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Addio Raimondo

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Messaggio Da 4evermichael Ven Ott 14, 2011 3:28 pm

Inviato: Gio Apr 15, 2010 2:22 pm
Addio Raimondo

Da Garinei a Berlusconi
Un'ironia sempre distaccata e mai becera. Nata dal desiderio di far sorridere la gente tra le macerie della guerra. Dagli inizi con Totò e Macario fino al passaggio a Mediaset, dove ha inventato la sit-com all'italiana

E' un peccato che i più giovani identifichino Raimondo Vianello solo per i suoi sketch degli ultimi vent'anni su Mediaset, quelli di "casa Vianello" o simili. Non perché siano scadenti o troppo nazional popolari, ma perché testimoniano solo una piccola parte del talento straordinario di Raimondo: come attore, ma soprattutto come interprete disincantato delle contraddizioni italiane fin dagli Anni Cinquanta.

VIDEO Vianello mix GUARDA La fotostoria

Resta celebre, a questo proposito, la scenetta satirica in cui Vianello interpreta un po' se stesso - giovane autore - che va alla Rai a proporre trasmissioni di politica e d'impegno, ma un occhialuto e panciuto dirigente democristiano gli tarpa subito le ali, invitandolo ad abbassare le ambizioni tagliando ogni riferimento alla politica e alla società che non sarebbero stati compresi da "un contadino di Poggio Bersezio". Il funzionario diventa talmente insistente da convincere Vianello a recarsi nell'immaginaria cittadina di Poggio Bersezio per consultare di persona il contadino così importante per la programmazione della televisione. Il "contadino di Poggio Bersezio" diventa così il simbolo dell'Italia basica e pop a cui bisogna imparare a parlare: diventerà quindi la "casalinga di Voghera" di Alberto Arbasino e la "casalinga di Treviso" di Nanni Moretti.

Ad ogni modo, il viaggio surreale di Vianello a Poggio Bersezio è forse una metafora di quello che poi avrebbe fatto Vianello nella vita reale, cioé parlare alla gente comune in modo disimpegnato.

Romano, figlio di un ammiraglio, cresciuto in giro per l'Italia e in Dalmazia al seguito del padre militare, alto, biondo e di portamento dinoccolato, per volere di famiglia avrebbe dovuto fare il diplomatico. Quindi nel 1940 si iscrive a Giurisprudenza, ma gli studi vengono bruscamente interrotti dalla guerra. Alla fine del conflitto - in un paese ridotto in macerie - lo spirito di Raimondo sembra maturare il desiderio di allontanarsi dalle "cose serie", di sorridere e di far sorridere. Così, a titolo di puro divertimento, partecipa al casting del "Cantachiaro", spettacolo teatrale cabarettistico ideato da Garinei e Giovannini. Viene scritturato, è un successo e inizia così la sua grande carriera di attor comico.


La neonata televisione italiana ne scopre presto le capacità comiche e fin dal 1954 lo propone con il varietà "Un due tre", accanto a Ugo Tognazzi: uno sketch irriverente sul presidente della Repubblica Gronchi e sull'allora ministro Merzagora lo costringe anche a un temporaneo allontanamento dalla Rai, che consente peraltro a Vianello di accrescere ulteriormente la sua popolarità attraverso i ruoli cinematografici per registi d'eccezione, come Alberto Lattuada ("L'amore in città"), Steno ("Mia nonna poliziotto", "A noi piace freddo", "Psycosissimo"), Sergio Corbucci ("Il giorno più corto"), e molti altri, più di una volta anche accanto al mitico Totò ("Totò Sceicco" e qualche anno dopo "Totò diabolicus").

Legato da una relazione sentimentale fin dalla metà degli anni Cinquanta con Sandra Mondaini (milanese, figlia del pittore umorista Giacinto Mondaini, già soubrette dello stesso Macario) Vianello la sposa nel 1962 ma fin dal 1958 inizia a proporla anche come sua spalla negli sketch televisivi e teatrali, dove mettono in scena la vita quotidiana di una coppia molto autoironica.

Passato negli anni Ottanta a Mediaset, nella tivù commerciale Vianello enfatizza le scenette familiari con Mondaini, ma non perde le sue capacità autoriali e continua a scriversi da solo gran parte delle battute, giocando sulla sua eleganza impacciata e sulla gelosia di Sandra. La nuova cornice televisiva lo convince anche a reinventarsi un po', mutuando in parte alcuni stilemi tipici delle sit-com americane, che tuttavia non vengono pedissequamente imitate ma reinterpretate per un pubblico italiano e per esaltare le caratteristiche sia sue sia della moglie.

Allo stesso tempo la sua capacità di stare in scena - derivata sia da un naturale talento sia dalla lunga frequentazione dei teatri - gli permette di lanciare la prima vera trasmissione sportiva di Cologno, intitolata "Pressing" (antenata dell'attuale Controcampo"). Grazie al suo umorismo garbato e distaccato inaugura una formula per trattare il pallone in modo assai diverso sia dai paludati schemi della Domenica Sportiva sia dalle corride urlanti di Biscardi, di cui pure talvolta non disdegna di essere ospite.

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/cosa-restera-di-vianello/2125068/9
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