese il suo equipaggiamento, giusto?
Blount: Sì.
Gpurjian: E poi lei proseguì su al piano di sopra dov’era il signor Jackson?
Blount: Sì.
Gourjian: E lei ha detto che c’erano altri membri della sua squadra che arrivarono nella stanza prima di lei, giusto?
Blount: Sì.
Gourjian: Ma quando lei entrò nella stanza per la prima volta, il signor Jackson era ancora sul letto, è corretto?
Blount: Sì.
Gourjian: Il suo intero corpo era sul letto, è corretto?
Blount: Sì.
Gourjian ha chiesto a Blount di indicargli sulla foto del letto di Michael la posizione del suo corpo:
Gourjian: Lei ha testimoniato che lui aveva un’endovenosa attaccata alla gamba, una cannula nasale collegata alle sue narici che era attaccata ad una bombola di ossigeno e un catetere a sistema condom, giusto?
Blount: Sì.
Gourjian: E questo era tutto lì sul posto approssimativamente alle 12:26-12.27 pm, è corretto?
Blount: Sì.
Gourjian: Lei ha descritto il signor Jackson molto pallido e magro, è corretto?
Blount: Sì.
Gourjian ha richiamato l’attenzione di Blount su questo strumento nero che si vede sopra al letto di Michael:
Gourjian: Lei riconosce questo strumento nero sul letto, sa cos’è?
Blount: No.
Gourjian: E’ un qualche tipo di monitor o apparato medico?
Obiezione dell’accusa per speculazione. Il giudice ha chiesto a Blount se avesse un’idea su cosa fosse quello strumento, Blount ha detto di no ed il giudice ha accolto l’obiezione.
Gourjian: La prima volta che lei vide il dottor Murray, lei ha detto che stava sudando abbondantemente ed era molto agitato e disse: “perfavore, aiutatelo, non respira”, è corretto?
Blount: Sì.
Gourjian: E poi poco dopo penso lei abbia testimoniato che il signor Jackson venne spostato sul pavimento, è corretto?
Blount: Sì.
Gourjian: E chi fece questo?
Blount: Parte della mia squadra, signore. Il vigile del fuoco Goodwin, il vigile del fuoco Herron e il signor Murray.
Gourjian: C’era qualcun altro ad assisterli?
Blount: No.
Gourjian: Perciò, erano solo in tre a spostare il signor Jackson dal letto al pavimento, corretto?
Blount: Sì.
Gourjian: E poi, lei ha indicato che ci furono delle domande al dottor Murray che indicò di star trattando il paziente per idratazione e sfinimento, giusto?
Blount: Sì.
Gourjian: E al dottor Murray venne chiesto se il signor Jackson era sotto l’effetto di stupefacenti e rispose di no, corretto?
Blount: Sì.
Gourjian: E poi al dottor Murray fu chiesto se il signor Jackson stava assumendo altri farmaci, giusto?
Blount: Sì.
Gourjian: E quale fu la sua risposta?
Blount: “No”.
Gourjian: Lei è sicuro di questo, lo riconferma oggi?
Blount: Sì.
Gourjian: Non è vero che il dottor Murray disse al signor Senneff di aver somministrato al signor Jackson del Lorazepam?
Blount: Io non lo sentii.
Gourjian: Quindi, lei non sentì dire dal dottor Murray al signor Senneff di aver dato del Lorazepam al signor Jackson per aiutarlo a dormire?
Blount: No, non lo sentii.
Gourjian: Lei prima ha testimoniato di aver sentito il dottor Murray dire che il signor Jackson era collassato da un minuto.
Blount: Sì.
Gourjian: Non è vero che infatti il dottor Murray disse: “è collassato da un minuto prima che venisse chiamato aiuto?”
Blount: No, io non sentii dire questo.
Gourjian: Ne è sicuro?
Blount: Sì.
Gourjian: E’ sicuro che lui fosse consapevole dell’indicazione?
Blount: Sì.
Gourjian: Ad un certo punto, voi spostaste il corpo del signor Jackson ai piedi del letto per avere maggiore spazio nel quale operare e cominciaste il cpr, con lei addetto alla ventilazione, è corretto?
Blount: Sì.
Gourjian: Se ho sentito bene, lei prima ha testimoniato che le operazioni di ventilazione sono quelle più importanti nelle manovre di rianimazione, giusto?
Blount: Sì.
Gourjian: Non è vero che di recente le linee guida dell’American Heart Association sono cambiate definendo le compressioni più importanti della ventilazione?
Blount: Sì.
Gourjian: Quindi, è sempre compressioni prima, ventilazione dopo e respirazione alla fine, giusto?
Blount: Signore, nel 2009 la ventilazione era la prima cosa.
Gourjian: Capisco, ma adesso le cose sono cambiate, giusto?
Blount: Sì.
Gourjian: Oltre al dottor Murray, quante persone stavano eseguendo il cpr?
Blount: 3 di noi signore.
Gourjian: E non c’è niente di insolito in questo?
Blount: No.
Gourjian: Perciò, il fatto che il dottor Murray abbia chiesto assistenza per il cpr è comune, giusto?
Blount: Sì.
