Matt Koker racconta Michael
Michael Jackson Who Is It :: Michael Life: tra palco e realtà / Michael's life:between stage and reality :: Incontri con Michael/Meet whit Michael :: Dicono di lui!!! / People about Michael!!!
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Matt Koker racconta Michael
Non so chi si potrebbe davvero mettere accanto a lui. Imitare qualcuno come Michael Jackson è impossibile. Perché preoccuparsi? semplicemente rilassati e ammira". Mikhail Baryshnikov
E’ una sorpresa che un uomo così vituperato e denigrato dai media sia così tanto ammirato da tanti altri artisti e interpreti di spicco del nostro tempo. L'abisso tra questi due punti di vista rivela come i nostri mezzi di informazione possono distorcere e nascondere completamente la verità su qualcuno o qualcosa per la creazione e il mantenimento di un profitto. Possono nascondere ciò che, tranne anche da altri colleghi artisti all’apice della carriera, era riconosciuto come originale, geniale e impareggiabile, oppure i fan, ai quali toglieva il respiro ad ogni performance, che sentivano la passione e ascoltavano le parole delle sue canzoni al di sopra dell'attacco costante del sensazionalismo, della propaganda disonesta. Anche se questo lo ha distrutto, la sua verità brillava ancora. Tutto quello che dovevi fare era guardarlo ballare o sentirlo cantare. Ogni canzone era una preghiera e la verità ha marciato sprezzante in ogni passo di danza. La sua arte era il luogo dove Michael Jackson raccontava la sua storia. E’ dove ha raccontato anche la nostra storia.
Ma l'establishment dei media rappresentano veramente il nostro racconto, la nostra storia? No, onestamente non lo fanno. La parte della storia che ci viene raccontata, è il più delle volte abbellita o distorta per soddisfare capitalistici scopi di lucro all’ordine del giorno. E poi c'è la parte dove non dicono nulla, completamente censurata. Se la nostra storia fosse una competizione ad imparare dalle storie che hanno lasciato dietro i nostri media, lo studente sarebbe stato estremamente uno dei più peggio istruiti e disinformati.
Fortunatamente per alcuni di noi, eravamo qui. Abbiamo vissuto durante l’epoca di Michael Jackson.
E per noi, c'è il lavoro di assicurare la verità che Michael ballava e cantava le preghiere, la sua eredità reale, viene portata avanti nel tempo, nonostante l'establishment dei media, certamente non per questo. Hanno solo dimostrato che non possono avere questo incarico. Peggio ancora, non sono per lo più propensi a farlo. Tocca ad altri artisti, musicisti, ballerini e cantanti, ai suoi amici e familiari, ai fans, agli autori onesti e ai ricercatori, preservare la vera storia di Michael Jackson. Coloro che porteranno amore, rispetto e realtà correttamente analizzate e uno studio intellettuale per concentrarsi sulla sua creatività, le sue donazioni, i problemi e le lotte del più grande intrattenitore che sia mai esistito. Questo è semplicemente un obbligo morale e non deve essere lasciato naturalmente ai disonesti, spinti dall'avidità delle imprese.
[Michael] ho avuto modo di conoscerlo attraverso Elizabeth Taylor, che lo avrebbe "trascinato a vedermi danzare", disse Baryshnikov, quando era all’”American Ballet Theatre” e più tardi quando si esibì nel “White Oak Dance Project”, la compagnia di danza moderna. Parlarono del balletto, Jackson fece un sacco di domande, ha ricordato, "come un dodicenne” e avrebbe chiesto sul lavoro con i coreografi.
Disse a Baryshnikov che i coreografi gli suggerivano le idee, ma che lui creò i suoi balli.
Quello che Baryshnikov ricorda di più di Jackson, ha detto, era "non le sue piroette o afferrarsi l’inguine. Proprio la sua semplicità, attraversare il palco saltellando, che era la cosa più bella, fermandosi e dondolando i suoi fianchi, calciando in avanti il tallone. Questo è per me era lui: quella fiducia superiore nel suo corpo come un ballerino. Volevi dire: 'Wow, questo ragazzo, che gatto; poteva davvero muoversi come voleva”
Matt Coker ricorda Michael presente all’esibizione di Mikhail nel 1993:
Appena la morte di Michael Jackson fu confermata, i miei pensieri si rivolsero a quell’unica volta che vidi il "Re del Pop", proprio qui a all’Orange County. Non era sul palco da solo o con i Jacksons (Five o altro), né fu mentre presenziava alla prima di Captain EO a Disneyland. Era appena uscito da una serata di danza classica a Costa Mesa.
