Intervissta a Michael Thomas, truccatore di Michael
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Intervissta a Michael Thomas, truccatore di Michael
Truccatore di Michael Jackson durante le riprese di "The Wiz"
La storia dei due Michael (20 Ottobre 2009)
Nota del redattore: Questa estate, Michael Thomas truccatore e la pop star Michael Jackson, sono morti nel giro di due mesi l'uno dall'altro (il necrologio di Thomas è pubblicato sul nostro sito). Qui, Thomas, che era il truccatore di Jackson per “The Wiz”, ricorda alcune esperienze memorabili con Jackson e fuori dal set. La moglie di Thomas, Christine Domaniecki, ha condiviso i ricordi di Thomas con noi.
La magia dietro a “The Wiz”
In “The Wiz”, avevamo le “Vac-u-Forms” maschere fatte in gesso, un calco del viso per ogni attore che è apparso come personaggio principale (tra cui il Leone Codardo, l'Uomo di Latta e lo Spaventapasseri, interpretato da Michael Jackson). Sono state fatte, perché ogni settimana o giù di lì, il laboratorio di Stan Winston con sede a Los Angeles, avrebbe spedito un gruppo di applicazioni in schiuma di lattice appena fabbricato agli attori a New York, dove abbiamo girato il film.
Dopo che portai a casa l'applicazione dello Spaventapasseri, avrei fissato leggermente la schiuma di lattice sui pezzi di Vac-u-Form, precolorandoli. Questo risparmiò un sacco di tempo sull’applicazione quando eravamo in sala trucco agli studi “Kaufman Astoria”. Mantenendo la schiuma di lattice sulla forma dei pezzi durante la pre-verniciatura, li teneva modellati, nello stesso modo in cui un appendiabiti mantiene le pieghe di un cappotto. All'interno di uno delle forme (stampo), potevi vedere un paio di campioni di colore. Ho duplicato il colore del cerone dello Spaventapasseri in un colore acrilico artists’ (colore acrilico professionale di qualità superiore, ndt). Applicai l’acrilico anche sulla balza del collo che indossava, perché se usavo il cerone, si sarebbe strofinato (sporcato) sul suo costume.
Ci aveva permesso di mantenere le forme fino alla fine del film. Ne avevo circa cinque.
Ogni mattina cominciavo il trucco di Michael mediante l'applicazione di una cuffia calva per mantenere i suoi capelli, che erano trecce molto piccole, al loro posto. Poi avrei applicato la schiuma di lattice sui pezzi: il pezzo della fronte, i due pezzi delle guance, il pezzo del naso (che doveva apparire come l’involucro del “Reese Peanut Butter Cup” (una marca di snack piene di burro di arachidi ricoperte di cioccolato,ndt), il pezzo del mento e la balza sul collo. Si cominciava di mattina e si doveva mantenere (in forma) durante il giorno.
Siccome lo Spaventapasseri era un personaggio dei cartoni animati dal carattere molto personale, Michael faceva un sacco di espressioni facciali esagerate per riportare lo Spaventapasseri in vita. I movimenti del viso sembravano ottimi, ma avevano anche allentato i pezzi di schiuma di lattice, per cui avrei dovuto incollarli nuovamente e ridare il trucco (per maggiori dettagli, vedere la ripresa della Martini nel numero 81 della rivista “ Make-Up Artist”). Per rimuovere il trucco alla fine della giornata, dovevo stare dietro Michael, sollevare la parte posteriore del cuffia calva e scollarlo da sopra la sua testa. La cuffia e il dispositivo in schiuma di lattice sarebbe venuto fuori praticamente tutto in un unico pezzo.
Ma poi mi accucciavo dietro la sua sedia in modo che non potesse vedere il mio riflesso nello specchio, mettevo il trucco (che ormai sembrava una maschera spettrale) sulla mia mano, lentamente lo alzavo dietro la testa e muovendolo a scatti, andando "OOODLE-OOODLE-DOOODLE-DE-OOOOHHH!" Lui rideva come un matto, come se fosse una delle cose più divertenti che avesse mai visto. Ho apprezzato molto il suo senso dell'umorismo infantile, avrei potuto dire o fare qualsiasi stupidaggine e avrei ottenuto una grande risata. Avrei quindi rimosso il resto del suo trucco, la colla e gli adesivi che ci sarebbero stati. Saremmo andati a casa a preparare le riprese del giorno successivo.
