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La Nascita di Michael (one shot)

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Messaggio Da marina56 Mer Dic 28, 2011 4:27 pm

La Nascita di Michael

In quell’istante dipinto di notte il mite sospiro del Vento dell’Ovest trainò Madre Natura nel fondo del bosco, immerso nei vaghi profumi dell’oblio, tra le rive placide del ruscello.
Tutto era calato in un silenzio blunotte, dalle gote color pervinca e le dita cosparse d’argento.
Madre Natura sfiorò il suolo con le sue scarpine di confetto, concludendo il suo volo, e, dischiuso il suo mantello, ecco minuscoli granelli di stelle iniziarono a volteggiare: le Ninfe e gli Amorini che, guizzando nell’aria bruna,si materializzarono al centro della radura.
Ogni essere vegetale ed animale si svegliò.
Ma il risveglio fu torpore e la vita in quel bosco sembrò entrare nell’alone magico del più incantevole sogno.
La voce di Madre Natura riecheggiò tra gli alberi come un timido, melodioso sussurro:
-Ascoltate!- Acclamò le creature a braccia aperte –Mi occorre la vostra solerzia e rapidità, cari Amorini!-
Quelli iniziarono a compiere voli d’entusiasmo danzando uno intorno all’altro.
-E voi, delicate Ninfe,Mi sarà utile la vostra obbedienza e il vostro aiuto!-
-L’ora è giunta!- continuò –Dovremo far presto per raccogliere il nettare d’Aurora, prima che spunti l’Alba con il suo lungo giorno..-
Il Vento dell’Ovest si sollevò con ferma dolcezza,salutò le anime incantate movimentandone le vesti leggere e le chiome, scompigliò, benevolo, le fronde e le fratte e svanì nell’oscurità più lontana.
-Oh!!!-Esclamarono tutti..
I coniglietti sbucarono dai loro tronchi, gli usignoli ancora assonnati saltellarono sulle loro zampette fino all’estremità dei floridi rami.
Gli Amorini, vivacissimi, si strinsero intorno alle Ninfe e a madre Natura e insieme poterono ammirare come le vesti della timida e rosea Aurora infrangessero silenziose e discrete il nero mantello della Notte.
Madre Natura si rimboccò le maniche e con le sue sapienti arti magiche, agitando la sua aurea bacchetta, pronunciò una formula mai ascoltata da anima viva.
Le sue parole risuonarono di soave melodia nel bosco, scuotendolo a nuova vita.
Il lieve, frizzante vento dell’Est accompagnò Aurora fin sopra la radura ed ogni filo d’erba, ogni ramoscello, ogni fiore si dipinse di una soffusa e pallida aurea.
E all’improvviso, nel roseo pallore dell’atmosfera, ecco apparire un fitto pulviscolo di luce, farsi sempre più grande e luminoso, tanto da donare splendore tutt’intorno.
Un fiore, rosso come la porpora e fresco, grande come un piccolo cespuglio, era nato da quel vortice di luce.
Intorno fiammeggiava di scintillanti raggi di stelle e galleggiava ad un palmo dal prato, in continuo movimento.
Tutti ammirarono estasiati il prodigio!
-Presto Amorini! La Luna sta abbandonando la volta celeste e l’Aurora non rimarrà qui per molto.. Pregate le Stelle Comete perché non mutino la loro danza!- Esortò Madre Natura ed immediatamente i mille Amorini, sottoforma di schegge di stelle, volarono fino alla dolce Luna, che sorniona, attendeva di donare qualcosa di speciale a quel fiore appena sorto dalla luce.
Gli Amorini raccolsero il Candore della Luna, quel candore immerso dal buio, il suo cuore di latte.
Le stelle iniziarono la loro danza d’Agosto, decorando il cielo con le loro acrobazie, il loro argenteo ballo..Fu il loro dono per gli Amorini,che con lo scrigno più prezioso che potesse esistere discesero leggeri ma rapidi ai piedi di Aurora la quale raccolse questi doni tra le sue mani, confezionandoli con le sue vesti e il chiarore delle sue gote, dipingendole di innocenza che, se da Lei donata, era destinata a diventare imperitura.
