Michael Jackson Who Is It
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Messaggio Da marina56 Lun Ott 17, 2011 12:29 pm

CAPITOLO 1


Questi ballerini sono proprio delle strane creature! –
penso, mentre mi destreggio velocemente tra il tamponare sudore, ricompattare fondo tinta, ritoccare occhi neri e ridisegnare labbra esageratamente rosse. Stiamo girando il video di Michael Jackson “Blood in the dance floor”, e qui intorno a me è tutto un mulinare di corpi sinuosi fasciati in sgargianti abiti, perline, pailettes e lustrini, che si muovono sensuali a ritmo di musica.

Come sono finita qua? Semplice: sono una truccatrice, più precisamente una truccatrice di scena. Io aiuto gli artisti a catturare l’attenzione del pubblico, sia che siano su un palcoscenico o su un set cinematografico; a volte il mio compito è solo quello di esaltare la loro bellezza, a volte invece devo trasformarli in qualcosa o qualcuno di completamente diverso, rendendoli irriconoscibili. Ho lavorato in tante produzioni, le più svariate: dai musical, alle opere liriche, ai balletti classici, al cinema. Faccio questo lavoro da oltre 10 anni, e devo dire che mi piace parecchio; ti dà modo di conoscere un gran numero di persone e di girare il mondo.

Avevo già preso parte alla realizzazione di Ghost : avete presente quel video pieno di fantasmi ed ectoplastmi che si arrampicano sui muri per poi camminare sul soffitto, diretti da un MJ sottoforma di scheletro? Proprio quello. Era stato parecchio stimolante per me; dover trasformare una squadra di giovani e atletici ballerini in esseri dal colorito bluastro richiamati dall’oltretomba, era stata una bella sfida. Evidentemente una sfida vinta, visto che mi hanno richiamato per collaborare anche a questa nuova impresa.

Oggi è il primo giorno di lavorazione e la troupe è piena di energia e di entusiasmo.
Lui, la star, se ne sta un po’ sulle sue, fasciato in un completo rosso e con i capelli fermati in una treccia dalla quale sfuggono sapientemente delle ciocche ad adombrargli appena gli occhi neri.

Come è naturale, io non mi ci posso nemmeno avvicinare, io vado bene per la manovalanza: il Re ha la sua truccatrice personale, Karen, che lo guarda amorevolmente tutto il tempo e, non appena il regista grida - Pausa! - corre da lui come una chioccia dal suo pulcino, pendendo dalle sue labbra, e lanciando sguardi di avvertimento in giro carichi di “Guai a chi si avvicina… lui nessuno lo tocca…è mio”.

Per carità – penso mentre la vedo per l’ennesima volta fare la ruota intorno a lui– tienitelo pure il tuo King of Pop, chi te lo tocca! Figurarsi se ho voglia di sorbirmi le bizze della star più eccentrica che c’è in circolazione –

Mi guardo in giro… ecco il mio ragazzo, Steven; lui è un tecnico delle luci e, anche stavolta, sono riuscita a farlo entrare nel gruppo di lavoro. A causa del suo carattere difficile, non riesce mai a mantenersi un’occupazione per molto tempo, purtroppo. Stiamo insieme da sei anni ormai… e sempre più spesso mi domando il perché.

Ora è lì in un angolo che ride coni suoi colleghi bevendosi una birra. Sarà meglio che approfitti della pausa per andare a bere qualcosa anch’io, fa molto caldo qua dentro: mi avvio verso il distributore dell’acqua, ne bevo un bicchiere e poi mi chino a massaggiarmi un polpaccio. Sono ore che sto in piedi!

Mentre sono in quella posizione, ad un certo punto sento qualcosa di inequivocabile strusciarsi sul mio fondoschiena! - Ma che…- mi alzo e mi giro esterrefatta: chi è che si permette questo gesto assolutamente fuori luogo?

“Steven!”

Infuriata gli sibilo in faccia

“Ma che cazzo ti prende? Siamo in mezzo ad un mare di gente, sei impazzito?”

Lui per tutta risposta cerca di cacciarmi, con la sua solita eleganza, la lingua in bocca, mentre nel frattempo mi palpa con disinvoltura un seno, sopra la leggera canottiera nera, come se fosse la cosa più naturale del mondo, così, davanti a tutti.

Non ci posso credere! Deve avere bevuto molto più di una birra!

Sento i suoi compari sghignazzare, esaltati come galli in un pollaio: lo allontano con una spinta!

Lui ride mentre mi apostrofa

“Che cosa c’è tesoro, non mi ami più?”

altre risate intorno

“Smettila di fare lo stronzo!”

Che FIGURA DI MERDA!

Io odio attirare l’attenzione su di me, e poi in questo modo…mi guardo intorno sperando che nessuno, a parte questi tre idioti, abbia visto. Pare di no, sono tutti indaffarati a sistemarsi i costumi e chiacchierare. Meno male! Mi giro di spalle per cercare di sbollire la rabbia e il rossore che mi ha reso simile ad un peperone, lo sento, quando avverto un formicolio sulla nuca; quel tipico formicolio che si sente quando qualcuno ci fissa. Eppure non c’è nessuno che sembra badare a me……………. Michael! MJ, seduto sulla sua sedia, mi stava fissando e non appena lo scopro, sposta immediatamente lo sguardo.

Ma bene! Come primo giorno non c’è proprio male! Che magnifica figura con il Grande Boss! Vorrei sprofondare sottoterra. Chissà cosa penserà di me: con tutta probabilità che sono un’oca giuliva con un fidanzato coglione… e ha ragione, accidenti a me!

Devo proprio fare qualcosa, questa relazione sta superando i limiti dell’accettabile.

******



Il secondo giorno, accade qualcosa che ha dell’incredibile… Karen…. non c’è! Non so dove sia finita, come abbia potuto mollare il suo fortino, fatto sta che mentre sto sistemando una ballerina, mi chiamano

“Ehi, puoi venire per favore?”- mi avvicino incerta – “Dovresti darci una mano con Michael… Karen non arriva e noi dobbiamo andare avanti, non possiamo più aspettare”

“Con Michael? Ma io … non so…”

“E’ il tuo lavoro, no? Che ci sarà mai di tanto difficile? Forza sbrigati, è in camerino”

Già è il mio lavoro, ha ragione, ma … va bene, è vero; in fondo che ci può essere di così difficile? E’ un uomo come un altro… o no? Raccolgo le mie cose e busso alla porta: una voce inconfondibile

“Avanti!”

-“Forza, sei una professionista… “- mi dico mentre entro e me lo trovo davanti, seduto ad aspettare, fasciato nei suoi pantaloni di pelle rosso fuoco.

Di questi personaggi dello spettacolo, si dice sempre –Sì, è bello e affascinante su uno schermo o visto da lontano quando sta su un palco a cantare, ma vorrei vederlo da vicino… è lì che casca l’asino” –Ora ce l’ho qui, davanti a me… e posso affermare senza tema di smentita che l’unica cosa che qui rischia di cascare, è la mia mascella… perché, anche da così vicino, è proprio ….un FIGO PAZZESCO!

“Mi scusi, mi hanno detto che aveva bisogno di me…”

“Si vieni pure… sbrighiamoci che è tardi”

Dice con quella sua voce melodiosa, che sembra che canti anche quando parla.

Comincio a lavorare su di lui... e subito mi arriva alle narici il suo profumo…-Accidenti, non ho mai sentito niente di più incredibilmente sexi… ma da quale pianeta viene questo? - Cerco di mantenermi distaccata: la pelle, gli occhi… che per fortuna tiene ermeticamente chiusi… mi lascio prendere dalla consuetudine di gesti per me così automatici e comincio a rilassarmi… ed ecco che in risposta ai miei pensieri lui apre gli occhi e mi fissa (per forza sto sopra di lui a dieci centimetri dalla sua faccia), e all'improvviso quella posizione, obbligata per fare il mio lavoro, diventa veramente scomoda!

“Come ti chiami?”

“Janet”

“Ah… come la mia sorellina!”

“Davvero?”

Che uscita intelligente! Come se non lo sapessero tutti che sua sorella si chiama Janet! Ecco la mia seconda colossale figura di merda in due giorni!

“Sì”

dice, all’apparenza senza rendersi conto che io nel frattempo vorrei sprofondare sottoterra per l’imbarazzo.

In qualche modo riesco comunque a portare a termine il mio compito. Gli chiedo

“Va bene così?”

“Perfetto, grazie…”

“Di niente”

Si alza per andare dal regista… tutto qui; il mio incontro ravvicinato con Michael Jackson è stato breve… ma è durato comunque abbastanza per lasciarmi uno strano turbamento addosso.
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Messaggio Da marina56 Lun Ott 17, 2011 12:30 pm

CAPITOLO 2



Sono passati parecchi mesi da quel giorno; nel frattempo il video in questione continua ancora a fare il giro di tutte le emittenti televisive. Anche stamattina, mentre facevo colazione, ho acceso la TV su un canale musicale… ed eccolo lì, che lancia sguardi provocatori attraverso lo schermo; devo ammettere che è capace di fare arrivare, a chiunque abbia gli occhi per guardare e le orecchie per ascoltare, una scarica di sensualità allo stato puro. Mi è parso una persona tranquilla, timida ed anche un po’ schiva, ma quando fa spettacolo si trasforma completamente ed è capace di catturare l’attenzione come una calamita.

Sono nel mio appartamentino a Los Angeles, piccolo ma carino; negli anni sono riuscita a renderlo proprio come lo volevo, ed ora mi rispecchia in pieno ed è il mio nido, tra una tournee e l’altra in giro per il mondo. Sono tornata da una settimana dopo essere stata fuori un anno per uno spettacolo a Brodway, ed ho proprio bisogno di godermi un po’ di aria di casa. Sono riuscita anche a dare un taglio netto con Steven, finalmente, ed ora sono libera e rilassata, come non lo ero più da troppo tempo. A 34 anni, con un buon lavoro, dei buoni amici e una vita piena, posso affermare che, per ora, non sento minimamente l’esigenza di un altro rapporto amoroso; richiederebbe troppo tempo ed energie, ed in questo momento della mia vita non ho proprio voglia di investirceli! Voglio godermi un po’ la vita, me lo merito, accidenti, dopo aver passato tutti quegli anni a combattere con quel primate del mio ex!

Anche ora mi sto preparando per un’uscita con la mia amica Kate: minigonna, tacchi, top che lascia scoperta con malizia una piccola porzione di pancia… quando io e Kate usciamo, ci divertiamo a fare a gara a chi attira più sguardi maschili. Io mora, capelli lunghi e folti e occhi nocciola, lei bionda, capelli corti e occhi azzurri, di solito riscuotiamo un più che discreto successo. Pregusto già il nostro giro in Rodeo Drive… ho proprio voglia di qualche ora di leggera distrazione.

Sto per uscire e chiudere la porta, quando ecco che il telefono squilla. Che palle! – Non rispondo – mi dico, ma poi non resisto alla curiosità di sapere chi è: ho sempre avuto questo rapporto di sudditanza con il telefono, purtroppo.

