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Il canto del Re (completa)

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Messaggio Da marina56 Gio Ott 13, 2011 3:32 pm


1 Capitolo

Mezzo secolo fa, nel regno di Fantastilandia, nacque un
bel bambino al quale fu dato il nome Michael. Egli
aveva i capelli neri e ricciolini, grandi occhi nocciola e la pelle
scura. Le fate del regno racchiusero in quella creatura
l'essenza dell'infanzia e la capacità di donare pace e amore
grazie al suo magico canto.
Passavano gli anni e Michael diventava un giovanotto
ogni giorno più bello. Gli abitanti del regno, notando le doti
innate del ragazzo, decisero di incoronarlo Re.
Presto, il sovrano di Fantastilandia,fu un uomo e
divenne padre di tre splendidi bambini. Ogni giorno era
impegnato a svolgere il suo compito di sovrano e la sua
figura imponente e regale, gli conferiva un aspetto austero
ma, nel cuore, rimaneva sempre un bambino con la voglia di
giocare; passava il suo tempo libero a scherzare con i bimbi
del regno portandoli sulle giostre del grande Luna Park
o nelle foreste che circondavano il reame, per dare il cibo agli
animali che le popolavano. Amava cantare affacciato alla
finestra del suo palazzo per la felicità di vedere la sua gente
cantare con lui. Gioiva di fronte a tutta quell'armonia.

***
Nel regno di Fantastilandia, la vita scorreva serena fino a
quando arrivò a palazzo, avvolto in un nero mantello, un
mago malvagio e molto potente. Il suo nome era Conrad.
Si presentò al sovrano come un medico al fine di
entrare nelle grazie di Re. Michael, che da qualche tempo desiderava
la compagnia di un amico mentre tutti i bimbi erano a scuola,
lo assunse facendolo alloggiare al castello.

"Sei il benvenuto
nella mia dimora, Dott. Conrad. Prego, vai pure a sistemarti
in una delle stanze del palazzo"-disse sorridendo il sovrano.

Conrad, che aveva raggiunto il suo scopo, sogghignò
silenziosamente e scomparve in una delle stanze; il suo
lavoro era iniziato!
Il perfido mago aveva una missione precisa: eliminare il Re
per ottenere il controllo del Regno e così, ogni mattina,
aggiungeva al succo d'arancia dell'ignaro Sire una
potentissima pozione magica con l'intento di avvelenarlo.
Ben presto, l'intruglio mortale, iniziò a fare effetto, tanto
che i domestici riscontravano in Michael strani malesseri.
Ma il Re, non vi fece mai caso...
Una mattina, come ogni giorno, accompagnò i suoi tre eredi
a scuola: il principe Prince, la principessina Paris e il
principino Blanket.
Il sovrano, ormai alla soglia dei cinquantuno anni,
guardava i suoi figli crescere, ridere e giocare con gli altri
bambini; gioiva e, allo stesso tempo provava malinconia;
Quella malinconia che lo aveva accompagnato per tanti anni, a causa delle rinunce e dei sacrifici che aveva dovuto affrontare, essendo rimasto orfano di entrambi i genitori in tenera età, svaniva dinanzi alla gioia che i sorrisi delle creature che amava più della sua stessa vita, erano in grado di donargli.
Tornato a palazzo, vide, poggiato sulla piccola consolle
accanto al trono, il mattutino succo d'arancia portatogli
da Conrad. Michael si sedette e, dopo averlo guardato,
sollevò il calice ma, appena lo portò alla bocca, udì una
vocina sussurrargli all'orecchio:

"No, ti prego mio Re,non bere!"

Michael voltò lo sguardo di lato e scorse,
poco sopra la sua spalla, una piccola fata dai capelli biondi
e le ali cristalline come acqua di fonte che, con le minuscole
manine, si copriva il viso.

"Chi sei?"-chiese Michael incuriosito

“Trilly! Il mio
nome è Trilly, mio sovrano!"-disse la creatura scostando
piano le mani dagli occhi e arrossendo in volto.

"Trilly…... e cioè?"-replicò Re Michael sempre più
incuriosito.

"Cioè….la tua fata madrina!"-rispose la
creatura dalla voce sottile.

2 Capitolo

Michael inclinò il capo con dolcezza...

"Ho una fata
madrina?"

Trilly alzò lo sguardo incontrando quello del Re.

"Sì, mio signore, quando sei nato, era predetto che
saresti diventato Sovrano del regno e sei stato benedetto
dalle fate custodi. In te alberga il Magico Canto, capace
di rendere felice la gente; tieni in vita i sogni dei bambini,
tieni in vita Fantastilandia e, io, ho il compito di vegliare
su di te”.

Michael sfoderò un bellissimo sorriso a quelle
parole, Trilly, lentamente, prese il calice togliendolo dalla
mano del Re che la guardava attonito e, domandò:

"Trilly, perché mi hai impedito di bere??"

La piccola fatina iniziò
ad agitarsi e, sbattendo velocemente le piccole ali, scese a
sedere sul pomolo più alto del trono.

"Ecco… vedi…mio Re -balbettava tremando- "il tuo cuore puro,
ti ha impedito di vedere ciò che di
malvagio alberga nell'animo di Conrad il mago. Egli è
mandato dalle forze del male che vivono oltre la collina dell'Innocenza Perduta,
dove si trova il Regno di Perfidialand. E' lì che egli, dopo averti
eliminato, deve portare l'infanzia dei bimbi del tuo Regno!"

"Conrad? Proviene da Perfidialand?" - disse il Re incredulo

Trilly abbassò gli occhi
sussurrando mestamente: " Si…vuole distruggere il tuo
regno, i sogni dei bambini, trasformare la pace e la gioia in
dolore e paura, tu sei l'unico che ostacola il suo piano".

Michael iniziò a tremare leggermente e, guardando il calice,
disse: "No! No, non posso crederci!", alcune lacrime
gli rigarono il volto.

La piccola fata guardava i profondi
occhi scuri del suo Re, colmi di lacrime, dalle quali traspariva
la fragilità di quell'uomo che, all'apparenza, era forte perché
sedeva su di un trono d'oro ma che, in realtà, aveva il cuore
fragile e delicato come una gemma di cristallo. Volò verso
di lui fino a potergli sfiorare le guance e, con le manine,
cominciò ad asciugare quelle gocce limpide e tiepide che
luccicavano come diamanti e si accorse che, quelle lacrime,
erano diamanti!

“Non piangere mio Sovrano"-sussurrò
teneramente all'orecchio del Re.

Egli si calmò e, con voce
strozzata, disse:
" Michael…chiamami Michael, ti prego".

La fatina sorrise e Michael si alzò dal trono anche
se faticosamente…

"Ma, dimmi, fata madrina- continuò -come posso impedire
che i bambini del mio regno perdano per sempre la loro infanzia?
Ti prego, aiutami!"-chiese il Re guardando fuori dalla
grande vetrata del salone che si affacciava al parco sottostante
dove, i bimbi di Fantastilandia, giocavano,
negli assolati pomeriggi, lanciandosi multicolori palloncini
pieni di acqua.

Quell'acqua, però, era magica e, non appena i palloncini si
rompevano, il liquido che ne fuoriusciva si trasformava in
note musicali che si univano dando vita a una dolce melodia
che saliva fino al cielo insieme alle voci festose dei piccoli.

"Mio Re…... emh, Michael - disse Trilly imbarazzata,
volteggiando sopra la corona del suo adorato Sire che,
guardava di là dell’orizzonte, sempre più preoccupato-
"c'è solo un modo per sconfiggere il mago Conrad" continuò.

Trilly si avvicinò trepidante all'orecchio del suo protetto
e, riparandosi con la minuscola mano l'angolo della bocca,
per timore che qualcuno potesse udire le sue parole, cominciò
a parlare in modo concitato e a una velocità tale che, a un
certo punto, il Sovrano dovette fermarla.

"Così non capisco
nulla, mia adorata fatina!- disse portando la mano
aperta accanto all'orecchio e invitando la piccola Trilly a
sedersi sul palmo chiaro.- “Qui…siedi qui e cerca di calmarti"

Le disse con tono dolce ma deciso.
“Hai ragione, Michael- replicò la piccola fata-... ma, ….vedi,
non abbiamo molto tempo, ormai…”.

La sua voce si riempì di commozione frammista a
paura mentre voltò lo sguardo di lato per evitare di incrociare
gli occhi del Re che la fissavano cercando di carpirne i segreti
più nascosti.

"Che vuoi dire? Parla, ti prego! Devo capire… io non posso…
Che vuoi dire con <<non abbiamo molto tempo>>?,
cosa mi stà succedendo? Che accadrà ai miei bambini?
A tutti i bambini del Regno? Ti scongiuro, dimmelo!"

