Michael Jackson Who Is It
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Una vacanza da ricordare (completa)

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Messaggio Da marina56 Mar Ott 11, 2011 8:49 am

"Pam che ne dici di farci regalare un viaggio a Dubai dai nostri genitori, per il nostro ventesimo compleanno? In fondo non abbiamo festeggiato nè i 18 anni, nè il diploma!"
gridò la mia amica Sahra appena entrata in camera mia quel pomeriggio. Mi aveva detto per telefono, quel pomeriggio, di avere un'idea per le nostre vacanze estive, così la invitai a cena da me. Buttò sulla mia scrivania dei depliants e cambiò l'indirizzo della pagina web su cui il mio sguardo stava fisso da quella mattina: il sito di un famoso telegiornale americano
"Oh stA ferma, non toccare il mio computer!"
"E perchè? A già, ? vero...scusa non ricordavo. Ancora non si sa nulla?" feci cenno di no con la testa mentre mi mordicchiavo le unghie "...Dai Pam, abbi fiducia, vedrai che verrà assolto!" annuii con una smorfia, pregando in silenzio. Pregavo Dio che tutto andasse bene, pregavo perchè venisse assolto, chiedevo al Signore che fosse fatta giustizia.
A tavola continuavo a girare il cibo nel piatto, mentre vigeva un silenzio tombale
"Pamela smettila, sei ridicola!" gridò mia madre "Cresci, hai quasi vent'anni! Se sta andando avanti tutta questa tiritera, un fondo di verità deve pur esserci..."le fece eco mio padre. Mi alzai da tavola e corsi in camera mia per sedermi nuovamente davanti al computer, mentre Sahra spiegava ai miei i suoi piani per la nostra estate.
Ed ecco apparire una nuova notizia, riuscii a leggere solo due parole: Michael Jackson. Guardai l'orologio: segnava le 21.30...facendo due calcoli, più o meno le 12.30 in California e ricordai la data: 13 giugno 2005.Qualsiasi cosa fosse successa sarei rimasta una sua fan, per sempre. Gridai alla mia amica di precipitarsi da me e chiusi gli occhi.
"Leggi, io non ci riesco. Ma se è quello che non mi aspetto abbracciami solamente!" dai miei occhi chiusi scendevano lacrime a più non posso
"Allora...Michael Jackson, blaa,bla bla.....vediamo....Pam, l'hanno assolto!" gridò lei nelle mie orecchie
"Dimmi che non scherzi!! ti prego" singhiozzai io
"E guarda tu stessa! certo che sei peggio di San Tommaso!"
Lessi velocemente quelle righe: Michael Jackson era stato assolto da tutti e dieci i capi d'imputazione! Iniziai a gridare e poi a ridere e a piangere insieme: ce l'aveva fatta! Ora calzava nuovamente la sua corona e riprendeva in mano lo scettro: il Re del Pop era libero!
Saltavo da un lato all'altro della stanza poi corsi in cucina e gridai ai miei "Alla facciaccia vostra, è stato assolto!!!"
La mia gioia era immensa: da quel giorno in poi non avrei più dovuto passare le mie giornate davanti alla Tv o al computer per avere notizie sul processo, perchè quell'incubo aveva avuto fine e ora potevo rilassarmi e godermi la mia estate!
"Sahra, hai proprio ragione! Andiamocene a Dubai quest'estate!" esclamai euforica "Quanto si paga?"
"Nulla, solo il volo. La madre di Giulia vive là e quindi andremo a stare da lei. Pagheremo solamente le escursioni, se vorremo farle!"
Dopo aver bevuto un bel bicchiere di birra insieme e aver progettato la nostra vacanza, la mia amica se ne andò e io mi misi a dormire: dopo tanto tempo, potevo farlo senza essere perseguitata da continui incubi, che non mi facevano riposare. Ora non c'erano più mostri a spaventarmi, perchè erano stati tutti sconfitti, dopo tanti mesi di guerra....

2-

I nostri genitori ci lasciarono davanti l'aeroporto, il sole cocente di luglio ci acciecava, mentre loro si raccomandavano di chiamare spesso a casa, di non fare troppo le sceme e di rispettare la mamma di Giulia: raccomandazioni che si fanno a delle bambine ma che mi hanno sempre fatta sentire importante.
Consegnammo i bagagli e aspettammo la chiamata del volo, sedute sulle poltroncine. Stavo controllando di avere tutti gli oggetti di prima necessità nel bagaglio a mano e nella borsetta, quando Giulia gridò "Pam, leggi quest'sms di mia madre!"...il messaggio diceva ' Dì a Pamela che avrà una bella sorpresa appena atterrata: Michael Jackson si è trasferito a vivere qui per un pò...' Ersilia, la mamma di Giulia era una PR molto importante e da diversi anni lavorava per lo sceicco di Dubai...mi sentii mancare: iniziai a tremare e a farfugliare cose senza senso, poi piansi come un'imbecille e iniziai a sudare, le mie amiche mi supplicavano di stare calma e di tranquillizzarmi ma non ci riuscivo: il mio cuore batteva all'impazzata e nulla poteva fermarlo. Prima di salire sull'aereo, venni soccorsa da due volontari della Croce Rossa, che mi diedero delle bustine di zucchero e mi misurarono la pressione. Dopo essermi calmata, una hostess gentilissima ci accompagnò ai nostri posti, dicendo di chiamarla se mi fossi sentita nuovamente male.
"Pam questa me la lego al dito. Io e Giulia ci vergognavamo come ladre mentre tu pazzeggiavi!" bisbigliò la mia amica Sahra
"Ero io quella che pazzeggiava, mica voi!" risposi con la lingua tagliente come un rasoio
"Si, quella che gridava 'aiuto, Michael lì, insieme a me, non ci credo'....avrei voluto tirarti uno schiaffo e farti rimettere in funzione le rotelle nel cervello!" aggiunse Giulia con aria di rimprovero
"Quanto siete bacchettone!" sostenni nuovamente, vergognandomi anche un pò....
Il volo fu tranquillo anche se non feci altro che ripensare al messaggio di Ersilia.
Finalmente atterrammo e dopo aver ritirato i bagagli, scorgemmo la figura di una donna alta, dall'aspetto raggiante: Ersilia ci stava aspettando là già da un pò e appena ci vide ci stritolò in un forte abbraccio. La temperatura era altissima e ciò non fece che aumentare il mio nervosismo. Vedevo le mie amiche parlare con quella donna sorridente, senza però guardarle realmente...
"Ehy, ci sei?" Giulia mi riportò alla realtà
"Allora Pam, hai saputo della bella notizia?"
"Come no! ha cominciato a dare i numeri all'aeroporto e non ha smesso per tutta la durata del volo. L'avrebbero portata al Centro Igiene Mentale, se non fosse stato per noi..." disse Sahra col viso imbronciato
"Ma, Ersilia scusami...c'è la possibilità che io lo possa incontrare?" le chiesi a mani giunte
"Se c'è la possibilità, tesoro mio!?...io vivo in un appartamento dello sceicco: è sicuro che lo incontrerai uno di questi giorni..." alle sue parole vuoi per la tensione, vuoi per il caldo torrido o per un calo di zuccheri, svenni, fra le risate delle mie amiche.
Mi svegliai in macchina: l'autista di Ersilia mi aveva trasportato in braccio fino al parcheggio.
"Oh sei rinsavita?" ironizzò Giulia "Guarda che io due mesi con te non li faccio se continui di questo passo, eh!"
"No, no tutto a posto. Allora dove stiamo andando ora?"
"A casa mia...e non ti sognare di svenire di nuovo, sai! Ti rispedisco in Italia con un calcio nel sedere e addio Michael!" ridemmo tutte insieme, fortunatamente quella battuta mi fece davvero bene e mi comportai da persona sana di mente per tutto il resto del viaggio.

