Seth Riggs ,vocal coach di Michael per 32 anni,lo racconta
Michael Jackson Who Is It :: Michael Life: tra palco e realtà / Michael's life:between stage and reality :: Incontri con Michael/Meet whit Michael
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Seth Riggs ,vocal coach di Michael per 32 anni,lo racconta
szwaby82 Inviato: 12 Ago 2010 08:34 am
Seth Riggs ,vocal coach di Michael per 32 anni,lo racconta
SR: Come tutti sanno, Michael era un performer davvero fenomenale. Se si ha una voce grande come quella di Michael e si è in grado di raggiungere 3 ottave e mezzo…con tutto quel ballare, 21, 22 canzoni interamente ballate e forse un paio di ballads… Lo allenavo in tour tre volte al giorno, dalle 12 alle 13, dalle 16 alle 16 e 30 e dalle 20:15 alle 20:30 prima che andasse in scena. Quindi se esagerava, lo facevo rientrare, gli dicevo dove sbagliava, poi lui ritornava, ristabiliva la connessione e…bingo! Si ripartiva.
I: Quando hai iniziato ad allenarlo?
SR: 32 anni fa.
I: Com’è stato il vostro primo incontro?
SR: Mi recai a casa sua all’ingresso principale ma i falegnami mi dissero: “No, stiamo mettendo delle scale nuove. Devi entrare dal tetto.” Ed io: “Cosa?!” “Devi salire sul tetto, c’è una scala”. Ci arrampicammo su questa scala, attraversammo parte del tetto ed un paio di gradini più in su, vi era una porta. Bussai ed una voce disse: (imitando la voce di MJ) “Ciao!” Ed io: “Sei tu, Michael?” “Sì. Entra.” Entrai ed eccolo lì che teneva uno scimpanzé per i piedi, mentre con una salviettina gli puliva il sedere e gli metteva su un pannolino. Questo è stato il mio primo incontro con Michael.
Gli insegnavo sempre nella sua camera da letto perché era molto a suo agio lì. Aveva tutti i suoi giocattoli e cose del genere intorno, aveva una camera da letto a due piani con dentro vari manichini: una bimba col tutù, un bimbo in smoking che pendevano dal balcone guardando in basso verso di lui. Pinocchio era appeso alle scale del balcone e non appena lo toccavi rimbalzava su e giù… Ero lì che allenavo Michael al pianoforte e lo scimpanzé colpiva Michael sulla spalla e poi spingeva Pinocchio che andava su e giù e poi toccava la mia spalla e Michael pensava che fosse così divertente… Così tutte le nostre lezioni erano caratterizzate da animali che entravano ed uscivano dalla stanza.
Aveva il cuore in mano. Ogni volta che sentiva che c’era qualcuno in difficoltà, correva in suo aiuto. Quando un ragazzino fu rinchiuso in una stanza e dato fuoco da suo padre (si riferisce a Dave Dave) rimanendone gravemente ustionato, Michael lesse la notizia ed immediatamente lo raggiunse in aereo. Quel ragazzino era in ospedale interamente fasciato con un solo buco nella zona della bocca per permettergli di parlare, tutto il resto era una massa di garze e disse: “Non so che fare! Che devo fare?” e Michael gli rispose: “Non temere. Mi prenderò io cura di te per il resto della tua vita”. E lo fece.
I: Qual è il ricordo più caro che hai di Michael?
SR: Ce ne sono così tanti. La maggior parte di essi hanno a che fare con il suo cuore. Aveva un gran cuore. Andava ovunque ci fosse qualcuno nei guai. Andava e donava soldi per comprare ciò di cui avessero bisogno oppure per sistemare le loro vite. Quando quel ragazzino, Ryan White, ricevette una trasfusione e contrasse l’AIDS…Andò al funerale di un bambino che annegò perché sua madre lo buttò nel fiume dopo cheil padre li aveva abbandonati. Quel bambino fu buttato dal ponte nel fiume insieme al fratello maggiore, poi anche la madre si buttò. Qualcuno fu in grado di salvare la madre ed il bambino più grande ma il più piccolo annegò. Michael lesse la notizia ed immediatamente si recò a Long Beach per assistere al funerale. Il padre ritornò e vide i guai che aveva causato. Poi qualcuno chiese: “Perché non inizia questo funerale?”Gli risposero: “Perché la persona che ha pagato per il funerale non è ancora arrivata”. In quel momento arrivò una limousine e chi ne uscì? Michael.
Non importava dove fossimo…Eravamo a Liverpool e Michael lesse un giornale che riportava la notizia di un giovane che era stato allevato dai lupi ed immediatamente iniziò a piangere dicendo: “Ma è terribile! Dobbiamo organizzare una raccolta fondi per questa povera creatura.”
La gente ha costantemente cercato di estorcergli denaro. E’ stato accusato da un ragazzino per molestie sessuali, quando il processo finì, fu assolto e più tardi il ragazzo ha confessato che era stato il padre ad averlo costretto a dire quelle cose e che niente era vero. Successivamente il padre si è suicidato.
Ci sono molte cose che le persone non capiscono di Michael: lui non avrebbe mai e poi mai, in alcun modo, turbato un bambino. A limite poteva dargli troppo pop-corn, troppo gelato…
Al ranch vi erano questi enormi distributori di gelati Häagen-Dazs ovunque…nel parcheggio, nella southern farm (?). Ero solito recarmi lì presto, senza aver fatto colazione, solo per mangiare un gran piatto di Häagen-Dazs.Ogni anno portavamo tutti i bambini e i genitori al Neverland Ranch e i genitori venivano da me in quanto io ci ero già stato e conoscevo il posto da tanto tempo, ero con lui quando lo comprò (il ranch)…Venivano da me con le lacrime agli occhi chiedendomi: “Dove ci hai portato?” Ed io: “Vi ho portato alla vostra infanzia, vi ho portato a Neverland, è qui che si trova Peter Pan”.