Blount ha confermato che la pelle di Michael al tatto era fredda e che le sue pupille erano fisse e dilatate, il che lo fa pensare che fosse collassato da un po’. Blount ha confermato che quando la stazione dell’UCLA voleva chiamare l’ora del decesso, il dottor Murray non volle che fosse fatto e assunse il controllo della situazione per continuare gli sforzi di rianimazione sul signor Jackson, così come volevano fare anche loro. Gourjian poi ha chiesto a Blount se quei flaconi di lidocaina che lui ha testimoniato di aver visto sul pavimento erano stati in qualche modo nascosti dal dottor Murray o fossero in bella mostra e Blount ha detto che lo erano. Blount ha confermato di non aver mai sentito nominare il propofol da Murray.
Gourjian: In questo momento, il signor Jackson era in PEA, corretto?
Blount: No signore, è stato asistolico tutto il tempo.
Gourjian: Lei perciò sta dicendo che non ricorda che il signor Jackson fosse in PEA?
Blount: No, non ricordo questo.
Gourjian: Perciò, il signor Jackson secondo la sua testimonianza non fu mai in PEA, giusto?
Blount: Sì.
http://www.truth4mj.it/mj/index.php?option=com_content&view=article&id=218:processo-murray-4d-giorno-30-settembre-2011-testimonianza-di-martin-blount&catid=41:people-vs-murray&Itemid=71
Re: Udienza del 30/09/2011 Trascrizione completa
Testimonianza di Richelle Cooper
Il procuratore David Walgren ha chiamato al banco il quinto e ultimo testimone del 4° giorno di processo a Conrad Murray, la dottoressa dell'UCLA Medical Center Richelle Cooper.
La dottoressa Cooper lavora per il Ronald Reagan UCLA Medical Center come medico d’emergenza. Si è laureata in medicina nel 1994 e poi ha seguito il programma di medicina di emergenza all’UCLA per i successivi 4 anni. Ha completato il suo percorso di formazione nel 2000, dopo 5 anni di tirocinio specifico nella medicina di emergenza. Da quel momento è diventata “membro di facoltà” all’UCLA in medicina di emergenza, che la coinvolge in attività accademiche, ma svolge regolarmente anche il ruolo di dottore al pronto soccorso. Ha la certificazione come medico d’emergenza che richiede un percorso di esami, studi e applicazione sul campo per i quali la certificazione dura 10 anni. Perciò, ottenne la sua prima certificazione nel 1999 e la seconda nel 2009.
Il 25 giugno 2009 lavorava come medico d’emergenza all’UCLA.
Walgren: C’è una stazione radio al pronto soccorso dell’UCLA?
Cooper: Sì, c’è.
Walgren: Cosa significa?
Cooper: Abbiamo personale infermieristico specializzato in medicina di emergenza che risponde alle comunicazioni radio dei paramedici che operano in giro, assistendoli nel trattamento del paziente, a volte reindirizzandoli se non c’è un dottore che dirige questo trattamento e poi informano l’ospedale della zona d’interesse oppure il nostro team.
Walgren: Ok, parlo in generale per capire come funziona, se lei è il dottore che sta lavorando al pronto soccorso in un determinato turno e c’è una chiamata radio ed i paramedici sono sul campo, loro comunicheranno con la stazione base dell’infermeria che si consulterà con lei per trasmettere informazioni ai paramedici dalla stazione base?
Cooper: Sì.
Walgren: E il 25 giugno 2009, lei era coinvolta in questa comunicazione con la stazione base che riguardava il paziente che lei poi ha appreso essere Michael Jackson, il deceduto in questo caso?
Cooper: Sì.
Walgren: E per essere chiari, a seguito di questa consultazione con la stazione radio, il paziente Michael Jackson fu portato a lei nel pronto soccorso dell’UCLA, è corretto?
Cooper: Sì.
Walgren: Dalla comunicazione con la stazione base, lei cosa sapeva di Michael Jackson prima che arrivasse all’UCLA?
Cooper: L’infermiere alla radio mi chiamò dopo aver ricevuto le informazioni dai paramedici e l’infermiere scrisse un modulo chiamato “modulo della stazione base dell’ospedale” che io avevo. L’infermiere aveva riassunto le informazioni ed io presi le mie decisioni sulla base di quelle informazioni per autorizzare i paramedici a proclamare la morte del signor Jackson, il paziente che era morto sulla base delle informazioni che io avevo.
Walgren: E quando quella decisioni fu presa, erano le 12:57 pm?
Cooper: Sì. La stazione radio rispose alla chiamata ed io venni chiamata dopo, non ero in comunicazione durante la rianimazione dei paramedici, io fui chiamata dopo che i paramedici avevano tentato di rianimare il paziente senza alcun miglioramento nelle condizioni del paziente.
Walgren: Ok, perciò lei venne informata che il paziente non rispondeva, era asistolico, nessuna pulsazione e nessuna respirazione?
Cooper: Sì.
Walgren: E venne informata che i tentativi di rianimarlo erano stati fatti con i farmaci di ripartenza?
Cooper: Sì, io venni informata che il paziente era stato intubato e la ventilazione era stata controllata, che il paziente era stato ventilato adeguatamente, che loro avevano provato con l’epinefrina e l’atropina ed il paziente rimaneva asistolico.