3-

Stavamo chiacchierando fra noi, quando Ersilia ci interruppe, dicendo "Siamo arrivate!". Davanti a noi, potevamo assistere allo splendore più assoluto: un palazzo completamente bianco con rifiniture in oro, enorme, si ergeva di fronte ai nostri occhi scettici, facendoci sentire piccole come formiche.
Subito dei maggiordomi ci consegnarono le chiavi del nostro appartamento e trasportarono i bagagli all'interno di esso, mentre noi passeggiavamo fra i maestosi giardini e contemplavamo le meravigliose fontane
"Cacchio raga, 'sto tipo qui ha i soldi che gli escono dalle orecchie!" esclamò Giulia entrando nel palazzo "Pensa te come se la spassa mia madre!"
"Ah Già, è uno sceicco, questo nel petrolio ci naviga....mica è un semplice benzinaio!" aggiunse Sahra con un tono da maestrina. Mi guardavo intorno mentre salivamo le scale che ci avrebbero portato nel nostro appartamento, ma niente: di Michael neppure l'ombra. Non potevamo non notare i bellissimi pavimenti in marmo e il lussoso mobilio messo in mostra nel palazzo. La nostra abitazione non era meno lussuosa: c'erano tre stanza diverse, con letti enormi e bellissimi mobili. Ognuna di noi aveva a disposizione un telefono e inoltre vi erano un frigo-bar ed un immenso bagno, con vasca idromassaggio.
"Altro che la casetta di marzapane di Hansel e Gretel..." mormorai non appena messo piede nella "suite"...
"Ringraziatemi" disse Giulia strofinandosi le unghie sulla camicietta. Le corremmo incontro e la abbracciamo ringraziandola per il gran favore che ci aveva fatto: la madre aveva dovuto fare i salti mortali per permetterci di rimanere lì per due mesi e aveva dovuto garantire la nostra più completa serietà e responsabilità.
Stavamo guardando dei depliant per decidere se andare a fare shopping o un corso di immersione quando squillò il telefono. Corsi a rispondere:
"Pam sono Ersilia. Dovete scendere tra una mezz'ora: servono la cena"
"Ma perchè, noi ceniamo in mezzo a tutta quella gente, cio? intendo.."
"E certo, scema. Siete ospiti dello sceicco e cenerete con noi" attaccai, con una piccola fiammella di speranza che andava a mano a mano accrescendo il suo volume. Comunicai quanto quella donna aveva detto alle mie amiche ed iniziammo a prepararci per la cena. Ci vestimmo in modo assai elegante: in fondo dovevamo stare a contatto con gente stra-ricca e non ci andava di fare brutta figura.
Una volta pronte scendemmo nella grande sala per i ricevimenti: vi riesedeva una grande tavola imbandita con cibi d'ogni tipo, pregavo mentalmente di poter incontrare Michael, quando Ersilia ci chiamò a sè e ci presentò allo sceicco: non conoscevamo una parola di Arabo, ma fortunatamente Ersilia fece da interprete....penso che facemmo una bella impressione allo sceicco che, sorridendo, chiese qualcosa alla madre della mia amica, che mi indic?....Lo sceicco iniziò a parlere con me: voleva sapere se davvero fossi una fan di Michael. Annuii e aggiunse che gli avrebbe parlato di me e che sicuramente un giorno di questi lo avrei incontrato...La serata non poteva cominciare meglio, pensai tra me e me.

