MEMORIALE DI DAVID SUISSA
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MEMORIALE DI DAVID SUISSA
Michaelforever Inviato: 19 Set 2011 10:19 pm
“Cantami la tua melodia preferita,David”-mi disse Michael Jackson.
Ero seduto da solo con Michael in una delle sale di Neverland, nell'estate del 2000, e stavamo parlando di melodie.
Ero andato lì per incontrarlo e per proporgli di scrivere un articolo sulla “questione” genitori per la rivista Olam.
Quell'estate avevo trascorso molto tempo con il rabbino Shmuley Boteach ,il quale mi disse che Michael “amava davvero” la nostra rivista e che sarebbe potuto essere interessato a scrivere un articolo sul rapporto genitori/figli.
Così partimmo per Neverland e, ovviamente le mie due figlie piccole Tova e Shanni, vollero venire con noi. Durante il viaggio, feci vedere loro alcuni vecchi video di Michael (tra i quali Thriller) per dare alle mie figlie un'idea di chi fosse quell'uomo, che dieci anni prima, era stata la persona più famosa del pianeta. Quando arrivammo davanti al cancello principale, ci fecero firmare alcuni documenti di riservatezza e ci fecero lasciare lì la nostra telecamera. Peccato,perchè avrei voluto riprendere il momento in cui le mie figlie conobbero Michael. La prima domanda di Shanni per lui- ancora prima di dire “piacere di conoscerti” o “come stai?”- fu: “è vero che ci sono le montagne russe?”
Uno dei collaboratori di Michael accompagnò le mie figlie a vedere le giostre e gli elefanti, mentre noi adulti ci sedemmo a parlare. Abbiamo discusso della rivista Olam e del numero speciale dedicato ai genitori, così come di altri progetti a cui Shmuley stava lavorando con Michael. Il mio problema era: come potevo chiedergli candidamente di scrivere un articolo per Olam sulla sua infanzia? L'ultima cosa che volevo (OK, non l'ultima cosa) ,era un articolo sciocco con solo un nome famoso in allegato. Ma, grazie anche all'aiuto di Shmuley, Michael creò un pezzo molto onesto. Confessò la mancanza d'amore che sentiva, soprattutto da parte del padre. Ma con un tono dolce, descrisse anche amorevolmente, i pochi momenti in cui il padre era stato affettuoso con lui,come quando, da piccolo, lo aveva fatto salire su un pony o quando gli comprava le sue ciambelle preferite- e di come questo aveva segnato la sua crescita.
Il giorno che l'articolo fu pubblicato, iniziammo a ricevere telefonate dalla rivista People e da tutti i telegiornali che volevano sapere come eravamo arrivati a Michael. Abbiamo avuto i nostri quindici minuti di fama, ma non avremmo potuto divulgare tutto ciò che non era scritto nella rivista. Questo era il nostro accordo con Michael.
Al di là del articolo che ha scritto, quello che mi ricordo di più è quel momento che abbiamo trascorso da soli nel suo
salotto. A quel punto Shmuley era andato in un'altra parte della casa per un incontro con il manager di Michael, e mi lasciò completamente solo con il Re del Pop. Decisi che non avrei sprecato quei momenti con chiacchiere futili così pensai di parlare di qualcosa che lo avrebbe interessato e che mi appassionava molto.
“ Sono sempre stato follemente innamorato della melodia”-gli dissi- “Una bella melodia mi trascina lontano. Come può, una certa disposizione di note,avere tanto potere su di me?Non riesco nemmeno ad immaginare di poter vivere senza alcune di queste melodie. Sono come una parte di me. Mi arrendo a loro”.
Ormai ero partito e non riuscivo a controllarmi-ma volevo dire ogni parola. In quel momento, Michael, con la sua voce dolce da colibrì,mi guardò e disse: “Cantami la tua melodia preferita, David”.
Ed io lo feci. Era una melodia antica che gli ebrei cantano solo durante lo Yom Kippur. E 'la mia melodia preferita di tutti i tempi. Spesso mi commuovo quando la ascolto e mi ritrovo a piangere. E' la melodia che mi sostiene emotivamente verso la mia fede e verso la mia gente. A tutt'oggi, mi piace canticchiarla prima di fare il Hamotzeh durante lo Shabbat. Mi aveva colto di sorpresa. Era l'unica cosa che potevo pensare di cantare. Nella canzone, il testo descrive il sacrificio di Abramo, di suo figlio Isacco. A un certo punto, il figlio chiede innocentemente dove suo padre lo porta, ignaro del dramma biblico che sta per svolgersi.
Ho cantato per non più di un minuto.
Non mi ricordo quello che Michael ha detto dopo che ho finito. Tutto quello che ricordo è che mentre stavo cantando, i suoi occhi erano chiusi e lui sorrideva.
