The Missing Part Of Me (completa)
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The Missing Part Of Me (completa)
Inviato: Mar Mar 29, 2011 12:10 am Oggetto: The Missing Part Of Me (completa)
The Missing Part Of Me
Partenza
"Vieni piccola...dobbiamo andare...". La voce di mio padre mi arrivò alle orecchie lieve, quasi malinconica.
Ci stavamo trasferendo e avremmo lasciato la nostra amata casetta per sempre. Mi piaceva quella sistemazione, molto delicata e piena di colore. Era piccola ma noi due ci stavamo molto comodamente. Il sole entrava da ogni finestra e le pareti colorate e luminose della casa rislatavano ancora di più.
Mi sentivo triste a doverla abbandonare, una delle tante cose a cui avrei divuto rinunciare...
Ma a mio padre era stato offerto un nuovo lavoro dall'altra parte della città ed era un'opportunità che non aveva potuto rifiutare: sarebbe diventato manager di una band di ragazzi, molto conosciuta allora, ma anche adesso: i Jackson 5. Io ero felice di poterlo accompagnare nel suo lavoro che tanto lo appassionava e comunque non sarei potuta rimanere lì visto che avevo appena sette anni e mia madre era morta da tempo.
"Vieni Allison...Non possiamo arrivare in ritardo..." di nuovo mio padre che mi chiamava. Era giunto il momento di andarsene. Mi girai per guardare la mia casetta per l'ultima volta, poi uscii.
Ero dispiaciuta di andarmene, ma sapevo che avrei visto cose nuove, persone nuove e me piaceva l'idea di entrare a far parte definitivamente nel mondo della musica dei professionisti.
Quest'arte mi aveva appassionata fin da appena nata. Adoravo da sempre ballare e cantare e per perfezionare i miei movimenti e la mia voce, mio padre mi aveva iscritto ad una scuola. Solo lui sapeva cosa significasse la musica nella mia vita. Era l'unica cosa che mi permetteva di andare avanti, di rialzarmi sempre in piedi. Quando morì mia madre infatti, sembrava che la mia vita si dovesse fermare in quell'istante. Vi ero molto affezionata e pensavo che non avrei mai potuto superare quanto accaduto. Poi, con la danza e il canto mi ripresi. Con essi riuscivo a sfogarmi e a far uscire tutto quello che avevo dentro. Quando pensavo a lei, non c'era una volta in cui una lacrima solcasse il mio viso. Il dolore si impossessava del mio cuoricino di bambinetta e il solo modo per fermarlo, per farlo retrocedere, era ballare o cantare una canzone.
Salimmo in taxi e io guardavo fuori dal finestrino. Guardavo la mia vecchia vita allontanarsi velocemente.
Mio padre mi prese la mano e mi sorrise dolcemente, vedendo i miei occhi tristi.
"Non devi preoccuparti piccola mia, vedrai che ti divertirai nella casa dei ragazzi. è una casa grande e molto bella, poi loro sono molto simpatici. Farete amicizia in poco tempo. E poi non devi preoccuparti, perchè per qualsiasi cosa io sarò con te. Il mio lavoro viene al secondo posto. Al primo ci sei tu. E ti prometto che verremo a rivedere la tua casetta ogni volta che lo vorrai."
"Grazie papà. Ti voglio bene." dissi con voce flebile, sorridendo.
"Anche io te ne voglio Ally" mi disse teneramente baciandomi le guanciotte rosse e paffute.
"Ma cerca di non affezionarti troppo ai maschietti che conoscerai...Sarei molto geloso della mia bimba..." disse guardandomi con un'occhiata furbetta.
Io mi misi a ridere. "Stai tranquillo papi..." risposi affettuosamente stringendogli la mano.
Ilviaggio durò circa due ore e nel frattempo mi addormentai sulla spalla di papà. Sognavo.
Sognavo come sarebbe stato cambiare vita. Sognavo le persone che avrei conosciuto. Le immaginavo simpatiche e dolci. Sognavo la loro musica.
Ero totalmente immersa in quei sogni, quando la mano delicata di mio padre mi sfiorò la guancia.
"Svegliati piccola, siamo arrivati."
Lentamente aprii gli occhi e sbadigliai. Sbattei le palpebre un paio di volte e poi fui definitivamente sveglia.
Presi la mia Borsetta, in cui avevo le cose a cui tenevo di più: le mie bambole, i miei CD, qualche cartone della Disney e un braccialetto d'oro bianco con dei brillantini. Me lo aveva regalato mia madre prima di morire e io ci tenevo tanto. Aveva un significato particolare e mi aveva sempre portato fortuna. Era la cosa che più mi faceva sentire vicina alla mia cara mamma.
Scesi dalla macchina e presi la mano di mio padre. La grande famigliea era già sulla porta che ci aspettava, accogliante, ma mancava un membro.
Mio papà mi aveva detto una volta che erano in 11 e, anche se ero piccola riuscivo a contare fino a quel numero, ma ne vedevo soltanto 10.
Non ci feci caso più di tanto. Stavo andando incontro alla mia nuova "famiglia", perchè da quel momento avrei passato con loro giorno e notte, avrei vissuto lì, tuttavia ero molto timida e facevo il possibile per nascondere me e i miei lunghi ricci neri dietro la giacca di mio padre.
The Missing Part Of Me
Partenza
"Vieni piccola...dobbiamo andare...". La voce di mio padre mi arrivò alle orecchie lieve, quasi malinconica.
Ci stavamo trasferendo e avremmo lasciato la nostra amata casetta per sempre. Mi piaceva quella sistemazione, molto delicata e piena di colore. Era piccola ma noi due ci stavamo molto comodamente. Il sole entrava da ogni finestra e le pareti colorate e luminose della casa rislatavano ancora di più.
Mi sentivo triste a doverla abbandonare, una delle tante cose a cui avrei divuto rinunciare...
Ma a mio padre era stato offerto un nuovo lavoro dall'altra parte della città ed era un'opportunità che non aveva potuto rifiutare: sarebbe diventato manager di una band di ragazzi, molto conosciuta allora, ma anche adesso: i Jackson 5. Io ero felice di poterlo accompagnare nel suo lavoro che tanto lo appassionava e comunque non sarei potuta rimanere lì visto che avevo appena sette anni e mia madre era morta da tempo.
"Vieni Allison...Non possiamo arrivare in ritardo..." di nuovo mio padre che mi chiamava. Era giunto il momento di andarsene. Mi girai per guardare la mia casetta per l'ultima volta, poi uscii.
Ero dispiaciuta di andarmene, ma sapevo che avrei visto cose nuove, persone nuove e me piaceva l'idea di entrare a far parte definitivamente nel mondo della musica dei professionisti.
Quest'arte mi aveva appassionata fin da appena nata. Adoravo da sempre ballare e cantare e per perfezionare i miei movimenti e la mia voce, mio padre mi aveva iscritto ad una scuola. Solo lui sapeva cosa significasse la musica nella mia vita. Era l'unica cosa che mi permetteva di andare avanti, di rialzarmi sempre in piedi. Quando morì mia madre infatti, sembrava che la mia vita si dovesse fermare in quell'istante. Vi ero molto affezionata e pensavo che non avrei mai potuto superare quanto accaduto. Poi, con la danza e il canto mi ripresi. Con essi riuscivo a sfogarmi e a far uscire tutto quello che avevo dentro. Quando pensavo a lei, non c'era una volta in cui una lacrima solcasse il mio viso. Il dolore si impossessava del mio cuoricino di bambinetta e il solo modo per fermarlo, per farlo retrocedere, era ballare o cantare una canzone.
Salimmo in taxi e io guardavo fuori dal finestrino. Guardavo la mia vecchia vita allontanarsi velocemente.
Mio padre mi prese la mano e mi sorrise dolcemente, vedendo i miei occhi tristi.
"Non devi preoccuparti piccola mia, vedrai che ti divertirai nella casa dei ragazzi. è una casa grande e molto bella, poi loro sono molto simpatici. Farete amicizia in poco tempo. E poi non devi preoccuparti, perchè per qualsiasi cosa io sarò con te. Il mio lavoro viene al secondo posto. Al primo ci sei tu. E ti prometto che verremo a rivedere la tua casetta ogni volta che lo vorrai."
"Grazie papà. Ti voglio bene." dissi con voce flebile, sorridendo.
"Anche io te ne voglio Ally" mi disse teneramente baciandomi le guanciotte rosse e paffute.
"Ma cerca di non affezionarti troppo ai maschietti che conoscerai...Sarei molto geloso della mia bimba..." disse guardandomi con un'occhiata furbetta.
Io mi misi a ridere. "Stai tranquillo papi..." risposi affettuosamente stringendogli la mano.
Ilviaggio durò circa due ore e nel frattempo mi addormentai sulla spalla di papà. Sognavo.
Sognavo come sarebbe stato cambiare vita. Sognavo le persone che avrei conosciuto. Le immaginavo simpatiche e dolci. Sognavo la loro musica.
Ero totalmente immersa in quei sogni, quando la mano delicata di mio padre mi sfiorò la guancia.
"Svegliati piccola, siamo arrivati."
Lentamente aprii gli occhi e sbadigliai. Sbattei le palpebre un paio di volte e poi fui definitivamente sveglia.
Presi la mia Borsetta, in cui avevo le cose a cui tenevo di più: le mie bambole, i miei CD, qualche cartone della Disney e un braccialetto d'oro bianco con dei brillantini. Me lo aveva regalato mia madre prima di morire e io ci tenevo tanto. Aveva un significato particolare e mi aveva sempre portato fortuna. Era la cosa che più mi faceva sentire vicina alla mia cara mamma.
Scesi dalla macchina e presi la mano di mio padre. La grande famigliea era già sulla porta che ci aspettava, accogliante, ma mancava un membro.
Mio papà mi aveva detto una volta che erano in 11 e, anche se ero piccola riuscivo a contare fino a quel numero, ma ne vedevo soltanto 10.
Non ci feci caso più di tanto. Stavo andando incontro alla mia nuova "famiglia", perchè da quel momento avrei passato con loro giorno e notte, avrei vissuto lì, tuttavia ero molto timida e facevo il possibile per nascondere me e i miei lunghi ricci neri dietro la giacca di mio padre.
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Re: The Missing Part Of Me (completa)
Cena in famiglia
"Dai piccola...non essere timida..." mi disse dolcemente mio padre.
lentamente mi abbandonai all'istinto di conoscerli e la timidezza sparì...come per magia.
Un pò rossa in viso mi allontanai dalla giacca di papà e avanzai verso quella meravigliosa famiglia.
Ta tanti sorrisi e risate, iniziarono le presentazioni.
Le prima che conobbi fu mamma Kathrine. Una donna davvero dolce e affettuosa. Teneva alla sua famiglia e ai suoi figli, ma percepivo nel suo sguado un accenno di tristezza.
Venne il turno di Jermaine, il più grande dei fratelli Jackson. Mi sembrava simpatico e mi aveva accolto con un grande sorriso, ma, per esperienza personale, sapevo che non dovevo soffermarmi sulle prime apparenze.
Poi toccò a Tito. Era davvero un ragazzo solare e sorrideva sempre. Mi piaceva il suo modo di fare.
Mi presentai a Marlon e a Randy. Sentivo che sarebbe nata una buona amicizia tra noi. Mi stavano molto simpatici.
Conobbi Janet e LaToya, ancora molto piccole, ma graziosissime e dolci.
Infine, mamma Kathrine, mi presentò il minore dei maschietti di casa Jackson, troppo timido per presentarsi da solo.
Si chiamava Michael. Aveva più o meno la mia età. Anche nel suo sguardo riuscivo a percepire qualche accenno di tristezza, ma non era ancora il momento che ne capissi il significato. Da subito mi sembrò una persona molto diversa dagli altri membri della famiglia. Era molto più timido e impacciato nelle presentazioni.
Mi strinse la manina in modo molto delicato, come mai avevo sentito fare prima di allora.
Era tutto rosso in viso e molto imbarazzato. Non ostante tutto, mi disse con un sorriso tenero: "Ciao. Io mi chiamo Michael, Michael Joseph Jackson."
"Ciao. Io sono Allison Moore."
Ci sorridemmo dolcemente e l'imbarazzo svaniva poco a poco. Era l'unico della famiglia, che faceva trasparire quello che era. Solo nei suoi occhi potevo vedere realmente la sua persona.
Si presentò anche mio padre, tra mille sorrisi, e poi entrammo.
Non avevo ancora capito chi fosse il membro mancante della famiglia, finchè mamma Kathrine disse: "Mio marito Joe non è in casa adesso. Tornerà dopo cena."
"Ti faremo conoscere anche lui, piccolina." disse in un secondo momento, riferendosi chiaramente a me.
Io le sorrisi e dal mio sguardo lei capì facilemte che ero molto impaziente di conoscere anche l'unico membro della famiglia che mi mancava.
"La cena è pronta, TUTTI A TAVOLAAA!!!!" urlò Randy.
Ci sedemmo nel tavolo ovale, lungo e stretto. Avevo alla mia destra papà e alla mia sinistra, Michael.
La cena fu deliziosa.
"Ha preparato tua madre tutte questa cose??" chiesi, realmente ineressata, a Michael.
"Certo, lei ama cucinare. E noi amiamo la sua cucina, ma questa è una delle rare sere in cui possiamo mangiare in casa. Di solito siamo talmente pieni di impegni che usciamo di casa alla mattina presto e torinamo a casa che sono ormai passate le dieci." mi disse abbassando lo sguardo.
"Deve essere terribile...Mi dispiace tanto..." dissi cercando in tutti i modi di farmi perdonare per la domanda inappropriata. Ma lui mi rispose in un modo davvero inaspettato: "Beh...All'inizio lo è, ma poi ci fai l'abitudine...Non è così male...Dovresti provare" disse sorridendo.
"Allora...potrei venire un giorno a vedervi nelle prove??" chiesi incerta.
"Certo che puoi! Ci faresti molta compagnia!" mi disse raggiante, ma con un velo opaco sugli occhi.
Sorrisi contenta.
Finimmo di mangiare e ognuno di noi diede una mano per sparecchiare. Mentre toglievamo anche la tovaglia, qualcuno bussò alla porta. Mamma Kathrine andò ad aprire.
Entrò un uomo.
Alto nella media, corporatura tozza e paffuta, quasi del tutto calvo, occhi azzurro ghiaccio.
Presumevo che fosse papà Jackson, Joe, ma non ne ero sicura. I miei sospetti si fondarono quando Kathrine disse: "Ciao Joe. Ben tornato. Ti presento i nostri ospiti, il nuovo manager della band che hai ingaggiato e sua figlia."
"Ciao. Mi chiamo Allison Moore." dissi felice, essendo impaziente da ore di sapere chi fosse.
"Ciao piccolina. Io Mi chiamo Joseph. Ma tu puoi chiamarmi Joe" Sembrava un uomo normale. Non eccessiamente dolce o affettuoso, si capisce. Ma c'era qualcosa di strano nei suoi occhi...Era una luce, ma una luce diversa da quella che c'era negli occhi di mamma Kathrine, di Michael o degli altri fratelli Jackson. Era un barlume inquietante, ma pensavo di sbagliarmi...Mai fidarsi delle prime apparenze.
"Salve Joseph, io sono il nuovo manager, Jason Moore." disse mio padre stringendogli la mano.
"Chiamami pure Joe. Piacere di conoscerti" disse sorridendo. Di nuovo nei suoi occhi vidi quel barlume inquietante.
C'era un'altra cosa strana. Quando Joe entrò in casa, tutti i presenti, tranna me e mio padre, abbassarono lo sguardo, quasi intimoriti da lui. Di nuovo pensai di sbagliarmi.
Notte
"Ti stanno simpatici vero i ragazzi Jackson?? Specialmente quel Michael..." mi disse con aria furbetta mio padre.
"Dai papiiiiii!!!!!!! Comunque sì, mi stanno simpatici. Adoro mamma Kathrine, è così dolce....Mi ricorda tanto la mamma..." abbassai lo sguardo.
"Non essere triste Ally...La mamma è in un posto migliore adesso...Lei ti guarda da lassù e ti protegge sempre." mi disse delicato.
Io sapevo che quella era la cosa che tutti i genitori dicevano ai figli per fare in modo che non fossero tristi, ma mi piaceva lo stesso pensarla in quel modo. Mi piaceva l'idea che la mamma fosse lontana da tutta la cattiveria che tutti i giorni vedevo. Tuttavia, mi mancava molto.
"Hai ragione papà..." Dissi accennando un sorriso dolce.
"Comunque sono felice che tu la consideri come una mamma...Ti aiuterà a soffrire meno. Di Joe cosa ne pensi??" mi chiese icuriosito.
"Mi sembra una persona normale. Però ho notato un barlume molto inquietante nei suoi occhi..." dissi seriamente preoccupata.
"In che senso piccola??" mi chiese sorpreso mio padre.
"Non so spiegartelo papà...Mi mette i brividi...
Però tu mi dici sempre "mai soffermarsi sulle prime apparenze"...non è così??" dissi sorridendo.
"Certo piccola...é importante conoscere a fondo una persona prima di giudicarla." mi disse accarezzandomi la guancia.
Annuii teneramente.
"Ma tornando al discorso di prima...Ti sta molto simpati quel Michael vero??" chiese serio.
"Si...é diverso dai suoi fratelli...Mi piacerebbe essere sua amica." dissi ridendo.
"Diverso??Ancora non ti seguo..." disse confuso. Mi sembrava davvero strano che una bambinetta di sette anni come me potesse confondere un uomo che ne aveva quasi quaranta. Era buffo. Risi impercettibilemte.
"Sì...Diverso...I suoi sono gli unici occhi della famiglia Jackson in cui riesco a percepire perfettamente il tipo di persona che è...Lui è trasparente..." dissi con espressione neutra.
"E che cosa avresti percepito??" mi chiese ancora confuso.
dissi seria:"Che è dolce e molto timido. Poi anche nei suoi occhi c'era una luce strana...sembrava infelice...".
"Con tutto il successo che ha...Non capisco come un bambio si possa sentire infelice..." disse mio padre.
"Magari quello che lo rende infelice è proprio il successo...Magari ha bisogno di qualcos altro..." dissi con nespressione neutra.
Mio padre mi guardò sbalordito.
"Come sei profonda oggi piccola!!!" disse scherzando.
Mi misi a ridere e poi un lungo sbadiglio si impossessò della mia bocca e delle mie labbra carnose.
"Hai sonno Ally??" mi chiese lieve papà.
"Si...Sono molto stanca...Oggi è stata una giornata lunga e impegnativa...." dissi stanca.
Infatti, dopo cena, il sole illuminava ancora l'immenso giardino, così eravamo usciti a giocare.
Ci eravamo rincorsi per ore e poi ad un certo punto iniziammo a giocare con i gavettoni. Continuammo finchè non fu buio. Avevamo anche formato delle squadre: Jermaine e Tito contro me e Michael. Randy era l'arbitro. Noi due uscimmo sconfitti...Eravamo troppo piccoli per gareggiare contro gli altri due...
Dopo ci eravamo messi un pò a guardare i cartoni in televisione. Infine io e mio padre eravamo andati nella camera che ci avevano assegnato i Jackson.
Mi ero infilata il pigiama e lavata i denti, poi avevo cominciato a parlare con mio padre.
"Allora è meglio abdare a dormire." mi disse dolcemente, mentre mi baciava la fronte delicato.
"Notte papà" dissi sorridendo.
"Notte piccola" mi disse ricambiando il sorriso.
"Dai piccola...non essere timida..." mi disse dolcemente mio padre.
lentamente mi abbandonai all'istinto di conoscerli e la timidezza sparì...come per magia.
Un pò rossa in viso mi allontanai dalla giacca di papà e avanzai verso quella meravigliosa famiglia.
Ta tanti sorrisi e risate, iniziarono le presentazioni.
Le prima che conobbi fu mamma Kathrine. Una donna davvero dolce e affettuosa. Teneva alla sua famiglia e ai suoi figli, ma percepivo nel suo sguado un accenno di tristezza.
Venne il turno di Jermaine, il più grande dei fratelli Jackson. Mi sembrava simpatico e mi aveva accolto con un grande sorriso, ma, per esperienza personale, sapevo che non dovevo soffermarmi sulle prime apparenze.
Poi toccò a Tito. Era davvero un ragazzo solare e sorrideva sempre. Mi piaceva il suo modo di fare.
Mi presentai a Marlon e a Randy. Sentivo che sarebbe nata una buona amicizia tra noi. Mi stavano molto simpatici.
Conobbi Janet e LaToya, ancora molto piccole, ma graziosissime e dolci.
Infine, mamma Kathrine, mi presentò il minore dei maschietti di casa Jackson, troppo timido per presentarsi da solo.
Si chiamava Michael. Aveva più o meno la mia età. Anche nel suo sguardo riuscivo a percepire qualche accenno di tristezza, ma non era ancora il momento che ne capissi il significato. Da subito mi sembrò una persona molto diversa dagli altri membri della famiglia. Era molto più timido e impacciato nelle presentazioni.
Mi strinse la manina in modo molto delicato, come mai avevo sentito fare prima di allora.
Era tutto rosso in viso e molto imbarazzato. Non ostante tutto, mi disse con un sorriso tenero: "Ciao. Io mi chiamo Michael, Michael Joseph Jackson."
"Ciao. Io sono Allison Moore."
Ci sorridemmo dolcemente e l'imbarazzo svaniva poco a poco. Era l'unico della famiglia, che faceva trasparire quello che era. Solo nei suoi occhi potevo vedere realmente la sua persona.
Si presentò anche mio padre, tra mille sorrisi, e poi entrammo.
Non avevo ancora capito chi fosse il membro mancante della famiglia, finchè mamma Kathrine disse: "Mio marito Joe non è in casa adesso. Tornerà dopo cena."
"Ti faremo conoscere anche lui, piccolina." disse in un secondo momento, riferendosi chiaramente a me.
Io le sorrisi e dal mio sguardo lei capì facilemte che ero molto impaziente di conoscere anche l'unico membro della famiglia che mi mancava.
"La cena è pronta, TUTTI A TAVOLAAA!!!!" urlò Randy.
Ci sedemmo nel tavolo ovale, lungo e stretto. Avevo alla mia destra papà e alla mia sinistra, Michael.
La cena fu deliziosa.
"Ha preparato tua madre tutte questa cose??" chiesi, realmente ineressata, a Michael.
"Certo, lei ama cucinare. E noi amiamo la sua cucina, ma questa è una delle rare sere in cui possiamo mangiare in casa. Di solito siamo talmente pieni di impegni che usciamo di casa alla mattina presto e torinamo a casa che sono ormai passate le dieci." mi disse abbassando lo sguardo.
"Deve essere terribile...Mi dispiace tanto..." dissi cercando in tutti i modi di farmi perdonare per la domanda inappropriata. Ma lui mi rispose in un modo davvero inaspettato: "Beh...All'inizio lo è, ma poi ci fai l'abitudine...Non è così male...Dovresti provare" disse sorridendo.
"Allora...potrei venire un giorno a vedervi nelle prove??" chiesi incerta.
"Certo che puoi! Ci faresti molta compagnia!" mi disse raggiante, ma con un velo opaco sugli occhi.
Sorrisi contenta.
Finimmo di mangiare e ognuno di noi diede una mano per sparecchiare. Mentre toglievamo anche la tovaglia, qualcuno bussò alla porta. Mamma Kathrine andò ad aprire.
Entrò un uomo.
Alto nella media, corporatura tozza e paffuta, quasi del tutto calvo, occhi azzurro ghiaccio.
Presumevo che fosse papà Jackson, Joe, ma non ne ero sicura. I miei sospetti si fondarono quando Kathrine disse: "Ciao Joe. Ben tornato. Ti presento i nostri ospiti, il nuovo manager della band che hai ingaggiato e sua figlia."
"Ciao. Mi chiamo Allison Moore." dissi felice, essendo impaziente da ore di sapere chi fosse.
"Ciao piccolina. Io Mi chiamo Joseph. Ma tu puoi chiamarmi Joe" Sembrava un uomo normale. Non eccessiamente dolce o affettuoso, si capisce. Ma c'era qualcosa di strano nei suoi occhi...Era una luce, ma una luce diversa da quella che c'era negli occhi di mamma Kathrine, di Michael o degli altri fratelli Jackson. Era un barlume inquietante, ma pensavo di sbagliarmi...Mai fidarsi delle prime apparenze.
"Salve Joseph, io sono il nuovo manager, Jason Moore." disse mio padre stringendogli la mano.
"Chiamami pure Joe. Piacere di conoscerti" disse sorridendo. Di nuovo nei suoi occhi vidi quel barlume inquietante.
C'era un'altra cosa strana. Quando Joe entrò in casa, tutti i presenti, tranna me e mio padre, abbassarono lo sguardo, quasi intimoriti da lui. Di nuovo pensai di sbagliarmi.
Notte
"Ti stanno simpatici vero i ragazzi Jackson?? Specialmente quel Michael..." mi disse con aria furbetta mio padre.
"Dai papiiiiii!!!!!!! Comunque sì, mi stanno simpatici. Adoro mamma Kathrine, è così dolce....Mi ricorda tanto la mamma..." abbassai lo sguardo.
"Non essere triste Ally...La mamma è in un posto migliore adesso...Lei ti guarda da lassù e ti protegge sempre." mi disse delicato.
Io sapevo che quella era la cosa che tutti i genitori dicevano ai figli per fare in modo che non fossero tristi, ma mi piaceva lo stesso pensarla in quel modo. Mi piaceva l'idea che la mamma fosse lontana da tutta la cattiveria che tutti i giorni vedevo. Tuttavia, mi mancava molto.
"Hai ragione papà..." Dissi accennando un sorriso dolce.
"Comunque sono felice che tu la consideri come una mamma...Ti aiuterà a soffrire meno. Di Joe cosa ne pensi??" mi chiese icuriosito.
"Mi sembra una persona normale. Però ho notato un barlume molto inquietante nei suoi occhi..." dissi seriamente preoccupata.
"In che senso piccola??" mi chiese sorpreso mio padre.
"Non so spiegartelo papà...Mi mette i brividi...
Però tu mi dici sempre "mai soffermarsi sulle prime apparenze"...non è così??" dissi sorridendo.
"Certo piccola...é importante conoscere a fondo una persona prima di giudicarla." mi disse accarezzandomi la guancia.
Annuii teneramente.
"Ma tornando al discorso di prima...Ti sta molto simpati quel Michael vero??" chiese serio.
"Si...é diverso dai suoi fratelli...Mi piacerebbe essere sua amica." dissi ridendo.
"Diverso??Ancora non ti seguo..." disse confuso. Mi sembrava davvero strano che una bambinetta di sette anni come me potesse confondere un uomo che ne aveva quasi quaranta. Era buffo. Risi impercettibilemte.
"Sì...Diverso...I suoi sono gli unici occhi della famiglia Jackson in cui riesco a percepire perfettamente il tipo di persona che è...Lui è trasparente..." dissi con espressione neutra.
"E che cosa avresti percepito??" mi chiese ancora confuso.
dissi seria:"Che è dolce e molto timido. Poi anche nei suoi occhi c'era una luce strana...sembrava infelice...".
"Con tutto il successo che ha...Non capisco come un bambio si possa sentire infelice..." disse mio padre.
"Magari quello che lo rende infelice è proprio il successo...Magari ha bisogno di qualcos altro..." dissi con nespressione neutra.
Mio padre mi guardò sbalordito.
"Come sei profonda oggi piccola!!!" disse scherzando.
Mi misi a ridere e poi un lungo sbadiglio si impossessò della mia bocca e delle mie labbra carnose.
"Hai sonno Ally??" mi chiese lieve papà.
"Si...Sono molto stanca...Oggi è stata una giornata lunga e impegnativa...." dissi stanca.
Infatti, dopo cena, il sole illuminava ancora l'immenso giardino, così eravamo usciti a giocare.
Ci eravamo rincorsi per ore e poi ad un certo punto iniziammo a giocare con i gavettoni. Continuammo finchè non fu buio. Avevamo anche formato delle squadre: Jermaine e Tito contro me e Michael. Randy era l'arbitro. Noi due uscimmo sconfitti...Eravamo troppo piccoli per gareggiare contro gli altri due...
Dopo ci eravamo messi un pò a guardare i cartoni in televisione. Infine io e mio padre eravamo andati nella camera che ci avevano assegnato i Jackson.
Mi ero infilata il pigiama e lavata i denti, poi avevo cominciato a parlare con mio padre.
"Allora è meglio abdare a dormire." mi disse dolcemente, mentre mi baciava la fronte delicato.
"Notte papà" dissi sorridendo.
"Notte piccola" mi disse ricambiando il sorriso.
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Re: The Missing Part Of Me (completa)
I'll be there
"TOC TOC". Qualcuno bussò alla porta. Me svegliai lentamente. Quando aprii gli occhi la grande finestra della camera, rifletteva la luce del sole, che da essa entrava illuminando tutto l'ambiante circostante. Voltai gli occhi alla mia destra, dove dormiva mio padre. Il suo letto era perfettamente rifatto, ma vuoto. Lui non c'èra.
"TOC TOC". Di nuovo. Mi alzai e, in pigiama, andai ad vedere che era.
Quando aprii la porta un gigantesco sorriso era lì a darmi il buongiorno e una vocina di bambino mi diceva: "Ciao Ally."
Era Michael. Aveva una vassoio in mano pieno di cose molto gustose.
"Mamma mi ha detto di portarti questo." mi disse leggermente rosso in viso.
"Ciao Michael!! Grazie mille" risposi sorridendo.
Le sue guance arrossirono ancora di più e i suoi occhi mi pregavano di non notarlo, ma ormai era troppo tardi.
"Ti va di fare colazione con me??" gli chiesi con voce dolce.
"Grazie, ma io ho già mangiato. Però se per te va bene rimango a farti compagnia." mi disse allegramente.
"Certo che mi fa piacere!!!" Vieni, entra." lo feci entrare e intanto presi il vassoio che lui teneva in mano, poi ci sedemmo entrambi sul letto.
"Tu sai forse dove è mio padre??" gli chiesi incuriosita mentre addentavo un croissant.
"Credo che sia andato via con mio padre, per rivedere certe cose "tecniche". Penso che staranno via tutta la mattina." mi disse guardandomi mentre mangiavo.
Ci fu un momento di silenzio. Io finivo la mia colazione e lui guardava il sole fuori dalla finestra, poi all'improvviso si girò verso di me e cominciò a osservarmi.
dopo qualche istante mi disse:" Che bello quel braccialetto."
"Grazie, me lo ha regalato mia madre." dissi seria.
"Beh, mi piace molto. Ma come mai lei non è venuta??" mi chiese realmente interessato.
Abbassai lo sguardo.
"Lei è morta, due anni fa." dissi con una voce talmente flebile, che fui stupita che lui avesse sentito, quando mi disse:"Mi dispiace tanto Ally...Io...Non volevo" mi disse con aria afflitta.
"Non importa. Non devi sentirti in colpa. E poi mi fa bene parlarne, mi aiuta a farmene una ragione." dissi disegnando sulle mia labbra un mezzo sorriso, ma non divertito.
"Io ti ascolto, se vuoi parlarne con me." mi disse spostandosi accanto a me.
"Non importa, non voglio annoiarti." dissi, cercando di apparire più serena possibile.
"Ma tu non mi annoi. Mi fa piacere ascoltarti. E mi fa ancora più piacere sapendo che ti aiuta in qualche modo." rispose prontamente.
"Dici sul serio??" gli chiesi stupita.
"Certo." disse sorridente. "Ma se non ti fa piacere raccontare certe cose a me, non importa" disse abbassando di colpo i suoi grandi occhioni color cioccolato.
"Penso che tu sia l'unica persona, a parte mio padre, con cui ho un' amicizia seria, quindi ti racconterò come sono andate le cose." dissi con espressione naturale.
"Era un sera di primavera. Io e mio padre eravamo in casa da soli perchè la mamma era uscita per lavoro. Sapevamo che sarebbe tornata tardi perchè la cena cominciava alle 21:00. Verso le dieci io andai a letto perchè il giorno dopo dovevo andare all'asilo e quindi mi sarei dovuìta alzare presto. Verso le due del mattino, mi svegliai perchè sentii mio padre camminare per la casa e digitare qualche numero sui tasti del telefonino. Mi alzai e lo vidi girare per la casa nervosamente, così mi feci vedere e gli chiesi cosa c'era che non andava. Lui mi rispose che la mamma non era ancora tornata e che aveva intenzione di andarla a cercare e, visto che ormai ero sveglia, decise di portarmi con lui. Salimmo in macchina e uscimmo. Dopo poco più di un chilometro vedemmo la macchina della mamma che era andata fuori strada. Scendemmo in fretta e corremmo da lei. Chiamammo subito l'ambulanza, perchè c'era tanto sangue, ma ormai era troppo tardi, era già morta." mentre pronunciai queste ultime parole, non potei fare a meno di sentire una lacrima che mi scendeva sulla guancia.
Poi improvvisamente sentii una pressione sul collo e sulle spalle: Michael mi stava abbracciando.
Mi faceva piacere quella stretta. Era calda e soffice. Mi aiutò molto in quel momento.
"Shh...Non piangere..." mi sussurrò.
"Grazie per il tuo appoggio, è importante." gli dissi asciugandomi le lacrime.
"Non mi ringraziere. Dopotutto è questo che fanno gli amici." mi disse con la facciotta paffuta illuminata dalla luce del sole.
Gli sorrisi. "Quando sono triste, di solito, le uniche cose che mi aiutano a far passare il dolore sono il canto e la danza."
"Ti va di cantare una canzone insieme a me??" mi chiese, con gli occhi che gli brillavano e le guance leggermente arrossate.
"Certo" gli risposi piano.
E cominciammo a cantare.
You and I must make a pact
We must bring salvation back
Where there is love, I'll be there
I'll reach out my hand to you,
I'll have faith in all you do
Just call my name and I'll be there
And oh - I'll be there to comfort you,
Build my world of dreams around you
I'm so glad that I found you
I'll be there with a love that's strong
I'll be your strength, I'll keep holding on
Yes I will, yes I will
Let me fill your heart with joy and laughter
Togetherness, well that's all I'm after
Whenever you need me, I'll be there
I'll be there to protect you
With an unselfish love I respect you
Just call my name and I'll be there
I'll be there.
Mentre cantavamo, tutto intorno a noi divenne buio, sparì. Mi sentivo a mio agio a cantare con Michael e riuscivo a sentirmi bene.
Mi sentivo leggera, come se mi fossi appena liberata di un peso che mi opprimeva lo stomaco, ma soprattutto, il cuore. Era davvero una bella sensazione.
"TOC TOC". Qualcuno bussò alla porta. Me svegliai lentamente. Quando aprii gli occhi la grande finestra della camera, rifletteva la luce del sole, che da essa entrava illuminando tutto l'ambiante circostante. Voltai gli occhi alla mia destra, dove dormiva mio padre. Il suo letto era perfettamente rifatto, ma vuoto. Lui non c'èra.
"TOC TOC". Di nuovo. Mi alzai e, in pigiama, andai ad vedere che era.
Quando aprii la porta un gigantesco sorriso era lì a darmi il buongiorno e una vocina di bambino mi diceva: "Ciao Ally."
Era Michael. Aveva una vassoio in mano pieno di cose molto gustose.
"Mamma mi ha detto di portarti questo." mi disse leggermente rosso in viso.
"Ciao Michael!! Grazie mille" risposi sorridendo.
Le sue guance arrossirono ancora di più e i suoi occhi mi pregavano di non notarlo, ma ormai era troppo tardi.
"Ti va di fare colazione con me??" gli chiesi con voce dolce.
"Grazie, ma io ho già mangiato. Però se per te va bene rimango a farti compagnia." mi disse allegramente.
"Certo che mi fa piacere!!!" Vieni, entra." lo feci entrare e intanto presi il vassoio che lui teneva in mano, poi ci sedemmo entrambi sul letto.
"Tu sai forse dove è mio padre??" gli chiesi incuriosita mentre addentavo un croissant.
"Credo che sia andato via con mio padre, per rivedere certe cose "tecniche". Penso che staranno via tutta la mattina." mi disse guardandomi mentre mangiavo.
Ci fu un momento di silenzio. Io finivo la mia colazione e lui guardava il sole fuori dalla finestra, poi all'improvviso si girò verso di me e cominciò a osservarmi.
dopo qualche istante mi disse:" Che bello quel braccialetto."
"Grazie, me lo ha regalato mia madre." dissi seria.
"Beh, mi piace molto. Ma come mai lei non è venuta??" mi chiese realmente interessato.
Abbassai lo sguardo.
"Lei è morta, due anni fa." dissi con una voce talmente flebile, che fui stupita che lui avesse sentito, quando mi disse:"Mi dispiace tanto Ally...Io...Non volevo" mi disse con aria afflitta.
"Non importa. Non devi sentirti in colpa. E poi mi fa bene parlarne, mi aiuta a farmene una ragione." dissi disegnando sulle mia labbra un mezzo sorriso, ma non divertito.
"Io ti ascolto, se vuoi parlarne con me." mi disse spostandosi accanto a me.
"Non importa, non voglio annoiarti." dissi, cercando di apparire più serena possibile.
"Ma tu non mi annoi. Mi fa piacere ascoltarti. E mi fa ancora più piacere sapendo che ti aiuta in qualche modo." rispose prontamente.
"Dici sul serio??" gli chiesi stupita.
"Certo." disse sorridente. "Ma se non ti fa piacere raccontare certe cose a me, non importa" disse abbassando di colpo i suoi grandi occhioni color cioccolato.
"Penso che tu sia l'unica persona, a parte mio padre, con cui ho un' amicizia seria, quindi ti racconterò come sono andate le cose." dissi con espressione naturale.
"Era un sera di primavera. Io e mio padre eravamo in casa da soli perchè la mamma era uscita per lavoro. Sapevamo che sarebbe tornata tardi perchè la cena cominciava alle 21:00. Verso le dieci io andai a letto perchè il giorno dopo dovevo andare all'asilo e quindi mi sarei dovuìta alzare presto. Verso le due del mattino, mi svegliai perchè sentii mio padre camminare per la casa e digitare qualche numero sui tasti del telefonino. Mi alzai e lo vidi girare per la casa nervosamente, così mi feci vedere e gli chiesi cosa c'era che non andava. Lui mi rispose che la mamma non era ancora tornata e che aveva intenzione di andarla a cercare e, visto che ormai ero sveglia, decise di portarmi con lui. Salimmo in macchina e uscimmo. Dopo poco più di un chilometro vedemmo la macchina della mamma che era andata fuori strada. Scendemmo in fretta e corremmo da lei. Chiamammo subito l'ambulanza, perchè c'era tanto sangue, ma ormai era troppo tardi, era già morta." mentre pronunciai queste ultime parole, non potei fare a meno di sentire una lacrima che mi scendeva sulla guancia.
Poi improvvisamente sentii una pressione sul collo e sulle spalle: Michael mi stava abbracciando.
Mi faceva piacere quella stretta. Era calda e soffice. Mi aiutò molto in quel momento.
"Shh...Non piangere..." mi sussurrò.
"Grazie per il tuo appoggio, è importante." gli dissi asciugandomi le lacrime.
"Non mi ringraziere. Dopotutto è questo che fanno gli amici." mi disse con la facciotta paffuta illuminata dalla luce del sole.
Gli sorrisi. "Quando sono triste, di solito, le uniche cose che mi aiutano a far passare il dolore sono il canto e la danza."
"Ti va di cantare una canzone insieme a me??" mi chiese, con gli occhi che gli brillavano e le guance leggermente arrossate.
"Certo" gli risposi piano.
E cominciammo a cantare.
You and I must make a pact
We must bring salvation back
Where there is love, I'll be there
I'll reach out my hand to you,
I'll have faith in all you do
Just call my name and I'll be there
And oh - I'll be there to comfort you,
Build my world of dreams around you
I'm so glad that I found you
I'll be there with a love that's strong
I'll be your strength, I'll keep holding on
Yes I will, yes I will
Let me fill your heart with joy and laughter
Togetherness, well that's all I'm after
Whenever you need me, I'll be there
I'll be there to protect you
With an unselfish love I respect you
Just call my name and I'll be there
I'll be there.
Mentre cantavamo, tutto intorno a noi divenne buio, sparì. Mi sentivo a mio agio a cantare con Michael e riuscivo a sentirmi bene.
Mi sentivo leggera, come se mi fossi appena liberata di un peso che mi opprimeva lo stomaco, ma soprattutto, il cuore. Era davvero una bella sensazione.
marina56- Moderator
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Re: The Missing Part Of Me (completa)
Paura
La magia scomparve all'improvviso, così come era venuta, quando sentimmo la porta aprirsi.
Entrò un uomo grosso e con il volto deformato dalla rabbia: era Joe.
Appena Michael lo vide spalancò gli occhi e sembrava davvero terrorizzato.
Sentii la sua mano, che da un pò di tempo teneva la mia, cominciare a tremare. Ma non ne capivo il motivo. Insomma...Nonostanta avesse quella strana luce negli occhi, Joe mi sembrava una persona normale...
Da quel momento però, cominciai a pensare che a volte le prima impressioni sono quelle buone...