Seth Riggs ,vocal coach di Michael per 32 anni,lo racconta
SR: Come tutti sanno, Michael era un performer davvero fenomenale. Se si ha una voce grande come quella di Michael e si è in grado di raggiungere 3 ottave e mezzo…con tutto quel ballare, 21, 22 canzoni interamente ballate e forse un paio di ballads… Lo allenavo in tour tre volte al giorno, dalle 12 alle 13, dalle 16 alle 16 e 30 e dalle 20:15 alle 20:30 prima che andasse in scena. Quindi se esagerava, lo facevo rientrare, gli dicevo dove sbagliava, poi lui ritornava, ristabiliva la connessione e…bingo! Si ripartiva.
I: Quando hai iniziato ad allenarlo?
SR: 32 anni fa.
I: Com’è stato il vostro primo incontro?
SR: Mi recai a casa sua all’ingresso principale ma i falegnami mi dissero: “No, stiamo mettendo delle scale nuove. Devi entrare dal tetto.” Ed io: “Cosa?!” “Devi salire sul tetto, c’è una scala”. Ci arrampicammo su questa scala, attraversammo parte del tetto ed un paio di gradini più in su, vi era una porta. Bussai ed una voce disse: (imitando la voce di MJ) “Ciao!” Ed io: “Sei tu, Michael?” “Sì. Entra.” Entrai ed eccolo lì che teneva uno scimpanzé per i piedi, mentre con una salviettina gli puliva il sedere e gli metteva su un pannolino. Questo è stato il mio primo incontro con Michael.
Gli insegnavo sempre nella sua camera da letto perché era molto a suo agio lì. Aveva tutti i suoi giocattoli e cose del genere intorno, aveva una camera da letto a due piani con dentro vari manichini: una bimba col tutù, un bimbo in smoking che pendevano dal balcone guardando in basso verso di lui. Pinocchio era appeso alle scale del balcone e non appena lo toccavi rimbalzava su e giù… Ero lì che allenavo Michael al pianoforte e lo scimpanzé colpiva Michael sulla spalla e poi spingeva Pinocchio che andava su e giù e poi toccava la mia spalla e Michael pensava che fosse così divertente… Così tutte le nostre lezioni erano caratterizzate da animali che entravano ed uscivano dalla stanza.
Aveva il cuore in mano. Ogni volta che sentiva che c’era qualcuno in difficoltà, correva in suo aiuto. Quando un ragazzino fu rinchiuso in una stanza e dato fuoco da suo padre (si riferisce a Dave Dave) rimanendone gravemente ustionato, Michael lesse la notizia ed immediatamente lo raggiunse in aereo. Quel ragazzino era in ospedale interamente fasciato con un solo buco nella zona della bocca per permettergli di parlare, tutto il resto era una massa di garze e disse: “Non so che fare! Che devo fare?” e Michael gli rispose: “Non temere. Mi prenderò io cura di te per il resto della tua vita”. E lo fece.
I: Qual è il ricordo più caro che hai di Michael?
SR: Ce ne sono così tanti. La maggior parte di essi hanno a che fare con il suo cuore. Aveva un gran cuore. Andava ovunque ci fosse qualcuno nei guai. Andava e donava soldi per comprare ciò di cui avessero bisogno oppure per sistemare le loro vite. Quando quel ragazzino, Ryan White, ricevette una trasfusione e contrasse l’AIDS…Andò al funerale di un bambino che annegò perché sua madre lo buttò nel fiume dopo cheil padre li aveva abbandonati. Quel bambino fu buttato dal ponte nel fiume insieme al fratello maggiore, poi anche la madre si buttò. Qualcuno fu in grado di salvare la madre ed il bambino più grande ma il più piccolo annegò. Michael lesse la notizia ed immediatamente si recò a Long Beach per assistere al funerale. Il padre ritornò e vide i guai che aveva causato. Poi qualcuno chiese: “Perché non inizia questo funerale?”Gli risposero: “Perché la persona che ha pagato per il funerale non è ancora arrivata”. In quel momento arrivò una limousine e chi ne uscì? Michael.
Non importava dove fossimo…Eravamo a Liverpool e Michael lesse un giornale che riportava la notizia di un giovane che era stato allevato dai lupi ed immediatamente iniziò a piangere dicendo: “Ma è terribile! Dobbiamo organizzare una raccolta fondi per questa povera creatura.”
La gente ha costantemente cercato di estorcergli denaro. E’ stato accusato da un ragazzino per molestie sessuali, quando il processo finì, fu assolto e più tardi il ragazzo ha confessato che era stato il padre ad averlo costretto a dire quelle cose e che niente era vero. Successivamente il padre si è suicidato.
Ci sono molte cose che le persone non capiscono di Michael: lui non avrebbe mai e poi mai, in alcun modo, turbato un bambino. A limite poteva dargli troppo pop-corn, troppo gelato…
Al ranch vi erano questi enormi distributori di gelati Häagen-Dazs ovunque…nel parcheggio, nella southern farm (?). Ero solito recarmi lì presto, senza aver fatto colazione, solo per mangiare un gran piatto di Häagen-Dazs.Ogni anno portavamo tutti i bambini e i genitori al Neverland Ranch e i genitori venivano da me in quanto io ci ero già stato e conoscevo il posto da tanto tempo, ero con lui quando lo comprò (il ranch)…Venivano da me con le lacrime agli occhi chiedendomi: “Dove ci hai portato?” Ed io: “Vi ho portato alla vostra infanzia, vi ho portato a Neverland, è qui che si trova Peter Pan”.
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