La preoccupazione sul volto di Michael, si era trasformata
in vero e proprio terrore, la luce che inondava i suoi grandi occhi
si stava affievolendo, il respiro si fece sempre più affannato
e, di nuovo, trasparenti gocce di purezza scesero sul suo viso
fino alle rosee labbra contratte in una smorfia di dolore.
Un dolore che gli stava aprendo il petto e lacerando, come
un dardo affilato, il cuore. Chinò la testa coronata verso
la mano aperta a ospitare la piccola fata e con la voce
interrotta dal pianto, sussurrò:

"Oh, Trilly, perché?! Perché tutto questo? ".

Una lacrima, dopo aver carezzato i lineamenti decisi del
volto, si staccò dal mento e cadde sul pavimento del salone,
trasformandosi in una scheggia di puro diamante.
La fatina, vedendo la scheggia infrangersi a terra, rialzò lo
sguardo e trovò gli occhi del suo amato Sire sempre più cupi…

"Michael, dobbiamo essere forti! Guarda fuori ".

Michael girò tristemente lo sguardo alla finestra; il cielo
cominciava ad annuvolarsi, delle nubi scure stavano
inghiottendo il sole. Michael, a quella vista, fece un passo
indietro.

"Che succede?? Che succede? Il sole,
il cielo…si stà facendo sempre più buio!"

Pianse ancora più forte e, a ogni lacrima che versava,
compariva una nuvola nera. Trilly iniziò a sbattere le ali
freneticamente, volò verso l'orecchio di Michael e, cercando
di trattenere l'emozione, sussurrò:

"Michael… le tue lacrime rendono così il cielo…
la tua sofferenza diventa il dolore della tua gente…"

Trilly s’interruppe quando vide il suo amato Re
barcollare, si teneva la mano sulla fronte, le sue lacrime si
facevano sempre più forti, incontrollabili! In quel momento iniziò a piovere.
Trilly, con tono spaventato, urlò:

"Michael?!? Cos'hai
mio Re?!?"

Michael si girò verso di lei, sentì le forze
venir meno, si appoggiò al muro e scivolò a terra accasciandosi
sul pavimento. Trilly gli si fece incontro urlando a più
non posso:

"Michael!!!Michael!!!!!"

Michael però non le
rispose, gli occhi cominciavano a chiudersi e il buio lo risucchiò.
L'ultimo suono che sentì, fu quello della pioggia intensificarsi
e le voci chiamare il suo nome, senza avere la forza di rispondere.
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Messaggio Da marina56 Gio Ott 13, 2011 3:32 pm

3 Capitolo

Ormai svenuto, il Re venne soccorso dai sudditi che lo portarono
nella camera reale e lo distesero sul letto, Trilly gli si portò vicino,
cominciò a cospargergli della polvere d’oro per dargli sollievo,
vi riuscì quando vide il volto di Michael rilassarsi e le lacrime cessare.
Si addormentò anche lei distesa sul suo petto coperto dal regale abito rosso e oro.
Alcune ore più tardi, Michael aprì gli occhi, vedeva tutto sfocato ma realizzò di trovarsi
nella sua stanza. Vide la porta spalancarsi
e tre piccole figure correre velocemente verso di lui: erano i suoi figli!!
Gli arrivarono vicini e cominciarono a baciarlo, senza notare la fatina
addormentata sul loro papà e, in coro, esclamarono:

" Papà!! Papà ci hai fatto spaventare! Stai bene?"

Michael vedendo a malapena il volto teso dei bimbi, volle tranquillizzarli ma ciò
che uscì dalla sua bocca fù solo un "Piccoli miei...." detto con tono quasi impercettibile.
La tata entrò nella stanza e, rivolgendosi ai principini, li invitò ad uscire

" Lasciate riposare vostro padre " - disse

I bimbi annuirono e si allontanarono seguiti dalla giovane donna, che uscì avvicinando
la porta dietro di sè. Michael portò lo sguardo alla finestra,
aveva smesso di piovere ma, il cielo era sempre cupo e freddo.

" Devo.... fare qualcosa...se solo potessi...aaaahhhh "

Si interruppe sentendo lancinanti fitte in tutto il corpo. Gridò chiedendo aiuto.
Trilly si svegliò di soprassalto e cercò di calmarlo...troppo tardi!
Il Re aveva chiuso gli occhi, nuovamente inghiottito dal buio...

Nel frattempo, acquattato dietro la massiccia porta della stanza, rimasta socchiusa,
il perfido mago Conrad osservava compiaciuto la scena lisciandosi l'appuntito e lungo mento.
Sul suo volto si disegnò un orribile ghigno soffocato.

“L'ora è giunta- pensò- il maleficio è compiuto!" E, avvolgendosi nel suo scuro mantello, si dissolse.

***
Il grande orologio nell'ampio salone del castello di Re Michael rintoccò le sei della sera.
A quell'improvviso DIN-DON, il sovrano aprì nuovamente gli occhi e vide, davanti al suo viso,
a un centimetro dal suo naso, la piccola Trilly che lo osservava con gli occhi sgranati.

"Michael, mio Re, sei tornato!! Evviva, sì, sììììì.....finalmente sei tornato!"

E cominciò una danza di felicità girando su se stessa più volte e sbattendo ritmicamente
le piccole ali trasparenti.

"Ma...ma...co...cosa…mi...mi è ...ac...Accaduto? " Balbettò a fatica il sovrano,
ancora un pò assonnato. "Perché la mia testa fa tanto male?"

"Michael hai perduto i sensi per ben due volte sai?" - rispose Trilly che, nel frattempo,
si era messa a sedere sul petto del suo Re.

"Ah si? Ma...come? Quando? Non ricordo più nulla Trilly, non riesco a ricordare più niente!
Solo... solo i miei bambini... il cielo, sì il cielo è diventato nero improvvisamente ed io
non riuscivo più a... mia dolce fata, non potevo più.............. devo provare, io devo provare!
Voglio riuscire, sì, devo riuscirci!"

"Cosa? COSA?! Mio adorato Michael, cosa non riuscivi a fare?"
- esclamò la fatina visibilmente preoccupata, portandosi le mani sulle guance e scrollando il capo.

"La mia voce, Trilly, io non potevo più... oddio, non posso crederci!!!! Nooooooo!!!"

La disperazione si disegnò sul volto di Michael che cominciò ad agitarsi nel letto emettendo
suoni disarticolati sempre più forti e più cercava di modulare il suono che usciva
dalle sue corde vocali, più questo risultava distorto.
Improvvisamente Michael emise un urlo più forte degli altri , con gli occhi gonfi di pianto,guardò la sua fata madrina e, con tono disperato, le disse:


"Trilly!? Hai capito? Hai visto cosa mi ha fatto Conrad? La mia voce..........
..... io non posso...non posso... aiutami, ti prego!" - e, prendendo quanto più respiro poteva,"
in un ultimo sforzo sovrumano urlò: "IO NON POSSO PIU' CANTAREEEE!!!!!!!"

4 Capitolo

Trilly rimase sconvolta, non sapendo cosa dire continuava a vedere Michael
mentre si dimenava disperato nel letto, piangendo e continuando a far uscire
dalla bocca solo parole distorte e suoni strozzati, parlava a fatica...

“ Trilly… Co... cosa succ…ederà alla mia gente? Il mio regno…”
-si interruppe per riprendere fiato e urlò subito dopo: “ I MIEI BAMBINI! “

Era in preda alla disperazione più totale, senza il suo canto il regno era vulnerabile,
cercò di alzarsi ma Trilly glielo impedì

“ No Michael… non devi sforzarti.. chiamo un altro medico, tenteremo di trovare
una soluzione “ era disperata anche lei.

Il sovrano portò una mano sul volto cercando di fermare le lacrime mentre, con l’altra,
prese la campanella che aveva sempre sul comodino e chiamò la domestica la quale
arrivò subito e Michael, prendendo un grande respiro, parlò con voce sottile sottile

“ Mari.. ti prego.. chiama un medico, fallo venire qui… “

La domestica vedendo il sovrano in quelle condizioni eseguì subito gli ordini.
Dopo cinque minuti arrivò un medico dall’aria seria ma, nel contempo, rassicurante.
Cominciò a visitarlo, poi chiese:

“ Mio Re in questi giorni ha preso qualcosa di particolare? Non so.. una bevanda… “

Michael ricordò subito il calice con l’arancia e sussurrò:

“ Que...quel Conrad, lui mi dà sempre un succo d’arancia..... al mattino.. solo che..
da quando lo prendo.. mi sento sempre stanco…la mia.....testa.....gira e ora, la mia....
...la mia voce è.....è divers.....è diversa! “

Il medico prese il calice che Michael gli indicò sul comodino e sospirò:

“ Vedrò di analizzare questo liquido, intanto lei rimanga a letto, non si sforzi di parlare.
Con permesso Sire “

Fece un inchino e uscì dalla stanza lasciando Michael sempre più disperato.
Trilly lo seguì.. Si fermarono appena varcata la soglia, Trilly ansiosa parlò sottovoce…

“ Dottore cos’ha il Re? “ il medico prese un grosso respiro e disse: “ Il Re è molto malato,
il cuore è debole, è stato avvelenato!“

Trilly si agitò “Oooh, proprio come immaginavo …
Che cosa posso fare per guarirlo? “ - chiese premurosa ma, anche, in preda all'ansia.