"Oggi dovevi provare Michael, o mi sbaglio??" disse con una voce che mi parve solo leggermente alterata, in contrasto con il viso.
"No, hai ragione papà, scusa." disse con occhi bassi, tremando sempre di più.
"Allora perchè sei qui a perdere tempo??" mentre disse queste parole mi sembrò di vedere i suoi occhi diventare ancora più azzurri, il suo sguardo ancora più freddo.
"Hai ragione papà...Vengo subito" detto questo, mi lanciò uno sguardo rassegnato e uscì, spinto in malo modo dal padre.
Dopo pochi secondi, sentii degli urli provenire dal corridoio su cui si affacciava la mia camera.
"Prima che arrivassero quei due, io ti avevo datto che non ti saresti dovuto lasciare distrarre dalla bambina o da qualsiasi altro motivo futile!!!! Ma tu mi hai disubbidito, ti sei preso gioco di me brutto moccioso. E adesso ne pagherai le conseguenze!!"
Socchiusi leggermente la porta, perchè avevo sentito Michael piangere e volevo vedere che stava succedendo.
Vorrei non averlo mai fatto. Joe teneva in mano la sua cintura e la sbatteva violentemente sulla schiena del bambino, che urlava disperatamente di smetterla.
Ero inorridita davanti a tanta crudeltà.
"Ti prego papà, basta. Non lo farò più, te lo giuro!! So che devo provare, ma..."
"Ma niente!!!!! Stai zitto e non ti lamentare. Ognuno paga per i propri errori." Diceva con il viso che si contorceva, ogni volta che andava su e giù con la cintura.
Volevo intervenire, volevo dirle che era stata colpa mia se Michael si era distratto dalle prove, volevo fermarlo. Non potevo vedere quello che gli stava facendo.
Ma aevo paura, avevo paura che compromettesse il lavoro di mio padre, che potesse fare del male anche a lui.
Adesso sapevo di cosa era capace quell'uomo.
Sentendo gli urli e il pianto disperato di Michael, mamma Kathrine si precipitò a vedere cosa stava succedendo.
quando vide la scena agghiacciante, urlò: "Basta Joe, fermati!!!!!!Così lo ammazzerai!!!!" disse terrorizzata anche lei.
"Non ti intromettere tu!!" disse secco e pieno di rabbia.
Scommetto che sarebbe stato in grado di fare del male anche a lei se solo avesse potuto, o voluto.
Poi, dopo minuti che sembrarono interminabili, se ne andò, senza dire una parola.
Michael era ancora a terra che piangeva, mentre mamma Kathrine delicatamente lo prendeva in braccio e lo portava in bagno.
"Che stupida che sono stata!!" mi dissi mentalmente.
"Dovevo prenderle io tutte quelle cinghiate. é stata solo colpa mia se lui non era andato alle prove...Sono solo una codarda!!!" andai a vanti a sgridarmi e a rimurginare sull'accaduto per quasi mezz'ora.
Poi di nuovo qualcuno bussò. Il cuore mi arrivò in gola e cominciò a battere all'impazzata. Indietreggiai senza neanche accorgermene e incominciai a tremare. Avevo tanta paura che fosse Joe.
La porta si aprì e il terror salì sempre di più, ma questa rivelò mamma Kathrine. Tirai un lungo sospiro di sollievo e lei se ne accorse.
"Hai visto tutto vero??" mi disse dolce, abbassando gli occhi.
Per un momento non seppi cosa rispondere, poi dissi incerta:"S-si...Ed è stata colpa mia se Michael si è distratto dalle prove...Sono stata io ad invitarlo a farmi compagnia...Lo dica a Joe, me le meritavo io quelle cinghiate" lentamente abbassai lo sguardo.
"Non dire mai più una cosa del genere piccola...Tu non meritavi niente di tutto quello che hai visto. Sai cosa ti dico?? Per me è stato un bene che Mike si sia distratto un pò dal lavoro...é troppo piccolo per affrontare tutto questo. Ho provato di spiegarlo a Joe, ma come hai visto, con lui non si può discutere molto..." mi disse sospirando rassegnata.
Io le sorrisi, grata, ma mi sentivo comunque in colpa.
"E poi da quando hai cominciato a darmi del "Lei"??" mi disse sorridendo.
"Non lo so...Abitudine..." dissi temendo di averla fatta arrabbiare.
"Non fare quella faccia!!!! Non ti mangio mica!! Però prometti che mi darai del "Tu""disse scoppiando in una risata.
Di nuovo tirai un sospiro di sollievo e dissi:"Promesso."
Ci sorridemmo tutte e due, poi lei mi salutò ed uscì.
Inviato: Mar Mar 29, 2011 1:57 am Oggetto:
Confusione
Però era strano. Michael mi aveva detto che Joe e mio padre sarebbero stati via tutta la mattina...Perchè quell'uomo era già rincasato??
Era forse successo qualcosa??
Scesi dal letto a metà tra il preoccupato e il dubbioso e andai a cercare mio padre. Aprii la porta ed uscii. Mentre percorrevo il corridoio, mi trovai davanti Michael. Aveva ancora le lacrime e gli occhi gonfi. Quanto mi dispiaceva vederlo così...
Quando mi vide abbassò gli occhi e il viso.
Decisi che non era il momento di pensare, che aveva bisogno di aiuto e io non dovevo pensarci su due volte. D'istinto lo abbracciai.
Lo strinsi talmente forte che forse gli mancò il respiro. Anche lui mi strinse forte.
"Adesso è il mio turno di consolare te..." gli dissi alzandogli il viso in modo da poterlo guardare bene negli occhi.
Si sforzò di sorridere lievemente ma capivo che per lui era un grande sacrificio.
"Direi che stai facendo un ottimo lavoro..." mi disse teneramente.
"Mi dispiace tanto...La colpa è solo mia...Io non sapevo che tu dovevi provare, è per questo che..."
Mi interruppe: "Non devi mai più dire una cosa del genere!" mi disse con finta aria arrabbiata.
"Mi sono divertito...Quello è stato uno dei rari momenti che ho passato in compagnia di una persona a cui voglio bene davvero...Uno dei rari momenti della mia vita in cui posso avere un attimo per respirare...Devo solo dirti grazie." mi disse sospirando.
"Ma io ti ho fatto prendere delle conghiate e..."
Di nuovo mi interruppe: "Non importa. Ne è valsa la pena. Di nuovo grazie."
"Se la pensi così...Di niente...E comunque, anche io ti voglio bene..." gli dissi sincera.
Ci sorridemmo teneramente.
La nostra espressione, però, si trasformò in una smorfia terrorizzata, quando sentimmo la voce di Joe che si avvicinava. Stava salendo le scale.
Ora capivo come si sentiva Michael. Capivo perfettamente come trascorreva le sue giornate quel povero bambino, che bambino più non era. Troppo presto è entrato nel mondo dei grandi. Meritava di vivere la sua infanzia fino in fondo.
Ci lanciammo un'occhiata d'intesa e poi io corsi nella mia camera.
Sentii i passi arrivare alla fine delle scale e poi riscenderle, doppi. Ero grata a Dio perchè Joe non aveva nè picchiato, nè sgridato Mike. Probabilmente era bastata una delle sue occhiate raggelanti.
Quando mi convinsi che si erano allontanati, uscii per la seconda volta dalla camera, con l'intenzione di trovare il mio papà.
Scesi le scale e arrivai in salotto. Non c'era. Uscii in giardino e lo trovai lì a giocare a pallone con Tito e Randy.
La palla gli scivolò dalle mani e venne nella mia direzione per riprenderla. Solo allora si accorse che ero lì.
"Ciao piccola...Che ci fai qui??" mi chiese dolce.
"Ciao papi...Voloevo chiederti se c'erano stati problemi al lavoro...Siete tornati presto." gli chiesi curiosa.
"No...nessun problema, abbiamo finito prima del previsto...Perchè??" mi chiese interessato.
"Perchè Michael mi ha detto che..."
"Ancora questo Michael?!? Ultimamente non fai altro che parlare di lui...Non è che ti piace??" mi chiese con un sorriso tipico di chi "la sa lunga".
Io arrosiii violentemente e sentivo le guance bollenti.
"Smettila papà! Non mi piace, è mio amico." gli dissi nervosa.
"Certo, certo..." mi disse di nuovo con quel sorriso sornione.
Mamma quanto mi faceva arrabbiare!! Odiavo quel sorriso e odiavo ancora di più quando mi prendeva in giro...
"Ehiiiiiii!!!!!! Mr. J!!!!Pallaaaaa!!!!!!!" sentii urlare da Tito.
allora mio padre tornò da loro lanciandomi un'occhiata alla "non finisce qui".
Non lo sopportavo!!!!
Però c'era un problema...Michael non mi piaceva, ma perchè mi faceva imbestialire così tanto lo scherzo di mio padre??
La magia scomparve all'improvviso, così come era venuta, quando sentimmo la porta aprirsi.
Entrò un uomo grosso e con il volto deformato dalla rabbia: era Joe.
Appena Michael lo vide spalancò gli occhi e sembrava davvero terrorizzato.
Sentii la sua mano, che da un pò di tempo teneva la mia, cominciare a tremare. Ma non ne capivo il motivo. Insomma...Nonostanta avesse quella strana luce negli occhi, Joe mi sembrava una persona normale...
Da quel momento però, cominciai a pensare che a volte le prima impressioni sono quelle buone...
"Oggi dovevi provare Michael, o mi sbaglio??" disse con una voce che mi parve solo leggermente alterata, in contrasto con il viso.
"No, hai ragione papà, scusa." disse con occhi bassi, tremando sempre di più.
"Allora perchè sei qui a perdere tempo??" mentre disse queste parole mi sembrò di vedere i suoi occhi diventare ancora più azzurri, il suo sguardo ancora più freddo.
"Hai ragione papà...Vengo subito" detto questo, mi lanciò uno sguardo rassegnato e uscì, spinto in malo modo dal padre.
Dopo pochi secondi, sentii degli urli provenire dal corridoio su cui si affacciava la mia camera.
"Prima che arrivassero quei due, io ti avevo datto che non ti saresti dovuto lasciare distrarre dalla bambina o da qualsiasi altro motivo futile!!!! Ma tu mi hai disubbidito, ti sei preso gioco di me brutto moccioso. E adesso ne pagherai le conseguenze!!"
Socchiusi leggermente la porta, perchè avevo sentito Michael piangere e volevo vedere che stava succedendo.
Vorrei non averlo mai fatto. Joe teneva in mano la sua cintura e la sbatteva violentemente sulla schiena del bambino, che urlava disperatamente di smetterla.
Ero inorridita davanti a tanta crudeltà.
"Ti prego papà, basta. Non lo farò più, te lo giuro!! So che devo provare, ma..."
"Ma niente!!!!! Stai zitto e non ti lamentare. Ognuno paga per i propri errori." Diceva con il viso che si contorceva, ogni volta che andava su e giù con la cintura.
Volevo intervenire, volevo dirle che era stata colpa mia se Michael si era distratto dalle prove, volevo fermarlo. Non potevo vedere quello che gli stava facendo.
Ma aevo paura, avevo paura che compromettesse il lavoro di mio padre, che potesse fare del male anche a lui.
Adesso sapevo di cosa era capace quell'uomo.
Sentendo gli urli e il pianto disperato di Michael, mamma Kathrine si precipitò a vedere cosa stava succedendo.
quando vide la scena agghiacciante, urlò: "Basta Joe, fermati!!!!!!Così lo ammazzerai!!!!" disse terrorizzata anche lei.
"Non ti intromettere tu!!" disse secco e pieno di rabbia.
Scommetto che sarebbe stato in grado di fare del male anche a lei se solo avesse potuto, o voluto.
Poi, dopo minuti che sembrarono interminabili, se ne andò, senza dire una parola.
Michael era ancora a terra che piangeva, mentre mamma Kathrine delicatamente lo prendeva in braccio e lo portava in bagno.
"Che stupida che sono stata!!" mi dissi mentalmente.
"Dovevo prenderle io tutte quelle cinghiate. é stata solo colpa mia se lui non era andato alle prove...Sono solo una codarda!!!" andai a vanti a sgridarmi e a rimurginare sull'accaduto per quasi mezz'ora.
Poi di nuovo qualcuno bussò. Il cuore mi arrivò in gola e cominciò a battere all'impazzata. Indietreggiai senza neanche accorgermene e incominciai a tremare. Avevo tanta paura che fosse Joe.
La porta si aprì e il terror salì sempre di più, ma questa rivelò mamma Kathrine. Tirai un lungo sospiro di sollievo e lei se ne accorse.
"Hai visto tutto vero??" mi disse dolce, abbassando gli occhi.
Per un momento non seppi cosa rispondere, poi dissi incerta:"S-si...Ed è stata colpa mia se Michael si è distratto dalle prove...Sono stata io ad invitarlo a farmi compagnia...Lo dica a Joe, me le meritavo io quelle cinghiate" lentamente abbassai lo sguardo.
"Non dire mai più una cosa del genere piccola...Tu non meritavi niente di tutto quello che hai visto. Sai cosa ti dico?? Per me è stato un bene che Mike si sia distratto un pò dal lavoro...é troppo piccolo per affrontare tutto questo. Ho provato di spiegarlo a Joe, ma come hai visto, con lui non si può discutere molto..." mi disse sospirando rassegnata.
Io le sorrisi, grata, ma mi sentivo comunque in colpa.
"E poi da quando hai cominciato a darmi del "Lei"??" mi disse sorridendo.
"Non lo so...Abitudine..." dissi temendo di averla fatta arrabbiare.
"Non fare quella faccia!!!! Non ti mangio mica!! Però prometti che mi darai del "Tu""disse scoppiando in una risata.
Di nuovo tirai un sospiro di sollievo e dissi:"Promesso."
Ci sorridemmo tutte e due, poi lei mi salutò ed uscì.
Inviato: Mar Mar 29, 2011 1:57 am Oggetto:
Confusione
Però era strano. Michael mi aveva detto che Joe e mio padre sarebbero stati via tutta la mattina...Perchè quell'uomo era già rincasato??
Era forse successo qualcosa??
Scesi dal letto a metà tra il preoccupato e il dubbioso e andai a cercare mio padre. Aprii la porta ed uscii. Mentre percorrevo il corridoio, mi trovai davanti Michael. Aveva ancora le lacrime e gli occhi gonfi. Quanto mi dispiaceva vederlo così...
Quando mi vide abbassò gli occhi e il viso.
Decisi che non era il momento di pensare, che aveva bisogno di aiuto e io non dovevo pensarci su due volte. D'istinto lo abbracciai.
Lo strinsi talmente forte che forse gli mancò il respiro. Anche lui mi strinse forte.
"Adesso è il mio turno di consolare te..." gli dissi alzandogli il viso in modo da poterlo guardare bene negli occhi.
Si sforzò di sorridere lievemente ma capivo che per lui era un grande sacrificio.
"Direi che stai facendo un ottimo lavoro..." mi disse teneramente.
"Mi dispiace tanto...La colpa è solo mia...Io non sapevo che tu dovevi provare, è per questo che..."
Mi interruppe: "Non devi mai più dire una cosa del genere!" mi disse con finta aria arrabbiata.
"Mi sono divertito...Quello è stato uno dei rari momenti che ho passato in compagnia di una persona a cui voglio bene davvero...Uno dei rari momenti della mia vita in cui posso avere un attimo per respirare...Devo solo dirti grazie." mi disse sospirando.
"Ma io ti ho fatto prendere delle conghiate e..."
Di nuovo mi interruppe: "Non importa. Ne è valsa la pena. Di nuovo grazie."
"Se la pensi così...Di niente...E comunque, anche io ti voglio bene..." gli dissi sincera.
Ci sorridemmo teneramente.
La nostra espressione, però, si trasformò in una smorfia terrorizzata, quando sentimmo la voce di Joe che si avvicinava. Stava salendo le scale.
Ora capivo come si sentiva Michael. Capivo perfettamente come trascorreva le sue giornate quel povero bambino, che bambino più non era. Troppo presto è entrato nel mondo dei grandi. Meritava di vivere la sua infanzia fino in fondo.
Ci lanciammo un'occhiata d'intesa e poi io corsi nella mia camera.
Sentii i passi arrivare alla fine delle scale e poi riscenderle, doppi. Ero grata a Dio perchè Joe non aveva nè picchiato, nè sgridato Mike. Probabilmente era bastata una delle sue occhiate raggelanti.
Quando mi convinsi che si erano allontanati, uscii per la seconda volta dalla camera, con l'intenzione di trovare il mio papà.
Scesi le scale e arrivai in salotto. Non c'era. Uscii in giardino e lo trovai lì a giocare a pallone con Tito e Randy.
La palla gli scivolò dalle mani e venne nella mia direzione per riprenderla. Solo allora si accorse che ero lì.
"Ciao piccola...Che ci fai qui??" mi chiese dolce.
"Ciao papi...Voloevo chiederti se c'erano stati problemi al lavoro...Siete tornati presto." gli chiesi curiosa.
"No...nessun problema, abbiamo finito prima del previsto...Perchè??" mi chiese interessato.
"Perchè Michael mi ha detto che..."
"Ancora questo Michael?!? Ultimamente non fai altro che parlare di lui...Non è che ti piace??" mi chiese con un sorriso tipico di chi "la sa lunga".
Io arrosiii violentemente e sentivo le guance bollenti.
"Smettila papà! Non mi piace, è mio amico." gli dissi nervosa.
"Certo, certo..." mi disse di nuovo con quel sorriso sornione.
Mamma quanto mi faceva arrabbiare!! Odiavo quel sorriso e odiavo ancora di più quando mi prendeva in giro...
"Ehiiiiiii!!!!!! Mr. J!!!!Pallaaaaa!!!!!!!" sentii urlare da Tito.
allora mio padre tornò da loro lanciandomi un'occhiata alla "non finisce qui".
Non lo sopportavo!!!!
Però c'era un problema...Michael non mi piaceva, ma perchè mi faceva imbestialire così tanto lo scherzo di mio padre??
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Re: The Missing Part Of Me (completa)
Un tenero abbraccio
I giorni passavano e io e Michael diventavamo sempre più amici, così tanto che ormai a lui dicevo tutto.
Ma mi colpì un cosa che un giorno mi disse lui.
Eravamo in giardino. Il sole era molto forte e faceva caldo. Gli altri fratelli giocavano tra di loro, mentre noi ci eravamo messi sotto un albero a chiacchierare.
"Quando le hai le prossime prove in studio Mike??" gli chiesi curiosa.
"Tra due giorni." Mi disse indifferente.
"Ci accompagnerai, vero??" mi chiese speranzoso.
"Certo!!!Non vedo l'ora!!!Chissà che bello essere famoso come te..." gli dissi con gli occhi sognanti. Mi sarebbe tanto piaciuto diventare come Michael, adoravo la musica, in tutte le sue forme e avrei tanto voluto poterla esprimere attraverso me stessa. Con i miei ideali, anche se erano quelli di una bambina di sette anni, con il mio cuore e con tutta la mia anima.
"No, non è vero..." mi disse abbassando lo sguardo.
Rimasi sbalordita da questa risposta... Io avrei dato tutto per arrivare ai suoi traguardi (non per i soldi o la fama, ma per il semplice piacere di farlo) e lui diceva che non era bello??
"Non è bello...La mia vita è piana di stress, di appuntamenti di lavoro, di sgridate, giorni persi a lavorare invece che stare fuori a giocare con i bambini della mia età, pieno di adulti. E poi, come se non bastasse, ho perso tutti gli amici, perchè esdsendo sempre impegnato con il lavoro non posso mai stare con loro...Se avessi saputo prima quello che mi aspettava, avrei fatto di tutto per evitare questa vita, anche a costo di andare contro le idee di mio padre..." mi disse pieno di rabbia e frustrazione.
Come è possibile che il mondo della musica lo avesse traumatizzato a tal punto?? C'entrava forse suo padre??
"Mi dispiace tanto...Io.. Non pensavo..."
Mi interruppe: "Certo, nessuno lo pensa se non lo prova..."
"Però posso domandarti una cosa??" gli chiesi incerta.
"Si...Dimmi..." mi disse sorridendo. Con quel classico sorriso che, tutti sapevano, non era un sorriso divertito.
"C'entra tuo padre in tutto questo??" gli chiesi tutto d'un fiato, temendo di essere indiscreta.
l'espressione del suo viso si distese: "Si, ma non è l'unico..."
"Ah...Ehm...Scusa se ti ho fatto questa domanda indiscreta...Non ne avevo il diritto..." gli dissi sinceramente dispiaciuta.
"Ma che dici!!!Mi fa bene parlare con te di queste cose...Piuttosto scusa tu se sono stato un pò freddo...Questione d'abitudine, nessuno mi capisce..." mi disse tornando a sorridere dolcemente.
"Non fa niente, mi fa piacere di averti aiutato Michael..." gli dissi ricambiando teneramente il sorriso.
All'improvviso si girò di schena. Non sapevo perchè ed ero molto curiosa, così gli chiesi: "Hey!!Che fai??"
Non mi rispondeva. Ero sempre più uriosa di vedere quello che faceva.
Di scatto si girò verso di me e mi porse un fiore. Non ne conoscevo il nome, ma era un fiore bellissimo. Rosso, con il gambo lungo e i petali larghi.
"Tieni...Questo è per te..." mi disse arrossendo lievemente.
"Grazie mille" gli dissi con le guanciotte tutte rosse.
"E di cosa??Sono io che devo dirti grazie...Hai fatto molto per me in questi giorni." mi disse lieve.
"Te l'ho detto anche prima...A me fa piacere aiutarti..." gli dissi sorridendo.
Ricambiò il sorriso e poi si avvicinò a me.
"E a me fa piacere avere un'amica che mi aiuta tanto." mi sussurrò.
E poi allargò le sue braccia verso di me e mi stinse al suo petto. Era l'abbraccio più tenero che avessi mai ricevuto.
Capivo quanta voglia avesse di vivere la sua infanzia e mi dispiaceva non poter fare niente per aiutarlo. L'abbraccio lasciava trasparire tutta la fragilità di quel bambino costretto a fare cose contro la sua voltontà, da un padre freddo e crudele.
Capivo come si sentiva. Mio padre non era così, per fortuna. Volevo che mio padre fosse anche quello di Michael, per evitare che soffrisse così tanto...
"Hey fratello, lo sdolcinato lo fai più tardi, vieni a giocare con noi adesso" disse Jermaine.
Ci sciogliemmo dall'abbraccio, paonazzi in viso, ma contenti per quello che era successo.
I hate you
Nei due giorni che seguirono, mi tenni il più possibile lontano da Joe e da Michael, per evitare che quest'ultimo fosse sgridato.
Ma soprattutto mi tenevo lontano da Joe. Mi faceva orrore (per non dire schifo) stare vicino ad una persona capace di fare certe cose. Mi dava fastidio anche solo incrociare il suo sguardo. Quello sguardo furbo che nascondeva una crudeltà immensa. Quello sguardo freddo come il ghiaccio. Quello sguardo che non smetteva mai di ferire le persone. Quello sguardo più tagliente di una lama.
Odiavo il modo in cui guardava tutti, fiero di una superiorità che in realtà non possedeva. Fiero di poter picchiare i suoi figli quando gli pareva, perchè in casa SUA la SUA legge non lo impediva. Fiero del fatto che tutti si facessero comandare a bacchetta, perchè non avevano il coraggio e soprattutto la forza (cosa che a Joe importava particolarmente) per reagire.
Era la prima volta che provavo questo sentimento di odio nei confronti di una persona, un sentimento che non aveva mai attraversato il mio cuore e non si era mai trasformato in energia scorrendo nelle mie sottili vene. Mai.
Sinceramente, non sapevo se fosse una cosa positiva o negativa.
Finchè non arrivò il giorno delle prove in studio.
Avevo detto a Michael che lo avrei accompagnato e non avevo intenzione di deluderlo.
Lo avevo detto a mio padre e lui era d'accordo, non sapendo quello che Joe aveva fatto a Mike, altrimenti di sicuro non mi avrebbe fatto venire. O peggio, forse si sarebbe licenziato o Joe lo avrebbe licenziato.
Joe non lo sapeva, ma sinceramente non avevo il minimo interesse nel dirglielo.
Partimmo alla mattina presto, verso le otto di mattina. Eravamo tutti insieme nella macchina dei Jackson e stavamo abbastanza stretti, ma non mi interessava. Ero troppo occupata a chiacchierare e giocare con Michael, sotto gli sguardi inquisitori e i sorrisi sornioni di mio padre.
Ad un certo punti Michael mi chiese: "Ma perchè tuo padre ti guarda in quel modo dall'inizio del viaggio??"
Arrossii violentemente.
Mio padre cominciò con un tono deciso: "Perchè la signorina qui presente..."
Lo bloccai sul nascere: "Perchè è un pò scemo...Lascialo perdere" dissi affrettandomi, per paura che mio padre continuasse quella frase, di cui conoscevo già la conclusione: "Perchè la signorina qui presente è innamorata di te".
Lui si mise a ridere e, dopo le mie occhiate infuriate, si girò e contunuò a parlare con Joe, come stava facendo prima di interromperci.
Ammiravo il suo coraggio nel farlo, ma del resto, lui non sapeva niente dell'accaduto.
Dopo circa dieci minuti arrivammo allo studio. Ero felice di poter assistere alle prove di Michael. Ero felice perchè non sapevo quello che mi aspettava.
Entrammo e ci togliemmo la giacca, perchè faceva decisamente caldo.
Michael e i suoi fratelli entrarono in studio. lui, ovviamente, al centro davanti al suo microfono.
Da diatro il vetro lo guardavo sorridente e piena di energia. Non vedevo l'ora che cominciassero. C'era anche mio padre accanto a me, ma per fortuna questa volta non disse niente vedendomi in fibrillazione. Si limitò ad una delle sue solite occhiate, ma ormai a quelle non ci facevo più caso.
Prima canzone: I Want You Back.
Seguirono I'll Be There, Stop! The Love You Save, Euphoria, ABC e Shoo-Bee-Doo-Bee-Doo-Bee-Doo-Da-Day.
Alla fine delle prove (o quella che pensavo fosse la fine), Michael uscì dalla sala e mi venne incontro.
"Allora??Che te ne pare??" mi chiese curioso e speranzoso.
"Ehm..." feci la finta faccia triste.
"Non è che siete un granchè..." dissi cercando di essere il più convincente possibile.
Mi guardò afflitto: "Ma...Ma se non hai fatto altro che ballare tutto il tempo..."
"Scherzo Mikey...Siete dei fenomeni...Siete davvero molto bravi, complimenti." gli dissi sorridendo.
Il suo viso si illuminò. Probabilmente ci teneva alla mia risposta.
Mi strinse di scatto in uno dei suoi soliti abbracci. "Grazie...Il tuo parere è importante" mi disse sorridendo teneramente.
Ci sciogliemmo dall'abbraccio. Io ero di fronte a lui e lui era dava le spalle alla sala di registrazione, dalla quale uscì all'improvviso Joe. Come l'altra volta, il suo viso era deformato dalla rabbia, ma stavolta i suoi occhi non erano riusciti a nasconderla.
"Attento Mike!" gli urlai appena in tempo.
Lui si girò di scatto e capì cosa gli stava per succedere.
Joe alzò un braccio e con tutta la forza che aveva in corpo, cominciò a riempirlo di schiaffi.
"Ti ho detto che non devi distrarti dalle prove per causa di quella ragazzina, moccioso!!" disse pieno di rabbia.
Stavolta non aveva avuto nemmeno la decenza di farlo in privato.
Ma questa volte non potevo stare ferma, non riuscivo a vedere una scena simile.
Così, con un coraggio che non pensavo neanche di avere, mi misi in mezzo tra un Michael ormai accasciato da dolore, e Joe.
Lui, Michael e i suoi fratelli mi guardavano atterriti.
"Adesso smettila" gli dissi.
"Non ha fatto niente!! Non merita tutto questo!Tu non puoi capire come si sente, perchè se lo capissi non lo constringeresti a fare queste cose, al solo scopo di guadagnare soldi." gli dissi sicura di me stessa.
"Levati ragazzina, se non ne vuoi prendere anche tu." mi disse con un'occhiata infuriata.
Ma non avevo nessuna intenzione di andarmene. Ormai avevo cominciato e dovevo andare fino in fondo. Non avevo mai rinunciato a niente in vita mia e non avevo intenzione di cominciare adesso.
"Io da qui non mi muovo, finchè tu non lasci stare il mio amico." gli dissi arrabbiata.
Però era impensabile che una bmbina come me potesse fronteggiare un simile uomo crudele. Senza pensarci due volte, sollevò il braccio e tirò uno schiaffo anche a me.
Io caddi a terra. Avevo le lacrime che mi rigavano le guance rosse. Però non sapevo esattamente se le lacrime erano per lo schiaffo o per la rabbia e l'odio che provavo nei confronti di quell'uomo.
"lasciala stare papà!!Lei non c'ntra niente!!" gli disse Michael lievemente, per paura e perchè non aveva fiato.
Nel frattempo mio padre era uscito dal bagno e aveva visto la scena. Così, era corso da noi.
"Joe non la toccare!!" urlò mio padre all'uomo che aveva già alzato il bracccio un'altra volta contro di me.
Lui, non so in che modo, capì che aveva esagerato e se ne andò senza proferir parola.
Io mi voltai contro Michael, che mi sussurrò: "Ammiro il tuo coraggio...Io non ci sarei mai riuscito...Grazie di nuovo."
"Non fa niente...Meritava di sentirsi dire quelle cose e doveva capire che stava esagerando. Comunque anche io ti devo ringraziare....Per avermi difesa..." gli dissi dolcemente, con la guancia ancora rossa per lo schiaffo.
"Di niente...Sei una bambina davvero coraggiosa e molto forte...Non scorderò mai quello che hai fatto per me." mi disse sorridendo lievemente.
Ricambiai il sorriso.
I giorni passavano e io e Michael diventavamo sempre più amici, così tanto che ormai a lui dicevo tutto.
Ma mi colpì un cosa che un giorno mi disse lui.
Eravamo in giardino. Il sole era molto forte e faceva caldo. Gli altri fratelli giocavano tra di loro, mentre noi ci eravamo messi sotto un albero a chiacchierare.
"Quando le hai le prossime prove in studio Mike??" gli chiesi curiosa.
"Tra due giorni." Mi disse indifferente.
"Ci accompagnerai, vero??" mi chiese speranzoso.
"Certo!!!Non vedo l'ora!!!Chissà che bello essere famoso come te..." gli dissi con gli occhi sognanti. Mi sarebbe tanto piaciuto diventare come Michael, adoravo la musica, in tutte le sue forme e avrei tanto voluto poterla esprimere attraverso me stessa. Con i miei ideali, anche se erano quelli di una bambina di sette anni, con il mio cuore e con tutta la mia anima.
"No, non è vero..." mi disse abbassando lo sguardo.
Rimasi sbalordita da questa risposta... Io avrei dato tutto per arrivare ai suoi traguardi (non per i soldi o la fama, ma per il semplice piacere di farlo) e lui diceva che non era bello??
"Non è bello...La mia vita è piana di stress, di appuntamenti di lavoro, di sgridate, giorni persi a lavorare invece che stare fuori a giocare con i bambini della mia età, pieno di adulti. E poi, come se non bastasse, ho perso tutti gli amici, perchè esdsendo sempre impegnato con il lavoro non posso mai stare con loro...Se avessi saputo prima quello che mi aspettava, avrei fatto di tutto per evitare questa vita, anche a costo di andare contro le idee di mio padre..." mi disse pieno di rabbia e frustrazione.
Come è possibile che il mondo della musica lo avesse traumatizzato a tal punto?? C'entrava forse suo padre??
"Mi dispiace tanto...Io.. Non pensavo..."
Mi interruppe: "Certo, nessuno lo pensa se non lo prova..."
"Però posso domandarti una cosa??" gli chiesi incerta.
"Si...Dimmi..." mi disse sorridendo. Con quel classico sorriso che, tutti sapevano, non era un sorriso divertito.
"C'entra tuo padre in tutto questo??" gli chiesi tutto d'un fiato, temendo di essere indiscreta.
l'espressione del suo viso si distese: "Si, ma non è l'unico..."
"Ah...Ehm...Scusa se ti ho fatto questa domanda indiscreta...Non ne avevo il diritto..." gli dissi sinceramente dispiaciuta.
"Ma che dici!!!Mi fa bene parlare con te di queste cose...Piuttosto scusa tu se sono stato un pò freddo...Questione d'abitudine, nessuno mi capisce..." mi disse tornando a sorridere dolcemente.
"Non fa niente, mi fa piacere di averti aiutato Michael..." gli dissi ricambiando teneramente il sorriso.
All'improvviso si girò di schena. Non sapevo perchè ed ero molto curiosa, così gli chiesi: "Hey!!Che fai??"
Non mi rispondeva. Ero sempre più uriosa di vedere quello che faceva.
Di scatto si girò verso di me e mi porse un fiore. Non ne conoscevo il nome, ma era un fiore bellissimo. Rosso, con il gambo lungo e i petali larghi.
"Tieni...Questo è per te..." mi disse arrossendo lievemente.
"Grazie mille" gli dissi con le guanciotte tutte rosse.
"E di cosa??Sono io che devo dirti grazie...Hai fatto molto per me in questi giorni." mi disse lieve.
"Te l'ho detto anche prima...A me fa piacere aiutarti..." gli dissi sorridendo.
Ricambiò il sorriso e poi si avvicinò a me.
"E a me fa piacere avere un'amica che mi aiuta tanto." mi sussurrò.
E poi allargò le sue braccia verso di me e mi stinse al suo petto. Era l'abbraccio più tenero che avessi mai ricevuto.
Capivo quanta voglia avesse di vivere la sua infanzia e mi dispiaceva non poter fare niente per aiutarlo. L'abbraccio lasciava trasparire tutta la fragilità di quel bambino costretto a fare cose contro la sua voltontà, da un padre freddo e crudele.
Capivo come si sentiva. Mio padre non era così, per fortuna. Volevo che mio padre fosse anche quello di Michael, per evitare che soffrisse così tanto...
"Hey fratello, lo sdolcinato lo fai più tardi, vieni a giocare con noi adesso" disse Jermaine.
Ci sciogliemmo dall'abbraccio, paonazzi in viso, ma contenti per quello che era successo.
I hate you
Nei due giorni che seguirono, mi tenni il più possibile lontano da Joe e da Michael, per evitare che quest'ultimo fosse sgridato.
Ma soprattutto mi tenevo lontano da Joe. Mi faceva orrore (per non dire schifo) stare vicino ad una persona capace di fare certe cose. Mi dava fastidio anche solo incrociare il suo sguardo. Quello sguardo furbo che nascondeva una crudeltà immensa. Quello sguardo freddo come il ghiaccio. Quello sguardo che non smetteva mai di ferire le persone. Quello sguardo più tagliente di una lama.
Odiavo il modo in cui guardava tutti, fiero di una superiorità che in realtà non possedeva. Fiero di poter picchiare i suoi figli quando gli pareva, perchè in casa SUA la SUA legge non lo impediva. Fiero del fatto che tutti si facessero comandare a bacchetta, perchè non avevano il coraggio e soprattutto la forza (cosa che a Joe importava particolarmente) per reagire.
Era la prima volta che provavo questo sentimento di odio nei confronti di una persona, un sentimento che non aveva mai attraversato il mio cuore e non si era mai trasformato in energia scorrendo nelle mie sottili vene. Mai.
Sinceramente, non sapevo se fosse una cosa positiva o negativa.
Finchè non arrivò il giorno delle prove in studio.
Avevo detto a Michael che lo avrei accompagnato e non avevo intenzione di deluderlo.
Lo avevo detto a mio padre e lui era d'accordo, non sapendo quello che Joe aveva fatto a Mike, altrimenti di sicuro non mi avrebbe fatto venire. O peggio, forse si sarebbe licenziato o Joe lo avrebbe licenziato.
Joe non lo sapeva, ma sinceramente non avevo il minimo interesse nel dirglielo.
Partimmo alla mattina presto, verso le otto di mattina. Eravamo tutti insieme nella macchina dei Jackson e stavamo abbastanza stretti, ma non mi interessava. Ero troppo occupata a chiacchierare e giocare con Michael, sotto gli sguardi inquisitori e i sorrisi sornioni di mio padre.
Ad un certo punti Michael mi chiese: "Ma perchè tuo padre ti guarda in quel modo dall'inizio del viaggio??"
Arrossii violentemente.
Mio padre cominciò con un tono deciso: "Perchè la signorina qui presente..."
Lo bloccai sul nascere: "Perchè è un pò scemo...Lascialo perdere" dissi affrettandomi, per paura che mio padre continuasse quella frase, di cui conoscevo già la conclusione: "Perchè la signorina qui presente è innamorata di te".
Lui si mise a ridere e, dopo le mie occhiate infuriate, si girò e contunuò a parlare con Joe, come stava facendo prima di interromperci.
Ammiravo il suo coraggio nel farlo, ma del resto, lui non sapeva niente dell'accaduto.
Dopo circa dieci minuti arrivammo allo studio. Ero felice di poter assistere alle prove di Michael. Ero felice perchè non sapevo quello che mi aspettava.
Entrammo e ci togliemmo la giacca, perchè faceva decisamente caldo.
Michael e i suoi fratelli entrarono in studio. lui, ovviamente, al centro davanti al suo microfono.
Da diatro il vetro lo guardavo sorridente e piena di energia. Non vedevo l'ora che cominciassero. C'era anche mio padre accanto a me, ma per fortuna questa volta non disse niente vedendomi in fibrillazione. Si limitò ad una delle sue solite occhiate, ma ormai a quelle non ci facevo più caso.
Prima canzone: I Want You Back.
Seguirono I'll Be There, Stop! The Love You Save, Euphoria, ABC e Shoo-Bee-Doo-Bee-Doo-Bee-Doo-Da-Day.
Alla fine delle prove (o quella che pensavo fosse la fine), Michael uscì dalla sala e mi venne incontro.
"Allora??Che te ne pare??" mi chiese curioso e speranzoso.
"Ehm..." feci la finta faccia triste.
"Non è che siete un granchè..." dissi cercando di essere il più convincente possibile.
Mi guardò afflitto: "Ma...Ma se non hai fatto altro che ballare tutto il tempo..."
"Scherzo Mikey...Siete dei fenomeni...Siete davvero molto bravi, complimenti." gli dissi sorridendo.
Il suo viso si illuminò. Probabilmente ci teneva alla mia risposta.
Mi strinse di scatto in uno dei suoi soliti abbracci. "Grazie...Il tuo parere è importante" mi disse sorridendo teneramente.
Ci sciogliemmo dall'abbraccio. Io ero di fronte a lui e lui era dava le spalle alla sala di registrazione, dalla quale uscì all'improvviso Joe. Come l'altra volta, il suo viso era deformato dalla rabbia, ma stavolta i suoi occhi non erano riusciti a nasconderla.
"Attento Mike!" gli urlai appena in tempo.
Lui si girò di scatto e capì cosa gli stava per succedere.
Joe alzò un braccio e con tutta la forza che aveva in corpo, cominciò a riempirlo di schiaffi.
"Ti ho detto che non devi distrarti dalle prove per causa di quella ragazzina, moccioso!!" disse pieno di rabbia.
Stavolta non aveva avuto nemmeno la decenza di farlo in privato.
Ma questa volte non potevo stare ferma, non riuscivo a vedere una scena simile.
Così, con un coraggio che non pensavo neanche di avere, mi misi in mezzo tra un Michael ormai accasciato da dolore, e Joe.
Lui, Michael e i suoi fratelli mi guardavano atterriti.
"Adesso smettila" gli dissi.
"Non ha fatto niente!! Non merita tutto questo!Tu non puoi capire come si sente, perchè se lo capissi non lo constringeresti a fare queste cose, al solo scopo di guadagnare soldi." gli dissi sicura di me stessa.
"Levati ragazzina, se non ne vuoi prendere anche tu." mi disse con un'occhiata infuriata.
Ma non avevo nessuna intenzione di andarmene. Ormai avevo cominciato e dovevo andare fino in fondo. Non avevo mai rinunciato a niente in vita mia e non avevo intenzione di cominciare adesso.
"Io da qui non mi muovo, finchè tu non lasci stare il mio amico." gli dissi arrabbiata.
Però era impensabile che una bmbina come me potesse fronteggiare un simile uomo crudele. Senza pensarci due volte, sollevò il braccio e tirò uno schiaffo anche a me.
Io caddi a terra. Avevo le lacrime che mi rigavano le guance rosse. Però non sapevo esattamente se le lacrime erano per lo schiaffo o per la rabbia e l'odio che provavo nei confronti di quell'uomo.
"lasciala stare papà!!Lei non c'ntra niente!!" gli disse Michael lievemente, per paura e perchè non aveva fiato.
Nel frattempo mio padre era uscito dal bagno e aveva visto la scena. Così, era corso da noi.
"Joe non la toccare!!" urlò mio padre all'uomo che aveva già alzato il bracccio un'altra volta contro di me.
Lui, non so in che modo, capì che aveva esagerato e se ne andò senza proferir parola.