Tutto divenne luce ed acqua, in mille chiare, evanescenti bollicine sospese in aria.
Le Ninfe eseguirono i loro leggiadri compiti.
Attinsero la bellezza e la fierezza dai cigni che regnavano nell’acqua, maestosi nella loro grazia.
Raccolsero i primi deliziosi, puri e vividi gorgheggi degli usignoli, amalgamando la loro melodia con la musica naturale del battere di tutti i cuori viventi.
Dopo raggiunsero spedite la prima aquila in volo, appena levata dal suo giaciglio, severa e sicura, in cerca di cibo per i suoi piccoli.
Le chiesero coraggio, forza e lealtà, le chiesero determinazione, grinta e volontà.
E la buona mamma aquila accordò loro i doni.
Infine Madre Natura comandò la cosa più preziosa.
Un solo Amorino fu scelto per questo gioioso compito, solo gli Amorini sarebbero riusciti a riconoscerla.
Cercare l’Amore per il fiore.
L’Amorino partì alla ricerca, il tempo scorreva veloce, doveva fare in fretta.
Ma in quell’ora di silenzio non trovava ciò che cercava.
Si disse: -L’Amore non fa rumore..- Così andò a spiare dietro le finestre, nelle case degli uomini mortali.
Ma niente…Sembrava quasi che non ci fosse più traccia di Amore sulla Terra.
Ma non c’era più tempo, dal piccolo Amorino dipendeva la sopravvivenza del fiore, tutti lo stavano attendendo con ansia.
Affannato e preoccupato andò di porta in porta, di casa in casa.. Fin quando, quasi per caso, il suo sguardo si posò su qualcosa che arrestò la sua frenetica ricerca.
Sbrilluccicando presso un davanzale colmo di profumi floreali, scorse un letto. Si avvicinò silenzioso e sorridente.
Una mamma dormiva tenendo il suo bambino sulla pancia.
Entrambi sognavano tranquilli, avevano trovato il loro posto felice l’uno nelle braccia dell’altro.
E L’Amorino aveva capito che era lì che risiedeva Amore.
Si chinò sulla mamma e sul bambino e intinse le sue alucce dorate tra i loro sorrisi.
Li benedisse e scivolo via lasciandoli sereni nel loro sonno d’Amore.
Tornò in fretta nel bosco e condusse il magico, il più gaio dono che il fiore poteva ricevere e restituire al mondo, prendendone il nettare.
Madre Natura amalgamò tutti gli incredibili e preziosi ingredienti con la sua nobile arte e, in men che non si dica, al di sopra del fiore si formò una grande, fluida goccia di pura meraviglia.
Essa cadde sulle estremità del fiore, che ancora chiuse, teneramente si aprirono per accogliere la linfa vitale.
Così, davanti allo stupore generale, a poco a poco il fiore rosso si schiuse, i petali si aprirono uno per volta e tutto il bosco rimase estasiato quando vide che sulla corolla, tra i sepali, era sospeso un neonato.
Un bambino piccolissimo e scuro come la notte, ma dal chiarore intenso della Luna. Agitava le gambine e le braccia con delicatezza infinita e chiacchierava lallando con uno splendido sorriso.
Madre Natura presentò al mondo il frutto dell’incanto, l’ultimo respiro della meraviglia.
-Questo bambino recherà gioia al mondo,sarà coraggioso e forte, leale e fiero, sarà bello e vigoroso, la notte gli accarezzerà i capelli, l’Aurora gli colorerà le guance e il cuore, calandolo nell’innocenza più autentica. Emozionerà col suo melodioso canto e stupirà con il volo della sua danza, sconvolgerà i cuori di chi lo incontrerà trasmettendo Amore, la stilla più preziosa e il bene più raro!
Solo questo, solo il bene più raro potrà da lui sgorgare!..-
Il bosco lo accolse alla vita con gioia, e per esprimere la letizia di questo magico evento le creature fatate incisero, sulla corteccia dell’albero più giovane e rigoglioso, il suo nome: Michael.
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