Parlando di Michael al college
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Parlando di Michael al college
Parlando di Michael al college: una insegnante parla di Michael al College
Non potevo lasciare che il 20° anniversario della premier del video “Black or White” fosse ignorato senza rendergli omaggio. Allo stesso tempo, mi sono resa conta che una discussione su questo video innovativo può essere strettamente legata con un altro argomento che avevo voglia di scrivere, insegnare Michael Jackson in una classe di matricole al college.
La maggior parte dei bambini oggi è consapevole che Michael Jackson era una persona molto importante e famosa, ma la loro conoscenza di solito inizia e termina con "Billie Jean", "Beat It" e "Thriller".
Ho insegnato lezioni di inglese in un college locale per diversi anni. Un paio di semestri fa ho cominciato ad includere il video “Black or White” di Michael, nel programma di studio della mia classe 102 di inglese, di solito come parte della nostra unità didattica sul tema del simbolismo. All'inizio, ero un po’ preoccupata. Non ero sicura di come una discussione su Michael Jackson o il suo lavoro sarebbe stato recepita da un gruppo di ragazzi per lo più di 18/22 anni, mescolati con l'occasionale casalinga di mezza età che era tornata a scuola dopo una lacuna di 20 anni e dopo aver cresciuto una famiglia. So come la maggior parte di quei ragazzi dai 18 ai 22 anni, guardavano Michael Jackson. Hanno tutti sentito parlare di lui, naturalmente, e potevano anche avere familiarità con alcune delle canzoni. Se messi alle strette, probabilmente ti avrebbero detto che era quel tizio che aveva fatto Thriller ed era famoso per fare il moonwalk. Senza dubbio sapranno qualcosa sulle polemiche degli ultimi anni di Michael, ma possono essere consapevoli del fatto che egli era un bersaglio di scherzi per il naso e purtroppo di scherzi sulla pedofilia. Si rendono conto che è considerato una persona importante, un leggenda e una icona per la generazione dei loro genitori. Se tutti avevano già quell’idea su di lui, che pensano a lui come a uno dei grandi maestri della scuola, qualcuno che riconoscono debba essere venerato, come nello stesso modo loro considerano Shakespeare. In altre parole, come qualcuno che riconoscono si "presuma" essere un grande dell’arte, ma che rimane per loro un enigma avvolto per lo più dall’ ignoranza e dalla paura, la paura dell'ignoto. Infatti, come con Shakespeare, che gli studenti evitano per paura e per intimidazione, fino a quando un buon insegnante sarà in grado di contribuire a demolire quel muro, mi rendo conto ogni anno che la ragione per la quale i più giovani rimangono ignoranti dell'arte e dell'influenza di Michael Jackson, è semplicemente parchè non hanno mai avuto nessun tipo di contatto con Michael Jackson come un serio argomento di studio.
Naturalmente, questo sta iniziando a cambiare, come molte università stanno iniziando ad inserire gli studi su Michael Jackson come una parte proposta nel loro programma accademico. Ora siamo nella fase in cui c’è una distanza appena sufficiente per iniziare finalmente a riconoscere ed a valutare l'importanza di Michael Jackson, non solo come icona pop, ma come un artista serio degno di uno studio accademico, come colui che è degno di essere incluso in un canone accademico. L'anno scorso, un simposio di grande successo a Chicago è stato dedicato all’argomento Michael Jackson come materia di studio accademico. I nuovi libri come “Man In The Music : la vita creativa e il lavoro di Michael Jackson” di Joe Vogel, stanno aiutando a diffondere una nuova visione su uno studio serio sulla musica e sull’arte di Michael Jackson. Significa anche che come cultura, ci stiamo finalmente un pò allontanando da un'idea di Michael Jackson semplicemente come un grande intrattenitore, e accettando che, come i Beatles e Bob Dylan (artisti che sono stati materia di studi accademici per molti anni), è tra quella manciata d'elite di artisti il cui lavoro ha contribuito a definire e rimodellare la nostra cultura.
I libri come "Man In The Music: La vita creativa e il lavoro di Michael Jackson" di Joe Vogel, sono indicativi di un crescente interesse per il serio studio accademico della musica e dell'eredità culturale di Michael Jackson.
Una sera, all'inizio di quest'anno, ero nel bel mezzo di una lezione nella mia classe, quando ho sentito un falsetto familiare "Shoop!", proveniente dalla classe di musica di fronte alla sala. Mi sono resa conto che stavo ascoltando “Speed Demon”. Non avevo idea di quello che la classe di musica includeva quella notte, o come c’entrasse nella situazione "Speed Demon", ma ho sorriso un pò, sapendo che la musica di Michael era stato insegnata e apprezzata. Allo stesso tempo, è un pò ironico pensare che il pop dei Top 40 dei nostri tempi, è ora una musica degna di un serio studio accademico. Michael Jackson viene insegnato giusto accanto a Beethoven e Mozart, ma in un modo che non sembra affatto strano.
Tuttavia, una cosa è insegnare Michael Jackson in un corso di musica. Ma in un corso di inglese? Beh, questo potrebbe non essere così esagerato come sembra. Sto usando la musica come parte del mio programma di studio da diversi anni. Ho scoperto che usando la musica, soprattutto la musica pop, aiuta gli studenti a comprendere concetti difficili e talvolta densi, come l’argomento del simbolismo. E poiché una canzone è più compatta e immediata rispetto, ad esempio, ad un racconto o anche ad una poesia, può essere un ottimo modo per introdurre i giovani studenti verso questi concetti.
La prima volta che ho effettivamente introdotto Michael Jackson in aula, è stato come parte di una discussione relativa all’argomento. Ho fatto ascoltare “Sign O' The Times” di Prince, che è una grande canzone da utilizzare per una discussione sull’argomento e anche per discutere di motivi artistici (temi che possono ripresentarsi più volte nel corso della produzione totale di un artista). Ascoltare quella canzone di solito porta ad una discussione su come Prince incorpora nel suo lavoro temi e immagini apocalittiche. Poi, ho fatto ascoltare “Stranger in Moscow” di Michael (che non è solo una grande canzone, ma anche li svela qualcosa di diverso di Michael Jackson rispetto a “Beat It”, “Billie Jean”, o “Thriller”, che per il 99% di loro era tutto quello che avessero mai sentito). La riproduzione di “Stranger In Moscow” suscita sempre qualche importante discussione in aula. Di solito tra i temi che vengono discussi c’è quello dell’ alienazione, in particolare, nel caso di Michael, l'alienazione dell'artista. Ma abbiamo anche discusso di come la canzone può essere applicata a chiunque si senta isolato e solo, o come se nessuno al mondo se ne prendesse cura. Che, francamente, è un tema che noi tutti possiamo collegare in un momento o nell'altro, soprattutto da adolescenti. Naturalmente, l’inversione di rotta è il fair play, quindi il modo in cui di solito incoraggio i miei studenti a mettersi in gioco e ad ascoltare, è quello di dire loro: "Okay, se voi ragazzi sarete pazienti e ascolterete la mia vecchia scuola di musica degli anni 80, vi lascerò portare in classe e discutere qualcosa che vi piace "Questo è quello che attiva e apre la porta al dialogo; i miei studenti mi sentono interessata a ciò che è rilevante per loro, così in cambio, sono più aperti e ricettivi all'ascolto ... beh, come ho detto scherzando, della mia “vecchia” musica. A parte il fatto che una cosa interessante che accade normalmente, è che una volta che il dialogo è stato aperto, di solito ci troviamo ad imparare molto gli uni dagli altri. E per la maggior parte dei miei studenti, per i quali Tupac Shakur è della vecchia scuola, è spesso una rivelazione per loro rendersi conto che Michael Jackson sia ancora tanto rilevante come Chris Brown o Lady Gaga, forse ancora di più. Imparano, in sostanza, perché la sua musica ha resistito alla prova del tempo (più o meno allo stesso modo in cui Shakespeare dura ancora oggi, mentre le mode letterarie possono andare e venire).
Ma non è stato fino a qualche semestre fa, che alla fine ho deciso di espormi completamente e di mettere da parte una sera per un'intera lezione per discutere e analizzare il video di “Black or White”. Ho preso la decisione dopo aver constatato che non era solo un video straordinario per discutere del simbolismo, anche con il segmento della “Black Panther”, ma che era anche un caso di studio molto interessante in quello che può accadere quando il simbolismo è frainteso o, forse, codificato in modo che sia destinato ad essere "percepito" solo per alcuni spettatori.
Sapevo che questo avrebbe portato un rischio. Anche se in passato ho dedicato qualche minuto di lezione per discutere sul tema "Stranger In Moscow", non avevo mai preso seriamente in considerazione l'idea di dedicare una sera una intera lezione per una seria discussione accademica su Michael Jackson. Non sapevo bene come questo sarebbe stato esaminato, non sapevo come avrebbero reagito gli studenti. Dopo tutto, piaccia o no, Michael Jackson rimane una figura molto controversa e polarizzante, sia che la gente lo ami e lo riverisca, o lo disprezzi appassionatamente (anche se per tutte le ragioni sbagliate, ma questo è un dibattito da fare altrove). In poche parole, non sapevo cosa poteva accadere aprendo il vaso di Pandora. Nervosamente, con esitazione, ho messo da parte una serata nel calendario del mio programma (ogni studente ne riceve una copia la notte prima di ogni semestre) e scrissi: "discuti il simbolismo nel video “Black or White” di Michael Jackson". Si era infilato casualmente come qualsiasi altra discussione di qualsiasi altro importante lavoro letterario o di un'autore di un programma di studio, e che era esattamente come lo avevo affrontato. Questa sarebbe stata una serata dedicata ad un lavoro artistico molto importante di un importante americano, un'artista del 20° secolo non diversa da ogni altra sera trascorsa a discutere di "Birches" di Robert Frost o di "Babylond Revised" di F. Scott Fitzgerald. Ho anche dato loro un ulteriore incentivo a prenderlo sul serio .. facendogli sapere che sarebbe stato il loro esame!
Sono orgogliosa di dire ora che ho avuto con regolarità l'insegnamento del video di “Black or White” come parte del mio corso di inglese da ormai diversi semestri, e soprattutto è stato finora un successo clamoroso. Così ora ho pensato di condividere un pò di quello che è stata l’esperienza nei semestri scorsi, e forse così facendo, spero di ispirare più insegnanti a portare Michael Jackson in aula.
Per me è stata una rivelazione, e non senza qualche sorpresa, soprattutto quelle positive.
E’ difficile cercare di capire che oggi molti bambini non hanno idea di che affare enorme fosse nel 1991, un nuovo video di Michael Jackson.