Io mi voltai contro Michael, che mi sussurrò: "Ammiro il tuo coraggio...Io non ci sarei mai riuscito...Grazie di nuovo."
"Non fa niente...Meritava di sentirsi dire quelle cose e doveva capire che stava esagerando. Comunque anche io ti devo ringraziare....Per avermi difesa..." gli dissi dolcemente, con la guancia ancora rossa per lo schiaffo.
"Di niente...Sei una bambina davvero coraggiosa e molto forte...Non scorderò mai quello che hai fatto per me." mi disse sorridendo lievemente.
Ricambiai il sorriso.
marina56- Moderator
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Località : Torino
Re: The Missing Part Of Me (completa)
Bye my Friend
"Stai bene piccola??" mi chiese preoccupato mio padre.
"Si papà..." gli dissi abbassando gli occhi.
"Sei sicura??" mi chiese di nuovo con gli occhi spalancati.
"Si...Non ti devi preoccupare papà..." gli dissi sorridendo lievemente.
"Vieni, alzati, torniamo a casa. Dobbiamo preparare le valigie...Ce ne andiamo." mi disse serio e un pò dispiaciuto. Ci teneva a quel lavoro, me lo aveva detto, ma allora perchè voleva mollare tutto??
"Cosa?!...Perchè??" gli chiesi sconvolta.
"Ally io non voglio che quell' uomo ti faccia del male ancora...Posso trovarmi un altro lavoro, ma non voglio che tu resti qui ancora." mi disse con gli occhi che imploravano di poter tornare indietro in modo da fare in modo che quello che mi aveva detto non fosse mai uscito dalle sue labbra rosse e sottili.
"No papà...Ti prego...Io non voglio...Anzi, non posso lasciare Mike da solo..." gli dissi implorante.
intervenne Michael: "La prego signor Moore...Ally è la migliore, anzi, l'unica vera amica che io abbia mai avuto...La prego non me la porti via..." disse prendendomi la mano.
"Ragazzi...Io capisco che vi volete bene, ma quello che è appena successo non può passare inosservato..." ci disse lieve. Neanche lui voleva andarsene, lo capivo benissimo dal suo sguardo e dal tono della sua voce.
"Ma papà..." gli dissi sul punto di piangere.
"Ally...Quando due persone si vogliono bene sul serio, ma si devono separare, se il loro affetto dura, prima o poi si riincontreranno..." mi disse tentando di fermare le lacrime che ormai mi rigavano le guance.
Ormai era troppo tardi però...Non potevo più fermare le lacrime che ormai avevano cominciato a scendere solleticandomi il viso e arrivando fino all'incavo del collo, per poi essere bloccate dal collo della maglietta che indossavo.
"Posso salutare Michael??" gli chiesi con la voce tremante a causa del pianto.
"Certo piccola...Io intanto vado a prendere qualcosa da bere al bar..." mi disse malinconicamente.
Si alzò e sparì dietro l'angolo color rosso vivo della sala.
Io mi girai verso Michael.
Anche lui stava piangendo.
"Ti ricordi come facciamo a far andare via la tristezza e il dolore io e te??" mi disse tra le lacrime.
"Certo che mi ricordo" risposi stringendogli la mano.
Così, cominciammo a cantare...I'll be there.
La nostra canzone. Quella canzone che si adattava perfettamente a quel momento...Che era la canzone perfetta per passare i miei ultimi minuti con lui.
Di nuovo, come quache giorno fa in camera mia, tutto intorno a noi sparì, divenne buio. La magia ci avvolgeva. Sembravamo delle piccola fatine in una stanza completamente buia, circondate da polvere magica che ci illuminava. Non avevo mai provato quella sensazione prima d'ora.
Alla fine della canzone ci fermammo un istante a guardarci.
I miei occhi azzurri erano incatenati ai suoi occhioni color cioccolato. Il dolore mi provocò una stretta al cuore, che per un attimo smise di battere. Joe era riuscito a trovare il modo per farci male davvero. La ferita che provocava questa separazione, non poteva essere eguagliata neanche da tutti quegli schiaffi e cinghiate che dava a Michael.
Mi porse la mano che prima stringeva la mia e mi disse dolcemente: "Vieni qui..."
Mi avvicinai lentamente prendendogli di nuovo la mano. Velocemente mi attirò a sè e mi strinse forte.
Io affondai la testa nel suo petto morbido e anche io lo strinsi. Restammo così per un tempo che sembrò interminabile. Mi piaceva lasciarmi andare in quel modo ed essere sorretta da quella stretta delicata ma forte allo stesso tempo. La stretta da cui, di nuovo, traspariva tutta la fragilità di Michael. Era bello, sembrava di poter volare su una nuvoletta.
Quando ci sciogliemmo dall'abbraccio, mi disse con una delicatezza che rese la frase quasi impercettibile: "Promettimi una cosa..."
"Che cosa?" gli chiesi con la voce tremante e gli occhi rossi e tutti gonfi.
"Promettimi che non piangerai pensando a me...Non voglio che tu soffra. Quindi, per favore, anche se quando penserai a me e ai nostri bei momenti, ti verrà da piangere, promettimi che sorriderai. Il coraggio di una persona sta in questo e io so che tu sei una bambina davvero coragggiosa." mi disse asgiugandomi le lacrime con un dito.
"Certo che te lo prometto." gli dissi, sforzandomi di sorridere.
"Grazie di cuore." mi sussurrò.
Poi avvicinò il suo viso alla mia guancia e mi diede un bacio. Ovviamente, arrossii violentemente.
Nel frattempo arrivò mio padre. quando lo vidi, provai un dolore indescrivibile. Non era un dolore fisico però...
Era arrivata l'ora di andarsene.
"Voglio darti una cosa." dissi, staccandomi il braccialetto che mi aveva regalato mia madre.
Glielo porsi. "Così ti ricorderai di me...Ogni volta che lo guarderai, potrai ricordarti di questa amicizia che ha lasciato un segno indelebile nella mia vita." continuai.
"Grazie. Ma io non ti avrei dimenticato comunque..." mi disse dolcemente.
"Allora Mike" gli dissi senza fiato.
"Tu sei la mia migliore amica Ally...Non ti dimenticherò mai. Ciao" mi disse lievemente.
"Neanche io ti dimenticherò." gli dissi con un sussurro.
Mi avvicinai e anche io gli diedi una bacio sulla guancia.
Mi sorrise dolcemente e io ricambiai il suo sorriso.
Poi, presi la mano di mio padre e uscimmo.
Per tornare a casa Jackson, prendemmo un taxi.
Salimmo e mentre partiva, provai lo stesso sentimento, anzi molto più intenso, di quando andai via dalla mia vecchia casa per venire qui. Vedevo lo studio allontanarsi e confondersi sempre di più con gli altri edifici. Vedevo l'amicizia più importante della mia vita allontanarsi come la sala di registrazione.
Pensai a Michael, alle nostre chiacchierate, ai nostri teneri abbracci, a tutte le cose che avevamo passato insieme in così poco tempo.
L' istinto di piangere sembrava irrefrenabile, ma io gli avevo promesso che non lo avrei fatto. Dovevo mantenere la promessa. A parte la musica e la nostra bellissima amicizia, era l'unica cosa che ci univa.
Ero immersa nei miei pensieri, così, sobbalzai quando mio padre mi disse: "Sei stata molto coraggiosa piccola...Non tutti avrebbero difeso così una persona, anche se ci avessero tenuto tanto come tu tieni tanto a Michael."
Di solito quando parlava di me e Mike mi faceva sempre arrabbiare con le sue occhiatine e i suoi sorrisini, ma stavolta era serio. Aveva capito che non era il momento di scherzare.
"Grazie papà" gli sussurrai, abbassando gli occhi.
"Non essere triste. Te l'ho detto anche prima...Se il vostro affetto è sincero, un giorno vi riincontrerete." mi disse teneramente.
Sorrisi. Sorrisi perchè credevo in questa cosa, era l'unica speranza, l'unico sogno a cui mi potevo aggrappare in quel momento così difficile.
Quando arrivammo in casa Jackson, mamma Kathrine ci corse incontro. Era al corrente dell'accaduto. Disse che glielo aveva detto Tito.
Sapeva che ce ne saremmo andati, perchè aveva un'aria triste.
Preparammo i bagagli in fretta, poi scendemmo in cucina a salutare anche lei.
"Ciao piccola" mi disse con un faccia afflitta.
"Ciao mamma Kathrine." gli dissi malinconicamente.
"Salve signora." gli disse mio padre.
"Ciao Mr. J" gli rispose mamma Kathrine.
Uscimmo e risalimmo nel taxi che ci aveva aspattato fuori. Partimmo, ma senza sapere la meta.
"Stai bene piccola??" mi chiese preoccupato mio padre.
"Si papà..." gli dissi abbassando gli occhi.
"Sei sicura??" mi chiese di nuovo con gli occhi spalancati.
"Si...Non ti devi preoccupare papà..." gli dissi sorridendo lievemente.
"Vieni, alzati, torniamo a casa. Dobbiamo preparare le valigie...Ce ne andiamo." mi disse serio e un pò dispiaciuto. Ci teneva a quel lavoro, me lo aveva detto, ma allora perchè voleva mollare tutto??
"Cosa?!...Perchè??" gli chiesi sconvolta.
"Ally io non voglio che quell' uomo ti faccia del male ancora...Posso trovarmi un altro lavoro, ma non voglio che tu resti qui ancora." mi disse con gli occhi che imploravano di poter tornare indietro in modo da fare in modo che quello che mi aveva detto non fosse mai uscito dalle sue labbra rosse e sottili.
"No papà...Ti prego...Io non voglio...Anzi, non posso lasciare Mike da solo..." gli dissi implorante.
intervenne Michael: "La prego signor Moore...Ally è la migliore, anzi, l'unica vera amica che io abbia mai avuto...La prego non me la porti via..." disse prendendomi la mano.
"Ragazzi...Io capisco che vi volete bene, ma quello che è appena successo non può passare inosservato..." ci disse lieve. Neanche lui voleva andarsene, lo capivo benissimo dal suo sguardo e dal tono della sua voce.
"Ma papà..." gli dissi sul punto di piangere.
"Ally...Quando due persone si vogliono bene sul serio, ma si devono separare, se il loro affetto dura, prima o poi si riincontreranno..." mi disse tentando di fermare le lacrime che ormai mi rigavano le guance.
Ormai era troppo tardi però...Non potevo più fermare le lacrime che ormai avevano cominciato a scendere solleticandomi il viso e arrivando fino all'incavo del collo, per poi essere bloccate dal collo della maglietta che indossavo.
"Posso salutare Michael??" gli chiesi con la voce tremante a causa del pianto.
"Certo piccola...Io intanto vado a prendere qualcosa da bere al bar..." mi disse malinconicamente.
Si alzò e sparì dietro l'angolo color rosso vivo della sala.
Io mi girai verso Michael.
Anche lui stava piangendo.
"Ti ricordi come facciamo a far andare via la tristezza e il dolore io e te??" mi disse tra le lacrime.
"Certo che mi ricordo" risposi stringendogli la mano.
Così, cominciammo a cantare...I'll be there.
La nostra canzone. Quella canzone che si adattava perfettamente a quel momento...Che era la canzone perfetta per passare i miei ultimi minuti con lui.
Di nuovo, come quache giorno fa in camera mia, tutto intorno a noi sparì, divenne buio. La magia ci avvolgeva. Sembravamo delle piccola fatine in una stanza completamente buia, circondate da polvere magica che ci illuminava. Non avevo mai provato quella sensazione prima d'ora.
Alla fine della canzone ci fermammo un istante a guardarci.
I miei occhi azzurri erano incatenati ai suoi occhioni color cioccolato. Il dolore mi provocò una stretta al cuore, che per un attimo smise di battere. Joe era riuscito a trovare il modo per farci male davvero. La ferita che provocava questa separazione, non poteva essere eguagliata neanche da tutti quegli schiaffi e cinghiate che dava a Michael.
Mi porse la mano che prima stringeva la mia e mi disse dolcemente: "Vieni qui..."
Mi avvicinai lentamente prendendogli di nuovo la mano. Velocemente mi attirò a sè e mi strinse forte.
Io affondai la testa nel suo petto morbido e anche io lo strinsi. Restammo così per un tempo che sembrò interminabile. Mi piaceva lasciarmi andare in quel modo ed essere sorretta da quella stretta delicata ma forte allo stesso tempo. La stretta da cui, di nuovo, traspariva tutta la fragilità di Michael. Era bello, sembrava di poter volare su una nuvoletta.
Quando ci sciogliemmo dall'abbraccio, mi disse con una delicatezza che rese la frase quasi impercettibile: "Promettimi una cosa..."
"Che cosa?" gli chiesi con la voce tremante e gli occhi rossi e tutti gonfi.
"Promettimi che non piangerai pensando a me...Non voglio che tu soffra. Quindi, per favore, anche se quando penserai a me e ai nostri bei momenti, ti verrà da piangere, promettimi che sorriderai. Il coraggio di una persona sta in questo e io so che tu sei una bambina davvero coragggiosa." mi disse asgiugandomi le lacrime con un dito.
"Certo che te lo prometto." gli dissi, sforzandomi di sorridere.
"Grazie di cuore." mi sussurrò.
Poi avvicinò il suo viso alla mia guancia e mi diede un bacio. Ovviamente, arrossii violentemente.
Nel frattempo arrivò mio padre. quando lo vidi, provai un dolore indescrivibile. Non era un dolore fisico però...
Era arrivata l'ora di andarsene.
"Voglio darti una cosa." dissi, staccandomi il braccialetto che mi aveva regalato mia madre.
Glielo porsi. "Così ti ricorderai di me...Ogni volta che lo guarderai, potrai ricordarti di questa amicizia che ha lasciato un segno indelebile nella mia vita." continuai.
"Grazie. Ma io non ti avrei dimenticato comunque..." mi disse dolcemente.
"Allora Mike" gli dissi senza fiato.
"Tu sei la mia migliore amica Ally...Non ti dimenticherò mai. Ciao" mi disse lievemente.
"Neanche io ti dimenticherò." gli dissi con un sussurro.
Mi avvicinai e anche io gli diedi una bacio sulla guancia.
Mi sorrise dolcemente e io ricambiai il suo sorriso.
Poi, presi la mano di mio padre e uscimmo.
Per tornare a casa Jackson, prendemmo un taxi.
Salimmo e mentre partiva, provai lo stesso sentimento, anzi molto più intenso, di quando andai via dalla mia vecchia casa per venire qui. Vedevo lo studio allontanarsi e confondersi sempre di più con gli altri edifici. Vedevo l'amicizia più importante della mia vita allontanarsi come la sala di registrazione.
Pensai a Michael, alle nostre chiacchierate, ai nostri teneri abbracci, a tutte le cose che avevamo passato insieme in così poco tempo.
L' istinto di piangere sembrava irrefrenabile, ma io gli avevo promesso che non lo avrei fatto. Dovevo mantenere la promessa. A parte la musica e la nostra bellissima amicizia, era l'unica cosa che ci univa.
Ero immersa nei miei pensieri, così, sobbalzai quando mio padre mi disse: "Sei stata molto coraggiosa piccola...Non tutti avrebbero difeso così una persona, anche se ci avessero tenuto tanto come tu tieni tanto a Michael."
Di solito quando parlava di me e Mike mi faceva sempre arrabbiare con le sue occhiatine e i suoi sorrisini, ma stavolta era serio. Aveva capito che non era il momento di scherzare.
"Grazie papà" gli sussurrai, abbassando gli occhi.
"Non essere triste. Te l'ho detto anche prima...Se il vostro affetto è sincero, un giorno vi riincontrerete." mi disse teneramente.
Sorrisi. Sorrisi perchè credevo in questa cosa, era l'unica speranza, l'unico sogno a cui mi potevo aggrappare in quel momento così difficile.
Quando arrivammo in casa Jackson, mamma Kathrine ci corse incontro. Era al corrente dell'accaduto. Disse che glielo aveva detto Tito.
Sapeva che ce ne saremmo andati, perchè aveva un'aria triste.
Preparammo i bagagli in fretta, poi scendemmo in cucina a salutare anche lei.
"Ciao piccola" mi disse con un faccia afflitta.
"Ciao mamma Kathrine." gli dissi malinconicamente.
"Salve signora." gli disse mio padre.
"Ciao Mr. J" gli rispose mamma Kathrine.
Uscimmo e risalimmo nel taxi che ci aveva aspattato fuori. Partimmo, ma senza sapere la meta.
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Re: The Missing Part Of Me (completa)
Finalmente... Dopo tanti anni...
Gli anni passarono lenti. Tutto il mio mondo senza Mike era lento e noioso. Non avevo più il mio amico buffo che mi faceva sempre sorridere. Non avevo più il mio amico che mi consolava quando ero triste. Non avevo più il mio amico che mi stringeva affettuosamente a sè. Io non avevo più l'unica persona, apparte mio padre, davvero importante nella mia vita. Non avevo più il mio amico che riusciva ade essere speciale, e mi faceva sentire speciale, con gesti di un attimo.
Con il tempo, mi trovai delle amici, ma nessuna fu come Michael. Perchè quando cantavo con loro non c'era magia?? Perchè non mi prendevano mai per mano, dolcemente.
Forse era colpa mia...Forse ero io che pretendevo troppo dagli altri.
Eppure Mike faceva quelle cose senza che io glielo chiedessi...
Forse nella vita non bisognava affezionarsi ad una persona sola...
Lo sapevo...Avevo sbagliato di nuovo...Mi affezionavo sempre troppo in fretta alle persone, che uscivano dalla mia vita dopo poco tempo, ma io soffrivo tanto.
Era successo con mia madre, e adesso con Michael...
Però c'era qualcosa di straordinario in quel bambino...Riusciva a capirmi in un solo istante e con lui non avevo bisogno di fingere. Non mi dovevo nascondere, perchè a lui non importava se ero buffa o se tutti mi prendevano per pazza. Con lui potevo essere semplicemente Ally, per quanto goffa o svalvolata fossi.
Ormai ne era passato di tempo...Era il 1988.
In quegli anni avevo spesso sentito parlare di lui alla tv. Era diventato davvero famoso, componeva canzoni magiche...Avevo tutti i suoi cd. Ma nulla di tutto questo poteva essere paragonato a vederlo o a sentirlo cantare nella realtà.
Un giorno decisi di andare a vederlo dal vivo ad un suo concerto. Non speravo mi riconoscesse perchè ero cambiata negli tempo. Ora avevo 30 anni...Non ero più la bambina che si fece dare uno schiaffo da suo padre...Almeno come aspetto esteriore.
Era da tanto che aspettavo quel momento, perchè era da tanto che risparmiavo soldi dal mio stipendio da insegnante dei bambini dell'asilo. Mi si addiceva molto quel lavoro. Io adoravo i bambini e mi sentivo una di loro. Era bello poter giocare con lro e tenere le loro piccole manine...Sembrava di essere in una favola...Nella favola di Peter pan. Loro erano i bombi sperduti, io Trilli. Però mancava Peter.
Il giorno tanto atteso finalmente arrivò: 20 Agosto 1988.
Staccavo dal lavoro alle 18:00 e il concerto cominciava alle 19:00.
Avevo un'ora per prepararmi. Salutai velocemente i bambini, schioccando a ciascuno un bacio sulla guancia, prima che se ne andassero con i loro genitori.
Presi la giacca e mi catapultai (letteralmente xD) in macchina. Erano già le 18:15 e io dovevo ancora arrivare a casa, farmi la doccia, asciugarmi capelli, decidere cosa mettere (molto complicato), rivestirmi e andare al concerto.
Dopo circa dieci minuti arrivai a casa. In circa cinque secondi mi svestii ed entrai nella doccia. Mi sarebbe piaciuto fare una doccia calda, per rilassarmi un pò dopo tutta quella giornata intensa e quel corri corri finale, ma non c'era tempo, così in cinque minuti mi lavai e mi misi la biancheria. Adesso i capelli. Farli boccolosi, lisci, mossi...??
Alla fine decisi che il tempo era troppo poco, quindi li asciugai normalmente, semplicemente ricci.
"Ok..." mi dissi "Ora tocca all'abbigliamento...".
Mi provai credo cinque o sei abbinamenti prima di decidere che un paio di jeans neri, aderenti, una magliatta rossa e delle scarpe da ginnastica potessero andare bene. Infondo dovevo essere comoda...Ma mi ci volle un pò per capirlo.
Erano le 18:45.
Ora il trucco. Essendo ormai tardi mi misi velocemente un velo di matita nella parte inferiore dell'occhio e il rimmel sopra.
Ok...erano le 18:47...Ce la potevo fare.
Di nuovo uscii e mi catapultai in macchina ed arrivai al concerto.
Mi feci largo tra una marea di persone. Tra gomitate nelle costole, calci e gente che mi mandava a quel paese, riuscii ad arrivare tra le prime file, vicino al palco.
Dopo circa mezz'ora, inizò il concerto.
Prima canzone: Wanna Be Starting Something, The Way You Make Me Feel, Smooth Criminal, Beat it, She's Out Of My Life, Thriller, Human Nature, I Just Can't Stop Loving You, Off The Wall, Working Day And Night, Bad, Billie Jean, Stop! The Love You Save, I Want You Back e infine, la mia...Anzi, la nostra I'll Be there.
Chi mai avrebbe immaginato che quello che è successo potesse succedere...
Per tutta la durata della canzone non avevo fatto altro che fissare i suoi occhi, che fissavano me. Era un legame infrangibile. Da sempre.
Il suo sguardo non era cammbiato affatto. Per niente. Io lo potevo capire. Ma sicuramente lui non mi aveva riconosciuta, ci mancherebbe...
Quando finì di cantare, scese dal palco.
Aspettai circa un' ora poi tutta la calca che si era formata davanti al palco, si sciolse.
Stavo tornando verso il parcheggio, quando, un uomo enorme, spalle larghe, altro circa due metri e bello muscoloso, mi si piazzò davanti. Se avessi sbattuto il naso contro il suo petto, me lo sarei rotto di sicuro.
"Il signor Jackson la vuole vedere." mi disse con una vociona profonda, squadrandomi dalla testa ai piadi con un sopracciglio inarcato, come dire "Pff, cosa avrà mai di speciale sta qui..."
Gli anni passarono lenti. Tutto il mio mondo senza Mike era lento e noioso. Non avevo più il mio amico buffo che mi faceva sempre sorridere. Non avevo più il mio amico che mi consolava quando ero triste. Non avevo più il mio amico che mi stringeva affettuosamente a sè. Io non avevo più l'unica persona, apparte mio padre, davvero importante nella mia vita. Non avevo più il mio amico che riusciva ade essere speciale, e mi faceva sentire speciale, con gesti di un attimo.
Con il tempo, mi trovai delle amici, ma nessuna fu come Michael. Perchè quando cantavo con loro non c'era magia?? Perchè non mi prendevano mai per mano, dolcemente.
Forse era colpa mia...Forse ero io che pretendevo troppo dagli altri.
Eppure Mike faceva quelle cose senza che io glielo chiedessi...
Forse nella vita non bisognava affezionarsi ad una persona sola...
Lo sapevo...Avevo sbagliato di nuovo...Mi affezionavo sempre troppo in fretta alle persone, che uscivano dalla mia vita dopo poco tempo, ma io soffrivo tanto.
Era successo con mia madre, e adesso con Michael...
Però c'era qualcosa di straordinario in quel bambino...Riusciva a capirmi in un solo istante e con lui non avevo bisogno di fingere. Non mi dovevo nascondere, perchè a lui non importava se ero buffa o se tutti mi prendevano per pazza. Con lui potevo essere semplicemente Ally, per quanto goffa o svalvolata fossi.
Ormai ne era passato di tempo...Era il 1988.
In quegli anni avevo spesso sentito parlare di lui alla tv. Era diventato davvero famoso, componeva canzoni magiche...Avevo tutti i suoi cd. Ma nulla di tutto questo poteva essere paragonato a vederlo o a sentirlo cantare nella realtà.
Un giorno decisi di andare a vederlo dal vivo ad un suo concerto. Non speravo mi riconoscesse perchè ero cambiata negli tempo. Ora avevo 30 anni...Non ero più la bambina che si fece dare uno schiaffo da suo padre...Almeno come aspetto esteriore.
Era da tanto che aspettavo quel momento, perchè era da tanto che risparmiavo soldi dal mio stipendio da insegnante dei bambini dell'asilo. Mi si addiceva molto quel lavoro. Io adoravo i bambini e mi sentivo una di loro. Era bello poter giocare con lro e tenere le loro piccole manine...Sembrava di essere in una favola...Nella favola di Peter pan. Loro erano i bombi sperduti, io Trilli. Però mancava Peter.
Il giorno tanto atteso finalmente arrivò: 20 Agosto 1988.
Staccavo dal lavoro alle 18:00 e il concerto cominciava alle 19:00.
Avevo un'ora per prepararmi. Salutai velocemente i bambini, schioccando a ciascuno un bacio sulla guancia, prima che se ne andassero con i loro genitori.
Presi la giacca e mi catapultai (letteralmente xD) in macchina. Erano già le 18:15 e io dovevo ancora arrivare a casa, farmi la doccia, asciugarmi capelli, decidere cosa mettere (molto complicato), rivestirmi e andare al concerto.
Dopo circa dieci minuti arrivai a casa. In circa cinque secondi mi svestii ed entrai nella doccia. Mi sarebbe piaciuto fare una doccia calda, per rilassarmi un pò dopo tutta quella giornata intensa e quel corri corri finale, ma non c'era tempo, così in cinque minuti mi lavai e mi misi la biancheria. Adesso i capelli. Farli boccolosi, lisci, mossi...??
Alla fine decisi che il tempo era troppo poco, quindi li asciugai normalmente, semplicemente ricci.
"Ok..." mi dissi "Ora tocca all'abbigliamento...".
Mi provai credo cinque o sei abbinamenti prima di decidere che un paio di jeans neri, aderenti, una magliatta rossa e delle scarpe da ginnastica potessero andare bene. Infondo dovevo essere comoda...Ma mi ci volle un pò per capirlo.
Erano le 18:45.
Ora il trucco. Essendo ormai tardi mi misi velocemente un velo di matita nella parte inferiore dell'occhio e il rimmel sopra.
Ok...erano le 18:47...Ce la potevo fare.
Di nuovo uscii e mi catapultai in macchina ed arrivai al concerto.
Mi feci largo tra una marea di persone. Tra gomitate nelle costole, calci e gente che mi mandava a quel paese, riuscii ad arrivare tra le prime file, vicino al palco.
Dopo circa mezz'ora, inizò il concerto.
Prima canzone: Wanna Be Starting Something, The Way You Make Me Feel, Smooth Criminal, Beat it, She's Out Of My Life, Thriller, Human Nature, I Just Can't Stop Loving You, Off The Wall, Working Day And Night, Bad, Billie Jean, Stop! The Love You Save, I Want You Back e infine, la mia...Anzi, la nostra I'll Be there.
Chi mai avrebbe immaginato che quello che è successo potesse succedere...
Per tutta la durata della canzone non avevo fatto altro che fissare i suoi occhi, che fissavano me. Era un legame infrangibile. Da sempre.
Il suo sguardo non era cammbiato affatto. Per niente. Io lo potevo capire. Ma sicuramente lui non mi aveva riconosciuta, ci mancherebbe...
Quando finì di cantare, scese dal palco.
Aspettai circa un' ora poi tutta la calca che si era formata davanti al palco, si sciolse.
Stavo tornando verso il parcheggio, quando, un uomo enorme, spalle larghe, altro circa due metri e bello muscoloso, mi si piazzò davanti. Se avessi sbattuto il naso contro il suo petto, me lo sarei rotto di sicuro.
"Il signor Jackson la vuole vedere." mi disse con una vociona profonda, squadrandomi dalla testa ai piadi con un sopracciglio inarcato, come dire "Pff, cosa avrà mai di speciale sta qui..."
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Re: The Missing Part Of Me (completa)
Lelly Kelly e Mikey Mouse
Avevo sentito bene?? Michael mi voleva vedere?? Allora mi aveva riconosciuta!!!
A questa notizia non potei evitare di sorridere energicamente...Michael mi aveva riconosciuta, si ricordava di me...
Mi misi a saltellare come una bambina, non potendo fare a meno di cancellare il sorriso dal mio volto.
L'uomo in nero mi avrà sicuramente presa per pazza, ma a me non importava più di tanto.
Finalemente avevo la possibilità di rivedere il mio amico. Potevo riabbracciarlo e giocare con lui...Di nuovo.
Di nuovo l'uomo enorme mi squadrò dalla testa ai piedi e poi mi disse con tono superbo:" Mi segua...".
Ma chi era lui per giudicarmi in quel modo, anche se non apertamente??
Io potevo saltellare e comportarmi da bambina quanto volevo...Specialemte in una situazione del genere.
Lui non sapeva la storia dall'inizio. Non aveva il diritto di guardarmi in quel modo.
Mi rattristai scoprendo ancora una volta, quanto la gente fosse così superficiale...E quanto si sentisse superiore, solo perchè loro non si mettevano a saltellare per strada...
In compenso però facevano cose molto peggiori che tenevano nascoste e che nella maggior parte dei casi danneggiavano altre persone.
Constatai che quella guardia del corpo non era molto diversa da Joe...
Lo seguii senza dire niente...Ero impaziente all'idea di rivedere Michael...Non volevo farmi influenzare da quell'uomo...Non avrei permesso a niente e a nessuno di rovinare quel momento.
Si bloccò improvvisamente dvanti ad una porta. Per la seconda volta rischiai di sbatterci contro e rompermi il naso.
"Prego, entri" mi disse aprendo la porta. Non seppi definire il suo tono di voce. Forse perchè ero in ansia di ricedere Michael, forse perchè sinceramente non mi interessava.
Entrai.
Da sotto il palco, tra distanza e luci, non avevo visto benissimo Michael, mi si capiva chiaramente che era cambiato.
Quando mi sentì arrivare, si girò verso di me.
I suoi capelli erano molto meno ricci di quando eravamo bambini. Il suo naso era più piccolo e più alla francese. Sapevo che se lo era rifatto perchè ne parlavano spesso in televisione.
Avevo anche sentito che si era sbiancato la pelle e in effetti essa era più chiara di quando era piccolo, ma non credetti mai ad una parola di quelle sciocchezze.
Avevo avuto la fortuna di conoscere Mike da piccolo e sapevo che non era autorazzista o cose del genere...Sicuramente ci sarà stato un altro motivo per cui la sua pelle si era schiarita.
E poi io penso che sia impossibile sbiancarsi la pelle chirurgicamente...
Mi guardò con occhi sgranati per qualche secondo...Era insicuro e imbarazzato. Forse aveva paura di sbagliare.
Poi parlò: "Ally?? S-sei tu??" mi disse con la voce inferma.
"Si Mike..." gli risposi sorridendo a 32 denti.
Anche lui fece un sorriso enorme, sollevato.
Mi corse incontro e mi abbracciò forte.
"Lo sapevo..." mi sussurrò.
Di nuovo, come eravamo piccoli. Io appoggiavo la mia testa sul suo petto morbido e soffice, lui mi cingeva le spalle e la schiena con le sue mani calde.
Mi mancavano tanto quegli abbracci...
"Come stai?? é da tanto che non ci vediamo..." gli chiesi sciogliendomi dall'abbraccio.
"Io sto bene..." disse sorridendo. "Lo so che è stata colpa di mio padre se non ci siamo più potuti vedere per tutto questo tempo...Mi sei mancata sai? Non avevo più la mia Ally che mi consolava quando ero triste e che mi difendeva da mio padre...Non scorderò mai quel gesto...Nessuno lo avrebbe fatto. " mi disse abbassando gli occhi e cominciando a giocare con una ciocca dei miei capelli.
"Non ti preoccupare Mike...Non è il caso di ricordare i brutti momenti...Anche tu mi sei mancato e adesso ho tanta voglia di giocare con come quando eravamo bambini, ti va??" gli chiesi elettrizzata.
"Certo!" mi disse mentre gli si illuminavano gli occhi.
Mi strinse di nuovo, più forte di prima e cominciammo a dondolarci l'uno tra le braccia dell'altra.
"aspetta un attimo. Mi finisco di preparare poi usciamo, ok??" mi chiese facendo diventare i suoi occhi enormi.
"Certo, fai con calma." gli dissi mettendomi a ridere per i suoi occhi.
"Che c'è da ridere?" mi chiese facendo una smorfia a metà tra il divertito e il curioso.
"Niente niente..." gli dissi cercando di nascondere una nuova ondata di risate che mi stava per assalire.
"Sai, non sei cambiata molto...Sei sempre la mia solita pazzerella..." mi disse teneramente.
Sorrisi.
"E tu sempre il solito bimbo tenero" gli dissi dolce.
Si morse il labbro inferiore e poi si avvicinò a me.
Teneva le mani dietro la schiena e lo sguardo basso.
"Che hai lì dietro...??" gli chiesi, intuendo che stesse tramando qulcosa.
Di scatto alzò il viso e disse: "Un bacio per la mia Lelly Kelly!!"
Poi si avvicinò velocmente al mio viso e mi schioccò un bacio sulla guancia.
Arrosii lievemente, ma di nuovo sorrisi felice e lui ricambiò.
"Però anche io voglio dare un bacio al mio Mikey Mouse" dissi con vocina da bambina, quale decisamente ero.
"Le mia guance sono a tua disposizione" disse con voce e gesti teatrali.
Mi avvicinai lentamente e avvicinai le mie labbra alle sue guance calde.
Erano ancora più morbide di quanto le ricordassi.
Mi sorrise candidamente. Nenache il suo sorriso era cambiato tanto.
Era sempre pieno di luce e di tenerezza. Era un sorriso sincero...Come pochi al mondo.
Ma mi preoccupava sempre di più il velo di tristezza che portava negli occhi.
Non credo che fosse colpa di suo padre. Ormai aveva 30 anni, era indipendente. Doveva esserci un' altra motivazione.
Avevo sentito bene?? Michael mi voleva vedere?? Allora mi aveva riconosciuta!!!
A questa notizia non potei evitare di sorridere energicamente...Michael mi aveva riconosciuta, si ricordava di me...
Mi misi a saltellare come una bambina, non potendo fare a meno di cancellare il sorriso dal mio volto.
L'uomo in nero mi avrà sicuramente presa per pazza, ma a me non importava più di tanto.
Finalemente avevo la possibilità di rivedere il mio amico. Potevo riabbracciarlo e giocare con lui...Di nuovo.
Di nuovo l'uomo enorme mi squadrò dalla testa ai piedi e poi mi disse con tono superbo:" Mi segua...".
Ma chi era lui per giudicarmi in quel modo, anche se non apertamente??
Io potevo saltellare e comportarmi da bambina quanto volevo...Specialemte in una situazione del genere.
Lui non sapeva la storia dall'inizio. Non aveva il diritto di guardarmi in quel modo.
Mi rattristai scoprendo ancora una volta, quanto la gente fosse così superficiale...E quanto si sentisse superiore, solo perchè loro non si mettevano a saltellare per strada...
In compenso però facevano cose molto peggiori che tenevano nascoste e che nella maggior parte dei casi danneggiavano altre persone.
Constatai che quella guardia del corpo non era molto diversa da Joe...
Lo seguii senza dire niente...Ero impaziente all'idea di rivedere Michael...Non volevo farmi influenzare da quell'uomo...Non avrei permesso a niente e a nessuno di rovinare quel momento.
Si bloccò improvvisamente dvanti ad una porta. Per la seconda volta rischiai di sbatterci contro e rompermi il naso.
"Prego, entri" mi disse aprendo la porta. Non seppi definire il suo tono di voce. Forse perchè ero in ansia di ricedere Michael, forse perchè sinceramente non mi interessava.
Entrai.
Da sotto il palco, tra distanza e luci, non avevo visto benissimo Michael, mi si capiva chiaramente che era cambiato.
Quando mi sentì arrivare, si girò verso di me.
I suoi capelli erano molto meno ricci di quando eravamo bambini. Il suo naso era più piccolo e più alla francese. Sapevo che se lo era rifatto perchè ne parlavano spesso in televisione.
Avevo anche sentito che si era sbiancato la pelle e in effetti essa era più chiara di quando era piccolo, ma non credetti mai ad una parola di quelle sciocchezze.
Avevo avuto la fortuna di conoscere Mike da piccolo e sapevo che non era autorazzista o cose del genere...Sicuramente ci sarà stato un altro motivo per cui la sua pelle si era schiarita.
E poi io penso che sia impossibile sbiancarsi la pelle chirurgicamente...
Mi guardò con occhi sgranati per qualche secondo...Era insicuro e imbarazzato. Forse aveva paura di sbagliare.
Poi parlò: "Ally?? S-sei tu??" mi disse con la voce inferma.
"Si Mike..." gli risposi sorridendo a 32 denti.
Anche lui fece un sorriso enorme, sollevato.
Mi corse incontro e mi abbracciò forte.
"Lo sapevo..." mi sussurrò.
Di nuovo, come eravamo piccoli. Io appoggiavo la mia testa sul suo petto morbido e soffice, lui mi cingeva le spalle e la schiena con le sue mani calde.
Mi mancavano tanto quegli abbracci...
"Come stai?? é da tanto che non ci vediamo..." gli chiesi sciogliendomi dall'abbraccio.
"Io sto bene..." disse sorridendo. "Lo so che è stata colpa di mio padre se non ci siamo più potuti vedere per tutto questo tempo...Mi sei mancata sai? Non avevo più la mia Ally che mi consolava quando ero triste e che mi difendeva da mio padre...Non scorderò mai quel gesto...Nessuno lo avrebbe fatto. " mi disse abbassando gli occhi e cominciando a giocare con una ciocca dei miei capelli.
"Non ti preoccupare Mike...Non è il caso di ricordare i brutti momenti...Anche tu mi sei mancato e adesso ho tanta voglia di giocare con come quando eravamo bambini, ti va??" gli chiesi elettrizzata.
"Certo!" mi disse mentre gli si illuminavano gli occhi.
Mi strinse di nuovo, più forte di prima e cominciammo a dondolarci l'uno tra le braccia dell'altra.
"aspetta un attimo. Mi finisco di preparare poi usciamo, ok??" mi chiese facendo diventare i suoi occhi enormi.
"Certo, fai con calma." gli dissi mettendomi a ridere per i suoi occhi.
"Che c'è da ridere?" mi chiese facendo una smorfia a metà tra il divertito e il curioso.
"Niente niente..." gli dissi cercando di nascondere una nuova ondata di risate che mi stava per assalire.
"Sai, non sei cambiata molto...Sei sempre la mia solita pazzerella..." mi disse teneramente.
Sorrisi.
"E tu sempre il solito bimbo tenero" gli dissi dolce.
Si morse il labbro inferiore e poi si avvicinò a me.
Teneva le mani dietro la schiena e lo sguardo basso.
"Che hai lì dietro...??" gli chiesi, intuendo che stesse tramando qulcosa.
Di scatto alzò il viso e disse: "Un bacio per la mia Lelly Kelly!!"
Poi si avvicinò velocmente al mio viso e mi schioccò un bacio sulla guancia.
Arrosii lievemente, ma di nuovo sorrisi felice e lui ricambiò.
"Però anche io voglio dare un bacio al mio Mikey Mouse" dissi con vocina da bambina, quale decisamente ero.
"Le mia guance sono a tua disposizione" disse con voce e gesti teatrali.
Mi avvicinai lentamente e avvicinai le mie labbra alle sue guance calde.
Erano ancora più morbide di quanto le ricordassi.
Mi sorrise candidamente. Nenache il suo sorriso era cambiato tanto.
Era sempre pieno di luce e di tenerezza. Era un sorriso sincero...Come pochi al mondo.
Ma mi preoccupava sempre di più il velo di tristezza che portava negli occhi.
Non credo che fosse colpa di suo padre. Ormai aveva 30 anni, era indipendente. Doveva esserci un' altra motivazione.
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Re: The Missing Part Of Me (completa)
Ops...
"Però..."disse facendo la faccia triste. Si capiva benissimo che stava fingendo, ma decisi ugualmente di reggergli il gioco.
"Non so se possiamo uscire adesso..." continuò decisamente disperato, facendo le labbrucce.
"Perchè??" gli chiesi allargando i miei occhi al massimo che mi fu consentito.
"Perchè..." disse lentamente.
Poi corse verso di me e cominciò a farmi il solletico in ogni parte del corpo che riteneva abbastanza vulnerabile. Fin da piccola avevo sofferto molto il sollletico in quasi ogni parte del mio corpo e Mike lo sapeva, perchè quando eravamo piccoli mi faceva spesso questo scherzo.
"Perchè prima devo fare una cosa che non facevo da tempo." mi diceva mentre io mi piagavo in due dalle risate.
Si girò un attimo e "abbassò la guardia" e io, che ormai avevo il mal di pancia dal ridere, presi al volo quell' occasione e cominciai a solleticarlo anche io.
"Basta ti prego, pietà!" mi diceva tra gli sforzi causati dal troppo riso.
"Adesso chi è che vince, eh??" gli chiesi tra le risate.
"Ok, ok...Mi arrendo" disse stremato, ancora ridendo.
Decisi di fermarmi. Ormai avevo vinto, non aveva senso continuare a farlo soffrire. Mi pentii presto.