4-

Il giorno successivo, io e le mie amiche ci recammo in spiaggia, dove avremmo fatto lezione di immersione: l'acqua era cristallina, tanto che credevo che quando sarei andata in Paradiso avrei visto lo stesso paesaggio....La giornata trascorse nuotando, prendendo la tintarella e scherzando.
Stavamo facendo ritorno a palazzo, quel pomeriggio, quando in una boutique notammo un bellissimo vestito rosso. Dovevamo comprare un vestito per la festa di quella sera e tutte e tre lo adoravamo, quindi lo provammo una dopo l'altra, a cominciare da Sahra che concluse di avere la carnagione troppo scura per quel colore (E' infatti una ragazza di origini somale), e credeva di apparire volgare quindi ,anche se a perer mio quell'abito le stava benissimo, finì per acquistare un vestito azzurro.
Giulia concluse invece che quel vestito non era fatto per lei, perchè scollato sul davanti.
Così calzai io per ultima quel magnifico abito: strano a dirsi ma mi stava veramente bene ed illuminava molto i miei occhi azzurri...quindi se tra le due litiganti la terza gode, finii per comprarlo, spendendo un capitale ma almeno, pensai,ne era valsa la pena.
Appena arrivate a palazzo ci preparammo: lasciai i capelli sciolti, li pettinai con cura e mi truccai colorando le labbra dello stesso colore del vestito.
Scendemmo per la cena e ci vennero consegnati dei bicchieri stracolmi di uno champagne dolcissimo. Venne fatta partire della musica e le mie amiche si buttarono subito in pista, mentre io rimasi in piedi, accanto al buffet (non sono proprio il tipo a cui piace ballare)...Uscii in giardino, sorseggiando lo champagne su di un ponticello sotto il quale scorreva una specie di fiumiciattolo artificiale, quando sentii qualcuno bussare alla mia spalla; mi girai col sorriso sulle labbra, sicura che fosse una delle mie amiche, quando invece mi trovai davanti proprio lui, Michael Jackson!!! Per poco non mi andò il drink per traverso e lui doveva essersene accorto, perchè iniziò a sorridere. Poi mi porse la mano, che io strinsi quasi sull'orlo del pianto:
"Lo sceicco...beh lui mi ha detto che c'è una ragazza bionda, con gli occhi azzurri che è una mia fan...e qui sei l'unica bionda con gli occhi azzurri, spero di non essermi sbagliato"
"No, no non ti sei sbagliato...Oddio dimmi che non ho bevuto troppo e che sei reale,dimmi che non sono ubriaca!"
"Non sei ubriaca!" disse sorridendo "Comunque, come ti chiami?"
"P...Pamela, ma ti prego, chiamami Pam"
"Allora Pam...perchè non sei dentro a ballare?"
"Non mi piace ballare, riesco a muovere qualche passo solo con i lenti: la vergogna è il mio tallone d'Achille"
"Capisco...e se ti chiedessi di ballare?"
"Fai mettere un lento" dissi ridendo assieme a lui. Stranamente non ero affatto nervosa e, anzi, mi sentivo perfettamente a mio agio: era come se conoscessi Michael da tempo, come se stessi parlando con il mio amico d'infanzia.
Parlammo per tutta la serata, passeggiando tra i giardini illuminati da mille luci, della passione che avevo per lui e per la sua musica...senza cadere minimamente sull'argomento riguardante il processo. Avrei sofferto io quindi, immaginai, per lui sarebbe stato milioni di volte più difficoltoso.
Il suo volto, nonostante dei rari sorrisi, appariva stanco e improvvisamente invecchiato: dai suoi occhi trapelava la stanchezza accumulata per tutte quelle settimane d'inferno e la rabbia per tutto ciò che gli era successo. Nei suoi occhi riuscivo a vedere la malignità delle persone che, per soldi, lo avevano accusato e che, per la stessa ragione, avrebbero anche venduto l'anima al diavolo.
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Messaggio Da marina56 Mar Ott 11, 2011 8:50 am

5

Appena entrate nella nostra stanza raccontai tutto alle mie amiche, che rimasero a bocca aperta....
"E allora?!" chiese Giulia con una smorfia "Poi che avete fatto?"
"Niente Giù...mi ha riaccompagnato dentro e sono salita in camera!"
"Intendevo...basta, stop, chiuso?! Non vi vedrete più e Amen!?"
"Ci siamo dati appuntamento per dopodomani, alle cinque,nella piscina coperta al piano di sotto"
"Perfetto, allora domani si fa shopping!!!!" gridò Sahra dal bagno, mentre si stava struccando
"No ragazze, ho speso tantissimo per comprare questo vestito e non voglio usare la carta di credito dei miei, mi pare poco rispettoso" le mie amiche mi guardarono con aria birichina e stupita allo stesso tempo "Scusa, se te l'hanno data c'è un motivo! E' perchè vogliono che tu la usi!" dissero quasi in coro....Continuarono ad insistere per il resto della serata, fino a quando non fui costretta a cedere ed il giorno successivo comprammo talmente tanti di quei vestiti che mi sentii in colpa per tutto il resto della vacanza.
Arrivato il momento dell'appuntamento con Michael, a differenza della volta precedente, ero tesissima: cosa gli avrei raccontato adesso che avevamo parlato di quanto amassi la sua musica?
Lo trovai seduto a bordo piscina che sorseggiava una limonata: indossava una camicia bianca e, contrariamente a tutte le mie aspettative, dei jeans e delle scarpe nere classiche
"Allora sei venuta!" esclamò non appena mi vide
"Certo, perchè non avrei dovuto!" le gambe mi tremavano tanto che non riuscivo a tenermi in piedi, così mi sedetti accanto a lui
"Ne vuoi anche tu?L'hanno fatta i miei figli" chiese indicando il bicchiere che aveva in mano. Accettai la sua offerta, nonostante odiassi la limonata ma avrei fatto di tutto per fargli piacere! Mi chiese moltissime cose su di me: da dove venissi, cosa facessi nella vita, perchè mi trovassi là, e io risposi a tutte assaporando quella limonata che era più buona di quanto pensassi.
"Ma scusa, vedo che hai il costume sotto i vestiti...perchè non ti butti in acqua?" In effetti con quel caldo torrido, la tentazione mi era venuta più volte. Lo guardai terrorizzata "Che c'è? Non ti mangio mica sai? Sono vegetariano!"
"No...?èche, si insomma mi vergogno. Mi mette in imbarazzo buttarmi in piscina, per di più in costume, mentre il mio cantante preferito mi sta a guardare!"
"Beh allora, se proprio non ti vuoi buttare in costume...puoi farlo vestita!" e così dicendo mi spinse in acqua: non mi aspettavo questo gesto da lui, in fondo c'era pochissima confidenza e ci eravamo conosciuti da pochissimo tempo! Appena risalita a galla iniziai a ridere e a schizzarlo e lui fece altrettanto. Alla fine si arrese e si buttò anche lui in acqua...con tutti i vestiti. Con lui non dovevo nascondere la mia infantilità, che spesso mi veniva rimproverata e anzi, adoravo il fatto che anche lui fosse bambino come me, nel profondo del suo cuore.
Uscimmo dalla piscina bagnati come pulcini, strizzandoci i vestiti...
"Wow! era da tanto che non mi divertivo cos?!" dissi ridendo
"Anch'io" bisbigliò lui abbassando lo sguardo. Capii immediatamente che la ragione del suo malessere era legata alle disavventure giudiziarie e istintivamente lo abbracciai. Un brivido mi percorse la spina dorsale, sentendo il nostri corpi fradici stringersi in quell'abbraccio che sembrò durare secoli.
"Grazie,io..." mi misi un dito davanti le labbra, facendogli segno di rimanere in silenzio: dal suo sguardo capii molte più cose di quanto potevano spiegarmene le parole."non preoccuparti, io ti credo" gli dissi con le lacrime agli occhi.
"Papà, papà, guarda che bello!" ci staccammo immediatamente, udita la voce di una bambina, Paris. La figlia del mio idolo entrò saltellante con un disegno in mano "cavolo, siete tutti bagnati! siete caduti in piscina!" poi si presentò da sola, senza che io proferissi parola "Ciao, io mi chiamo Paris...sei un'amica di papà?"
Balbettai qualcosa, poi Michael prese la parola
"Si tesoro è una mia amica, ma ora torna in camera...adesso salgo, mi cambio e poi usciamo!" la bimba annuì lasciando la stanza
"Senti, ti va di venire con noi?" non sapevo cosa rispondere. Continuavo a fissarlo mentre strizzava la camicia bagnata che metteva in risalto il suo notevole dimagrimento.
"Non so che dire!" dichiarai sincera....
"Oh per favore, andiamo...Mi metti gioia, sembri una bambina, mi piace il tuo modo di essere...?è molto simile al mio!" mi guardò quasi implorante e fu così che accettai il suo invito