Walgren: Ok, così, sulla base di queste informazioni, essendo il medico di emergenza responsabile in quel momento, lei autorizzò i paramedici a proclamare il paziente morto?
Cooper: Sì.
Walgren: E cosa apprese dopo aver dato quell’autorizzazione?
Cooper: L’infermiere alla radio mi richiamò e mi disse che c’era un dottore sulla scena che stava richiedendo ai paramedici di fornire al paziente altri farmaci.
Walgren: Ok, e poi cosa accadde?
Cooper: A quel punto, il farmaco richiesto era il bicarbonato di sodio, un farmaco appropriato se tu vuoi continuare i tentativi di rianimazione, e allora io dissi: ok, se c’è un dottore con una licenza medica attiva i paramedici possono somministrare i farmaci alla discrezione del dottore, comunque avrebbero avuto bisogno di trasferire il paziente all’ospedale di zona, quel dottore avrebbe dovuto assumere il controllo della rianimazione e viaggiare con il paziente sull’ambulanza.
Walgren: Tornando un attimo indietro dottoressa Cooper alla proclamazione del decesso, ci sono certi protocolli da seguire, certe informazioni che occorre avere prima di fare una proclamazione simile?
Cooper: Il rapporto che io avevo era che all’arrivo dei paramedici il paziente non dava segnali di vita, che era morto, che erano falliti i tentativi di rianimazione in un tempo del collasso del paziente stimato di 40 minuti. Nel protocollo della contea di Los Angeles, se i tentativi di rianimazione sono stati fatti da 20 minuti senza nessun miglioramento, questo rispetta il protocollo per pronunciare il decesso.
Walgren: E lei venne anche informata che le pupille erano fisse e dilatate?
Cooper: Sì.
Walgren: E la quantità di tempo trascorso per la rianimazione con gli sforzi ancora in corso in aggiunta alle caratteristiche fisiche a lei descritte rispondevano al protocollo quando la proclamazione del decesso venne fatta?
Cooper: Sì.
Walgren: Quando lei apprese che il medico personale voleva accompagnare Michael Jackson, è stato quando lei ha autorizzato o ordinato ad altri che il dottore dovesse accompagnare il paziente all’UCLA?
Cooper: Sì, se il dottore stava per assumere autorità sulla stazione base o sulle operazioni dei paramedici, è una necessità.
Walgren: Perciò, almeno a quel punto nel quale il signor Jackson era nella casa di Carolwood e durante il trasporto all’UCLA, il medico personale doveva essere quello che assumeva responsabilità per la sua assistenza?
Cooper: Corretto.
Walgren: Lei ricorda a che ora i paramedici arrivarono all’UCLA?
Cooper: Credo intorno alle 13:13-13:14 pm.
Walgren: E a quel punto, con l’arrivo del paziente all’UCLA, la responsabilità della sua assistenza passò dal medico personale a lei in carica al pronto soccorso?
Cooper: Corretto.
Walgren: Lei ricorda dov’era quando il signor Jackson arrivò all’UCLA?
Copper: Io mi ero già preparata, noi avevamo un paziente sotto rianimazione che stava arrivando, io stavo proprio in fondo al corridoio di accesso dei pazienti trasportati al pronto soccorso, così dalle porte di vetro potevo vedere arrivare l’ambulanza.
Walgren ha mostrato la foto del corridoio dell’ospedale sulla quale la dottoressa Cooper ha indicato le porte di accesso e sulla destra la stanza in cui Michael venne portato:
Cooper ha spiegato cosa intendeva per “preparazione” all’arrivo di un paziente nelle condizioni di Michael, indicando quello che fu il team iniziale quando Michael venne portato all’UCLA il 25 giugno 2009. Lei, come supervisore del pronto soccorso, ha diretto lo staff dei 4 medici interni chiamati in quella situazione, predisponendone i compiti di ciascuno. Oltre a loro, c’erano anche:
un paio di tecnici d’emergenza per il cpr;
un terapista per la respirazione;
un infermiere addetto a raccogliere le informazioni che provengono dal team e pronto a chiamare gli specialisti che possono servire in relazione al paziente;
un caposala, che assiste e coordina lo staff infermieristico;
2 (o 3) infermieri i cui compiti sarebbero stati trovare l’accesso per un’endovenosa, somministrare i farmaci ordinati, prelevare il sangue;
un farmacista;
un operatore sociale che offre assistenza in vari modi, tipicamente raccogliendo informazioni per contattare i familiari del paziente, contattare i medici di base per ottenere informazioni extra che possono essere utili, assistere i familiari se sono presenti, così da non lasciarli soli.
A questo team di 14 persone, si aggiunsero poi medici specialisti chiamati dalla Cooper per un consulto. Trattandosi di Michael, intervenne anche personale di sicurezza e personale amministrativo.
Alla dottoressa Cooper venne indicato Murray come medico personale di Michael da uno dei paramedici o dei suoi infermieri.
Walgren: Lei parlò con il medico personale a quel punto?
Cooper: Sì.
Walgren: Lei come medico di emergenza, e sapendo che un medico personale era presente a casa e all’UCLA, qual era il suo principale obiettivo per quel che riguarda le informazioni da ottenere da quel medico personale?