Giochi e divertimento
Un giorno mentre stavamo parlando, ho detto a Michael che quando ero un ragazzino, ho imparato da solo come disegnare, che è stato praticamente l'inizio del mio diventare un truccatore. Ha chiesto di vedere un esempio. Presi una penna e disegnai un rapido schizzo del mostro di Frankenstein. Gli piaceva. Disse che lui, i suoi fratelli e sorelle a volte giocavano ad un gioco per combattere la noia: uno di loro disegnava alcune linee astratte su un pezzo di carta, darla a un altro fratello e dire: "OK, ora crea da questo un'autopompa, o un albero ", eccetera, e gli altri fratelli dovevano completare il disegno in un certo periodo di tempo
Quando ho fatto il gioco con Michael, ho cercato di ingannarlo disegnando poche linee curve che sentivo che non suggerivano un gatto. Per quanto mi riguardava, queste linee curve non assomigliavano per niente ad un gatto. Così dissi: "Vai avanti, tira fuori un gatto da queste righe!" E in 30 secondi aveva disegnato un gatto. Non come avrei immaginato, uno in piedi a quattro zampe, ma un gattino raggomitolato addormentato.
Poi ha fatto subito un paio di nuovi disegni, e io li ho tenuti con il suo permesso. Uno dei disegni era sul viso di un uomo. Piuttosto impreciso e del tipo impressionistico, ma ci sono un paio di inquietanti somiglianze tra il disegno che aveva fatto e il proprio volto, in seguito, dopo aver fatto tanta chirurgia plastica.
C'è un fenomeno che si verifica spesso quando un truccatore e un attore lavorano insieme: l’immediata intimità. Il truccatore e i parrucchieri sono una specie di psichiatri o baristi. Tu sei nella stessa stanza, fisicamente vicino a volte per ore, a volte per molti giorni. Siccome le persone di solito hanno voglia di parlare, il tema cambia spesso da chiacchiera a argomenti molto importanti. E anche se noi due abbiamo solo lavorato insieme ad un film, abbiamo avuto modo di conoscerci abbastanza bene.
Ho chiesto a Michael di rimanere a cena una sera. Abbiamo dovuto nasconderlo, perché se qualcuno lo avesse scoperto, la notizia si sarebbe diffusa a macchia d'olio. Era il 1978 e all'età di 19 anni, Michael era già ben conosciuto in tutto il mondo. Così venne nel nostro appartamento a Bergenfield, nel New Jersey con Spence, la sua guardia del corpo armata. La cena consisteva in galline e selvaggina della Cornovaglia, e su richiesta di Michael, il "Stove Top Stuffing" (ripieno di carni miste usato come contorno, ndt) che disse che la gente nella sua città natale di Gary, nell'Indiana, lo denominava "condimento".Quando mangiava, si buttava davvero sul cibo: aveva il cibo su tutto il suo volto, su tutto il tavolo, su tutti i suoi vestiti. Si appassionava molto per tutto ciò che faceva, e credo che mangiare fosse una di quelle cose.
Abbiamo avuto un grande momento, quella notte. Perché io suonavo un po’ la chitarra, gli ho mostrato come suonare alcuni facili accordi sulla mia chitarra acustica. Aveva sempre ammirato le persone che potevano suonare gli strumenti musicali e aveva sempre sognato di diventare il chitarrista in una rock band.
A quel tempo, il comico Robert Klein aveva fatto la sua comparsa al “Saturday Night Live”, uscì fuori con un armonica, diede il tempo alla band battendo i piedi, e gridò: "Fammi sentire un pò di blues!” La band attaccò l'introduzione di un numero blues e lui iniziò a suonare l'armonica con loro, battendo i piedi, muovendo a tempo una gamba. Dopo 16 battute d'apertura, allontanò l'armonica dalle sue labbra e, ancora battendo il piede, cantava, "Non posso fermare la mia gamba, tesoro... Non riesco a fermare la mia gamba, ragazzina ! "Beh, Michael si era tanto divertito da questo. Così, mentre suonavo una bella progressione di accordi blues, sulla mia chitarra, Michael batteva il piede e cantava, "Non posso fermare la mia gamba!" Ad un certo punto mentre cantava, disse, "Ora ascoltami " e io mi interruppi perché era davvero interessato. Da questa visita, ho avuto la sensazione che fosse veramente normale, un ragazzo sano.
Così ho avuto modo di conoscere un pò il grande Michael Jackson. Una volta mi disse che qualsiasi cosa gli capitava di fare, lavorando su un film, incidendo un disco, apparendo live sul palco, era la cosa più importante in tutta la sua vita mentre lo stava facendo. E lo ha davvero mostrato. Non importa quello che stava facendo, il suo talento ha parlato, cantato, e ballato per se stesso.
Michael era una persona molto speciale la cui vita è stata una combinazione di estremi. Gli piaceva la normalità, le cose con i piedi per terra, ma ha anche guadagnato un abbonamento a vita ad un club molto esclusivo. Il suo talento, temperato dalla disciplina per tutta la vita, ha raggiunto i cuori di innumerevoli ammiratori e rimodellato la musica per sempre. Gli è stata negata l'infanzia, credo che egli trascorse il resto della sua vita adulta cercando di viverla per la prima volta. Era un bambinone!