Ogni sera iniziavo a insegnare nella classe "Black or White", naturalmente, osservandolo in tutto la durata, undici minuti di video. Prima di mostrare il video, di solito faccio un breve discorso per rendersi conto del contesto, ricordando loro che questo era il 1991, e, in quel periodo, Michael Jackson era la stella pop più grande del mondo. A quel punto, ogni nuovo suo video era un evento, uno spettacolo. E’ importante per loro questo presa di coscienza del contesto, dopo tutto, la maggior parte di questi ragazzi non erano ancora nati nel 1991, al massimo, erano solo dei bambini. Come ho detto prima, molti di loro hanno qualche idea che Michael Jackson fosse una stella enorme, ma per la maggior parte di loro, al raggiungimento della maggiore età nell'era di Youtube e post-musicale di MTV, è difficile cercare di capire anche un attimo, in cui una stella pop avrebbe potuto comandare un pubblico televisivo di tutto il mondo con oltre 500 milioni di spettatori con appena un singolo video.
Ma il vero argomento decisivo è quando dico loro che il video appena andato in onda, era stato quasi subito stroncato, condannato, e, infine, bandito da MTV. Naturalmente, questo cattura la loro attenzione, perché vogliono subito sapere: Cosa c'era di così sbagliato per bandirlo? Che è quando dico: "Basta guardare ... e poi ne parleremo».
Così, per circa sei minuti, la classe siede fino alla fine per ciò che deve sembrare loro relativamente accattivante, simpatico e divertente, se pur abbastanza innocuo, uno "schiavo" dell'armonia razziale. "Non importa se sei nero o bianco ..." Osservando, posso vedere molti di loro ballare a lungo, la maggior parte di essi riconosce la canzone, anche se è solo un lontano, ricordo d'infanzia. Ad un certo punto, tutti l'avevano probabilmente sentita, forse anche cantata insieme come i bambini, ma poi l'aveva riposta nei più profondi angoli nascosti nel loro collettivo, probabilmente ricordi del subconscio insieme a Barney il dinosauro e Ren e Stimpy!
Il Michael Jackson di “Black or White”, è un Michael Jackson che la maggior parte dei bambini dell'età dei miei studenti non hanno conosciuto ... posso sempre ascoltare i rantoli udibili quando lui appare all’inizio nel video
E poi, di solito, c'è un sussulto quasi udibile quando vedono il loro primo scorcio su Michael Jackson del 1991, il ballo tra gli aborigeni nei sui attillati pantaloni neri e nella morbida camicia bianca, dondolando i lunghi capelli , il corpo magro del ballerino è agile come un gatto e pronto a scattare! Per molti di loro, questo è un Michael Jackson che non hanno vissuto. Possono avere familiarità con l'immagine iconica di Michael Jackson nei suoi tempi di “Thriller”, o ancora di più, con il Michael Jackson degli anni seguenti che era diventato oggetto di scherno dei media. I miei studenti, dopo tutto, sono una generazione che hanno raggiunto la maggiore età con la "Wacko Jacko" immagine perpetuata dai tabloid. Quelle immagini di Michael Jackson, quel viavai dalla corte nel 2005, sono purtroppo diventati l'unica immagine che i ragazzi più giovani nemmeno conoscono.
Ma improvvisamente, si vede Michael nel pieno della sua gioventù, e in quel momento, c’è una connessione palpabile. Lo posso sempre sentire nella stanza. Michael è giovane e bello, più grande della vita proiettata sul grande schermo, anche un po’ pericoloso. In quel momento, egli ritorna in vita, diventa di nuovo attuale.
Tuttavia, sono quelli finali, quei famigerati sei minuti o giù di lì, della "Black Panther Dance" in cui i miei studenti diventano letteralmente ammaliati. Ma chi può biasimarli? Come qualcuno ha citato in "The Making of Black or White", anche se non ti piaceva, non importava un cavolo, non potevi staccare gli occhi lontano da esso. E’ in quei momenti che vedo la vera magia di Michael Jackson al lavoro. Anche i buoni vecchi ragazzi machi “redneck” (persona del sud, detto in maniera dispregiativa, ndt), quelli a cui potrebbero davvero interessare di meno Michael Jackson, sono comunque innamorati di ogni sua mossa, nessuno può distogliere lo sguardo. La sequenza di "Panther Dance" è geniale nella sua imprevedibilità, i suoi accostamenti tra l'erotico e il profano, il sessuale e il violento.
La maggior parte non "capiva" ma certamente non poteva allontanarsi!
Quando il video è finito, c'è sempre quasi una sorta di uno sbalordito e disagevole silenzio che scende sopra l'aula. E il rompere quel silenzio è sempre il momento più imbarazzante dell'intera lezione. Lo sento nell'aria, si può leggere in tutti i loro volti. Hanno goduto di quello che all'inizio sembrava un video molto divertente e accattivante ad una sbalorditivo "Ma che diavolo è stato?" Per certi versi, non molto diversi da quelli giusti, allo stesso modo di come il pubblico ha reagito nel 1991.
La Panther Dance ... o si ama o si odia, non puoi distogliere lo sguardo !
Che cosa si può forse fare in quella situazione? Da dove cominciare dopo che, per quanto ne so faciliterà le discussioni in classe? Beh, dove comincio con l'ovvio ... e di solito, il senso dell'umorismo aiuta. Dirò: "Io so che state tutti pensando, "cosa diavolo è stato?" E poi dico:" Beh, sai una cosa? La prima volta che ho visto questo video, ho pensato la stessa cosa ... e così ha fatto un sacco di gente!
Questo è il punto in cui entro in un tumulto per le polemiche causate dal video. Come di seguito, ho sempre fatto vedere parti di "The Making Of Black Or White", il quale fa un ottimo lavoro nel rappresentare quanto questa cosa sia stata gonfiata. Anch'io di solito ricevo qualche risata quando cito uno dei miei ricordi più cari proprio di quel lunedì mattina seguente (alla prima programmazione), quando tutti parlavano di questo video. In una trasmissione radiofonica, una anziana donna fu contattata per telefono. Le chiesero cosa pensava del video di Michael Jackson. Con una voce tremante che avrebbe potuto essere la nonna di chiunque, la vecchia si fermò per un minuto e poi disse: "Beh, penso solo che quel ragazzo ha bisogno di sposarsi, è chiaro ! ".
A questo punto, discutiamo le reazioni al video e la risultante condanna. Tutto il clamore e le polemiche erano giustificati? Gli studenti di solito sono divisi: alcuni dicono sì, altri no. Ma la maggior parte ancora a questo punto, non percepisce il simbolismo veramente pertinente, in modo che di solito è li dove li dirigo successivamente.
Come un pezzo complementare al video, ho sempre letto con i miei studenti un eccellente saggio di Barbara Kaufmann su questo video, "Black and White and Proud". Non si tratta solo di gran lunga di uno dei pezzi più penetranti che abbia letto sul simbolismo e sul contesto storico di questo video, ma anche, per i miei propri scopi in aula, un ottimo modello per i miei studenti in quello che dovrebbe essere una buona critica letteraria. La scrittura critica letteraria (specialmente quel che segue con una discutibile tesi convincente) è un concetto con il quale molti studenti lottano. Usando il saggio della Kaufmann, che è anche una buona occasione per me di insegnare agli studenti come un pezzo ben scritto di critica letteraria faccia molto di più che "spiegare" un lavoro, quando fatto bene, può aprire le porte alla comprensione, può contribuire a mettere in luce il lavoro in un modo che non possono avere già pensato, e che può anche cambiare completamente o alterare la percezione di un lavoro.
L'Orgoglio di "Black and White"
Il passato è parte di Michael Jackson in questo, il suo contributo per il presente e l'impatto sul futuro, non deve essere sottovalutato o respinto.
Qualcosa di importante ispira questa rubrica, un grosso buco nella conoscenza. Un' amica ed io stavano avendo una conversazione su Michael Jackson e sul lavoro della sua vita, la canzone, i testi, e il cortometraggio "Black or White", è spuntato nella discussione. Entrambi siamo cresciute negli anni sessanta, e il nostro dialogo per la maggior parte era attinente alle questioni e la discussione andò avanti per ore. Ricordo che ha portato l'equivalente di Stevie Wonder, "Ebony and Ivory". Abbiamo parlato delle Pantere Nere, di Abbey Hoffman, dei reverendi Al Sharpton e Jesse Jackson, e l'infanzia di Michael durante il turbolento movimento dei diritti civili. Abbiamo parlato di John Lennon e dei Beatles, di Yoko Ono, di Julian e Sean Lennon, perché era l'anniversario della morte di John. Abbiamo parlato dei disordini di Chicago, del Vietnam, e del movimento per la pace dei figli dei fiori. Ricordo quei giorni con una malinconia che non sono in grado di spiegare a parole. Si tratta di un sentimento. Vorrei poterlo condividere con voi, ma non è possibile.
Ad un certo punto il telefono dalla mia parte si è "surriscaldato" appena mi sono resa conto che la mia amica aveva appena oltrepassato alcune ancora recenti critiche pungenti, per parlare del lavoro di Michael Jackson all'interno della storia. Aveva sollevato le sgradevoli questioni del razzismo e della responsabilità dei bianchi. E sebbene lei avesse potuto parlare con me su quello, era troppo stanca per affrontarlo nei modi che avevo precedentemente suggerito, come la scrittura, insegnandolo nelle classi o fare un podcast della nostra conversazione sul "bianco-nero". Ma quando ancora una volta ho sollevato il discorso, tutto quello che poteva dire era: "Non posso. Ho pagato i miei debiti. Non riesco a pagare di nuovo. "C'era una tale rassegnazione completa e assoluta nella sua voce, come una stanchezza patologica ! Ho assolutamente capito. Ma una parte di me era veramente arrabbiata, in lacrime silenziosa e triste con la gola che bruciava. La mia amica era in possesso di un pezzo ricco di storia che non poteva mai essere condivisa.
Vedete, lei è nera. Afro-americana. Negra. Ed è stata un sacco di quelle altre cose che la gente dice per distinguere una tonalità di colore della pelle, alcuni di loro non in modo educato. Lei non può raccontare le storie, perché quando solleva il discorso, alcuni dicono che sta rivangando un passato che ormai è irrilevante o che ha un secondo fine.
Beh, ho vissuto quello stesso passato e le mie troppe storie, potrebbero far rizzare i capelli, ma non ho mai dovuto preoccuparmi di "essere ... mentre il nero..." oppure cercando di essere chiara, innocua o invisibile o continuare a spingere la collera sotto il mio legittimo DNA cellulare, come una palla sott'acqua. Non ho dovuto mantenere il mio radar in allerta o scrutare il mio ambiente in moto perpetuo per sentire un'atmosfera di sicurezza, e verificare se avevo dato troppo per scontato la mia sola presenza. Vi posso raccontare storie di razzismo da entrambe le parti, nero e bianco. E rosso. Il mio parziale patrimonio culturale dei nativi americani, è la prova che i miei antenati in modo simile, li hanno trasformati in non umani e li hanno chiamati selvaggi, che è altrettanto doloroso come la parola N (nigger, ndt).
