Addio a Francesco Cossiga
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Addio a Francesco Cossiga
Addio a Francesco Cossiga
il "picconatore" non ce l'ha fatta
Stanotte le condizioni dell'ex presidente della Repubblica erano improvvisamente peggiorate. E' morto per una crisi cardiocircolatoria dopo dieci giorni di ricovero al policlinico Gemelli
ROMA - E' morto oggi alle 13.18 al Policlinico Gemelli il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga 1. Aveva 82 anni. L'ex Capo dello Stato ha lasciato un testamento con le sue ultime volontà e alcune lettere personali e riservate ai vertici delle istituzioni indirizzate al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al presidente del Senato, Renato Schifani, al presidente della Camera, Gianfranco Fini, e al premier, Silvio Berlusconi. Le lettere, secondo le disposizioni di Cossiga, sono state consegnate solo dopo la sua morte.
Le condizioni dell'ex capo dello Stato, ricoverato dal 9 agosto, avevano subito un improvviso peggioramento questa notte. Il bollettino diffuso dai medici poco dopo mezzogiorno parlava infatti di "un quadro clinico di estrema gravità", in seguito a "un repentino e drastico peggioramento delle condizioni circolatorie che ha necessitato la ripresa di tutti i supporti vitali".
A provocare la morte una crisi cardiocircolatoria. All'origine sembra esserci stata la diffusione dalla sepsi, la grave infezione che, attaccando i polmoni, aveva causato un'insufficienza cardiorespiratoria e aveva portato Cossiga, per via di una 'fame d'aria', a ricorrere alle cure dei sanitari.
Il quadro clinico nei giorni scorsi sembrava al contrario in graduale miglioramento: i medici avevano infatti accertato che l'ex Capo dello Stato riusciva a respirare da solo, dopo che erano stati ridotti i farmaci che lo tenevano sedato. In altre parole lo avevano staccato dalla macchina della ventilazione invasiva, verificando una lenta ma graduale ripresa della funzione del respiro.
Così il piazzale antistante il pronto soccorso del Gemelli, a una trentina di metri dalla porta rossa che divide il mondo dal reparto di rianimazione, stamattina si era rapidamente ripopolato degli amici del presidente emerito, dagli uomini della sua scorta ai suoi più stretti collaboratori come Paolo Naccarato, già sottosegretario alla presidenza del Consiglio con il governo Prodi ("Il vecchio leone tornerà a ruggire", aveva detto qualche ora prima di ferragosto). Accanto al presidente emerito naturalmente innanzitutto i parenti, a cominciare dai figli Anna Maria e Giuseppe (sottosegretario alla Difesa).
La Repubblica
il "picconatore" non ce l'ha fatta
Stanotte le condizioni dell'ex presidente della Repubblica erano improvvisamente peggiorate. E' morto per una crisi cardiocircolatoria dopo dieci giorni di ricovero al policlinico Gemelli
ROMA - E' morto oggi alle 13.18 al Policlinico Gemelli il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga 1. Aveva 82 anni. L'ex Capo dello Stato ha lasciato un testamento con le sue ultime volontà e alcune lettere personali e riservate ai vertici delle istituzioni indirizzate al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al presidente del Senato, Renato Schifani, al presidente della Camera, Gianfranco Fini, e al premier, Silvio Berlusconi. Le lettere, secondo le disposizioni di Cossiga, sono state consegnate solo dopo la sua morte.
Le condizioni dell'ex capo dello Stato, ricoverato dal 9 agosto, avevano subito un improvviso peggioramento questa notte. Il bollettino diffuso dai medici poco dopo mezzogiorno parlava infatti di "un quadro clinico di estrema gravità", in seguito a "un repentino e drastico peggioramento delle condizioni circolatorie che ha necessitato la ripresa di tutti i supporti vitali".
A provocare la morte una crisi cardiocircolatoria. All'origine sembra esserci stata la diffusione dalla sepsi, la grave infezione che, attaccando i polmoni, aveva causato un'insufficienza cardiorespiratoria e aveva portato Cossiga, per via di una 'fame d'aria', a ricorrere alle cure dei sanitari.
Il quadro clinico nei giorni scorsi sembrava al contrario in graduale miglioramento: i medici avevano infatti accertato che l'ex Capo dello Stato riusciva a respirare da solo, dopo che erano stati ridotti i farmaci che lo tenevano sedato. In altre parole lo avevano staccato dalla macchina della ventilazione invasiva, verificando una lenta ma graduale ripresa della funzione del respiro.
Così il piazzale antistante il pronto soccorso del Gemelli, a una trentina di metri dalla porta rossa che divide il mondo dal reparto di rianimazione, stamattina si era rapidamente ripopolato degli amici del presidente emerito, dagli uomini della sua scorta ai suoi più stretti collaboratori come Paolo Naccarato, già sottosegretario alla presidenza del Consiglio con il governo Prodi ("Il vecchio leone tornerà a ruggire", aveva detto qualche ora prima di ferragosto). Accanto al presidente emerito naturalmente innanzitutto i parenti, a cominciare dai figli Anna Maria e Giuseppe (sottosegretario alla Difesa).
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