Fonte: http://makeupmag.com/news/newsID/653/
La storia dei due Michael (20 Ottobre 2009)
Nota del redattore: Questa estate, Michael Thomas truccatore e la pop star Michael Jackson, sono morti nel giro di due mesi l'uno dall'altro (il necrologio di Thomas è pubblicato sul nostro sito). Qui, Thomas, che era il truccatore di Jackson per “The Wiz”, ricorda alcune esperienze memorabili con Jackson e fuori dal set. La moglie di Thomas, Christine Domaniecki, ha condiviso i ricordi di Thomas con noi.
La magia dietro a “The Wiz”
In “The Wiz”, avevamo le “Vac-u-Forms” maschere fatte in gesso, un calco del viso per ogni attore che è apparso come personaggio principale (tra cui il Leone Codardo, l'Uomo di Latta e lo Spaventapasseri, interpretato da Michael Jackson). Sono state fatte, perché ogni settimana o giù di lì, il laboratorio di Stan Winston con sede a Los Angeles, avrebbe spedito un gruppo di applicazioni in schiuma di lattice appena fabbricato agli attori a New York, dove abbiamo girato il film.
Dopo che portai a casa l'applicazione dello Spaventapasseri, avrei fissato leggermente la schiuma di lattice sui pezzi di Vac-u-Form, precolorandoli. Questo risparmiò un sacco di tempo sull’applicazione quando eravamo in sala trucco agli studi “Kaufman Astoria”. Mantenendo la schiuma di lattice sulla forma dei pezzi durante la pre-verniciatura, li teneva modellati, nello stesso modo in cui un appendiabiti mantiene le pieghe di un cappotto. All'interno di uno delle forme (stampo), potevi vedere un paio di campioni di colore. Ho duplicato il colore del cerone dello Spaventapasseri in un colore acrilico artists’ (colore acrilico professionale di qualità superiore, ndt). Applicai l’acrilico anche sulla balza del collo che indossava, perché se usavo il cerone, si sarebbe strofinato (sporcato) sul suo costume.
Ci aveva permesso di mantenere le forme fino alla fine del film. Ne avevo circa cinque.
Ogni mattina cominciavo il trucco di Michael mediante l'applicazione di una cuffia calva per mantenere i suoi capelli, che erano trecce molto piccole, al loro posto. Poi avrei applicato la schiuma di lattice sui pezzi: il pezzo della fronte, i due pezzi delle guance, il pezzo del naso (che doveva apparire come l’involucro del “Reese Peanut Butter Cup” (una marca di snack piene di burro di arachidi ricoperte di cioccolato,ndt), il pezzo del mento e la balza sul collo. Si cominciava di mattina e si doveva mantenere (in forma) durante il giorno.
Siccome lo Spaventapasseri era un personaggio dei cartoni animati dal carattere molto personale, Michael faceva un sacco di espressioni facciali esagerate per riportare lo Spaventapasseri in vita. I movimenti del viso sembravano ottimi, ma avevano anche allentato i pezzi di schiuma di lattice, per cui avrei dovuto incollarli nuovamente e ridare il trucco (per maggiori dettagli, vedere la ripresa della Martini nel numero 81 della rivista “ Make-Up Artist”). Per rimuovere il trucco alla fine della giornata, dovevo stare dietro Michael, sollevare la parte posteriore del cuffia calva e scollarlo da sopra la sua testa. La cuffia e il dispositivo in schiuma di lattice sarebbe venuto fuori praticamente tutto in un unico pezzo.
Ma poi mi accucciavo dietro la sua sedia in modo che non potesse vedere il mio riflesso nello specchio, mettevo il trucco (che ormai sembrava una maschera spettrale) sulla mia mano, lentamente lo alzavo dietro la testa e muovendolo a scatti, andando "OOODLE-OOODLE-DOOODLE-DE-OOOOHHH!" Lui rideva come un matto, come se fosse una delle cose più divertenti che avesse mai visto. Ho apprezzato molto il suo senso dell'umorismo infantile, avrei potuto dire o fare qualsiasi stupidaggine e avrei ottenuto una grande risata. Avrei quindi rimosso il resto del suo trucco, la colla e gli adesivi che ci sarebbero stati. Saremmo andati a casa a preparare le riprese del giorno successivo.