“Pronto?”

“Pronto… la signorina Faraway?”

“Si…in persona”

Una voce molto professionale continua

“Sarebbe interessata ad un colloquio per un’offerta lavorativa? Sappiamo che in questo periodo è libera da impegni, ci siamo informati presso la sua agenzia… “

“Di cosa si tratta?”

“Se non le spiace, preferiremmo parlarne di persona… può presentarsi domani mattina presso i nostri uffici?”

Rifletto un attimo –Ma sì! Perché no? Magari si tratta di qualcosa di interessante! –
“Va bene”

Ci accordiamo sull’ora, mi dice l’indirizzo al quale presentarmi e ci salutiamo.
Chissà di cosa si tratta? Penso per un attimo, ma poi la mia attenzione si sposta sul mio appuntamento – E’ tardissimo! Kate stavolta mi strozza! - ed esco velocemente di casa.

*******



L’indomani, mi presento puntuale all’appuntamento: ho sempre odiato chi arriva in ritardo, ed è una cosa che a mia volta cerco sempre di evitare.
Una segretaria mi fa accomodare in un elegante ufficio dove mi aspetta un signore dall’aspetto molto distinto, che dopo essersi presentato, mi fa accomodare e comincia:

“Signorina, l’incarico per il quale l’abbiamo contattata è molto particolare… Si tratta di diventare, per un periodo che concorderemo in seguito, la truccatrice personale di un personaggio famoso… Michael Jackson”

“Come? Michael Jackson? – dico allibita – Ma … e Karen dove è finita? E poi io sono una truccatrice di scena… questo non è precisamente il mio lavoro”

“La signora Faye ha rescisso il contratto da poco… per motivi personali… e sì, sappiamo che lei di solito lavora in un altro ambito, ma il signor Jackson è rimasto colpito in modo positivo dal suo lavoro… e la vorrebbe ugualmente con sè. Si tratterebbe di un lavoro a tempo pieno, lei dovrebbe essere sempre ad esclusiva disposizione di mister Jackson. Dovrebbe anche trasferirsi a Neverland… è appena tornato dall’History Tour, ed ha in programma un gran numero di impegni pubblici… per cui ha bisogno della sua disponibilità, e naturalmente, non c’è bisogno che lo dica… della sua assoluta discrezione”

Rimango abbastanza basita! Tutto potevo aspettarmi, tranne questo. Truccatrice personale… trasferirmi a Neverland!

“Posso prendermi qualche giorno per pensarci?”

“Certo, non mi aspettavo una risposta immediata, sui due piedi. Però la prego di farmi sapere qualcosa entro domani pomeriggio: si tratta di una questione che devo risolvere al più presto”

Prometto di dargli una risposta in tempi brevi, e me ne vado.

Ma quando sono di nuovo in strada, rifletto… - In fondo… perché no? Ho bisogno di un cambiamento a questo punto della mia vita. Sono anni che non faccio altro che girare il mondo respirando la polvere dei camerini… e poi guadagnerei parecchio, molto più del mio standard normale. Senza contare il fatto che lavorando per uno del calibro di MJ, avrei a che fare con i migliori professionisti del mondo, in ogni campo.
E, non ultimo, mi farei una bella vacanza in quel posto straordinario di cui ho tanto sentito parlare: Neverland! Ma si… cosa aspetto a dire di si?”

Ancora prima di arrivare a casa prendo il cellulare e chiamo per dare la mia risposta positiva. Definiamo gli ultimi dettagli e….

- Sì… si va a Neverland!-

sorridendo tra me e me - E che Dio me la mandi buona…-



CAPITOLO 3



Sono a Neverland ormai da tre mesi, e devo dire che la decisione presa d'impulso quel giorno si è rivelata vincente: mi trovo molto bene, il lavoro è interessante, come previsto ho conosciuto un sacco di gente in gamba e… lui non è poi così male. Anzi è simpatico, diciamo quasi sempre; a parte quando gli parte qualcuno dei suoi momenti no….allora bisogna stargli alla larga il più possibile. Ma in genere è disponibile ed alla mano.

Sto facendo la mia solita oretta di corsa a fine giornata: mi scarica … e poi, diciamocela tutta, se non stai attenta, passati i trenta, i chili ti si attaccano addosso alla velocità della luce e rischi di trasformarti in un comò!

Seguo il mio abituale percorso, che mi porta verso la parte del ranch dove sono gli animali; infatti arrivo e mi appoggio al recinto dell’elefante, riprendendo fiato. Prima di arrivare qua, non ne avevo mai visto uno da vicino… ed è uno spettacolo che mi diverte sempre.

Ad un tratto, sento una voce alle mie spalle

“Ciao bellezza… sei venuta in cerca di compagnia?”

E questo chi cavolo è? Ah sì… mi pare di averlo già visto… deve essere uno degli addetti al Luna Park. Comunque ha l’aspetto di un armadio con le gambe, tutto bicipiti in bella mostra, e la faccia da idiota.

Infatti continua:

“Ti ho notata già le altre sere… ti spingi sempre fino qua… penso che tu stia proprio cercando qualcuno che ti faccia divertire… sbaglio? Io sono più che disposto ad accontentarti… immagino che sarai stanca di passare il tuo tempo con quell’effeminato, e vorrai avere a che fare con un vero uomo”

Oh mio Dio! E’ proprio un idiota, avevo visto giusto.

“No guarda, ti sbagli proprio. Ti ringrazio del pensiero, ma non sono in cerca di nessuno ed ora me ne vado, se non ti dispiace”

Faccio per avviarmi e tornare sui miei passi, ma l’armadio mi sbarra la strada, con un’espressione in faccia che vorrebbe essere seducente ed invece è solo da ebete.

Ma è mai possibile che, nella mia vita, debba trovarmi sempre in situazioni simili!

Sembra proprio che attiri gli uomini più insulsi e debosciati, come api sul miele.

Intanto mi si avvicina, io indietreggio, ma sono ormai con le spalle contro il recinto.
Lui si avvicina ulteriormente, tanto da consentirmi di sentire una zaffata del suo alito pestilenziale.

“Spostati subito e lasciami passare, per favore”

Cerco di mantenere una voce ferma e distaccata, mentre mi guardo intorno e vedo che nei paraggi non c’è anima viva.

“Ma perché… non vado bene per te? Va bene che sei una gran bella gnocca, ma … guardami, pure io non sono da buttare via… no?”

E ride, con quella sua risata da maiale, avvicinandosi ancora, tanto da arrivare ad appoggiarsi contro di me.

La situazione si va facendo parecchio spiacevole, e io comincio a spaventarmi sul serio. Sto pensando al modo migliore per fare sgonfiare questo concentrato di metabolizzanti e stupidità, quando una voce arriva alle nostre orecchie

“Hai sentito cosa ha detto la signorina? Spostati e falla passare… subito”

L’energumeno si gira, pronto a fare il gradasso forte dei suoi muscoli; in fondo questo tipo di uomini non aspetta altro… quando si trova davanti …nientemeno che il padrone del ranch! Seguono attimi di incertezza… sembra soppesare i pro e i contro di un’eventuale sfoggio di forza da parte sua. Infine desiste

“Chiedo scusa”

“Più che altro dovresti chiedere scusa a lei… o forse preferisci cercarti un altro lavoro? Questi comportamenti non sono tollerati qui”

“Certo, ha ragione… mi scusi signorina”

E se ne va, con la testa incassata nelle spalle e l’aria di chi vorrebbe spaccare la faccia a qualcuno. Lascio andare il fiato trattenuto fino a questo momento: mamma mia! Ho rischiato di far prendere un pugno in faccia a Michael Jackson! Ci mancava solo questa!

Però devo dire che lui mi ha stupito; nonostante il soggetto che aveva di fronte fosse più alto di lui di una spanna, e pesasse almeno 30 chili in più, non ha battuto ciglio e lo ha affrontato con apparente tranquillità.

“Stai bene Janet?”

“Si grazie… è solo un’imbecille”

Ma, anche se cerco di fare finta di niente , sono piuttosto scossa dall’accaduto.

“Vieni, torniamo”

E ci incamminiamo verso la casa, mentre mi cinge la vita nel tentativo di rassicurarmi, essendosi accorto del mio leggero tremore.

“A quanto pare ti sorprendo sempre in situazioni… diciamo scomode!”

“Già… purtroppo sembra essere una mia prerogativa imbattermi nei peggiori esponenti dell’altro sesso”

sospiro imbarazzatissima.

“Non più – dice – ora hai incontrato me!”, come se fosse la cosa più naturale da dire in quel momento.


Da quel giorno il nostro rapporto subisce un cambiamento sostanziale: è come se avessimo saltato un fosso. Di qua una semplice conoscenza… di là una vera amicizia. Cominciamo a passare molto più tempo insieme; lui mi cerca anche al di fuori dell’ambito lavorativo, e le ore passate a chiacchierare si rivelano sempre molto piacevoli. Conoscendolo meglio, scopro tutta la sua bontà d’animo, la sua insopprimibile allegria. E scopro anche che è molto permaloso. Bisogna stare attenti a come ci si esprime con lui, è molto facile ferirlo, per un nonnulla si mette sulla difensiva, come se nella sua vita avesse dovuto sempre difendersi da attacchi ripetuti. Insomma… Michael è una persona un po’ complicata, ma al di là di questo, una persona che vale la pena conoscere più a fondo.
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Messaggio Da marina56 Lun Ott 17, 2011 12:30 pm

CAPITOLO 4


La sera, prima di andare a letto, sono solita farmi una nuotata in piscina. Preferisco quest’ora solitaria, quando in giro non c’è nessuno; è più tranquillo e fare qualche vasca mi concilia il sonno.

E poi è così bello potersi godere il lusso di questa magnifica piscina a mia completa disposizione; con le luci che la illuminano dal basso sembra di essere sospesi nell’aria, fluttuando senza peso.

Ma stasera, avvicinandomi, sento uno sciabordio nell’acqua; possibile che ci sia qualcuno che ha avuto la mia stessa idea? Sì … effettivamente qualcuno c’è, e in questo momento sta attraversando la piscina sotto il pelo dell’’acqua. Ora emerge ai miei piedi e, con mia sorpresa, vedo che è Michael.

“Oh scusa, non volevo disturbarti… di solito a quest’ora qui non c’è nessuno”

“Nessun disturbo, c’è posto per tutti e due. Sai, non posso fare il bagno sotto il sole, come sai mi fa male alla pelle… quindi a volte, quando riesco, vengo a nuotare un po’ quando è buio”

“Capisco”

E resto lì, incerta sul da farsi

“Non entri?”

“Certo…”

Rompo gli indugi, mi sfilo l’accappatoio e scivolo dentro, iniziando a nuotare. Lui mi segue da vicino, e dopo un paio di vasche, ci fermiamo sul bordo a riposare.

“Sai, mi è sempre mancato il fatto di non potere andare tranquillamente al mare, in spiaggia, come una persona qualsiasi…per me è sempre molto complicato farlo; tra il fatto che sono famoso, e la mia malattia… è un privilegio che non ho mai potuto avere. E pensare… che io ADORO l’acqua!”