Era dietro di me e mi prese per i fianchi. Non so cosa volesse farmi, ma purtroppo non ci riuscì.
Inciampò sul tappeto del camerino e cadde sul pavimeto. E io con lui.
Appena realizzammo l'accaduto, capimmo di trovsarci in una posizione strana...
Lui era sotto, con la schiena sul pavimento e io sopra di lui con la pancia all'insù.
Cadendo, avevo sbattuto il sedere contro i suoi..ehm...gioielli, così gli chiesi: "Oddio Mike ti ho fatto male??" avevo davvero paura di avergli fatto male.
"No no, tranquilla." mi disse con la voce soffocata.
"Ma tu hai urlato e...La tua voce è fioca e i tuoi occhi dicono che ti ho fatto male..." gli dissi preoccupata, senza muovermi da quella posizione.
"Lo so....tu li sai leggere bene gli occhi....Ma non ti preoccupare, io..." si interruppe perchè la porta si aprì all'improvviso, rivelando la sua guardia del corpo, che evidentemente aveva sentito l'urlo.
"Mr. Jackson, tutto a posto? La signorina le ha fatto qualcosa?" chiese allarmato.
Io e lui ci alzammo velocemente, con il volto basso e i visi paonazzi. Chissà cosa avrà pensato quell'uomo...
"Non ti preoccupare Matt...Non è successo niente, stavamo solo giocando." gli disse velocemente con poca voce.
La guardia del corpo lo squadrò, esattamente come aveva fatto con me, con lo stesso sopracciglio inarcato e lo stesso atteggiamento di superiorità.
Mi dava molto fastidio questa cosa...Proprio non riuscivo a sopportarla.
"Perchè lo guardi così?" gli chiesi con atteggiamento di sfida.
Michael mi guardò con gli occhi spalancati, ancora rosso in viso.
Gli rivolsi un'occhiata rassicurante e continuai:"Hai guardato anche me nello stesso modo prima...Ti senti tanto superiore, perchè tu non ti "abbassi" a giochetti da bambini?" gli chiesi arrabbiata.
Lui mi guardò con occhi arrabbiati e rispose:"Almeno io non vivo nel mondo delle favole" disse, evidentemente divertito da quanto appena detto.
"Tu sei solo un uomo superficiale, guardi le persone in quel modo senza neanche sapere come sono fatte dentro!!" gli dissi con occhi pieni di rabbia.
Michael si avvicinò a me.
"Adesso basta Allly...Non ti arrabbiare..." mi disse lieve.
Non so come faceva a non arrabbiarsi. Era sempre così calma e dolce la sua voce.
"Già...Non ne vale la pena" dissi cercando di calmarmi.
L'uomo, uscì senza scomporsi più di tanto, emettendo un suono del tipo "Pff".
Quando la porta si chiuse definitivamente Michael si girò verso di me.
"Che è successo? Perchè ti sei arrabbiata così?" mi chiese dolcemente.
"Mi da fastidio l'atteggiamento di quell'uomo Mike...Lui ci guarda dall'alto in basso con superiorità...Perchè la gente deve essere così superficiale?" gli chiesi triste.
Mi strinse forte in un altro dei suoi abbracci morbidi.
"Non farci caso...Loro non ci capiscono, non sanno quanto divertimento c'è in una semplice battaglia di solletico...Non sanno cosa si perdono." mi sussurrò tenero.
"Ma tu come fai a non arrabbiarti?" gli chiesi con la voce soffocata a causa della pressione del mio volto contro il suo petto.
"Non farci caso...Noi sappiamo cosa significa vivere nel NOSTRO mondo delle favole ed è fantastico.
Se loro non vogliono nemmeno provarci è perchè non sanno quanto ci rimettono." mi disse sorridendo.
Lo guardai e sorrisi, poi affondai di nuovo la testa nel suo petto.
Riuscivo a percepire il suo odore delicato e il battito regolare del suo cuore.
"Grazie per avermi capita...Ancora una volta Mike." gli disse dandogli un bacio dolce dolce.
"Ti capisco perchè sei fatta esattamente come me...
Perchè noi siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni." mi disse teatralmente, facendo una faccia buffissima.
Scoppiai a ridere e lui com me.
Era da tanto che non giocavo più con il mio Mikey....Ora dovevamo recuperare il tempo perso.
"Però..."disse facendo la faccia triste. Si capiva benissimo che stava fingendo, ma decisi ugualmente di reggergli il gioco.
"Non so se possiamo uscire adesso..." continuò decisamente disperato, facendo le labbrucce.
"Perchè??" gli chiesi allargando i miei occhi al massimo che mi fu consentito.
"Perchè..." disse lentamente.
Poi corse verso di me e cominciò a farmi il solletico in ogni parte del corpo che riteneva abbastanza vulnerabile. Fin da piccola avevo sofferto molto il sollletico in quasi ogni parte del mio corpo e Mike lo sapeva, perchè quando eravamo piccoli mi faceva spesso questo scherzo.
"Perchè prima devo fare una cosa che non facevo da tempo." mi diceva mentre io mi piagavo in due dalle risate.
Si girò un attimo e "abbassò la guardia" e io, che ormai avevo il mal di pancia dal ridere, presi al volo quell' occasione e cominciai a solleticarlo anche io.
"Basta ti prego, pietà!" mi diceva tra gli sforzi causati dal troppo riso.
"Adesso chi è che vince, eh??" gli chiesi tra le risate.
"Ok, ok...Mi arrendo" disse stremato, ancora ridendo.
Decisi di fermarmi. Ormai avevo vinto, non aveva senso continuare a farlo soffrire. Mi pentii presto.
Era dietro di me e mi prese per i fianchi. Non so cosa volesse farmi, ma purtroppo non ci riuscì.
Inciampò sul tappeto del camerino e cadde sul pavimeto. E io con lui.
Appena realizzammo l'accaduto, capimmo di trovsarci in una posizione strana...
Lui era sotto, con la schiena sul pavimento e io sopra di lui con la pancia all'insù.
Cadendo, avevo sbattuto il sedere contro i suoi..ehm...gioielli, così gli chiesi: "Oddio Mike ti ho fatto male??" avevo davvero paura di avergli fatto male.
"No no, tranquilla." mi disse con la voce soffocata.
"Ma tu hai urlato e...La tua voce è fioca e i tuoi occhi dicono che ti ho fatto male..." gli dissi preoccupata, senza muovermi da quella posizione.
"Lo so....tu li sai leggere bene gli occhi....Ma non ti preoccupare, io..." si interruppe perchè la porta si aprì all'improvviso, rivelando la sua guardia del corpo, che evidentemente aveva sentito l'urlo.
"Mr. Jackson, tutto a posto? La signorina le ha fatto qualcosa?" chiese allarmato.
Io e lui ci alzammo velocemente, con il volto basso e i visi paonazzi. Chissà cosa avrà pensato quell'uomo...
"Non ti preoccupare Matt...Non è successo niente, stavamo solo giocando." gli disse velocemente con poca voce.
La guardia del corpo lo squadrò, esattamente come aveva fatto con me, con lo stesso sopracciglio inarcato e lo stesso atteggiamento di superiorità.
Mi dava molto fastidio questa cosa...Proprio non riuscivo a sopportarla.
"Perchè lo guardi così?" gli chiesi con atteggiamento di sfida.
Michael mi guardò con gli occhi spalancati, ancora rosso in viso.
Gli rivolsi un'occhiata rassicurante e continuai:"Hai guardato anche me nello stesso modo prima...Ti senti tanto superiore, perchè tu non ti "abbassi" a giochetti da bambini?" gli chiesi arrabbiata.
Lui mi guardò con occhi arrabbiati e rispose:"Almeno io non vivo nel mondo delle favole" disse, evidentemente divertito da quanto appena detto.
"Tu sei solo un uomo superficiale, guardi le persone in quel modo senza neanche sapere come sono fatte dentro!!" gli dissi con occhi pieni di rabbia.
Michael si avvicinò a me.
"Adesso basta Allly...Non ti arrabbiare..." mi disse lieve.
Non so come faceva a non arrabbiarsi. Era sempre così calma e dolce la sua voce.
"Già...Non ne vale la pena" dissi cercando di calmarmi.
L'uomo, uscì senza scomporsi più di tanto, emettendo un suono del tipo "Pff".
Quando la porta si chiuse definitivamente Michael si girò verso di me.
"Che è successo? Perchè ti sei arrabbiata così?" mi chiese dolcemente.
"Mi da fastidio l'atteggiamento di quell'uomo Mike...Lui ci guarda dall'alto in basso con superiorità...Perchè la gente deve essere così superficiale?" gli chiesi triste.
Mi strinse forte in un altro dei suoi abbracci morbidi.
"Non farci caso...Loro non ci capiscono, non sanno quanto divertimento c'è in una semplice battaglia di solletico...Non sanno cosa si perdono." mi sussurrò tenero.
"Ma tu come fai a non arrabbiarti?" gli chiesi con la voce soffocata a causa della pressione del mio volto contro il suo petto.
"Non farci caso...Noi sappiamo cosa significa vivere nel NOSTRO mondo delle favole ed è fantastico.
Se loro non vogliono nemmeno provarci è perchè non sanno quanto ci rimettono." mi disse sorridendo.
Lo guardai e sorrisi, poi affondai di nuovo la testa nel suo petto.
Riuscivo a percepire il suo odore delicato e il battito regolare del suo cuore.
"Grazie per avermi capita...Ancora una volta Mike." gli disse dandogli un bacio dolce dolce.
"Ti capisco perchè sei fatta esattamente come me...
Perchè noi siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni." mi disse teatralmente, facendo una faccia buffissima.
Scoppiai a ridere e lui com me.
Era da tanto che non giocavo più con il mio Mikey....Ora dovevamo recuperare il tempo perso.
marina56- Moderator
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Re: The Missing Part Of Me (completa)
Mutandeeee!
"Daiiii!!!!!! Finisci di prepararti che voglio uscireee!!!!!Ho voglia di recuperare il tempo perso Mike..." gli dissi impaziente.
"Faccio in un secondo. Anche io voglio recuperare il tempo perso e ti promett che non ti farò aspettare." mi disse facendomi l'occhiolino e sparendo dietro la porta del bagno del suo camerino.
Quando era entrato indossava ancora i vestiti del cocerto ed era tutto sudato.
Infatti, sentii l'acqua della doccia scrociare. Si stava lavando.
Speravo con tutto il cuore che ci mettesse poco. Avevo tante cose da dirgli e ero molto curiosa di sentire cosa aveva da dirmi lui.
Inolte avevo intuito che non era cambiato per niente. Era rimasto il bambino di sempre, quindi non vedevo l'ora di giocare con lui, di poter di nuovo condividere con il mio amico tutti i miei sogni, le mie ambizioni, le mie speranze e i miei sentimenti.
Di poter finalmente rivivere con lui momenti unici, magici e indimenticabili della mia vita.
Assorta come al solito nei miei pensieri, sobbalzai quando Mike mi chiamò dal bagno: "Ally??" disse dopo che ebbe chiuso il getto della doccia, per evitare che non lo sentissi.
"Dimmi Michael" risposi stupita.
"Ehm...Ho un problema..." disse. La sua voce tremava leggermente...Chissà cosa era successo.
"Quale??" gli chiesi curiosa.
"Prometti di non ridere??" disse con la voce che rimbombava a causa delle due pareti che ci dividevano.
"Non so se posso farlo..." dissi con voce maliziosa.
"Ti prego...." mi disse implorante.
"Ok Ok...Dimmi" gli dissi rassegnata.
"Mi sono dimenticato di prendere....Di prendere le mutande...Me le potresti dare??" mi chiese imbarazzato. Si sentiva dal tono della sua voce...
Scoppiai a ridere, inevitabilmente.
"HEYYYY!!! Mi avevi promesso che non avresti riso!!" mi disse Michael fingendosi arrabbiato.
"Scusa...Ma non ho potuto...Resistere..." gli dissi tra le risate, cercando in qualche modo di calmarle.
Anche lui rise, impercettibilemte. Non so se rideva per la sua distrazione o perchè aveva sentito me.
"Dimmi dove sono che te le do." continuai con un tono di voce finalemte tornato abbastanza normale.
"Nel secondo cassetto...Prendi quelle che vuoi." mi disse, forse stanco di aspettare, ma doveva attendere ancora un pò per i miei gusti.
Aprii il cassetto e vidi approssimativamente una cinquantina di mutande...
Ma un paio rosa con gli unicorni attirarono la mia attenzione. Sapevo che lo avrei messo in imbarazzo e che non le avrebbe volute, ma gli diedi quelle, consapevole di quanto avrei riso dopo.
Bussai.
"Posso entrare??" chiesi incerta.
"Si vieni." mi disse.
Entrai. Indossava un accappatoio rosso.
Feci la misteriosa per un pò, tenendo le mutande dietro la schiena.
"Allora??Quali hai preso" mi disse grattandosi i capelli bagnati.
Non riuscii a trattenere un risolino e intanto gliele porsi.
"AH!!!" dove le hai prese?!?!" mi chiese terrorizzato e molto imbarazzato.
Aveva le guance tutte rosse e i suoi occhi mi imploravano di riportarle indietro subito.
Scoppiai a ridere e poi risposi: "Dentro il cassetto...Mi hai detto di prendere quelle che volevo..." dissi con aria innocente.
"Tu mi vuoi far morire..." disse scuotendo la testa.
"Ti prego portale via...Bianche andranno benissimo" continuò cercando di mandarmi via al più presto, per evitare che imbarazzassi ancora.
"Si...Certo.." dissi con un sorriso sornione, mentre uscivo.
Presi le mutande e tornai in bagno per dargliele, poi uscii.
Dopo dieci minuti uscì. Indossava una camicia nera e dei pantaloni neri, corti in modo che si vedessero i calzetti bianchi che portava stotto. E come al solito, gli immancabili mocassini neri.
Si era anche ascuigato i capelli e si era messo un sottile strato di gel.
Il trucco che portava intorno agli occhi, faceva risaltare il color cioccolato della sua pupilla.
"Usciamo??" mi disse sorridendo.
"Certo" dissi ricambiano il sorriso.
Prese le chiavi e aprì la porta.
"Prego." disse invitando mi ad uscire prima di lui con un inchino.
"Grazie" dissi prendendolo in giro.
Passandogli di fianco, notai che si era dato il profumo. Era delicato. Probabilmente un profumo femminile. Mi piaceva, ma io preferivo quelli da uomo.
Uscimmo e salimmo in macchina.
"Dove andaimo???" gli chiesi.
"Mi guardò con un'aria di sfida. "é una sorpresa Ally..." disse misterioso.
"Daiiii!!!!!! Finisci di prepararti che voglio uscireee!!!!!Ho voglia di recuperare il tempo perso Mike..." gli dissi impaziente.
"Faccio in un secondo. Anche io voglio recuperare il tempo perso e ti promett che non ti farò aspettare." mi disse facendomi l'occhiolino e sparendo dietro la porta del bagno del suo camerino.
Quando era entrato indossava ancora i vestiti del cocerto ed era tutto sudato.
Infatti, sentii l'acqua della doccia scrociare. Si stava lavando.
Speravo con tutto il cuore che ci mettesse poco. Avevo tante cose da dirgli e ero molto curiosa di sentire cosa aveva da dirmi lui.
Inolte avevo intuito che non era cambiato per niente. Era rimasto il bambino di sempre, quindi non vedevo l'ora di giocare con lui, di poter di nuovo condividere con il mio amico tutti i miei sogni, le mie ambizioni, le mie speranze e i miei sentimenti.
Di poter finalmente rivivere con lui momenti unici, magici e indimenticabili della mia vita.
Assorta come al solito nei miei pensieri, sobbalzai quando Mike mi chiamò dal bagno: "Ally??" disse dopo che ebbe chiuso il getto della doccia, per evitare che non lo sentissi.
"Dimmi Michael" risposi stupita.
"Ehm...Ho un problema..." disse. La sua voce tremava leggermente...Chissà cosa era successo.
"Quale??" gli chiesi curiosa.
"Prometti di non ridere??" disse con la voce che rimbombava a causa delle due pareti che ci dividevano.
"Non so se posso farlo..." dissi con voce maliziosa.
"Ti prego...." mi disse implorante.
"Ok Ok...Dimmi" gli dissi rassegnata.
"Mi sono dimenticato di prendere....Di prendere le mutande...Me le potresti dare??" mi chiese imbarazzato. Si sentiva dal tono della sua voce...
Scoppiai a ridere, inevitabilmente.
"HEYYYY!!! Mi avevi promesso che non avresti riso!!" mi disse Michael fingendosi arrabbiato.
"Scusa...Ma non ho potuto...Resistere..." gli dissi tra le risate, cercando in qualche modo di calmarle.
Anche lui rise, impercettibilemte. Non so se rideva per la sua distrazione o perchè aveva sentito me.
"Dimmi dove sono che te le do." continuai con un tono di voce finalemte tornato abbastanza normale.
"Nel secondo cassetto...Prendi quelle che vuoi." mi disse, forse stanco di aspettare, ma doveva attendere ancora un pò per i miei gusti.
Aprii il cassetto e vidi approssimativamente una cinquantina di mutande...
Ma un paio rosa con gli unicorni attirarono la mia attenzione. Sapevo che lo avrei messo in imbarazzo e che non le avrebbe volute, ma gli diedi quelle, consapevole di quanto avrei riso dopo.
Bussai.
"Posso entrare??" chiesi incerta.
"Si vieni." mi disse.
Entrai. Indossava un accappatoio rosso.
Feci la misteriosa per un pò, tenendo le mutande dietro la schiena.
"Allora??Quali hai preso" mi disse grattandosi i capelli bagnati.
Non riuscii a trattenere un risolino e intanto gliele porsi.
"AH!!!" dove le hai prese?!?!" mi chiese terrorizzato e molto imbarazzato.
Aveva le guance tutte rosse e i suoi occhi mi imploravano di riportarle indietro subito.
Scoppiai a ridere e poi risposi: "Dentro il cassetto...Mi hai detto di prendere quelle che volevo..." dissi con aria innocente.
"Tu mi vuoi far morire..." disse scuotendo la testa.
"Ti prego portale via...Bianche andranno benissimo" continuò cercando di mandarmi via al più presto, per evitare che imbarazzassi ancora.
"Si...Certo.." dissi con un sorriso sornione, mentre uscivo.
Presi le mutande e tornai in bagno per dargliele, poi uscii.
Dopo dieci minuti uscì. Indossava una camicia nera e dei pantaloni neri, corti in modo che si vedessero i calzetti bianchi che portava stotto. E come al solito, gli immancabili mocassini neri.
Si era anche ascuigato i capelli e si era messo un sottile strato di gel.
Il trucco che portava intorno agli occhi, faceva risaltare il color cioccolato della sua pupilla.
"Usciamo??" mi disse sorridendo.
"Certo" dissi ricambiano il sorriso.
Prese le chiavi e aprì la porta.
"Prego." disse invitando mi ad uscire prima di lui con un inchino.
"Grazie" dissi prendendolo in giro.
Passandogli di fianco, notai che si era dato il profumo. Era delicato. Probabilmente un profumo femminile. Mi piaceva, ma io preferivo quelli da uomo.
Uscimmo e salimmo in macchina.
"Dove andaimo???" gli chiesi.
"Mi guardò con un'aria di sfida. "é una sorpresa Ally..." disse misterioso.
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Re: The Missing Part Of Me (completa)
Sotto le stelle
Mentre giudava, spesso mi capitava che i miei occhi si posassero delicati sul suo viso.
Speravo che non se ne accorgesse, ma mi piaceva guardarlo. Era un bel ragazzo, non potevo dire di più, lo conoscevo da molto tempo e troppo bene per andare oltre.
All'improvviso si girò verso di me. Arrosii violentemente, perchè avevo paura che si fosse accorto del mio sguardo su di lui.
Ma mi sorrise solamente. Forse, siccome ero in penombra, non si era accorto delle mie guance diventate immediatamente molto più che semplicemente scarlatte.
Ricambiai lievemente il sorriso e poi spostai lo sguardo verso il finestrino. Speravo con tutto il cuore che non si fosse accorto di niente.
I miei occhi restarono poco fissi sul paesaggio, perchè qualcosa dentro la macchina, precisamente nel polso di Michael, attirò la mia attenzione.
Era fine e luccicava alla luce della luna che entrava dal vetro. Anche se c'era poca luce, lo riconobbi immediatamente. Era il braccialetto che mi aveva regalato mia madre.
Glielo avevo dato prima di andarmene con mio padre, quando eravamo piccoli. Lo aveva conservato per tutto questo tempo....
Era ancora perfetto, senza neanche un graffio, senza neanche un brillantino mancante.
"Michael..." sussurrai cercando di respingere un' ondata di lacrime. Non so perchè mi veniva da piangere...
Lui si girò verso di me. "Dimmi" disse con gli occhi spalancati.
"Quello è il braccialetto che ti ho dato quando eravamo piccoli vero??" gli chiesi, assolutamente certa della risposta.
"Si..." mi rispose dolcemente.
"E tu lo hai conservato per tutto questo tempo??" chiesi con la voce che mi tramava. Ormai ero sul punto di piangere.
"Si...Non avrei mai potuto separarmene...Era l'unica cosa concreta che mi legava a te...Nei momenti difficili guardandolo pensavo a te...Quando devo fare un concerto e sono agitato lo guardo e penso a te...Sei la mia forza Ally...Grazie mille..." mi disse prendendomi la mano.
Con l'altra, spense la macchina e aprì lo sportello.
Eravamo arrivati. Scese e poi venne ad aprirmi lo sportello.
Mi riprese delicatamente la mano e mi fece uscire.
Ormai non avevo più potuto trattenere le lacrime. Piangevo e lui se ne accorse.
"Che è successo??" mi chiese allarmato.
"Non chiedere....Stringimi..." gli chiesi implorante, gettandogli le braccia al collo e stringendo più forte che potevo.
Mi strinse forte. Non so perchè stavo piangendo...Sapevo di non essere normale, ma questa era una cosa davvero strana.
"Shhh....Non piangere..." mi lasciò sfogare per una manciata di minuti.
Cominciò a cullarmi piano tra le sua braccia, cantando una melodia conoscuita e familiare. Quella melodia che riusciva sempre a farmi sentire bene, perchè si adattava a ogni situazione.
whenever you need me...I'll be there...
"Grazie Michael..." Dissi, lasciandomi cullare ancora un pò.
"Non mi ringraziare..." sussurrò.
Poi alzammo la testa tutti e due.
Lui era più alto di me e appoggiò la sua fronte sulla mia, il suo naso sul mio, e chiuse gli occhi. Io feci lo stesso.
Avevo le mani sul suo petto e lui tra i miei capelli.
In quel momento si creò quella magia che ti fa credere di poter volare, che ti fa dimenticare ogni pensiero, quella magia che ti fa VIVERE.
Non mi ero neanche resa conto di dove eravamo. Solo quando riaprimmo gli occhi e ci staccammo lo capii.
Mi aveva portata in un parco, pieno di giocattoli, spazio per correre e alberi incantati.
Il bosco delle favole.
Dovevo sorridere, dovevo essere felice...Perchè tutte quelle lacrime inutili?? Ora basta.
Feci un sorriso enorme e Mike ricambiò.
Mi si illuminarono gli occhi e lui capì la mia idea.
Cominciai a correre per il parco e Michael mi seguiva, ridendo.
Mi fermai davanti ai giochi.
Giocammo con scivolo, altalena e cavallluccio per quasi due ore, sghignazzando ogni vola che l'altro faceva una cosa buffa o cadeva goffamente.
Alla fine, sfiniti, ci sdraiammo sull'erba soffice.
"Guarda che bello il cielo stasera..." dissi con gli occhi sognanti.
"Già...è pieno di stelle..." disse rivolgendo il suo sguardo verso di me.
Anche io lo guardai.
"Vorrei potertene regalare una..." dissi guardandolo anche io.
"Anche io..." mi disse avvicinandosi.
"Quale vuoi??" gli chiesi.
"Quell lassù" disse indicandomene una tra le migliaia che c'erano. Era la più bella, la più luminosa.
"E tu??" mi chiese.
"Quella" dissi indicando ne una accanto alla sua.
"OK...Allora da oggi quella è la tua stella e quella accanto è la mia...Niente potrà più separarci...Siamo uniti dalle stelle ora..." mi disse dolcemente, prendendomi la mano.
"Già..." dissi sorridendo.
Mentre giudava, spesso mi capitava che i miei occhi si posassero delicati sul suo viso.
Speravo che non se ne accorgesse, ma mi piaceva guardarlo. Era un bel ragazzo, non potevo dire di più, lo conoscevo da molto tempo e troppo bene per andare oltre.
All'improvviso si girò verso di me. Arrosii violentemente, perchè avevo paura che si fosse accorto del mio sguardo su di lui.
Ma mi sorrise solamente. Forse, siccome ero in penombra, non si era accorto delle mie guance diventate immediatamente molto più che semplicemente scarlatte.
Ricambiai lievemente il sorriso e poi spostai lo sguardo verso il finestrino. Speravo con tutto il cuore che non si fosse accorto di niente.
I miei occhi restarono poco fissi sul paesaggio, perchè qualcosa dentro la macchina, precisamente nel polso di Michael, attirò la mia attenzione.
Era fine e luccicava alla luce della luna che entrava dal vetro. Anche se c'era poca luce, lo riconobbi immediatamente. Era il braccialetto che mi aveva regalato mia madre.
Glielo avevo dato prima di andarmene con mio padre, quando eravamo piccoli. Lo aveva conservato per tutto questo tempo....
Era ancora perfetto, senza neanche un graffio, senza neanche un brillantino mancante.
"Michael..." sussurrai cercando di respingere un' ondata di lacrime. Non so perchè mi veniva da piangere...
Lui si girò verso di me. "Dimmi" disse con gli occhi spalancati.
"Quello è il braccialetto che ti ho dato quando eravamo piccoli vero??" gli chiesi, assolutamente certa della risposta.
"Si..." mi rispose dolcemente.
"E tu lo hai conservato per tutto questo tempo??" chiesi con la voce che mi tramava. Ormai ero sul punto di piangere.
"Si...Non avrei mai potuto separarmene...Era l'unica cosa concreta che mi legava a te...Nei momenti difficili guardandolo pensavo a te...Quando devo fare un concerto e sono agitato lo guardo e penso a te...Sei la mia forza Ally...Grazie mille..." mi disse prendendomi la mano.
Con l'altra, spense la macchina e aprì lo sportello.
Eravamo arrivati. Scese e poi venne ad aprirmi lo sportello.
Mi riprese delicatamente la mano e mi fece uscire.
Ormai non avevo più potuto trattenere le lacrime. Piangevo e lui se ne accorse.
"Che è successo??" mi chiese allarmato.
"Non chiedere....Stringimi..." gli chiesi implorante, gettandogli le braccia al collo e stringendo più forte che potevo.
Mi strinse forte. Non so perchè stavo piangendo...Sapevo di non essere normale, ma questa era una cosa davvero strana.
"Shhh....Non piangere..." mi lasciò sfogare per una manciata di minuti.
Cominciò a cullarmi piano tra le sua braccia, cantando una melodia conoscuita e familiare. Quella melodia che riusciva sempre a farmi sentire bene, perchè si adattava a ogni situazione.
whenever you need me...I'll be there...
"Grazie Michael..." Dissi, lasciandomi cullare ancora un pò.
"Non mi ringraziare..." sussurrò.
Poi alzammo la testa tutti e due.
Lui era più alto di me e appoggiò la sua fronte sulla mia, il suo naso sul mio, e chiuse gli occhi. Io feci lo stesso.
Avevo le mani sul suo petto e lui tra i miei capelli.
In quel momento si creò quella magia che ti fa credere di poter volare, che ti fa dimenticare ogni pensiero, quella magia che ti fa VIVERE.
Non mi ero neanche resa conto di dove eravamo. Solo quando riaprimmo gli occhi e ci staccammo lo capii.
Mi aveva portata in un parco, pieno di giocattoli, spazio per correre e alberi incantati.
Il bosco delle favole.
Dovevo sorridere, dovevo essere felice...Perchè tutte quelle lacrime inutili?? Ora basta.
Feci un sorriso enorme e Mike ricambiò.
Mi si illuminarono gli occhi e lui capì la mia idea.
Cominciai a correre per il parco e Michael mi seguiva, ridendo.
Mi fermai davanti ai giochi.
Giocammo con scivolo, altalena e cavallluccio per quasi due ore, sghignazzando ogni vola che l'altro faceva una cosa buffa o cadeva goffamente.
Alla fine, sfiniti, ci sdraiammo sull'erba soffice.
"Guarda che bello il cielo stasera..." dissi con gli occhi sognanti.
"Già...è pieno di stelle..." disse rivolgendo il suo sguardo verso di me.
Anche io lo guardai.
"Vorrei potertene regalare una..." dissi guardandolo anche io.
"Anche io..." mi disse avvicinandosi.
"Quale vuoi??" gli chiesi.
"Quell lassù" disse indicandomene una tra le migliaia che c'erano. Era la più bella, la più luminosa.
"E tu??" mi chiese.
"Quella" dissi indicando ne una accanto alla sua.
"OK...Allora da oggi quella è la tua stella e quella accanto è la mia...Niente potrà più separarci...Siamo uniti dalle stelle ora..." mi disse dolcemente, prendendomi la mano.
"Già..." dissi sorridendo.
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Re: The Missing Part Of Me (completa)
Cry...
"Ma secondo te dovremo separarci ancora?? Io non voglio Mike..." dissi rattristandomi.
"Neanche io voglio Ally...Non di nuovo..." disse stringendomi affettuosamente la mano e voltando i suoi occhi, che automaticamente si incatenarono ai miei.
Allargò il suo braccio e mi ci fece appoggiare sopra la testa, poi lo richiuse intorno a me.
"Secondo te possiamo rivivere tutta la magia che abbiamo perso da piccoli??" gli chiesi speranzosa.
"Certo che possiamo...La magia non ha età, ricordatelo." mi disse dolcemente.
Sorrisi. Ero contenta, adoravo stare con lui e adoravo la magia che riusciva a sprigionare. Io credevo nella magia, mio padre me lo aveva insegnato fin da piccola.
E, fin ora, tutto quello che aveva detto si era avverato. Per esempio mi aveva detto che se l'affetto tra me e Mike era sicero un giorno ci saremmo riincontrati, ed eccoci qua. Dovevo ringraziare anche mio padre se ciò era avvenuto.
"A che pensi??" mi chiese all'improvviso Mike, vedendomi assorta.
"A mio padre. A quello che ci aveva detto prima che me ne dovessi andare...Ti ricordi??" gli chiesi prendendo una delle sue ciocche riccie e morbide e cominciando ad arrotolarla intorno al mio dito.
"Certo. Disse che un giorno ci saremmo riindontrati, ma solo se il nostro affetto fosse stato sincero." mi accarezzandomi una guancia.
"A quanto pare lo è..." gli sussurrai.
"Già...Ti voglio bene Ally...." mi disse sorridendo.
"Anche io Mike..." dissi dandogli un bacio sul naso.
"Come sta tuo padre adesso??" mi chiese incuriosito.
"Bene...Un pò invecchiato, ma è sempre il mio papi che mi porta sulle giostre!!" esultai trionfante.
Mike scoppiò a ridere.
"Perchè ridi??" chiesi con una faccia da cucciola.
"Perchè sei buffissima!! Sembri una bimba." disse sorridendo.
"Ma guarda che io lo sono..." dissi facendo il muso imbronciato.
"Anche io..." disse soffice.
Poi all'improvviso mi strinse anche con l'altro braccio e cominciammo a rotolare sull'erba.
Prima lui sopra di me, poi io sopra di lui.
Il silenzio notturno del parco era rotto dalle nostre risate cristalline di bambini che si accompagnavano nell'aria come una dolce melodia.
Finito di rotolare, ci alzammo.
Era tardissimo, il giorno dopo sarei dovuta andare al lavoro...
"Oddio" sussultai guardando l'orologio.
Erano quasi le due del mattino.
"Che c'è??" mi chiese Mike preoccupato.
"é tardissimo e domani devo andare a lavorare..." gli dissi rassegnata.
"No ti prego...Non puoi prenderti qualche giorno di vacanza??" mi chiese, come se stesse chiedendo l'elemosina.
"Si...E poi dove li trovo i soldi??" gli dissi scherzando, mentre ci incamminavamo lentamente, fianco a fianco, verso la sua macchina.
"Te li presto io..." mi disse allargando i suoi occhioni come per dire "Dov'è il problema??".
"Non potrei mai accettare Mike...Non voglio dipendere da te..." gli dissi abbassando gli occhi.
"Ma non devi dipendere da me...Considerali come un regalo..." si affrettò a dire.
"Mi sentirei in imbarazzo nel farlo, davvero..." gli dissi piano.
"Ok..." disse facendo spallucce. "Ma se ti serviranno, conta su di me..." continuò sorridendo.
"Grazie....Me lo ricorderò" gli dissi ricambiando il sorriso.
"A proposito di regali...Se non sbaglio tra poco compi gli anni giusto?? Otto giorni da adesso..." gli dissi, pensando nella mia mente cosa gli potevo regalare.
"Giusto..." mi disse sorridendo.
"Vedo che te lo ricordi..." continuò guardandomi.
"Ma come potrei scordarmelo?? Non vedo l'ora di festeggiarlo!!" dissi cominciando a saltelllare allegramente.
Rise.
"Però non voglio regali..." mi disse fermandosi.
"No!! Perchè??" chiesi, consapevole che tutte le mie idee sul possibile regalo si erano frantumate in meno di un istante.
"Perchè non è così importante..." mi disse continuando a camminare.
"Si che lo è..." ribattei.
Non volevo che dicesse quelle cose...Come poteva considerarsi non importante?? Come poteva non capire che lui era speciale?? Mi dava un pò fastidio questa cosa. Lui non si era accorto di essere importante per me...Allora forse io non lo ero per lui...
"Mike devo chiederti una cosa..." dissi lievemente.
"Dimmi" mi rispose.
"Tu ci tieni a me??" gli chiesi malinconica.
"Certo che ci tengo...Tu sei la mia Ally...La mia migliore amica..." fu la sua risposta.
"E allora perchè Tu non ti ritieni importante?? Non capisci che per me lo sei e anche tanto??" gli dissi triste.
"Io per te sono importante??" mi chiese sorpreso.
"Certo che lo sei!!" gli dissi, quasi urlando.
Mi abbracciò. E io strinsi forte la camicia nera che indossava, ma subito mi staccai.
"Se tu non te ne sei accorto vuol dire che di me te ne importa poco..." gli dissi sconvolta.
"Ma secondo te dovremo separarci ancora?? Io non voglio Mike..." dissi rattristandomi.
"Neanche io voglio Ally...Non di nuovo..." disse stringendomi affettuosamente la mano e voltando i suoi occhi, che automaticamente si incatenarono ai miei.
Allargò il suo braccio e mi ci fece appoggiare sopra la testa, poi lo richiuse intorno a me.
"Secondo te possiamo rivivere tutta la magia che abbiamo perso da piccoli??" gli chiesi speranzosa.
"Certo che possiamo...La magia non ha età, ricordatelo." mi disse dolcemente.
Sorrisi. Ero contenta, adoravo stare con lui e adoravo la magia che riusciva a sprigionare. Io credevo nella magia, mio padre me lo aveva insegnato fin da piccola.
E, fin ora, tutto quello che aveva detto si era avverato. Per esempio mi aveva detto che se l'affetto tra me e Mike era sicero un giorno ci saremmo riincontrati, ed eccoci qua. Dovevo ringraziare anche mio padre se ciò era avvenuto.
"A che pensi??" mi chiese all'improvviso Mike, vedendomi assorta.
"A mio padre. A quello che ci aveva detto prima che me ne dovessi andare...Ti ricordi??" gli chiesi prendendo una delle sue ciocche riccie e morbide e cominciando ad arrotolarla intorno al mio dito.
"Certo. Disse che un giorno ci saremmo riindontrati, ma solo se il nostro affetto fosse stato sincero." mi accarezzandomi una guancia.
"A quanto pare lo è..." gli sussurrai.
"Già...Ti voglio bene Ally...." mi disse sorridendo.
"Anche io Mike..." dissi dandogli un bacio sul naso.
"Come sta tuo padre adesso??" mi chiese incuriosito.
"Bene...Un pò invecchiato, ma è sempre il mio papi che mi porta sulle giostre!!" esultai trionfante.
Mike scoppiò a ridere.
"Perchè ridi??" chiesi con una faccia da cucciola.
"Perchè sei buffissima!! Sembri una bimba." disse sorridendo.
"Ma guarda che io lo sono..." dissi facendo il muso imbronciato.
"Anche io..." disse soffice.
Poi all'improvviso mi strinse anche con l'altro braccio e cominciammo a rotolare sull'erba.
Prima lui sopra di me, poi io sopra di lui.
Il silenzio notturno del parco era rotto dalle nostre risate cristalline di bambini che si accompagnavano nell'aria come una dolce melodia.
Finito di rotolare, ci alzammo.
Era tardissimo, il giorno dopo sarei dovuta andare al lavoro...
"Oddio" sussultai guardando l'orologio.
Erano quasi le due del mattino.
"Che c'è??" mi chiese Mike preoccupato.
"é tardissimo e domani devo andare a lavorare..." gli dissi rassegnata.
"No ti prego...Non puoi prenderti qualche giorno di vacanza??" mi chiese, come se stesse chiedendo l'elemosina.
"Si...E poi dove li trovo i soldi??" gli dissi scherzando, mentre ci incamminavamo lentamente, fianco a fianco, verso la sua macchina.
"Te li presto io..." mi disse allargando i suoi occhioni come per dire "Dov'è il problema??".
"Non potrei mai accettare Mike...Non voglio dipendere da te..." gli dissi abbassando gli occhi.
"Ma non devi dipendere da me...Considerali come un regalo..." si affrettò a dire.
"Mi sentirei in imbarazzo nel farlo, davvero..." gli dissi piano.
"Ok..." disse facendo spallucce. "Ma se ti serviranno, conta su di me..." continuò sorridendo.
"Grazie....Me lo ricorderò" gli dissi ricambiando il sorriso.
"A proposito di regali...Se non sbaglio tra poco compi gli anni giusto?? Otto giorni da adesso..." gli dissi, pensando nella mia mente cosa gli potevo regalare.
"Giusto..." mi disse sorridendo.
"Vedo che te lo ricordi..." continuò guardandomi.
"Ma come potrei scordarmelo?? Non vedo l'ora di festeggiarlo!!" dissi cominciando a saltelllare allegramente.
Rise.
"Però non voglio regali..." mi disse fermandosi.
"No!! Perchè??" chiesi, consapevole che tutte le mie idee sul possibile regalo si erano frantumate in meno di un istante.
"Perchè non è così importante..." mi disse continuando a camminare.
"Si che lo è..." ribattei.
Non volevo che dicesse quelle cose...Come poteva considerarsi non importante?? Come poteva non capire che lui era speciale?? Mi dava un pò fastidio questa cosa. Lui non si era accorto di essere importante per me...Allora forse io non lo ero per lui...
"Mike devo chiederti una cosa..." dissi lievemente.
"Dimmi" mi rispose.
"Tu ci tieni a me??" gli chiesi malinconica.
"Certo che ci tengo...Tu sei la mia Ally...La mia migliore amica..." fu la sua risposta.
"E allora perchè Tu non ti ritieni importante?? Non capisci che per me lo sei e anche tanto??" gli dissi triste.
"Io per te sono importante??" mi chiese sorpreso.
"Certo che lo sei!!" gli dissi, quasi urlando.
Mi abbracciò. E io strinsi forte la camicia nera che indossava, ma subito mi staccai.
"Se tu non te ne sei accorto vuol dire che di me te ne importa poco..." gli dissi sconvolta.
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Re: The Missing Part Of Me (completa)
I'll never let a part..for you always in my hurt
"No aspetta..." disse tentando di fermare la delusione che avvampava dentro di me...Ma ormai era troppo tardi.
Il mio cuore aveva rapidamente accellerato i suoi battiti e la sensazione di quando stai per piangere era sopraggiunta. Il naso mi pizzicava e gli occhi si erano appannati...
Mi girai perchè avevo intenzione di tornare a casa a piedi, ma non ci vedevo praticamente niente.
Continuai lo stesso per la mia strada e Michael se ne stava fermo a guardarmi a pochi metri di distanza.
Sentivo il suo sgurado si di me, ma non mi sarei girata.
Ero solita andare fino in fondo alle cose...Ma tuttavia sapevo che non avrei potuto restare arrabbbiata con lui per molto...Gli volevo troppo bene...
E mi si spezzò il cuore quando, ormai lontana, ripensai alle cose che gli avevo detto...Agli urli e alle lacrime.
Ma perchè lo avevo fatto?? Perchè mi ero arrabbiata così??
Perchè ero stata tanto orgogliosa da non girarmi e chiedergli scusa??
Mi sentivo malissimo. Come avrei fatto a riparare il danno adesso??
Probabilmente Mike non avrebbe più voluto sentir parlare di me...Come avrei fatto??