Cooper: Il mio obiettivo principale era dirigere l’assistenza al signor Jackson e per fare questo ho cominciato a raccogliere il maggior numero di informazioni possibile a partire dal momento in cui il paziente è stato trasferito dalla barella dei paramedici a quella del nostro ospedale.
Walgren: E in quel momento lei stava parlando con il dottor Murray?
Cooper: Sì.
Walgren: Cosa le disse il dottor Murray?
Cooper: Disse che il signor Jackson aveva lavorato per molte ore e che si era disidratato e che aveva dato al paziente due milligrammi di lorazepam e più tardi gliene aveva somministrati altri due milligrammi e aveva osservato l’arresto cardiaco del paziente.
Walgren: Il dottor Murray le riportò una descrizione secondo la quale il signor Jackson non era malato?
Cooper: Sì, riferì che lui non era malato.
Walgren: Ma che aveva lavorato sodo e si era disidratato?
Cooper: Sì.
Walgren: E lei chiese specificamente quali farmaci erano stati somministrati al signor Jackson?
Cooper: Sì.
Walgren: E rispondendo nello specifico a quella domanda, cosa disse il dottor Murray?
Cooper: Disse che al paziente era stato dato del Lorazepam per via endovenosa e poi gli era stata data una seconda dose.
Walgren: Perciò, il dottor Murray le disse: “2 milligrammi di Lorazepam per via endovenosa e poi successivamente altri 2 milligrammi”, è corretto?
Cooper: Sì.
Walgren: Le furono mai comunicati, in qualunque altro momento, dal dottor Murray altri farmaci oltre il Lorazepam?
Cooper: No.
Walgren: Credo che lei abbia indicato che, oltre ai 4 milligrammi di Lorzepam, lui le disse che aveva testimoniato l’arresto?
Cooper: Sì.
Walgren: Cosa significa “testimoniare l’arresto”?
Cooper: E’ un’osservazione dell’arresto, degli eventi critici che accadono mentre tu sei con il paziente.
Walgren: Quando lei parla di “eventi critici che accadono mentre tu sei con il paziente”, quali sono questi eventi critici, quando si riferisce a testimoniare l’arresto?
Cooper: Quando il paziente smette di respirare ed il cuore si ferma.
Walgren: E per i medici e le persone del settore, significa che tu sei proprio lì sul posto e vedi succedere queste cose.
Cooper: Sì.
Walgren: Ricapitarono conversazioni con il dottor Murray mentre lei stava trattando il signor Jackson?
Cooper: Sì.
Walgren: In un qualunque momento nella sua attività di salvataggio del signor Jackson, il dottor Murray le presentò una qualsiasi cartella clinica o documentazione medica scritta di qualsiasi tipo?
Cooper: No.
Walgren: E in quelle successive conversazioni con il dottor Murray mentre lei stava lavorando sul paziente, furono menzionate il valium ed il flomax?
Cooper: Io chiesi quali altri farmaci ci fossero per il paziente e quegli altri due farmaci furono riferiti come i suoi farmaci di routine.
Walgren: Ok, perciò, quando lei venne informata del lorazepam, quelle fu un’informazione relativa a cosa gli era stato somministrato, presumo, prima di testimoniare l’arresto?
Cooper: Io chiesi: “cosa è successo?” e mi fu detto che gli era stato dato del lorazepam e poi aveva osservato l’arresto, io non sapevo cosa aspettarmi, non è stato chiesto specificamente quali farmaci gli erano stati dati perché io non sapevo quali erano le circostanze dell’arresto.
Walgren: Ok, perciò lei chiese semplicemente: “cosa è successo?” e lui le rispose parlandole del lorazepam.
Cooper: Sì.
Walgren: E riguardo al valium e al flomax, quella fu in risposta alla domanda: “che cosa assume regolarmente?”
Cooper: Sì.
La Cooper ha poi spiegato che il valium è una benzodiazepina, con funzione di sedativo e ansiolitico, mentre il flomoax è un farmaco che viene dato a chi soffre di prostata ingrossata e serve per rilassare i muscoli urinari, può essere usato anche per chi soffre di calcoli renali.
Walgren: Oltre all’indicazione del lorazepam dopo la domanda: “cosa è successo?” e del valium e del flomax come farmaci assunti regolarmente, il dottor Murray parlò mai di altri farmaci?
Cooper: No.
Walgren: In nessun momento durante il suo trattamento del signor Jackson?
Cooper: No.
Walgren: Lei chiese informazioni sulla storia clinica del paziente?
Cooper: Sì, chiesi quali altri problemi di salute avesse il signor Jackson, se aveva episodi passati relativi al cuore, se avesse mai avuto un embolo, se avesse qualunque tipo di trascorso clinico legato all’uso di farmaci.
Walgren: E in risposta a quella domanda di quale storia clinica le parlò?
Cooper: Lui rispose: “No” a tutte.
Walgren: Lei chiese se c’era una storia clinica di crisi (cardiache, ndr)?
Cooper: Quando stavo tentando di determinare cosa era successo con l’arresto, andai a ritroso per chiedere se c’erano ulteriori dettagli e chiesi se c’era stata una qualunque manifestazione di crisi cardiaca, quando lui aveva testimoniato l’arresto se il paziente aveva lamentato dolori al petto osservando l’arresto e mi fu risposto di no.