Così dicendo mi sommerge con un enorme schizzo, lasciandomi ad annaspare come una trota presa all'amo, mentre lui ride come un matto. Cominciamo una battaglia all’ultima onda, tra spruzzi e tentativi reciproci di annegamento: alla fine boccheggiamo dalle risate.

Ci riappoggiamo al bordo per riprendere fiato.

“Sei proprio un bambinone, Michael, hanno ragione a dirlo!”

Mi guarda per qualche istante, serio: - Accidenti alla mia linguaccia, vuoi vedere che l’ho offeso?-

“Sì, anche se ho 40 anni suonati, sono un bambino… a volte mi piace ridiventarlo… a volte, ma non sempre…”

Così dicendo si appoggia con le mani ai lati delle mie spalle, in pratica chiudendomi così fra le sue braccia, ma senza toccarmi.

- Oh … mio Dio!!! Ma che succede ora? – ho solo il tempo di pensare, mentre lui mi fissa con intenzione, con quegli occhi nerissimi

“Sei bellissima stasera, Janet… bellissima”

e appoggia un polpastrello leggero nella fossetta alla base della mia gola, fermandosi per alcuni istanti a sentire pulsare il mio cuore, che nel frattempo sta accelerando i battiti; poi con lo stesso polpastrello, mi disegna la spalla fino ad arrivare alla spallina del mio bikini bianco, quindi ne segue lentamente il bordo, accarezzandomi la porzione di pelle lasciata scoperta, fino ad arrivare giù nell’incavo tra i seni, per poi risalire dall’altro lato ed arrivare nuovamente alla spalla, tutto questo sempre seguendo la sua mano con sguardo ipnotizzato. Fa scivolare le mani dietro la mia schiena e … la parte superiore del mio costume rimane lì a galleggiare di fianco a noi.

Mi fissa qualche istante il seno rimasto scoperto, bagnato e con i capezzoli che spiccano sulla mia pelle bianca; solo allora mi si avvicina con il viso, e mi bacia delicatamente gli angoli della bocca, il labbro superiore, il labbro inferiore, finchè io non la dischiudo in una tacita richiesta che lui subito accoglie. E’ un bacio sensualissimo, mentre si appoggia a me con tutto il corpo; sento il suo petto contro il mio seno, e sento chiaramente tutta la sua eccitazione attraverso il costume da bagno. Dopo che la parte inferiore del costume va a tenere compagnia all’altra, mi viene naturale cingergli i fianchi con le gambe, stringendolo in una dolce morsa. Non smettendo di baciarmi, lui scivola dentro di me, e cominciamo a muoverci in quella che è la danza più antica e nello stesso tempo più nuova del mondo, mentre l’acqua ci culla. – Accidenti se ci sa fare – penso, poi la razionalità mi abbandona mentre il piacere cresce fino ad esplodere nella sua conclusione naturale, e gemiti sommessi ci sfuggono dalle labbra.

- Ho appena fatto l’amore con Michael Jackson e devo dire in tutta onestà che è stato…grandioso! Ragazze di tutto il mondo… avete proprio ragione a sbavargli dietro, ora lo posso dire!- penso mentre un sorrisetto compiaciuto mi distende le labbra.

Mi aiuta ad uscire dalla piscina, indossiamo gli accappatoi sui nostri corpi nudi, recuperiamo i costumi, e in silenzio, mano nella mano, percorriamo il sentiero che ci riporta in casa; per fortuna è molto tardi e non incontriamo nessuno. Arrivati al piano di sopra, lungo il corridoio che porta alle camere da letto, Michael mi fa girare verso di lui.

“Allora… ”

e così dicendo mi bacia, un bacio interminabile… Si stacca… e sulle mie labbra ripete

“Buonanotte”

mentre mi spinge contro la parete e mi fa scivolare con le mani l’accappatoio dalle spalle, scoprendomi i seni ed accarezzandoli piano. Riprende a baciarmi, e si spinge contro di me, slacciandomi la cintura e scoprendo l’ultima parte del mio corpo rimasta avvolta nella spugna.

“Posso venire in camera tua?”

Io naturalmente, a quel punto non aspettavo altro

“Non puoi… DEVI venire in camera mia!”

Lui ride piano, mi prende in braccio ed entriamo insieme nel buio della mia camera.


CAPITOLO 5


Sono passati alcuni giorni nei quali la vita all’apparenza scorre come prima… ma solo all’apparenza; in realtà è tutto completamente diverso. Non abbiamo più avuto occasione di trovarci da soli, ma tutte le volte che i nostri sguardi si incontrano, sento una corrente che passa tra di noi, qualcosa di indefinibile ma potentissimo: io, che l’ho sempre trovato attraente, ora lo vedo proprio irresistibile e lui non perde occasione per sfiorarmi, come per caso, mettendomi completamente in subbuglio, tanto che ho il terrore che qualcuno qui se ne accorga.

Le mie sensazioni sono confuse e contrastanti: vorrei fuggire da lui, ho troppa paura di buttarmi in una storia così difficile, di innamorarmi per poi… chissà cosa potrebbe succedere… e se per lui fossi solo un piacevole passatempo? Ne uscirei distrutta! Ma nello stesso tempo… non posso stare senza vederlo, quando non ce l’ho vicino mi sento persa e inutile, mi sembra che senza di lui niente abbia più importanza.

Insomma, sono tutta una contraddizione! Vorrei tanto riuscire a fare chiarezza nella mia testa, ma… non ci riesco proprio: quando penso a lui e a quei suoi occhi neri… ogni mio tentativo di razionalizzare va a farsi completamente e totalmente a benedire.

*********


E’ il crepuscolo, oggi è stata una giornata interminabile: lui, già da ieri, è fuori casa per un impegno di lavoro, ed io ho trascorso l’intero pomeriggio a ciondolare da una parte all’altra del ranch, in preda ad un’ansia sottile.

Mentre vago annoiata per quest’enorme casa, all'improvviso sento delle note di pianoforte risuonare, lontane.

Le seguo e arrivo nel grande salone; Michael è seduto al pianoforte che suona una melodia, provando a canticchiare qualcosa; sembra che abbia avuto l’idea per un nuovo pezzo. Sembra rilassato; indossa un paio di pantaloni neri ed una camicia azzurra. E’ proprio un bel quadretto: mi dà le spalle e non può vedermi, così resto ad ascoltare per un pò, senza farmi sentire.

Infine, prendo coraggio e mi decido ad entrare nella stanza

“Ciao, Michael, sei rientrato?”

Lui smette di suonare e si gira verso di me sfoderando uno dei suoi magnifici sorrisi

“Ciao Janet… si sono tornato da poco, è stata una giornata pesante; ho dovuto discutere di questioni pratiche con i miei amministratori. E’ una cosa che mi stressa sempre, non mi piace occuparmi di queste cose, anche se devo… preferisco lasciarmi prendere dall’ispirazione per comporre delle nuove canzoni, come stavo facendo adesso. Vieni, siediti vicino a me e senti se ti piace…”

E ricomincia a suonare e a cantare sottovoce, mentre mi accomodo sullo sgabello di fianco a lui.

“E’ bella Mike… bella davvero!”

“Sì, anche a me non dispiace, vale la pena di lavorarci un po’ per vedere cosa ne salta fuori…
Ma tu, cosa hai fatto oggi di bello?”

“Niente di particolare, anzi a dire la verità…mi sono un po’ annoiata; non mi piace non avere niente da fare”

Smette di suonare e mi guarda con aria… che potrei solo definire maliziosa

“Ti sei annoiata? Allora dobbiamo cercare di recuperare la giornata, in qualche modo…”

Mi prende le mani, portandosele alle labbra e baciandomele entrambe sul palmo, con dolcezza, mentre mi fissa con quello sguardo penetrante che, dalla sera in piscina, accompagna tutti i miei sogni.

Vengo assalita da un lungo brivido che mi percorre la schiena.

Risale con le mani le mie braccia, arriva al collo… lo accarezza con i pollici per qualche secondo, quindi porta il mio viso verso il suo, mordendosi intanto il labbro inferiore, in un gesto usuale per lui, che mi manda subito in ebollizione.

Ci baciamo per qualche minuto, mentre la mia testa diventa sempre più leggera ed i nostri respiri sempre più veloci…

“Michael, potrebbe entrare qualcuno…”

dico con poca convinzione

“No, non entrerà nessuno… sanno che quando compongo devono girarmi alla larga”

così dicendo chiude la tastiera del piano, mi prende per la vita e mi ci fa sedere sopra. Io non oppongo resistenza: quest’uomo ha qualcosa di …magico; i suoi occhi sono calamite alla cui forza magnetica non ci si può opporre, il suo sorriso è un sorriso unico, non ne ho mai visti di simili, e il suo profumo… ubriaca, letteralmente.

In questo momento sono totalmente prigioniera del suo fascino, e il bello… e che non mi dispiace per niente!

Sempre tenendomi gli occhi incatenati ai suoi, mi solleva una gamba, mi toglie la scarpa e mi fa posare il piede sullo sgabello, di fianco a lui. Poi fa lo stesso con l’altra gamba. Ora sono seduta davanti a lui e la mia già corta gonna di jeans, si è sollevata fino a scoprirmi le cosce abbronzate.
Lui comincia ad accarezzarmi le caviglie e risale con calma verso l’alto, fino ad arrivare a sfiorarmi con delicatezza l’interno delle cosce, con le sue dita lunghe ed affusolate; arriva all’inguine e risale verso l’orlo delle mie mutandine… sfilandomele e lasciandole cadere a terra. Si alza in piedi e mi sbottona lentamente la camicetta bianca, me la sfila, poi mi sfila il reggiseno; prende ad accarezzarmi tutta, con quelle mani leggere e nello stesso tempo decise, in una dolce tortura che mi fa bruciare la pelle dal desiderio.
Poi mi riavvicina a sé cominciando a baciarmi languidamente il collo, dalla mascella alla clavicola, per poi tornare su a riassaggiare le mie labbra. Il suo profumo è un afrodisiaco potentissimo, il suo alito è fresco… Mi sta letteralmente facendo impazzire; finalmente, dopo essersi aperto la strada con le dita, ed aver così saggiato il grado di eccitazione a cui mi ha portata, si slaccia i pantaloni e mi penetra… mentre reclino il busto all’indietro in una richiesta esplicita di sentirlo affondare di più dentro di me, una richiesta che lui accontenta, mentre con voce rotta mi sussurra

“Janet… ma che mi hai fatto? Mi stai facendo perdere la testa…non mi era mai capitato di non sapermi controllare così…”

“La cosa è assolutamente reciproca Mike…”

Rispondo a fatica, mentre il piacere più grande ci prende per mano e ci trasporta via, fino a lasciarci così… sfiniti e semisdraiati su questo pianoforte bianco.

******************



La mia vita è cambiata. Michael non è più solo il mio datore di lavoro, comincio seriamente ad innamorarmi di lui. E penso, e soprattutto spero, di essere ricambiata.