Con la mia amica ho una confidenza che non molti condividono, perché parliamo da dove veniamo, con qualcuno che capisce da dove vieni e quali pericoli disseminati ha il percorso che hai preso per arrivare qui. Che cosa hai sconfitto, quanto è stato difficile lavorare qui, e cosa significa approdare nel luogo detto ora. E quanto è stanca ed esausta la tua anima, ora che sei arrivata.
Le ho confidato che ho amato non solo la musica, ma anche la danza. Mi ricordo che mentre "American Bandstand" di Dick Clark era stato emozionante, "Soul Train" è stato dinamico, pieno di vita. (Per le persone più giovani "Bandstand" era un genere di musica virtuale e di discoteca in TV per i ragazzi bianchi dopo la scuola, ma "Soul Train" è stato il rockin' in versione black.) Così la progressione naturale per me, tossicodipendente di musica blues, soul, funk e danza, è stato quella di trovare la mia strada per la versione reality di "Soul Train", che significava i club sul lato nord di Milwaukee e nella parte sud di Chicago. Molte volte ero l'unica ragazza bianca del posto.
Quindi capisco la stanchezza trasversale della mia amica. L'ho vissuto troppo, ma non nello stesso modo. E' difficile capire il pregiudizio se non avete camminato in quelle scarpe, o nel mio caso, la ragazza bianca con i mocassini. L'intolleranza mostrata alla mia amica per sua nonna, la saggezza archetipica, è un affronto che semplicemente non può stare in piedi. Abbiamo bisogno di riconoscere e onorare tutti coloro che sono venuti prima. Ricordate il tributo di Michael a Sammy Davis Junior? E' stato un omaggio che ha spianato la strada che Michael avrebbe seguito.
Il passato è una parte di Michael Jackson, il suo contributo al presente e l'impatto sul futuro, non deve essere sottovalutato o respinto. Non da me, e adesso non da te. Né sarà irrilevante sul mio sguardo dell'ignoranza in quel vuoto evidente di conoscenza che ha schiacciato lo spirito della mia amica. La vita di Michael Jackson e come l'ha vissuta, come lui e la sua vita sono state modellate dai tempi in cui lui e noi l'abbiamo vissuta, e come questo influenza lo ha aiutato a dare forma al futuro, è molto rilevante per la comprensione di Michael, l'uomo. E' anche un pezzo essenziale di come l'estetica di Michael informava il suo lavoro.
Quei fans più giovani oppure i nuovi arrivati del partito MJ, non possono apprezzare appieno il lavoro di Michael Jackson fino a quando il suo coraggio, la sua audacia, e la profondità del suo amore per l'umanità siano pienamente compresi. Era la sua cautela che lo ha salvato molto perché il razzismo palese era politicamente scorretto, ma c'era la sua audacia e le sue urla silenziose che lo hanno reso un obiettivo per coloro che si erano allertati da ciò che stava facendo.
Per mettere un pò in prospettiva quel periodo: era in corso la guerra del Vietnam e Kent State era tornata nella memoria collettiva. (A Kent State, gli studenti universitari che protestavano era stati uccisi dalla Guardia Nazionale, un incidente che oppose una generazione di giovani idealisti contro il loro stesso governo). John Lennon era un "osservato" nella lista dell' FBI " per essere un "pacifista" e un "piantagrane". "C'era stato un tentativo di espulsione, e una interdizione negli Stati Uniti. Michael Jackson era stato sulle liste di cui non avremo mai potuto sentito parlare e mai sapere. Così perdonami la lezione di storia, tollerami e consenti alla ragazza bianca di raccontarlo...
Michael Jackson è stato un attivista per i diritti civili. Michael, i "Jackson Five" e la famiglia Jackson, erano cresciuti in tempi difficili e razziali. Il pregiudizio era prominente e permanente, e l'uomo nero (nel significato di razza collettiva) era un cittadino di seconda classe. Gran parte del sud era ancora segregato quando Michael è nato, la gente nera doveva attenersi ai loro simili nelle scuole, nei quartieri, nei luoghi pubblici, ed anche nei servizi igienici. Le porte dei bagni pubblici invitavano quelli "di colore" a frequentare strutture di qualità inferiore. Gli animatori neri come Sammy Davis Junior, Little Richard, Louis Armstrong e altri, sono stati tollerati e un pò più accettati a causa del loro talento, ma spesso dovevano entrare attraverso le cucine e garage degli alberghi e dei luoghi pubblici, perché la porta d'ingresso era -off limits- a quelli "di colore".
Puoi ricordarti di aver sentito che MTV rifiutò di trasmettere un video musicale di Michael Jackson, un cortometraggio, semplicemente perché era afroamericano. Michael ha rotto da solo questa barriera, e mi chiedo se dietro la domanda che fece quando vinse il suo secondo Grammy: "Puoi sentirmi ora?" cosa poteva aver significato sia per i neri del pubblico tanto quanto dall'industria della musica stessa. E il lavoro di Michael era coraggioso. Dopo "Thriller", Michael ha fatto "Bad" che era pertinente nel dare agli afro-americani il messaggio che si poteva e si doveva andare al college, e che essendo scarsi come istruzione, andava bene ed attinente anche per loro. E in "Black or White", Michael non solo se la prende con il pregiudizio in America, ma in tutto il mondo.
Egli ci mostra il pregiudizio e la rabbia razziale in America, dimostrandolo francamente nella sua arte in "Black or White". I simboli sono inequivocabili. Il gatto nero, che è un leopardo nero o "Pantera", come viene comunemente chiamata, è un riferimento ai "Black Panthers" e all'orgoglio nero (come è frequente il pugno chiuso di Michael) prima presentato da James Brown con le suo parole : "Sono nero e sono orgoglioso" . Brown ha cambiato i giovani di una nazione intera, con quella canzone. Era disinvolto nell'essere nero, qualcosa fino ad allora insolita. In "Black or White", Michael danza con tutte le etnie: africana, asiatica, i nativi americani, e con i più grandi nemici politici degli Stati Uniti, i russi. Stava dicendo: "questa è la danza della vita e circonda tutti gli esseri umani."
Michael inizia quindi la "Panther Dance", con un numero di tip tap che è un riferimento diretto al razzismo e soprattutto alla schiavitù. Il tip tap era iniziato come una presa in giro agli schiavi con la "commedia blackface", in cui gli uomini verniciavano di bianco le loro facce e imitavano i braccianti schiavi nel lavoro nei campi; erano descritti come goffi, come buffoni, e tentavano di fuggire muovendosi ballando tip-tap. Negli anni sessanta, Sammy Davis Jr. presentò il tip-tap sul palcoscenico e in tv, ma per alcuni afroamericani era troppo "Zio Tom" e discutibile. 'Zio Tom' si riferisce al romanzo "la capanna dello zio Tom", di Harriet Beecher Stowe, dove il protagonista è negro, pacifista, e sottomesso ai bianchi.
Michael fa una dichiarazione audace nel codice incorporando leggermente l'erotismo in "Black or White". Il messaggio sul pregiudizio continua con lui che visibilmente si tocca e richiude la cerniera della sua patta. Quei gesti sono una dichiarazione inequivocabile di disprezzo che solo i neri potrebbero riconoscere. I bianchi volevano che i neri stessero tranquilli e non si propagassero, e mentre usavano molti metodi di controllo della popolazione, venivano impiegati e costretti ad una miscelazione razziale mettendo incinte donne nere per schiarire il colore della pelle. La comunità bianca era inorridita delle "buffonate" di Michael Jackson. Hanno perso completamente il messaggio, perché non era destinato a loro. Avrebbe potuto essere stato intenzionale, conoscendo il famoso senso dell'umorismo di Michael, deve aver ridacchiato davanti a quell'infamia.
I temi che emergono dalla nuvola fumosa che attraversa con grinta, sono anche le immagini iconiche-razziali e culturali della croce in fiamme che si riferisce al Ku Klux Klan, gli originari (americani) terroristi che colpiscono con la paura i cuori e le case, bruciando le croci. La nube nucleare è un atto d'accusa verso i governi e alla corsa agli armamenti fuori controllo. La lirica "Io non ha paura dei lenzuoli" è un riferimento diretto al Ku Klux Klan che portavano lenzuola bianche e le cappe a forma di cono con un ritaglio agli occhi. Il Klan era noto per la sua giustizia vigilante, e molti accusati di N (N-nigger) sono stati vittime di linciaggio, con estemporanee morti per impiccagione. I lenzuoli li hanno coperti , e tenuti criminali anonimi, mentre l'applicazione della legge bianca volgeva lo sguardo dall'altra parte.
La rabbia, la distruzione di finestre, le scintille e il fuoco, i segni al neon sono i riferimenti ai disordini di Chicago dopo l'assassinio di Martin Luther King. Le morti e i danni dagli incendi appiccati, e dalle sparatorie, sono stati di vaste proporzioni. La rabbia afro-americana presso le ingiustizie nel mondo del lavoro, gli alloggi, la brutalità della polizia, i maltrattamenti dai bianchi, e la dilagante mancanza di umanità rispetto a loro, concesso a causa del pigmento della pelle. Michael ha riscaldato gli animi nel corso degli anni per la violenza dimostrata in "Black or White", ma quella violenza era un esempio di fatto di una parte della storia.
"Black or White" è un video che è pieno di immagini simboliche e io sto lavorando sullo spirito di Michael, in un saggio sui messaggi nascosti nel film. Il film "Ghosts" è un riferimento sorprendente al Klan con le sue fiaccole ardenti e la folle marcia. Illustra l'evidenza di essere nero in America, eri un obiettivo di violenza per mano di chi voleva che "tu conosca il tuo posto" nella gerarchia sociale. Come un nero, avevi capito che eri considerato una sanguisuga. L’estetica di Michael Jackson e il lavoro, hanno contribuito a cambiare la mente e il cuore di una generazione, ma non senza conflitti. Era amato e odiato, ha ricevuto riconoscimenti sia affettuosi che minacce di morte. E Michael assolutamente aveva capito che per mantenere il suo pulpito per il cambiamento sociale, aveva bisogno di rimanere audace e controverso per sostenere la sua importanza. Il suo coraggio nella musica come messaggio, è senza pari.