Era colpa mia...Del mio carattere orgoglioso e testardo...Grazie al quale riuscivo sempre a perdere le cose più preziose che avevo nella vita...
Ero quasi davanti a casa mia, quando sentii una mano calda serrarsi attorno al mio braccio.
Subito mi spaventai, ma poi riconobbi quella stretta calda e delicata.
Mi voltai.
"Michael..." dissi con la voce spezzata.
Una nuova ondata di lacrime stava per assalirmi. Mi sentivo così in colpa...
"Ally..." mi disse accarazzandomi il viso.
"Come hai potuto pensare di non essere importante per me??" comtinuò guardandomi con quegli occhi tipici di una persona che sta male.
Ecco...Lo avevo ferito...
Era già molto fragile e adesso mi ci ero messa anche io a fargli del male.
Il senso di colpa cominciò piano piano a farsi strada verso il mio cuore, avvolgendolo in una morsa crudele.
"Michael...Io...Ti giuro che l'ultima cosa che volevo era ferirti..." gli dissi piangendo.
"Ally tu...Sei sempre la solita...Quella che sia arrabbia per delle cose che poi le si rivelano stupide..." disse abbozzando un sorriso tra le lacrime.
"Hai ragione...Mi dispiace davvero tanto...Potrai perdonarmi??" gli chiesi guardandolo con un'occhiata intensa.
Il suo viso illuminato dalla luce della luna era ancora più bello...
Il bagliore chiaro ne coglieva ogni tratto, mettendolo in risalto e facendolo quasi brillare.
"Come potrei non farlo?? Io Ci tengo troppo a te..." mi disse asciugandomi le lacrime.
"Anche io ci tengo a te Mike...E mi sento terribilmente in colpa..." gli dissi con gli occhi tristi e di nuovo lucidi.
"Shh...Non importa...é tutto passato" mi disse accompagnando la mia testa sul suo petto morbido e stringendomi ad esso.
Potevo sentire il suo odore, l'odore della sua pelle. E il battito del suo cuore.
"Però devi promettermi che non penserai più di non essere importante per me..." continuò dolcemente.
"Certo...E tu devi promettermi la stessa cosa." dissi lieve.
"Promesso." disse appoggiando il suo mento sulla mia nuca mora.
"Come fai a non essere arrabbiato??" gli chiesi stringendomi ancora di più a lui.
"Perchè so come sei fatta...E perchè ti adoro quando fai così..." disse ridendo.
"Anche io ti adoro Mike.." dissi chiudendo gli occhi.
Restammo in quella posizione per una manciata di minuti che mi sembrò interminabile.
Quella stretta solida era cullata dalla luce della luna e dal brillio delle stelle...Le nostre stelle.
Il battito del mio cuore era leggermente accellerato e sentivo una strana sensazione nello stomaco...Non mi era mai capitato prima d'ora...
Tranne, quando incontrai in mio ex ragazzo, con cui ero stata per due anni.
Avrei docuto riflettere meglio su quella cosa, ma decisi di godermi quei bellissimi istanti della mia vita senza pensieri, senza preoccupazioni.
Quando ci sciogliemmo dall' abbraccio, mi riaccompagnò a casa.
"Ciao Ally" mi disse sulla porta.
"Ciao Mike" risposi dandogli una bacio all'angolo della bocca.
Troppo azzardato?
Evidentemente no, perchè anche lui fece lo stesso e se ne andò, dicendomi che ci saremmo rivisti il giorno dopo.
"No aspetta..." disse tentando di fermare la delusione che avvampava dentro di me...Ma ormai era troppo tardi.
Il mio cuore aveva rapidamente accellerato i suoi battiti e la sensazione di quando stai per piangere era sopraggiunta. Il naso mi pizzicava e gli occhi si erano appannati...
Mi girai perchè avevo intenzione di tornare a casa a piedi, ma non ci vedevo praticamente niente.
Continuai lo stesso per la mia strada e Michael se ne stava fermo a guardarmi a pochi metri di distanza.
Sentivo il suo sgurado si di me, ma non mi sarei girata.
Ero solita andare fino in fondo alle cose...Ma tuttavia sapevo che non avrei potuto restare arrabbbiata con lui per molto...Gli volevo troppo bene...
E mi si spezzò il cuore quando, ormai lontana, ripensai alle cose che gli avevo detto...Agli urli e alle lacrime.
Ma perchè lo avevo fatto?? Perchè mi ero arrabbiata così??
Perchè ero stata tanto orgogliosa da non girarmi e chiedergli scusa??
Mi sentivo malissimo. Come avrei fatto a riparare il danno adesso??
Probabilmente Mike non avrebbe più voluto sentir parlare di me...Come avrei fatto??
Era colpa mia...Del mio carattere orgoglioso e testardo...Grazie al quale riuscivo sempre a perdere le cose più preziose che avevo nella vita...
Ero quasi davanti a casa mia, quando sentii una mano calda serrarsi attorno al mio braccio.
Subito mi spaventai, ma poi riconobbi quella stretta calda e delicata.
Mi voltai.
"Michael..." dissi con la voce spezzata.
Una nuova ondata di lacrime stava per assalirmi. Mi sentivo così in colpa...
"Ally..." mi disse accarazzandomi il viso.
"Come hai potuto pensare di non essere importante per me??" comtinuò guardandomi con quegli occhi tipici di una persona che sta male.
Ecco...Lo avevo ferito...
Era già molto fragile e adesso mi ci ero messa anche io a fargli del male.
Il senso di colpa cominciò piano piano a farsi strada verso il mio cuore, avvolgendolo in una morsa crudele.
"Michael...Io...Ti giuro che l'ultima cosa che volevo era ferirti..." gli dissi piangendo.
"Ally tu...Sei sempre la solita...Quella che sia arrabbia per delle cose che poi le si rivelano stupide..." disse abbozzando un sorriso tra le lacrime.
"Hai ragione...Mi dispiace davvero tanto...Potrai perdonarmi??" gli chiesi guardandolo con un'occhiata intensa.
Il suo viso illuminato dalla luce della luna era ancora più bello...
Il bagliore chiaro ne coglieva ogni tratto, mettendolo in risalto e facendolo quasi brillare.
"Come potrei non farlo?? Io Ci tengo troppo a te..." mi disse asciugandomi le lacrime.
"Anche io ci tengo a te Mike...E mi sento terribilmente in colpa..." gli dissi con gli occhi tristi e di nuovo lucidi.
"Shh...Non importa...é tutto passato" mi disse accompagnando la mia testa sul suo petto morbido e stringendomi ad esso.
Potevo sentire il suo odore, l'odore della sua pelle. E il battito del suo cuore.
"Però devi promettermi che non penserai più di non essere importante per me..." continuò dolcemente.
"Certo...E tu devi promettermi la stessa cosa." dissi lieve.
"Promesso." disse appoggiando il suo mento sulla mia nuca mora.
"Come fai a non essere arrabbiato??" gli chiesi stringendomi ancora di più a lui.
"Perchè so come sei fatta...E perchè ti adoro quando fai così..." disse ridendo.
"Anche io ti adoro Mike.." dissi chiudendo gli occhi.
Restammo in quella posizione per una manciata di minuti che mi sembrò interminabile.
Quella stretta solida era cullata dalla luce della luna e dal brillio delle stelle...Le nostre stelle.
Il battito del mio cuore era leggermente accellerato e sentivo una strana sensazione nello stomaco...Non mi era mai capitato prima d'ora...
Tranne, quando incontrai in mio ex ragazzo, con cui ero stata per due anni.
Avrei docuto riflettere meglio su quella cosa, ma decisi di godermi quei bellissimi istanti della mia vita senza pensieri, senza preoccupazioni.
Quando ci sciogliemmo dall' abbraccio, mi riaccompagnò a casa.
"Ciao Ally" mi disse sulla porta.
"Ciao Mike" risposi dandogli una bacio all'angolo della bocca.
Troppo azzardato?
Evidentemente no, perchè anche lui fece lo stesso e se ne andò, dicendomi che ci saremmo rivisti il giorno dopo.
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Re: The Missing Part Of Me (completa)
In the Morning
Entrai in casa e andai a letto. Ero molto stanca ed era molto tardi, tuttavia quella notte non dormii per niente.
Pensavo alle cose che gli avevo detto, alla sua dolcezza nel saper perdonare, al suo abbraccio pieno d'amore e a quel bacio all'angolo della bocca, che mi aveva fatto provare quella strana sensazione nello stomaco. Non sapevo definire esattamente quella sensazione, ma era piacevole...
Chiusi gli occhi, Come cullata da un velo invisibile che mi faceva sentire leggera... E di nuovo pensai a quel bacio, sottile e dolce.
Poi all'improvviso li riaprii. Perchè quei pensieri? Perchè quelle sensazioni?
No. Non poteva essere. Non mi stavo innamorando. No. Lo conoscevo da troppo tempo, gli volevo troppo bene. Non avrei mai potuto rovinare il nostro splendido rapporto con una simile sciocchezza.
E anche se mi fossi innamorata, lui non avrebbe ricambiato sicuramente, quindi era meglio prevenire. Non volevo soffrire ancora.
Un velo di tristezza però si posò lieve sul mio cuore.
Era già mattino. Non avevo chiuso occhio per tutta la notte e dopo poco meno di un'ora sarei dovuta andare al lavoro, dai miei bimbi.
Anche se adoravo quel lavoro e l'energia dei bambini mi estasiasmva e la loro magia mi incantava, quella mattina avrei di gran lunga preferito stare tra le coperte calde e morbide a recuperare il sonno perso alla notte.
Mi alzai trascinandomi e mi diressi in bagno. Mi lavai la faccia e i denti, poi mi vestii svogliatamente.
Mi misi dei pantaloncini di tuta neri, larghi che arrivavano al ginocchio. Sopra, una canottiera nera stretta e una più larga fucsia con scritto:" I love music".
Ed era vero. Non avevo mai perso il mio amore per la musica. Adoravo ballare, soprattutto hip hop, al quale erano legati la maggior parte dei vestiti. E amavo cantare, volevo dimostrare al mondo i miei sentimenti in una maniera diversa da come facevano tutti.
Di solito non uscivo vestita da hip hop. La gente giudica, ti reputa una sciattona anche se non ti conosce. Ti reputa "non normale" solo perchè sei diversa da loro. Crede di sapere tutto di te ma in realtà non sa nulla.
Mi ripetevo che dovevo fregarmene del giudizio degli altri, ma era davvero molto difficile.
Quella mattina però, dovevo andare dai miei bimbi. Loro non giudicano, loro ti apprezzano per quello che sei e non guardano solo come sei vestita. Sono molto più profondi e spontanei di tutti gli adulti, in particolare di quelli che si ritengono tali solo per sembrare migliori di altri, ma che in realtà risultano solo peggiori.
Scacciai dalla mia testa quei pensiri, perchè non avevo voglia di rattristarmi e rovinarmi una splendida giornata di sole per colpa degli adulti superficiali e crudeli. Erano tutti così, tranne uno, Michael. Ma in effetti, lui non era un adulto. Era un bambino, come me.
Passai al trucco. Un leggero velo di matita nella parte inferiore dell'occhio e un pò di mascara sopra. Nulla di troppo esagerato.
Uscii e salii in macchina. Mi diressi verso l'asilo, dove una decina di bambini con i loro genitori mi aspettavano. Ci sarebbe stata anche Linda, la mia collega. Ero affezionata a lei. Era una persona molto dolce e comprensiva. Era quasi una mamma per me, perchè aveva il doppio dei miei anni. Mi aveva sempre aiutata e ascoltata. Le avevo parlato di Michael, di come ci eravamo conosciuti da piccoli, dei bellissimi momenti e della triste separazione. Ma lei ancora non sapeva che ci eravamo riincontrati. Oggi gliene avrei parlato sicuramente.
Scesi dalla macchina e raggiunsi quelle piccole stelle dalle testoline bionde e more che a volte mi facevano arrabbiare, ma erano tanto tenere.
Diedi un bacio ad ognuno di loro e ricambiarono allegri e contenti. I genitori se ne andarono e i monelli cominciarono a correre da tutte le parti.
Mi unii a loro scherzando e sorridendo contenta. Quanto adoravo quel lavoro.
Tra le sghignazzate e le risa, sentii la campanella suonare. Era l'ora di pittura creativa, in cui i bimbi disegnavano, dipingevano e puntualemente sporcavano tutto. Entrammo e vidi Linda che si accingeva a preparare le tele e i pennelli.
Quando mi vide mi salutò, con la sua solita calma e dolcezza: "Ciao Ally."
"Ciao Linda" gli dissi sorridente.
Sapevo che neanche lei mi avrebbe giudicata per i miei vestiti, così evitai di arrossire.
La aiutai a finire di preparare tutte le cose e poi ci sedemmo per terra, insieme a quelle piccole creaturine.
Li guardavo disegnare, attenti a ogni dettaglio. E si arrabbiavano se il disegno non veniva come volevano loro. Mi venne da ridere. Erano così buffi.
"Ma cha hai??" mi chiese curiosa Linda.
Gli rivolsi uno sguardo interrogativo.
"In che senso??" dissi stupita.
"Sei diversa dal solito oggi...Cosa è successo??" mi chiese con uno sguardo penetrante e un sorriso sornione.
Sorrisi felice.
"Mi è capitata una cosa bella." dissi con vocina da bambina.
Intanto arrivò Jennifer, una bambina mora, riccia e con gli occhi chiari. Assomigliava molto a me quando ero piccola.
"Ally...Ti ho fatto un ritratto." mi disse porgendomi il foglio.
Era un disegno tipico di una bambina di quattro anni, con linee insicure che si intrecciavano scoordinatamente fino a formare uno schizzo impreciso, che doveva rappresentare il mio viso. Era bellissimo. Perchè si capiva che ci aveva messo tutta se stessa per realizzarlo ed era per questo che lo amavo.
"Tanto non le piace." disse Jonathan, suo fratello gemello.
Lei mi guardò triste, con occhioni da cerbiatto, pregandomi di smentirlo. E lo feci, perchè mi piaceva davvero.
"Invece è bellissimo." dissi guardandola sorridere.
Jonathan si girò incredulo e sbarrò gli occhi, mentre lei si girava verso di lui e gli faceva una linguaccia. Che carini. Nonostante litigassero contunuamente, si volevano un gran bene. E lo dimostravano. Per esempio, una volta Jennifer si era arrampiacata su un albero e non riusciva più a scendere e Jonathan gli disse di saltare tra le sua braccia. Quando scese, lei lo strinse forte e gli schioccò un bacio sulla guancia. Poi cominciarono a litigare perchè lui diceva che lei era pesante...
"Allora?? Cosa è successo?" chiese Linda interrompendo i miei pensieri.
"...Ho riincontrato Michael!!" gli dissi, mentre gli occhi mi si illuminavano di gioia.
"Non ci posso credere!" mi disse lei felice.
Intanto il campanello della porta d'entreta suonò. Andai ad aprire.
Michael.
"Che ci fai qui?" gli chiesi fra il sorpreso e il contento.
"Sorpresa." mi disse sorridendo.
"Puoi venire con me oggi??" mi chiese speranzonso.
"Non so...Io...Aspetta un attimo..." gli dissi in fibrillazione.
Tornai da Linda con un sorriso a trentadue denti e lei capì al volo.
"é lui vero??" chiese, sapendo già la risposta.
"Si" gli dissi contenta.
"Vai pure, ti copro io...Ma poi devi raccontarmi tutto!!" disse dolce.
"Grazie mille Linda... Promesso. Sarai la prima a sapere cosa succederà." gli dissi prendendo la mia borsa.
Mi avvicinai e gli diedi un bacio.
"Stai attenta però...Non permettergli di farti soffrire." mi disse piano.
"Non lo farò...Ma Lui è troppo buono per fare del male alle persone" dissi sorridendo.
"Grazie ancora." continuai con il cuore che ormai mi usciva dal petto.
Salutai tutti i bambini e uscii, più contenta che mai.
Entrai in casa e andai a letto. Ero molto stanca ed era molto tardi, tuttavia quella notte non dormii per niente.
Pensavo alle cose che gli avevo detto, alla sua dolcezza nel saper perdonare, al suo abbraccio pieno d'amore e a quel bacio all'angolo della bocca, che mi aveva fatto provare quella strana sensazione nello stomaco. Non sapevo definire esattamente quella sensazione, ma era piacevole...
Chiusi gli occhi, Come cullata da un velo invisibile che mi faceva sentire leggera... E di nuovo pensai a quel bacio, sottile e dolce.
Poi all'improvviso li riaprii. Perchè quei pensieri? Perchè quelle sensazioni?
No. Non poteva essere. Non mi stavo innamorando. No. Lo conoscevo da troppo tempo, gli volevo troppo bene. Non avrei mai potuto rovinare il nostro splendido rapporto con una simile sciocchezza.
E anche se mi fossi innamorata, lui non avrebbe ricambiato sicuramente, quindi era meglio prevenire. Non volevo soffrire ancora.
Un velo di tristezza però si posò lieve sul mio cuore.
Era già mattino. Non avevo chiuso occhio per tutta la notte e dopo poco meno di un'ora sarei dovuta andare al lavoro, dai miei bimbi.
Anche se adoravo quel lavoro e l'energia dei bambini mi estasiasmva e la loro magia mi incantava, quella mattina avrei di gran lunga preferito stare tra le coperte calde e morbide a recuperare il sonno perso alla notte.
Mi alzai trascinandomi e mi diressi in bagno. Mi lavai la faccia e i denti, poi mi vestii svogliatamente.
Mi misi dei pantaloncini di tuta neri, larghi che arrivavano al ginocchio. Sopra, una canottiera nera stretta e una più larga fucsia con scritto:" I love music".
Ed era vero. Non avevo mai perso il mio amore per la musica. Adoravo ballare, soprattutto hip hop, al quale erano legati la maggior parte dei vestiti. E amavo cantare, volevo dimostrare al mondo i miei sentimenti in una maniera diversa da come facevano tutti.
Di solito non uscivo vestita da hip hop. La gente giudica, ti reputa una sciattona anche se non ti conosce. Ti reputa "non normale" solo perchè sei diversa da loro. Crede di sapere tutto di te ma in realtà non sa nulla.
Mi ripetevo che dovevo fregarmene del giudizio degli altri, ma era davvero molto difficile.
Quella mattina però, dovevo andare dai miei bimbi. Loro non giudicano, loro ti apprezzano per quello che sei e non guardano solo come sei vestita. Sono molto più profondi e spontanei di tutti gli adulti, in particolare di quelli che si ritengono tali solo per sembrare migliori di altri, ma che in realtà risultano solo peggiori.
Scacciai dalla mia testa quei pensiri, perchè non avevo voglia di rattristarmi e rovinarmi una splendida giornata di sole per colpa degli adulti superficiali e crudeli. Erano tutti così, tranne uno, Michael. Ma in effetti, lui non era un adulto. Era un bambino, come me.
Passai al trucco. Un leggero velo di matita nella parte inferiore dell'occhio e un pò di mascara sopra. Nulla di troppo esagerato.
Uscii e salii in macchina. Mi diressi verso l'asilo, dove una decina di bambini con i loro genitori mi aspettavano. Ci sarebbe stata anche Linda, la mia collega. Ero affezionata a lei. Era una persona molto dolce e comprensiva. Era quasi una mamma per me, perchè aveva il doppio dei miei anni. Mi aveva sempre aiutata e ascoltata. Le avevo parlato di Michael, di come ci eravamo conosciuti da piccoli, dei bellissimi momenti e della triste separazione. Ma lei ancora non sapeva che ci eravamo riincontrati. Oggi gliene avrei parlato sicuramente.
Scesi dalla macchina e raggiunsi quelle piccole stelle dalle testoline bionde e more che a volte mi facevano arrabbiare, ma erano tanto tenere.
Diedi un bacio ad ognuno di loro e ricambiarono allegri e contenti. I genitori se ne andarono e i monelli cominciarono a correre da tutte le parti.
Mi unii a loro scherzando e sorridendo contenta. Quanto adoravo quel lavoro.
Tra le sghignazzate e le risa, sentii la campanella suonare. Era l'ora di pittura creativa, in cui i bimbi disegnavano, dipingevano e puntualemente sporcavano tutto. Entrammo e vidi Linda che si accingeva a preparare le tele e i pennelli.
Quando mi vide mi salutò, con la sua solita calma e dolcezza: "Ciao Ally."
"Ciao Linda" gli dissi sorridente.
Sapevo che neanche lei mi avrebbe giudicata per i miei vestiti, così evitai di arrossire.
La aiutai a finire di preparare tutte le cose e poi ci sedemmo per terra, insieme a quelle piccole creaturine.
Li guardavo disegnare, attenti a ogni dettaglio. E si arrabbiavano se il disegno non veniva come volevano loro. Mi venne da ridere. Erano così buffi.
"Ma cha hai??" mi chiese curiosa Linda.
Gli rivolsi uno sguardo interrogativo.
"In che senso??" dissi stupita.
"Sei diversa dal solito oggi...Cosa è successo??" mi chiese con uno sguardo penetrante e un sorriso sornione.
Sorrisi felice.
"Mi è capitata una cosa bella." dissi con vocina da bambina.
Intanto arrivò Jennifer, una bambina mora, riccia e con gli occhi chiari. Assomigliava molto a me quando ero piccola.
"Ally...Ti ho fatto un ritratto." mi disse porgendomi il foglio.
Era un disegno tipico di una bambina di quattro anni, con linee insicure che si intrecciavano scoordinatamente fino a formare uno schizzo impreciso, che doveva rappresentare il mio viso. Era bellissimo. Perchè si capiva che ci aveva messo tutta se stessa per realizzarlo ed era per questo che lo amavo.
"Tanto non le piace." disse Jonathan, suo fratello gemello.
Lei mi guardò triste, con occhioni da cerbiatto, pregandomi di smentirlo. E lo feci, perchè mi piaceva davvero.
"Invece è bellissimo." dissi guardandola sorridere.
Jonathan si girò incredulo e sbarrò gli occhi, mentre lei si girava verso di lui e gli faceva una linguaccia. Che carini. Nonostante litigassero contunuamente, si volevano un gran bene. E lo dimostravano. Per esempio, una volta Jennifer si era arrampiacata su un albero e non riusciva più a scendere e Jonathan gli disse di saltare tra le sua braccia. Quando scese, lei lo strinse forte e gli schioccò un bacio sulla guancia. Poi cominciarono a litigare perchè lui diceva che lei era pesante...
"Allora?? Cosa è successo?" chiese Linda interrompendo i miei pensieri.
"...Ho riincontrato Michael!!" gli dissi, mentre gli occhi mi si illuminavano di gioia.
"Non ci posso credere!" mi disse lei felice.
Intanto il campanello della porta d'entreta suonò. Andai ad aprire.
Michael.
"Che ci fai qui?" gli chiesi fra il sorpreso e il contento.
"Sorpresa." mi disse sorridendo.
"Puoi venire con me oggi??" mi chiese speranzonso.
"Non so...Io...Aspetta un attimo..." gli dissi in fibrillazione.
Tornai da Linda con un sorriso a trentadue denti e lei capì al volo.
"é lui vero??" chiese, sapendo già la risposta.
"Si" gli dissi contenta.
"Vai pure, ti copro io...Ma poi devi raccontarmi tutto!!" disse dolce.
"Grazie mille Linda... Promesso. Sarai la prima a sapere cosa succederà." gli dissi prendendo la mia borsa.
Mi avvicinai e gli diedi un bacio.
"Stai attenta però...Non permettergli di farti soffrire." mi disse piano.
"Non lo farò...Ma Lui è troppo buono per fare del male alle persone" dissi sorridendo.
"Grazie ancora." continuai con il cuore che ormai mi usciva dal petto.
Salutai tutti i bambini e uscii, più contenta che mai.
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Re: The Missing Part Of Me (completa)
Sei bellissima
Percorsi il lungo corridoio che separava me dalla porta e quando ci arrivai, Michael era ancora lì che mi aspettava.
Stavo correndo.
Quando i miei occhi incontrarono il suo sguardo contento e luccicante, un pensiero mi balenò fulmineamente in testa.
I vestiti. Dovevo uscire e avevo addosso quei vestiti. Quelli che attiravano giudizi e opinioni da chilometri di distanza.
Non mi preoccupavo per Michael, sapevo che non mi avrebbe giudicata. Era troppo buono...Non pensavo avesse l'intenzione di ferirmi.
Mi feci di colpo seria e lui si accorse che c'era qualcosa che non andava.
"Che c'è??" mi chiese allargando gli occhi.
"Devo passare un attimo da casa...Posso??" gli chiesi sperando che non intralciasse i suoi programmi.
"Certo" mi disse, mentre gli si illuminava il volto.
Tornai a sorridere.
"Vieni, andiamo." disse prendendomi la mano e mettendosi a correre verso la sua macchina.
Mi misi a ridere e lo seguii, inevitabilmente. Finchè inciampai in un sasso.
"Oh mio Dio stai bene??" mi chiese Mike preoccupato.
Se non si trattava di ballare, ero molto goffa sin da piccola.
Scoppiai in una risata da una che va rinchiusa in manicomio, mentre lui mi guardava con una faccia confusa.
"Non ti preoccupare, tutto a posto..." riuscii e mugolare tra le risate.
Mi alzai e gli presi di nuovo la mano. Le mie dita erano intrecciate alle sue in una morsa infrangibile. Mi sentivo al sicuro, protetta. La stessa sensazione la provavo con i suoi abbracci.
Salimmo in macchina.
"Ma perchè dive andare a casa?? Se posso chiedere..." mi disse incerto.
E adesso? Cosa gli avrei risposto?? Lui era uno dei tanti che mi aveva sempre detto di fregarmene del giudizio altrui, era quello che aveva insistito di più... Lo avrei deluso, ma del resto, non potevo dirgli una bugia...Non riuscivo.
"P-perchè...Devo cambiarmi i vestiti..." gli dissi d'un fiato.
"Una volta ho provato ad uscire con i vestiti di hip hop...Sentivo le voci di critica della gente da ogni parte..." continuai abbassando il volto.
Girò il suo volto verso di me e disse: "Ascoltami...Tu non devi ascoltare quello che dice la gente...Sono solo capaci di criticare, loro non guardano fino in fondo...Non si scomodano a capire com'è veramente una persona..." disse stringendomi la mano, che ancora teneva la sua.
"E poi tu sei bellissima anche così..." disse con un sussurro.
Mi voltai di scatto verso di lui, arrossendo violentemente.
Il suo viso cambiava colore continuamente: prima paonazzo, poi pallido come quello di un cadavere.
"L-lo pensi davvero??" balbettai imbarazzatissima.
"S-si" mi rispose lui, mentre la sua mano tornava alla temperatura normale e il suo viso riprendeva il solito colore.
"Grazie Mike...Ti sei fatto bello anche tu sai??" dissi ridendo, per evitare che si notasse l'insicurezza nel dirglielo.
Ero insicura perchè lo trovavo davvero molto bello, ma ero troppo timida per dirglielo seriamente...Certe volte la timidezza impedisce di dire quello che si vorrebbe, di far sapere come ci si sente...
"Grazie Ally..." rispose colorando le sue guance con un leggere color rubino.
Mi girai verso il finestrino perchè non ce la facevo più a guardarlo in faccia...Ero davvero imbarazzata e anche lui...
Odiavo metterlo a disagio...Però lui mi aveva davvero detto che ero bella..? Di nuovo le farfalle nello stomaco...
Perchè mi fai questo effetto Mike??
Nessuno parlò per un lasso di tempo che mi sembrò infinito. Tutti e due con il viso rivolto nella direzione opposta dell'altro.
Finchè non arrivammo davanti a casa mia...
"Secondo me non occorre che ti cambi...Però se vuoi ora puoi scendere..." mi disse ancora leggermente imbarazzato.
Sembrava che non ci conoscessimo per niente. Sembrava che parlasse con un'estranea per la prima volta....
"Ok...Grazie..." dissi sorridendo lievemente.
Scesi dalla macchina ed entrai in casa. Mi guardai bene allo specchio.
Riflettevo.
Mi aveva detto che ero bella...Lo pensava sul serio o era un pretesto per convincermi a non cambiare gli abiti??
Se li avessi cambiati lo avrei deluso...Lo sapevo che lo avrei deluso.
Mi sporsi dalla finestra che si affacciava sulla strada, dove era parcheggiata l'auto di Mike.
Lo vedevo con il viso basso e gli occhi tristi...
Tornai di corsa a prendere la borsaed uscii più in fretta che potevo.
Non mi importava più niente dei vestiti. Decisi che non mi sarei cambiata, perchè tanto non mi dovevo preoccupare di quello che dice la gente...
Grande insegnamento. Grazie Michael.
Mi precipitai in macchina con un sorriso enorme e un inaspettata voglia di vivere e di divertirmi, con il mio migliore amico.
Quando mi vide così energica mi disse: "beh...Non hai più voglia di cambiarti??"
"No. Qualcuno mi ha insegnato a fregarmene di cosa pensa la gente." dissi facendo un chiaro riferimento a lui.
Rise impercettibilemtne e fece ripartire la macchina...Chissà dove mi avrebbe portata...
Percorsi il lungo corridoio che separava me dalla porta e quando ci arrivai, Michael era ancora lì che mi aspettava.
Stavo correndo.
Quando i miei occhi incontrarono il suo sguardo contento e luccicante, un pensiero mi balenò fulmineamente in testa.
I vestiti. Dovevo uscire e avevo addosso quei vestiti. Quelli che attiravano giudizi e opinioni da chilometri di distanza.
Non mi preoccupavo per Michael, sapevo che non mi avrebbe giudicata. Era troppo buono...Non pensavo avesse l'intenzione di ferirmi.
Mi feci di colpo seria e lui si accorse che c'era qualcosa che non andava.
"Che c'è??" mi chiese allargando gli occhi.
"Devo passare un attimo da casa...Posso??" gli chiesi sperando che non intralciasse i suoi programmi.
"Certo" mi disse, mentre gli si illuminava il volto.
Tornai a sorridere.
"Vieni, andiamo." disse prendendomi la mano e mettendosi a correre verso la sua macchina.
Mi misi a ridere e lo seguii, inevitabilmente. Finchè inciampai in un sasso.
"Oh mio Dio stai bene??" mi chiese Mike preoccupato.
Se non si trattava di ballare, ero molto goffa sin da piccola.
Scoppiai in una risata da una che va rinchiusa in manicomio, mentre lui mi guardava con una faccia confusa.
"Non ti preoccupare, tutto a posto..." riuscii e mugolare tra le risate.
Mi alzai e gli presi di nuovo la mano. Le mie dita erano intrecciate alle sue in una morsa infrangibile. Mi sentivo al sicuro, protetta. La stessa sensazione la provavo con i suoi abbracci.
Salimmo in macchina.
"Ma perchè dive andare a casa?? Se posso chiedere..." mi disse incerto.
E adesso? Cosa gli avrei risposto?? Lui era uno dei tanti che mi aveva sempre detto di fregarmene del giudizio altrui, era quello che aveva insistito di più... Lo avrei deluso, ma del resto, non potevo dirgli una bugia...Non riuscivo.
"P-perchè...Devo cambiarmi i vestiti..." gli dissi d'un fiato.
"Una volta ho provato ad uscire con i vestiti di hip hop...Sentivo le voci di critica della gente da ogni parte..." continuai abbassando il volto.
Girò il suo volto verso di me e disse: "Ascoltami...Tu non devi ascoltare quello che dice la gente...Sono solo capaci di criticare, loro non guardano fino in fondo...Non si scomodano a capire com'è veramente una persona..." disse stringendomi la mano, che ancora teneva la sua.
"E poi tu sei bellissima anche così..." disse con un sussurro.
Mi voltai di scatto verso di lui, arrossendo violentemente.
Il suo viso cambiava colore continuamente: prima paonazzo, poi pallido come quello di un cadavere.
"L-lo pensi davvero??" balbettai imbarazzatissima.
"S-si" mi rispose lui, mentre la sua mano tornava alla temperatura normale e il suo viso riprendeva il solito colore.
"Grazie Mike...Ti sei fatto bello anche tu sai??" dissi ridendo, per evitare che si notasse l'insicurezza nel dirglielo.
Ero insicura perchè lo trovavo davvero molto bello, ma ero troppo timida per dirglielo seriamente...Certe volte la timidezza impedisce di dire quello che si vorrebbe, di far sapere come ci si sente...
"Grazie Ally..." rispose colorando le sue guance con un leggere color rubino.
Mi girai verso il finestrino perchè non ce la facevo più a guardarlo in faccia...Ero davvero imbarazzata e anche lui...
Odiavo metterlo a disagio...Però lui mi aveva davvero detto che ero bella..? Di nuovo le farfalle nello stomaco...
Perchè mi fai questo effetto Mike??
Nessuno parlò per un lasso di tempo che mi sembrò infinito. Tutti e due con il viso rivolto nella direzione opposta dell'altro.
Finchè non arrivammo davanti a casa mia...
"Secondo me non occorre che ti cambi...Però se vuoi ora puoi scendere..." mi disse ancora leggermente imbarazzato.
Sembrava che non ci conoscessimo per niente. Sembrava che parlasse con un'estranea per la prima volta....
"Ok...Grazie..." dissi sorridendo lievemente.
Scesi dalla macchina ed entrai in casa. Mi guardai bene allo specchio.
Riflettevo.
Mi aveva detto che ero bella...Lo pensava sul serio o era un pretesto per convincermi a non cambiare gli abiti??
Se li avessi cambiati lo avrei deluso...Lo sapevo che lo avrei deluso.
Mi sporsi dalla finestra che si affacciava sulla strada, dove era parcheggiata l'auto di Mike.
Lo vedevo con il viso basso e gli occhi tristi...
Tornai di corsa a prendere la borsaed uscii più in fretta che potevo.
Non mi importava più niente dei vestiti. Decisi che non mi sarei cambiata, perchè tanto non mi dovevo preoccupare di quello che dice la gente...
Grande insegnamento. Grazie Michael.
Mi precipitai in macchina con un sorriso enorme e un inaspettata voglia di vivere e di divertirmi, con il mio migliore amico.
Quando mi vide così energica mi disse: "beh...Non hai più voglia di cambiarti??"
"No. Qualcuno mi ha insegnato a fregarmene di cosa pensa la gente." dissi facendo un chiaro riferimento a lui.
Rise impercettibilemtne e fece ripartire la macchina...Chissà dove mi avrebbe portata...
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Re: The Missing Part Of Me (completa)
Help Me!
"Tieni" disse Michael, porgendomi un pezzo di stoffa nero grande più o meno come la mia maglietta.
Io lo guardai confusa...Cosa avrei dovuto farci con quello??
"A cosa mi serve??" chiesi facendo evidentemente una faccia buffissima, perchè Mikey Mouse si mise a ridere.
"Mettitelo intorno agli occhi..." mi disse con fare misterioso.
Gli rivolsi un'occhiata di consenso e mi legai la stoffa vellutata in modo che coprisse i miei occhi.
"Ma come farò a camminare con questo affare che mi impedisce di vedere??" chiesi cercando di capirci qualcosa.
"Non ti preoccupare...Non devi pensare a niente." mi disse dolce.
Intanto la macchina si era fermata e sentii uno sportello aprirsi e chiudersi sbattendo.
Si aprì la portiera di fianco a me, ma ancora non potevo vedere.
Provai a riconoscere qualche punto di riferimento a tastoni, ma riuscii a toccare solo l'interno della macchina.
Solo dopo diversi tentativi, le mie mani si posarono su una cosa calda e morbida.
Avevo capito di cosa si trattava, ma non feci in tempo a dire niente, perchè questa cosa calda e morbida mi aveva messo un braccio intorno alle spalle e l'altro sotto le ginocchia.
Non sentivo più il sedile della macchina sotto il mio sedere e i raggi luccicanti del sole si facevano strada tra i fili sottili della stoffa.
L'aria si infrangeva contro i miei capelli, che svolazzavano da ogni parte. La stretta di Michael rendeva tutto ancora più magico. Aveva un tocco così delicato...Sembrava che temesse di rompermi.
La sua risata cristallina si spargeva per tutto il mio campo uditivo, come nutella sul pane, e i suoi riccioli mi solleticavano il naso.
Ma ancora non avevo capito dove eravamo.
All'improvviso si fermò e mi fece mettere dritta.
Sotto ai miei piedi sentivo una stana cosa morbida, calda e granulosa.
Sabbia?? Sabbia!!!
Mi aveva portata in spiaggia!!!
"Ora puoi toglierti la benda" disse, vedendo già il mio sorriso stampato in faccia che si era formato appena avevo appoggiato i piedi per terra.
Me la tolsi in fretta.
Subito i miei occhi furono colpiti dalla luce intensa del sole. Poi quando mi abituai un pò ad essa, riuscii ad intravedere la distesa d'acqua color cielo che era davanti a me e la spiaggia deserta.
Mi misi una mano sul volto e cominciai a ridere per la gioia. I miei occhi luccicavano.
Poi guardai Michael che sorrideva davanti a me.
Girai il mio corpo verso di lui e gli misi le braccia intorno al collo stringendo più forte che potevo.
Lui ricambiò la mia stretta, felice di avermi resa felice.
"Grazie Michael..." gli dissi con voce piena di gratitudine e gioia.
Come risposta, mi fece sentire la sua risata cristallina e dolce.
Ci sciogliemmo dall'abbraccio: "Per metterti il costume puoi andare dentro a quella casetta. Spero che ti piaccia e che sua della tua taglia." disse indicandomi una casetta di legno che, evidentemente, era lo spogliatoio.
"Hai pensato proprio a tutto..." gli dissi non riuscendo a nascondere un sorriso sbarazzino.
"Certo...Sennò non avrebbe avuto senso.." rispose con un sorriso sornione.
Scoppiammo a ridere.
Mi diressi correndo verso lo spogliatoio.
Entrai e di nuovo dovetti abituarmi al buio che c'era lì dentro, rispetto alla splendida luce che c'era fuori, incalzata da bagliore degli occhi di Michael.
Chiusi la porta e mi girai verso l'interno.
Vidi il costume che mi aveva preso. Era semplice, ma bellissimo.
Il reggiseno era nero e si allacciava dietro al collo.
Mi sorpresi quando non vidi le mutande (xD).
Evidentemente si ricordava della mia indole maschiaccia, perchè aveva preso un paio di pantaloncini.
Corti, arrivavano sopra alla metà della coscia. Erano fucsia con delle scritte nere e il contorno bianco.
Lo indossai ed uscii, perchè dovevo assolutamente ringraziarlo...
Quando fui sulla porta, qualcosa mi bloccò.
Era in pantaloncini. Solo pantaloncini, un pò più lunghi dei miei.
Rimasi a guardarlo e di nuovo sentii le farfalle nello stomaco e il cuore che accellerava i suoi battiti.
Uscii da quello stato di trans, solo quando vidi il suo braccio che mi faceva cenno di avvicinarmi a lui.
Gli corsi incontro e lo ringrazia di nuovo per tutto quanto. Mi disse che lo aveva fatto volentieri.
Poi si girò, prese la rincorsa e si tuffò nel mare che ondeggiava riflettendo la luce del sole.
Non potei fare a meno di non guardare il suo "Lato B"... Eddai!!! Qualunque ragazza che si possa chiamare in quel modo lo avrebbe guardato!!
Era tondo e sodo...Che c'è di meglio al mondo??
Mi misi a ridere, scrollai la testa per mandare via quel pensiero, poi presi la rincorsa e anche io mi tuffai, di fianco a lui.
Quando tornai sù con la testa, di nuovo rischiai di morire.
Vedevo il suo busto, che brillava a causa dell'acqua e del sole e riccioli bagnati che gli cadevano ribelli sulla fronte.
Oh bello ma mi vuoi far venire un infarto?!?!
Come se niente fosse, mi disse:"Andiamo??" con aria di innocenza.
Certo...Lui non rischiava di morire ogni volta che si girava verso la persona di fianco a lui...
"Tieni" disse Michael, porgendomi un pezzo di stoffa nero grande più o meno come la mia maglietta.
Io lo guardai confusa...Cosa avrei dovuto farci con quello??
"A cosa mi serve??" chiesi facendo evidentemente una faccia buffissima, perchè Mikey Mouse si mise a ridere.
"Mettitelo intorno agli occhi..." mi disse con fare misterioso.
Gli rivolsi un'occhiata di consenso e mi legai la stoffa vellutata in modo che coprisse i miei occhi.
"Ma come farò a camminare con questo affare che mi impedisce di vedere??" chiesi cercando di capirci qualcosa.
"Non ti preoccupare...Non devi pensare a niente." mi disse dolce.
Intanto la macchina si era fermata e sentii uno sportello aprirsi e chiudersi sbattendo.
Si aprì la portiera di fianco a me, ma ancora non potevo vedere.
Provai a riconoscere qualche punto di riferimento a tastoni, ma riuscii a toccare solo l'interno della macchina.
Solo dopo diversi tentativi, le mie mani si posarono su una cosa calda e morbida.
Avevo capito di cosa si trattava, ma non feci in tempo a dire niente, perchè questa cosa calda e morbida mi aveva messo un braccio intorno alle spalle e l'altro sotto le ginocchia.