6

"Cavolo, Pam! ma che ti è successo, sei caduta in piscina dall'emozione?" chiese Sahra ridendo non appena mi vide
"No ci siamo buttati con tutti i vestiti e devo sbrigare a cambiarmi perchè mi ha invitata a far shopping con lui e i suoi figli..."
"Ma chi?"
"Michael, cretina!"
"O Dio mio, Pam, sei seria!?" annuii infilandomi una maglietta asciutta, mentre Giulia mi phonava i capelli incredula
"Cioè fammi capire...uscite insieme!" annui alla mia amica che, un pò invidiosa, corse a prendere un'acqua tonica al frigo-bar. Inutile dire che mi fecero miliardi e miliardi di domande, fino a quando non uscii dalla stanza.
Scesi giù, uscendo in giardino. Mi guardai intorno ma non lo vidi...poi sentii qualcuno chiamarmi alle spalle. Girandomi, notai la sagoma di uno chador (il velo delle donne musulmane)mi avvicinai e...
"Pam, sono io, Michael..non ci far caso, non voglio che mi riconoscano, così mi cammuffo un pò!" questa storia non mi era nuova. Sapevo che si mascherava per non essere riconosciuto, ma sapevo anche che poi questo suo scopo non veniva mai raggiunto e che spesso finiva in balia dei giornalisti, che ne facevano notizie assurde....Lo seguii fino al parcheggio e salii in auto con lui
"Non hai caldo?" gli chiesi
"Si, ma se non lo facessi verrei attaccato da chiunque" annuii sventolandomi il viso con la borsetta "Allora dove andiamo?"
"A un centro commerciale"
Passai un bel pomeriggio, anche se comunque sempre in continua tensione: dovevo star attenta a non chiamarlo per nome o a parlare di qualcosa che lo riguardasse perchè la città era piena di turisti da ogni pate del mondo.
Tornammo a palazzo in tempo per la cena, ma mi disse che non sarebbe sceso e che avrebbe fatto portare in camera le pietanze, perchè i bambini erano stanchi. Annuii facendo per salutarlo...
"Perchè mi saluti? Tu cenerai con noi!" così facendo mi invitò nel suo appartamento, ancor più sfarzoso del mio, chiamò lui stesso le mie amiche per avvisarle e poi ordinò da mangiare.
I bambini si addormentarono non appena finito di cenare, mentre noi uscimmo in giardino a chiacchierare per un bel pò...
"Senti è da quando ti ho conosciuta che voglio chiedertelo...Perchè proprio io? Si, insomma perchè sono io il tuo cantante preferito, cosa ho di speciale?"
"Oh Michael, è una cosa inspiegabile a parole: è un sentimento fortissimo che mi spinge a far cose apparentemente insensate ma che per me hanno un valore enorme. Quando ti ascolto cantare il mio cuore accelera il suo battito e lo stesso accade quando ti vedo in TV, quando balli si apre un varco nel mio cuore che mi porta a piangere dall'emozione...col tempo sei diventato parte integrante della mia vita senza saper bene perchè. Essere fan per me vuol dire svegliarsi la mattina e accendere il computer sperando che ci sia qualche news su di te, è difenderti agli occhi della gente che crede tu sia un..." frenai di botto la mia lingua: non potevo dire una parola come quella davanti a lui, ma fu lui a concludere la frase...
"Un...pedofilo. Non preoccuparti, so che c'è gente che lo pensa, ma non posso farci nulla. L'unica cosa che mi dispiace è di passare per ciò che non sono"
"Sai, mi fa strano sentirtene parlare. Non credevo potessi farlo...si insomma con me. Ci conosciamo così poco!"
"Ti sbagli invece. Ho imparato più cose da te questi pochi giorni che su i libri. Il tuo modo di ragionare mi piace e attraverso i tuoi discorsi sono riuscito a capire come sei. Strano ma vero, noi due ci somigliamo molto, ed è per questo che continuo a passare la maggior parte del mio tempo con te. Sei l'unica a potermi capire veramente. Dopo il processo sono molto instabile per quanto riguarda gli affetti"
"Beh è normale..."
"Lo sapevo di dover stare attento, avrei dovuto imparare qualcosa dopo ciò che successe nel 1993, ma non l'ho fatto!...Il punto è che vedere quella povera creatura completamente debilitata dalla malattia, mi ha fatto star male ed ho sentito fortissimo l'impulso di aiutarlo. Ma non l'ho toccato, non farei mai qualcosa di simile!"
"Michael con me non c'è bisogno che ti giustifichi. Ti ho sempre creduto e difeso apertamente. Sono andata in giro con magliette riportanti slogan e foto tue o roba del genere per gridare al mondo il mio pensiero...Tu hai fatto quello che sentivi, anche sbagliando...Forse dovresti stare solo più attento a chi consegni il tuo amore, perchè poi tu non venga deluso e messo nei pasticci..."
"Insomma...Be careful of who you love?" Annuii sorridendo.Dopo di che non ricordo bene come successe, ma ricordo solamente un bacio al chiaro di luna. Un bacio che mai dimenticherò perchè era quel bacio che avevo sempre sognato!