Walgren: In base alle sue osservazioni, lei sapeva di un qualunque tipo di trauma fisico che avrebbe spiegato le condizioni del signor Jackson?
Cooper: No, non c’erano segni fisici di trauma.
Walgren: Ora, sulla base delle sue personali osservazioni, quali erano le condizioni del signor Jackson quando lui arrivò all’UCLA?
Cooper: Le sue condizioni corrispondevano a quelle che avevano descritto i paramedici, lui era clinicamente morto. Non aveva polso, il ritmo sul monitor cardiaco era ampio, lento ed asistolico, indici di un cuore moribondo, le sue pupille erano fisse e dilatate.
Walgren: Lei ha detto che era clinicamente morto ma ha parlato di cuore moribondo, può spiegarsi meglio?
Cooper: Il cuore è un muscolo che si contrae ed ha una propria attività, perciò il cuore può ancora produrre un segnale, una PEA, ma clinicamente non c’è polso e nessun segnale di vita.
Walgren: Perciò, lui era clinicamente morto, con le pupille fisse e dilatate, nessuna respirazione spontanea, il ritmo del cuore era lento e ampio con nessuna pulsazione palpabile?
Cooper: Sì.
Walgren: Ora, al di là della sua considerazione per la quale il signor Jackson era clinicamente morto, furono fatti dei tentativi per rianimarlo supervisionati da lei in quanto medico di emergenza?
Cooper: Sì. Quando lui arrivò, noi confermammo che il tubo endotracheale fosse stato collocato correttamente quindi la respirazione artificiale era funzionante, io confermai che non ci fosse polso, noi provvedemmo al cpr e procedemmo a somministrargli dei farmaci nel tentativo di rianimare il signor Jackson.
Walgren: E voi avete utilizzato un ultrasuono ad un certo punto?
Cooper: Sì, l’ultrasuono è uno strumento che dà informazioni sulle camere del cuore, quello che viene usato al pronto soccorso non offre gli stessi dettagli di quello che usano i cardiologi, noi lo usammo nella fase iniziale per esaminare il suo cuore.
Walgren ha poi proiettato tre immagini della stanza nella quale Michael venne assistito dalla Cooper e dagli altri medici, mostrando il letto sul quale Michael venne adagiato e chiedendo alla Cooper di descrivere le varie apparecchiature della stanza (monitor cardiaco, equipaggiamento per la ventilazione, equipaggiamento per la linea centrale, armadietti con i farmaci, ecc):
Walgren ha chiesto alla Cooper di fornire dettagli sulla linea centrale. La Cooper ha spiegato che si tratta essenzialmente di un’endovenosa più lunga e più larga, che permette ai dottori, gli unici che possono effettuarla, di accedere alla circolazione centrale più velocemente di una normale endovenosa.
Dopo aver spiegato i diversi elementi presenti nella stanza dove Michael venne assistito, la Cooper è stata congedata per questo 4° giorno di processo, con l’aggiornamento della Corte a lunedì, 2 ottobre 2001, ore 08:45 LAT.
http://www.truth4mj.it/mj/index.php?option=com_content&view=article&id=219:processo-murray-4d-giorno-30-settembre-2011-testimonianza-di-richelle-cooper&catid=41:people-vs-murray&Itemid=71
Il procuratore David Walgren ha chiamato al banco il quinto e ultimo testimone del 4° giorno di processo a Conrad Murray, la dottoressa dell'UCLA Medical Center Richelle Cooper.
La dottoressa Cooper lavora per il Ronald Reagan UCLA Medical Center come medico d’emergenza. Si è laureata in medicina nel 1994 e poi ha seguito il programma di medicina di emergenza all’UCLA per i successivi 4 anni. Ha completato il suo percorso di formazione nel 2000, dopo 5 anni di tirocinio specifico nella medicina di emergenza. Da quel momento è diventata “membro di facoltà” all’UCLA in medicina di emergenza, che la coinvolge in attività accademiche, ma svolge regolarmente anche il ruolo di dottore al pronto soccorso. Ha la certificazione come medico d’emergenza che richiede un percorso di esami, studi e applicazione sul campo per i quali la certificazione dura 10 anni. Perciò, ottenne la sua prima certificazione nel 1999 e la seconda nel 2009.
Il 25 giugno 2009 lavorava come medico d’emergenza all’UCLA.
Walgren: C’è una stazione radio al pronto soccorso dell’UCLA?
Cooper: Sì, c’è.
Walgren: Cosa significa?
Cooper: Abbiamo personale infermieristico specializzato in medicina di emergenza che risponde alle comunicazioni radio dei paramedici che operano in giro, assistendoli nel trattamento del paziente, a volte reindirizzandoli se non c’è un dottore che dirige questo trattamento e poi informano l’ospedale della zona d’interesse oppure il nostro team.
Walgren: Ok, parlo in generale per capire come funziona, se lei è il dottore che sta lavorando al pronto soccorso in un determinato turno e c’è una chiamata radio ed i paramedici sono sul campo, loro comunicheranno con la stazione base dell’infermeria che si consulterà con lei per trasmettere informazioni ai paramedici dalla stazione base?
Cooper: Sì.
