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Messaggio Da szwaby82 Gio Ott 20, 2011 6:20 pm

28 Marzo

Nella pre-udienza di lunedì mattina, in cui il giudice Melville ha ascoltato le motivazioni del procuratore distrettuale Thomas Sneddon, è stato deciso che saranno ammesse in tribunale, nel caso contro Michael Jackson, testimonianze riguardo precedenti presunte molestie che lo stesso Jackson avrebbe commesso nei confronti di altri minori.

Molti esperti legali non si stupiscono di questa decisione, perché sebbene è estremamente raro e inconsueto che in processi penali vengano ammessi in tribunale elementi di precedenti presunti reati mai dimostrati, come nel caso di Jackson, il giudice Melville ha in passato preso decisioni sfavorevoli per la difesa, che quindi facevano presagire una decisione in tale direzione.

Sneddon è riuscito quindi a ottenere di portare sul banco dei testimoni 5 dei 30 nomi portati in esame al giudice. Si tratterebbe di testimonianze attinenti a due precedenti casi di presunte molestie, che sono state “risolte” con patteggiamenti economici.

Uno di questi è il famoso caso del 1993, con cui Jordan Chandler, allora tredicenne, accuso Jackson di ripetute molestie; ma il processo civile si affossò l’anno successivo con un accordo multimilionario tra le parti; le indagini da parte della polizia di Santa Maria continuarono per mesi, con oltre 200 interrogatori e decine di perquisizioni, ma il procuratore distrettuale affidato al caso, lo stesso Sneddon che ancora oggi riveste i panni dell’accusa, non riuscì mai a far partire un processo panale, perché per ben due volte un Grand Jury decise che non vi erano elementi a sufficienza per fare partire un procedimento penale.

È però interessante notare come non sia il ragazzo in questione ad essere chiamato ora in causa, ma la madre dello stesso, June Chandler, che ricevette nel 1994 da Michael Jackson una cifra che pare superare il milione di dollari, parte dell’accordo extragiudiziario che servì per bloccare il processo civile in corso.

Ma un altro caso di presunte molestie verrà ammesso in tribunale, quello che nel 1992 coinvolse una ex dipendente di Jackson, Blanca Francia e suo figlio Jason, che tentarono di accusare Jackson per molestie, ma tutto si dissolse nel nulla nel giro di poco tempo, probabilmente a seguito di un pagamento in denaro. La stessa Blanca venne ammessa come testimone nel caso del 1993/1994, ma la sua testimonianza non risultò per nulla credibile.

Probabilmente Sneddon vuole riprovare le cartucce usate nel passato per colpire nuovamente Jackson. Non essendo riuscito nel 1993 ha incastrare la superstar, probabilmente si vuole rifare ora costruendo attorno all’attuale processo un caso del tutto simile a quello precedente. Viene spontaneo chiedersi se le “prove” che ha in mano per i reati attualmente contestati a Michael Jackson siano talmente deboli, o del tutto inesistenti inesistenti, che l’unico modo per poter avere delle possibilità di mandare in prigione Jackson sia quello di rivangare il passato, forse per creare sempre più confusione nei dodici giurati che dovranno decidere il futuro di Jackson, o forse perché migliaia di indizi, anche se contraddetti dalle stesse dichiarazioni dei testimoni, possono davvero convincere la giuria della colpevolezza dell’accusato.

Ciò che rende ancora più bizzarra questo tentativo, forse disperato, del procuratore di portare più testimoni possibili in tribunale, è che nella lista dei nomi che il giudice Melville ha accettato siano presenti Macaulay Culkin, l’ex bambino prodigio di “Mamma ho perso l’aereo”, e di Wade Robson, famoso e talentuoso coreografo.

Entrambi infatti hanno avuto una stretta amicizia con Jackson nel periodo che va dal 1990 al 1995, anni nei quali vanno a ricadere le presunte molestie che ora andranno a finire in tribunale.

Culkin è inoltre un intimo amico di Jackson anche nel presente ed è il padrino dei due figli maggiori del cantante, Prince e Paris.

Entrambi, sia Culkin che Robson, hanno più volte dichiarato, sia in passato che nei giorni più recenti, di non aver mai subito molestie da parte di Michael Jackson, e di non averlo mai visto in atteggiamenti equivoci con nessun altro bambino.

Culkin in un intervista recente ha inoltre affermato che preferirebbe non essere coinvolto nel processo attuale, perché non vorrebbe essere coinvolto in quello che ha chiamato “una brutta storia”, ma che anche se obbligato, non testimonierebbe mai contro Michael Jackson, poiché non può attribuire allo stesso alcun comportamento equivoco nei confronti di bambini, ma che anzi, reputa un padre e un amico adorabile.
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