In realtà, il suo ingresso alla “Segerstrom Hall” del “Performing Arts Center” minacciò di oscurare la prima apparizione del leggendario ballerino Mikhail Baryshnikov sul palco dell’Orange County il 5 agosto 1993. Tutto in blu, capelli neri e legati, gli altri che si voltavano per guardare Jackson, nella sua solita giacca reale con le spalline, mentre lentamente si spostava verso un posto vicino l'orchestra, appena a sinistra del centro del palco. Aveva da un lato una bionda e dall’altro un uomo di mezza età. Più tardi si rivelarono essere il suo dermatologo e l'infermiera che anni dopo avrebbe partorito uno dei suoi figli. (?)
Il trambusto durò per alcuni minuti prima che le luci si abbassassero e la performance avesse inizio. Baryshnikov, l'ex primo ballerino del Kirov Ballet ed ex-direttore artistico dell'American Ballet Theatre, catturò in seguito l’attenzione della folla.
Il pubblico lo divorò. Così fece Jackson, o almeno sembrava divertito da ciò che io e tutti gli altri potevamo scorgere nel buio. Rimase con il resto di noi per la standing ovation. Poi se ne andò. Credo che tornò all’ OCPAC di nuovo con Elizabeth Taylor per un ricevimento per raccogliere fondi per combattere l'AIDS/HIV, o almeno questo è il mio ricordo.
Matt Coker
E’ difficile dimenticare che ogni ingegnere del suono che ha lavorato con Michael fosse in sua soggezione e altri ballerini come Fred Astaire e James Brown lo tennero in grande stima. Altri cantanti come Frank Sinatra, il proprio vocal coach di Michael, tutti quelli che hanno lavorato con lui, hanno visto la sua genialità, attestata più e più volte. Anche Mick Jagger seguì gli ordini di Michael quando Michael gli disse di fare qualcosa.
Eppure la linea dei media lo attacca ancora con la loro vecchia logorata propaganda sull'uomo. Dopo tutto, lasciar cadere ora le loro messinscene vorrebbe dire che avrebbero dovuto ammettere, per cominciare, con le falsità esistenti. Avrebbero dovuto ammettere che hanno trascorso decenni a inventare bugie sensazionalistiche su Michael Jackson per profit, distruggendo la sua vita. Avrebbero dovuto ammettere che avevano completamente ignorato almeno la metà della storia che avrebbe rivelato tutta la verità barbara su quanto stava accadendo intorno a lui. La parte che lo avrebbe scagionato.
Avrebbero dovuto concentrarsi sulla sua genialità artistica, le sue capacità creative, e il suo lavoro umanitario. E non lo hanno fatto. Se rivelavano quello che gli avevano fatto, allora non ci sarebbe stata più nessuna vittima redditizia. Avevano bisogno di proteggere la loro capacità di ‘macellazione’ per un'altra (vittima) agli occhi del pubblico.
Germaine Greer, "rinomata scrittrice e critica d'arte in tutto il mondo", dichiarò quanto segue riguardo Michael Jackson:
“E’ arrivato il momento di dimenticare tutto quanto e salutare il ragazzo miracoloso che trionfa sulla morte, come ha fatto Dioniso, diventando immortale attraverso la sua arte”.
In nessun luogo il suo contributo sarà più evidente e la sua influenza più sentita nel mondo della danza. Nessun coreografo degli ultimi 30 anni è ignaro del successo di Jackson. Ha riscritto il vocabolario della danza per tutti, dai bambini in competizione nei talent show ai balletti reali d'Europa.
Se l'istituzione della danza spesso non riconosce la sua influenza, è stato perché non ce n'era bisogno. Le sue forme, le sue mosse sono ovunque.
Nijinsky e Nureyev sono morti giovani. Anche loro erano ballerini eccezionali, ma avevano scelto di interpretare la coreografia fatta da altri.