Il medico osservò attentamente il calice e disse: “ Ho già capito di che veleno si tratta...
C’è un solo rimedio, esiste un fiore particolare, si trova nella parte più remota del regno,
si chiama “ Fiore di cristallo “ se i petali vengono mangiati dal Re in tempo è sicuro
che guarisca…ma se… "

“ MA SE? LA PREGO PARLI! “ disse disperata la piccola fata
alzando, inavvertitamente, il tono di voce…

“ Ma se non si nutrirà di questo fiore puro, allora....“- continuò il medico

Trilly, che non sentiva più le parole del medico, per via dell'apprensione che si era impadronita di lei, abbassò lo sguardo e con un filo di voce chiese:

“ Quanto tempo ho?“

“ Solo un giorno… “- rispose con mestezza il dottore.

La conversazione finì lì, entrambi però non si accorsero che Michael aveva sentito tutta
la discussione e che, ora, aveva paura, paura come non l’aveva mai provata!
Si portò le mani al viso e si sciolse in un pianto disperato.

“Trilly!!?? Trilly torna da me, ti prego!!!!” Esclamò Michael tra i singhiozzi.

"Sono qui, sono qui, mio amato Michael, non temere! "

Così dicendo la fatina si avvicinò al sovrano e, guardandolo dritto negli occhi,
pronunciò queste parole:

"Quando la polvere fatata, lo lambirà, il mio amato Re, riposare dovrà.
Un sonno sereno lo avvolgerà ed egli felice si addormenterà.
Su prati e vallate, leggero cadrà il manto dei sogni che egli farà!"

Così disse spargendo polvere dorata sul corpo del Re, che in men che non si dica, chiuse
gli occhi e si addormentò.

"Perdonami, mio dolce Michael, ho dovuto farlo!! -disse la fatina-
"Un giorno capirai, mio Re, un giorno capirai......."

E volò fuori dalla stanza senza voltarsi indietro.

***

Ormai le ombre della notte erano scese su Fantastilandia che, avvolta dalle tenebre,
era immersa in un silenzio surreale. Giunta davanti al grande cancello in ferro battuto,
scorse nel buio del sentiero che portava all'immenso Luna Park del regno, l'inquietante
figura del mago.

"Oh, no! E ora che faccio?" - pensò la fatina, impaurita, nascondendosi dietro una foglia
dell' Albero del Dono che adornava il lato del sentiero.

Sporgendo la testolina bionda dal margine superiore della foglia, poteva vedere il mago,
senza che egli si accorgesse della sua presenza.
Sentì Conrad parlare sommessamente e tese l'orecchio per ascoltare.

" Mio signore e padrone, tutto procede secondo i nostri piani, il Re è sempre più debole
ed ha finalmente perso la capacità di cantare ma... vede, mio perfidissimo sovrano,
il mio compito non è ancora terminato ed io devo trovare il modo di rubare le anime
dei figli del re. In questo modo anche tutti gli altri bambini di Fantastilandia perderanno
la loro innocenza e, con essa, la loro infanzia e il Regno di Re Michael,
mia immensa malvagità, saranno nostri! Finalmente!!!!!"

Emettendo un'orribile risata soffocata, il mago ripose lo specchio che teneva tra le mani,
nel quale, pochi istanti prima, era riflessa l'immagine del suo malvagio sovrano.
Sir Tohme, il Re di Perfidialand.
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Messaggio Da marina56 Gio Ott 13, 2011 3:34 pm

5 Capitolo

Trilly inorridì a quelle parole; no, non poteva essere vero! Puntavano
ora ai tre figli del suo amato Michael….

"No, non deve accadere!" -
sussurrò la fatina e, facendo attenzione a non farsi vedere, volò lontano dal malvagio mago.

Mentre tornava al palazzo, pensava a un modo per portare
al sicuro i tre principini….assorta nei suoi pensieri guardava il regno:
La gente era chiusa nelle proprie case, i laghi si erano prosciugati,
gli animali si erano rifugiati nei boschi, per le strade aleggiava una fitta
nebbia fredda: era uno spettacolo terribile!!!!
Finalmente trovò la soluzione migliore per proteggere i figli del Re.
Una volta arrivata a palazzo andò subito nella stanza dei bambini,
li trovò che giocavano sorridenti…..quei piccoli avevano le stesse
doti del padre, la loro voce infantile era più potente di ogni altra mai
udita, erano la reincarnazione dell'infanzia di ogni bambino, andò
da loro e li chiamò:

“ Principini……"

I tre fanciulli alzarono lo sguardo
verso quella piccola fata, affascinati le si avvicinarono. Il più grande,
Prince che si sentiva in dovere di tutelare i suoi fratellini, chiese:

"E tu chi sei?? Cosa fai qui?? "

"Mi chiamo Trilly e sono la
fata madrina di vostro padre "- rispose imbarazzata la fatina.

Era la prima volta che parlava con loro,i piccini sorrisero e la fatina,
un po’ titubante, proseguì sottovoce:

“Sono qui perché voglio portarvi via,
il Regno è in pericolo. Vostro padre, il Re, mi ha chiesto che vi
conduca al più presto in un luogo sicuro".

I tre bimbi chiesero
all'unisono: "E papà?? Rimane qui???"

Trilly abbassò il capo,
no, loro non dovevano sapere delle condizioni del loro padre, tentò di
sforzare un sorriso e, rialzando la testa, disse:

" Si, principini.
Il vostro papà deve restare qui a proteggere il Regno….ma state
tranquilli, avrò io cura di lui! "

I piccoli, anche se avrebbero preferito
restare con il padre, obbedirono.
Prince si voltò,guardò i fratellini e, rivolgendosi a Trilly, esclamò:

" Come vuole papà…dove dobbiamo andare??? "


Trilly sorrise
sollevata e chiamò le guardie reali ordinando loro di portare i principini
lontano, nel Regno delle Fate, dove sarebbero stati al sicuro; quei
maghi non li avrebbero mia trovati lì. I bambini, avvolti da mantelli,
uscirono dal castello e con le guardie fuggirono verso il regno fatato.
Trilly tirò un sospiro di sollievo, ora doveva pensare a trovare l'antidoto
per guarire Michael...
Entrò nella sua stanza da letto, era lì, disteso,
con un'espressione rilassata, dormiva profondamente, si avvicinò,
lo guardò tristemente e, dopo avergli dato un piccolo bacio sulla fronte,
sussurrò:

"Mio dolce Michael….mio dolce Re…tieni duro...
ti prometto che troverò il fiore, guarirai presto…."

La fatina, notò con piacere il sorriso che si disegnò sulle labbra
del suo Re, quasi a farle intendere che avesse udito le sue parole,
anche se lei, sapeva perfettamente che ciò non era possibile.

"Chissà cosa stai sognando, adesso, mio adorato Michael…"-
pensò sospirando e, leggera più di un alito di vento volò via.

***

"….Al limitare del Regno….al limitare del Regno….il fiore di
cristallo…..si, si ah detto proprio così, il fiore di cristallo….!"

Continuava a ripetere nella mente, mentre, volando attraverso il cielo
cupo si dirigeva verso la collina dell'Eterna Infanzia, che si trovava
proprio all'estremo confine del Regno di Fantastilandia.
Dietro la collina, oltre la radura, sorgeva un immenso giardino
incantato, colmo di fiori di ogni genere e colore. Era lì che doveva
andare Trilly, perché era lì che avrebbe trovato ciò che cercava:
il fiore di cristallo, ma, man mano che si avvicinava alla
collina, un brutto presentimento si impadroniva di lei.

"E se non fossi lì, il fiore che stò cercando??"-pensava-
“ No, no deve esserci per forza, deve essere lì!!! "- si ripeteva in
continuazione, per cercare di farsi coraggio.

I pensieri che affollavano la sua mente le avevano impedito di
rendersi conto del trascorrere del tempo e, quando
un raggio di sole illuminò la cima della collina, Trilly si accorse
che era arrivata l'alba di un nuovo giorno.
Si, un nuovo giorno ma, anche l'ultimo giorno per il suo Re!
La piccola fata non poté credere ai propri occhi e li stropicciò più
volte, come a sincerarsi che non stesse sognando e vide dinanzi a lei,
oltre la verde radura, il Giardino dei Fiori Incantati che si estendeva a
perdita d'occhio.

"Ce l'ho fatta!!!! "- esclamò battendo uno contro l'altro i palmi delle rosee manine affusolate.
"Ce l'ho fattaaaaa!!!!" - ripeté soddisfatta a sé stessa.

6 Capitolo ( Prima Parte )

Il giardino era intatto, non vi era alcun segno del passaggio
della malefica tempesta della sera precedente e, soprattutto, le ombre
della notte si erano ritirate per lasciare il posto ad un tiepido sole che,
ora, brillava alto nel cielo.