Giochi e divertimento
Un giorno mentre stavamo parlando, ho detto a Michael che quando ero un ragazzino, ho imparato da solo come disegnare, che è stato praticamente l'inizio del mio diventare un truccatore. Ha chiesto di vedere un esempio. Presi una penna e disegnai un rapido schizzo del mostro di Frankenstein. Gli piaceva. Disse che lui, i suoi fratelli e sorelle a volte giocavano ad un gioco per combattere la noia: uno di loro disegnava alcune linee astratte su un pezzo di carta, darla a un altro fratello e dire: "OK, ora crea da questo un'autopompa, o un albero ", eccetera, e gli altri fratelli dovevano completare il disegno in un certo periodo di tempo
Quando ho fatto il gioco con Michael, ho cercato di ingannarlo disegnando poche linee curve che sentivo che non suggerivano un gatto. Per quanto mi riguardava, queste linee curve non assomigliavano per niente ad un gatto. Così dissi: "Vai avanti, tira fuori un gatto da queste righe!" E in 30 secondi aveva disegnato un gatto. Non come avrei immaginato, uno in piedi a quattro zampe, ma un gattino raggomitolato addormentato.
Poi ha fatto subito un paio di nuovi disegni, e io li ho tenuti con il suo permesso. Uno dei disegni era sul viso di un uomo. Piuttosto impreciso e del tipo impressionistico, ma ci sono un paio di inquietanti somiglianze tra il disegno che aveva fatto e il proprio volto, in seguito, dopo aver fatto tanta chirurgia plastica.
C'è un fenomeno che si verifica spesso quando un truccatore e un attore lavorano insieme: l’immediata intimità. Il truccatore e i parrucchieri sono una specie di psichiatri o baristi. Tu sei nella stessa stanza, fisicamente vicino a volte per ore, a volte per molti giorni. Siccome le persone di solito hanno voglia di parlare, il tema cambia spesso da chiacchiera a argomenti molto importanti. E anche se noi due abbiamo solo lavorato insieme ad un film, abbiamo avuto modo di conoscerci abbastanza bene.
Ho chiesto a Michael di rimanere a cena una sera. Abbiamo dovuto nasconderlo, perché se qualcuno lo avesse scoperto, la notizia si sarebbe diffusa a macchia d'olio. Era il 1978 e all'età di 19 anni, Michael era già ben conosciuto in tutto il mondo. Così venne nel nostro appartamento a Bergenfield, nel New Jersey con Spence, la sua guardia del corpo armata. La cena consisteva in galline e selvaggina della Cornovaglia, e su richiesta di Michael, il "Stove Top Stuffing" (ripieno di carni miste usato come contorno, ndt) che disse che la gente nella sua città natale di Gary, nell'Indiana, lo denominava "condimento".Quando mangiava, si buttava davvero sul cibo: aveva il cibo su tutto il suo volto, su tutto il tavolo, su tutti i suoi vestiti. Si appassionava molto per tutto ciò che faceva, e credo che mangiare fosse una di quelle cose.
Abbiamo avuto un grande momento, quella notte. Perché io suonavo un po’ la chitarra, gli ho mostrato come suonare alcuni facili accordi sulla mia chitarra acustica. Aveva sempre ammirato le persone che potevano suonare gli strumenti musicali e aveva sempre sognato di diventare il chitarrista in una rock band.
A quel tempo, il comico Robert Klein aveva fatto la sua comparsa al “Saturday Night Live”, uscì fuori con un armonica, diede il tempo alla band battendo i piedi, e gridò: "Fammi sentire un pò di blues!” La band attaccò l'introduzione di un numero blues e lui iniziò a suonare l'armonica con loro, battendo i piedi, muovendo a tempo una gamba. Dopo 16 battute d'apertura, allontanò l'armonica dalle sue labbra e, ancora battendo il piede, cantava, "Non posso fermare la mia gamba, tesoro... Non riesco a fermare la mia gamba, ragazzina ! "Beh, Michael si era tanto divertito da questo. Così, mentre suonavo una bella progressione di accordi blues, sulla mia chitarra, Michael batteva il piede e cantava, "Non posso fermare la mia gamba!" Ad un certo punto mentre cantava, disse, "Ora ascoltami " e io mi interruppi perché era davvero interessato. Da questa visita, ho avuto la sensazione che fosse veramente normale, un ragazzo sano.
Così ho avuto modo di conoscere un pò il grande Michael Jackson. Una volta mi disse che qualsiasi cosa gli capitava di fare, lavorando su un film, incidendo un disco, apparendo live sul palco, era la cosa più importante in tutta la sua vita mentre lo stava facendo. E lo ha davvero mostrato. Non importa quello che stava facendo, il suo talento ha parlato, cantato, e ballato per se stesso.
Michael era una persona molto speciale la cui vita è stata una combinazione di estremi. Gli piaceva la normalità, le cose con i piedi per terra, ma ha anche guadagnato un abbonamento a vita ad un club molto esclusivo. Il suo talento, temperato dalla disciplina per tutta la vita, ha raggiunto i cuori di innumerevoli ammiratori e rimodellato la musica per sempre. Gli è stata negata l'infanzia, credo che egli trascorse il resto della sua vita adulta cercando di viverla per la prima volta. Era un bambinone!
Fonte: http://makeupmag.com/news/newsID/653/
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