I tempi in cui Michael è cresciuto erano maturi per il suo arrivo sulla scena giovanile. Era giunto il momento di cambiare. Dal 1940 fino alle proteste del 1960, quando l'intrattenimento aveva caratterizzato personaggi come: Little Black Sambo, Bosko, e Inki, che hanno solidificato gli stereotipi dei neri nelle mente del pubblico. Hollywood ha prescritto e perpetuato lo stereotipo dei neri ad essere non umani, caratterizzato da artisti africani americani nei cartoon caricatura. Persone come Cab Calloway, "Fats" Waller, Louis Armstrong, Ethel Waters, Bill "Jangles Bo" Robinson, facevano da archetipi per una serie di animali (sì animali) in film di animazione. Questa rappresentazione prevenuta dei neri è servita a rafforzare l'animalesca e primitiva (a causa della naturale affinità per la danza e per i ritmi) natura del folk nero.
Fino al 1960, i neri venivano sottoposti a scherno era uno stereotipo di normalità culturale. The “Black Panther Party” fu un movimento politico rivoluzionario che ha avuto inizio nel 1966 e durò fino al 1975. Si estese a una rivoluzione sociale e culturale con simboli contemporanei come il pugno chiuso. L'acconciatura "afro" è diventata un simbolo dell'iniziativa “orgoglio africano americano” iniziata dai “Black Panthers”, e puntualizzato da James Brown in "Io sono nero e sono orgoglioso", pubblicato nel 1968. Michael dichiarò pubblicamente la sua fedeltà a James Brown come l'artista che lo ha influenzato di più.
In una progressione di programmi televisivi, lo stereotipo radicato è stato diffuso nel corso del tempo. I programmi all'avanguardia incluso "Josie and the Pussycats", l "Harlem Globetrotters", e la serie "Kid Power", che hanno caratterizzato un gruppo culturale eterogeneo di undici figli. L'argomento di "Kid Power" era la premessa che i ragazzi multirazziale e multiculturali che hanno lavorato insieme nella collettività, avevano il potere di cambiare il mondo sociale e politico. L'idea di "Power Kid," riflette i concetti di democrazia partecipativa e i movimenti sociali in senso ascendente degli anni 1960 e 1970, che hanno sottolineato gli ideali come: "Black Power", "Power Brown", "Red Power", "Woman Power", e "Power to the People" . La sigla della serie, "Kid Power ... red, yellow, black e white ... in altre parole, tocca a "Potere ai ragazzi..."
Michael davvero credeva che il potere di cambiare il mondo giacesse silenzioso e che non era sfruttato all'interno dei figli, è cresciuto nel messaggio culturale del “potere ai ragazzi”, e spiega la sua lealtà, l’affetto e l’attenzione per i bambini. Credeva nei giovani. Ed è stato eccezionale che Michael Jackson ha tessuto la sua magia nella tappezzeria sociale della sua vita e della nostra storia. Che Michael era e cosa ha contribuito ai diritti civili nel tessuto sociale e culturale di allora è stato rilevante e merita di essere celebrato oggi. Mentre il dottor King, si legge nelle parole e nelle azioni, Michael Jackson si legge nella musica,nei testi e nelle immagini del film. Michael Jackson, come Martin Luther King prima di lui, era un combattente prolifico e vocale della libertà.
Gran parte dell’articolo della Kaufmann è focalizzato sul simbolismo codificato del video, il simbolo della “pantera nera” potente (benché implicito) nei messaggi e nel ruolo storico di Michael Jackson come attivista dei diritti civili in un modo che molti non potevano avere considerato prima. So che per i miei studenti, in particolare, l'idea di un Michael Jackson come un attivista per i diritti civili era una sorta di rivelazione, e quello che penso incoraggi molti di loro nel vedere una luce in lui completamente diversa. Parte della discussione in classe, naturalmente, è l’incoraggiarli a essere o non essere d'accordo con i punti dell'articolo della Kaufmann (li incoraggio che il disaccordo va bene, a patto che sia possibile controbattere le loro divergenze con opinioni valide e logiche). Tuttavia, per fornire ulteriormente un contesto per l'articolo, io di seguito normalmente, quando il tempo lo consente, mostro le clip del discorso di Michael del 2002 contro la Sony, e del discorso del 2001 a New York con il Rev. Al Sharpton. In entrambi le clip, gli studenti arrivano a vedere Michael in azione, in piedi come un attivista per i diritti degli artisti neri. Vedendolo in questo contesto, aiuta ad aggiungere validità sia al messaggio di Black or White sia al saggio della Kaufmann. Riporto loro la storia che raccontai quando ho visitato Gary, in Indiana lo scorso anno e ho saputo che di recente, nel 1960, quando Michael era un bambino, alle "persone di colore" non era permesso passare sui binari della ferrovia del centro dopo le ore 18.00 (che ha presentato un problema per Michael e per suoi fratelli, dal momento che erano di solito suonare nei club del centro lungo oltre il coprifuoco delle 18:00 !). Gli racconto sul pestaggio a sfondo razziale che Michael prese proprio qui, nel nostro Stato proprio a casa nostra, in Alabama, già nel 1983! Dico loro, queste sono le cose che non leggerete in nessun libro, queste sono le cose che i media non riporteranno. Ma sì, Michael Jackson ha conosciuto il razzismo, e sì, era arrabbiato, e sì, è stato un attivista in molti modi che non potremo mai sapere o capire.
Ma questo porta ad un altro dilemma interessante quando si insegna Michael Jackson in classe. Come si fa a prendere questo uomo molto complesso la cui vita è stata oggetto di foraggio dei tabloid e di incomprensioni per più di trent'anni, e condensare la sua essenza in un'ora di lezione? Ogni volta che mi preparo per questa lezione, mi ritrovo a chiedermi questa domanda. Penso: ma se avessi un'ora per cambiare magari qualche idea ad ragazzino su Michael Jackson, o per impartire un nocciolo di verità che potrebbe in qualche modo intaccare tutte le menzogne e la disinformazione che i media hanno programmato nei cervelli di questi ragazzi, cosa dovrei dire?
Bene, proprio come l'insegnamento di uno scrittore o di un poeta che amo, devo capire che non posso includere tutto. Quello che devo fare è mantenere a portata di mano la discussione concentrata e pertinente all’argomento. Tuttavia, è praticamente impossibile parlare di Michael Jackson a una classe di adolescenti e giovani adulti senza toccare almeno alcune delle controversie familiari della sua vita. In diversi momenti, le discussioni su ogni cosa dalla sua vitiligine, ai suoi interventi chirurgici, alle accuse di molestie che sono emerse e, naturalmente, devo essere preparata ad affrontare questi argomenti. Per la maggior parte delle volte, non mi soffermo sulle accuse, semplicemente perché se permettessi veramente di farmi coinvolgere da questo argomento, potrei facilmente passare l'intera ora a discutere di questo e di nient'altro! Ma se gli studenti fanno domande, io rispondo con onestà e franchezza, informandoli sui fatti che ho esaminato. Una volta, ho avuto uno studente particolarmente curioso che non è riuscito a trattenersi dal chiedere: se per Michael Jackson veramente non era così importante se tu eri nero o bianco, perché ha sbiancato la sua pelle per essere bianco? " Questa domanda mi ha veramente colto di sorpresa. Questo studente non era un furbacchione, lui credeva davvero che Michael Jackson avesse sbiancato la sua pelle. In tutti i suoi diciotto anni, non aveva mai sentito qualcosa di diverso. Tutto quello che sapeva era ciò che i media gli avevano detto. Così che ha aperto la strada a noi, come classe, per avere una ottima discussione sulla malattia della vitiligine. Com'era prevedibile, la maggior parte dei miei studenti erano storditi. Non riuscivano a capire perché i media avrebbero trattenuto tali informazioni.
D’altra parte, tuttavia, sono anche molto orgogliosa di dire che la maggior parte dei miei studenti sono incredibilmente intelligenti e di buon senso. Sanno come operano i media. Quello che sono sempre più felice di sapere, è che molti di loro, infatti, hanno una curiosità molto genuina e appassionata sull'uomo Michael Jackson. Per la maggior parte sembrano godere di questa opportunità per conoscere un pò l’uomo che giustamente sentono che i media non hanno permesso a loro di conoscere. Quando si parla dell'ingiustizia dei media su Michael Jackson, sono molto sorpresa di apprendere che la maggior parte dei miei studenti lo recepiscano. Ma forse non dovrebbe essere troppo sorprendente. Dopo tutto, sono una generazione che si trova in una posizione più privilegiata di ogni altro per testimoniare quanto rapidamente i media possono demolire qualcuno. Hanno raggiunto la maggiore età in una generazione in cui il nostro governo ed i media hanno mentito sulle armi di distruzione di massa per giustificare una guerra dove non avremmo mai dovuto esserci; sono, di sicuro, una generazione più cinica e annoiata di noi.
Non posso dire con certezza al 100% quello che i miei studenti hanno ricevuto da queste discussioni. Se odiano Michael Jackson, naturalmente, probabilmente non me lo diranno mai, sono l'insegnante, dopo tutto! Ma a giudicare dalle risposte cumulative fino ad ora, so per certo che molti di loro sono venuti via da quell’ora (di lezione) con una migliore comprensione su Michael Jackson, sia sull'uomo che sull'artista, che abbiano mai avuto prima. Quando arriva il momento della domanda d’esame su “Black or White”, sono sempre sia stupita che commossa dalla profondità con cui i miei studenti più brillanti sono in grado di analizzare come e perché il "simbolismo in codice" delle opere della “Black Panther”, sia per migliorare ed estendere il messaggio del video di uguaglianza razziale. In definitiva, quello che spero che prendono da essa è che il messaggio di Michael di uguaglianza razziale era allora un meraviglioso ideale. Ma prima che l'ideale possa essere raggiunto, prima ancora che sia possibile, dobbiamo prima di tutto eliminare un sacco di bruttezze. L'ideale non può essere ottenuto fino a quando l'ingiustizia razziale esiste ancora. La danza della “Black Panther”, con tutta la sua violenza e rabbia repressa, è la catarsi di quello che deve accadere prima che la vera guarigione e l’uguaglianza possa essere raggiunta.
Sì, un’ora è veramente poco tempo nel quale fare la differenza. Ma non mi pento di aver intrapreso questa sfida. Per un'ora ogni semestre, ho l'opportunità di presentare ai miei studenti un uomo, un artista, un umanitario, e un incredibile attivista per i diritti civili che non hanno mai conosciuto. Poi do l'opportunità di incontrare Michael Jackson, l'essere umano.
Per quanto riguarda Michael Jackson, la caricatura, rimarrà ancora là fuori, molto tempo dopo che i miei studenti se ne saranno andati dall’aula di inglese 102. Ma in qualche modo, dubito che la caricatura potrà mai possedere tutto lo stesso interesse per loro.
La verità ha uno strano modo per farlo.