Scopro che la cosa che più teme, è di essere ingannato, truffato nei sentimenti, cosa che evidentemente in passato l’ha fatto molto soffrire.

Mi parla a lungo della sua vita, delle sue paure, dei suoi sogni. E io faccio altrettanto. Lui è una di quelle rare persone che sanno ascoltare. Stiamo bene insieme: lui sa essere veramente dolcissimo. E’ capace di stupirmi e commuovermi facendomi trovare bellissimi bigliettini con parole meravigliose, sul cuscino al mio risveglio. Oppure di tenermi la mano tutta la sera, mentre siamo seduti sul comodo divano a guardare un film, ed accarezzarla fra le sue. O ancora di farmi ridere a crepapelle con il suo innato senso dell’umorismo.

E poi … a letto è veramente una bomba… è un concentrato di carica erotica… quello che suggerisce con i suoi movimenti sensuali quando balla, lo mantiene alla grande in un rapporto di coppia. Sa rendermi ogni volta appagata e soddisfatta, come non mi era mai capitato nella vita, con nessun’altro.
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Messaggio Da marina56 Lun Ott 17, 2011 12:31 pm

CAPITOLO 6



Dopo un mese che la nostra relazione va avanti, decide di dare un party grandioso, come è nel suo stile, per annunciare a tutti che stiamo insieme.

“Non voglio nascondermi… tanto poi qualche fotografo riuscirà a beccarci insieme. Quindi, ho deciso di giocare d’anticipo: lo annuncerò io per primo… !”

Al party partecipa un mucchio di gente: un sacco di persone famose, amici, la sua famiglia al completo. Finalmente ho occasione di conoscere anche la famosa sorella Janet, e gli racconto del nostro primo incontro: lei è molto simpatica e leghiamo immediatamente.

Sono al settimo cielo; nel mio bellissimo abito nero di raso, mi sento in cima al mondo, mentre giro salutando gli invitati abbracciata a Mike, splendido in completo bianco e nero.
Mentre lui va a prendere da bere, giro gli occhi e… ma no, non può essere lui!!!!!

Ma sì…

Quello là in fondo è proprio… Johnny Depp! Con quella faccia da bel mascalzone è stato uno dei protagonisti dei miei sogni erotici degli ultimi dieci anni! Capelli abbastanza lunghi un po’ spettinati, pizzetto e occhialini, abbigliato in modo informale e un po’ … zingaresco direi. Sta mangiando una tartina in questo momento, e prende al volo un bicchiere dal vassoio di uno dei camerieri che passano.

Non posso certo perdere l’occasione di conoscerlo: mi avvicino subito e mi presento… lui fa altrettanto e cominciamo a chiacchierare. E’ veramente un tipo molto originale, come pensavo.

Infatti è molto bizzarro, ha un modo di parlare tutto suo e io lo sto studiando con attenzione; devo dire che anche lui sembra colpito piacevolmente da me. Mi guarda con un’espressione che sembra … di grande apprezzamento; ma molto probabilmente fa così con tutte, da grande seduttore quale è.

E poi… ha una sguardo troppo sexi!

Sono persa nelle mie considerazioni, quando ecco che ci si avvicina Mike:

“Ciao Johnny… cosa stai confabulando con la mia ragazza?”

“Ah, Mike… allora è la tua ragazza. Dovevo aspettarmelo… i miei complimenti: è la donna più affascinante tra quelle presenti qui stasera. Complimenti, amico mio”

“Grazie”

Risponde lui, asciutto. Depp gli dà una pacca sulla spalla, mi bacia con galanteria la mano, e si allontana.

Rimasti soli, mi giro verso Mike

“Che serata! Ho conosciuto anche uno dei miei miti!”

“Già, infatti ti ho vista molto presa dalla conversazione”

Ahi, ahi! Mi accorgo solo ora del suo tono di voce. Non posso fare a meno di sorridere

“Mike, non dirmi che sei geloso!”

“Perché, cosa ci sarebbe di così strano?”

“Ma perché non ne hai motivo… lo sai”

Mi guarda per un momento, poi dice

“La serata finisce qua, andiamo via”

Accidenti… è proprio arrabbiato! Salutiamo in fretta poche persone, e ci eclissiamo.

Durante il viaggio in limousine per fare ritorno a casa, restiamo in silenzio. Penso che sia meglio lasciargli sbollire un po’ l’arrabbiatura: ormai lo conosco abbastanza per capire che in questo momento cercare di parlargli sarebbe solo dannoso.

Arriviamo a casa e, appena entrati, decido che è ora di finirla con questa assurdità:

“Michael, non puoi essere arrabbiato sul serio! Ero solo curiosa di conoscerlo… non mi interessa minimamente in quel senso, come di sicuro io non interesso lui. A me interessi tu, lo sai ”

Ma lui sembra non sentirmi neanche: mi prende per un braccio e mi trascina di sopra in camera. Sbatte la porta e mi affronta:

“Non ti interessa? Non si sarebbe proprio detto guardandoti… ti stavi sciogliendo tutta davanti a quell’imbecille… cos’è? Hai bisogno dell’uomo duro? Del macho? Io non sono abbastanza uomo per te?”

“Ma che cavolo stai dicendo? Sono cose senza senso. Non sono degne di te. Mike, ti prego calmati”

Per tutta risposta, mi spinge fino alla sponda del letto, e senza tante cerimonie, mi ci fa cadere sopra

“Smettila Mike… ora basta!”

provo a protestare, ma lui continua imperterrito le sue manovre strappandomi velocemente i vestiti di dosso mentre si libera frenetico anche dei suoi e subito si spinge dentro di me con affondi profondi e decisi, che mi lasciano senza fiato, mentre mi dice sulla bocca

“Pensi anche tu, come molti, che sono un’effeminato? Un uomo a metà?”

Il respiro di tutte e due si fa sempre più accelerato, presi da una passione che aumenta ogni minuto di più. Mi afferra i capelli, costringendomi a guardarlo negli occhi, mentre si ferma, immobile sopra di me, che con il bacino lo imploro di continuare

“Rispondimi… sono abbastanza uomo? Uomo come lui?”

“Mike…”

mi esce in un rantolo

“Voglio che tu me lo dica… ti prego dimmelo…”

E’ serio, capisco che ha bisogno di sentirselo dire

“Mike, tu sei più uomo di tutti gli altri messi insieme… sei il MIO uomo, l’unico che voglio”

gli sussurro con tutta la determinazione di cui sono capace. Lo vedo finalmente rilassarsi, e riprendere i suoi affondi, mentre geme sommessamente. Tutto questo ci ha eccitati all’inverosimile e in pochi attimi raggiungiamo il punto di non ritorno: un piacere intenso ci travolge e continua a squassarci a lungo.

Mi alzo con il viso sopra il suo.

“Mike, non devi essere geloso, nessuno potrà mai prendere il tuo posto nel mio cuore… io ti amo perdutamente!”

“Bene… perché sono già rimasto deluso troppe volte…lo sai…non lo sopporterei di nuovo. E inoltre… ti amo anch’io”


******



La vita scorre e il nostro rapporto si rafforza ogni giorno che passa. Non ho mai provato niente di simile, con nessun altro; ma del resto nessuno è come Michael.

Nessuno è capace di farti sentire il centro dell’universo come sa fare lui; nessuno sa donarti tanta dolcezza insieme a tanta passione. Non voglio dire che sia tutto così semplice. Lui non è propriamente una persona facile; a causa della sua storia, è sempre pronto ad insospettirsi, è naturalmente diffidente. E’ stato deluso troppe volte da persone che lo hanno avvicinato solo per sfruttarlo, senza tenere conto dei suoi sentimenti, e questo lo ha segnato moltissimo.

Anche con le donne… mi ha parlato a lungo della delusione che ha provato a causa del suo matrimonio con Lisa Marie, di quanto lui ci avesse sperato ed investito energie, di quanto grande fosse il suo desiderio di avere dei figli, e di quanto lei lo avesse deluso così profondamente e completamente. Ma io…piano piano sto facendo crollare una alla volta tutte le infinite sovrastrutture mentali che lo ingabbiano: ci vuole tempo e pazienza, ma ne vale la pena. La persona che ci si nasconde dietro è… in una sola parola… Michael.

CAPITOLO 7

Eccomi qui, chiusa in bagno, seduta sulla tavoletta abbassata del water: sto fissando lo stick che tengo in mano, mentre guardo l’orologio. Due minuti: il test è valido dopo due minuti. Ma ben prima vedo delinearsi chiarissima quella lineetta rosa… Oh mio Dio! E’ proprio vero, sono incinta!
Finora non avevo voluto pensarci, anche se il mio ritardo era ormai di ben tre settimane. Avevo cercato di ignorare la cosa finchè avevo potuto, ma poi mi ero dovuta arrendere e mi ero decisa a fare il test.

Aspetto un bambino… Non so neanche definire il mio stato d’animo… da una parte sono felice, un bambino… il figlio di Mike! Dall’altra sono terrorizzata: chissà come la prenderà… è vero che adora i bambini e che desidera averne, me l’ha confessato spesso… ma forse …è troppo presto?

Mentre mi dibatto in questi dubbi, lui bussa alla porta:

“Janet, cosa fai chiusa lì dentro da mezz’ora? Ti avevo chiesto se ti andava di vedere quel film…”

Lo interrompo aprendo la porta. Non posso attendere, non posso sopportare un attimo di più questa incertezza…così gli mostro il test senza dire una parola.

Lui lo guarda qualche secondo, senza capire; poi realizza… e china il viso, nascondendolo tra le mani. Mi sento morire… lo sapevo, lo sapevo che era troppo presto, che non si sentiva ancora pronto… magari non si sente abbastanza sicuro di noi due… forse non è innamorato come lo sono io…sento il sangue defluire dal mio corpo.

Finalmente rialza la faccia e mi guarda:

“Janet… è vero? Diventerò finalmente padre? Hai fatto questo miracolo per me?”

Mi stringe forte tra le braccia, mentre percepisco chiaramente tutta la sua emozione.

“Ma allora non ti dispiace? Sei contento?”

“Come hai potuto pensare che mi dispiacesse? Un figlio è la cosa che desidero di più al mondo, ed ora finalmente… l’avrò! Amore mio… grazie, mi hai reso l’uomo più felice del mondo con questa notizia!”

Piango di sollievo e di gioia stretta tra le sue braccia calde, e restiamo così, in silenzio: l’intensità di quello che stiamo provando in questo momento è troppo grande per essere tradotta in semplici parole. Forse il silenzio è più adatto… la mente davanti ad un sentimento così grande non può che arrendersi e lasciare parlare il cuore.

*******



Da quando sono incinta, Mike è ancora più premuroso del solito: avrebbe anche voluto che sospendessi il mio lavoro, ma io mi sono decisamente opposta. Non ho nessuna intenzione di cedere il privilegio a nessun’altra; non si sa mai, visto come sono andate le cose tra di noi… so per esperienza come è difficile restare indifferenti al suo fascino magnetico!