Al contrario l'arte di Michael Jackson è stata sorprendentemente innovativa. Nessuno poteva ballare come lui, finché mostrò loro come, e poi non furono mai così bravi come lui. La sua concezione della danza era assolutamente del ventesimo secolo, stravagante multi-dimensionale, e neanche un po’ del ceto medio.
Nijinsky poteva essere stato il più grande del “Spectre de la Rose”, Nureyev il più grande del “Corsair”, ma queste sono due candele pallide alla luce della stella sfolgorante di Jackson. La sorpresa non è che lo abbiamo perso, ma che non lo abbiamo mai avuto.
FONTE: www.guardian.co.uk/music/2009/jun/26/michael-jackson-dea...
Non sono d'accordo con gli altri sentimenti espressi dalla Germaine Greer nell'articolo precedente, li trovo stridenti e superficiali nel comprendere e colpire quella negatività dei media, puntando il dito altrove, in modo da deviare da un’altra parte la vera provenienza della responsabilità.
Di tutto ciò che ha distrutto Michael Jackson, i suoi fan sono stati l'ultimo dei suoi problemi, lui li amava. Il fatto che invecchiò, come per tutto il resto, non è stato principalmente il problema. Non sono d'accordo che "Jackson è riuscito a prolungare la sua brillante fanciullezza dei suoi trent'anni, ma alla fine fu a corto di ispirazione", come afferma la Greer. Ci sono stati numerosi ricattatori, fregature e rischiose abitudini, egocentrici con un debole per la celebrità in cerca di profitto, vendicativi, la testa razzista di un procuratore distrettuale, l’impresa dei media che valutava quando discutere di "cosa è successo a Jackson" negli ultimi due decenni o giù di lì della sua vita. L'uomo era stato spiritualmente ed economicamente distrutto da queste persone. Quindi, non era per l'età o per la mancanza di ispirazione o per suoi fan che lo hanno portato verso il declino. Strano come queste influenze estremamente distruttive nella vita di Michael Jackson sono raramente menzionate nelle diatribe negative su di lui. Su questi punti, la Greer ha senza mezzi termini sbagliato.
Tuttavia, la Greer ha poi concluso con la citazione di cui sopra, che è abbastanza positiva.
"Wow, questo ragazzo, che gatto, può davvero muoversi come vuole".
Mikhail Baryshnikov su Michael Jackson
"Ogni persona ha il diritto di definire la propria identità"
Michael Jackson
Fonte: www.mj-777.com/?p=8627
Fonte: MJFS
E’ una sorpresa che un uomo così vituperato e denigrato dai media sia così tanto ammirato da tanti altri artisti e interpreti di spicco del nostro tempo. L'abisso tra questi due punti di vista rivela come i nostri mezzi di informazione possono distorcere e nascondere completamente la verità su qualcuno o qualcosa per la creazione e il mantenimento di un profitto. Possono nascondere ciò che, tranne anche da altri colleghi artisti all’apice della carriera, era riconosciuto come originale, geniale e impareggiabile, oppure i fan, ai quali toglieva il respiro ad ogni performance, che sentivano la passione e ascoltavano le parole delle sue canzoni al di sopra dell'attacco costante del sensazionalismo, della propaganda disonesta. Anche se questo lo ha distrutto, la sua verità brillava ancora. Tutto quello che dovevi fare era guardarlo ballare o sentirlo cantare. Ogni canzone era una preghiera e la verità ha marciato sprezzante in ogni passo di danza. La sua arte era il luogo dove Michael Jackson raccontava la sua storia. E’ dove ha raccontato anche la nostra storia.
Ma l'establishment dei media rappresentano veramente il nostro racconto, la nostra storia? No, onestamente non lo fanno. La parte della storia che ci viene raccontata, è il più delle volte abbellita o distorta per soddisfare capitalistici scopi di lucro all’ordine del giorno. E poi c'è la parte dove non dicono nulla, completamente censurata. Se la nostra storia fosse una competizione ad imparare dalle storie che hanno lasciato dietro i nostri media, lo studente sarebbe stato estremamente uno dei più peggio istruiti e disinformati.
Fortunatamente per alcuni di noi, eravamo qui. Abbiamo vissuto durante l’epoca di Michael Jackson.