Walgren: E il 25 giugno 2009, lei era coinvolta in questa comunicazione con la stazione base che riguardava il paziente che lei poi ha appreso essere Michael Jackson, il deceduto in questo caso?
Cooper: Sì.
Walgren: E per essere chiari, a seguito di questa consultazione con la stazione radio, il paziente Michael Jackson fu portato a lei nel pronto soccorso dell’UCLA, è corretto?
Cooper: Sì.
Walgren: Dalla comunicazione con la stazione base, lei cosa sapeva di Michael Jackson prima che arrivasse all’UCLA?
Cooper: L’infermiere alla radio mi chiamò dopo aver ricevuto le informazioni dai paramedici e l’infermiere scrisse un modulo chiamato “modulo della stazione base dell’ospedale” che io avevo. L’infermiere aveva riassunto le informazioni ed io presi le mie decisioni sulla base di quelle informazioni per autorizzare i paramedici a proclamare la morte del signor Jackson, il paziente che era morto sulla base delle informazioni che io avevo.
Walgren: E quando quella decisioni fu presa, erano le 12:57 pm?
Cooper: Sì. La stazione radio rispose alla chiamata ed io venni chiamata dopo, non ero in comunicazione durante la rianimazione dei paramedici, io fui chiamata dopo che i paramedici avevano tentato di rianimare il paziente senza alcun miglioramento nelle condizioni del paziente.
Walgren: Ok, perciò lei venne informata che il paziente non rispondeva, era asistolico, nessuna pulsazione e nessuna respirazione?
Cooper: Sì.
Walgren: E venne informata che i tentativi di rianimarlo erano stati fatti con i farmaci di ripartenza?
Cooper: Sì, io venni informata che il paziente era stato intubato e la ventilazione era stata controllata, che il paziente era stato ventilato adeguatamente, che loro avevano provato con l’epinefrina e l’atropina ed il paziente rimaneva asistolico.
Walgren: Ok, così, sulla base di queste informazioni, essendo il medico di emergenza responsabile in quel momento, lei autorizzò i paramedici a proclamare il paziente morto?
Cooper: Sì.
Walgren: E cosa apprese dopo aver dato quell’autorizzazione?
Cooper: L’infermiere alla radio mi richiamò e mi disse che c’era un dottore sulla scena che stava richiedendo ai paramedici di fornire al paziente altri farmaci.
Walgren: Ok, e poi cosa accadde?
Cooper: A quel punto, il farmaco richiesto era il bicarbonato di sodio, un farmaco appropriato se tu vuoi continuare i tentativi di rianimazione, e allora io dissi: ok, se c’è un dottore con una licenza medica attiva i paramedici possono somministrare i farmaci alla discrezione del dottore, comunque avrebbero avuto bisogno di trasferire il paziente all’ospedale di zona, quel dottore avrebbe dovuto assumere il controllo della rianimazione e viaggiare con il paziente sull’ambulanza.
Walgren: Tornando un attimo indietro dottoressa Cooper alla proclamazione del decesso, ci sono certi protocolli da seguire, certe informazioni che occorre avere prima di fare una proclamazione simile?
Cooper: Il rapporto che io avevo era che all’arrivo dei paramedici il paziente non dava segnali di vita, che era morto, che erano falliti i tentativi di rianimazione in un tempo del collasso del paziente stimato di 40 minuti. Nel protocollo della contea di Los Angeles, se i tentativi di rianimazione sono stati fatti da 20 minuti senza nessun miglioramento, questo rispetta il protocollo per pronunciare il decesso.
Walgren: E lei venne anche informata che le pupille erano fisse e dilatate?
Cooper: Sì.
Walgren: E la quantità di tempo trascorso per la rianimazione con gli sforzi ancora in corso in aggiunta alle caratteristiche fisiche a lei descritte rispondevano al protocollo quando la proclamazione del decesso venne fatta?
Cooper: Sì.
Walgren: Quando lei apprese che il medico personale voleva accompagnare Michael Jackson, è stato quando lei ha autorizzato o ordinato ad altri che il dottore dovesse accompagnare il paziente all’UCLA?
Cooper: Sì, se il dottore stava per assumere autorità sulla stazione base o sulle operazioni dei paramedici, è una necessità.
Walgren: Perciò, almeno a quel punto nel quale il signor Jackson era nella casa di Carolwood e durante il trasporto all’UCLA, il medico personale doveva essere quello che assumeva responsabilità per la sua assistenza?
Cooper: Corretto.
Walgren: Lei ricorda a che ora i paramedici arrivarono all’UCLA?
Cooper: Credo intorno alle 13:13-13:14 pm.
Walgren: E a quel punto, con l’arrivo del paziente all’UCLA, la responsabilità della sua assistenza passò dal medico personale a lei in carica al pronto soccorso?
Cooper: Corretto.
Walgren: Lei ricorda dov’era quando il signor Jackson arrivò all’UCLA?
Copper: Io mi ero già preparata, noi avevamo un paziente sotto rianimazione che stava arrivando, io stavo proprio in fondo al corridoio di accesso dei pazienti trasportati al pronto soccorso, così dalle porte di vetro potevo vedere arrivare l’ambulanza.