" Il fiore!!! Devo cercare il fiore……" -pensò la fatina scuotendosi
da quello stato d'incanto che la vista di tanta meraviglia le aveva causato.

"Il sole è ormai alto - sussurrò- devo fare in fretta!!! Mi restano poche
ore per salvare il mio adorato re!".

Così dicendo si diresse, volteggiando
nella luce splendente del sole, verso il giardino incantato.
Arrivata al giardino cominciò a girare tra i fiori, era come cercare un ago
in un pagliaio;

"Ma come faccio a riconoscerlo??? Il medico
non me lo ha nemmeno descritto!" – Si chiedeva
Poi guardava il sole e, agitandosi,
ansimava:" Prestoooo!!"

Dopo ore di ricerca, nessuna traccia del fiore;
la fatina si sedette affranta su una foglia e iniziò a piangere temendo di
non arrivare in tempo. Quelle lacrime che le rigavano il viso, finirono
sul terreno facendo un rumore insolito, la piccola fata scostò il capo
e rimase folgorata da quello che vide: dei petali trasparenti e
luccicanti, disposti a formare un'abbagliante corolla, al centro della
quale troneggiava un grosso diamante che brillava alla luce del sole.
Era lui!!! Il Fiore di Cristallo!
Si avvicinò e gli fece un giro attorno come per convincersi che fosse
reale…

“L'ho trovatoooo!!!!" esclamò la fatina abbandonandosi a un grido di gioia.

Senza perdere tempo raccolse il fiore, ma essendo molto pesante la costrinse a volare più lentamente.
Uscì dal Giardino Incantato e volò verso il Regno,
guardava il sole, solo qualche ora al tramonto….attraversata la
fitta nebbia che albergava ai confini di Fantastilandia, vide in
lontananza il castello, sorrise e tentò di volare più veloce che poteva,
il sole stava tramontando….mancava pochissimo!
Entrò nel palazzo, andò rapidamente in camera del suo amato
Michael, il sole cominciava a vedersi a malapena, le nubi
scure lo risucchiavano poco a poco, cominciando a far uscire delle gocce d’acqua che, in pochi secondi si mutarono
in una fittissima pioggia che sbatteva con violenza sui vetri della grande finestra della camera di Michael.
Trilly avvicinò il fiore alla bocca di Michael ma, prima che i petali
potessero sfiorargli le labbra, vennero presi dal mago Conrad che si era
magicamente materializzato nella stanza.

"Ridammelo, ridammeloo!!"-urlò la fatina.

Il perfido mago staccava i petali del fiore ad uno ad uno
ridendo soddisfatto…la fatina gli si scagliò contro con quanta
più forza aveva in corpo ma Conrad fece cadere il fiore, Trilly lo afferrò
prima che potesse toccare terra, era rimasto un solo petalo, si riusciva
a vedere un unico fascio di luce. Riuscì a posare solo la punta del petalo sulle labbra del Re quando Conrad
glielo strappò nuovamente dalle mani, guardò la fatina e sotto i suoi occhi distrusse il fiore in mille pezzi.

"Non sei arrivata in tempo, il sole è tramontato e
Re Michael ora soccomberà e con lui l'infanzia e la pace del Regno…
Fantastilandia adesso è mia!!!" - esclamò vittorioso il perfido mago ridendo a crepapelle.

Trilly disperata guardò il volto del suo Re, lo vide fare l’ultimo respiro e la luce che aveva sempre emanato si
spense e con essa tutte le luci del regno, il sole era sparito, una forte tempesta si scagliò su Fantastilandia.
La fatina, a quel punto, si accasciò sul petto del suo re iniziando a piangere.

" Nooo!! Nooooo" -continuava ad urlare con tutto il fiato che possedeva.

6 Capitolo ( Seconda Parte )

Il perfido mago compiaciuto dalla scena si avvicinò lentamente al letto, ma all’improvviso…
Una potente folata di vento spalancò l'ampia finestra della
stanza del Re , circondata da un'abbagliante luce, apparve la figura di
una bellissima creatura.

" Chi sei?? Cosa vuoi??? Parla!!!!",
ordinò con tono inquietante il mago che cercava di ripararsi, con una mano,
gli occhi da quel bagliore accecante.

" Sono la Fata Regina - rispose la stupenda fanciulla - sono la sovrana
del Regno delle Fate; Dea della terra, dell'aria, del fuoco e dell'acqua.
Protettrice delle anime innocenti e dell'infanzia eterna. Sono qui per
riprendere ciò che hai sottratto al popolo di Fantastilandia: il soave e magico
canto del Re!"

Detto ciò, la bellissima fata si voltò verso Michael che,
ormai privo di vita, giaceva nel grande letto reale, pronunciando queste
parole:

" Forza dell'amore, che tutto può, ascolta la voce della Regina
delle fate madrine! Sconfiggi il male che alberga nel cuore degli uomini
e rendi a questo sovrano il dono del canto e, con esso, la sua anima pura!!"

A queste parole una miriade di lucine scintillanti circondò il corpo di
Re Michael, lo sollevò dal letto e, dopo un istante, il Re apparve nella
stanza, agli occhi increduli dei presenti, in tutto il suo splendore.
Indossava una scintillante armatura, tra le mani la Spada della
Musica Eterna, dono della Regina delle fate. Alla vista di quella
immagine divina, il mago Conrad trasalì e, emettendo un terrificante
grido di rabbia, scomparve avvolto nel suo mantello.

" Grazie,
mia sovrana, Regina delle fate madrine, Dea della terra, dell'aria,
del fuoco e dell'acqua" – Disse Trilly rivolgendosi alla sua Regina prima di vederla sparire.

Le nubi, nel cielo di Fantastilandia, si dissolsero lasciando il posto
ad un sottile spicchio di luna che si rifletteva nelle limpide acque dei
laghi del Regno. Tutto sembrava tornato alla normalità ma, al
tetro castello di Sir Tohme, nel Regno di Perfidialand, qualcuno
stava ancora tramando…
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Il canto del Re (completa) Empty Re: Il canto del Re (completa)

Messaggio Da marina56 Gio Ott 13, 2011 3:34 pm

7 Capitolo

Sir Tohme aveva osservato tutto quello che era accaduto, attraverso
il suo magico specchio. Si strofinava la fronte nel tentativo di trovare
un altro modo per distruggere Fantastilandia.

" Mio signore, che ne dice dei tre figli di Re Michael?? Quei
tre principini possiedono innate doti, sono creature molto potenti,
nonostante la loro tenera età; se li rapiamo, il loro amato paparino,
correrà a riprenderseli!!!! Qui, nel Regno di Perfidialand,
domina una magia oscura e non vi è alcuna forza positiva, nessuna
armonia, nessuna gioia. In questo modo il Re sarà isolato, lontano
dal suo mondo e, quindi, più vulnerabile che mai!!" - disse Conrad
che, nel frattempo, era ritornato al tetro palazzo.

"Mhm….hai ragione,
come sempre, mio malvagio consigliere…ti ordino di portarmi i tre
mocciosi reali entro stasera!!!!" - grugnì Sir Tohme prima di sparire
nei bui meandri della sua dimora.

Intanto, a Fantastilandia…….

" Michael!!! Michaelll!!! Mio adorato Michael, sei tornato!!
Che gioia, sei vivo!!" - esclamò Trilly piangendo per la felicità e
svolazzando attorno al suo Re che si era finalmente ripreso.

Con ancora indosso l'armatura, seduto sul letto, era leggermente
stordito. Si guardò attorno e, dopo aver scosso il capo più volte,
regalò un magnifico sorriso alla sua fatina e la rassicurò dicendole:

" Mia piccola Trilly, è tutto passato… mi sento molto bene, adesso!"
- così disse e aprì le mani a coppa invitandola a distendersi in esse.

Trilly non esitò un solo secondo e si affidò alle morbide e calde mani
nelle quali si sentiva protetta. La stanchezza e la tensione che gli ultimi
eventi le avevano causato, favorirono il suo sonno e così, dopo pochi
minuti, si addormentò…….Il Re, la osservò con infinita tenerezza,
stupito per quanta forza e quanto coraggio vi fosse in una così piccola e,
apparentemente, fragile creatura. Abbozzò un dolce sorriso,
si alzò lentamente dal letto e, muovendosi con estrema cautela per non
destare la piccola Trilly, si diresse verso la finestra della stanza.
Guardò il suo Regno, la sua terra, sentì le voci della sua gente e si
commosse al pensiero che senza tutto ciò, la sua vita non avrebbe avuto
alcun senso. Lui ed il suo mondo, erano complementari; non potevano
esistere l'uno senza l'altro. Michael, prese un profondo respiro e intonò
le note di una canzone che, immediatamente, si diffuse nell'aria fresca.