E per noi, c'è il lavoro di assicurare la verità che Michael ballava e cantava le preghiere, la sua eredità reale, viene portata avanti nel tempo, nonostante l'establishment dei media, certamente non per questo. Hanno solo dimostrato che non possono avere questo incarico. Peggio ancora, non sono per lo più propensi a farlo. Tocca ad altri artisti, musicisti, ballerini e cantanti, ai suoi amici e familiari, ai fans, agli autori onesti e ai ricercatori, preservare la vera storia di Michael Jackson. Coloro che porteranno amore, rispetto e realtà correttamente analizzate e uno studio intellettuale per concentrarsi sulla sua creatività, le sue donazioni, i problemi e le lotte del più grande intrattenitore che sia mai esistito. Questo è semplicemente un obbligo morale e non deve essere lasciato naturalmente ai disonesti, spinti dall'avidità delle imprese.
[Michael] ho avuto modo di conoscerlo attraverso Elizabeth Taylor, che lo avrebbe "trascinato a vedermi danzare", disse Baryshnikov, quando era all’”American Ballet Theatre” e più tardi quando si esibì nel “White Oak Dance Project”, la compagnia di danza moderna. Parlarono del balletto, Jackson fece un sacco di domande, ha ricordato, "come un dodicenne” e avrebbe chiesto sul lavoro con i coreografi.
Disse a Baryshnikov che i coreografi gli suggerivano le idee, ma che lui creò i suoi balli.
Quello che Baryshnikov ricorda di più di Jackson, ha detto, era "non le sue piroette o afferrarsi l’inguine. Proprio la sua semplicità, attraversare il palco saltellando, che era la cosa più bella, fermandosi e dondolando i suoi fianchi, calciando in avanti il tallone. Questo è per me era lui: quella fiducia superiore nel suo corpo come un ballerino. Volevi dire: 'Wow, questo ragazzo, che gatto; poteva davvero muoversi come voleva”
Matt Coker ricorda Michael presente all’esibizione di Mikhail nel 1993:
Appena la morte di Michael Jackson fu confermata, i miei pensieri si rivolsero a quell’unica volta che vidi il "Re del Pop", proprio qui a all’Orange County. Non era sul palco da solo o con i Jacksons (Five o altro), né fu mentre presenziava alla prima di Captain EO a Disneyland. Era appena uscito da una serata di danza classica a Costa Mesa.
In realtà, il suo ingresso alla “Segerstrom Hall” del “Performing Arts Center” minacciò di oscurare la prima apparizione del leggendario ballerino Mikhail Baryshnikov sul palco dell’Orange County il 5 agosto 1993. Tutto in blu, capelli neri e legati, gli altri che si voltavano per guardare Jackson, nella sua solita giacca reale con le spalline, mentre lentamente si spostava verso un posto vicino l'orchestra, appena a sinistra del centro del palco. Aveva da un lato una bionda e dall’altro un uomo di mezza età. Più tardi si rivelarono essere il suo dermatologo e l'infermiera che anni dopo avrebbe partorito uno dei suoi figli. (?)
Il trambusto durò per alcuni minuti prima che le luci si abbassassero e la performance avesse inizio. Baryshnikov, l'ex primo ballerino del Kirov Ballet ed ex-direttore artistico dell'American Ballet Theatre, catturò in seguito l’attenzione della folla.
Il pubblico lo divorò. Così fece Jackson, o almeno sembrava divertito da ciò che io e tutti gli altri potevamo scorgere nel buio. Rimase con il resto di noi per la standing ovation. Poi se ne andò. Credo che tornò all’ OCPAC di nuovo con Elizabeth Taylor per un ricevimento per raccogliere fondi per combattere l'AIDS/HIV, o almeno questo è il mio ricordo.
Matt Coker
E’ difficile dimenticare che ogni ingegnere del suono che ha lavorato con Michael fosse in sua soggezione e altri ballerini come Fred Astaire e James Brown lo tennero in grande stima. Altri cantanti come Frank Sinatra, il proprio vocal coach di Michael, tutti quelli che hanno lavorato con lui, hanno visto la sua genialità, attestata più e più volte. Anche Mick Jagger seguì gli ordini di Michael quando Michael gli disse di fare qualcosa.