7-

Entrai nel mio appartamento al buio, in punta di piedi, sperando che nessuna delle mie amiche mi sentisse. Invece mi sbagliavo, perchè appena chiusa la porta si accese la luce
"Allora? Dove siete stati e che avete fatto?" gridarono dai rispettivi letti.
"Ma niente...siamo andati in un centro commerciale poi..."
"Pam, lo sai che non ci credevo che era lui al telefono? Ho risposto io!" disse Sahra tutta pimpante
"E stai zitta, che voglio sapere cosa è successo..." le disse Giulia tirandole un cuscino in faccia "Dai racconta!"
"Siamo andati in un centro commerciale, poi abbiamo cenato e siamo usciti a parlare e basta!" mentii
"Si, vabbè, basta! Non ci credo proprio... io e Sahra ti abbiamo spiato dalla finestra e non avete solo parlato!!" disse tirado anche a me un cuscino. Non ci potevo credere...Mi avevano spiato per tutto il tempo! Iniziammo a fare la lotta coi cuscini e nonostante fossi leggermente arrabbiata, mi calmai in fretta anche perchè sapevo che prima o poi mi sarei confidata con loro e poi perchè è impossibile arrabbiarsi con quelle due. Passato quel momento di richiamo all'infanzia, ci infilammo tutte nel mio letto, come facevamo da adolescenti, durante i nostri frequenti pigiama-party...
Giulia dormiva da un bel pezzo, quando Sahra mi chiese se dormissi, e alla mia negazione accese l'abat-jour sul comodino e mi guardò così seria da spaventarmi
"Allora...che farai ora?"
"Non lo so...eppure non abbiamo bevuto alcolici..." sussurrai come se stessi parando a me stessa
"Cretina, dico sul serio. Lo ami?"
"Sahra, lo sai che gli ho sempre voluto bene, ma non credevo che gliene volessi fino a questo punto!" inarcò le sopracciglia nello sguardo che era solita fare quando era concentrata: uno sguardo che faceva sempre anche a scuola, passando l'indice sotto il labbro inferiore. Poi tornò a guardarmi.
"Che dirai a Marco?"...Solo ora mi ricordai del mio fidanzato anche se a dire la verità, appena saputo della mia decisione di partire, avevamo litigato di brutto, prendendoci anche a parolacce e non si era più fatto sentire n?, tantomeno, lo avevo fatto io.
"Penso che Marco mi abbia dimenticata ormai...abbiamo litigato prima che partissi e non ci siamo più parlati"
"Non lo sapevo"
"Non te l'ho detto. Mi faceva troppo male parlarne, ma adesso non provo più quel bruciore nello stomaco quando ci penso...è come se non provassi più nulla per lui"
"Bel problema. Ma ora tu e Michael, come siete messi?" ricambiai il suo sguardo interrogativo perchè non sapevo neanche io quale fosse il nostro legame ora. Non eravamo più amici ma non eravamo neanche fidanzati. Avrei preferito morire in quel momento...decisi di dormirci su e di chiarire con Michael il giorno successivo, anche se per tutta la notte non feci che fissare le mie amiche che dormivano tranquille.
Uscii dalla mia camera alle prime luci dell'alba e mi diressi in giardino. Mi volevo sedere sulla panchina davanti alla quale io e Michael ci eravamo scambiati quel bacio la sera appena trascorsa, per pensare al guaio in cui mi ero messa ma con mia grande sorpresa capii che lui mi aveva preceduto: lo trovai seduto su quella panchina con i suoi pantaloni neri e una camicietta rossa...
"Ciao Pam, che ci fai qui?"
"Ero venuta per...chiarirmi le idee" dissi mettendo una mano sulla mia testa dolorante. Mi fece cenno di sedermi accanto a lui e prese la parola
"Senti...ora che facciamo?"
"Mi hai tolto le parole di bocca. Stavo per chiederti la stessa cosa" ci guardammo in silenzio e improvvisamente, si chinò su di me per baciarmi di nuovo.
"Okay...hai provato qualcosa? Tipo le farfalle nello stomaco?" chiese lui, stupendomi. "No" fu la mia stupida risposta
"Neanch'io" sentenziò...
"Allora consideriamola solo una distrazione...Ci siamo fatti prendere dall'euforia del momento, tutto qui!"
Annuì, scostandosi i capelli da davanti gli occhi. Allora capii che avevo mentito, che effettivamente io qualcosa per lui la provavo anche se non era amore. Ma allora cosa mi stava succedendo?