Non sentivo più il sedile della macchina sotto il mio sedere e i raggi luccicanti del sole si facevano strada tra i fili sottili della stoffa.
L'aria si infrangeva contro i miei capelli, che svolazzavano da ogni parte. La stretta di Michael rendeva tutto ancora più magico. Aveva un tocco così delicato...Sembrava che temesse di rompermi.
La sua risata cristallina si spargeva per tutto il mio campo uditivo, come nutella sul pane, e i suoi riccioli mi solleticavano il naso.
Ma ancora non avevo capito dove eravamo.
All'improvviso si fermò e mi fece mettere dritta.
Sotto ai miei piedi sentivo una stana cosa morbida, calda e granulosa.
Sabbia?? Sabbia!!!
Mi aveva portata in spiaggia!!!
"Ora puoi toglierti la benda" disse, vedendo già il mio sorriso stampato in faccia che si era formato appena avevo appoggiato i piedi per terra.
Me la tolsi in fretta.
Subito i miei occhi furono colpiti dalla luce intensa del sole. Poi quando mi abituai un pò ad essa, riuscii ad intravedere la distesa d'acqua color cielo che era davanti a me e la spiaggia deserta.
Mi misi una mano sul volto e cominciai a ridere per la gioia. I miei occhi luccicavano.
Poi guardai Michael che sorrideva davanti a me.
Girai il mio corpo verso di lui e gli misi le braccia intorno al collo stringendo più forte che potevo.
Lui ricambiò la mia stretta, felice di avermi resa felice.
"Grazie Michael..." gli dissi con voce piena di gratitudine e gioia.
Come risposta, mi fece sentire la sua risata cristallina e dolce.
Ci sciogliemmo dall'abbraccio: "Per metterti il costume puoi andare dentro a quella casetta. Spero che ti piaccia e che sua della tua taglia." disse indicandomi una casetta di legno che, evidentemente, era lo spogliatoio.
"Hai pensato proprio a tutto..." gli dissi non riuscendo a nascondere un sorriso sbarazzino.
"Certo...Sennò non avrebbe avuto senso.." rispose con un sorriso sornione.
Scoppiammo a ridere.
Mi diressi correndo verso lo spogliatoio.
Entrai e di nuovo dovetti abituarmi al buio che c'era lì dentro, rispetto alla splendida luce che c'era fuori, incalzata da bagliore degli occhi di Michael.
Chiusi la porta e mi girai verso l'interno.
Vidi il costume che mi aveva preso. Era semplice, ma bellissimo.
Il reggiseno era nero e si allacciava dietro al collo.
Mi sorpresi quando non vidi le mutande (xD).
Evidentemente si ricordava della mia indole maschiaccia, perchè aveva preso un paio di pantaloncini.
Corti, arrivavano sopra alla metà della coscia. Erano fucsia con delle scritte nere e il contorno bianco.
Lo indossai ed uscii, perchè dovevo assolutamente ringraziarlo...
Quando fui sulla porta, qualcosa mi bloccò.
Era in pantaloncini. Solo pantaloncini, un pò più lunghi dei miei.
Rimasi a guardarlo e di nuovo sentii le farfalle nello stomaco e il cuore che accellerava i suoi battiti.
Uscii da quello stato di trans, solo quando vidi il suo braccio che mi faceva cenno di avvicinarmi a lui.
Gli corsi incontro e lo ringrazia di nuovo per tutto quanto. Mi disse che lo aveva fatto volentieri.
Poi si girò, prese la rincorsa e si tuffò nel mare che ondeggiava riflettendo la luce del sole.
Non potei fare a meno di non guardare il suo "Lato B"... Eddai!!! Qualunque ragazza che si possa chiamare in quel modo lo avrebbe guardato!!
Era tondo e sodo...Che c'è di meglio al mondo??
Mi misi a ridere, scrollai la testa per mandare via quel pensiero, poi presi la rincorsa e anche io mi tuffai, di fianco a lui.
Quando tornai sù con la testa, di nuovo rischiai di morire.
Vedevo il suo busto, che brillava a causa dell'acqua e del sole e riccioli bagnati che gli cadevano ribelli sulla fronte.
Oh bello ma mi vuoi far venire un infarto?!?!
Come se niente fosse, mi disse:"Andiamo??" con aria di innocenza.
Certo...Lui non rischiava di morire ogni volta che si girava verso la persona di fianco a lui...
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Re: The Missing Part Of Me (completa)
Don't Walk Away
Lui era davanti a me e io correvo per raggiungerlo. Quando fui abbastanza vicina, mi aggrappai alle su spalle e lo feci cadere in acqua.
"Hey!! Questa me la paghi!!" disse riemergendo, con un sorriso furbetto.
"Certo...Vediamo che sai fare" lo sfidai, mettendomi a correre verso l'acqua più alta.
I movimenti delle mie gambe però erano limitati dall'acqua che scorreva dalla perte opposta, così mi raggiunse quasi subito.
Mi mise una mano sulla testa e mi spinse giù. Cercai di dimenarmi in ogni modo, ma era troppo forte.
Le sua stretta, che al tempo stesso era anche molto delicata, si ammorbidì dopo qualche secondo, dandomi modo di riemergere.
"Questo è un colpo basso!!" dissi, facendo finta di offendermi.
Incrociai le braccia al petto e mi girai dalla parte opposta alla sua, facendo il muso.
"Ok,ok...Scusa..." mi disse fingendosi dispiaciuto, cercando di soffocare una risata.
Da dietro, mi mise una mano sulla spalla e avvicinò il suo volto al mio orecchio, dicendo:"Mi predoni??".
Tutto il mio corpo fu percorso da brividi, e per un attimo rimasi a bocca aperta, incapace di rispondergli.
Poi fu lui stesso a riportarmi alla realtà: "Allora?? Non ti sarai arrabbiata sul serio.." disse preoccupato.
Scrollai impercettibilmente la testa per allontanare quel pensiero. Il suo modo di essere così inconsapevolmente sexy mi faceva impazzire...
Mi girai verso di lui e, come se non bastasse, i suoi occhioni grandi e pieni di senso di colpa, erano lì a guardarmi, aumentando il trauma.
Mi venne in mente cosa dovevo fare e ritornai definitivamente in me stessa.
Di nuovo mi buttai su di lui e lo feci cadere in acqua. Caddi anche io, ma non mi feci male perchè ero sopra di lui.
Non Avevo mai avuto molto garbo, fin da piccola. Ero un maschiaccio ed eccone la dimostrazione.
Ma sinceramente in quel momento non mi preoccupavo del fatto che si potesse essere fatto male...
Sentivo ogni parte del suo corpo a contatto con il mio. E quando dico "ogni" intendo dire davvero tutto.
Restai immobile a guardarlo per un attimo, sott'acqua.
Intanto sentivo il mio corpo che veniva portato a galla e si staccava dal suo.
Basta!! Dovevo smetterla!! Perchè quei pensieri?? Non aveva senso...
Ci alzammo tutti e due in fretta, paonazzi.
"Ehm....Scusa..." riuscii a balbettare. Intanto nella mia mente mi ripetevo quanto ero stata stupida...Non potevo rischiare di rovinare quello splendido rapporto che si era creato tra noi da quando eravamo piccoli.
Non era riuscita a rovinarlo la distanza, ora mi ci mettevo io...
Sapendo quanto era timido, sapevo che avrebbe potuto perdere la forza nel parlarmi e questo non doveva assolutamente succedere.
"Niente...Non ti preoccupare..." mi rispose imbarazzato.
Mi avvicinai a lui lentamente, sperando che nel frattempo l'imbarazzo diminuisse.
Mi sorrse lievemente.
Era palese che avevo combinato un disastro, come solito:" Forse è meglio che io torni all'asilo Mike..." dissi dispiaciuta, abbassando gli occhi.
"No!!" esclamò, facendomi sussultare.
"Senti...Io non voglio che tu te ne vada. Ho organizzato per te questa giornata e non voglio che venga rovinata da una stupida caduta ok??" disse, inaspettatamente autoritario.
Sorrisi, piena di gratitudine e felicità. Quelle parole mi avevano rassicurata.
"Certo." dissi lieve.
"Però ci sarebbe una cosa che dovrei chiederti..." proseguii incerta.
"Si dimmi..." mi rspose con un tono di voce neutro, tranne per un accenno di curiosità.
"Ecco...Io non so fare il morto...Me lo insegneresti tu??" gli chiesi a metà tra l'imbarazzata e l'insicura.
Si mise a ridere, sollevato. Chissà cosa pensava che gli chiedessi...
"Certo! Vieni..." mi disse, incitandomi con un braccio ad avvicinarmi ancora di più a lui.
Feci come mi aveva detto e andammo dove l'acqua era un pò più alta.
"Stenditi e lasciati andare..." mi disse prendendomi la mano.
"Ma ho paura...E se poi vado giù e affogo???" gli chiesi spaventata.
"Non affogherai..." mi disse rassicurante.
"Come lo sai??" continuai, ancora un pò diffidente.
"Perchè ti terrò io..." mi disse stringendomi la mano.
"Ok" dissi. Adesso non avevo più paura...Se lui mi teneva non avevo niente da temere.
Mi sdraiai sull'acqua abbandonandomi ad essa e alle braccia delicate di Mike. Chiusi gli occhi. Non pensavo a niente. Mi facevo cullare dal sottile ondeggiare del mare e non avevo paura, perchè c'era Mike con me. Mi fidavo di lui.
"Come va??" mi disse, riportandomi alla realtà per la seconda volta in pochi minuti.
"Se tu mi tieni non ho paura." gli dissi dolce, riaprendo gli occhi.
"Ma adesso io non ti sto tenendo." mi disse sorridendo.
Non mi ero accorta che nel frattempo lui aveva tolto le braccia da sotto la miaschiena e le mie gambe.
Ce l'avevo fatta!! Galleggiavo!!
"Sto galleggiando!! Evviva!!" dissi contenta come una bambina a cui è appena stata regalato il suo peluches preferito.
"Grazie di nuovo Mike.." dissi, staccando gli occhi dal cielo e dirigendo il mio sguardo verso di lui.
"Non è merito mio..." disse modesto.
"Sì invece..." dissi un pò confusa.
"No...Il merito è tuo...Io ti ho solo fatto capire che potevi farcela..." mi disse accarezzandomi una guancia.
Quelle carezze....Mi ricordavano tanto quella della mia mamma.
All'improvviso, un nodo allo stomaco mi impedì di galleggiare ancora, così fui costretta a rimettermi in piadi, con una mano sulla pancia dolente.
"Che succede??" mi chiese Michael preoccupato.
Non riuscii a dire niente, perchè le lacrime scorrevano già copiose sul mio viso.
"Hey..." disse lui dolcemente, avvicinandosi a me.
Abbassai il viso...Non volevo che mi vedesse piangere ancora una volta, non volevo che mi credesse debole.
Il mio tentativo di nascondergli le lacrime e il dolore, però fallì, perchè prese il mio viso tra le sua mani morbide, costringendomi a guardarlo.
"Non voglio vederti così...Che è successo??" mi chiese comprensivo.
Appoggiai la testa sul suo petto caldo e rassicurante e lui mi cinse le spalle.
"Hai presente la carezze di prima??" gli chiesi tra i singhiozzi.
"Si." disse accarezzandomi la schiena.
"Mi ricordavano la mia mamma...Mi manca tanto Mike..." dissi, sentendo di nuovo le lacrime, più forti di prima.
"Ma lei non se n'è andata." mi disse delicato.
Mi staccai leggermente da lui e gli rivolsi una sguardo interrogativo.
"Lei è ancora qui" continuò, appoggiando una mano sul mio petto, in quel posto dove si sente il cuore che batte.
Non l'avevo mai vista così...Nessuno mi ci aveva mai fatto pensare...
Adesso capivo che non aveva più senso soffrire, perchè la mia mamma era ancora con me...Solo che fino a quel momento non me ne ero mai accorta.
Il mio volto si illuminò e decisi che ra il momento di sorridere.
Mike mi asciugò le lacrime con un bacio leggero sulla guancia e io ricambiai.
Come faceva a capirmi sempre così bene?? Come faceva ogni volta a farmi passare il dolore in un attimo??
Era speciale il mio Mikey Mouse...Per questo avevo tanta paura che il nostro rapporto si potesse spezzare...Non volevo perderlo.
Lui era davanti a me e io correvo per raggiungerlo. Quando fui abbastanza vicina, mi aggrappai alle su spalle e lo feci cadere in acqua.
"Hey!! Questa me la paghi!!" disse riemergendo, con un sorriso furbetto.
"Certo...Vediamo che sai fare" lo sfidai, mettendomi a correre verso l'acqua più alta.
I movimenti delle mie gambe però erano limitati dall'acqua che scorreva dalla perte opposta, così mi raggiunse quasi subito.
Mi mise una mano sulla testa e mi spinse giù. Cercai di dimenarmi in ogni modo, ma era troppo forte.
Le sua stretta, che al tempo stesso era anche molto delicata, si ammorbidì dopo qualche secondo, dandomi modo di riemergere.
"Questo è un colpo basso!!" dissi, facendo finta di offendermi.
Incrociai le braccia al petto e mi girai dalla parte opposta alla sua, facendo il muso.
"Ok,ok...Scusa..." mi disse fingendosi dispiaciuto, cercando di soffocare una risata.
Da dietro, mi mise una mano sulla spalla e avvicinò il suo volto al mio orecchio, dicendo:"Mi predoni??".
Tutto il mio corpo fu percorso da brividi, e per un attimo rimasi a bocca aperta, incapace di rispondergli.
Poi fu lui stesso a riportarmi alla realtà: "Allora?? Non ti sarai arrabbiata sul serio.." disse preoccupato.
Scrollai impercettibilmente la testa per allontanare quel pensiero. Il suo modo di essere così inconsapevolmente sexy mi faceva impazzire...
Mi girai verso di lui e, come se non bastasse, i suoi occhioni grandi e pieni di senso di colpa, erano lì a guardarmi, aumentando il trauma.
Mi venne in mente cosa dovevo fare e ritornai definitivamente in me stessa.
Di nuovo mi buttai su di lui e lo feci cadere in acqua. Caddi anche io, ma non mi feci male perchè ero sopra di lui.
Non Avevo mai avuto molto garbo, fin da piccola. Ero un maschiaccio ed eccone la dimostrazione.
Ma sinceramente in quel momento non mi preoccupavo del fatto che si potesse essere fatto male...
Sentivo ogni parte del suo corpo a contatto con il mio. E quando dico "ogni" intendo dire davvero tutto.
Restai immobile a guardarlo per un attimo, sott'acqua.
Intanto sentivo il mio corpo che veniva portato a galla e si staccava dal suo.
Basta!! Dovevo smetterla!! Perchè quei pensieri?? Non aveva senso...
Ci alzammo tutti e due in fretta, paonazzi.
"Ehm....Scusa..." riuscii a balbettare. Intanto nella mia mente mi ripetevo quanto ero stata stupida...Non potevo rischiare di rovinare quello splendido rapporto che si era creato tra noi da quando eravamo piccoli.
Non era riuscita a rovinarlo la distanza, ora mi ci mettevo io...
Sapendo quanto era timido, sapevo che avrebbe potuto perdere la forza nel parlarmi e questo non doveva assolutamente succedere.
"Niente...Non ti preoccupare..." mi rispose imbarazzato.
Mi avvicinai a lui lentamente, sperando che nel frattempo l'imbarazzo diminuisse.
Mi sorrse lievemente.
Era palese che avevo combinato un disastro, come solito:" Forse è meglio che io torni all'asilo Mike..." dissi dispiaciuta, abbassando gli occhi.
"No!!" esclamò, facendomi sussultare.
"Senti...Io non voglio che tu te ne vada. Ho organizzato per te questa giornata e non voglio che venga rovinata da una stupida caduta ok??" disse, inaspettatamente autoritario.
Sorrisi, piena di gratitudine e felicità. Quelle parole mi avevano rassicurata.
"Certo." dissi lieve.
"Però ci sarebbe una cosa che dovrei chiederti..." proseguii incerta.
"Si dimmi..." mi rspose con un tono di voce neutro, tranne per un accenno di curiosità.
"Ecco...Io non so fare il morto...Me lo insegneresti tu??" gli chiesi a metà tra l'imbarazzata e l'insicura.
Si mise a ridere, sollevato. Chissà cosa pensava che gli chiedessi...
"Certo! Vieni..." mi disse, incitandomi con un braccio ad avvicinarmi ancora di più a lui.
Feci come mi aveva detto e andammo dove l'acqua era un pò più alta.
"Stenditi e lasciati andare..." mi disse prendendomi la mano.
"Ma ho paura...E se poi vado giù e affogo???" gli chiesi spaventata.
"Non affogherai..." mi disse rassicurante.
"Come lo sai??" continuai, ancora un pò diffidente.
"Perchè ti terrò io..." mi disse stringendomi la mano.
"Ok" dissi. Adesso non avevo più paura...Se lui mi teneva non avevo niente da temere.
Mi sdraiai sull'acqua abbandonandomi ad essa e alle braccia delicate di Mike. Chiusi gli occhi. Non pensavo a niente. Mi facevo cullare dal sottile ondeggiare del mare e non avevo paura, perchè c'era Mike con me. Mi fidavo di lui.
"Come va??" mi disse, riportandomi alla realtà per la seconda volta in pochi minuti.
"Se tu mi tieni non ho paura." gli dissi dolce, riaprendo gli occhi.
"Ma adesso io non ti sto tenendo." mi disse sorridendo.
Non mi ero accorta che nel frattempo lui aveva tolto le braccia da sotto la miaschiena e le mie gambe.
Ce l'avevo fatta!! Galleggiavo!!
"Sto galleggiando!! Evviva!!" dissi contenta come una bambina a cui è appena stata regalato il suo peluches preferito.
"Grazie di nuovo Mike.." dissi, staccando gli occhi dal cielo e dirigendo il mio sguardo verso di lui.
"Non è merito mio..." disse modesto.
"Sì invece..." dissi un pò confusa.
"No...Il merito è tuo...Io ti ho solo fatto capire che potevi farcela..." mi disse accarezzandomi una guancia.
Quelle carezze....Mi ricordavano tanto quella della mia mamma.
All'improvviso, un nodo allo stomaco mi impedì di galleggiare ancora, così fui costretta a rimettermi in piadi, con una mano sulla pancia dolente.
"Che succede??" mi chiese Michael preoccupato.
Non riuscii a dire niente, perchè le lacrime scorrevano già copiose sul mio viso.
"Hey..." disse lui dolcemente, avvicinandosi a me.
Abbassai il viso...Non volevo che mi vedesse piangere ancora una volta, non volevo che mi credesse debole.
Il mio tentativo di nascondergli le lacrime e il dolore, però fallì, perchè prese il mio viso tra le sua mani morbide, costringendomi a guardarlo.
"Non voglio vederti così...Che è successo??" mi chiese comprensivo.
Appoggiai la testa sul suo petto caldo e rassicurante e lui mi cinse le spalle.
"Hai presente la carezze di prima??" gli chiesi tra i singhiozzi.
"Si." disse accarezzandomi la schiena.
"Mi ricordavano la mia mamma...Mi manca tanto Mike..." dissi, sentendo di nuovo le lacrime, più forti di prima.
"Ma lei non se n'è andata." mi disse delicato.
Mi staccai leggermente da lui e gli rivolsi una sguardo interrogativo.
"Lei è ancora qui" continuò, appoggiando una mano sul mio petto, in quel posto dove si sente il cuore che batte.
Non l'avevo mai vista così...Nessuno mi ci aveva mai fatto pensare...
Adesso capivo che non aveva più senso soffrire, perchè la mia mamma era ancora con me...Solo che fino a quel momento non me ne ero mai accorta.
Il mio volto si illuminò e decisi che ra il momento di sorridere.
Mike mi asciugò le lacrime con un bacio leggero sulla guancia e io ricambiai.
Come faceva a capirmi sempre così bene?? Come faceva ogni volta a farmi passare il dolore in un attimo??
Era speciale il mio Mikey Mouse...Per questo avevo tanta paura che il nostro rapporto si potesse spezzare...Non volevo perderlo.
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Re: The Missing Part Of Me (completa)
They Don't Care About Us
Era già ora di pranzo. Mi sembra incredibile quanto passi velocemente il tempo quando ti diverti. Ed è incredibile quanto una sola persona ti possa far stare così bene. Una sensazione fantastica. Avrei passato tutto il giorno con Mike e sapevo che ci saremmo divertiti un sacco. Era una persona straordinaria... Nessuno poteva arrivare a comprendermi fino in fondo come faceva lui. Nessuno mi aveva mai riempito di affetto e attenzioni in quel modo, apparte mio padre. Non so come avrei fatto senza di lui. Ormai stava interpretando un ruolo fondamentale nella mia vita.
L'unica cosa che mi preoccupava erano quei pensieri strani... Inconsciamente immaginavo cose poco caste e non sapevo come liberarmene...
"Andiamo a mangiare??" mi chiese Mike prendendomi la mano.
"Ok...Ma hai preparato anche il pranzo??" gli chiesi curiosa.
"In realtà ho portato dei panini. La vera sorpresa è stasera..." mi disse con fare misterioso.
"Ancora sorprese?!?!Guarda che io non mi merito tutto questo..." gli dissi con un sospiro di rassegnazione.
"Si invece...Deve essere speciale per te questo giorno. Voglio che tu possa ricordartelo." mi disse, mentre uscivamo dall'acqua.
"Ma è già speciale, perchè ci sei tu." gli dissi, fermandomi.
Poi realizzai che forse avevo parlato troppo. Sentii le guance diventarmi bollenti e spalancai gli occhi senza neanche accorgermene.
Michael mi guardava, anche lui rosso in viso.
Di nuovo la mia boccaccia era riuscita a rovinare il momento...Ma quando imparerò a stare zitta?!?! O almeno a controllare quello che dico...
"L-lo pensi davvero??" balbettò visibilmente non a suo agio.
"Si..." gli dissi, visto che ormai il danno era fatto.
Però non era una bugia. Pensavo davvero che rendesse le giornate speciali.
"Io penso che sia la tua semplicità che invece rende le MIE giorante speciali..." mi disse riprendendo a camminare.
Risi impercettibilmente.
Tentavo di nasconderlo, ma quello che mi aveva detto fece accellerare i battiti del mio cuore e dipinse lievemente le mie guance di rosso.
"Aspettami qui. Torno subito." disse, dirigendosi verso la macchina.
Tornò dopo qualche minuto con una borsa e due teli per asciugarci.
Me ne porse uno e io me lo arrotolai intorno alle spalle. Lui fece lo stesso con l'altro.
Dopo esserci asciugati bene, stendemmo gli asciugamani sulla sabbia e ci sedemmo sopra di essi.
Aprì la borsa che teneva in mano e mi porse un panino.
"Spero che ti piaccia" mi disse sorridendo.
Stavo per rispondergli, ma qualcosa attirò la mia attenzione. Si trattava di macchie chiare sulla sua pelle, sul collo, sulle mani e vicino all'elastico del costume.
Con la luce e l'acqua non ero riuscita vederle prima.
"Mike..." gli chiesi, temendo di essere indiscreta.
"Si...??" disse girandosi verso di me e rivolgendomi uno sguardo incuriosito.
"Se ti chiedo una cosa non ti arrabbi??" gli dissi, sperando in qualche modo di porre la mia domanda senza che sembrasse un interrogatorio.
Non volevo che pensasse che volevo farmi i fatti i suoi. Non volevo che mi paragonasse a tutti quei giornalisti senza scrupoli...
"Certo che no...!" disse ridendo.
"Cosa sono queste macchie??" dissi sfiorando con un dito le zone in cui si vedevano di più.
Mike alzò lo sguardo verso di me, fissandomi triste.
Stava malissimo... Il suo sguardo rivelava una tristezza infinita, i suoi occhi lucidi mi fissavano, le sue labbra serrate non riuscivano a far uscire dalla sua bocca il minimo respiro..
Ed era solo colpa mia. Merda!! Un'altra volta!! Non ci potevo credere...Mike stava male ed era colpa mia..Di Nuovo!!
"Sono un mostro vero??" mi disse con la voce rotta dalle lacrime che rigavano il suo viso mulatto.
"Cosa?! Non...Io non credo affatto che tu sia un mostro...E mi dispiace di aver tirato fuori l'argomento...Dimentica la domanda che ti ho fatto ok??" non potevo vederlo in quello stato e per colpa mia per giunta.
"No...Mi farà bene parlarne." disse asciugandosi le lacrime.
"Ne sei sicuro??" gli chiesi avvicinandomi a lui.
"Si" rispose prendendomi la mano.
"All'inizio del 1983, mi sono comparse queste macchie sul corpo. Non sapevo di cosa si trattasse, così andai in ospedale e mi feci visitare. Il medico mi diagnosticò questa malattia, che si chiama vitiligine e da cui non potrò mai guarire. Resterò così per sempre. In quegli anni i giornalisti e i media hanno cominciato ad assillarmi e a pubblicare notizie false sul mio conto. Dicevano che mi ero sbiancato la pelle, ma non è così. Uso delle creme per rendere il colore della pelle uniforme. Ma questa cosa mi ha fatto davvero male. Per me è molto imbarazzante...Mi sento un mostro capisci??" continuò mentre le lacrime di nuovo scivolavano sulle sue guance.
Si alzò e si allontanò da me correndo.
"Mike aspetta!!" dissi cercando di fermarlo.
Si fermò, ma non si girò per guardarmi in faccia.
Appoggiai le mani sulle sue spalle.
"Mike te l'ho già detto...Tu non sei un mostro..." gli sussurrai in un orecchio.
Si girò e il suo volto era completamente bagnato dalle lacrime.
"Guardami...Cosa vedi??" mi chiese incitandomi a dargli un giudizio.
Ma io non volevo giudicarlo...Non era giusto...
"Io vedo..." stavo per rispondere, ma lui mi interruppe: "Un mostro..." disse coprendosi il volto con una mano.
"No...Vedo un ragazzo come tutti gli altri...Semplicemente questo...E poi tu dovresti conoscermi Michael, io non guardo all'aspetto esteriore...Tu sei una persona speciale, molto dolce e buona...E ti darei tutto il mio affetto anche se fossi brutto..." ero sincera. A me non interessava l'aspetto esteriore, anche se non potevo fare a meno di pensare che fosse bello.
Avevo avuto la fortuna di conoscerlo da piccola e di poter conoscere il suo lato "normale".
Io non conoscevo solo Michael Jackson, star interanzionale. Ma anche il semplice Michael. Un ragazzo dolce, buono, sensibile ma molto timido.
E quella era la parte migliore.
Chiunque avesse deciso per me questa destino fortunato, meritava un ringraziamento. Dio?? Gli angeli?? Le stelle?? Grazie a chiunque sia stato.
Mi rivolse un'occhiata penetrante. I suoi occhioni color cioccolato si incatenarono ai miei azzurri.
Mi avvicinai a lui e appoggiai le mani sul suo petto.
"Vedi...A me interessa quello che c'è qui dentro..." sussurrai indicandogli il punto con lo sguardo.
Mi scostò i capelli dal viso e prese quest ultimo tra le sue mani calde.
Si avvicinò lentamente e sussurrò: "Grazie".
Chiudemmo gli occhi. Il suo viso era pericolosamente vicino al mio...Troppo vicino.
Potevo sentire il suo respiro sulle mie labbra e questo mi fece rabbrividire.
Poi alll'improvviso, suonò il suo cellulare...E la magia si spezzò.
Era già ora di pranzo. Mi sembra incredibile quanto passi velocemente il tempo quando ti diverti. Ed è incredibile quanto una sola persona ti possa far stare così bene. Una sensazione fantastica. Avrei passato tutto il giorno con Mike e sapevo che ci saremmo divertiti un sacco. Era una persona straordinaria... Nessuno poteva arrivare a comprendermi fino in fondo come faceva lui. Nessuno mi aveva mai riempito di affetto e attenzioni in quel modo, apparte mio padre. Non so come avrei fatto senza di lui. Ormai stava interpretando un ruolo fondamentale nella mia vita.
L'unica cosa che mi preoccupava erano quei pensieri strani... Inconsciamente immaginavo cose poco caste e non sapevo come liberarmene...
"Andiamo a mangiare??" mi chiese Mike prendendomi la mano.
"Ok...Ma hai preparato anche il pranzo??" gli chiesi curiosa.
"In realtà ho portato dei panini. La vera sorpresa è stasera..." mi disse con fare misterioso.
"Ancora sorprese?!?!Guarda che io non mi merito tutto questo..." gli dissi con un sospiro di rassegnazione.
"Si invece...Deve essere speciale per te questo giorno. Voglio che tu possa ricordartelo." mi disse, mentre uscivamo dall'acqua.
"Ma è già speciale, perchè ci sei tu." gli dissi, fermandomi.
Poi realizzai che forse avevo parlato troppo. Sentii le guance diventarmi bollenti e spalancai gli occhi senza neanche accorgermene.
Michael mi guardava, anche lui rosso in viso.
Di nuovo la mia boccaccia era riuscita a rovinare il momento...Ma quando imparerò a stare zitta?!?! O almeno a controllare quello che dico...
"L-lo pensi davvero??" balbettò visibilmente non a suo agio.
"Si..." gli dissi, visto che ormai il danno era fatto.
Però non era una bugia. Pensavo davvero che rendesse le giornate speciali.
"Io penso che sia la tua semplicità che invece rende le MIE giorante speciali..." mi disse riprendendo a camminare.
Risi impercettibilmente.
Tentavo di nasconderlo, ma quello che mi aveva detto fece accellerare i battiti del mio cuore e dipinse lievemente le mie guance di rosso.
"Aspettami qui. Torno subito." disse, dirigendosi verso la macchina.
Tornò dopo qualche minuto con una borsa e due teli per asciugarci.
Me ne porse uno e io me lo arrotolai intorno alle spalle. Lui fece lo stesso con l'altro.
Dopo esserci asciugati bene, stendemmo gli asciugamani sulla sabbia e ci sedemmo sopra di essi.
Aprì la borsa che teneva in mano e mi porse un panino.
"Spero che ti piaccia" mi disse sorridendo.
Stavo per rispondergli, ma qualcosa attirò la mia attenzione. Si trattava di macchie chiare sulla sua pelle, sul collo, sulle mani e vicino all'elastico del costume.
Con la luce e l'acqua non ero riuscita vederle prima.
"Mike..." gli chiesi, temendo di essere indiscreta.
"Si...??" disse girandosi verso di me e rivolgendomi uno sguardo incuriosito.
"Se ti chiedo una cosa non ti arrabbi??" gli dissi, sperando in qualche modo di porre la mia domanda senza che sembrasse un interrogatorio.
Non volevo che pensasse che volevo farmi i fatti i suoi. Non volevo che mi paragonasse a tutti quei giornalisti senza scrupoli...
"Certo che no...!" disse ridendo.
"Cosa sono queste macchie??" dissi sfiorando con un dito le zone in cui si vedevano di più.
Mike alzò lo sguardo verso di me, fissandomi triste.
Stava malissimo... Il suo sguardo rivelava una tristezza infinita, i suoi occhi lucidi mi fissavano, le sue labbra serrate non riuscivano a far uscire dalla sua bocca il minimo respiro..
Ed era solo colpa mia. Merda!! Un'altra volta!! Non ci potevo credere...Mike stava male ed era colpa mia..Di Nuovo!!
"Sono un mostro vero??" mi disse con la voce rotta dalle lacrime che rigavano il suo viso mulatto.
"Cosa?! Non...Io non credo affatto che tu sia un mostro...E mi dispiace di aver tirato fuori l'argomento...Dimentica la domanda che ti ho fatto ok??" non potevo vederlo in quello stato e per colpa mia per giunta.
"No...Mi farà bene parlarne." disse asciugandosi le lacrime.
"Ne sei sicuro??" gli chiesi avvicinandomi a lui.
"Si" rispose prendendomi la mano.
"All'inizio del 1983, mi sono comparse queste macchie sul corpo. Non sapevo di cosa si trattasse, così andai in ospedale e mi feci visitare. Il medico mi diagnosticò questa malattia, che si chiama vitiligine e da cui non potrò mai guarire. Resterò così per sempre. In quegli anni i giornalisti e i media hanno cominciato ad assillarmi e a pubblicare notizie false sul mio conto. Dicevano che mi ero sbiancato la pelle, ma non è così. Uso delle creme per rendere il colore della pelle uniforme. Ma questa cosa mi ha fatto davvero male. Per me è molto imbarazzante...Mi sento un mostro capisci??" continuò mentre le lacrime di nuovo scivolavano sulle sue guance.
Si alzò e si allontanò da me correndo.
"Mike aspetta!!" dissi cercando di fermarlo.
Si fermò, ma non si girò per guardarmi in faccia.
Appoggiai le mani sulle sue spalle.
"Mike te l'ho già detto...Tu non sei un mostro..." gli sussurrai in un orecchio.
Si girò e il suo volto era completamente bagnato dalle lacrime.
"Guardami...Cosa vedi??" mi chiese incitandomi a dargli un giudizio.
Ma io non volevo giudicarlo...Non era giusto...
"Io vedo..." stavo per rispondere, ma lui mi interruppe: "Un mostro..." disse coprendosi il volto con una mano.
"No...Vedo un ragazzo come tutti gli altri...Semplicemente questo...E poi tu dovresti conoscermi Michael, io non guardo all'aspetto esteriore...Tu sei una persona speciale, molto dolce e buona...E ti darei tutto il mio affetto anche se fossi brutto..." ero sincera. A me non interessava l'aspetto esteriore, anche se non potevo fare a meno di pensare che fosse bello.
Avevo avuto la fortuna di conoscerlo da piccola e di poter conoscere il suo lato "normale".
Io non conoscevo solo Michael Jackson, star interanzionale. Ma anche il semplice Michael. Un ragazzo dolce, buono, sensibile ma molto timido.
E quella era la parte migliore.
Chiunque avesse deciso per me questa destino fortunato, meritava un ringraziamento. Dio?? Gli angeli?? Le stelle?? Grazie a chiunque sia stato.
Mi rivolse un'occhiata penetrante. I suoi occhioni color cioccolato si incatenarono ai miei azzurri.
Mi avvicinai a lui e appoggiai le mani sul suo petto.
"Vedi...A me interessa quello che c'è qui dentro..." sussurrai indicandogli il punto con lo sguardo.
Mi scostò i capelli dal viso e prese quest ultimo tra le sue mani calde.
Si avvicinò lentamente e sussurrò: "Grazie".
Chiudemmo gli occhi. Il suo viso era pericolosamente vicino al mio...Troppo vicino.
Potevo sentire il suo respiro sulle mie labbra e questo mi fece rabbrividire.
Poi alll'improvviso, suonò il suo cellulare...E la magia si spezzò.
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Re: The Missing Part Of Me (completa)
Amore o amicizia?
Aprimmo tutti e due gli occhi e ci rendemmo conto di quello che stavamo facendo, completamente sbagliato.
Eravamo amici e basta, niente di più...Non potevamo andare oltre perchè avremmo rovinato tutto.
Conoscevamo i nostri limiti ma stavamo per superarli. Non dovevo permetterlo.
Non dovevo innamorarmi di lui perchè avrei sofferto. Forse per colpa sua, forse no. Ma di sicuro sarei stata male.
Magari se non fosse stato così famoso sarebbe stato tutto diverso...
I nostri visi si dipinsero di un intenso color rosso e ci staccammo immediatamente.
Mike prese il cellulare e rispose, io mi allontanai.
Lo sentii dire:"Ok, arrivo...Ciao Frank..."
Così quella che doveva essere una giornata indimenticabile era già finita??
Tristemente constatai questa cosa e lo guardai afflitta, mentre lui si avvicinava a me.
Era ancora rosso...
"Ehm...Mi ha chiamato il mio manager e..." era un pò incerto mentre lo diceva, così lo interruppi. Non volevo che si mettesse dei problemi.
"Non ti preoccupare...Il lavoro viene prima di tutto..." dissi abbozzando un sorriso triste.
"No...Non pensarla così...Per me tu vieni prima del lavoro, ma non posso rinunciare...Ti prometto che stasera ti verrò a prendere a casa e ti svelerò la sorpresa...Come promesso...0k??" mi chiese, cercando di rimediare a quanto appena successo.
Lo capivo. Il suo era un lavoro impegnativo, non poteva sottrarsi ai suoi impegni.
Era anche per questo che non mi sarei mai potuta innamorare di lui...Lo avrei visto raramente...
Però al cuore non si comanda...
"Certo..." sussurrai un pò delusa.
Non me lo aspettavo...Pensavo che avremmo passato una di quelle giornate indimenticabili. Fino a quel momento lo era stato, quindi perchè interromperla??
Ma del resto non potevo pretendere che rinunciasse al suo lavoro per me...
Non dovevo fargli capire che mi dispiaceva...Avrebbe pensato che pretendo troppo da lui...Lo avrei perso se fossi andata avanti così...
Ci rivestimmo e Mike mi riaccompagnò all'asilo.
"Il costume lo puoi tenere...Te lo regalo" mi disse dolcemente sulla porta del grande edificio grigio.
"Grazie...Grazie per il costume, per questa giornata...Per tutto..." gli dissi accarezzandogli il viso.
"Di niente...E non dimenticarti che non è ancora finita...Ci vediamo stasera." mi disse con gli occhioni furbetti.
Mi venne da ridere...Che buffa che era quell'espressione.
"Ok...Alle 7:00 va bene??" gli chiesi sorridente, mordendomi il labbro inferiore.
"Perfetto." mi disse teatralmente.
Gli schioccai un bacio sulla guancia e lui ricambiò, poi ci salutammo.
Lo guardai allontanarsi da dietro la finestra dell'asilo.
Il mio Mike...
Sussultai quando sentii qualcuno mettermi una mano sulla spalla.
Mi voltai.
Quella curiosona di Linda cercò in ogni modo di farmi rivelare delle informazioni sulla giornata passata con Michael.
"Allora??" mi chiese impaziente.
"Allora cosa??" gli chiesi, tenendola sulle spine.
"Lo sai benissimo!!" mi disse incrociando le braccia al petto.
Cercai di fare la misteriosa, ma non riuscii a trattenermi.
Morivo dalla voglia di parlare con qualcuno di quello che era successo e lei era persona giusta.
"Ok ok!!" gli dissi mentre fremevo dalla gioia.
"Allora...Mi ha portata in spiaggia, mi ha regalato un bellissimo costume e ha anche azzeccato la taglia, poi siamo andati a fare il bagno e abbiamo giocato per quasi tre ore. Poi io gli sono caduta sopra e..." mi interruppi perchè vedevo gli occhi di Linda luccicare e il suo viso si stava deformando in una strana espressione.
"Perchè quella faccia??" gli chiesi ingenuamente.
"Non ti preoccupare...Poi ti spiego...Adesso continua per favore!!" mi disse elettrizzata.
"Poi stavamo per mangiare i panini che lui stesso aveva preparato, ma ho notato delle macchie sul suo corpo e gli ho chiesto spiegazioni. Mi ha detto che si trattava di Vitiligine e che ne soffriva molto. Ho cercato di dargli il mio appoggio, ma si è messo a piangere lo stesso. Così gli ho detto che a me interessava solo quello che aveva nel cuore non il suo aspetto, gli ho detto che era una persona speciale e che gli avrei voluto bene anche se fosse stato brutto. Allora lui mi ha sussurrato grazie e intorno ai nostri visi ormai molto vicini, si creò quella magia che ti fa credere di poter volare, di poter toccare il cielo. Poi è squillato il suo cellulare ed è dovuto andare perchè aveva un impegno di lavoro imprevisto..." queste ultime parole le pronunciai con un sussurro, abbassando gli occhi.
"Però ha detto che mi passa a prendere stasera!!" dissi rallegrandomi con una insolita e inspiegabile gioia.
Linda rise levemente.
"Adesso ti spiego la faccia di prima." mi disse con un tono di voce neutro.
Ascoltavo impaziente perchè mi aveva incuriosita molto quell'espressione.
"Ho fatto quella faccia perchè a me piacciono le storie romantiche...E perchè sei fortunata ad esserti innamorata di un ragazzo così dolce..." mi disse sorridendo.
Cosa?! innamorata?! Io?!
Sentii le guance avvampare e il loro colore sicuramente era diventato di un rosso molto acceso.
"C-cosa?? Io non mi sono innamorata di Mike..." riuscii a balbettare in preda all'ansia.
"Ah davvero?? E perchè quando mi parli di lui ti luccicano gli occhi e sembri la ragazza più felice del mondo?? E perchè quando ti dico che lo ami arrossisci e balbetti in quel modo??" mi disse con un sorriso sornione e gli occhi furbetti.
Adesso ero davvero nervosa...Cosa avrei potuto rispondergli??
Lei doveva capire che io non ero innamorata. Perchè non ero innamorata. No.
Credo...
Aprimmo tutti e due gli occhi e ci rendemmo conto di quello che stavamo facendo, completamente sbagliato.
Eravamo amici e basta, niente di più...Non potevamo andare oltre perchè avremmo rovinato tutto.
Conoscevamo i nostri limiti ma stavamo per superarli. Non dovevo permetterlo.