Comunque non ci sono problemi, per ora mi sento bene e tutto procede come dovrebbe.

Lo sto osservando mentre prova nuovi passi di danza nella saletta prove che è stata allestita qui a Neverland proprio a questo scopo, con tanto di parete a specchio.

Lui sta sudando nella sua canottiera bianca e, questa immagine, improvvisamente, mi provoca un pensiero malizioso:

“Mike, ti posso chiedere un favore? Ti prego di non ridere però”

“Tutto quello che vuoi, lo sai che in questo momento non potrei mai negarti niente!”

Mentre mi si avvicina e mi abbraccia teneramente.

“E’ una cosa che ho sempre desiderato… vuoi ballare con me In the closet, come hai fatto con quella gatta morta di Naomi?”

Lui scoppia in una risata divertita

“Gatta morta? Sì in fondo hai ragione, è proprio una gatta morta”

mentre va a mettere la base e torna verso di me.

Parte la musica: è un momento veramente MEMORABILE! Alzi la mano chi di voi non ha sognato almeno una volta di potere fare quello che sto per fare io! Certo, non posso competere con la Campbel, ma posso almeno provarci, è troppo divertente!

Mike comincia a fare andare il bacino mentre canta; mi prende e mi trascina con lui. Sto gongolando come una pazza… penso che lui riuscirebbe a fare ballare anche un manichino, e infatti diciamo che me la cavo dignitosamente, mimando gli ancheggiamenti della protagonista originale, in fondo non ci vuole poi molto. Quando poi si tratta delle frasi sussurrate… lì, mi spiace per lei, ma la batto alla grande!

“There's something
I have to say to you
If you promise you'll understand
I cannot contain myself
When in your presence
I'm so humble
Just touch me
Woman to man”

Ridiamo divertiti mentre mi struscio ondeggiando con un movimento sensuale contro di lui e gli accarezzo quei glutei sodi come il marmo, come faceva lei; a quel contatto sento la stoffa dei suoi pantaloni tendersi

“Spero che non avrai avuto questa reazione anche con lei!”

“Naturalmente no… anche se devo dire che lei ci ha provato in tutti i modi”

“Lo SAPEVO!!!… l’ho sempre saputo che ci aveva provato!”

mentre mi fermo e lo guardo infervorata, con le mani sui fianchi.

Mi riabbraccia sorridendo

“Sì tesoro… devo dire che ho avuto il mio bel da fare a sganciarmela di dosso!”

E ride con la sua risata cristallina

“Ma da te non ho nessun intenzione di sganciarmi”

Mi fa girare verso lo specchio e mi si mette dietro cominciando ad accarezzarmi infilando una mano nella scollatura ed arrivando al seno e prendendo tra le dita il capezzolo, che subito risponde a quella sollecitazione inturgidendosi, mentre con l’altra mano mi sfiora il ventre e va ad insinuarsi sotto gli slip; intanto continua a fissare la nostra immagine allo specchio. E’ quasi ipnotizzante seguire le sue mani sulle mia pelle, mentre il solito languore mi pervade….

*******



Quella sera, a letto, Michael ha la testa appoggiata sulla mia pancia ancora piatta, l’orecchio teso a cogliere chissà quale fremito interno…

“Mike, ti dico che è troppo presto… cosa vuoi sentire? Non puoi sentirlo ancora!”

“Lo dici tu… io lo sento eccome! E anche lui può sentirmi… vero piccolo?”

“A parte il fatto che potrebbe essere anche una lei…(visto che abbiamo preferito non saperlo resterà un incognita fino alla nascita, ci piace l’idea della sorpresa), ma… và bene, mi arrendo, lo senti!”

“Proprio così… sono suo padre no?”

Gli accarezzo i capelli… è così tenero! Mi dà un bacio sulla pelle nuda e liscia del ventre… mmmm ha le labbra sempre così morbide!

“Senti, papà… nell’attesa che il piccolo principe, o principessa, salti fuori… vuoi occuparti un po’ della sua mamma, per favore?”

“Ma certo… con molto piacere!”

E riprende a baciarmi la pancia intorno all’ombelico, scende giù al monte di venere, fino alla mia parte più sensibile, sosta un po’, risale in una scia umida e calda di baci, passando dal seno, fino ad arrivare alla mia bocca che lo aspetta impaziente… Gli affondo le mani nei riccioli scuri, mentre aspiro il suo profumo che mi inebria come sempre la mente. Non ne ho mai abbastanza di lui, il mio desiderio cresce in maniera commisurata al mio amore. – Sono una donna felice! – penso mentre ci amiamo ancora una volta, appassionatamente e a lungo, per poi addormentarci sfiniti uno nella braccia dell’altro.
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Messaggio Da marina56 Lun Ott 17, 2011 12:32 pm

CAPITOLO 8


Sono le due di notte; Michael dorme, mentre, a cucchiaio contro la mia schiena, cerca di abbracciarmi, cosa non facile visto il considerevole volume raggiunto dalla mia pancia.

Non riesco a dormire, mi sento agitata; e poi ormai è diventato difficile anche respirare liberamente con questo pancione! Sembro una balenottera arenata sulla spiaggia….

All'improvviso sento un dolore lancinante al basso ventre… dura qualche secondo, poi passa. Sarà un dolore di preparazione al parto, ho letto che nell’ultimo periodo succede… no! Eccone un altro! Dopo pochi minuti… un altro ancora!
No, stavolta penso proprio che ci siamo…

“Mike – lo chiamo piano, mi spiace svegliarlo, dorme sempre così poco – Mike…” lo scuoto appena

“Cosa c’è…Janet stai male?”

“Mi sa che è arrivato il momento Mike…”

In un attimo è in piedi, pallido e tutto arruffato, agitatissimo; fa tenerezza vederlo così…

“Dobbiamo correre… come ti senti? Devo chiamare mia madre…”

Un dolore più forte degli altri mi fa gridare spazientita

“Mike, lascia perdere… tua madre la chiamerai dopo, ora per favore, vuoi portarmi in clinica… se non vuoi che nostro figlio venga alla luce in questa stanza?”

Le ore che seguono sono confuse: ricordo solo la luce bianca sopra di me, una luce accecante che mi disturba gli occhi, la mano di Mike che stringe spasmodicamente la mia, senza mai lasciarla, e la sua voce dolce che mi incoraggia e mi consola

“Forza, amore… tieni duro, ancora poco e sarà finita vedrai…”

- Tra poco sarà finita un cavolo! - In questo momento non sono ben disposta verso il mondo… Anzi a voler ben vedere, non sono molto ben disposta proprio verso di lui, che adesso vedo come solo ed unico responsabile di questi dolori tremendi che mi stanno uccidendo!

- E certo, parla bene lui… ma perché agli uomini tocca solo il piacere, mentre a noi donne… - penso, mentre la mia poca lucidità, mi spinge a prendermela, con il solo capro espiatorio che ho a disposizione

“Vuoi prendere il mio posto? Accomodati pure…”

Gli grido con voce molto poco romantica… lui mi stringe ancora di più la mano. Devo essere un gran bello spettacolo, con i capelli incollati alla faccia e gli occhi spiritati, mentre sbuffo come un mantice impazzito!

Finalmente, dopo quella che mi pare un’eternità,e dopo che ho spinto fino a farmi scoppiare le vene del collo…sento uno strano verso, sembra il miagolio di un gattino; poi si ripete molto più forte e distinto…

“Amore, è un maschio… è bellissimo.. guarda!”

E mi viene adagiato sulla pancia quest’esserino tutto rugoso, con una lanugine nera incollata alla testa e tutto sporco. Sembra una tartarughina appena uscita dal suo guscio; apre gli occhi e mi guarda… mio figlio!

Subito, le ultime ore sono dimenticate…un amore immenso mi riempie il petto, mentre lo guardo allungare quei piccoli pugnetti in un gesto di sfida.

Io e Mike ci guardiamo, piangendo calde lacrime di gioia: ora non possiamo chiedere nulla di più alla vita, non ci può essere niente di meglio di questo piccolo pulcino bagnato che già strilla la sua indignazione a pieni polmoni; un tenero bacio sulle labbra suggella questo attimo di paradiso.


*******



Il nostro piccolo tiranno, Samuel, detto Sam, ha compiuto oggi un mese: un mese che è stato scandito da nottate insonni, allattamenti, pannolini sporchi e pianti disperati a cui non si sa come mettere fine. Ma che ha anche visto i suoi primi incredibili sorrisi, che ci hanno riempito di stupore e di felicità. Quando riesce a fissare quegli occhi neri nei nostri per qualche attimo… quella è la migliore ricompensa a tutte le fatiche a cui ci sottopone. Abbiamo deciso infatti di fare il più possibile da soli, per non perderci neanche un attimo del nostro piccolo e delle sue prime conquiste.

Non sono stata mai così sfinita in tutta la mia vita; mentre Michael lo culla per farlo addormentare cantandogli una ninna nanna (lui adora sentire la voce del padre, si rilassa immediatamente), io decido di concedermi una bella doccia … ne ho proprio un disperato bisogno!

Mentre lascio scorrere l’acqua bollente sulla mia schiena contratta, cerco di rilassarmi.

Dopo cinque minuti che sono lì a crogiolarmi beata, sento aprirsi la porta della doccia, e due braccia subito mi circondano

“Si è addormentato finalmente! Sei stanca eh… lascia che ti massaggi un po’ le spalle”

In effetti mi sento uno straccio; non ho più il tempo di curarmi, e neanche la forza. Ho ancora parecchi chili addosso da smaltire, ed ho i seni gonfi di latte. Mi sento più una mucca da mungere che una donna!

“Sono uno sfacelo Mike… non ti biasimo se non ti piaccio più…”

“Smettila, schiocchina… sei meravigliosa invece e io ti desidero molto più di prima!”

Continua con infinita pazienza a massaggiarmi le spalle finchè sento la tensione e la stanchezza pian piano abbandonarmi e andarsene giù per lo scolo insieme all’acqua… si sta così bene sotto il getto caldo, stretta tra le sue braccia… avevo dimenticato questa sensazione di completezza che solo lui sa darmi. Il nostro piccolo ci ha assorbito completamente da quando è venuto al mondo, esigendo tutta la nostra attenzione: ma ora, finalmente, ricominciamo a sentire l’esigenza uno dell’altra.

Prende lo shampoo e mi lava con delicatezza i capelli; poi li sciacqua con cura. Con il bagno schiuma prende a insaponarmi tutta con mani leggere ….si prende cura di me con una dedizione assoluta.

È una sensazione bellissima… mi fa girare verso di lui

“Mi sei mancata tanto amore…. troppo”

e prende a baciarmi con studiata lentezza, facendomi sospirare

“Anche tu…”

sento le sue mani scorrere calde sul mio corpo, fino a raggiungere i punti più nascosti e sensibili. Le sue carezze mi stanno letteralmente facendo mancare le forze dal languore che mi provocano… mi appoggio a lui che mi solleva piano una gamba e scivola dentro di me con un gemito di soddisfazione…. è meraviglioso, con l’acqua che scivola sulla nostra pelle, aggrappati uno all’altra in un amplesso in cui i nostri corpi si fondono in uno solo, mentre ci sussurriamo tra i sospiri tenere parole d’amore. Ne avevamo bisogno, bisogno per risentirci una coppia, un uomo e una donna che si amano, e non solo due genitori.