8-

Passarono alcune settimane e Michael mi chiese se volessi accompagnarlo nel suo prossimo viaggio in Gaippone. Subito ne rimasi entusiasta ed accettai senza esitazioni, così il lunedì successivo, salutai le mie amiche all'aeroporto e mi inoltrai con lui in quella che per me era una nuova e sensazionale avventura....Michael doveva ricevere un premio agli MTV Video Music Awards Japan, ed era la sua prima uscita pubblica dopo il processo.
L'Hotel nel quale soggiornammo era stupendo, tutti erano ai nostri ordini e mi sentivo trattata come la Regina d'Inghilterra. Inoltre conobbi moltissimi cantanti famosi ai quali Michael mi present? come sua nuova segretaria. Tutto ruotava intorno a me come fossi una delle protagoniste di Charlie's Angels, ero in incognito e nessuno conosceva la mia vera identità....
Quella sera Michael era agitatissimo e io più di lui. Naturalmente seguii la diretta dalla MTV Japan nella nostra camera d'albergo - di certo non mi sarei mai presentata accanto a Michael- anche se riuscii a capire pochissimo e solo quello che veniva detto in inglese. Michael ricevette il suo premio e si commosse moltissimo sul palco anche se si era ripromesso di non farlo, ma in Giappone ha talmente tanti di quei fan urlanti che le lacrime, alla fine, hanno avuto la meglio
Tornò in camera tutto felice con un sorriso che gli faceva il giro della testa
"Hai visto? tutto è andato bene!" lo rassicurai appena ritornato
"Si...adoro i fan Giapponesi, sono sempre così affettuosi e gentili con me, non si lasciano sopraffare da quello che si dice in giro...." pensai che aveva ragione e che, forse, era davvero il suo pubblico più fedele "Senti domani mi accompagni in un posto?"
"Dipende...dove andiamo?" chiesi incuriosita
"In un orfanotrofio...voglio vedere come stanno tutti quei bambini e portargli un saluto"lo stomaco mi si attorcigliò e qualcosa mi rendeva il respiro affannoso ma quello che disse mi fece venire le lacrime agli occhi e lo abbracciai stretto...non riuscivo a capire come potesse essere ancora così gentile: sapeva anche lui che la stampa il giorno dopo avrebbe malignato su questa sua visita, ma non gliene importava nulla e credeva invece di fare felici moltissimi bambini che non potevano esserlo.

Il giorno seguente ci alzammo presto e subito ci mettemmo in marcia...mi sembrava incredibile che lo stessi seguendo in giro per il Giappone!!
Appena entrati una folla di bambini sorridenti ci accolse, alcuni chiesero l'autografo a Michael e altri lo chiesero a me, credendo fossi anch'io una cantante o una persona famosa, ma mi limitai a concedere loro un bacio sulla guancia....La direttrice di quel posto ci accompagnò fino all'aula magna dove i bambini presero posto seduti sul pavimento. Io mi sedetti accanto a loro assieme ai figli di Michael, mentre lui aveva il suo posto riservato sul palco... I bambini gli fecero moltissime domande e alcuni di loro ballarono sulle sue canzoni: era incredibile vedere come questi bambini che dalla vita non avevano avuto nulla fossero così allegri e gioiosi e nel silenzio della mia mentre, guardando i loro sorrisi, rammentavo il mio piccolo grande segreto...Segreto che mi tormentava da tre anni e per il quale certe notti non riuscivo a dormire e che avrei nascosto al costo della vita, tanto che neanche i miei genitori ne erano a conoscenza e l'unica a saperlo era la mia amica Sahra.



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Messaggio Da marina56 Mar Ott 11, 2011 8:51 am