Non dovevo innamorarmi di lui perchè avrei sofferto. Forse per colpa sua, forse no. Ma di sicuro sarei stata male.
Magari se non fosse stato così famoso sarebbe stato tutto diverso...
I nostri visi si dipinsero di un intenso color rosso e ci staccammo immediatamente.
Mike prese il cellulare e rispose, io mi allontanai.
Lo sentii dire:"Ok, arrivo...Ciao Frank..."
Così quella che doveva essere una giornata indimenticabile era già finita??
Tristemente constatai questa cosa e lo guardai afflitta, mentre lui si avvicinava a me.
Era ancora rosso...
"Ehm...Mi ha chiamato il mio manager e..." era un pò incerto mentre lo diceva, così lo interruppi. Non volevo che si mettesse dei problemi.
"Non ti preoccupare...Il lavoro viene prima di tutto..." dissi abbozzando un sorriso triste.
"No...Non pensarla così...Per me tu vieni prima del lavoro, ma non posso rinunciare...Ti prometto che stasera ti verrò a prendere a casa e ti svelerò la sorpresa...Come promesso...0k??" mi chiese, cercando di rimediare a quanto appena successo.
Lo capivo. Il suo era un lavoro impegnativo, non poteva sottrarsi ai suoi impegni.
Era anche per questo che non mi sarei mai potuta innamorare di lui...Lo avrei visto raramente...
Però al cuore non si comanda...
"Certo..." sussurrai un pò delusa.
Non me lo aspettavo...Pensavo che avremmo passato una di quelle giornate indimenticabili. Fino a quel momento lo era stato, quindi perchè interromperla??
Ma del resto non potevo pretendere che rinunciasse al suo lavoro per me...
Non dovevo fargli capire che mi dispiaceva...Avrebbe pensato che pretendo troppo da lui...Lo avrei perso se fossi andata avanti così...
Ci rivestimmo e Mike mi riaccompagnò all'asilo.
"Il costume lo puoi tenere...Te lo regalo" mi disse dolcemente sulla porta del grande edificio grigio.
"Grazie...Grazie per il costume, per questa giornata...Per tutto..." gli dissi accarezzandogli il viso.
"Di niente...E non dimenticarti che non è ancora finita...Ci vediamo stasera." mi disse con gli occhioni furbetti.
Mi venne da ridere...Che buffa che era quell'espressione.
"Ok...Alle 7:00 va bene??" gli chiesi sorridente, mordendomi il labbro inferiore.
"Perfetto." mi disse teatralmente.
Gli schioccai un bacio sulla guancia e lui ricambiò, poi ci salutammo.
Lo guardai allontanarsi da dietro la finestra dell'asilo.
Il mio Mike...
Sussultai quando sentii qualcuno mettermi una mano sulla spalla.
Mi voltai.
Quella curiosona di Linda cercò in ogni modo di farmi rivelare delle informazioni sulla giornata passata con Michael.
"Allora??" mi chiese impaziente.
"Allora cosa??" gli chiesi, tenendola sulle spine.
"Lo sai benissimo!!" mi disse incrociando le braccia al petto.
Cercai di fare la misteriosa, ma non riuscii a trattenermi.
Morivo dalla voglia di parlare con qualcuno di quello che era successo e lei era persona giusta.
"Ok ok!!" gli dissi mentre fremevo dalla gioia.
"Allora...Mi ha portata in spiaggia, mi ha regalato un bellissimo costume e ha anche azzeccato la taglia, poi siamo andati a fare il bagno e abbiamo giocato per quasi tre ore. Poi io gli sono caduta sopra e..." mi interruppi perchè vedevo gli occhi di Linda luccicare e il suo viso si stava deformando in una strana espressione.
"Perchè quella faccia??" gli chiesi ingenuamente.
"Non ti preoccupare...Poi ti spiego...Adesso continua per favore!!" mi disse elettrizzata.
"Poi stavamo per mangiare i panini che lui stesso aveva preparato, ma ho notato delle macchie sul suo corpo e gli ho chiesto spiegazioni. Mi ha detto che si trattava di Vitiligine e che ne soffriva molto. Ho cercato di dargli il mio appoggio, ma si è messo a piangere lo stesso. Così gli ho detto che a me interessava solo quello che aveva nel cuore non il suo aspetto, gli ho detto che era una persona speciale e che gli avrei voluto bene anche se fosse stato brutto. Allora lui mi ha sussurrato grazie e intorno ai nostri visi ormai molto vicini, si creò quella magia che ti fa credere di poter volare, di poter toccare il cielo. Poi è squillato il suo cellulare ed è dovuto andare perchè aveva un impegno di lavoro imprevisto..." queste ultime parole le pronunciai con un sussurro, abbassando gli occhi.
"Però ha detto che mi passa a prendere stasera!!" dissi rallegrandomi con una insolita e inspiegabile gioia.
Linda rise levemente.
"Adesso ti spiego la faccia di prima." mi disse con un tono di voce neutro.
Ascoltavo impaziente perchè mi aveva incuriosita molto quell'espressione.
"Ho fatto quella faccia perchè a me piacciono le storie romantiche...E perchè sei fortunata ad esserti innamorata di un ragazzo così dolce..." mi disse sorridendo.
Cosa?! innamorata?! Io?!
Sentii le guance avvampare e il loro colore sicuramente era diventato di un rosso molto acceso.
"C-cosa?? Io non mi sono innamorata di Mike..." riuscii a balbettare in preda all'ansia.
"Ah davvero?? E perchè quando mi parli di lui ti luccicano gli occhi e sembri la ragazza più felice del mondo?? E perchè quando ti dico che lo ami arrossisci e balbetti in quel modo??" mi disse con un sorriso sornione e gli occhi furbetti.
Adesso ero davvero nervosa...Cosa avrei potuto rispondergli??
Lei doveva capire che io non ero innamorata. Perchè non ero innamorata. No.
Credo...
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Re: The Missing Part Of Me (completa)
Chiarimenti, preparativi e visioni sensuali
"Linda...Secondo te io faccio credere alle persone di essere innamorata di Michael??" chiesi. Non mi era mai sembrato di trasmettere alla gente questa sensazione.
Quando eravamo piccoli era tutto più facile. Mio padre mi prendeva in giro, è vero, ma a quei tempi l'amore era un sentimento del tutto sconosciuto a noi e potevamo fare qualsiasi gesto senza vergogna. Perchè quando si è bambini non si pensa a queste cose.
Adesso tutto si complica. Si cresce, si cambia. E anche se dentro siamo rimasti entrambi bambini, qualcosa è cambiato in me dopo quanto Linda mi aveva detto.
"Tesoro...Possibile che tu non ti renda conto di quanto lo ami??" mi disse comprensiva.
"Ma Linda io non lo amo..." gli dissi, non del tutto sicura. Nella mia testa regnava il caos. Adesso non capivo più niente. Non sapevo più cosa avrei dovuto fare, cosa avrei dovuto dire. Come mi sarei dovuta comportare.
"Ally...Non c'è niente di male ad ammetterlo...L'amore è la cosa più bella del mondo..." mi sussurrò invitandomi a sedermi accanto a lei.
Mi sedetti.
"Ma anche se fosse dovrei dimenticarlo subito. So già che starei male. Perchè lui è famoso...Rischierei di vederlo di rado, solo quando finisce i tour. E sicuramente lui non ricambierebbe il mio amore. Ho paura di soffrire di nuovo e io non voglio." dissi malinconicamente, guardandola, mentre lottavo dentro con un'ondata di lacrime e di frustrazione.
"Da quanto mi hai detto, anche lui è innamorato di te. Siete troppo occupati a vedervi solo come amici e a pensare alle conseguenze per accorgervene. Se vi amate davvero, ed è così, non correte nessun rischio." mi disse, capendo il mio stato d'animo.
"Dici??" gli chiesi ancora titubante.
"Si..." mi disse sorridendo lievemente.
"In ogni caso io sono troppo timida per dirglielo..." dissi abbassando il volto.
"Troverai il momento giusto...Basta saper aspettare. Però non lasciare che la timidezza ti impedisca di comportarti in maniera dolce con lui..." mi rassicurò accarezzando mi il volto.
Eh si...Era davvero simile alla mia mamma.
"Non lo farò. Te lo prometto." gli dissi sorridendo.
Lei ricambiò il sorriso, poi ci alzammo.
Andammo dai nostri bimbi, con cui giocai per tutto il pomeriggio.
Alle 18:00, come solito, staccai dal lavoro ed andai a casa a prepararmi.
Doveva essere una sera speciale, così chiesi a Linda di venire a casa mia per darmi qualche consiglio sui vestiti.
Quando arrivammo, andai subito a farmi la doccia. Non mi ero presa in bagno i possibili vestiti, così uscii in biancheria. Non mi facevo dei problemi a farmi vedere da lei. Era la mia migliore amica, nonostante l'età. Anzi, era quasi una mamma.
"Che ne dici di un paio di jeans e una maglietta...Sarebbe tutto più sempile." tentai di sviare la situazione, in modo che non mi costringesse ad indossare uno di quegli abiti scomodi e lunghi. Il genere di abiti da donna. Non si adattavano per niente al maschiaccio che ero.
"No no no e poi no! Non se ne parla!! Tu stasera ti vesti come dico io!!" disse secca, ma non del genere c he ti comendano a bachetta.
Mi misi a ridere. "Agli ordini capo!!" dissi, facendo il gesto da generale.
"Fammi un pò vedere cosa abbiamo qui" disse immergendo la testa nell'immenso disordine dei miei abiti. Quasi tutti da hip hop. O da "zingara" come diceva lei. Non mi dava fastidio, sapevo che non avrebbe mai potuto giudicarmi. Lo diceva per scherzare.
"Mmmh...Non ci siamo proprio ragazza." disse incrociando le mani al petto e scossando la testa.
Poi un'improvviso bagliore nei suoi occhi mi fece tirare un sospiro di rassegnazione. LO aveva visto. Speravo tanto che non se ne accorgesse, ma se ne era accorta.
Avevo detto che la maggior parte dei miei vestiti erano da hip hop, ma non tutti. Ne avevo uno, che era di mia madre. Lo conservavo infondo all'armadio per paura che si rovinasse o che qualcuno lo potesse vedere.
Ero molto gelosa di quell'abito perchè era molto prezioso per me. Non lo avevo mai indossato prima, perchè una notte mia madre comparse in uno dei miei tanti sogni e mi disse:"Indossalo in un'occasione speciale...Io lo indossai quando uscii per a prima volta a cena con tuo padre..." riferendosi chiaramente al vestito.
"Ma quello è per l'occasione speciale...Che forse non arriverà mai..." dissi rattristandomi.
"Tesoro!!Che devo fare per fartelo capire?? Ce l'hai davanti l'occasione speciale!!" disse, facendomi cenno che ero un pò rincoglionita.
"E se non fosse così?? E se non fosse questa??" gli chiesi mestamente.
"Lo è...Devi solo fidarti ed avere pazienza..." disse, come al solito calma e dolce.
"Ok...Grazie" dissi quasi del tutto sicura.
Andai in bagno a mettermelo, perchè dovevo anche cambiarmi l'intimo, dato che il vestito era bianco e la biancheria era nera.
Me lo infilai. Era leggermente stretto perchè mia madre era molto magra, ma non troppo. Semplice, con una sola spallina e con una fascia che stringeva il seno. Lasciava scoperte le ginocchia, cosa che mi piaceva poco, avendo sempre pensato di avere delle brutte ginocchia.
Ormai che ero in bagno, mi sistemai i capelli e mi misi il solito filo di matita nella parte bassa dell'occhio e il mascara sopra.
Indossai un paio di ballerine bianche ed uscii.
"Emh...A-allora??" balbettai incerta, cercando lo sguardo di Linda.
"S-sei bellissima." disse una voce che mi era famigliare, ma che decisamente non era quella di Linda.
Alzai lo sguardo e davanti a me c'era la causa del mio quasi svenimento.
Michael, in smoking. Non lo avevo mai visto vestito così ed era davvero bello.
La camicia bianca, la giacca, i pantaloni e le scarpe nere. Non c'era niente fori posto, tranne un buffissimo papillon rosso intorno al suo collo. Degno di Mikey Mouse!
"G-grazie...Ma dov'è Linda??" gli chiesi leggermente confusa, per colpa della visione inaspettata.
"Se n'è andata. Mi ha fatto entrare e ha detto che ero fortunato e che dovevo darmi da fare..." disse avvicindndosi a me.
Sbarrai gli occhi e arrosii in meno di un secondo.
Gli aveva detto cosa?? Sempre la solita impicciona...
"Non fare caso a quello che dice...Comunque spero che ti sia sembrata simpatica..." dissi, cercando di sdrammatizzare.
Mike sorrise e mi invitò ad uscire prima di lui...Sarebbe stata una delle serate più belle della mia vita...Me lo sentivo.
O almeno lo speravo.
"Linda...Secondo te io faccio credere alle persone di essere innamorata di Michael??" chiesi. Non mi era mai sembrato di trasmettere alla gente questa sensazione.
Quando eravamo piccoli era tutto più facile. Mio padre mi prendeva in giro, è vero, ma a quei tempi l'amore era un sentimento del tutto sconosciuto a noi e potevamo fare qualsiasi gesto senza vergogna. Perchè quando si è bambini non si pensa a queste cose.
Adesso tutto si complica. Si cresce, si cambia. E anche se dentro siamo rimasti entrambi bambini, qualcosa è cambiato in me dopo quanto Linda mi aveva detto.
"Tesoro...Possibile che tu non ti renda conto di quanto lo ami??" mi disse comprensiva.
"Ma Linda io non lo amo..." gli dissi, non del tutto sicura. Nella mia testa regnava il caos. Adesso non capivo più niente. Non sapevo più cosa avrei dovuto fare, cosa avrei dovuto dire. Come mi sarei dovuta comportare.
"Ally...Non c'è niente di male ad ammetterlo...L'amore è la cosa più bella del mondo..." mi sussurrò invitandomi a sedermi accanto a lei.
Mi sedetti.
"Ma anche se fosse dovrei dimenticarlo subito. So già che starei male. Perchè lui è famoso...Rischierei di vederlo di rado, solo quando finisce i tour. E sicuramente lui non ricambierebbe il mio amore. Ho paura di soffrire di nuovo e io non voglio." dissi malinconicamente, guardandola, mentre lottavo dentro con un'ondata di lacrime e di frustrazione.
"Da quanto mi hai detto, anche lui è innamorato di te. Siete troppo occupati a vedervi solo come amici e a pensare alle conseguenze per accorgervene. Se vi amate davvero, ed è così, non correte nessun rischio." mi disse, capendo il mio stato d'animo.
"Dici??" gli chiesi ancora titubante.
"Si..." mi disse sorridendo lievemente.
"In ogni caso io sono troppo timida per dirglielo..." dissi abbassando il volto.
"Troverai il momento giusto...Basta saper aspettare. Però non lasciare che la timidezza ti impedisca di comportarti in maniera dolce con lui..." mi rassicurò accarezzando mi il volto.
Eh si...Era davvero simile alla mia mamma.
"Non lo farò. Te lo prometto." gli dissi sorridendo.
Lei ricambiò il sorriso, poi ci alzammo.
Andammo dai nostri bimbi, con cui giocai per tutto il pomeriggio.
Alle 18:00, come solito, staccai dal lavoro ed andai a casa a prepararmi.
Doveva essere una sera speciale, così chiesi a Linda di venire a casa mia per darmi qualche consiglio sui vestiti.
Quando arrivammo, andai subito a farmi la doccia. Non mi ero presa in bagno i possibili vestiti, così uscii in biancheria. Non mi facevo dei problemi a farmi vedere da lei. Era la mia migliore amica, nonostante l'età. Anzi, era quasi una mamma.
"Che ne dici di un paio di jeans e una maglietta...Sarebbe tutto più sempile." tentai di sviare la situazione, in modo che non mi costringesse ad indossare uno di quegli abiti scomodi e lunghi. Il genere di abiti da donna. Non si adattavano per niente al maschiaccio che ero.
"No no no e poi no! Non se ne parla!! Tu stasera ti vesti come dico io!!" disse secca, ma non del genere c he ti comendano a bachetta.
Mi misi a ridere. "Agli ordini capo!!" dissi, facendo il gesto da generale.
"Fammi un pò vedere cosa abbiamo qui" disse immergendo la testa nell'immenso disordine dei miei abiti. Quasi tutti da hip hop. O da "zingara" come diceva lei. Non mi dava fastidio, sapevo che non avrebbe mai potuto giudicarmi. Lo diceva per scherzare.
"Mmmh...Non ci siamo proprio ragazza." disse incrociando le mani al petto e scossando la testa.
Poi un'improvviso bagliore nei suoi occhi mi fece tirare un sospiro di rassegnazione. LO aveva visto. Speravo tanto che non se ne accorgesse, ma se ne era accorta.
Avevo detto che la maggior parte dei miei vestiti erano da hip hop, ma non tutti. Ne avevo uno, che era di mia madre. Lo conservavo infondo all'armadio per paura che si rovinasse o che qualcuno lo potesse vedere.
Ero molto gelosa di quell'abito perchè era molto prezioso per me. Non lo avevo mai indossato prima, perchè una notte mia madre comparse in uno dei miei tanti sogni e mi disse:"Indossalo in un'occasione speciale...Io lo indossai quando uscii per a prima volta a cena con tuo padre..." riferendosi chiaramente al vestito.
"Ma quello è per l'occasione speciale...Che forse non arriverà mai..." dissi rattristandomi.
"Tesoro!!Che devo fare per fartelo capire?? Ce l'hai davanti l'occasione speciale!!" disse, facendomi cenno che ero un pò rincoglionita.
"E se non fosse così?? E se non fosse questa??" gli chiesi mestamente.
"Lo è...Devi solo fidarti ed avere pazienza..." disse, come al solito calma e dolce.
"Ok...Grazie" dissi quasi del tutto sicura.
Andai in bagno a mettermelo, perchè dovevo anche cambiarmi l'intimo, dato che il vestito era bianco e la biancheria era nera.
Me lo infilai. Era leggermente stretto perchè mia madre era molto magra, ma non troppo. Semplice, con una sola spallina e con una fascia che stringeva il seno. Lasciava scoperte le ginocchia, cosa che mi piaceva poco, avendo sempre pensato di avere delle brutte ginocchia.
Ormai che ero in bagno, mi sistemai i capelli e mi misi il solito filo di matita nella parte bassa dell'occhio e il mascara sopra.
Indossai un paio di ballerine bianche ed uscii.
"Emh...A-allora??" balbettai incerta, cercando lo sguardo di Linda.
"S-sei bellissima." disse una voce che mi era famigliare, ma che decisamente non era quella di Linda.
Alzai lo sguardo e davanti a me c'era la causa del mio quasi svenimento.
Michael, in smoking. Non lo avevo mai visto vestito così ed era davvero bello.
La camicia bianca, la giacca, i pantaloni e le scarpe nere. Non c'era niente fori posto, tranne un buffissimo papillon rosso intorno al suo collo. Degno di Mikey Mouse!
"G-grazie...Ma dov'è Linda??" gli chiesi leggermente confusa, per colpa della visione inaspettata.
"Se n'è andata. Mi ha fatto entrare e ha detto che ero fortunato e che dovevo darmi da fare..." disse avvicindndosi a me.
Sbarrai gli occhi e arrosii in meno di un secondo.
Gli aveva detto cosa?? Sempre la solita impicciona...
"Non fare caso a quello che dice...Comunque spero che ti sia sembrata simpatica..." dissi, cercando di sdrammatizzare.
Mike sorrise e mi invitò ad uscire prima di lui...Sarebbe stata una delle serate più belle della mia vita...Me lo sentivo.
O almeno lo speravo.
marina56- Moderator
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Re: The Missing Part Of Me (completa)
Sei mai stato innamorato?
Mi fece salire in macchina a poi partimmo.
"Allora dove andiamo??" gli chiesi eccitata.
"Sorpresa..." mi disse maliziosamente.
Sapeva quanto fossi curiosa e faceva di tutto per tenermi nascoste le cose...
Il mio Mike furbetto...Che tenero...
"Ti preeeeeeeego!!!" lo implorai come una bambina a cui è stato negato il suo giocattolo.
Feci anche labbrucce, ma non funzionò. Non voleva dirmelo.
"Eheh...Non te lo dirò mai!!" disse ridendo, mentre io mettevo il muso.
"Musona" disse poi, guardandomi.
"Cattivo" ribattei io guardando lui.
"Permalosa" continuò con la sua faccia da bimbo.
"Bello" mi lasciai sfuggire.
Appena mi accorsi della cosa che avevo detto, spostai immediatamente lo sguardo nella direzione opposta.
"Bella" disse lui prendendomi la mano e facendo in modo che lo guardassi di nuovo.
Poi ci mettemmo a ridere tutti e due. Che strani che eravamo... Ma era bello così.
Io e lui in un mondo del tutto diverso da noi...Nonostante i dispiaceri e le lacrime non era così male.
Eravamo arrivati. Finalmente potevo vedere il fantomatico posto che mi rendeva tanto curiosa.
Da bravo gentiluomo quale era, Michael mi aprì lo sportello e mi aiutò a scendere.
"Sono ridicola con questo vestito vero?? Non riesco neanche a muovermi..." gli dissi, ancora incurante di dove ci trovassimo.
"Io ti trovo bella. Non è nel tuo stile, ma ti sta bene." disse arrossendo lievemente.
Io feci la stessa cosa.
Poi alzai gli occhi.
Mi aveva portata vicino a un lago.
L'acqua cristallina rispecchiava le sagome degli alberi fioriti che si trovavano sopra di essa. L'erba soffice avvolgeva ttto e dava un senso di sicurezza.
Era un posto bellissimo. Non sapevo cosa dire.
Era stupendo. Meraviglioso. Era MAGICO.
Lo guardai per un attimo con gli occhi sbarrati e la bocca aperta. Devo aver fatto un'espressione buffissima, perche scoppiò in una sonora e cristallina risata..
Mi coprii il volto con le mani, decisamente imbarazzata.
Spostai per un attimo lo sguardo verso l'erba e vidi una tovaglia e e dei cestini sopra di essa.
La leggera brezza mi accarezzava delicatamente il viso. Era tutto così romantico...
"Ti piace??" chiese Mike con la sua solita voce dolce.
"Io...Non so cosa dire...Davvero...Non dovevi..." gli dissi, incapace di trovare altre parole.
"Sì che dovevo. Tu sei la mia Ally...Non dimenticarlo mai." mi sussurrò invitandomi a sedermi accanto a lui sull'erba.
Sorrisi. E feci quello che lui mi aveva detto.
"Questo è il momento giusto per parlare, non trovi?" gli chiesi, addentando un pezzo di pizza.
"Parlare di cosa??" mi chiese incuriosito.
"Avrei tante cose da dirti..." pensai rotenadno gli occhi.
Invece dissi:"Beh...Sono tanti anni che non ci vediamo...".
"Hai ragione..." disse con un sorriso malinconico.
"Posso farti una domanda??" gli chiesi mandando giù il boccone.
"Certo" disse solare.
"Hai avuto delle fidanzate in questo tempo??" gli chiesi, sperando che non intuisse il motivo della mia richiesta.
"Alcune...Ma il vero amore l'ho provato solo con..." si bloccò, come se fosse diventato muto improvvisamente.
"Con??" lo incitai.
"Con una ragazza" concluse arrossendo.
"Ma daiiiiii!!!!!!!! Io pensavo con un ragazzo sai?!?!" lo presi in giro ridendo.
"E chi è??" continuai curiosa.
Sapevo che sarei stata male ad andare avanti, ma non potevo fermarmi.
"Lei...è una ragazza molto bella..." mi disse prendendo il bicchiere e sorseggiando un pò d'acqua.
Ed ecco il nodo allo stomaco e la sensazione di lacrime.
Non insistei.
"E tu?? Tu ti sei mai innamorata??" mi chiese con quei due occhioni color cioccolato che mi fissavano.
"Si Michael....Di te..." avrei voluto dirgli. Ma quella timidezza me lo impediva...
"Si...Di un ragazzo..." fu la mia risposta misteriosa.
"Chi??" mi chiese allargando ancora di più i suoi occhioni.
"Un ragazzo buffo e molto dolce...Ma anche un pò scemo..." dissi guardandolo e cercando il contatto con i suoi occhi.
"E la tua famiglia?? Come sta??" gli chiesi cercando di cambiare argomento.
"Bene...Mia madre ha molta voglia di vederti...E anche i miei fratelli. Uno di questi giorni ti porto da loro." mi promise sistemandosi il papillon.
"E tuo padre?" sussurrai temendo di essere indiscreta.
"Mio padre..." sospirò girando lo sguardo verso il lago.
"Negli anni è migliorato sai?!?!" mi disse cercando di trarre una consolazione da quella frase.
"Sono felice...E si ricorda di me??" gli chiesi quasi tremando.
Tremavo al solo pensiero di dover riincontrare quell'uomo. Ma non di paura....Di rabbia.
"Non credo..." mi rispose riflettendoci un attimo.
"vieni con me!!Devo mostrarti un posto!!" m i disse all'improvviso prendendomi la mano, mentre i suoi occhi cominciavano a luccicare
Mi fece salire in macchina a poi partimmo.
"Allora dove andiamo??" gli chiesi eccitata.
"Sorpresa..." mi disse maliziosamente.
Sapeva quanto fossi curiosa e faceva di tutto per tenermi nascoste le cose...
Il mio Mike furbetto...Che tenero...
"Ti preeeeeeeego!!!" lo implorai come una bambina a cui è stato negato il suo giocattolo.
Feci anche labbrucce, ma non funzionò. Non voleva dirmelo.
"Eheh...Non te lo dirò mai!!" disse ridendo, mentre io mettevo il muso.
"Musona" disse poi, guardandomi.
"Cattivo" ribattei io guardando lui.
"Permalosa" continuò con la sua faccia da bimbo.
"Bello" mi lasciai sfuggire.
Appena mi accorsi della cosa che avevo detto, spostai immediatamente lo sguardo nella direzione opposta.
"Bella" disse lui prendendomi la mano e facendo in modo che lo guardassi di nuovo.
Poi ci mettemmo a ridere tutti e due. Che strani che eravamo... Ma era bello così.
Io e lui in un mondo del tutto diverso da noi...Nonostante i dispiaceri e le lacrime non era così male.
Eravamo arrivati. Finalmente potevo vedere il fantomatico posto che mi rendeva tanto curiosa.
Da bravo gentiluomo quale era, Michael mi aprì lo sportello e mi aiutò a scendere.
"Sono ridicola con questo vestito vero?? Non riesco neanche a muovermi..." gli dissi, ancora incurante di dove ci trovassimo.
"Io ti trovo bella. Non è nel tuo stile, ma ti sta bene." disse arrossendo lievemente.
Io feci la stessa cosa.
Poi alzai gli occhi.
Mi aveva portata vicino a un lago.
L'acqua cristallina rispecchiava le sagome degli alberi fioriti che si trovavano sopra di essa. L'erba soffice avvolgeva ttto e dava un senso di sicurezza.
Era un posto bellissimo. Non sapevo cosa dire.
Era stupendo. Meraviglioso. Era MAGICO.
Lo guardai per un attimo con gli occhi sbarrati e la bocca aperta. Devo aver fatto un'espressione buffissima, perche scoppiò in una sonora e cristallina risata..
Mi coprii il volto con le mani, decisamente imbarazzata.
Spostai per un attimo lo sguardo verso l'erba e vidi una tovaglia e e dei cestini sopra di essa.
La leggera brezza mi accarezzava delicatamente il viso. Era tutto così romantico...
"Ti piace??" chiese Mike con la sua solita voce dolce.
"Io...Non so cosa dire...Davvero...Non dovevi..." gli dissi, incapace di trovare altre parole.
"Sì che dovevo. Tu sei la mia Ally...Non dimenticarlo mai." mi sussurrò invitandomi a sedermi accanto a lui sull'erba.
Sorrisi. E feci quello che lui mi aveva detto.
"Questo è il momento giusto per parlare, non trovi?" gli chiesi, addentando un pezzo di pizza.
"Parlare di cosa??" mi chiese incuriosito.
"Avrei tante cose da dirti..." pensai rotenadno gli occhi.
Invece dissi:"Beh...Sono tanti anni che non ci vediamo...".
"Hai ragione..." disse con un sorriso malinconico.
"Posso farti una domanda??" gli chiesi mandando giù il boccone.
"Certo" disse solare.
"Hai avuto delle fidanzate in questo tempo??" gli chiesi, sperando che non intuisse il motivo della mia richiesta.
"Alcune...Ma il vero amore l'ho provato solo con..." si bloccò, come se fosse diventato muto improvvisamente.
"Con??" lo incitai.
"Con una ragazza" concluse arrossendo.
"Ma daiiiiii!!!!!!!! Io pensavo con un ragazzo sai?!?!" lo presi in giro ridendo.
"E chi è??" continuai curiosa.
Sapevo che sarei stata male ad andare avanti, ma non potevo fermarmi.
"Lei...è una ragazza molto bella..." mi disse prendendo il bicchiere e sorseggiando un pò d'acqua.
Ed ecco il nodo allo stomaco e la sensazione di lacrime.
Non insistei.
"E tu?? Tu ti sei mai innamorata??" mi chiese con quei due occhioni color cioccolato che mi fissavano.
"Si Michael....Di te..." avrei voluto dirgli. Ma quella timidezza me lo impediva...
"Si...Di un ragazzo..." fu la mia risposta misteriosa.
"Chi??" mi chiese allargando ancora di più i suoi occhioni.
"Un ragazzo buffo e molto dolce...Ma anche un pò scemo..." dissi guardandolo e cercando il contatto con i suoi occhi.
"E la tua famiglia?? Come sta??" gli chiesi cercando di cambiare argomento.
"Bene...Mia madre ha molta voglia di vederti...E anche i miei fratelli. Uno di questi giorni ti porto da loro." mi promise sistemandosi il papillon.
"E tuo padre?" sussurrai temendo di essere indiscreta.
"Mio padre..." sospirò girando lo sguardo verso il lago.
"Negli anni è migliorato sai?!?!" mi disse cercando di trarre una consolazione da quella frase.
"Sono felice...E si ricorda di me??" gli chiesi quasi tremando.
Tremavo al solo pensiero di dover riincontrare quell'uomo. Ma non di paura....Di rabbia.
"Non credo..." mi rispose riflettendoci un attimo.
"vieni con me!!Devo mostrarti un posto!!" m i disse all'improvviso prendendomi la mano, mentre i suoi occhi cominciavano a luccicare
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Re: The Missing Part Of Me (completa)
Neverland
i alzammo e cominciammo a correre in una direzione a me sconosciuta.
Sempre mano nella mano.
Dopo pochi metri, arrivammo davanti ad un cancello.
"Vieni..." mi incitò Michael ormai dall'altra parte di esso.
Entrai anche io e ripresi la sua mano. Come se senza quel contatto la mia vita fosse appesa ad un filo.
Improvvisamente sentii il bisogno di fare o di dire qualcosa.
"Mike ti voglio bene." questo fu quello che uscì dalle mie labbra carnose e rosse.
Si girò verso di me:"Anche io Ally...Ma perchè me lo dici??" forse pensava che fossi pazza.
"Lo so che sono strana ma...Sentivo il bisogno di dirtelo..." dissi lieve.
Sorrise, con quel sorriso che è più luminoso e splendente anche di una stella.
Ci trovammo davanti ad una casa enorme.
Le erba selvatiche cresciute sopra le davano un'aria selvaggia e il color grigio mi ricordava tanot il cielo quando piove, cosa che io adoro.
Lo so sono matta...
"Ci venivo spesso qui quando ero piccolo...Questa è la mia casa dei ricordi...Le ho dato anche un nome sai??" mi disse girando il suo sguardo verso di me, dopo aver apprezzato la maestosità dell'edificio.
"Davvero??" chiesi facendo la stessa cosa.
"Si...Si chiama "Neverland"...Da piccolo sognavo di comprarla un giorno e di venire a viverci con una persona speciale..." mi disse sospirando.
Risi impercettibilmente. Neverland...L'isola che non c'è...Dove vive Peter Pan...
"E l'hai trovata?? La persona speciale intendo..." chiesi, mentre avanzavamo per entrare.
"Credo di si..." disse incatenando i suoi occhoni color cioccolato ai miei.
Sapevo che non dovevo fare queste domande...Che poi sarei stata mele...Ma non riuscivo a trattenermi...
Ecco di nuovo il nodo allo stomaco, molto più forte di prima e la sensazione di lacrime.
Ormai non avevo più speranze...
Entrammo. Era davvero immensa, piena di stanze e corridoi.
Il pavimento era lucido. Ci si poteva specchiare, come se ogni giorno fosse lustrato dalle fatine della Bella Addormentata Nel Bosco o dai topolini di Cenerentola.
Le scale che si potevando vedere appena davanti all'ingresso erano percorse interamente da un tappeto rosso con ricami dorati.
Sulle pareti c'erano degli spazi più chiari, segno che una volta c'erano dei quadri.
Su ogni porta, rigorosamente in legno pregiato, erano affisse delle targhette di cui non riuscivo a decifrare la strana scrittura.
Alzai lo sguardo. Mi vennero le vertigini quando capii approssimativamente i metri d'altezza. Il soffitto era interamente dipinto con affreschi colorati e vivaci.
"Che ne pensi??" mi chiese Michael impaziente.
"Io...é...è...è perfetto. Davvore è bellissimo. Manca solo la musica." dissi entusiasta.
"Beh...A quello di può rimediare..." disse lui prendendomi anche l'altra mano. E cominciò a cantare.
All alone wishing on stars
Waiting for you to find me
One sweet night I knew I would see
A stranger who'd be my friend
When someone in the dark reaches out to you
And toucches of a spark that come shining through
It tells you never be afraid
La sua voce riempì l'aria e cominciammo ad accompagnare la musica con un ballo.
Il senso di vertigini aumen, ma non avevo paura. Finchè Mike era con me niente poteva spaventarmi.
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La magia era intorno a noi, ma del resto, ogni cosa che facevo con lui era magica.
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Wherever you may be
I'll look up and see
Someone in the dark for me
Wherever you may be
I'll look up and see
Someone in the dark for me.
Finì di cantare e così anche i nostri corpi si fermarono, insolitamente vicini.
Eravamo a contatto l'uno con l'altra. Ma era un contatto diverso dal solito, più profondo.
Anche i visi erano molto vicini. Forse troppo per resistere ai miei impulsi. Forse poco rispetto a quello che volevo io.
Chiudemmo gli occhi entrambi e io mi lasciai cullare dalla sua stretta.
Mi irrigidii quando sentii la sua fronte sulla mia, il suo naso sul mio.
"Ti piace?? L'ho scritta pensando a te..." disse, senza aprire gli occhi.
"é bellissima." sussurrai piano.
Ed era davvero bellissima, ma nascondeva una realtà che faceva troppo male.
Lui mi vedeva solo come un'amica...Non c'è cosa peggiore di innamorarsi del priprio migliore amico e sapere che lui ti vede solo come tale...
Non dovevo dare ascolto a Linda...Avrei dovuto fare quello che mi diceva la mia testa, perchè adesso stavo male.
Però si sa: quando il cuore e la testa sono in disaccordo, vince sempre il cuore.
"Michael...Posso farti una domanda??" chiesi, mentre tutti e due ritornavamo in una posizione normale (e aggiungerei decente).
"Certo" mi rispose sorridendo.
"Da piccolo mi hai detto che a te non piaceva essere famoso...è ancora così??" gli chiesi un pò malinconica.
"Si Ally...Insomma...La musica è il destino che Dio ha scelto per me e cerco di farlo nel migliore dei modi, ma non sono felice..." disse abbassando gli occhi.
Lo guardai mestamente. Quanto mi dispiaceva vederlo così. Avrei fatto di tutto per poterlo vedere felice.
"Non essere triste...Ora non sei più solo" gli diss ristabilendo di nuovo il cotatto tra i nostri due corpi con un abbraccio.
"Tu sei la sola cosa che mi rende felice in questo momento Ally...Grazie..." sussurrò stringendomi forte.
i alzammo e cominciammo a correre in una direzione a me sconosciuta.
Sempre mano nella mano.
Dopo pochi metri, arrivammo davanti ad un cancello.
"Vieni..." mi incitò Michael ormai dall'altra parte di esso.
Entrai anche io e ripresi la sua mano. Come se senza quel contatto la mia vita fosse appesa ad un filo.
Improvvisamente sentii il bisogno di fare o di dire qualcosa.
"Mike ti voglio bene." questo fu quello che uscì dalle mie labbra carnose e rosse.
Si girò verso di me:"Anche io Ally...Ma perchè me lo dici??" forse pensava che fossi pazza.
"Lo so che sono strana ma...Sentivo il bisogno di dirtelo..." dissi lieve.
Sorrise, con quel sorriso che è più luminoso e splendente anche di una stella.
Ci trovammo davanti ad una casa enorme.
Le erba selvatiche cresciute sopra le davano un'aria selvaggia e il color grigio mi ricordava tanot il cielo quando piove, cosa che io adoro.
Lo so sono matta...
"Ci venivo spesso qui quando ero piccolo...Questa è la mia casa dei ricordi...Le ho dato anche un nome sai??" mi disse girando il suo sguardo verso di me, dopo aver apprezzato la maestosità dell'edificio.
"Davvero??" chiesi facendo la stessa cosa.
"Si...Si chiama "Neverland"...Da piccolo sognavo di comprarla un giorno e di venire a viverci con una persona speciale..." mi disse sospirando.
Risi impercettibilmente. Neverland...L'isola che non c'è...Dove vive Peter Pan...
"E l'hai trovata?? La persona speciale intendo..." chiesi, mentre avanzavamo per entrare.
"Credo di si..." disse incatenando i suoi occhoni color cioccolato ai miei.
Sapevo che non dovevo fare queste domande...Che poi sarei stata mele...Ma non riuscivo a trattenermi...
Ecco di nuovo il nodo allo stomaco, molto più forte di prima e la sensazione di lacrime.
Ormai non avevo più speranze...
Entrammo. Era davvero immensa, piena di stanze e corridoi.
Il pavimento era lucido. Ci si poteva specchiare, come se ogni giorno fosse lustrato dalle fatine della Bella Addormentata Nel Bosco o dai topolini di Cenerentola.
Le scale che si potevando vedere appena davanti all'ingresso erano percorse interamente da un tappeto rosso con ricami dorati.
Sulle pareti c'erano degli spazi più chiari, segno che una volta c'erano dei quadri.
Su ogni porta, rigorosamente in legno pregiato, erano affisse delle targhette di cui non riuscivo a decifrare la strana scrittura.
Alzai lo sguardo. Mi vennero le vertigini quando capii approssimativamente i metri d'altezza. Il soffitto era interamente dipinto con affreschi colorati e vivaci.
"Che ne pensi??" mi chiese Michael impaziente.
"Io...é...è...è perfetto. Davvore è bellissimo. Manca solo la musica." dissi entusiasta.
"Beh...A quello di può rimediare..." disse lui prendendomi anche l'altra mano. E cominciò a cantare.
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La sua voce riempì l'aria e cominciammo ad accompagnare la musica con un ballo.
Il senso di vertigini aumen, ma non avevo paura. Finchè Mike era con me niente poteva spaventarmi.
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La magia era intorno a noi, ma del resto, ogni cosa che facevo con lui era magica.
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Finì di cantare e così anche i nostri corpi si fermarono, insolitamente vicini.
Eravamo a contatto l'uno con l'altra. Ma era un contatto diverso dal solito, più profondo.
Anche i visi erano molto vicini. Forse troppo per resistere ai miei impulsi. Forse poco rispetto a quello che volevo io.
Chiudemmo gli occhi entrambi e io mi lasciai cullare dalla sua stretta.
Mi irrigidii quando sentii la sua fronte sulla mia, il suo naso sul mio.
"Ti piace?? L'ho scritta pensando a te..." disse, senza aprire gli occhi.
"é bellissima." sussurrai piano.
Ed era davvero bellissima, ma nascondeva una realtà che faceva troppo male.
Lui mi vedeva solo come un'amica...Non c'è cosa peggiore di innamorarsi del priprio migliore amico e sapere che lui ti vede solo come tale...
Non dovevo dare ascolto a Linda...Avrei dovuto fare quello che mi diceva la mia testa, perchè adesso stavo male.
Però si sa: quando il cuore e la testa sono in disaccordo, vince sempre il cuore.
"Michael...Posso farti una domanda??" chiesi, mentre tutti e due ritornavamo in una posizione normale (e aggiungerei decente).
"Certo" mi rispose sorridendo.
"Da piccolo mi hai detto che a te non piaceva essere famoso...è ancora così??" gli chiesi un pò malinconica.
"Si Ally...Insomma...La musica è il destino che Dio ha scelto per me e cerco di farlo nel migliore dei modi, ma non sono felice..." disse abbassando gli occhi.
Lo guardai mestamente. Quanto mi dispiaceva vederlo così. Avrei fatto di tutto per poterlo vedere felice.
"Non essere triste...Ora non sei più solo" gli diss ristabilendo di nuovo il cotatto tra i nostri due corpi con un abbraccio.