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=186976424680496&set=a.178174825560656.40680.130195473691925&type=1
“Cantami la tua melodia preferita,David”-mi disse Michael Jackson.
Ero seduto da solo con Michael in una delle sale di Neverland, nell'estate del 2000, e stavamo parlando di melodie.
Ero andato lì per incontrarlo e per proporgli di scrivere un articolo sulla “questione” genitori per la rivista Olam.
Quell'estate avevo trascorso molto tempo con il rabbino Shmuley Boteach ,il quale mi disse che Michael “amava davvero” la nostra rivista e che sarebbe potuto essere interessato a scrivere un articolo sul rapporto genitori/figli.
Così partimmo per Neverland e, ovviamente le mie due figlie piccole Tova e Shanni, vollero venire con noi. Durante il viaggio, feci vedere loro alcuni vecchi video di Michael (tra i quali Thriller) per dare alle mie figlie un'idea di chi fosse quell'uomo, che dieci anni prima, era stata la persona più famosa del pianeta. Quando arrivammo davanti al cancello principale, ci fecero firmare alcuni documenti di riservatezza e ci fecero lasciare lì la nostra telecamera. Peccato,perchè avrei voluto riprendere il momento in cui le mie figlie conobbero Michael. La prima domanda di Shanni per lui- ancora prima di dire “piacere di conoscerti” o “come stai?”- fu: “è vero che ci sono le montagne russe?”
Uno dei collaboratori di Michael accompagnò le mie figlie a vedere le giostre e gli elefanti, mentre noi adulti ci sedemmo a parlare. Abbiamo discusso della rivista Olam e del numero speciale dedicato ai genitori, così come di altri progetti a cui Shmuley stava lavorando con Michael. Il mio problema era: come potevo chiedergli candidamente di scrivere un articolo per Olam sulla sua infanzia? L'ultima cosa che volevo (OK, non l'ultima cosa) ,era un articolo sciocco con solo un nome famoso in allegato. Ma, grazie anche all'aiuto di Shmuley, Michael creò un pezzo molto onesto. Confessò la mancanza d'amore che sentiva, soprattutto da parte del padre. Ma con un tono dolce, descrisse anche amorevolmente, i pochi momenti in cui il padre era stato affettuoso con lui,come quando, da piccolo, lo aveva fatto salire su un pony o quando gli comprava le sue ciambelle preferite- e di come questo aveva segnato la sua crescita.
Il giorno che l'articolo fu pubblicato, iniziammo a ricevere telefonate dalla rivista People e da tutti i telegiornali che volevano sapere come eravamo arrivati a Michael. Abbiamo avuto i nostri quindici minuti di fama, ma non avremmo potuto divulgare tutto ciò che non era scritto nella rivista. Questo era il nostro accordo con Michael.
Al di là del articolo che ha scritto, quello che mi ricordo di più è quel momento che abbiamo trascorso da soli nel suo
salotto. A quel punto Shmuley era andato in un'altra parte della casa per un incontro con il manager di Michael, e mi lasciò completamente solo con il Re del Pop. Decisi che non avrei sprecato quei momenti con chiacchiere futili così pensai di parlare di qualcosa che lo avrebbe interessato e che mi appassionava molto.
“ Sono sempre stato follemente innamorato della melodia”-gli dissi- “Una bella melodia mi trascina lontano. Come può, una certa disposizione di note,avere tanto potere su di me?Non riesco nemmeno ad immaginare di poter vivere senza alcune di queste melodie. Sono come una parte di me. Mi arrendo a loro”.
Ormai ero partito e non riuscivo a controllarmi-ma volevo dire ogni parola. In quel momento, Michael, con la sua voce dolce da colibrì,mi guardò e disse: “Cantami la tua melodia preferita, David”.
Ed io lo feci. Era una melodia antica che gli ebrei cantano solo durante lo Yom Kippur. E 'la mia melodia preferita di tutti i tempi. Spesso mi commuovo quando la ascolto e mi ritrovo a piangere. E' la melodia che mi sostiene emotivamente verso la mia fede e verso la mia gente. A tutt'oggi, mi piace canticchiarla prima di fare il Hamotzeh durante lo Shabbat. Mi aveva colto di sorpresa. Era l'unica cosa che potevo pensare di cantare. Nella canzone, il testo descrive il sacrificio di Abramo, di suo figlio Isacco. A un certo punto, il figlio chiede innocentemente dove suo padre lo porta, ignaro del dramma biblico che sta per svolgersi.
Ho cantato per non più di un minuto.
Non mi ricordo quello che Michael ha detto dopo che ho finito. Tutto quello che ricordo è che mentre stavo cantando, i suoi occhi erano chiusi e lui sorrideva.
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