CAPITOLO 9


Parte 1

Il tempo vola e Sam ha già quattro anni; è un vero diavoletto.

E’ curioso come una scimmietta e altrettanto simpatico: ha una testa di ricciolini nerissimi, così come i suoi grandi occhi, e io lo chiamo il mio cioccolatino. Non è facile stargli dietro, ci fa trottare tutto il giorno, fino a quando la sera si addormenta sfinito, con il pollice in bocca, tra le sue lenzuoline colorate.

Mike nel frattempo ha ricominciato ad assentarsi da casa: sempre più spesso sta fuori anche per parecchie settimane di seguito, in giro per il mondo organizzando concerti di beneficenza e impegnandosi come sempre nelle sue opere umanitarie, senza contare gli impegni per la promozione del nuovo disco. Avrebbe voluto che noi lo seguissimo, ma io mi sono rifiutata categoricamente di sottoporre un bambino così piccolo ad una vita così poco adatta alla sua età: sono convinta che un bambino, almeno nei primi anni di vita, abbia bisogno di un posto tranquillo in cui crescere serenamente e non di essere sballottato da una suite d’albergo ad un’altra, da un continente all’altro. Michael non capisce questo mio punto di vista; infatti lui è stato abituato a viaggiare fin dalla più tenera età e non capisce il mio rifiuto. Ma io, proprio conscia di quanto questa infanzia così particolare e diversa l’avesse fatto soffrire, non cedo e questo è motivo di attrito tra noi due. Ora, ad esempio, è via da quasi un mese.

Sto cercando di riposarmi un po’ dopo una giornata passata nel parco con Sam, tra animali e giostre; mi lascio cadere su un divano, mentre la tata sta pensando a fare il bagno al piccolo prima di cena. Un giornale dimenticato da qualcuno sta su un tavolinetto lì accanto, (è raro vedere giornali di questo genere in giro per Neverland); lo prendo pensando di divertirmi un po’ a scoprire i nuovi pettegolezzi che fanno il giro del mondo. Lo sfoglio e… una foto a doppia pagina di Mike… Mike insieme a Madonna, che scendono insieme da un’auto: leggo la didascalia " MJ e Madonna riprendono la loro antica amicizia: sono stati visti a cena l’altra sera a New York….. i due parevano molto intimi….

cerco di non farmi innervosire; so bene quanto questi giornaletti scandalistici ricamino le cose in modo da farle apparire esattamente come vogliono: ma la cosa mi dà parecchio fastidio. Lo stesso Michael mi aveva raccontato di quanto Madonna lo avesse asfissiato per un lungo periodo, con inviti e telefonate molto esplicite (troppo esplicite per i suoi gusti):

“Diceva che il re e la regina del pop dovevano per forza stare insieme… sarebbe stata una spinta mediatica enorme, secondo lei!”

Questo mi aveva detto lo stesso Mike, tempo fa, ed ora trovarmelo fotografato tutto sorridente accanto a lei… bhè, non mi fa certo un bell’effetto.

Quella sera al telefono gli chiedo spiegazioni:

“Ma niente… è una sciocchezza… me la sono ritrovata nello stesso albergo ed ha voluto a tutti i costi andare a cena, sai come è insistente!”

E’ proprio perché lo so, che mi preoccupo!

“Michael, quando torni? Ho voglia di vederti, ed anche Sam chiede in continuazione di te”
“Cercherò di farcela per la settimana prossima, vedrai…”

Riattacco sospirando; non pensavo che la nostra vita di coppia si sarebbe trasformata in questo. Lui in giro ad inseguire come sempre il suo lavoro, ed io a casa ad aspettarlo con suo figlio. Ma pare incapace di mollare, anche di poco, la sua rincorsa al successo: lui deve sempre essere il migliore, in vetta a qualsiasi classifica. E’ così che la vede, forse anche perché è esattamente così che gli hanno sempre insegnato a vederla, fin da quando lui ne ha memoria.


Finalmente, dopo altri quindici giorni, il nostro eroe torna a casa: arriva alla sera verso le dieci e Sam ha voluto a tutti i costi aspettarlo alzato. Gli corre incontro e gli butta le braccia al collo, mentre lui lo solleva e lo riempie di baci; poi viene verso di me posandomi un tenero bacio sulle labbra ed abbracciandomi, con Sam in mezzo a noi che strilla di gioia.

Sono così contenta di averlo di nuovo qui! Ed ho tutta l’intenzione di tenercelo per un pezzo… in questi giorni non faccio che sentire in TV servizi su una sua presunta relazione con Madonna… dovrà darsi parecchio da fare per calmarmi a questo punto.

Dopo aver ascoltato il rendiconto concitato di Sam su tutte le sue ultime avventure, riusciamo infine a metterlo a letto e ci ritiriamo nella nostra camera.

“Allora, come stai tesoro?”

“Come vuoi che stia Mike? Sempre qui ad aspettarti, mentre tu sfarfalleggi con la tua amica Madonna”

Mi aspetto che lui si metta a ridere, ma inaspettatamente non lo fa. Anzi, comincia a farmi un discorso del tipo:

“Sai è un periodo difficile… la gente ti dimentica in fretta… in fondo è tutta pubblicità”

Cosa?....Non posso crederci!

“E’ tutta pubblicità? Certo, Madonna… lei sì che va bene per far parlare il mondo. Una semplice relazione con una semplice donna come me, che tra l’altro ti ha dato un figlio, è troppo banale, poco interessante, no?”

Mi vengono le lacrime agli occhi dalla delusione che in questo momento mi soffoca: possibile che per lui tutto questo sia più importante di noi, del nostro amore, della nostra vita insieme?

“Janet, non fare così… lo sai che amo te, ed adoro il nostro Sam… ma è il mio lavoro, è la mia vita, lo sapevi quando mi hai conosciuto che non ero una persona qualunque…”

Cerca di abbracciarmi, ma io lo respingo

“Lo sapevo sì, lo sapevo. Ma pensavo anche che per te ci fossero cose che valessero di più del successo e della fama… ma evidentemente mi sbagliavo”

“Non ti sbagliavi affatto. Voi due siete importantissimi per me, lo sai. Vi amo con tutto il cuore, ma devo tenere conto anche della mia carriera, nel nostro ambiente chi si ferma è perduto, lo sai e…. io sono Michael Jackson….”

“Ho capito, Mike. Bene, io non sono disposta a stare in disparte mentre tu ti dedichi alla tua vita da star, ne tantomeno ho intenzione di sottoporre mio figlio ad una continua maratona per inseguirti ed aspettarti chiusi in qualche albergo in capo al mondo; quindi… dovrai scendere a qualche compromesso, se veramente ci tieni a me. Quando avrai deciso bene quali sono le tue priorità, sai dove trovarmi”

E con questo mi giro per uscire dalla stanza, mentre lui mi urla dietro spazientito:

“Possibile che non capisci?Io non posso, semplicemente non posso rinunciare…”

“E' evidente che preferisci rinunciare a me, quindi”

Gli dico senza voltarmi e senza che lui faccia niente per trattenermi.

Mi rinchiudo nella stanza di Sam, piangendo tutte le mie lacrime. Mai mi sarei aspettata che il nostro rapporto prendesse questa piega: io lo amo ancora perdutamente! Ma forse lui no…forse non mi ama più.

Infine, sfinita, mi addormento di fianco al mio bambino.


CAPITOLO 9

Parte 2

Mi sveglio alla tre di notte, di soprassalto. Mi ci vuole qualche secondo per rendermi conto di essere accoccolata nel piccolo lettino insieme a Sam. Poi mi torna in mente tutta la scenata della sera prima con Mike ed il perché mi trovo qui ora, invece che fra le sue braccia.

Mi alzo dal letto cercando di muovermi piano… mi sento tutta dolorante, dentro e fuori.

- Devo avere una faccia! - penso, sentendo il trucco sciolto dalle lacrime e seccato sulle mie guance: sono ancora vestita. Uno splendido vestito, scelto con cura, che ora appare assai inutile: se penso alla gioiosa aspettativa con la quale mi ero preparata per accogliere il ritorno di Mike!

Mi alzo e vado in bagno: mi rinfresco il viso, mi spoglio e cerco qualcosa di più comodo da indossare. Non trovo altro che una corta vestaglietta rossa, con Winnie the Pooh stampato sulla schiena, dimenticata nel bagno di Sam da chissà quanto tempo. Me la infilo, mentre sento il mio stomaco borbottare: con quello che è successo, non ho mangiato stasera, ed ora ho una gran fame. In effetti mi succede sempre quando sono particolarmente stressata o nervosa!

Esco dalla cameretta in punta di piedi per non svegliare il bambino che dorme come un , e mi incammino scalza per il corridoio. Cammino velocemente per la casa illuminata dalla poca luce che penetra dalle pesanti tende, non perfettamente tirate, dirigendomi verso la cucina in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti.

Non mi ero mai resa conto fino ad ora di quanto questa casa potesse essere inquietante, così al buio, con tutti questi personaggi immobili che Mike ha disseminato in giro, assecondando la sua estrosità: proprio ora sto superando una specie di pirata, con tanto di bandana sull’occhio, che pare sogghignare in modo sinistro al mio passaggio.

L’ho appena superato, quando un braccio sbuca dal buio e mi stringe in una morsa, attirandomi verso un corpo alle mie spalle… mentre un’altra mano mi sigilla la bocca. Mi sento gelare il sangue nelle vene, mentre il mio cuore si ferma. Le gambe si fanno molli, sto per svenire dallo spavento… fino a quando non percepisco il profumo inconfondibile di Mike. - Non è possibile! Vuole farmi prendere un colpo e liberarsi così in maniera definitiva di me? –

Vorrei sibilargli in faccia tutta la mia rabbia per la paura che mi ha fatto prendere, ma lui mi tiene ancora la bocca chiusa, e il corpo stretto contro il suo, mentre con l’altra mano comincia ad intrufolarsi dentro la scollatura della vestaglia, fino ad arrivare a riempire quella stessa mano con il mio seno destro, con bramosia.

Solo a quel punto mi toglie la mano dalla bocca e io posso sussurrare

“Michael, così però non è leale…”

Mentre la scarica di adrenalina appena avuta mi si va a condensare tutta in mezzo alle gambe.

“Perché… è leale forse lasciarmi da solo nel nostro letto ad inspirare il tuo cuscino ed a struggermi dal desiderio di te?”

Dice concitato, mordicchiandomi il lobo dell’orecchio.

Nonostante l’arrabbiatura di stasera, non posso evitare che un sorrisetto soddisfatto mi increspi le labbra.

“Ah… quindi tu mi vuoi ancora?”

“Se ti voglio ancora?”