" Il mio canto…..è diverso, lo sento più forte….più puro" - pensò

Malgrado avvertisse queste sensazioni, però, sentiva, nel suo cuore,
il regno era ancora minacciato, la pace e la tranquillità erano in pericolo.
Pochi istanti dopo, da dietro la porta, udì la voce di una donna che, chiedeva il permesso di entrare nella stanza.

" Entra pure, cara, entra pure…." - rispose Michael riconoscendo
la voce della sua nutrice.

"Come state, Maestà??" - chiese l'anziana
donna, al servizio del Re ormai da sei lustri.

" Bene…grazie, ora
sto molto meglio ma….dimmi, mia cara Lucinda,…dove sono i miei
figli??"

La fedele tata del sovrano, inclinò la testa , come a chiedersi
perché il suo figlioccio, non fosse stato informato e, sottovoce, disse:

" Mio Sire, i principini si trovano nel Regno delle Fate…ieri, nel
tardo pomeriggio, è stato ordinato che fossero condotti lì per garantire
la loro protezione".

" Chi è stato a mandarli in quel luogo? " domandò stupito.

"Quella fatina che tenete nelle mani….è stata
lei a premurarsi di proteggere i piccoli, Maestà, inoltre è stata lei
a portarvi l'antidoto per farvi guarire" - disse indicando la fatina che
giaceva serena tra le mani del Re il quale, abbassando lo sguardo si
commosse.

Lucinda, che sapeva bene quanto fosse timido il suo
Michael, uscì dalla stanza per non destare imbarazzo.
Michael, guardò teneramente la piccola creatura e, avvicinandosi,
le sussurrò:

" Grazie, mia picc.."

Venne interrotto dal rumore della
porta che si aprì sotto la spinta decisa del comandante delle
Guardie Reali, Messer Boteach che, con il respiro corto ed affannato per la corsa,
comunicò al Sovrano una notizia alquanto preoccupante.

"Mio Re, mi è stato riferito dalle vedette sulla torre maggiore, che un
ambiguo individuo , avvolto in un nero mantello, si stà avvicinando
al castello, che facciamo?"-disse

Michael appoggiò la fatina sul
morbido cuscino e con tono deciso rispose:

" Non fate nulla per ora,
sò chi è e come affrontarlo!"

Il comandante annuì e, salutando con un inchino,
lasciò la stanza. Il Re riportò lo sguardo alla finestra, la luna era alta
nel cielo, si sfregò il mento e disse sottovoce:

"Devo proteggere il mio
regno,non permetterò che cada nelle mani del mio nemico, non permetterò
che la mia gente soffra…Trilly ha rischiato la sua vita per salvare la
mia, ora tocca a me fare lo stesso per lei e per il mio popolo "

8 Capitolo

Re Michael, uscì dalla stanza e scese i gradini marmorei dell'ampio
scalone fino all'imponente portone che si apriva sull'immenso giardino,
arricchito da piante di ogni genere, aiuole di fiori multicolori ,
impreziosito da una grande fontana in sasso raffigurante piccoli
angioletti che sorreggevano una corona al centro della quale scaturiva
un alto zampillo di acqua trasparente che, ricadendo alla fine della sua
corsa, verso il basso, dava origine ad una cascata di note musicali
accostate l'una all'altra a formare la più bella melodia mai udita prima.
Il sovrano alzò lo sguardo verso il cielo e scorse quello spicchio di luna
che pareva un sorriso. Alzò sopra di sè la Spada della Musica Eterna e
parlò con voce ferma e decisa:

" Tu, Luna, madre della luce che spacca le tenebre del male,
fà che io possa affrontare con impavido coraggio e sconfiggere il nemico,
portando la pace e la serenità, nel regno di Fantastilandia e donando
la purezza dell'anima e l'innocenza a tutto il suo popolo! Io ti chiedo questo,
Luna, in nome del mio canto!!!."

Il Re, pronunciò queste parole e, magicamente, l'estremità della sua spada
si illuminò dando origine ad un alone abbagliante. Il sovrano , sentendo
un rumore provenire da dietro i cespugli, si apprestò ad esclamare:

"Chi sei??? MOSTRATI!!!!!! "

A quelle sue parole, il tempo parve fermarsi per un istante quando,
improvvisamente, si materializzò davanti a lui la disgustosa immagine
del mago Conrad, avvolto nel suo nero mantello.

"Tu, tu quì-disse Michael brandendo la spada "Come osi, varcare
ancora i confini del mio Regno!!?"

"So che non potrai ferirmi, con la tua spada....."- rispose sarcastico il mago-
"...nel tuo cuore dimora l'amore puro e nella tua anima l'innocenza dell'infanzia!
Non riuscirai a fermarmi!!! Sono venuto per prendere i tuoi figli e condurli
al cospetto di Sir Thome, mio signore e padrone, sovrano del regno di Perfidialand
che li attende trepidante per distruggere le loro anime! "

Detto ciò, il mago scostò un lembo del mantello che gli scendeva dalle spalle
fino a terra nel tentativo di avvolgercisi dentro ma, con un movimento deciso
del polso, Re Michael fece roteare la spada dalla cui lama uscirono,
in veloce sequenza, le note di una fortissima melodia musicale che colse di sorpresa
il mago, il quale, assordato da quello che, per lui, era un insopportabile frastuono,
si portò le mani alle orecchie in un ultimo, estremo, tentativo, di salvarsi.

"NOOOOOOOOO!!!!!!!- gridò- BASTAAAAA!!!".

Ma, mentre il suo disumano urlo riecheggiava per monti e vallate, il perfido mago
divenne polvere, fino a disperdersi nell'aria tersa della notte.

"La musica che nasce dalle anime innocenti e sgorga da un cuore puro
per affiorare alle labbra di chi è rimasto fanciullo, è l'unica arma
che può sconfiggere il male!!"

Michael, sentendo queste parole, volse lo guardò verso il cielo e, lassù, avvolta
da un magico alone, l'immagine della Fata Regina che, con un cenno del capo,
si dissolse.
Re Michael portò la mano alle labbra e con un gesto delicato, mandò un tenero
bacio alla divina creatura.


***

Nel frattempo, il perfido Sir Thome Thome, non vedendo tornare il suo malvagio
servo , camminava freneticamente da un lato all'altro del buio corridoio che
portava alla stanza della magia oscura. A tratti si grattava, con le unghie violacee,
il cranio quasi completamente calvo, reso orribile alla vista dalla presenza di
numerose piccole escrescenze carnose dalle quali germogliavano lunghi peli scuri.

“Ma dov’è finito!!!! “ - cominciò a urlare per i corridoi dell’oscuro palazzo.

Decise di dirigersi verso il suo specchio magico, davanti ad esso disse con tono fermo.

“ Mostrami Re Michael"

Nello specchio comparvero nuvole nerastre e subito dopo la figura di Re Michael che si
trovava nel giardino del castello, teneva in mano una spada e a pochi centimetri
giaceva a terra il mantello nero di Conrad. Sir Thome lo riconobbe subito e disse:

“ Oh no…. Ha eliminato Conrad, mi chiedo come abbia fatto con una sola inutile
spada e il suo canto che non è tanto potente…. Devo andarci di persona, devo
affrontarlo non ho altra scelta, sono passati parecchi anni dall’ultima volta che
ci siamo visti, non dimenticherò mai l’affronto che mi fece 30 anni fa quando salì
al trono, me la pagherà! Distruggerò lui e il suo regno! “

Detto questo il perfido sovrano si preparò per andare al palazzo di Re Michael.

***
In quel momento, nel giardino, il Re era ancora di fronte al mantello di Conrad,
posò la spada e si sedette su una delle panchine del giardino, guardò il suo regno:
tante casette colorate, tanti alberi, tanti fiori, animali, laghetti, uccellini,
tutto avvolto nel silenzio della notte, chiuse gli occhi inspirando l’aria fresca,
fece scendere una lacrima, che brillava nella luce lunare… prima che la lacrima
arrivasse alla bocca venne raccolta da una minuscola manina . Michael aprì subito
gli occhi, si voltò e vide la sua fatina, Trilly che gli sorrise e volando si sedette sulla
sua mano, rimasero per dei minuti in silenzio a guardarsi, Michael poi avvicinò
il capo verso quello della fatina, e appoggiò delicatamente le labbra
sulla testolina bionda, appena si scostò sussurrò:


“ Grazie… mia dolce Trilly… “

Non aggiunse nient’altro, era sicuro che Trilly aveva capito a cosa si riferisse
e mentre lo pensava sembrava che lei gli leggesse nella mente, perché arrossì
sorridendo, si alzò in volo e con la polvere dorata scrisse nel cielo sereno:
“ It’s all for love “. E' tutto per amore.
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Il canto del Re (completa) Empty Re: Il canto del Re (completa)

Messaggio Da marina56 Gio Ott 13, 2011 3:36 pm

9 Capitolo

Quel momento venne interrotto da un fragore fortissimo che proveniva dal castello,
Michael si alzò di scatto e con voce strozzata esclamò:

“ Cosa succede?!? "

Vedeva delle ombre nere, sembravano dei fantasmi, alcuni circondavano il castello
facendone crollare alcune parti, altri si insediarono nel villaggio portando il terrore
tra il popolo, Michael si voltò e guardò la sua gente, tutti urlavano implorando aiuto;
a quelle grida sempre più forti, si tappò le orecchie, strizzando gli occhi più che poteva,
non sopportava le urla, in lontananza sentì il grido di un bambino che lo fece cadere
in ginocchio, le lacrime cominciavano a uscire senza controllo. Alzò di poco lo sguardo
cercando disperatamente di scorgere la sua fatina.