Eppure la linea dei media lo attacca ancora con la loro vecchia logorata propaganda sull'uomo. Dopo tutto, lasciar cadere ora le loro messinscene vorrebbe dire che avrebbero dovuto ammettere, per cominciare, con le falsità esistenti. Avrebbero dovuto ammettere che hanno trascorso decenni a inventare bugie sensazionalistiche su Michael Jackson per profit, distruggendo la sua vita. Avrebbero dovuto ammettere che avevano completamente ignorato almeno la metà della storia che avrebbe rivelato tutta la verità barbara su quanto stava accadendo intorno a lui. La parte che lo avrebbe scagionato.
Avrebbero dovuto concentrarsi sulla sua genialità artistica, le sue capacità creative, e il suo lavoro umanitario. E non lo hanno fatto. Se rivelavano quello che gli avevano fatto, allora non ci sarebbe stata più nessuna vittima redditizia. Avevano bisogno di proteggere la loro capacità di ‘macellazione’ per un'altra (vittima) agli occhi del pubblico.
Germaine Greer, "rinomata scrittrice e critica d'arte in tutto il mondo", dichiarò quanto segue riguardo Michael Jackson:
“E’ arrivato il momento di dimenticare tutto quanto e salutare il ragazzo miracoloso che trionfa sulla morte, come ha fatto Dioniso, diventando immortale attraverso la sua arte”.
In nessun luogo il suo contributo sarà più evidente e la sua influenza più sentita nel mondo della danza. Nessun coreografo degli ultimi 30 anni è ignaro del successo di Jackson. Ha riscritto il vocabolario della danza per tutti, dai bambini in competizione nei talent show ai balletti reali d'Europa.
Se l'istituzione della danza spesso non riconosce la sua influenza, è stato perché non ce n'era bisogno. Le sue forme, le sue mosse sono ovunque.
Nijinsky e Nureyev sono morti giovani. Anche loro erano ballerini eccezionali, ma avevano scelto di interpretare la coreografia fatta da altri.
Al contrario l'arte di Michael Jackson è stata sorprendentemente innovativa. Nessuno poteva ballare come lui, finché mostrò loro come, e poi non furono mai così bravi come lui. La sua concezione della danza era assolutamente del ventesimo secolo, stravagante multi-dimensionale, e neanche un po’ del ceto medio.
Nijinsky poteva essere stato il più grande del “Spectre de la Rose”, Nureyev il più grande del “Corsair”, ma queste sono due candele pallide alla luce della stella sfolgorante di Jackson. La sorpresa non è che lo abbiamo perso, ma che non lo abbiamo mai avuto.
FONTE: www.guardian.co.uk/music/2009/jun/26/michael-jackson-dea...
Non sono d'accordo con gli altri sentimenti espressi dalla Germaine Greer nell'articolo precedente, li trovo stridenti e superficiali nel comprendere e colpire quella negatività dei media, puntando il dito altrove, in modo da deviare da un’altra parte la vera provenienza della responsabilità.
Di tutto ciò che ha distrutto Michael Jackson, i suoi fan sono stati l'ultimo dei suoi problemi, lui li amava. Il fatto che invecchiò, come per tutto il resto, non è stato principalmente il problema. Non sono d'accordo che "Jackson è riuscito a prolungare la sua brillante fanciullezza dei suoi trent'anni, ma alla fine fu a corto di ispirazione", come afferma la Greer. Ci sono stati numerosi ricattatori, fregature e rischiose abitudini, egocentrici con un debole per la celebrità in cerca di profitto, vendicativi, la testa razzista di un procuratore distrettuale, l’impresa dei media che valutava quando discutere di "cosa è successo a Jackson" negli ultimi due decenni o giù di lì della sua vita. L'uomo era stato spiritualmente ed economicamente distrutto da queste persone. Quindi, non era per l'età o per la mancanza di ispirazione o per suoi fan che lo hanno portato verso il declino. Strano come queste influenze estremamente distruttive nella vita di Michael Jackson sono raramente menzionate nelle diatribe negative su di lui. Su questi punti, la Greer ha senza mezzi termini sbagliato.
Tuttavia, la Greer ha poi concluso con la citazione di cui sopra, che è abbastanza positiva.
"Wow, questo ragazzo, che gatto, può davvero muoversi come vuole".
Mikhail Baryshnikov su Michael Jackson
"Ogni persona ha il diritto di definire la propria identità"
Michael Jackson
Fonte: www.mj-777.com/?p=8627
Fonte: MJFS
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