Mi fa girare verso di lui, finendo di spalancarmi la vestaglia. Dopo avermi fissato con occhi che trasudano desiderio per qualche secondo, mi gira con le spalle contro il muro, scivola piano verso il basso, fino ad inginocchiarsi fra le mie gambe. Mentre comprendo le sue intenzioni, mi lascio sfuggire un gemito dalle labbra, appoggiando la testa contro la parete.

Mi abbassa le mutandine e incolla la sua bocca calda al punto più sensibile della mia femminilità. La sua lingua comincia ad esercitare una dolce tortura…continua a baciarmi così per parecchi minuti… se non mi sostenesse con una mano sulla mia pancia, penso che cadrei in terra, tanta è la pura estasi che mi sta procurando. Rantolando versi inconsulti, esplodo in un orgasmo infinito. Con un solo movimento, si rialza e mi si appoggia contro il ventre, per farmi constatare quanto sia eccitato: poi si abbassa i pantaloni del pigiama, mi alza prendendomi sotto le ascelle e mi infila spasmodicamente sopra di lui, mentre con la schiena sono sempre appoggiata al muro. Mi avvinghio alle sue spalle, affondando il viso nel suo collo e stringendolo fra le mie gambe: poche spinte e anche lui esplode….

Sembriamo due pugili dopo un incontro, sfiniti ed ansimanti.

“L’hai capito quanto ti amo e quanto mi sei mancata anche tu?”

Mi dice mentre ci sciogliamo piano da quell’abbraccio convulso

“Bene… allora ammetti che avevo ragione e che ti sei comportato da perfetto stronzo?”

Scuote la testa con impazienza

“Ma quanto sei testarda… tu non molli mai, vero?”

“No tesoro…- gli dò un bacio sulle labbra sollevandomi sulla punta dei piedi - esattamente come te. Ora andiamo a letto, prima di svegliare qualcuno… domani mattina parleremo con calma”

Lo prendo per mano, ma vedo che lui non si muove

“Janet, amore… domani mattina devo partire prestissimo…”

Pronuncia piano, con timore

“Come devi partire? Ma se sei appena arrivato!”

Dico, mentre la mia mente è già invasa dal rosso colore della collera

“Sono voluto tornare per vederti, era troppo tempo e avevo troppo bisogno di te… ma domani pomeriggio ho un impegno a New York improrogabile….”

Non lo sento più, mi volto e corro a rifugiarmi ancora nella cameretta di Sam, chiudo la porta a chiave, e mi corico abbracciando il mio piccolino, mentre le lacrime mi rigano le guance: Sam si gira nel sonno e mi posa la manina sulla fronte, in una carezza inconsapevole.

Lo sento bussare piano alla porta

“Janet, ti prego… apri”

Resto a fissare il soffitto, mentre lui continua per parecchio tempo a chiamarmi; alla fine si arrende e se ne va.

Io, esausta, mi addormento e quando al mattino mi risveglio Mike è già ripartito.

Nei giorni che seguono mi aggiro per la casa come una zombie; non so cosa fare, non so cosa pensare… possibile che sia tutto così difficile? Avevo ragione ad avere paura ad imbarcarmi in questa storia quindi? Michael è veramente incapace di cambiare un pochino la sua vita per venire incontro alle mie esigenze? Sento che sto per impazzire, devo fare qualcosa....

Nel frattempo tutte le volte che lui telefona, mi faccio sistematicamente negare: se vuole parlarmi il signorino dovrà fare lo sforzo di farlo di persona! Ora basta!
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Messaggio Da marina56 Lun Ott 17, 2011 12:33 pm

CAPITOLO 10

C’è un party a Los Angeles per il quale ho ricevuto l’invito da parecchie settimane; un party pieno di bella gente… ci sarà da divertirsi ed io ho deciso di andarci. Si, ci andrò.

Non posso più continuare a stare qui a piangere giorno dopo giorno, nell’attesa di una svolta, nell’attesa che lui capisca; devo fare qualcosa, ormai mi sto riducendo in qualcosa che non mi piace. Mi sto trasformando in una di quelle donne che continuano a piangersi addosso, prigioniere in un circolo vizioso creato da loro stesse e fatto di recriminazioni! E’ ora di farla finita.

Mi preparo con estrema cura: bellissimo abito rosso Valentino con una generosa scollatura sul seno ed una ancora più profonda sulla schiena, sandali gioiello con tacchi vertiginosi, trucco sapiente, capelli vaporosi, profumo.

Ecco, sono pronta per godermi la serata; stasera sono determinata a non pensare a nient’altro che a divertirmi.

Mi faccio portare dalla limousine: arrivo che è già pieno di gente. Entro e mi avvio per prendere da bere, salutando durante il mio cammino parecchie persone; in questi anni sia con il mio lavoro, sia al fianco di Michael ho conosciuto tanti personaggi così detti VIP.

Prendo una flute di champagne… è deliziosamente fresco; lo bevo tutto in un fiato, ne prendo subito un’altra e comincio a sentirmi più leggera.

“Salve! Felice di rivederti”

Mi giro per vedere a chi appartiene questa voce: mi ritrovo davanti ancora una volta il fatidico Johnny Depp, in tutto il suo fascino. E' evidente che è proprio destino che lo incontri!

“Ciao Johnny, come stai?”

“Io benissimo, grazie. Ed anche tu a quanto vedo… sei sempre più bella!”

“Grazie”

Rispondo, civettando un pò; fa sempre piacere ad una donna ricevere un complimento così galante. E soprattutto a me, in un momento come questo della mia vita, in cui la mia autostima sta pericolosamente perdendo colpi e rischia di inabissarsi sempre più.

Cominciamo a chiacchierare fitto, e aiutata da un altro bicchiere di champagne, mi lascio andare; lui è proprio un uomo divertente. Dopo un po’ mi prende per la vita e mi trascina sulla pista da ballo, mentre bevo un altro bicchiere; sono decisamente un po’ brilla!

Ma in questo momento mi sta bene così; mi sento spensierata, allegra e rido come una schiocchina, mentre Johnny mi fa volteggiare tra le sue braccia. Mi allontana, mi fa girare, mi riattira a sé: la gente comincia a fare cerchio intorno a noi ammirando le nostre evoluzioni. Comincia a girarmi la testa in modo spaventoso...e dopo un’altra giravolta mi sfugge la sua mano, perdo l’equilibrio e vado a sbattere malamente contro qualcuno.

“Mi scusi…”

Farfuglio ridendo come una stupida….

“Michael!.... “

Michael è qui, davanti a me, con una espressione indecifrabile sul viso:
l’allegria mi passa all’istante e cerco di riprendere un contegno accettabile, mentre gli dico

“Anche tu qui? Ma non eri….”

A quel punto vengo sommersa da un’ondata di nausea, che mi fa ammutolire; cerco di trarre respiri profondi per vincerla, mentre sento Mike stringermi un polso

“Andiamo a casa, Janet”

Cerco con caparbietà di divincolarmi

“No, non vengo a casa… mi stavo divertendo, e poi non sarebbe educato nei confronti di Johnny…”

Faccio fatica a parlare, in preda come sono alla nausea e al senso di ridicolo che mi sta sommergendo

“Johnny, capirà… non è vero Johnny?- Gli dice fissandolo con occhi gelidi - Sono certo che puoi capire perché prendo la mia donna, la madre di mio figlio e me la porto via?”

Una corrente elettrica passa tra i due, mentre tutta la sala è immobile a godersi lo spettacolo: tutti pregustano una bella zuffa tra il Re del Pop, e uno dei principi dello schermo. Pensate i titoli dei giornali!

Sto per vomitare sul serio: finalmente Johnny abbassa la testa e unisce le mani in segno di scusa

“Perdonami, Michael, non sapevo… scusami e a tutti e due”

E si allontana, seguito dagli sguardi del nostro involontario pubblico.

“Andiamo”

Mi trascina fuori, mi fa montare in macchina e partiamo. Sono stordita, non riesco a pensare con chiarezza; Michael se ne sta in silenzio, nascosto dietro i suoi occhiali a specchio. Appena fuori città, il mio stomaco non regge più

“Accosta, ti prego….”

Dico implorante all’autista; apro la portiera e vomito tutto quello champagne, mentre stelline bianche mi danzano dentro le palpebre e un sudore freddo mi fa tremare. Michael mi sostiene la fronte, poi mi fa riadagiare sul sedile asciugandomi la bocca con il suo fazzoletto.

“Andiamo, sbrigati, cerchiamo di arrivare a casa alla svelta”

dice all’autista. Devo essermi assopita, perché perdo la cognizione del tempo; mi riprendo davanti al cancello di Neverland. Mi sento un pò meglio, ora. Meglio fisicamente, ma completamente fuori di me per quello che è successo stasera.

Entriamo in casa ed andiamo diritti in camera nostra; vado subito in bagno e mi faccio una lunga doccia, che mi rimette un po’ in sesto. Esco dopo mezz’ora con indosso il mio accappatoio blu e una salvietta avvolta intorno ai capelli.

Michael è lì, seduto sul letto, che mi aspetta; nel frattempo si è liberato dei vestiti, indossando il pigiama.

“Come stai?”

“Meglio, grazie… avevo bevuto troppo per le mie abitudini”

Mi scruta a lungo

“Allora?”

“Allora cosa?

“Cosa vogliamo fare? Non possiamo continuare così, non ho nessuna intenzione di tornare a casa un’altra volta e trovarti ancora in queste condizioni, tra le braccia del primo imbecille che passa!”

“Prima di tutto… non era il primo imbecille che passava, ma Johnny Depp…”

il suo sguardo stizzito mi convince a passare oltre alla svelta


“E poi… quali condizioni? Ero semplicemente andata ad una festa a divertirmi un po’… cosa che tu, per inciso, fai con regolarità…Ah già, dimenticavo… per te si tratta solo di lavoro, pubbliche relazioni, è vero… Bene per me si tratta solo di divertimento… tu non ci sei mai ed io ho solo voglia di divertirmi un po’, me lo concedi?”

Si alza dal letto e mi viene davanti a due centimetri dalla faccia

“Quando ti ho vista abbracciata a lui, con quel vestito che non lasciava nulla all’immaginazione…mi sono sentito morire; avrei voluto spaccare la faccia a quel damerino dal sorrisetto idiota…”

I suoi occhi mi lanciano sguardi inceneritori; in quel momento mi viene da ridere…

“Bene, così hai toccato con mano come ci si sente Michael… io sono mesi che mi sento esattamente così”

“Ma io ti ho chiesto più volte di seguirmi con Sam… sei tu che non hai mai voluto”

“Se fosse stato per te quel bambino avrebbe passato si e no sei mesi dei suoi quattro anni di vita, a casa sua… ti pare una situazione adeguata per un bambino così piccolo?”