“ Trilly! Trilly! Dove sei??? “

Ma non rispondeva… si alzò in piedi sebbene a fatica; in quel momento davanti a lui
si materializzò la figura di Sir Thome. Michael lo riconobbe subito e indietreggiò
leggermente.
Thome sorrise soddisfatto, con voce fredda e tagliente si rivolse a Michael:

“ Quanto tempo Michael… ti ricordi ancora di me?? Oh vediamo… ti rinfresco la memoria,
30 anni fa..... ti dice niente?? No?? Il giorno in cui mi bandisti dal Regno per
la mia stregoneria, a quell’epoca eravamo amici , ricordi? Oh si, eccome!
Ci volevamo bene, e poi?? Tutto finì! Da quando sei salito al trono hai preso il potere su tutto,
mi hai mandato in esilio in una terra fredda e isolata, quella stessa che ora è il mio regno,
giurai vendetta, incaricai Conrad di entrare nel tuo palazzo, di fingersi tuo amico
con lo scopo di eliminarti, ma non si è mai reso conto della tua enorme forza, beh io si! “

Si fermò, girò intorno a sè stesso con il viso estasiato da quella scena di distruzione,
Michael non disse una parola impossibilitato da un groppo che gli bloccava la gola,
Thome fece una risata e poi riprese a parlare con lo stesso tono freddo…

“ Aaaahh che bello! Le urla della gente che chiede aiuto.... QUESTA è musica
per le mie orecchie, ma per te…. Beh, nooo… questo è il tuo punto debole, caro il mio Re,
come io non sopporto la musica tu non sopporti le grida disperate degli innocenti, vero??
….... Guarda qua!!! “

Con la mano indicò il paesaggio: una scena orribile, Michael inorridì a quella vista,
le urla della gente erano sempre più forti, gli straziavano l'anima.
Cadde, stavolta a terra, tutto quel dolore lo stava uccidendo, tentò di dire una parola
ma non usciva nulla dalla sua bocca, cercò di afferrare la spada ma Sir Thome,
con il piede, la frantumò, i pezzi della spada si sparpagliarono sul terreno accanto al Re, sfinito..
Thome sorrise compiaciuto, con il piede spinse Michael a pancia in su, si mise di fronte a lui,
dal suo dito uscì una lunga lama affilata che gli puntò sul collo e sogghignò:

“ Hai perso Michael… sei debole…“

Michael chiuse gli occhi, fece scendere due lacrime. No, non poteva arrendersi, aveva promesso
che avrebbe aiutato il suo popolo, era il Re di Fantastilandia, senza il suo canto essa non sarebbe
più potuta esistere! Aprì gli occhi e con voce affannata ma decisa sussurrò:

“ Tu.. tu hai perso.. tu sei il debole… non conoscerai mai l’amo..re.. la gioia di avere dei figli..
la gioia di vede..re la tua gente sorridere.. i bambini giocare, gli uccellini cantare..
non avrai.. mai pace dentro di te… e mi..... dispiace per te. Sai solo esistere ma.....non puoi vivere!!! “

Thome a quelle parole premette leggermente la punta della lama sul collo del Re
il quale, strizzando gli occhi, fece uscire dalle labbra un gemito di dolore accompagnato da un brivido tiepido
generato dalle gocce di sangue che gli accarezzavano silenziose e lente, il collo.
A quel punto, il perfido Thome compiaciuto sussurrò:

" Michael, povero sciocco, devi prendertela con te stesso, il tuo animo puro ti rende debole e
incapace di affrontare un avversario, se il regno sta crollando e perché non lo stai difendendo! “

A quel punto Michael girò il capo, vide il suo regno quasi distrutto, con voce rotta dal pianto sussurrò:

“ No… non può… non deve finire così! Non ti permetterò di fare del male alla mia gente,
il mio regno non sarà mai tuo, MAI!“

All’improvviso sentì un calore nel petto crescergli sempre di più, avvertì una nuova energia
dentro di sé, si girò e guardo il suo nemico negli occhi, prese un respiro profondo e raccolse
le poche forze che gli erano rimaste, aprì la bocca e da essa uscirono note musicali accompagnate da
potenti urla: speranza e dolore insieme..

Il suono di quella potente melodia, divenne talmente forte che Thome indietreggiò
togliendo così la lama dal collo del Re.
Michael si alzò in piedi, poi si sollevò in aria, una luce lo avvolse, quella musica si diffuse
per tutto il regno, le creature oscure che stavano in quel momento portando distruzione e terrore
si dissolsero, le urla della gente cessarono, tutti guardavano verso il cielo. Ascoltavano la voce
del loro Re che saliva verso il cielo e si unirono a lui, diventò un coro di voci….

Sir Thome si portò le mani alle orecchie, cadde a terra urlando e dimenandosi pregando che la
smettesse di cantare; Michael lo guardò, aumentò il tono della sua voce, fino a farlo diventare un grido possente.
Sir Thome, sconfitto, lasciò uscire un urlo soffocato ed esplose in tante scintille nere…..
Il Re si voltò verso il suo popolo, le nubi si dispersero, le case distrutte si ripararono,
la gente che era stata uccisa ritornò in vita,la spada della Musica Eterna si ricompose e la sua lama
riprese a brillare intensamente, Fantastilandia rinacque più splendente di prima. In lontananza,
dietro la collina, il Re vide il Regno di Perfidialand crollare…

Tutta la gente iniziò a urlare di gioia, Michael a quel punto si fermò e si lasciò cadere lentamente,
in ginocchio, sfinito ma felice, l’incubo era finito, sentì una presenza dietro di sé…
Si voltò è vide la sua Trilly sorridergli dicendo:

“ Michael.. guarda.. guarda la tua gente, guarda i tuoi bambini, ora sono felici… è tutto finito,
ci sei riuscito mio Re!!“

Detto questo accennò un affettuoso inchino. Re Michael si alzò e, sorridendo, ritornò al palazzo.

10 Capitolo

Ormai era mattino inoltrato. Una volta entrato nella sua dimora Re Michael
andò in camera , si tolse l’armatura, indossò il pigiama color porpora con
lo stemma in oro della sua Casata , si distese sul letto, Trilly si accomodò sul
cuscino e cominciò a guardarlo, poi gli disse con dolcezza:

“ Mio adorato Michael… riposati, sei stanco… “.

Effettivamente aveva ragione, era stanchissimo. Riuscì appena a sussurrare un
“ Ci proverò..... “. La fatina allora gli si avvicinò, con le manine gli chiuse
gli occhi e lo cosparse con la polvere dorata, in pochi istanti il suo amato Michael
rilassò il volto e il corpo, si era addormentato… Trilly sorrise e si abbandonò,
anch'ella, tra le braccia di Morfeo, accanto al suo Re..

***

Era quasi sera quando,
il sovrano, aprì gli occhi e malgrado avvertisse ancora le palpebre appesantite
dal sonno, si guardò intorno, si girò verso la finestra; il cielo era cristallino
con sfumature tra l’azzurro e il rosa, grazie ai colori con cui lo aveva dipinto
un meraviglioso tramonto. Michael sorrise sospirando, dinanzi a quella magia
che la natura aveva saputo regalargli. Si alzò, indossò il suo solito abito regale e,
mentre si sistemava i capelli davanti l’enorme specchio, sentì un leggero battito
d’ali dietro sè e subito dopo il peso della corona d’oro con pietre preziose
sulla testa, Trilly gliel'aveva posata sul capo. Si sporse appena in avanti e sussurrò
all’orecchio del suo protetto:

“ Se potessi metterti una corona per ogni lato speciale che possiedi, per ogni tua qualità,
ti incoronerei mille volte! Ogni sovrano ha bisogno di una corona in testa per essere tale,
tu non ne hai bisogno, perché sei nato Re. Sei nato Re dell’amore, sei nato Re della pace,
sei nato Re dell’innocenza, sei nato Re della purezza… sei...... il Re!!
Questa corona di oro e rubini, è solo un pezzo di ferro,
il vero diadema è il tuo cuore… così puro, così prezioso…“.

