Su "Il giornale" Articolo vergognoso su Michael
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Su "Il giornale" Articolo vergognoso su Michael
Michaelforever Inviato: Dom Lug 10, 2011 1:40 pm
Ora Michael Jackson è un mito "post mortem"
Michael Jackson è morto il 25 giugno del 2009 ed era una persona fantastica. Io non festeggio il 25 aprile, non festeggio il 25 dicembre, ma da due anni celebro il lutto ogni 25 giugno e lo ricorderò anche domani, giorno del funerale), riguardando per la centesima volta Live in Bucarest. Era una persona fantastica, Michael: quando saltava fuori da una botola con un balzo, materializzandosi sul palco grazie a un meccanismo a molla e restando immobile, completamente immobile, come una iperrealistica statua di se stesso.
Dopo il primo scatto della testa, nell’istante in cui, trovandoti nel pubblico, là sotto, realizzi che non solo sei davanti a Michael Jackson ma lui è vivo, si muove, eppur si muove, in quell’istante molti fan isterici si strappano i capelli e urlano e piangono e cominciano a svenire uno dopo l’altro per l’emozione, e anch’io, se ci penso, mi sarei strappato i capelli e avrei urlato e pianto e sarei svenuto per l’emozione.
È vero che Michael Jackson, se lo sentivi parlare, sembrava un imbecille: passava da una religione all’altra e a me già ne basta una per togliermi la stima di chiunque, ultimamente era perfino diventato ebreo, organizzava campagne per salvare il pianeta terra, era pacifista, e un ambientalista dei più sciocchi, ma io ero affascinato dagli aspetti interessanti, eccezionali della sua vita.
Come il fatto che fosse morto per un’overdose di Propofol, che si fosse depigmentato per diventare più bianco dei bianchi, che uscisse nascondendosi il volto dietro mascherine e occhiali neri e si coprisse con ombrelli per proteggersi dalla luce solare, che avesse trasformato la sua casa in un gigantesco Luna Park, che non si riuscisse a dire se fosse più uomo o più donna ma quasi un superamento dell’idea stessa di sessualità, che non si riuscisse a dire se fosse più adulto o bambino ma quasi un superamento stesso dell’idea di adulto e bambino, che si fosse sottoposto a decine di interventi di chirurgia estetica fino a consumarsi del tutto la cartilagine del naso, tutto questo per diventare la sua idea di Michael Jackson.
Quando è morto Michael Jackson aveva nello stomaco solo un cocktail di farmaci, così ha detto il referto dell’autopsia, e su questo particolare hanno ricamato sfilze di articoli i moralisti dei giornali per sostenere che era un fuori di testa. Aveva le sopracciglia tatuate, il trucco permanente, e sulla testa calva indossava una parrucca, e sotto la parrucca, probabilmente all’inizio della calvizie, si era tatuato perfino il cuoio capelluto, ma anche questo non aveva niente a che vedere con la banalità dei lifting delle donne di oggi, niente a che vedere con i patetici espedienti per standardizzarsi le facce per camuffare la vecchiaia e la morte sotto una pelle di plastica.
Così, per la stessa ragione, mi ha sempre infastidito la tesi secondo cui si sarebbe sottoposto al trattamento di depigmentazione solo perché aveva la vitiligine, tanto per dargli un alibi mediocre. Per me faceva parte del suo processo di trasformazione da comune bambino negro dei Jackson Five nell’utopia di Michael Jackson. Michael Jackson era fantastico perché rappresentava un tentativo di incarnazione dell’idea di essere davvero Michael Jackson, e al contempo la sua irrealizzabilità. Michael Jackson era fantastico perché rappresentava l’impossibilità di essere Michael Jackson....
http://www.ilgiornale.it/spettacoli/come_elvis_e_morrison_ora_michael_jackson_e_mito_post_mortem/06-07-2011/articolo-id=533401-page=0-comments=1
non ho parole.....
Ora Michael Jackson è un mito "post mortem"
Michael Jackson è morto il 25 giugno del 2009 ed era una persona fantastica. Io non festeggio il 25 aprile, non festeggio il 25 dicembre, ma da due anni celebro il lutto ogni 25 giugno e lo ricorderò anche domani, giorno del funerale), riguardando per la centesima volta Live in Bucarest. Era una persona fantastica, Michael: quando saltava fuori da una botola con un balzo, materializzandosi sul palco grazie a un meccanismo a molla e restando immobile, completamente immobile, come una iperrealistica statua di se stesso.
Dopo il primo scatto della testa, nell’istante in cui, trovandoti nel pubblico, là sotto, realizzi che non solo sei davanti a Michael Jackson ma lui è vivo, si muove, eppur si muove, in quell’istante molti fan isterici si strappano i capelli e urlano e piangono e cominciano a svenire uno dopo l’altro per l’emozione, e anch’io, se ci penso, mi sarei strappato i capelli e avrei urlato e pianto e sarei svenuto per l’emozione.
È vero che Michael Jackson, se lo sentivi parlare, sembrava un imbecille: passava da una religione all’altra e a me già ne basta una per togliermi la stima di chiunque, ultimamente era perfino diventato ebreo, organizzava campagne per salvare il pianeta terra, era pacifista, e un ambientalista dei più sciocchi, ma io ero affascinato dagli aspetti interessanti, eccezionali della sua vita.
Come il fatto che fosse morto per un’overdose di Propofol, che si fosse depigmentato per diventare più bianco dei bianchi, che uscisse nascondendosi il volto dietro mascherine e occhiali neri e si coprisse con ombrelli per proteggersi dalla luce solare, che avesse trasformato la sua casa in un gigantesco Luna Park, che non si riuscisse a dire se fosse più uomo o più donna ma quasi un superamento dell’idea stessa di sessualità, che non si riuscisse a dire se fosse più adulto o bambino ma quasi un superamento stesso dell’idea di adulto e bambino, che si fosse sottoposto a decine di interventi di chirurgia estetica fino a consumarsi del tutto la cartilagine del naso, tutto questo per diventare la sua idea di Michael Jackson.
Quando è morto Michael Jackson aveva nello stomaco solo un cocktail di farmaci, così ha detto il referto dell’autopsia, e su questo particolare hanno ricamato sfilze di articoli i moralisti dei giornali per sostenere che era un fuori di testa. Aveva le sopracciglia tatuate, il trucco permanente, e sulla testa calva indossava una parrucca, e sotto la parrucca, probabilmente all’inizio della calvizie, si era tatuato perfino il cuoio capelluto, ma anche questo non aveva niente a che vedere con la banalità dei lifting delle donne di oggi, niente a che vedere con i patetici espedienti per standardizzarsi le facce per camuffare la vecchiaia e la morte sotto una pelle di plastica.
Così, per la stessa ragione, mi ha sempre infastidito la tesi secondo cui si sarebbe sottoposto al trattamento di depigmentazione solo perché aveva la vitiligine, tanto per dargli un alibi mediocre. Per me faceva parte del suo processo di trasformazione da comune bambino negro dei Jackson Five nell’utopia di Michael Jackson. Michael Jackson era fantastico perché rappresentava un tentativo di incarnazione dell’idea di essere davvero Michael Jackson, e al contempo la sua irrealizzabilità. Michael Jackson era fantastico perché rappresentava l’impossibilità di essere Michael Jackson....
http://www.ilgiornale.it/spettacoli/come_elvis_e_morrison_ora_michael_jackson_e_mito_post_mortem/06-07-2011/articolo-id=533401-page=0-comments=1
non ho parole.....
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