Walgren ha mostrato la foto del corridoio dell’ospedale sulla quale la dottoressa Cooper ha indicato le porte di accesso e sulla destra la stanza in cui Michael venne portato:
Cooper ha spiegato cosa intendeva per “preparazione” all’arrivo di un paziente nelle condizioni di Michael, indicando quello che fu il team iniziale quando Michael venne portato all’UCLA il 25 giugno 2009. Lei, come supervisore del pronto soccorso, ha diretto lo staff dei 4 medici interni chiamati in quella situazione, predisponendone i compiti di ciascuno. Oltre a loro, c’erano anche:
un paio di tecnici d’emergenza per il cpr;
un terapista per la respirazione;
un infermiere addetto a raccogliere le informazioni che provengono dal team e pronto a chiamare gli specialisti che possono servire in relazione al paziente;
un caposala, che assiste e coordina lo staff infermieristico;
2 (o 3) infermieri i cui compiti sarebbero stati trovare l’accesso per un’endovenosa, somministrare i farmaci ordinati, prelevare il sangue;
un farmacista;
un operatore sociale che offre assistenza in vari modi, tipicamente raccogliendo informazioni per contattare i familiari del paziente, contattare i medici di base per ottenere informazioni extra che possono essere utili, assistere i familiari se sono presenti, così da non lasciarli soli.
A questo team di 14 persone, si aggiunsero poi medici specialisti chiamati dalla Cooper per un consulto. Trattandosi di Michael, intervenne anche personale di sicurezza e personale amministrativo.
Alla dottoressa Cooper venne indicato Murray come medico personale di Michael da uno dei paramedici o dei suoi infermieri.
Walgren: Lei parlò con il medico personale a quel punto?
Cooper: Sì.
Walgren: Lei come medico di emergenza, e sapendo che un medico personale era presente a casa e all’UCLA, qual era il suo principale obiettivo per quel che riguarda le informazioni da ottenere da quel medico personale?
Cooper: Il mio obiettivo principale era dirigere l’assistenza al signor Jackson e per fare questo ho cominciato a raccogliere il maggior numero di informazioni possibile a partire dal momento in cui il paziente è stato trasferito dalla barella dei paramedici a quella del nostro ospedale.
Walgren: E in quel momento lei stava parlando con il dottor Murray?
Cooper: Sì.
Walgren: Cosa le disse il dottor Murray?
Cooper: Disse che il signor Jackson aveva lavorato per molte ore e che si era disidratato e che aveva dato al paziente due milligrammi di lorazepam e più tardi gliene aveva somministrati altri due milligrammi e aveva osservato l’arresto cardiaco del paziente.
Walgren: Il dottor Murray le riportò una descrizione secondo la quale il signor Jackson non era malato?
Cooper: Sì, riferì che lui non era malato.
Walgren: Ma che aveva lavorato sodo e si era disidratato?
Cooper: Sì.
Walgren: E lei chiese specificamente quali farmaci erano stati somministrati al signor Jackson?
Cooper: Sì.
Walgren: E rispondendo nello specifico a quella domanda, cosa disse il dottor Murray?
Cooper: Disse che al paziente era stato dato del Lorazepam per via endovenosa e poi gli era stata data una seconda dose.
Walgren: Perciò, il dottor Murray le disse: “2 milligrammi di Lorazepam per via endovenosa e poi successivamente altri 2 milligrammi”, è corretto?
Cooper: Sì.
Walgren: Le furono mai comunicati, in qualunque altro momento, dal dottor Murray altri farmaci oltre il Lorazepam?
Cooper: No.
Walgren: Credo che lei abbia indicato che, oltre ai 4 milligrammi di Lorzepam, lui le disse che aveva testimoniato l’arresto?
Cooper: Sì.
Walgren: Cosa significa “testimoniare l’arresto”?
Cooper: E’ un’osservazione dell’arresto, degli eventi critici che accadono mentre tu sei con il paziente.
Walgren: Quando lei parla di “eventi critici che accadono mentre tu sei con il paziente”, quali sono questi eventi critici, quando si riferisce a testimoniare l’arresto?
Cooper: Quando il paziente smette di respirare ed il cuore si ferma.
Walgren: E per i medici e le persone del settore, significa che tu sei proprio lì sul posto e vedi succedere queste cose.
Cooper: Sì.
Walgren: Ricapitarono conversazioni con il dottor Murray mentre lei stava trattando il signor Jackson?
Cooper: Sì.
Walgren: In un qualunque momento nella sua attività di salvataggio del signor Jackson, il dottor Murray le presentò una qualsiasi cartella clinica o documentazione medica scritta di qualsiasi tipo?
Cooper: No.
Walgren: E in quelle successive conversazioni con il dottor Murray mentre lei stava lavorando sul paziente, furono menzionate il valium ed il flomax?
Cooper: Io chiesi quali altri farmaci ci fossero per il paziente e quegli altri due farmaci furono riferiti come i suoi farmaci di routine.
Walgren: Ok, perciò, quando lei venne informata del lorazepam, quelle fu un’informazione relativa a cosa gli era stato somministrato, presumo, prima di testimoniare l’arresto?