9-

Tornai a Dubai veramente frastornata e questa mia confusione era forse aggravata dal cambiamento climatico. Appena scesa dall'aereo iniziai a sudare e mi fu di grande sollievo il fresco dell'aria condizionata della limousine. Appena entrata in camera le mie amiche vollero sapere ogni singolo particolare del viaggio e di cosa avessi fatto con Michael, ma non riuscii ad emoziornarmi raccontando la loro esperienza perchè dalla visita all'orfanotrofio ero continuamente triste e suscettibile e Sahra se ne accorse subito...di fatti una volta uscita Giulia dalla camera...
"Come mai quest'umore nero? Tu e MJ avete discusso?" negai scuotendo la testa....il nostro rapporto procedeva tranquillo e non ero mai stata così bene con una persona, era qualcos'altro a rattristarmi: il mio "piccolo segreto" come ero solita chiamarlo.
"Allora dimmi cos'hai, non ti so vedere così, sto male anch'io!"
"Sahra...è che siamo andati in un orfanotrofio e da quel giorno in poi, non sono più stata tranquilla e qualsiasi cosa mi innervosisce..."
"Ne hai parlato con lui?"
"No sei matta! chissà cosa direbbe se venisse a saperlo!E tu mi raccomando non farne parola con Giulia, io vado a riposarmi" mi distesi sul letto guardando il soffitto...non riuscivo a dormire, nonostante mi sforzassi, così pregai la mia amica di raggiungere Giulia in piscina così che potessi restare da sola...misi le cuffiette dell'MP3 alle orecchie e chiusi gli occhi, ma qualcosa dopo pochi minuti mi svegliò: era Michael che mi chiedeva come mai non mi sentissi bene
"No Mike, nulla non proccuparti...Come mai sei qui? I bambini dove sono?"
"In giardino con la bambinaia...ero venuto solo a vedere come stavi: sono un pò di giorni che ti vedo assente, sei sicura di star bene?" Lo rassicurai, si stese accanto a me e cominciammo a chiacchierare, perchè in qualche modo dovevo provare a distrarmi o sarei morta dal rimorso...
"Blanket è del 2002, vero?" chiesi ad un certo punto
"Sì...Ah, ho trovato una cosa che non sai su di me!" rise lui...
"No,no lo sapevo...era una sorta di domanda retorica" lo guardai "Tu non conosci sua madre, non è così?"
"No in realtà non la conosco...l'ho scelta su un catalogo dove sono riportate le caratteristiche delle mamme surrogato, così si chiamano"
Gli dissi che sapevo come si chiamassero e cosa facessero e, morendo dalla voglia di sapere cosa pensasse lui di queste donne, non frenai il mio desiderio e la mia lingua glielo domandò prima che potessi pensarlo...
"Io penso che senza queste donne la mia vita sarebbe incompleta. E' grazie a loro che ho costruito una famiglia ed è anche grazie a loro che molte persone che non possono avere un figlio, ci riescono...Ma penso anche che siano delle donne molto coraggiose perchè se fossi una donna, non sono sicuro che riuscirei a fare una cosa simile"
"E se ti dicessi...No, niente lasciamo stare"
"Cosa? Dai dimmelo, adoro i segreti!" chiese lui sorridendo
"Ok...tanto vale che tu lo sappia. Nel 2001 il negozio dei miei genitori ebbe un arresto improvviso e non riuscivamo a tener testa alle spese che erano sempre maggiori delle entrate...così leggendo per caso su internet come si poteva diventare una mamma surrogato, decisi di aiutarli e volai negli States. Restai per quasi un anno a casa di un parente e affittai il mio utero, anche se non so a chi. Partorii lo stesso giorno in cui è nato Blanket, lo sai?"
Deglut? visivamente e capii che c'era qualcosa che non andava...
"Che vuoi dire con questo?" chiese sbarrando gli occhi
"Nulla...volevo solamente confidarti un segreto che mi porto dietro da anni e che mi opprime ogni giorno di più...i miei genitori non sanno nulla, l'unica a saperlo è Sahra, ma a te posso dirlo visto che, beh, non sei uno che ha pregiudizi". Tirò un sospiro di sollievo e poi ggiunse...
"Pensa se fossi tu la mamma di Blanket!"
Il mio cuore smise per un secondo di battere, mi si seccarono le labbra ed iniziai a tossire e a sudare freddo. No non poteva essere, c'era una probabilità su un milione!. MIchael mi portò un bicchiere d'acqua gelata che bevvi tutto d'un sorso ed il che mi provocò un forte senso di nausea. Probabilmente Michael si rese conto di aver colpito un punto sensibile della mia vita e si scusò. Pensai che fosse andata meglio di quanto pensassi: in fondo Michael non mi aveva criticata per la scelta che avevo fatto e, anzi, mi disse di stimarmi ancor di più, perchè per amore dei miei, avevo sacrificato una cosa molto importante di me, mettendo da un certo punto di vista anche a repentaglio la mia salute. Poi uscì dalla stanza che, appena la porta si chiuse, mi sembrò improvvisamente vuota e fredda. Non avevo nessuno adesso accanto a me e ciò mi portò a riflettere su quello che consideravo un grande sbaglio....
Mancava poco ai miei 18 anni, quando il negozio dei miei ebbe un arresto improvviso, un collasso inspiegabile ed i miei furono costretti a chiedere prestiti, a indebitarsi fino al collo. Era una situazione pessima per la mia famiglia, così decisi di dare una mano ai miei in un modo o nell'altro...Ma non sapevo che ciò mi avrebbe fatto stare così male. In un attimo come in un flashback tutto ritornò nella mia mente: la gravidanza trascorsa dalla zia Rosy che viveva in California, le bugie raccontate ai miei che credevano fossi partita con un gruppo-studio per migliorare l'inglese e le doglie che furono più dolorose di quanto prevedessi: non sentivo dolore nel mio corpo ma nel mio cuore. Il giorno del parto mi pentii di quella decisione che mi sembrò improvvisamente assurda. Capii che nonostante avessi tentato in tutti i modi di non affezionarmi alla creatura che avevo portato in grembo, non c'ero affatto riuscita e da quel giorno, tutti i 25 febbraio di ogni anno, confezionavo un piccolo regalo per quel figlio che i miei regali non li avrebbe mai scartati. A meno che...

10

"Devo parlarti. Sono giù nella piscina al coperto, Michael"
Trovai questo biglietto sul mio comodino la mattina successiva la mia confessione.
Mi vestii di corsa e non mi truccai neppure, ma scesi velocemente giù da Michael.
"Ciao...Hai letto il biglietto allora!"
"Sì. Cosa devi dirmi?" chiesi con un filo di voce sedendomi accanto a lui su di un dondolo che era in quella sala deserta: non c'era nessuno a parte noi.
"Beh. Quello che mi hai detto ieri mi ha fatto pensare. Avevo capito che avevi qualcosa da nascondere dal modo in cui parlavi con Blanket. Mi ero reso conto da solo che era quello a cui facevi più domande e a cui prestavi più attenzione"
Iniziai a mordere nervosamente il labbro inferiore mentre lo stomaco iniziava a bruciare "Quello che volevo dirti e che, se vuoi, ti do il permesso di fare il test del DNA per vedere se lui è tuo figlio. La tua età e la tua descrizione corrispondono a quelle della donna che scelsi per diventare la madre di mio figlio. So che non sei bionda naturale!" Sorrisi nervosamente pensando a quella sua intuizione sul mio colore di capelli che in realtà erano castano chiaro.
"Ma devo chiederti un'altra cosa" aggiunse divenendo improvvisamente serio mentre i suoi occhi divenivano lucidi "Se scoprissi di essere sua madre...Non portarmelo via!" Iniziò a piangere e mi sentii in dovere di rassicurarlo, così mentre delle lacrime iniziarono a rigarmi le guance dissi:
"Ti ringrazio per l'opportunità che mi stai dando. C'è una probabilità su 100 che Blanky sia mio figlio ma...Grazie lo stesso e comunque, anche se fosse mio figlio non te lo porterei mai via perchè la sua vita ?ècon te! A me basta sapere che sta bene, che è amato e che è felice. Nient'altro."
Alzò il viso e guardandomi negli occhi mi diede un altro bacio, stavolta diverso dal precedente. Mi baciò come se non avesse mai baciato un'altra donna, quasi a volermi dire che mi voleva sua.
Mi staccai da lui che dovette capire dal mio sguardo la mia perdita di orientamento dettata dalla situazione.
"Scusa, non so cosa mi sia preso. Mi dispiace ma... sei diventata importante per me e non riuscivo ad esprimermi così l'ho fatto nel modo sbagliato"
"Anche per me sei importante ma...Ora che si fa? Sì insomma io ho la mia vita e tu la tua: non potrà mai funzionare!"
"Ti sbagli. Quando due persone scoprono di amarsi hanno comunque necessariamente due vite diverse. E' per questo che devono saperle conciliare!"
Annuii distrattamente "Allora vuoi davvero che io faccia quel test?"
Fece cenno di sì con la testa, non lasciando spazio a dubbi. Il giorno successivo ci recammo ad uno studio d'analisi: Fecero leccare due bastoncini diversi sia a me che a Blanket e ci chiesero di aspettare un'oretta per sapere i risultati.