Si interruppe, quando uno splendido sorriso apparve sulle labbra di Michael
ed un velo di commozione emerse dalla profondità dei suoi occhi scuri,
illuminandoli con una intensa luce di tenerezza.
Michael la prese fra le mani e le sussurrò
dolcemente:

“ Sei speciale Trilly, mi hai salvato la vita, mi hai aiutato
a salvare il mio Regno, a riportare la pace e la gioia al mio popolo,
non esistono parole per ringraziarti.. “

Trilly annuì sorridendo e, insieme,
uscirono dalla stanza, entrarono nel salone. Il sovrano prese posto sul suo trono,
chiamò un domestico e sorridendo esclamò:

“ Per domani sera, voglio organizzare
una festa per il popolo, voglio una grande festa, piena di felicità, luci e tanta tanta musica! “

Il domestico sorrise e, inchinandosi, disse:

“ Mi occuperò di tutto Sire, con estremo piacere!"

Dopo qualche minuto, si spalancarono le porte dell’ampio salone e, sulla soglia, apparve
il corpulento Messer Boteach dietro il quale, facevano capolino tre piccole sagome.
Michael le scorse appena che le sue labbra si schiusero in una espressione
di gioia e stupore insieme mentre, il suo cuore, prese a battergli nel petto
come un indomabile destriero. Erano i tre principini, le gioie della sua vita!
Si alzò di scatto dal trono e corse verso quelle piccole creature, vestite elegantemente,
ciascuno con la propria coroncina sulla testa. Appena fù davanti a loro,
si inginocchiò spalancando le braccia più che poteva; i tre bambini si rifugiarono subito
tra quelle braccia che sovente li avevano cullati quando ancora erano in fasce e che ora,
li cingevano uno ad uno, trasmettendo loro sicurezza e amore.

“ Papà! Papà! Che bello rivederti!!!! “ - esclamarono, saltellando per la felicità.

Tutti i presenti guardarono la scena commossi.
Il Re baciò delicatamente i suoi più preziosi tesori, si alzò, prese i piccoli per mano e
li riaccompagnò nelle loro stanze.

“ Piccoli miei, ora papà ha tanto lavoro da fare, andate a giocare con gli altri bambini
del Regno, domani ci sarà un grande ballo quì al palazzo! “- disse mentre accarezzava teneramente i loro visini.

I bambini erano estasiati, si tolsero gli abiti regali e le coroncine indossando
abiti semplici e comodi; Michael sorrise vedendo che i suoi figli, non mostravano
alcunchè di superbia, solo perché erano principi, ma che preferivano comportarsi
come qualsiasi altro bambino del Regno.
Uscì dalla stanza dei piccoli, per tornare alla sala del trono.
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Il canto del Re (completa) Empty Re: Il canto del Re (completa)

Messaggio Da marina56 Gio Ott 13, 2011 3:37 pm

11 Capitolo

"Un uomo può essere padre
ma ci vuole una persona speciale
per essere papà."



Le ore trascorsero veloci tra un'idea e l'altra che il Re e i suoi collaboratori si scambiavano, al fine di organizzare al meglio la festa della sera successiva. Trilly, intanto, aveva deciso di andare a trovare le sue sorelle, che non vedeva da tempo, nel Regno delle Fate e aveva promesso al suo adorato Michael, che sarebbe tornata con loro a Fantastilandia, il giorno dopo, per aiutare nei preparativi.

La notte aveva steso il suo nero manto trapunto di piccole, preziose, gemme luminose; Fantastilandia dormiva sotto l'amorevole sguardo di una candida luna piena.
Re Michael, adesso, sedeva sul suo trono,il corpo rilasciato, gli occhi socchiusi, ad ascoltare la voce della quiete.
Pensava a tutto ciò che era accaduto negli ultimi giorni e si chiedeva quale fosse la ragione che spingeva gli uomini ad essere tanto crudeli. Forse, perchè la consapevolezza dell'appartenenza al nulla, è in grado di generare odio, di spingere a seminare terrore e distruzione. Sapeva, in cuor suo, che i suoi nemici non avevano mai conosciuto l'amore vero, incondizionato e non possedevano il prezioso bene di un cuore puro e innocente che fà di ogni essere vivente, una creatura completa, unica, meravigliosa. Le loro esistenze erano come lenti fiumi aridi d'acqua, non era loro permesso di raggiungere il più sterminato oceano al quale, una vita vera, anela: la gioia perpetua.
La gioia di vedere l'amore risplendere negli occhi della gente, nei sorrisi dei bambini, nei colori accesi di un tramonto dietro l'orizzonte, nel tiepido raggio di sole che fà capolino sul ciglio di un'aurora nascente, nella vivacità di mille petali colorati che diffondono, nell'aria tersa, leggere fragranze, nel gioco libero e leale degli animali che popolano le foreste, nel suono armonioso dell'acqua limpida che carezza, instancabile, le rocce del suo ruscello.
La gioia, infine, di essere parte di un meraviglioso e magico progetto disegnato dall'amore.
Essi, invece, naufragavano nel rancore di un'inutile appartenenza ad un mondo che non avevano saputo vedere, comprendere ed apprezzare nella sua maestosa bellezza, mentre navigavano nell'oblio che la cecità delle loro anime vuote, aveva loro riservato.

Il cuore di Re Michael soffriva, quando questi pensieri si affacciavano alla porta della sua mente; avrebbe voluto scacciarli, reprimerli ma, il suo animo nobile e puro di fanciullo, permetteva loro di emergere, prepotenti, sfogando tutto il dolore lacerante che portavano con sè.
Un silenzioso pianto liberatorio, prese il sopravvento e tiepide lacrime salate, solcarono le guance del Sovrano.

***
"Ehi, papàààà!!?? Cù cù, ci sei?"

La vocina del piccolo Blanket irruppe come un uragano nel salone del trono sul quale, il Re si era abbandonato al meritato sonno ristoratore del corpo e della mente.

"Sveglia!! Guarda, papy!!! Il sole è alto nel cielo! Ci stanno aspettando per il pranzo e poi....e poi....."

"....e poi devi aiutare i domestici a preparare la festa!!!!"- intervenne Paris con tono serioso atteggiandosi, in modo simpatico, a segretaria tuttofare mentre, più distante, mani sui fianchi, il principe Prince osservava la scena, ridacchiando divertito e scrollando di tanto in tanto la testa.

Il Re, li guardava sorridendo compiaciuto e orgoglioso........
...eccoli, erano lì accanto a lui, i suoi beni più cari, le più importanti ragioni della sua vita.
Allungò la mano che era ancora poggiata pigramente sul pomolo del trono ed accarezzò il visetto del suo Blanket-" il mio piccolo terremoto..."- pensò Michael, mentre, con la mano, seguiva i contorni di quel visino dall'incarnato creolo, dolce e furbetto nello stesso tempo; toccando il nasino, gli occhietti vivaci, scuri e profondi, le guance paffutelle e facendola poi scivolare sui lunghi capelli neri. Era davvero la sua fotocopia....
Alzò gli occhi e incontrò quelli della sua Paris: azzurri, limpidi e cristallini come il mare, i capelli lunghi e biondi come il sole di prima mattina,abbassò lo sguardo sull'esile corpicino, coperto da un abito blu elettrico non troppo elaborato. Sorrise pensando come, alla grande quantità di abiti regali tempestati di diamanti, lei preferisse indossare gli indumenti più semplici, privi di inutili e costosi orpelli. Una vera principessa!

“ Papà noi andiamo a pranzo! “- esordì la fanciulla, distogliendo il padre dai suoi pensieri.

“ Oh.. si và bene piccola, due minuti e vi raggiungo“

Paris e Blanket iniziarono a correre verso l’uscita della sala per arrivare in cucina, inscenando una sorta di chiassosa gara di velocità, ridendo allegramente.
Prince, invece, che aveva un carattere più pacato e computo, rimase ancora davanti a suo padre, che lo continuava a guardare con occhi sognanti fino a che non gli fece cenno, con la mano, di sedere sulle sue gambe.

“ Prince, amore, prima di andare a pranzo vorrei dirti una cosa “- disse con tono dolce e, nel contempo, deciso come se parlasse, apertamente, ad un uomo, non appena il ragazzo si accomodò sulle sue gambe esili quanto forti…"

Gli mise una mano sulla testa coperta da folti capelli castani e, quando vide Prince guardarlo incuriosito, cominciò a parlare.

“ Prince, figlio mio, ormai è giunto il momento, visti gli accadimenti di questi ultimi giorni, che tu sappia una cosa… il tuo papà è ormai giunto ad un'età che rappresenta l'inizio del riposo, della sua mente e del suo corpo e, per quanto sia forte, arriverà il momento in cui dovrà lasciare questo Regno. Tu sei grande ormai, sei responsabile e giudizioso, mio adorato principe. Quando arriverà il giorno in cui lascerò questa terra, voglio che tu prenda il mio posto. Desidero, più di ogni altra cosa, che tu divenga Re di Fantastilandia… “

Prince sbarrò gli occhi, essendo solamente un ragazzino non aveva mai pensato di essere l'erede al trono, come non aveva mai preso in considerazione che , un giorno, il percorso dell'esistenza terrena del suo papà, si sarebbe concluso. La consapevolezza di ciò, lo spaventò facendolo irrigidire.
A Re Michael, questa reazione, non passò inosservata e gli accarezzò il viso.