A quel punto, con un sospiro, si lascia ricadere sul letto

“Hai ragione, lo so, hai ragione tu… ma come posso fare? Si tratta del mio lavoro”

“C’è sempre un modo Mike, una via di mezzo, basta volerlo. In fondo si tratta di stabilire delle priorità”

Alza il volto a guardarmi

“La mia priorità siete voi… non devi dubitarne mai…”

Mi prende per le mani e mi fa sedere vicino a lui; mi guarda teneramente negli occhi

“Amore mio… io ti amo… ti amo più di ogni altra cosa al mondo: te e nostro figlio”

Mi prende il viso tra le mani e asciuga con i pollici le lacrime che intanto hanno preso a scendermi inesorabili; anche lui piange. Un bacio dolcissimo suggella questo momento così intenso e pieno di sentimento; un bacio salato dalle nostre lacrime.

Ma la passione repressa per così tanto tempo non tarda a farsi sentire; quel bacio diventa sempre più profondo ed esigente, da entrambe le parti. Mi sfila la salvietta dalla testa, liberando i miei capelli umidi ed accarezzandoli tra le dita; mi slaccia la cintura dell’accappatoio, per poi sfilarmelo dalle braccia. Mi fa distendere sul letto e inizia a baciarmi dappertutto, con baci talmente brucianti che sembrano scottare sulla mia pelle, partendo dalle gambe e salendo lentamente su, soffermandosi nei miei punti più sensibili, che lui conosce molto bene. Perdo completamente coscienza di qualsiasi cosa che non sia la sua bocca che lavora incessantemente su di me, baciando, leccando, succhiando ogni centimetro del mio corpo, mentre le sue mani nel frattempo non smettono mai di accarezzarmi. Ci mette tutta la sua esperienza in questo gioco dell’amore. Fidatevi di quello che vi dico: nessun ragazzo di vent’anni avrà mai la capacità di dedicarsi a voi ed al vostro piacere, di sapersi trattenere e di portarvi alle porte del paradiso, come sa invece fare un uomo più maturo.

Quando sento di non poter resistere oltre, mi sottraggo ai suoi baci e con decisione lo faccio distendere a sua volta, gli tolgo il pigiama e mi siedo sopra di lui, imprigionandogli le mani nelle mie.

“Ora però tocca a me…”

“Certo amore… fai di me quello che vuoi…”

mi sussurra con voce roca.

Quelle parole mi scatenano completamente; lo faccio scivolare dentro di me e comincio a muovermi con un movimento costante, mentre lui geme sempre più forte. Quando sento che lui è pronto, mi lascio andare anch’io ed arriviamo all’orgasmo nello stesso istante, mentre mi lascio ricadere tra le sue braccia.

“Ti amo, piccola… sei l’unica per me”

“Ti amo anch’io Mike, sempre di più”


CAPITOLO 11

Qualche altro mese è trascorso: Michael sta cercando di diminuire i suoi impegni e di restare più tempo con noi. Ma naturalmente non è facile, e del resto non mi aspettavo che lo fosse.

Da una settimana è in Giappone, dovrebbe tornare tra due giorni.

Sono in piscina con Sam: è un provetto nuotatore per la sua età. Adora l’acqua, proprio come suo padre, e se fosse per lui passerebbe l’intera giornata in piscina. Lo guardo tuffarsi e risalire, con la felicità dipinta sul visetto adorabile, si sta divertendo tantissimo.

Come assomiglia a Mike! Ritrovo in lui anche tanti lati del suo carattere: è allegro e spontaneo, proprio come lui. Ed è pieno di tanta gioia di vivere, quella che a Mike, putroppo, è stata in gran parte portata via dalla vita complicata che ha avuto.

Sono sdraiata sul lettino a prendere un po’ di sole, con il mio cappello di paglia preferito sulla testa. E’ un pomeriggio così tranquillo e sereno!

“Mamma, guarda che tuffo che faccio adesso!”

“Sam, non correre così, è pericoloso…il pavimento è bagnato”

Gli grido, mentre un brivido strano e inaspettato mi scorre lungo la schiena.

Ma lui non mi sente nemmeno, è troppo impegnato nel suo gioco: prende la rincorsa ridendo di gioia, arriva sul bordo della piscina e mentre prende lo slancio per tuffarsi, scivola con un piede, vola per aria e cade a terra con un tonfo sinistro, restando immobile.

Il cuore mi balza in gola e lì si ferma; mentre mi slancio verso di lui… il tempo si dilata, prende a scorrere al rallentatore, sempre più lentamente…. sembro incapace di percorrere quei pochi metri che mi separano dal mio bambino, una piccola figurina inerme.

Quando lo raggiungo e lo prendo finalmente tra le mie braccia, gli giro la testa… ed un fiore rosso di sangue si allarga sopra un brutto e profondo taglio che ha sulla fronte, riempiendomi subito le mani e macchiando il mio copricostume bianco.

“Qualcuno mi aiuti, vi prego….”

sussurro mentre sto per svenire.


*****




Sono seduta qui, di fianco a questo letto d’ospedale a guardare il petto del mio Sam sollevarsi ed abbassarsi al ritmo sempre costante del respiratore; la sua manina nelle mie è ferma, senza vita, i suoi riccioli neri giacciono sul cuscino bianco. I suoi magnifici occhi, così brillanti e vivaci, sono inesorabilmente chiusi.

Sono in questa posizione da ventiquattro ore; ho pianto tutte le lacrime che avevo ed ora i miei occhi sono asciutti e gonfi, sulla mia faccia resa irriconoscibile dall’angoscia pura che sto vivendo in queste ore.

Non ho sentito la porta aprirsi, e a malapena sento la sua mano appoggiarsi sulla mia spalla: mi giro. Michael è qui, è finalmente arrivato, ed ora guarda Sam con occhi dilatati dal dolore e dalla paura.

“Mio Dio… come sta? Cosa ti hanno detto i medici?”

Alzo le spalle, svuotata di ogni energia, incapace anche di parlare…

“Niente, non mi hanno detto niente… solo che è in coma e che bisogna semplicemente aspettare… potrebbe svegliarsi tra pochi attimi… oppure…”

non riesco a continuare; le lacrime che pensavo di avere esaurito tornano a scendere copiose, rompono di nuovo gli argini, come un fiume in piena.

“No! Non dirlo… non devi nemmeno dirlo, non Sam, non il mio bambino”

Vedo Michael crollare davanti a me, sopraffatto; si inginocchia prendendomi tra le braccia, con una mano chiusa sulla piccola mano di Sam, mentre dice disperato tra le lacrime

“Ci ho messo un’eternità ad arrivare… ero dall’altra parte del mondo e avrei voluto picchiare il pilota per costringerlo ad andare più veloce… non so nemmeno io come ho fatto… tutte quelle ore con il terrore che mi attanagliava il cuore. Giuro che se Dio me ne dà la possibilità, non vi lascerò mai più, mai più, per nessun motivo, finchè avrò vita”

e restiamo lì, aggrappati l’uno all’altra, squassati dai singhiozzi per un dolore che è semplicemente troppo enorme per poter essere contenuto dalle pareti fragili dei nostri cuori, che paiono volersi infrangere in mille schegge impazzite.


*************



I giorni che seguono, sono confusi nella mia mente: ricordo solo la sensazione di vuoto totale ed assoluto che mi avvolgeva.

Mi specchiavo nel viso di Mike, con quei suoi occhi vacui e la barba che si allungava inesorabilmente sul suo viso, e potevo vedere me stessa attraverso lui.

Dovevo letteralmente costringere il mio corpo a continuare a vivere. Abbiamo passato giorni e notti intere rinchiusi in quella camera d’ospedale, senza sapere che ora era, senza mangiare, senza dormire; semplicemente volevamo lasciare in sospeso la nostra vita, anche i nostri stessi pensieri, fino a quando Sam non fosse tornato a viverla insieme a noi.

Solo allora, saremmo potuti tornare ad una dimensione reale, non prima.

**************

“Papà, papà … prendimi se sei capace”

La voce di Sam risuona argentina nelle mie orecchie, mentre lo vedo scattare sulle sue gambette veloci e correre a nascondersi dietro i cespugli poco lontani. Sono impegnati in una delle loro solite battaglie con le pistole ad acqua; quella di Sam più che una pistola sembra un cannone, da tanto che è grossa. Sembra decisamente troppo grande per lui!

Si rincorrono ridendo felici: Mike finge di non farcela e si lascia sparare un getto d’acqua sulla schiena. Mentre li guardo mi sento sopraffare dalla tranquilla felicità di questo momento.

Sam è guarito completamente; Dio ha voluto esaudire le nostro preghiere e darci una seconda possibilità.

I miei due uomini tornano verso di me ansimanti e bagnati fradici, come sempre in queste occasioni; per fortuna, che con questo caldo, almeno non rischiano certo di prendersi il raffreddore!

Mentre mi raggiungono Sam mi dice con voce squillante dall’eccitazione:

“Mamma hai visto? Ho vinto ancora io… ormai sono troppo forte! Papà non può più farcela a battermi!”

“Già, è troppo veloce, non ce la posso proprio fare”

Gli fa eco Michael, con un sospiro plateale

“Bene, Sam… vorrà dire che dovrai insegnare la tua tattica anche alla tua sorellina, sarete una squadra quando fra poco arriverà…”

Rispondo con noncuranza, mentre, presa una salvietta, comincio ad asciugargli i riccioli ribelli.

Michael sembra pensarci un po’ su, poi si gira incredulo

“La sorellina?”

“Oh sì, la sorellina… stavolta niente sorprese. Si tratta proprio di una sorellina”

Smetto di asciugare Sam e alzo lo sguardo su di lui, che intanto sta cercando il mio di sguardo, con una muta domanda negli occhi: faccio cenno di sì con la testa e lui lancia un grido di esultanza e mi solleva facendomi girare come una trottola.

“Mike, mettimi giù, mi verrà la nausea!”

Rido.

Mi rimette giù, guardandomi con amore infinito, mentre Sam, che non ha compreso bene il motivo di tutta questa confusione, si arrampica in mezzo a noi, che nel frattempo ci stiamo dando teneri baci sorridendo felici, e chiede dubbioso

“Ma però… la sorellina sarà piccola… io, che sono grande, sarò sempre il capo vero?”

“Ma certo capitano, chi comanda sarai sempre tu!”

Rispondiamo in coro, dandogli un sonoro bacio per parte, su quelle guanciotte morbide.

Guardo il mio Michael e gli sussurro piano

“Ti sei pentito di avere deciso di ridimensionare così i tuoi ritmi lavorativi, facendo in modo di restare a lungo a casa insieme a noi? Forse in questo modo rischi di sacrificare un po’ la tua carriera… non so se sia stato giusto chiedertelo, non vorrei che poi tu un giorno te ne pentissi, Michael”

Lui mi guarda da sotto il suo immancabile cappello nero, con un sorriso meraviglioso stampato in faccia, e finalmente mi dice esattamente le parole che ho sempre desiderato sentire

“Pentirmi di cosa? No, amore mio, grazie al cielo e soprattutto a te, ho capito in tempo che quello che ora voglio dalla vita e di cui ho veramente bisogno è qui, tutto contenuto tra le mie braccia”

La vita può essere così dolce, penso mentre gli poso un bacio su quell’adorabile fossetta sul mento: così dolce.

FINE
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