11


Michael continuava a camminare nervosamente su e giù per il corridoio del piccolo studio pitturato di blu- che in teoria servirebbe a rilassare i pazienti ma che in realtà non fece che rendermi ancor più nervosa- mentre io continuavo a mordere insistentemente le unghie e a rispondere agli sms di Sahra. L'unico che giocava tranquillo con un dinosauro di plastica era Blanket, troppo piccolo per capire cosa stava succedendo.
Finalmente il dottore uscì dalla sala degli esami e consegnò a me una grande busta color giallo ocra. Un colore che avevo sempre odiato. Le mani mi tremavo tantissimo, tanto che non riuscivo a tenere la busta senza fare un rumore pazzesco.
"No. Aprila tu, io non ce la faccio!". Michael mi strappò quell'oggetto dalle mani senza esitazione alcuna e la aprì all'istante.
Sfogliò nervosamente i fogli bianchi pieni di scritte nere che erano stati appena spillati dalla segretaria dello studio. Poi giunse all'ultima pagina, la pagina della verità, e si sedette accanto a me. Chiusi gli occhi per un attimo che sembrò lungo un secolo e lo sentii prendere un forte respiro per poi espirare più silenziosamente
"Che dice?" chiesi con voce tremante
Inspirò nuovamente e poi rispose "Non capisco niente. E' tutto pieno di diagrammi e schemi che non so cosa vogliano dire. Dove può leggere un ignorante per capire che c'è scritto?" Mi passò quei fogli e chiamai il medico che ci raggiunse sorridente
"Può interpretarlo per piacere?" chiesi anche un pò sgarbatamente
"Certo" rispose con chiaro accento arabo "allora. Dai nostri esami risulta che la signorina Pamela D......"
"NO! Non lo dica...lo scriva sul retro del foglio. Lo leggeremo a casa!" intervenni bruscamente. Il medico fece ciò che gli avevo detto e tornammo a palazzo. Portai la busta con me senza dirlo alle mie amiche ma non guardai cosa c'era scritto. La misi nel cassetto e alzai la cornetta del telefono.

Erano già le undici di notte quando entrai nell'appartamento di Michael e, sperando che non mi sentisse, poggiai la busta gialla sul suo comodino ma mentre stavo per allontanarmi lo sentii afferrare il mio polso e stringerlo forte. Avrei potuto liberarmi da quella stretta, visto che la forza fisica non mi era mai mancata ma non ci riuscii perchè le circostanze, il peso sulla coscienza e i rimorsi mi rendevano troppo debole per farlo.
"Che vuoi fare?" Disse accendendo la luce "Vuoi lasciare la busta qui e scappartene di nuovo? Ho sentito la telefonata che hai fatto oggi pomeriggio. Richiedevi un biglietto aereo per stasera...volevo chiamarti ma ho sentito che eri occupata in un'altra conversazione e così ho ascoltato"
"Lasciami! Non puoi dirmi quello che è giusto o sbagliato per me, per la mia vita!"
"E invece posso se le tue decisioni riguardano anche me e la mia di vita! Lo capisci?!"
"Michael, ti prego..."
"No. Basta. Non pregarmi. Ora apriremo quella busta insieme e leggeremo cosa c'è scritto" e sempre tenendo stretto il mio polso dolorante aprì la busta, tirando fuori il foglio scritto dal dottore quel pomeriggio.
Dopo aver letto lanciò i fogli sul pavimento, dicendo "Volevi scappare e... lasciarmi solo, con NOSTRO figlio?"
"Cosa stai dicendo?"
"Quello che hai capito. Blanket è tuo figlio!". In un attimo il dolore al polso provocato dalla stretta di Michael non mi faceva più alcun effetto, perchè un vuoto si fece spazio nel mio cuore e mi fece sentire un dolore mille volte più lancinante...
"Volevi davvero farlo?" Chiese guardandomi attentamente. Non risposi alla sua domanda perchè fu lui ad impedirmi di farlo, baciandomi ancora...Il resto potete immaginarlo.
E' vero abbiamo passato dei brutti momenti ma i bambini non hanno mai rappresentato un problema per noi e io che per tanto tempo lo avevo desiderato, potei vedere mio figlio scartare i regali che avevo comprato per lui durante quei tre anni, quando potevo solo immaginare come potesse essere e come vivesse. Ora so che ci siamo ritrovati e non lo lascerò mai...
Ah sì, c'è un'altra cosa: non lo avrei mai fatto, non li avrei mai abbandonati quella sera. Di fatti avevo già disdetto la prenotazione per il volo fatta quello stesso pomeriggio...Non avrei mai potuto e non potrei mai abbandonare quello che ora è la mia linfa vitale: la mia vita con Michael e i piccoli!

FINE
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