“ Ma papà…. Io… “-sussurrò con tono mesto il ragazzo.

“ Prince, tesoro mio, ascolta.. non avere paura, io sono qui, sono accanto a te e, quando non potrò più esserci , ti basterà guardare la luna e mi vedrai lassù; quando sentirai una melodia accarezzarti il cuore, saprai che sono io che ti stò parlando , quando sentirai un dolce tepore nell'anima, sarò io che ti stò abbracciando e quando sentirai una leggera e profumata brezza lambirti il viso, sarò io che ti stò dando un bacio… “- si interruppe quando vide una lacrima scendere sulla guancia del suo Prince; subito si apprestò ad asciugarla con le dita, poi, proseguì:" Devi promettermi che veglierai sempre su Paris e Blanket, che ti prenderai cura del Regno , che donerai amore e gioia al tuo popolo con il tuo canto e che conserverai, sempre, la purezza nel tuo cuore e l'innocenza nella tua anima. Non dimenticare mai queste parole… ti amo piccolo mio! “

Concluse il sovrano sorridendo teneramente, mentre guardava il suo fanciullo negli occhi e, con la mano, gli spettinava, scherzosamente, i capelli.

“ Non lo dimenticherò mai! Ti amo papà! “-rispose rincuorato, il piccolo principe mentre accoglieva, felice, l'abbraccio amorevole del padre che lo strinse a sè per un tempo che parve interminabile.........

Una lacrima cristallina scese sul viso di Re Michael, mentre continuava a stringere la sua creatura tanto amata.

“ Bene, ora andiamo a pranzo, ci stanno aspettando e poi… ho una gran fame! “ -esclamò il Re, aprendo le braccia.

Prince sorrise divertito, abbandonò il grembo paterno e, tenendosi per mano si avviarono alle cucine.

12 Capitolo

Mancavano poche ore alla festa, il Sovrano era nella sua camera da letto e si vestiva; decise di indossare un abito blu scuro, con finiture in filigrana d'argento, una collana in argento con un medaglione raffigurante lo stemma del Regno, sciolse i lunghi capelli ricci pettinandoli con cura dopodiché prese la corona e se la mise sulla testa, si guardò allo specchio, Trilly gli si avvicinò e disse, celando malamente un leggero imbarazzo:

“ Sei meraviglioso mio Re! “

Michael sorrise, uscì dalla stanza e andò in camera dei bambini, si stavano preparando aiutati dalle loro tate. Paris, quando lo vide, esclamò sorridente:

“ Papà sei bellissimo!!! “

Michael abbassò il capo timidamente e, ritornando a guardare negli occhi la figlia, con tono dolcissimo esclamò:

“ Anche tu sei bellissima principessina! “

La bambina girò su se stessa ridendo...

“ Ti piace? “- disse poi indicando il lungo abito color panna.

Michael annuì per poi girarsi verso i due maschietti che indossavano ,entrambi, un abito rosso scuro… tutti e tre portavano sul capo la loro coroncina, sembravano delle bambole di porcellana, erano così dolci, erano le gioie della sua vita! Il Re, uscì dalla stanza. si affacciò, non visto, al salone, tutto era stato preparato con estrema cura. Tavole imbandite con ogni leccornia, tappeto rosso, festoni riccamente decorati con lustrini e pietre preziose. Al centro del salone, spiccava il maestoso lampadario in cristallo le cui gocce sfaccettate, riflettevano sulle pareti una miriade di vivaci arcobaleni , l’orchestra pronta a suonare: un vero spettacolo!
Mentre il Re, guardava compiaciuto l'ottimo lavoro che i suoi collaboratori avevano fatto, i principini lo raggiunsero insieme alla piccola Trilly.

***

Alla festa erano presenti tutti: sudditi, nobili, le fate e la Regina delle fate madrine, mancava solo la famiglia reale. Il cortigiano annunciò il loro arrivo e gli ospiti si alzarono in piedi. Michael, con Trilly sulla spalla seguiti dai tre bambini scesero le scale. Tutti li guardavano incantati, in particolare per la bellezza del loro Re…
Dopo aver preso posto sul trono, il Sovrano diede inizio alla festa, partì la musica… i bambini andarono a ballare con i loro amichetti, mentre Michael e Trilly rimasero sul trono a parlare.

“ Mia dolce fata-sospirò- guarda la mia gente… sono tutti felici e sorridenti, mi fà così bene vedere tutta questa gioia, la sento dentro di me, è tutto così magico”
Trilly gli accarezzò la guancia, “ Vieni… “- disse

Subito Michael, si alzò dal trono, uscirono sul balcone che si affacciava al giardino illuminato a festa, Michael si fermò e guardò Trilly negli occhi e sorridendole parlò dolcemente:

“ Trilly, piccola mia, ti voglio tanto bene! Mi prometti che rimarrai al mio fianco? “ Trilly, visibilmente commossa, agitò le ali. “ Per sempre mio dolce Michael “ -sussurrò dolcemente…

Michael chiuse gli occhi per assaporare la piacevole sensazione dell'aria fresca della sera e, sulle sue labbra, apparve il più bel sorriso che si possa immaginare.
La luna, piena e luminosa come non mai, regalava ai capelli neri del Re, riflessi di un blu profondo che rendevano ancor più definiti i lunghi ricci, mossi da una leggera brezza, a lambirgli il volto fino a sostare qualche secondo sugli zigomi pronunciati arrivando a solleticare lievemente il sottile naso all'insù, prima di tornare a cadere sulle spalle.
Nel cielo terso, migliaia di stelle, si confondevano con le scintille multicolori, dei fuochi artificiali che, ad ogni esplosione, illuminavano di gioia la collina dell'Eterna Infanzia mentre, nell'aria, si diffondevano le note di una musica incantevole che sorgeva dal cuore di ciascuno.
I bimbi di Re Michael, nel salone, cantavano con le loro voci angeliche tenendosi per mano mentre, sopra le loro teste, volteggiavano sorridenti le fate madrine.
Trilly guardava il suo re, il suo protetto e vedeva in lui, la perfezione che solo la purezza e la bontà d'animo possono donare al corpo ed al volto di un uomo rimasto fanciullo che, per difendere i propri figli e la propria gente, aveva rischiato la vita.
La piccola fata pensò a quanto fosse stata fortunata per aver avuto la possibilità di proteggere l'innocenza di quel bambino ricciolino, dai grandi occhi nocciola e dalla pelle scura. Quel bimbo che, un giorno, divenne Re del regno di Fantastilandia e che lo sarebbe rimasto, oltre i confini del tempo,fino all'eternità.


Epilogo

"Wowwww!!!!Che meravigliosa fiaba!!!!!" -esclamarono in coro i bambini, mentre, con gli occhi sgranati e ancora increduli, fissavano il libro chiuso poggiato sul tavolino della loro stanza.

Era la prima volta che sentivano raccontare una fiaba biografica. Sapevano che il loro genitore, come Re Michael, non aveva mai avuto, realmente, una vita facile e che aveva dovuto costantemente combattere contro nemici crudeli e, molto spesso, sconosciuti.
Avevano scoperto l'esistenza dell'amore vero, quello pulito, innocente e sincero, quello che non chiede nulla in cambio ma che desidera solo dare, grazie agli insegnamenti che ricevevano vivendo nell'esempio che la persona che più di tutte amavano, gli mostrava ogni giorno. Erano consapevoli del fatto che, un giorno, anche loro avrebbero dovuto lottare contro quei "fantasmi" che cercavano, in ogni modo, di distruggere quel Regno di amore puro e incondizionato che avevano ricevuto in eredità da colui che aveva dato loro la vita.

"Parti domani, vero papà?"-domandò Prince.

"Certo, amore, ma non temere è solo una conferenza stampa a Londra..........tornerò molto prima di quanto possiate immaginare!!!"- Rispose sottovoce, con tono pacato, regalando un dolce quanto rassicurante sguardo ai suoi fanciulli.

"E poi.....-proseguì- quando sarà luglio, torneremo lì insieme, verrete tutti e tre con me, non vi lascerò soli, non preoccupatevi!" Così disse facendo l'occhiolino in segno di complicità.

I piccoli erano già nei loro letti quando qualcuno bussò alla porta della camera.......

"Mr Jackson!!? Mi scusi, quel gruppo di fans a cui aveva dato appuntamento per questa sera, sono quì, fuori dal cancello. Devo comunicare loro qualcosa??".

"Si, grazie Willy! Gli dica pure che stò arrivando!!!"- rispose cordialmente.

"Buona notte, piccoli miei! Papà vi ama tanto." - baciò ad uno ad uno i suoi figli, spense la luce e uscì, chiudendo piano la porta.

The End
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