"Tu sei la sola cosa che mi rende felice in questo momento Ally...Grazie..." sussurrò stringendomi forte.
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Re: The Missing Part Of Me (completa)
Ti Amo
Avrei tanto voluto potermi avvicinare a lui ancora un pò in quel momento...Poter sfiorare le sue labbra con le mie...
"Se solo tu sapessi quello che sto provando in questo momento Mike..." pensai, senza accennare a staccarmi dalla sua stretta.
Non mi ero mai innamorata veramente e non sapevo quanto fosse bello...Si provano emozioni di cui non si sapeva neanche l'esistenza ed è come se vivessi nel mondo dei sogni. Non ti importa più di niente, solo di stare con lui.
Poi stai male però, quando ti accorgi che lui non prova lo stesso, che ama un'altra ragazza.
E allora pensi: "Ma io cos'ho che non va?? Io lo amo...Perchè lui non mi vuole??".
E saresti disposta a cambiare pur di farlo innamorare perchè solo con lui puoi essere felice.
"Mike??" chiesi, senza aprire gli occhi, senza fare il minimo movimento per paura che lui volesse staccarsi da me.
"Dimmi" disse lui stringendomi ancora più forte.
"Tu saresti disposto a cambiare per amore??" gli chiesi affondando la testa sul suo petto. Potevo sentire il suo profumo, l'odore della sua pelle. E il battito del suo cuore. Il battito dello stesso cuore che permetteva al mio di non fermarsi mai.
"Si...Farei di tutto per quella ragazza che amo...Ma solo se lei mi ama veramente..." disse accarezzandomi la schiena.
A quelle parole due silenziose lacrime scesero dai miei occhi e cominciarono a solleticarmi le guance.
"E tu Ally??" mi chiese dolce.
"Si...Ma ormai non ne vale più la pena perchè il ragazzo che amo io non mi ama..." dissi cercando di mascherare la voce rotta dalle lacrime.
"Non è mai tutto perduto...Non devi arrenderti..." mi disse solleticando il mio orecchio con i suoi ricciolini morbidi.
Dopo poco mi riportò a casa. Non volevo che se ne andasse...Volevo stare con lui.
Quella era stata una bellissima serata, anche se avevo sofferto molto sentendolo parlare a proposito di quella ragazza tanto speciale.
Quando scesi dalla macchina notai che un velo di tristezza copriva i suoi occhi color castano. Però avevo pensato di sbagliarmi perchè non mi aveva ancora detto niente...
Forse era stato zitto perchè non si fidava più di me...Che avevo fatto per perdere la sua fiducia??
"Ally devo dirti una cosa importante..." mi disse quando fummo sulla porta di casa mia.
Meno male che mi sbagliavo...
"Si dimmi" dissi aprendo la porta.
"Tra due giorni devo partire, per continuare il tour perchè i giorni di riposo che avevo sono quasi terminati." mi disse mentre una lacrima gli solcava il viso e scendeva brillando grazie alla luce della luna che la colpiva.
In quel momento sentii il mondo cadermi addosso. Non poteva andarsene. Sarei rimasta sola di nuovo e non lo avrei più rivisto.
"Che cosa??Non ti prego Mike...Non puoi farmi questo...Non adesso..." dissi ormai con il viso fradicio.
"No Ally io..." tentò di dire qualcosa ma lo interruppi subito.
"Che fine hanno fatto tutti quei "ci sarò" e tutti "per sempre"...Non contano più adesso Mike?? E quando cantavamo I'll be there?? Te ne sei dimenticato?? Certo...Perchè per te il lavoro viene prima di tutto." dissi sconvolta.
Ero quasi arrabbiata con lui...Non poteva andarsene adesso...Non capiva che io senza di lui non sarei mai potuta essere felice??
"No Ally ascoltami..." di nuovo tentò di parlare ma lo bloccai.
"No!!Non voglio ascoltarti!! Tu non mi capisci...Non capisci che se stai qui mi fai stare ancora più male??Vattene...Non hai mai capito niente di me!! Io soffro se tu te ne vai, ma non lo capisci!! Io ti amo Mike...Ma non lo hai mai capito. Mai. Ha sempre continuato a parlarmi di quella ragazza tanto speciale, senza accorgerti che intanto io mi sentivo morire dentro!!" dissi mentre i singhiozzi cominciavano a sostituire le semplici lacrime di prima.
Mi girai e feci per entrare in casa, ma la stretta di Mike mi impedì di farlo. Mi costrinse ad avvicinarmi a lui e mi disse: "Ma sei tu quella ragazza..." sussurrò avvicinando il suo viso al mio.
"Cosa??" dissi confusa, mentre di nuovo sentii il mondo cadermi sulle spalle, ma stavolta molto più pesantemente di prima.
"Si...Sei tu la ragazza speciale, la ragazza che amo. Con cui vorrei andare a vivere a Neverland e per cui cambiarei... Sei tu. Tu e basta. Ti amo Ally. Ma ero troppo timido per dirtelo..." sussurrò chiudendo gli occhi.
"Ti amo Mike..." dissi tra le lacrime.
Lui mi strinse forte a se e poi con la sua solita delicatezza, mi alzò il mento e avvicinò le sue labbra alle mie.
Un incastro perfetto. Per la prima volta sentii il sapore della sua bocca, sentii le sue labbra morbide sulle mie.
Finalmente era arrivato quel momento tanto atteso. Quel bacio pieno di passione. Pieno d'amore. Per la maggior parte delle persone era solo un semplice bacio sulle labbra, ma per me no. Per me era molto di più. Era il simbolo del nostro amore, la conferma di quanta passione ci fosse tra noi.
Fu il bacio più bello della mia vita.
"Mike resta con me...Stanotte" dissi quando ci staccammo.
"Si." rispose accarezzandomi la guancia.
Entrammo in casa e ci svestimmo, senza mai smettere di baciarci.
Poi ci stendemmo sul letto e quella fu la nostra prima notte insieme. Niente sesso, niente malizia.
Solo coccole, infinite coccole...Carezze, baci, tenerezze e sussurri d'amore.
E ci addormentammo, stretti l'uno all'altra.
Avrei tanto voluto potermi avvicinare a lui ancora un pò in quel momento...Poter sfiorare le sue labbra con le mie...
"Se solo tu sapessi quello che sto provando in questo momento Mike..." pensai, senza accennare a staccarmi dalla sua stretta.
Non mi ero mai innamorata veramente e non sapevo quanto fosse bello...Si provano emozioni di cui non si sapeva neanche l'esistenza ed è come se vivessi nel mondo dei sogni. Non ti importa più di niente, solo di stare con lui.
Poi stai male però, quando ti accorgi che lui non prova lo stesso, che ama un'altra ragazza.
E allora pensi: "Ma io cos'ho che non va?? Io lo amo...Perchè lui non mi vuole??".
E saresti disposta a cambiare pur di farlo innamorare perchè solo con lui puoi essere felice.
"Mike??" chiesi, senza aprire gli occhi, senza fare il minimo movimento per paura che lui volesse staccarsi da me.
"Dimmi" disse lui stringendomi ancora più forte.
"Tu saresti disposto a cambiare per amore??" gli chiesi affondando la testa sul suo petto. Potevo sentire il suo profumo, l'odore della sua pelle. E il battito del suo cuore. Il battito dello stesso cuore che permetteva al mio di non fermarsi mai.
"Si...Farei di tutto per quella ragazza che amo...Ma solo se lei mi ama veramente..." disse accarezzandomi la schiena.
A quelle parole due silenziose lacrime scesero dai miei occhi e cominciarono a solleticarmi le guance.
"E tu Ally??" mi chiese dolce.
"Si...Ma ormai non ne vale più la pena perchè il ragazzo che amo io non mi ama..." dissi cercando di mascherare la voce rotta dalle lacrime.
"Non è mai tutto perduto...Non devi arrenderti..." mi disse solleticando il mio orecchio con i suoi ricciolini morbidi.
Dopo poco mi riportò a casa. Non volevo che se ne andasse...Volevo stare con lui.
Quella era stata una bellissima serata, anche se avevo sofferto molto sentendolo parlare a proposito di quella ragazza tanto speciale.
Quando scesi dalla macchina notai che un velo di tristezza copriva i suoi occhi color castano. Però avevo pensato di sbagliarmi perchè non mi aveva ancora detto niente...
Forse era stato zitto perchè non si fidava più di me...Che avevo fatto per perdere la sua fiducia??
"Ally devo dirti una cosa importante..." mi disse quando fummo sulla porta di casa mia.
Meno male che mi sbagliavo...
"Si dimmi" dissi aprendo la porta.
"Tra due giorni devo partire, per continuare il tour perchè i giorni di riposo che avevo sono quasi terminati." mi disse mentre una lacrima gli solcava il viso e scendeva brillando grazie alla luce della luna che la colpiva.
In quel momento sentii il mondo cadermi addosso. Non poteva andarsene. Sarei rimasta sola di nuovo e non lo avrei più rivisto.
"Che cosa??Non ti prego Mike...Non puoi farmi questo...Non adesso..." dissi ormai con il viso fradicio.
"No Ally io..." tentò di dire qualcosa ma lo interruppi subito.
"Che fine hanno fatto tutti quei "ci sarò" e tutti "per sempre"...Non contano più adesso Mike?? E quando cantavamo I'll be there?? Te ne sei dimenticato?? Certo...Perchè per te il lavoro viene prima di tutto." dissi sconvolta.
Ero quasi arrabbiata con lui...Non poteva andarsene adesso...Non capiva che io senza di lui non sarei mai potuta essere felice??
"No Ally ascoltami..." di nuovo tentò di parlare ma lo bloccai.
"No!!Non voglio ascoltarti!! Tu non mi capisci...Non capisci che se stai qui mi fai stare ancora più male??Vattene...Non hai mai capito niente di me!! Io soffro se tu te ne vai, ma non lo capisci!! Io ti amo Mike...Ma non lo hai mai capito. Mai. Ha sempre continuato a parlarmi di quella ragazza tanto speciale, senza accorgerti che intanto io mi sentivo morire dentro!!" dissi mentre i singhiozzi cominciavano a sostituire le semplici lacrime di prima.
Mi girai e feci per entrare in casa, ma la stretta di Mike mi impedì di farlo. Mi costrinse ad avvicinarmi a lui e mi disse: "Ma sei tu quella ragazza..." sussurrò avvicinando il suo viso al mio.
"Cosa??" dissi confusa, mentre di nuovo sentii il mondo cadermi sulle spalle, ma stavolta molto più pesantemente di prima.
"Si...Sei tu la ragazza speciale, la ragazza che amo. Con cui vorrei andare a vivere a Neverland e per cui cambiarei... Sei tu. Tu e basta. Ti amo Ally. Ma ero troppo timido per dirtelo..." sussurrò chiudendo gli occhi.
"Ti amo Mike..." dissi tra le lacrime.
Lui mi strinse forte a se e poi con la sua solita delicatezza, mi alzò il mento e avvicinò le sue labbra alle mie.
Un incastro perfetto. Per la prima volta sentii il sapore della sua bocca, sentii le sue labbra morbide sulle mie.
Finalmente era arrivato quel momento tanto atteso. Quel bacio pieno di passione. Pieno d'amore. Per la maggior parte delle persone era solo un semplice bacio sulle labbra, ma per me no. Per me era molto di più. Era il simbolo del nostro amore, la conferma di quanta passione ci fosse tra noi.
Fu il bacio più bello della mia vita.
"Mike resta con me...Stanotte" dissi quando ci staccammo.
"Si." rispose accarezzandomi la guancia.
Entrammo in casa e ci svestimmo, senza mai smettere di baciarci.
Poi ci stendemmo sul letto e quella fu la nostra prima notte insieme. Niente sesso, niente malizia.
Solo coccole, infinite coccole...Carezze, baci, tenerezze e sussurri d'amore.
E ci addormentammo, stretti l'uno all'altra.
marina56- Moderator
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Re: The Missing Part Of Me (completa)
Coccole e Passione
E le coccole continuarono la mattina dopo, quando ci svegliammo.
Ero in dormiveglia, nella fase tra il sonno profondo e quando stai per svegliarti. E io volevo svegliarmi, per vedere il bellissimo viso del mio tesoro.
Sentii una carezza sulla guancia e si dipinse un sorriso sulle mie labbra.
Poi sentii una leggera pressione sulle mie labbra. Era soffice e calda...Capii subito di cosa si trattava. Erano le sue labbrucce.
Continuai a sorridere, senza a aprire gli occhi, poi alzai leggermente le palpebre, e una luce intensa colpì le mie pupille.
Quando fui in grado di aprire definitivamente gli occhi, mi accorsi che non era la luce del sole, perchè le finestre erano chiuse, ma la luce del sorriso dell'angelo bruno che mi stava accanto.
"Hey..." sussurrò accarezzando il mio viso di nuovo, sempre più teneramente.
"Hey..." ripetei io tracciando con un dito il contorno delle sue labbra.
Improvvisamente vidi il volto di Mike rabbuiarsi e diventare triste.
"Ally tu...Ti sei pentita??" mi chiese malinconicamente.
"No Mike...Non mi pentirò mai di una scelta se questa mi rende felice..." sussurrai cominciando a giocare con una ciocca dei suoi capelli, sperando che sorridesse di nuovo.
Ma il sorriso non tornò sul suo volto.
"Non so se sarò sempre in grado di renderti felice..." disse abbassando gli occhi.
"Certo che lo sarai...Basta che tu sia te stesso. Il Mike timido, buono e dolce. Il bambino che assomiglia tanto a Peter Pan...Il Mike di cui sono perdutamente innamorata..." dissi prendendo il suo volto tra le mie mani e costringendolo a guardarmi.
"E se un giorno quel Mike dovesse cambiare?? Se Peter Pan fosse costretto a crescere??" mi chiese ancora più malinconicamente di prima.
"Mike tu sei una persona meravigliosa così...Non devi cambiare per la volontà degli altri...Non lo permetterò." dissi decisa a mantenere la mia quello che avevo appena detto.
"Me lo prometti??" mi chiese con un lieve sorriso.
"Si..." sussurrai, mentre le sue braccia e le mie si incastravano saldamente alle schiene dell'altro.
"E tu Ally?? Rimarrai per sempre la mia bimba??" mi chiese sorridendo.
"Si....Sempre sempre sempre" dissi con una vocina dolce dolce.
Ci mettemmo a ridere. Non potevo fare a meno di sorridere. Per la prima volta nella mia vita ero davvero felice...
"Ti amo tanto amore mio..." mi disse scostando una ciocca di capelli dal mio viso.
Poi si avvicinò a me e chiuse gli occhi. Sapevo cosa voleva fare e improvvismante mi venne un dubbio, così lo fermai mettendogli una mano sulle labbra.
Lui aprì gli occhi confuso.
"Mike aspetta...Io non voglio soffrire...Tu sei sincero quando mi dici queste cose?? Mi ami veramente??" chiesi con tono di voce neutro.
"Si Ally...Ti amo più di ogni altra cosa al mondo...Ti amo con tutta la mia anima, perchè un giorno il cuore smetterà di battere...Ti amo e basta..." sussurrò mentre i nostri nasi si sfioravano.
Sorrisi sollevata.
"Ti amo anche io Michael...Con te sono felice. Non voglio lasciarti..." dissi, mentre di nuovo il dolore si impossessava del mio cuore.
"No! Non ci lasceremo. Io ti porterò con me in tour, costi quel che costi e non mi importa di quello che diranno i miei collaboratori o il mio manager." disse serrando le sue mani intorno al mio viso.
"Siii!! Staremo sempre insieme...Ci sposeremo e avremo tanti bambini.." dissi con gli occhi sognanti mentre un sorriso enorme si dipingeva sulla mia bocca.
Anche Mike rise, con quel sorriso che poteva offuscare una stella.
"Tu lo vorresti un figlio da me Ally??" mi chiese lui, riportandomi alla realtà.
"Sarebbe la cosa più bella del mondo...Avere un bambino dall'amore della mia vita...Scommetto che saresti un papà meraviglioso..." dissi accarezzandogli il naso.
"E tu la mamma più dolce e tenera che un bambino possa avere..." disse avvicinandosi ancora di più a me.
"E come vorresti chiamarlo il nostro principino??" dissi sorridente.
Poi ci guardammo tutti e due, attraversati dallo stesso pensiero.
"Prince!!" dicemmo in coro.
"é un nome bellissimo..." dissi guardandolo intensamente.
"Già...Ma se fosse femmina??" chiese con un sorriso sornione.
Adoravo il modo in cui riusciva sempre a rovinarmi i piani...
"Se è femmina...Che ne dici di Paris??" dissi riflettendoci un pò.
"é stupendo...Come te...Ti amo Ally..." disse potendo finalmente darmi un bacio senza che io lo ostacolassi.
"Ti amo Mike" dissi dandogli un bacio sul suo nasino.
"Ally...Ho tanta paura che tu ti stancherai di me...Di seguirmi sempre in giro per il mondo, dei riflettori e dei giornalisti..." disse guardandomi con due occhioni tristi.
"Mike...Io non sono così, lo sai...Io non ti lascerò per queste cose...Perchè a me interessa solo starti vicino. Io non posso vivere senza il tuo amore, senza la tua dolcezza e senza poterti stringere forte a me...Tutte le conseguenze che ci saranno non mi interessano..." sussurrai accoccolandomi tra le sue braccia.
Mi strinse forte...
Non so come si sentisse lui, ma per me la vita poteva finire anche in quell'istante...
"Io potrei anche morire adesso sai??" mi disse dolcemente.
Ed è bellissimo quando capisci che si sente esattamente come te...
"No Mike tu mi servi..." dissi piano.
"A cosa??" chiese con la sua solità tenera ingenuità.
"A vivere" risposi, felice.
"Si può essere così folli da amare una persona più della prorpia vita??" mi chiese, ma tanto sapeva già la risposta che gli avrei dato.
"Si che si può ed eccone la conferma...Io ti amo più della mia stessa vita Michael Joseph Jackson." dissi sottolineando l'ultima frase con un pizzico di orgoglio.
"Anche io Ally." disse, dandomi un bacio sul collo.
In quel momento fui attraversata da una scossa e il mio corpo si accese di desiderio.
La sera prima non avevamo fatto niente di fisico perchè eravamo entrambi troppo timidi.
Ma ora la timidezza era svanita. Non avevo più paura di mostrarmi a lui completamente. Volevo solo farlo mio. Definitivamente mio.
Evidentemente per lui fu lo stesso, perchè cominciò a baciarmi in ogni parte del corpo, dove capitava. Cominciammo a fare l'amore.
E quello fu il nostro momento di passione. Un momento in cui le emozioni forti regnavano sovrane e la passione era schiacciante.
Io e lui. Ally e Mike. Ora eravamo una cosa sola.
Io appartenevo a lui e lui apparteneva a me. Non c'è niente di meglio al mondo. Non c'è gioia più bella.
E le coccole continuarono la mattina dopo, quando ci svegliammo.
Ero in dormiveglia, nella fase tra il sonno profondo e quando stai per svegliarti. E io volevo svegliarmi, per vedere il bellissimo viso del mio tesoro.
Sentii una carezza sulla guancia e si dipinse un sorriso sulle mie labbra.
Poi sentii una leggera pressione sulle mie labbra. Era soffice e calda...Capii subito di cosa si trattava. Erano le sue labbrucce.
Continuai a sorridere, senza a aprire gli occhi, poi alzai leggermente le palpebre, e una luce intensa colpì le mie pupille.
Quando fui in grado di aprire definitivamente gli occhi, mi accorsi che non era la luce del sole, perchè le finestre erano chiuse, ma la luce del sorriso dell'angelo bruno che mi stava accanto.
"Hey..." sussurrò accarezzando il mio viso di nuovo, sempre più teneramente.
"Hey..." ripetei io tracciando con un dito il contorno delle sue labbra.
Improvvisamente vidi il volto di Mike rabbuiarsi e diventare triste.
"Ally tu...Ti sei pentita??" mi chiese malinconicamente.
"No Mike...Non mi pentirò mai di una scelta se questa mi rende felice..." sussurrai cominciando a giocare con una ciocca dei suoi capelli, sperando che sorridesse di nuovo.
Ma il sorriso non tornò sul suo volto.
"Non so se sarò sempre in grado di renderti felice..." disse abbassando gli occhi.
"Certo che lo sarai...Basta che tu sia te stesso. Il Mike timido, buono e dolce. Il bambino che assomiglia tanto a Peter Pan...Il Mike di cui sono perdutamente innamorata..." dissi prendendo il suo volto tra le mie mani e costringendolo a guardarmi.
"E se un giorno quel Mike dovesse cambiare?? Se Peter Pan fosse costretto a crescere??" mi chiese ancora più malinconicamente di prima.
"Mike tu sei una persona meravigliosa così...Non devi cambiare per la volontà degli altri...Non lo permetterò." dissi decisa a mantenere la mia quello che avevo appena detto.
"Me lo prometti??" mi chiese con un lieve sorriso.
"Si..." sussurrai, mentre le sue braccia e le mie si incastravano saldamente alle schiene dell'altro.
"E tu Ally?? Rimarrai per sempre la mia bimba??" mi chiese sorridendo.
"Si....Sempre sempre sempre" dissi con una vocina dolce dolce.
Ci mettemmo a ridere. Non potevo fare a meno di sorridere. Per la prima volta nella mia vita ero davvero felice...
"Ti amo tanto amore mio..." mi disse scostando una ciocca di capelli dal mio viso.
Poi si avvicinò a me e chiuse gli occhi. Sapevo cosa voleva fare e improvvismante mi venne un dubbio, così lo fermai mettendogli una mano sulle labbra.
Lui aprì gli occhi confuso.
"Mike aspetta...Io non voglio soffrire...Tu sei sincero quando mi dici queste cose?? Mi ami veramente??" chiesi con tono di voce neutro.
"Si Ally...Ti amo più di ogni altra cosa al mondo...Ti amo con tutta la mia anima, perchè un giorno il cuore smetterà di battere...Ti amo e basta..." sussurrò mentre i nostri nasi si sfioravano.
Sorrisi sollevata.
"Ti amo anche io Michael...Con te sono felice. Non voglio lasciarti..." dissi, mentre di nuovo il dolore si impossessava del mio cuore.
"No! Non ci lasceremo. Io ti porterò con me in tour, costi quel che costi e non mi importa di quello che diranno i miei collaboratori o il mio manager." disse serrando le sue mani intorno al mio viso.
"Siii!! Staremo sempre insieme...Ci sposeremo e avremo tanti bambini.." dissi con gli occhi sognanti mentre un sorriso enorme si dipingeva sulla mia bocca.
Anche Mike rise, con quel sorriso che poteva offuscare una stella.
"Tu lo vorresti un figlio da me Ally??" mi chiese lui, riportandomi alla realtà.
"Sarebbe la cosa più bella del mondo...Avere un bambino dall'amore della mia vita...Scommetto che saresti un papà meraviglioso..." dissi accarezzandogli il naso.
"E tu la mamma più dolce e tenera che un bambino possa avere..." disse avvicinandosi ancora di più a me.
"E come vorresti chiamarlo il nostro principino??" dissi sorridente.
Poi ci guardammo tutti e due, attraversati dallo stesso pensiero.
"Prince!!" dicemmo in coro.
"é un nome bellissimo..." dissi guardandolo intensamente.
"Già...Ma se fosse femmina??" chiese con un sorriso sornione.
Adoravo il modo in cui riusciva sempre a rovinarmi i piani...
"Se è femmina...Che ne dici di Paris??" dissi riflettendoci un pò.
"é stupendo...Come te...Ti amo Ally..." disse potendo finalmente darmi un bacio senza che io lo ostacolassi.
"Ti amo Mike" dissi dandogli un bacio sul suo nasino.
"Ally...Ho tanta paura che tu ti stancherai di me...Di seguirmi sempre in giro per il mondo, dei riflettori e dei giornalisti..." disse guardandomi con due occhioni tristi.
"Mike...Io non sono così, lo sai...Io non ti lascerò per queste cose...Perchè a me interessa solo starti vicino. Io non posso vivere senza il tuo amore, senza la tua dolcezza e senza poterti stringere forte a me...Tutte le conseguenze che ci saranno non mi interessano..." sussurrai accoccolandomi tra le sue braccia.
Mi strinse forte...
Non so come si sentisse lui, ma per me la vita poteva finire anche in quell'istante...
"Io potrei anche morire adesso sai??" mi disse dolcemente.
Ed è bellissimo quando capisci che si sente esattamente come te...
"No Mike tu mi servi..." dissi piano.
"A cosa??" chiese con la sua solità tenera ingenuità.
"A vivere" risposi, felice.
"Si può essere così folli da amare una persona più della prorpia vita??" mi chiese, ma tanto sapeva già la risposta che gli avrei dato.
"Si che si può ed eccone la conferma...Io ti amo più della mia stessa vita Michael Joseph Jackson." dissi sottolineando l'ultima frase con un pizzico di orgoglio.
"Anche io Ally." disse, dandomi un bacio sul collo.
In quel momento fui attraversata da una scossa e il mio corpo si accese di desiderio.
La sera prima non avevamo fatto niente di fisico perchè eravamo entrambi troppo timidi.
Ma ora la timidezza era svanita. Non avevo più paura di mostrarmi a lui completamente. Volevo solo farlo mio. Definitivamente mio.
Evidentemente per lui fu lo stesso, perchè cominciò a baciarmi in ogni parte del corpo, dove capitava. Cominciammo a fare l'amore.
E quello fu il nostro momento di passione. Un momento in cui le emozioni forti regnavano sovrane e la passione era schiacciante.
Io e lui. Ally e Mike. Ora eravamo una cosa sola.
Io appartenevo a lui e lui apparteneva a me. Non c'è niente di meglio al mondo. Non c'è gioia più bella.
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Re: The Missing Part Of Me (completa)
Approvazione
"Mike...Devo dirti una cosa..." dissi, quando lui si sdraiò di nuovo accanto a me.
"Dimmi" disse sfiorando la mia giancia con la sua manina.
Quello che volevo dirgli non era una cosa che si poteva spiegare a parole....Semplicemente una tenera dimostrazione d'amore.
Così, mi avvicinai al suo viso, chiusi gli occhi e gli diedi un bacio...Con una dolcezza che non avrei mai pensato di avere.
"Mi sa che non ho capito bene...Puoi ripetere??" mi disse ridendo.
Scoppiai a ridere anche io...Dio, era così tenero...
"Con molto piacere" dissi avvicinandomi di nuovo a lui e rimediando alla mia scarsa capacità espressiva.
Le nostre labbra erano ancora le une sulle altre, quando suonò il campanello.
"Merda ma chi è quel coglione che osa interromperci proprio adesso?!?!" pensai tra me "leggermente infastidita".
Spalancammo tutti e due gli occhi, poi scendemmo da letto e ci rivestimmo in fretta.
"Arrivo" dissi infilandomi un paio di pantaloncini e una maglietta.
Dopodichè, andai ad aprire.
Era mio padre.
"Ehm...Ciao papà..." dissi ripensando agli insulti di prima e pentendomi amaramente di averli formulati, anche solo con il pensiero.
"Ciao piccola" disse sorridendo.
Non aveva mai smesso di chiamarmi così. Per lui non ero mai cresciuta ed effettivamente aveva ragione. Mi sarebbe piaciuto rimanere la sua piccola per sempre.
Avevo detto anche a lui che avevo riincontrato Michael, così non si sorprese più di tanto nel vederlo quando entrò.
"Ehy Mike!! Come stai??" gli chiese con la sua allegria contagiosa.
"Salve signor Moore...Bene lei??" disse cortese.
Con quella educazione e quel rispetto degni di lui, perchè Mike è un gentleman.
Io invece non sarei mai potuta essere una lady perchè preferivo di gran lunga dare del "Tu" alle persone, senza preoccuparmi dell'età, e non sarei mai stata capace di vivere dentro gli schemi che impediscono alle persone di quel genere di vivere la loro vita serenamente.
Io appartenevo ad un'altra categoria, io ero un maschiaccio.
E anche se mi facevano venire il noto "latte alle ginocchia" quelle persone, Mike lo adoravo così com'era.
"Bene bene..." rispose mio padre con un sorriso sornione.
"Ehm...Che ci facevi qui con la mia Ally?? Voi due soli??" continuò papà con un'occhiata furbesca e indagatrice.
Mike diventò paonazzo, inevitabilmente, e io con lui.
"Ma che dici papà?? Non stavamo facendo niente..." dissi improvvisando una risata isterica.
"Ok...Comunque Mike...Hai la camicia allacciata storta..." disse con un'altra occhiata indagatrice.
Il nostro viso, da paonazzo che era, diventò di un bianco candido.
Per fortuna squillò il suo cellulare e mio padre andò a rispondere in un'altra stanza.
Mi girai verso Mike e gli andai vicino.
"Amore sistemati la camicia." sussurrai, mentre lui aveva già provveduto a slacciare e riallacciare il velo di tessuto bianco che avvolgeva il suo petto caldo.
Poi avvicinai le mani al suo ingiune (non pensate male ragazze, mi raccomando...) e tirai sù la lampo dei pantaloni. Di nuovo crebbe in me quel desiderio ardente di passione. Desiderio di lui.
Mike arrossì di nuovo.
"Fortuna che quella non l'ha vista.." disse ridendo.
Mi morsi il labbro inferiore e gli lanciai un'occhiata provocante.
"Che fai, mi provochi??" disse bagnandosi le labbra.
"Può essere..." dissi, facendo finta di non saperne niente.
"Tanto lo sai che non riesco a resisterti..." disse mettendomi le mani sui fianchi.
"Non devi resistermi.." dissi mettendo le braccia intorno al suo collo ed avvicinandomi tanto da far toccare i nostri nasi.
"Ma non possiamo metterci a fare l'amore adesso...C'è tuo padre..." disse chiudendo gli occhi.
"Uffa...Però almeno un bacio me lo dai??" chiesi rassegnata.
"E hai bisogno di chiederlo??" disse dandomi l'ennesimo tenero bacio.
"Glielo diciamo a tuo padre??" mi chiese poi riaprendo gli occhi.
"Ha il diritto di saperlo...E poi sono certa che non avrà niente in contrario...Gli sei sempre piaciuto..." dissi convinta.
Poi sentimmo la voce di mio padre dire: "Ok...Ciao, a presto."
Quindi ci staccammo e aspettammo di rivederlo comparire nella stanza.
"Papà siediti un attimo sul divano...Dobbiamo dirti una cosa..." dissi prendendolo per mano e indicandogli il punto dove sedersi.
Poi andammo impiedi davanti a lui tutti e due.
"Papà...Volevamo dirti che..." non riuscii a finire la frase perchè Mike mi interruppe.
"Signor Moore, io amo sua figlia." disse Mike sicuro di sè, senza accenni di fragilità o insicurezza.
"E lei ama te vero??" disse mio padre, con mia sorpresa, senza nessuna particolare reazione.
"Già..." dissi spostando gli occhi verso Michael ed incontrando i suoi a metà strada.
"Piccola, mi lasceresti un attimo solo con lui??" chiese gentilmente mio padre.
Noo!! il discorso!! Adesso gli avrebbe fatto la ramanzina...Povero Mike...
Uscii dal salotto ma lasciai la porta aperta e mi ci nascosi dietro, perchè volevo sentirli e vederli.
Mio padre, conoscendo i miei giochetti, venne a chiuderla.
Ma nessun problema!! Li spiai dal buco della serratura!!
"Mike...Ally sembra felice adesso e non voglio che soffra è chiaro??" cominciò mio padre con tono cauto.
"No signor Moore...Le prometto che la proteggerò dal mondo, da tutti quelli che le vorranno fare del male e mi prenderò cura di lei..." si affrettò a dire Mike.
"Sei sicuro??" chiese mio padre, non ancora del tutto convinto.
"Si signor Moore.." disse Mike, sempre gentile ed educato.
"Guarda che puoi anche chiamarmi Jason, ormai sei di famiglia...Comunque sappi che dovrai impegnarti a mentenere la tua promessa..." disse mio padre alzandosi.
"Certo signor Jason..Glielo prometto." disse Mike.
Sia io che mio padre ci mettemmo a ridere...
Che dolce...Così ingenuo, così indifeso. Mi faceva tanta tenerezza...
Li vidi dirigersi verso di me, così mi alzai da terra e andai vicino al tavolo della cucina facendo finta di niente.
Nonostante non volessi fargli sapere che sapevo già tutto, loro lo capirono, perchè un enorme sorriso si stagliava sul mio volto.
"Vi auguro di essere felici..." disse mio padre sorridendo.
"Grazie papà..." dissi andnaogli incontro e abbracciandolo forte.
Lui sorrise di nuovo.
"Domani dovremo partire per un tour...Ti verrò a salutare nel pomeriggio ok??" dissi un pò insicura.
"Ok...Comunque voglio dirti una cosa: sono davvero molto fiero di te...Non tutti avrebbero detto al padre con chi stanno..." disse guardandomi con due occhi che mi fecero tanta tenerezza.
Lo strinsi ancora più forte, in segno di gratitudine.
Poi lui se ne andò.
Non potei fare a meno di saltare tra le braccia di Mike, felice come non mai.
Lui mi strinse saldamente e fece in modo che il mio corpo lo seguisse nella piroetta che stava facendo.
Io ero più bassa di lui, perciò i miei piedi non toccavano terra. Sembrava di poter volare.
Poi ci guardammo. Un gioco di sguardi fatto di occhiate intense e piene d'amore...
E sorridemmo, felici. O almeno, io lo ero.
"Mike...Devo dirti una cosa..." dissi, quando lui si sdraiò di nuovo accanto a me.
"Dimmi" disse sfiorando la mia giancia con la sua manina.
Quello che volevo dirgli non era una cosa che si poteva spiegare a parole....Semplicemente una tenera dimostrazione d'amore.
Così, mi avvicinai al suo viso, chiusi gli occhi e gli diedi un bacio...Con una dolcezza che non avrei mai pensato di avere.
"Mi sa che non ho capito bene...Puoi ripetere??" mi disse ridendo.
Scoppiai a ridere anche io...Dio, era così tenero...
"Con molto piacere" dissi avvicinandomi di nuovo a lui e rimediando alla mia scarsa capacità espressiva.
Le nostre labbra erano ancora le une sulle altre, quando suonò il campanello.
"Merda ma chi è quel coglione che osa interromperci proprio adesso?!?!" pensai tra me "leggermente infastidita".
Spalancammo tutti e due gli occhi, poi scendemmo da letto e ci rivestimmo in fretta.
"Arrivo" dissi infilandomi un paio di pantaloncini e una maglietta.
Dopodichè, andai ad aprire.
Era mio padre.
"Ehm...Ciao papà..." dissi ripensando agli insulti di prima e pentendomi amaramente di averli formulati, anche solo con il pensiero.
"Ciao piccola" disse sorridendo.
Non aveva mai smesso di chiamarmi così. Per lui non ero mai cresciuta ed effettivamente aveva ragione. Mi sarebbe piaciuto rimanere la sua piccola per sempre.
Avevo detto anche a lui che avevo riincontrato Michael, così non si sorprese più di tanto nel vederlo quando entrò.
"Ehy Mike!! Come stai??" gli chiese con la sua allegria contagiosa.
"Salve signor Moore...Bene lei??" disse cortese.
Con quella educazione e quel rispetto degni di lui, perchè Mike è un gentleman.
Io invece non sarei mai potuta essere una lady perchè preferivo di gran lunga dare del "Tu" alle persone, senza preoccuparmi dell'età, e non sarei mai stata capace di vivere dentro gli schemi che impediscono alle persone di quel genere di vivere la loro vita serenamente.
Io appartenevo ad un'altra categoria, io ero un maschiaccio.
E anche se mi facevano venire il noto "latte alle ginocchia" quelle persone, Mike lo adoravo così com'era.
"Bene bene..." rispose mio padre con un sorriso sornione.
"Ehm...Che ci facevi qui con la mia Ally?? Voi due soli??" continuò papà con un'occhiata furbesca e indagatrice.
Mike diventò paonazzo, inevitabilmente, e io con lui.
"Ma che dici papà?? Non stavamo facendo niente..." dissi improvvisando una risata isterica.
"Ok...Comunque Mike...Hai la camicia allacciata storta..." disse con un'altra occhiata indagatrice.
Il nostro viso, da paonazzo che era, diventò di un bianco candido.
Per fortuna squillò il suo cellulare e mio padre andò a rispondere in un'altra stanza.
Mi girai verso Mike e gli andai vicino.
"Amore sistemati la camicia." sussurrai, mentre lui aveva già provveduto a slacciare e riallacciare il velo di tessuto bianco che avvolgeva il suo petto caldo.
Poi avvicinai le mani al suo ingiune (non pensate male ragazze, mi raccomando...) e tirai sù la lampo dei pantaloni. Di nuovo crebbe in me quel desiderio ardente di passione. Desiderio di lui.
Mike arrossì di nuovo.
"Fortuna che quella non l'ha vista.." disse ridendo.
Mi morsi il labbro inferiore e gli lanciai un'occhiata provocante.
"Che fai, mi provochi??" disse bagnandosi le labbra.
"Può essere..." dissi, facendo finta di non saperne niente.
"Tanto lo sai che non riesco a resisterti..." disse mettendomi le mani sui fianchi.
"Non devi resistermi.." dissi mettendo le braccia intorno al suo collo ed avvicinandomi tanto da far toccare i nostri nasi.
"Ma non possiamo metterci a fare l'amore adesso...C'è tuo padre..." disse chiudendo gli occhi.
"Uffa...Però almeno un bacio me lo dai??" chiesi rassegnata.
"E hai bisogno di chiederlo??" disse dandomi l'ennesimo tenero bacio.
"Glielo diciamo a tuo padre??" mi chiese poi riaprendo gli occhi.
"Ha il diritto di saperlo...E poi sono certa che non avrà niente in contrario...Gli sei sempre piaciuto..." dissi convinta.
Poi sentimmo la voce di mio padre dire: "Ok...Ciao, a presto."
Quindi ci staccammo e aspettammo di rivederlo comparire nella stanza.
"Papà siediti un attimo sul divano...Dobbiamo dirti una cosa..." dissi prendendolo per mano e indicandogli il punto dove sedersi.
Poi andammo impiedi davanti a lui tutti e due.
"Papà...Volevamo dirti che..." non riuscii a finire la frase perchè Mike mi interruppe.
"Signor Moore, io amo sua figlia." disse Mike sicuro di sè, senza accenni di fragilità o insicurezza.
"E lei ama te vero??" disse mio padre, con mia sorpresa, senza nessuna particolare reazione.
"Già..." dissi spostando gli occhi verso Michael ed incontrando i suoi a metà strada.
"Piccola, mi lasceresti un attimo solo con lui??" chiese gentilmente mio padre.
Noo!! il discorso!! Adesso gli avrebbe fatto la ramanzina...Povero Mike...
Uscii dal salotto ma lasciai la porta aperta e mi ci nascosi dietro, perchè volevo sentirli e vederli.
Mio padre, conoscendo i miei giochetti, venne a chiuderla.
Ma nessun problema!! Li spiai dal buco della serratura!!
"Mike...Ally sembra felice adesso e non voglio che soffra è chiaro??" cominciò mio padre con tono cauto.
"No signor Moore...Le prometto che la proteggerò dal mondo, da tutti quelli che le vorranno fare del male e mi prenderò cura di lei..." si affrettò a dire Mike.
"Sei sicuro??" chiese mio padre, non ancora del tutto convinto.
"Si signor Moore.." disse Mike, sempre gentile ed educato.
"Guarda che puoi anche chiamarmi Jason, ormai sei di famiglia...Comunque sappi che dovrai impegnarti a mentenere la tua promessa..." disse mio padre alzandosi.
"Certo signor Jason..Glielo prometto." disse Mike.
Sia io che mio padre ci mettemmo a ridere...
Che dolce...Così ingenuo, così indifeso. Mi faceva tanta tenerezza...
Li vidi dirigersi verso di me, così mi alzai da terra e andai vicino al tavolo della cucina facendo finta di niente.
Nonostante non volessi fargli sapere che sapevo già tutto, loro lo capirono, perchè un enorme sorriso si stagliava sul mio volto.
"Vi auguro di essere felici..." disse mio padre sorridendo.
"Grazie papà..." dissi andnaogli incontro e abbracciandolo forte.
Lui sorrise di nuovo.
"Domani dovremo partire per un tour...Ti verrò a salutare nel pomeriggio ok??" dissi un pò insicura.
"Ok...Comunque voglio dirti una cosa: sono davvero molto fiero di te...Non tutti avrebbero detto al padre con chi stanno..." disse guardandomi con due occhi che mi fecero tanta tenerezza.
Lo strinsi ancora più forte, in segno di gratitudine.
Poi lui se ne andò.
Non potei fare a meno di saltare tra le braccia di Mike, felice come non mai.
Lui mi strinse saldamente e fece in modo che il mio corpo lo seguisse nella piroetta che stava facendo.
Io ero più bassa di lui, perciò i miei piedi non toccavano terra. Sembrava di poter volare.
Poi ci guardammo. Un gioco di sguardi fatto di occhiate intense e piene d'amore...
E sorridemmo, felici. O almeno, io lo ero.
marina56- Moderator
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