Fonte: http://www.allforloveblog.com/?p=5377
Non potevo lasciare che il 20° anniversario della premier del video “Black or White” fosse ignorato senza rendergli omaggio. Allo stesso tempo, mi sono resa conta che una discussione su questo video innovativo può essere strettamente legata con un altro argomento che avevo voglia di scrivere, insegnare Michael Jackson in una classe di matricole al college.
La maggior parte dei bambini oggi è consapevole che Michael Jackson era una persona molto importante e famosa, ma la loro conoscenza di solito inizia e termina con "Billie Jean", "Beat It" e "Thriller".
Ho insegnato lezioni di inglese in un college locale per diversi anni. Un paio di semestri fa ho cominciato ad includere il video “Black or White” di Michael, nel programma di studio della mia classe 102 di inglese, di solito come parte della nostra unità didattica sul tema del simbolismo. All'inizio, ero un po’ preoccupata. Non ero sicura di come una discussione su Michael Jackson o il suo lavoro sarebbe stato recepita da un gruppo di ragazzi per lo più di 18/22 anni, mescolati con l'occasionale casalinga di mezza età che era tornata a scuola dopo una lacuna di 20 anni e dopo aver cresciuto una famiglia. So come la maggior parte di quei ragazzi dai 18 ai 22 anni, guardavano Michael Jackson. Hanno tutti sentito parlare di lui, naturalmente, e potevano anche avere familiarità con alcune delle canzoni. Se messi alle strette, probabilmente ti avrebbero detto che era quel tizio che aveva fatto Thriller ed era famoso per fare il moonwalk. Senza dubbio sapranno qualcosa sulle polemiche degli ultimi anni di Michael, ma possono essere consapevoli del fatto che egli era un bersaglio di scherzi per il naso e purtroppo di scherzi sulla pedofilia. Si rendono conto che è considerato una persona importante, un leggenda e una icona per la generazione dei loro genitori. Se tutti avevano già quell’idea su di lui, che pensano a lui come a uno dei grandi maestri della scuola, qualcuno che riconoscono debba essere venerato, come nello stesso modo loro considerano Shakespeare. In altre parole, come qualcuno che riconoscono si "presuma" essere un grande dell’arte, ma che rimane per loro un enigma avvolto per lo più dall’ ignoranza e dalla paura, la paura dell'ignoto. Infatti, come con Shakespeare, che gli studenti evitano per paura e per intimidazione, fino a quando un buon insegnante sarà in grado di contribuire a demolire quel muro, mi rendo conto ogni anno che la ragione per la quale i più giovani rimangono ignoranti dell'arte e dell'influenza di Michael Jackson, è semplicemente parchè non hanno mai avuto nessun tipo di contatto con Michael Jackson come un serio argomento di studio.
Naturalmente, questo sta iniziando a cambiare, come molte università stanno iniziando ad inserire gli studi su Michael Jackson come una parte proposta nel loro programma accademico. Ora siamo nella fase in cui c’è una distanza appena sufficiente per iniziare finalmente a riconoscere ed a valutare l'importanza di Michael Jackson, non solo come icona pop, ma come un artista serio degno di uno studio accademico, come colui che è degno di essere incluso in un canone accademico. L'anno scorso, un simposio di grande successo a Chicago è stato dedicato all’argomento Michael Jackson come materia di studio accademico. I nuovi libri come “Man In The Music : la vita creativa e il lavoro di Michael Jackson” di Joe Vogel, stanno aiutando a diffondere una nuova visione su uno studio serio sulla musica e sull’arte di Michael Jackson. Significa anche che come cultura, ci stiamo finalmente un pò allontanando da un'idea di Michael Jackson semplicemente come un grande intrattenitore, e accettando che, come i Beatles e Bob Dylan (artisti che sono stati materia di studi accademici per molti anni), è tra quella manciata d'elite di artisti il cui lavoro ha contribuito a definire e rimodellare la nostra cultura.
I libri come "Man In The Music: La vita creativa e il lavoro di Michael Jackson" di Joe Vogel, sono indicativi di un crescente interesse per il serio studio accademico della musica e dell'eredità culturale di Michael Jackson.
Una sera, all'inizio di quest'anno, ero nel bel mezzo di una lezione nella mia classe, quando ho sentito un falsetto familiare "Shoop!", proveniente dalla classe di musica di fronte alla sala. Mi sono resa conto che stavo ascoltando “Speed Demon”. Non avevo idea di quello che la classe di musica includeva quella notte, o come c’entrasse nella situazione "Speed Demon", ma ho sorriso un pò, sapendo che la musica di Michael era stato insegnata e apprezzata. Allo stesso tempo, è un pò ironico pensare che il pop dei Top 40 dei nostri tempi, è ora una musica degna di un serio studio accademico. Michael Jackson viene insegnato giusto accanto a Beethoven e Mozart, ma in un modo che non sembra affatto strano.
Tuttavia, una cosa è insegnare Michael Jackson in un corso di musica. Ma in un corso di inglese? Beh, questo potrebbe non essere così esagerato come sembra. Sto usando la musica come parte del mio programma di studio da diversi anni. Ho scoperto che usando la musica, soprattutto la musica pop, aiuta gli studenti a comprendere concetti difficili e talvolta densi, come l’argomento del simbolismo. E poiché una canzone è più compatta e immediata rispetto, ad esempio, ad un racconto o anche ad una poesia, può essere un ottimo modo per introdurre i giovani studenti verso questi concetti.
La prima volta che ho effettivamente introdotto Michael Jackson in aula, è stato come parte di una discussione relativa all’argomento. Ho fatto ascoltare “Sign O' The Times” di Prince, che è una grande canzone da utilizzare per una discussione sull’argomento e anche per discutere di motivi artistici (temi che possono ripresentarsi più volte nel corso della produzione totale di un artista). Ascoltare quella canzone di solito porta ad una discussione su come Prince incorpora nel suo lavoro temi e immagini apocalittiche. Poi, ho fatto ascoltare “Stranger in Moscow” di Michael (che non è solo una grande canzone, ma anche li svela qualcosa di diverso di Michael Jackson rispetto a “Beat It”, “Billie Jean”, o “Thriller”, che per il 99% di loro era tutto quello che avessero mai sentito). La riproduzione di “Stranger In Moscow” suscita sempre qualche importante discussione in aula. Di solito tra i temi che vengono discussi c’è quello dell’ alienazione, in particolare, nel caso di Michael, l'alienazione dell'artista. Ma abbiamo anche discusso di come la canzone può essere applicata a chiunque si senta isolato e solo, o come se nessuno al mondo se ne prendesse cura. Che, francamente, è un tema che noi tutti possiamo collegare in un momento o nell'altro, soprattutto da adolescenti. Naturalmente, l’inversione di rotta è il fair play, quindi il modo in cui di solito incoraggio i miei studenti a mettersi in gioco e ad ascoltare, è quello di dire loro: "Okay, se voi ragazzi sarete pazienti e ascolterete la mia vecchia scuola di musica degli anni 80, vi lascerò portare in classe e discutere qualcosa che vi piace "Questo è quello che attiva e apre la porta al dialogo; i miei studenti mi sentono interessata a ciò che è rilevante per loro, così in cambio, sono più aperti e ricettivi all'ascolto ... beh, come ho detto scherzando, della mia “vecchia” musica. A parte il fatto che una cosa interessante che accade normalmente, è che una volta che il dialogo è stato aperto, di solito ci troviamo ad imparare molto gli uni dagli altri. E per la maggior parte dei miei studenti, per i quali Tupac Shakur è della vecchia scuola, è spesso una rivelazione per loro rendersi conto che Michael Jackson sia ancora tanto rilevante come Chris Brown o Lady Gaga, forse ancora di più. Imparano, in sostanza, perché la sua musica ha resistito alla prova del tempo (più o meno allo stesso modo in cui Shakespeare dura ancora oggi, mentre le mode letterarie possono andare e venire).
Ma non è stato fino a qualche semestre fa, che alla fine ho deciso di espormi completamente e di mettere da parte una sera per un'intera lezione per discutere e analizzare il video di “Black or White”. Ho preso la decisione dopo aver constatato che non era solo un video straordinario per discutere del simbolismo, anche con il segmento della “Black Panther”, ma che era anche un caso di studio molto interessante in quello che può accadere quando il simbolismo è frainteso o, forse, codificato in modo che sia destinato ad essere "percepito" solo per alcuni spettatori.
Sapevo che questo avrebbe portato un rischio. Anche se in passato ho dedicato qualche minuto di lezione per discutere sul tema "Stranger In Moscow", non avevo mai preso seriamente in considerazione l'idea di dedicare una sera una intera lezione per una seria discussione accademica su Michael Jackson. Non sapevo bene come questo sarebbe stato esaminato, non sapevo come avrebbero reagito gli studenti. Dopo tutto, piaccia o no, Michael Jackson rimane una figura molto controversa e polarizzante, sia che la gente lo ami e lo riverisca, o lo disprezzi appassionatamente (anche se per tutte le ragioni sbagliate, ma questo è un dibattito da fare altrove). In poche parole, non sapevo cosa poteva accadere aprendo il vaso di Pandora. Nervosamente, con esitazione, ho messo da parte una serata nel calendario del mio programma (ogni studente ne riceve una copia la notte prima di ogni semestre) e scrissi: "discuti il simbolismo nel video “Black or White” di Michael Jackson". Si era infilato casualmente come qualsiasi altra discussione di qualsiasi altro importante lavoro letterario o di un'autore di un programma di studio, e che era esattamente come lo avevo affrontato. Questa sarebbe stata una serata dedicata ad un lavoro artistico molto importante di un importante americano, un'artista del 20° secolo non diversa da ogni altra sera trascorsa a discutere di "Birches" di Robert Frost o di "Babylond Revised" di F. Scott Fitzgerald. Ho anche dato loro un ulteriore incentivo a prenderlo sul serio .. facendogli sapere che sarebbe stato il loro esame!
Sono orgogliosa di dire ora che ho avuto con regolarità l'insegnamento del video di “Black or White” come parte del mio corso di inglese da ormai diversi semestri, e soprattutto è stato finora un successo clamoroso. Così ora ho pensato di condividere un pò di quello che è stata l’esperienza nei semestri scorsi, e forse così facendo, spero di ispirare più insegnanti a portare Michael Jackson in aula.
Per me è stata una rivelazione, e non senza qualche sorpresa, soprattutto quelle positive.
E’ difficile cercare di capire che oggi molti bambini non hanno idea di che affare enorme fosse nel 1991, un nuovo video di Michael Jackson.