Cooper: Io chiesi: “cosa è successo?” e mi fu detto che gli era stato dato del lorazepam e poi aveva osservato l’arresto, io non sapevo cosa aspettarmi, non è stato chiesto specificamente quali farmaci gli erano stati dati perché io non sapevo quali erano le circostanze dell’arresto.
Walgren: Ok, perciò lei chiese semplicemente: “cosa è successo?” e lui le rispose parlandole del lorazepam.
Cooper: Sì.
Walgren: E riguardo al valium e al flomax, quella fu in risposta alla domanda: “che cosa assume regolarmente?”
Cooper: Sì.
La Cooper ha poi spiegato che il valium è una benzodiazepina, con funzione di sedativo e ansiolitico, mentre il flomoax è un farmaco che viene dato a chi soffre di prostata ingrossata e serve per rilassare i muscoli urinari, può essere usato anche per chi soffre di calcoli renali.
Walgren: Oltre all’indicazione del lorazepam dopo la domanda: “cosa è successo?” e del valium e del flomax come farmaci assunti regolarmente, il dottor Murray parlò mai di altri farmaci?
Cooper: No.
Walgren: In nessun momento durante il suo trattamento del signor Jackson?
Cooper: No.
Walgren: Lei chiese informazioni sulla storia clinica del paziente?
Cooper: Sì, chiesi quali altri problemi di salute avesse il signor Jackson, se aveva episodi passati relativi al cuore, se avesse mai avuto un embolo, se avesse qualunque tipo di trascorso clinico legato all’uso di farmaci.
Walgren: E in risposta a quella domanda di quale storia clinica le parlò?
Cooper: Lui rispose: “No” a tutte.
Walgren: Lei chiese se c’era una storia clinica di crisi (cardiache, ndr)?
Cooper: Quando stavo tentando di determinare cosa era successo con l’arresto, andai a ritroso per chiedere se c’erano ulteriori dettagli e chiesi se c’era stata una qualunque manifestazione di crisi cardiaca, quando lui aveva testimoniato l’arresto se il paziente aveva lamentato dolori al petto osservando l’arresto e mi fu risposto di no.
Walgren: In base alle sue osservazioni, lei sapeva di un qualunque tipo di trauma fisico che avrebbe spiegato le condizioni del signor Jackson?
Cooper: No, non c’erano segni fisici di trauma.
Walgren: Ora, sulla base delle sue personali osservazioni, quali erano le condizioni del signor Jackson quando lui arrivò all’UCLA?
Cooper: Le sue condizioni corrispondevano a quelle che avevano descritto i paramedici, lui era clinicamente morto. Non aveva polso, il ritmo sul monitor cardiaco era ampio, lento ed asistolico, indici di un cuore moribondo, le sue pupille erano fisse e dilatate.
Walgren: Lei ha detto che era clinicamente morto ma ha parlato di cuore moribondo, può spiegarsi meglio?
Cooper: Il cuore è un muscolo che si contrae ed ha una propria attività, perciò il cuore può ancora produrre un segnale, una PEA, ma clinicamente non c’è polso e nessun segnale di vita.
Walgren: Perciò, lui era clinicamente morto, con le pupille fisse e dilatate, nessuna respirazione spontanea, il ritmo del cuore era lento e ampio con nessuna pulsazione palpabile?
Cooper: Sì.
Walgren: Ora, al di là della sua considerazione per la quale il signor Jackson era clinicamente morto, furono fatti dei tentativi per rianimarlo supervisionati da lei in quanto medico di emergenza?
Cooper: Sì. Quando lui arrivò, noi confermammo che il tubo endotracheale fosse stato collocato correttamente quindi la respirazione artificiale era funzionante, io confermai che non ci fosse polso, noi provvedemmo al cpr e procedemmo a somministrargli dei farmaci nel tentativo di rianimare il signor Jackson.
Walgren: E voi avete utilizzato un ultrasuono ad un certo punto?
Cooper: Sì, l’ultrasuono è uno strumento che dà informazioni sulle camere del cuore, quello che viene usato al pronto soccorso non offre gli stessi dettagli di quello che usano i cardiologi, noi lo usammo nella fase iniziale per esaminare il suo cuore.
Walgren ha poi proiettato tre immagini della stanza nella quale Michael venne assistito dalla Cooper e dagli altri medici, mostrando il letto sul quale Michael venne adagiato e chiedendo alla Cooper di descrivere le varie apparecchiature della stanza (monitor cardiaco, equipaggiamento per la ventilazione, equipaggiamento per la linea centrale, armadietti con i farmaci, ecc):
Walgren ha chiesto alla Cooper di fornire dettagli sulla linea centrale. La Cooper ha spiegato che si tratta essenzialmente di un’endovenosa più lunga e più larga, che permette ai dottori, gli unici che possono effettuarla, di accedere alla circolazione centrale più velocemente di una normale endovenosa.
Dopo aver spiegato i diversi elementi presenti nella stanza dove Michael venne assistito, la Cooper è stata congedata per questo 4° giorno di processo, con l’aggiornamento della Corte a lunedì, 2 ottobre 2001, ore 08:45 LAT.
http://www.truth4mj.it/mj/index.php?option=com_content&view=article&id=219:processo-murray-4d-giorno-30-settembre-2011-testimonianza-di-richelle-cooper&catid=41:people-vs-murray&Itemid=71
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