Ogni sera iniziavo a insegnare nella classe "Black or White", naturalmente, osservandolo in tutto la durata, undici minuti di video. Prima di mostrare il video, di solito faccio un breve discorso per rendersi conto del contesto, ricordando loro che questo era il 1991, e, in quel periodo, Michael Jackson era la stella pop più grande del mondo. A quel punto, ogni nuovo suo video era un evento, uno spettacolo. E’ importante per loro questo presa di coscienza del contesto, dopo tutto, la maggior parte di questi ragazzi non erano ancora nati nel 1991, al massimo, erano solo dei bambini. Come ho detto prima, molti di loro hanno qualche idea che Michael Jackson fosse una stella enorme, ma per la maggior parte di loro, al raggiungimento della maggiore età nell'era di Youtube e post-musicale di MTV, è difficile cercare di capire anche un attimo, in cui una stella pop avrebbe potuto comandare un pubblico televisivo di tutto il mondo con oltre 500 milioni di spettatori con appena un singolo video.
Ma il vero argomento decisivo è quando dico loro che il video appena andato in onda, era stato quasi subito stroncato, condannato, e, infine, bandito da MTV. Naturalmente, questo cattura la loro attenzione, perché vogliono subito sapere: Cosa c'era di così sbagliato per bandirlo? Che è quando dico: "Basta guardare ... e poi ne parleremo».
Così, per circa sei minuti, la classe siede fino alla fine per ciò che deve sembrare loro relativamente accattivante, simpatico e divertente, se pur abbastanza innocuo, uno "schiavo" dell'armonia razziale. "Non importa se sei nero o bianco ..." Osservando, posso vedere molti di loro ballare a lungo, la maggior parte di essi riconosce la canzone, anche se è solo un lontano, ricordo d'infanzia. Ad un certo punto, tutti l'avevano probabilmente sentita, forse anche cantata insieme come i bambini, ma poi l'aveva riposta nei più profondi angoli nascosti nel loro collettivo, probabilmente ricordi del subconscio insieme a Barney il dinosauro e Ren e Stimpy!
Il Michael Jackson di “Black or White”, è un Michael Jackson che la maggior parte dei bambini dell'età dei miei studenti non hanno conosciuto ... posso sempre ascoltare i rantoli udibili quando lui appare all’inizio nel video
E poi, di solito, c'è un sussulto quasi udibile quando vedono il loro primo scorcio su Michael Jackson del 1991, il ballo tra gli aborigeni nei sui attillati pantaloni neri e nella morbida camicia bianca, dondolando i lunghi capelli , il corpo magro del ballerino è agile come un gatto e pronto a scattare! Per molti di loro, questo è un Michael Jackson che non hanno vissuto. Possono avere familiarità con l'immagine iconica di Michael Jackson nei suoi tempi di “Thriller”, o ancora di più, con il Michael Jackson degli anni seguenti che era diventato oggetto di scherno dei media. I miei studenti, dopo tutto, sono una generazione che hanno raggiunto la maggiore età con la "Wacko Jacko" immagine perpetuata dai tabloid. Quelle immagini di Michael Jackson, quel viavai dalla corte nel 2005, sono purtroppo diventati l'unica immagine che i ragazzi più giovani nemmeno conoscono.
Ma improvvisamente, si vede Michael nel pieno della sua gioventù, e in quel momento, c’è una connessione palpabile. Lo posso sempre sentire nella stanza. Michael è giovane e bello, più grande della vita proiettata sul grande schermo, anche un po’ pericoloso. In quel momento, egli ritorna in vita, diventa di nuovo attuale.
Tuttavia, sono quelli finali, quei famigerati sei minuti o giù di lì, della "Black Panther Dance" in cui i miei studenti diventano letteralmente ammaliati. Ma chi può biasimarli? Come qualcuno ha citato in "The Making of Black or White", anche se non ti piaceva, non importava un cavolo, non potevi staccare gli occhi lontano da esso. E’ in quei momenti che vedo la vera magia di Michael Jackson al lavoro. Anche i buoni vecchi ragazzi machi “redneck” (persona del sud, detto in maniera dispregiativa, ndt), quelli a cui potrebbero davvero interessare di meno Michael Jackson, sono comunque innamorati di ogni sua mossa, nessuno può distogliere lo sguardo. La sequenza di "Panther Dance" è geniale nella sua imprevedibilità, i suoi accostamenti tra l'erotico e il profano, il sessuale e il violento.
La maggior parte non "capiva" ma certamente non poteva allontanarsi!
Quando il video è finito, c'è sempre quasi una sorta di uno sbalordito e disagevole silenzio che scende sopra l'aula. E il rompere quel silenzio è sempre il momento più imbarazzante dell'intera lezione. Lo sento nell'aria, si può leggere in tutti i loro volti. Hanno goduto di quello che all'inizio sembrava un video molto divertente e accattivante ad una sbalorditivo "Ma che diavolo è stato?" Per certi versi, non molto diversi da quelli giusti, allo stesso modo di come il pubblico ha reagito nel 1991.
La Panther Dance ... o si ama o si odia, non puoi distogliere lo sguardo !
Che cosa si può forse fare in quella situazione? Da dove cominciare dopo che, per quanto ne so faciliterà le discussioni in classe? Beh, dove comincio con l'ovvio ... e di solito, il senso dell'umorismo aiuta. Dirò: "Io so che state tutti pensando, "cosa diavolo è stato?" E poi dico:" Beh, sai una cosa? La prima volta che ho visto questo video, ho pensato la stessa cosa ... e così ha fatto un sacco di gente!
Questo è il punto in cui entro in un tumulto per le polemiche causate dal video. Come di seguito, ho sempre fatto vedere parti di "The Making Of Black Or White", il quale fa un ottimo lavoro nel rappresentare quanto questa cosa sia stata gonfiata. Anch'io di solito ricevo qualche risata quando cito uno dei miei ricordi più cari proprio di quel lunedì mattina seguente (alla prima programmazione), quando tutti parlavano di questo video. In una trasmissione radiofonica, una anziana donna fu contattata per telefono. Le chiesero cosa pensava del video di Michael Jackson. Con una voce tremante che avrebbe potuto essere la nonna di chiunque, la vecchia si fermò per un minuto e poi disse: "Beh, penso solo che quel ragazzo ha bisogno di sposarsi, è chiaro ! ".
A questo punto, discutiamo le reazioni al video e la risultante condanna. Tutto il clamore e le polemiche erano giustificati? Gli studenti di solito sono divisi: alcuni dicono sì, altri no. Ma la maggior parte ancora a questo punto, non percepisce il simbolismo veramente pertinente, in modo che di solito è li dove li dirigo successivamente.
Come un pezzo complementare al video, ho sempre letto con i miei studenti un eccellente saggio di Barbara Kaufmann su questo video, "Black and White and Proud". Non si tratta solo di gran lunga di uno dei pezzi più penetranti che abbia letto sul simbolismo e sul contesto storico di questo video, ma anche, per i miei propri scopi in aula, un ottimo modello per i miei studenti in quello che dovrebbe essere una buona critica letteraria. La scrittura critica letteraria (specialmente quel che segue con una discutibile tesi convincente) è un concetto con il quale molti studenti lottano. Usando il saggio della Kaufmann, che è anche una buona occasione per me di insegnare agli studenti come un pezzo ben scritto di critica letteraria faccia molto di più che "spiegare" un lavoro, quando fatto bene, può aprire le porte alla comprensione, può contribuire a mettere in luce il lavoro in un modo che non possono avere già pensato, e che può anche cambiare completamente o alterare la percezione di un lavoro.
L'Orgoglio di "Black and White"
Il passato è parte di Michael Jackson in questo, il suo contributo per il presente e l'impatto sul futuro, non deve essere sottovalutato o respinto.
Qualcosa di importante ispira questa rubrica, un grosso buco nella conoscenza. Un' amica ed io stavano avendo una conversazione su Michael Jackson e sul lavoro della sua vita, la canzone, i testi, e il cortometraggio "Black or White", è spuntato nella discussione. Entrambi siamo cresciute negli anni sessanta, e il nostro dialogo per la maggior parte era attinente alle questioni e la discussione andò avanti per ore. Ricordo che ha portato l'equivalente di Stevie Wonder, "Ebony and Ivory". Abbiamo parlato delle Pantere Nere, di Abbey Hoffman, dei reverendi Al Sharpton e Jesse Jackson, e l'infanzia di Michael durante il turbolento movimento dei diritti civili. Abbiamo parlato di John Lennon e dei Beatles, di Yoko Ono, di Julian e Sean Lennon, perché era l'anniversario della morte di John. Abbiamo parlato dei disordini di Chicago, del Vietnam, e del movimento per la pace dei figli dei fiori. Ricordo quei giorni con una malinconia che non sono in grado di spiegare a parole. Si tratta di un sentimento. Vorrei poterlo condividere con voi, ma non è possibile.
Ad un certo punto il telefono dalla mia parte si è "surriscaldato" appena mi sono resa conto che la mia amica aveva appena oltrepassato alcune ancora recenti critiche pungenti, per parlare del lavoro di Michael Jackson all'interno della storia. Aveva sollevato le sgradevoli questioni del razzismo e della responsabilità dei bianchi. E sebbene lei avesse potuto parlare con me su quello, era troppo stanca per affrontarlo nei modi che avevo precedentemente suggerito, come la scrittura, insegnandolo nelle classi o fare un podcast della nostra conversazione sul "bianco-nero". Ma quando ancora una volta ho sollevato il discorso, tutto quello che poteva dire era: "Non posso. Ho pagato i miei debiti. Non riesco a pagare di nuovo. "C'era una tale rassegnazione completa e assoluta nella sua voce, come una stanchezza patologica ! Ho assolutamente capito. Ma una parte di me era veramente arrabbiata, in lacrime silenziosa e triste con la gola che bruciava. La mia amica era in possesso di un pezzo ricco di storia che non poteva mai essere condivisa.
Vedete, lei è nera. Afro-americana. Negra. Ed è stata un sacco di quelle altre cose che la gente dice per distinguere una tonalità di colore della pelle, alcuni di loro non in modo educato. Lei non può raccontare le storie, perché quando solleva il discorso, alcuni dicono che sta rivangando un passato che ormai è irrilevante o che ha un secondo fine.
Beh, ho vissuto quello stesso passato e le mie troppe storie, potrebbero far rizzare i capelli, ma non ho mai dovuto preoccuparmi di "essere ... mentre il nero..." oppure cercando di essere chiara, innocua o invisibile o continuare a spingere la collera sotto il mio legittimo DNA cellulare, come una palla sott'acqua. Non ho dovuto mantenere il mio radar in allerta o scrutare il mio ambiente in moto perpetuo per sentire un'atmosfera di sicurezza, e verificare se avevo dato troppo per scontato la mia sola presenza. Vi posso raccontare storie di razzismo da entrambe le parti, nero e bianco. E rosso. Il mio parziale patrimonio culturale dei nativi americani, è la prova che i miei antenati in modo simile, li hanno trasformati in non umani e li hanno chiamati selvaggi, che è altrettanto doloroso come la parola N (nigger, ndt).
Con la mia amica ho una confidenza che non molti condividono, perché parliamo da dove veniamo, con qualcuno che capisce da dove vieni e quali pericoli disseminati ha il percorso che hai preso per arrivare qui. Che cosa hai sconfitto, quanto è stato difficile lavorare qui, e cosa significa approdare nel luogo detto ora. E quanto è stanca ed esausta la tua anima, ora che sei arrivata.
Le ho confidato che ho amato non solo la musica, ma anche la danza. Mi ricordo che mentre "American Bandstand" di Dick Clark era stato emozionante, "Soul Train" è stato dinamico, pieno di vita. (Per le persone più giovani "Bandstand" era un genere di musica virtuale e di discoteca in TV per i ragazzi bianchi dopo la scuola, ma "Soul Train" è stato il rockin' in versione black.) Così la progressione naturale per me, tossicodipendente di musica blues, soul, funk e danza, è stato quella di trovare la mia strada per la versione reality di "Soul Train", che significava i club sul lato nord di Milwaukee e nella parte sud di Chicago. Molte volte ero l'unica ragazza bianca del posto.
Quindi capisco la stanchezza trasversale della mia amica. L'ho vissuto troppo, ma non nello stesso modo. E' difficile capire il pregiudizio se non avete camminato in quelle scarpe, o nel mio caso, la ragazza bianca con i mocassini. L'intolleranza mostrata alla mia amica per sua nonna, la saggezza archetipica, è un affronto che semplicemente non può stare in piedi. Abbiamo bisogno di riconoscere e onorare tutti coloro che sono venuti prima. Ricordate il tributo di Michael a Sammy Davis Junior? E' stato un omaggio che ha spianato la strada che Michael avrebbe seguito.
Il passato è una parte di Michael Jackson, il suo contributo al presente e l'impatto sul futuro, non deve essere sottovalutato o respinto. Non da me, e adesso non da te. Né sarà irrilevante sul mio sguardo dell'ignoranza in quel vuoto evidente di conoscenza che ha schiacciato lo spirito della mia amica. La vita di Michael Jackson e come l'ha vissuta, come lui e la sua vita sono state modellate dai tempi in cui lui e noi l'abbiamo vissuta, e come questo influenza lo ha aiutato a dare forma al futuro, è molto rilevante per la comprensione di Michael, l'uomo. E' anche un pezzo essenziale di come l'estetica di Michael informava il suo lavoro.
Quei fans più giovani oppure i nuovi arrivati del partito MJ, non possono apprezzare appieno il lavoro di Michael Jackson fino a quando il suo coraggio, la sua audacia, e la profondità del suo amore per l'umanità siano pienamente compresi. Era la sua cautela che lo ha salvato molto perché il razzismo palese era politicamente scorretto, ma c'era la sua audacia e le sue urla silenziose che lo hanno reso un obiettivo per coloro che si erano allertati da ciò che stava facendo.
Per mettere un pò in prospettiva quel periodo: era in corso la guerra del Vietnam e Kent State era tornata nella memoria collettiva. (A Kent State, gli studenti universitari che protestavano era stati uccisi dalla Guardia Nazionale, un incidente che oppose una generazione di giovani idealisti contro il loro stesso governo). John Lennon era un "osservato" nella lista dell' FBI " per essere un "pacifista" e un "piantagrane". "C'era stato un tentativo di espulsione, e una interdizione negli Stati Uniti. Michael Jackson era stato sulle liste di cui non avremo mai potuto sentito parlare e mai sapere. Così perdonami la lezione di storia, tollerami e consenti alla ragazza bianca di raccontarlo...
Michael Jackson è stato un attivista per i diritti civili. Michael, i "Jackson Five" e la famiglia Jackson, erano cresciuti in tempi difficili e razziali. Il pregiudizio era prominente e permanente, e l'uomo nero (nel significato di razza collettiva) era un cittadino di seconda classe. Gran parte del sud era ancora segregato quando Michael è nato, la gente nera doveva attenersi ai loro simili nelle scuole, nei quartieri, nei luoghi pubblici, ed anche nei servizi igienici. Le porte dei bagni pubblici invitavano quelli "di colore" a frequentare strutture di qualità inferiore. Gli animatori neri come Sammy Davis Junior, Little Richard, Louis Armstrong e altri, sono stati tollerati e un pò più accettati a causa del loro talento, ma spesso dovevano entrare attraverso le cucine e garage degli alberghi e dei luoghi pubblici, perché la porta d'ingresso era -off limits- a quelli "di colore".
Puoi ricordarti di aver sentito che MTV rifiutò di trasmettere un video musicale di Michael Jackson, un cortometraggio, semplicemente perché era afroamericano. Michael ha rotto da solo questa barriera, e mi chiedo se dietro la domanda che fece quando vinse il suo secondo Grammy: "Puoi sentirmi ora?" cosa poteva aver significato sia per i neri del pubblico tanto quanto dall'industria della musica stessa. E il lavoro di Michael era coraggioso. Dopo "Thriller", Michael ha fatto "Bad" che era pertinente nel dare agli afro-americani il messaggio che si poteva e si doveva andare al college, e che essendo scarsi come istruzione, andava bene ed attinente anche per loro. E in "Black or White", Michael non solo se la prende con il pregiudizio in America, ma in tutto il mondo.
Egli ci mostra il pregiudizio e la rabbia razziale in America, dimostrandolo francamente nella sua arte in "Black or White". I simboli sono inequivocabili. Il gatto nero, che è un leopardo nero o "Pantera", come viene comunemente chiamata, è un riferimento ai "Black Panthers" e all'orgoglio nero (come è frequente il pugno chiuso di Michael) prima presentato da James Brown con le suo parole : "Sono nero e sono orgoglioso" . Brown ha cambiato i giovani di una nazione intera, con quella canzone. Era disinvolto nell'essere nero, qualcosa fino ad allora insolita. In "Black or White", Michael danza con tutte le etnie: africana, asiatica, i nativi americani, e con i più grandi nemici politici degli Stati Uniti, i russi. Stava dicendo: "questa è la danza della vita e circonda tutti gli esseri umani."
Michael inizia quindi la "Panther Dance", con un numero di tip tap che è un riferimento diretto al razzismo e soprattutto alla schiavitù. Il tip tap era iniziato come una presa in giro agli schiavi con la "commedia blackface", in cui gli uomini verniciavano di bianco le loro facce e imitavano i braccianti schiavi nel lavoro nei campi; erano descritti come goffi, come buffoni, e tentavano di fuggire muovendosi ballando tip-tap. Negli anni sessanta, Sammy Davis Jr. presentò il tip-tap sul palcoscenico e in tv, ma per alcuni afroamericani era troppo "Zio Tom" e discutibile. 'Zio Tom' si riferisce al romanzo "la capanna dello zio Tom", di Harriet Beecher Stowe, dove il protagonista è negro, pacifista, e sottomesso ai bianchi.
Michael fa una dichiarazione audace nel codice incorporando leggermente l'erotismo in "Black or White". Il messaggio sul pregiudizio continua con lui che visibilmente si tocca e richiude la cerniera della sua patta. Quei gesti sono una dichiarazione inequivocabile di disprezzo che solo i neri potrebbero riconoscere. I bianchi volevano che i neri stessero tranquilli e non si propagassero, e mentre usavano molti metodi di controllo della popolazione, venivano impiegati e costretti ad una miscelazione razziale mettendo incinte donne nere per schiarire il colore della pelle. La comunità bianca era inorridita delle "buffonate" di Michael Jackson. Hanno perso completamente il messaggio, perché non era destinato a loro. Avrebbe potuto essere stato intenzionale, conoscendo il famoso senso dell'umorismo di Michael, deve aver ridacchiato davanti a quell'infamia.
I temi che emergono dalla nuvola fumosa che attraversa con grinta, sono anche le immagini iconiche-razziali e culturali della croce in fiamme che si riferisce al Ku Klux Klan, gli originari (americani) terroristi che colpiscono con la paura i cuori e le case, bruciando le croci. La nube nucleare è un atto d'accusa verso i governi e alla corsa agli armamenti fuori controllo. La lirica "Io non ha paura dei lenzuoli" è un riferimento diretto al Ku Klux Klan che portavano lenzuola bianche e le cappe a forma di cono con un ritaglio agli occhi. Il Klan era noto per la sua giustizia vigilante, e molti accusati di N (N-nigger) sono stati vittime di linciaggio, con estemporanee morti per impiccagione. I lenzuoli li hanno coperti , e tenuti criminali anonimi, mentre l'applicazione della legge bianca volgeva lo sguardo dall'altra parte.
La rabbia, la distruzione di finestre, le scintille e il fuoco, i segni al neon sono i riferimenti ai disordini di Chicago dopo l'assassinio di Martin Luther King. Le morti e i danni dagli incendi appiccati, e dalle sparatorie, sono stati di vaste proporzioni. La rabbia afro-americana presso le ingiustizie nel mondo del lavoro, gli alloggi, la brutalità della polizia, i maltrattamenti dai bianchi, e la dilagante mancanza di umanità rispetto a loro, concesso a causa del pigmento della pelle. Michael ha riscaldato gli animi nel corso degli anni per la violenza dimostrata in "Black or White", ma quella violenza era un esempio di fatto di una parte della storia.
"Black or White" è un video che è pieno di immagini simboliche e io sto lavorando sullo spirito di Michael, in un saggio sui messaggi nascosti nel film. Il film "Ghosts" è un riferimento sorprendente al Klan con le sue fiaccole ardenti e la folle marcia. Illustra l'evidenza di essere nero in America, eri un obiettivo di violenza per mano di chi voleva che "tu conosca il tuo posto" nella gerarchia sociale. Come un nero, avevi capito che eri considerato una sanguisuga. L’estetica di Michael Jackson e il lavoro, hanno contribuito a cambiare la mente e il cuore di una generazione, ma non senza conflitti. Era amato e odiato, ha ricevuto riconoscimenti sia affettuosi che minacce di morte. E Michael assolutamente aveva capito che per mantenere il suo pulpito per il cambiamento sociale, aveva bisogno di rimanere audace e controverso per sostenere la sua importanza. Il suo coraggio nella musica come messaggio, è senza pari.
I tempi in cui Michael è cresciuto erano maturi per il suo arrivo sulla scena giovanile. Era giunto il momento di cambiare. Dal 1940 fino alle proteste del 1960, quando l'intrattenimento aveva caratterizzato personaggi come: Little Black Sambo, Bosko, e Inki, che hanno solidificato gli stereotipi dei neri nelle mente del pubblico. Hollywood ha prescritto e perpetuato lo stereotipo dei neri ad essere non umani, caratterizzato da artisti africani americani nei cartoon caricatura. Persone come Cab Calloway, "Fats" Waller, Louis Armstrong, Ethel Waters, Bill "Jangles Bo" Robinson, facevano da archetipi per una serie di animali (sì animali) in film di animazione. Questa rappresentazione prevenuta dei neri è servita a rafforzare l'animalesca e primitiva (a causa della naturale affinità per la danza e per i ritmi) natura del folk nero.
Fino al 1960, i neri venivano sottoposti a scherno era uno stereotipo di normalità culturale. The “Black Panther Party” fu un movimento politico rivoluzionario che ha avuto inizio nel 1966 e durò fino al 1975. Si estese a una rivoluzione sociale e culturale con simboli contemporanei come il pugno chiuso. L'acconciatura "afro" è diventata un simbolo dell'iniziativa “orgoglio africano americano” iniziata dai “Black Panthers”, e puntualizzato da James Brown in "Io sono nero e sono orgoglioso", pubblicato nel 1968. Michael dichiarò pubblicamente la sua fedeltà a James Brown come l'artista che lo ha influenzato di più.
In una progressione di programmi televisivi, lo stereotipo radicato è stato diffuso nel corso del tempo. I programmi all'avanguardia incluso "Josie and the Pussycats", l "Harlem Globetrotters", e la serie "Kid Power", che hanno caratterizzato un gruppo culturale eterogeneo di undici figli. L'argomento di "Kid Power" era la premessa che i ragazzi multirazziale e multiculturali che hanno lavorato insieme nella collettività, avevano il potere di cambiare il mondo sociale e politico. L'idea di "Power Kid," riflette i concetti di democrazia partecipativa e i movimenti sociali in senso ascendente degli anni 1960 e 1970, che hanno sottolineato gli ideali come: "Black Power", "Power Brown", "Red Power", "Woman Power", e "Power to the People" . La sigla della serie, "Kid Power ... red, yellow, black e white ... in altre parole, tocca a "Potere ai ragazzi..."
Michael davvero credeva che il potere di cambiare il mondo giacesse silenzioso e che non era sfruttato all'interno dei figli, è cresciuto nel messaggio culturale del “potere ai ragazzi”, e spiega la sua lealtà, l’affetto e l’attenzione per i bambini. Credeva nei giovani. Ed è stato eccezionale che Michael Jackson ha tessuto la sua magia nella tappezzeria sociale della sua vita e della nostra storia. Che Michael era e cosa ha contribuito ai diritti civili nel tessuto sociale e culturale di allora è stato rilevante e merita di essere celebrato oggi. Mentre il dottor King, si legge nelle parole e nelle azioni, Michael Jackson si legge nella musica,nei testi e nelle immagini del film. Michael Jackson, come Martin Luther King prima di lui, era un combattente prolifico e vocale della libertà.
Gran parte dell’articolo della Kaufmann è focalizzato sul simbolismo codificato del video, il simbolo della “pantera nera” potente (benché implicito) nei messaggi e nel ruolo storico di Michael Jackson come attivista dei diritti civili in un modo che molti non potevano avere considerato prima. So che per i miei studenti, in particolare, l'idea di un Michael Jackson come un attivista per i diritti civili era una sorta di rivelazione, e quello che penso incoraggi molti di loro nel vedere una luce in lui completamente diversa. Parte della discussione in classe, naturalmente, è l’incoraggiarli a essere o non essere d'accordo con i punti dell'articolo della Kaufmann (li incoraggio che il disaccordo va bene, a patto che sia possibile controbattere le loro divergenze con opinioni valide e logiche). Tuttavia, per fornire ulteriormente un contesto per l'articolo, io di seguito normalmente, quando il tempo lo consente, mostro le clip del discorso di Michael del 2002 contro la Sony, e del discorso del 2001 a New York con il Rev. Al Sharpton. In entrambi le clip, gli studenti arrivano a vedere Michael in azione, in piedi come un attivista per i diritti degli artisti neri. Vedendolo in questo contesto, aiuta ad aggiungere validità sia al messaggio di Black or White sia al saggio della Kaufmann. Riporto loro la storia che raccontai quando ho visitato Gary, in Indiana lo scorso anno e ho saputo che di recente, nel 1960, quando Michael era un bambino, alle "persone di colore" non era permesso passare sui binari della ferrovia del centro dopo le ore 18.00 (che ha presentato un problema per Michael e per suoi fratelli, dal momento che erano di solito suonare nei club del centro lungo oltre il coprifuoco delle 18:00 !). Gli racconto sul pestaggio a sfondo razziale che Michael prese proprio qui, nel nostro Stato proprio a casa nostra, in Alabama, già nel 1983! Dico loro, queste sono le cose che non leggerete in nessun libro, queste sono le cose che i media non riporteranno. Ma sì, Michael Jackson ha conosciuto il razzismo, e sì, era arrabbiato, e sì, è stato un attivista in molti modi che non potremo mai sapere o capire.
Ma questo porta ad un altro dilemma interessante quando si insegna Michael Jackson in classe. Come si fa a prendere questo uomo molto complesso la cui vita è stata oggetto di foraggio dei tabloid e di incomprensioni per più di trent'anni, e condensare la sua essenza in un'ora di lezione? Ogni volta che mi preparo per questa lezione, mi ritrovo a chiedermi questa domanda. Penso: ma se avessi un'ora per cambiare magari qualche idea ad ragazzino su Michael Jackson, o per impartire un nocciolo di verità che potrebbe in qualche modo intaccare tutte le menzogne e la disinformazione che i media hanno programmato nei cervelli di questi ragazzi, cosa dovrei dire?
Bene, proprio come l'insegnamento di uno scrittore o di un poeta che amo, devo capire che non posso includere tutto. Quello che devo fare è mantenere a portata di mano la discussione concentrata e pertinente all’argomento. Tuttavia, è praticamente impossibile parlare di Michael Jackson a una classe di adolescenti e giovani adulti senza toccare almeno alcune delle controversie familiari della sua vita. In diversi momenti, le discussioni su ogni cosa dalla sua vitiligine, ai suoi interventi chirurgici, alle accuse di molestie che sono emerse e, naturalmente, devo essere preparata ad affrontare questi argomenti. Per la maggior parte delle volte, non mi soffermo sulle accuse, semplicemente perché se permettessi veramente di farmi coinvolgere da questo argomento, potrei facilmente passare l'intera ora a discutere di questo e di nient'altro! Ma se gli studenti fanno domande, io rispondo con onestà e franchezza, informandoli sui fatti che ho esaminato. Una volta, ho avuto uno studente particolarmente curioso che non è riuscito a trattenersi dal chiedere: se per Michael Jackson veramente non era così importante se tu eri nero o bianco, perché ha sbiancato la sua pelle per essere bianco? " Questa domanda mi ha veramente colto di sorpresa. Questo studente non era un furbacchione, lui credeva davvero che Michael Jackson avesse sbiancato la sua pelle. In tutti i suoi diciotto anni, non aveva mai sentito qualcosa di diverso. Tutto quello che sapeva era ciò che i media gli avevano detto. Così che ha aperto la strada a noi, come classe, per avere una ottima discussione sulla malattia della vitiligine. Com'era prevedibile, la maggior parte dei miei studenti erano storditi. Non riuscivano a capire perché i media avrebbero trattenuto tali informazioni.
D’altra parte, tuttavia, sono anche molto orgogliosa di dire che la maggior parte dei miei studenti sono incredibilmente intelligenti e di buon senso. Sanno come operano i media. Quello che sono sempre più felice di sapere, è che molti di loro, infatti, hanno una curiosità molto genuina e appassionata sull'uomo Michael Jackson. Per la maggior parte sembrano godere di questa opportunità per conoscere un pò l’uomo che giustamente sentono che i media non hanno permesso a loro di conoscere. Quando si parla dell'ingiustizia dei media su Michael Jackson, sono molto sorpresa di apprendere che la maggior parte dei miei studenti lo recepiscano. Ma forse non dovrebbe essere troppo sorprendente. Dopo tutto, sono una generazione che si trova in una posizione più privilegiata di ogni altro per testimoniare quanto rapidamente i media possono demolire qualcuno. Hanno raggiunto la maggiore età in una generazione in cui il nostro governo ed i media hanno mentito sulle armi di distruzione di massa per giustificare una guerra dove non avremmo mai dovuto esserci; sono, di sicuro, una generazione più cinica e annoiata di noi.
Non posso dire con certezza al 100% quello che i miei studenti hanno ricevuto da queste discussioni. Se odiano Michael Jackson, naturalmente, probabilmente non me lo diranno mai, sono l'insegnante, dopo tutto! Ma a giudicare dalle risposte cumulative fino ad ora, so per certo che molti di loro sono venuti via da quell’ora (di lezione) con una migliore comprensione su Michael Jackson, sia sull'uomo che sull'artista, che abbiano mai avuto prima. Quando arriva il momento della domanda d’esame su “Black or White”, sono sempre sia stupita che commossa dalla profondità con cui i miei studenti più brillanti sono in grado di analizzare come e perché il "simbolismo in codice" delle opere della “Black Panther”, sia per migliorare ed estendere il messaggio del video di uguaglianza razziale. In definitiva, quello che spero che prendono da essa è che il messaggio di Michael di uguaglianza razziale era allora un meraviglioso ideale. Ma prima che l'ideale possa essere raggiunto, prima ancora che sia possibile, dobbiamo prima di tutto eliminare un sacco di bruttezze. L'ideale non può essere ottenuto fino a quando l'ingiustizia razziale esiste ancora. La danza della “Black Panther”, con tutta la sua violenza e rabbia repressa, è la catarsi di quello che deve accadere prima che la vera guarigione e l’uguaglianza possa essere raggiunta.
Sì, un’ora è veramente poco tempo nel quale fare la differenza. Ma non mi pento di aver intrapreso questa sfida. Per un'ora ogni semestre, ho l'opportunità di presentare ai miei studenti un uomo, un artista, un umanitario, e un incredibile attivista per i diritti civili che non hanno mai conosciuto. Poi do l'opportunità di incontrare Michael Jackson, l'essere umano.
Per quanto riguarda Michael Jackson, la caricatura, rimarrà ancora là fuori, molto tempo dopo che i miei studenti se ne saranno andati dall’aula di inglese 102. Ma in qualche modo, dubito che la caricatura potrà mai possedere tutto lo stesso interesse per loro.
La verità ha uno strano modo per farlo.
Fonte: http://www.allforloveblog.com/?p=5377
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