Ruanda,nasce l'archivio del genocidio

Ruanda, nasce l'archivio del genocidio
La memoria digitale per non dimenticare
Una sorta di "deposito" altamente tecnologico di tutte le informazioni relative al bagno di sangue del 1994, quando in cento giornioltre 800mila persone, in maggioranza di etnia Tutsi, furono massacrate. L'archivio avrà sede presso il Memoriale del genocidio di Kigali, dove sono sepolte decine di migliaia di vittime: 1.500 registrazioni audiovisive e oltre 20mila document
di EMANUELA STELLA

Ruanda, nasce l'archivio del genocidio La memoria digitale per non dimenticare
KIGALI - Nasce in Ruanda l'Archivio del genocidio 1, un progetto ambizioso di alta tecnologia che servirà da "deposito" di tutte le informazioni relative al bagno di sangue del 1994, quando in cento giorni, dal 6 aprile alla metà di luglio, almeno 800mila persone, in maggioranza appartenenti all'etnia Tutsi, furono massacrate. L'archivio avrà sede presso il Memoriale del genocidio di Kigali, dove sono sepolte decine di migliaia di vittime dei massacri; il nucleo dell'archivio, destinato a crescere con il contributo dei cittadini e degli studiosi, consiste in 1.500 registrazioni audiovisive e in oltre 20mila documenti e fotografie. Il materiale raccolto proviene da giornali e musei del Ruanda, da archivi giudiziari, da repertori esteri, specialmente francesi, ma soprattutto dalle testimonianze dei sopravvissuti. Col tempo registrazioni e documenti saranno digitalizzati e resi disponibili on line.

Il progetto. E' frutto di sei anni di lavoro e nasce per iniziativa della fondazione britannica Aegis Trust 2 per la prevenzione dei crimini contro l'umanità e della Commissione per la lotta contro il genocidio di Kigali, e rappresenta il tentativo di fare di quello ruandese uno dei genocidi meglio documentati della storia.
Freddy Mutanguha, direttore per il Ruanda dell'Aegis Trust, spiega che l'iniziativa ha uno scopo principalmente didattico, tanto per
il Ruanda che per i paesi esteri: "Verrà dimostrato con i fatti in che modo il genocidio è stato preparato e condotto, per raccontare cosa è successo e per dire che non dovrà succedere mai più". In questi 16 anni il governo del presidente Paul Kagame, che ha instaurato un regime autoritario, ha fatto del genocidio la memoria storica costitutiva del nuovo Ruanda.

Quasi 200 i memoriali eretti. Si trovano nei luoghi in cui sono stati consumati gli eccidi; in tutto il Ruanda si sono tenuti migliaia di processi gacaca (dalla parola che nella lingua locale significa "erba"), quelli in cui la giustizia viene tradizionalmente amministrata all'aperto e dalle stesse comunità, e in cui le persone accusate di genocidio, i parenti delle vittime e i sopravvissuti si confrontavano direttamente. Gli atti di questi processi sono entrati a far parte del nuovo centro di documentazione. Il materiale audiovisivo, grazie all'assistenza delle biblioteche dell'università del Texas, viene copiato negli archivi digitali e accompagnato da trascrizioni in lingua inglese, kinyarwanda e francese.

Il recupero del materiale disperso. "Importanti documenti sul genocidio in Ruanda continueranno probabilmente a restare dispersi in diversi luoghi del mondo, ma la nostra ambizione è quella di tradurre in formato digitale tutto quello che non potrà essere contenuto nell'archivio fisico", ha detto Fred Heath, direttore delle biblioteche dell'Università del Texas. Si lavora anche a un database che utilizza tecnologie GPS per mappare tutti i luoghi teatro delle stragi, corredandoli di fotografie e testimonianze di sopravvissuti, testimoni e carnefici. David Kirk, docente di interazione con i computer della scuola di informatica dell'università di Nottingham, che gestisce un segmento del progetto, ha detto al "Guardian" di auspicare che questo lavoro possa aiutare i parenti delle vittime a ricostruire gli ultimi momenti di vita dei loro cari.

Fonte: Repubblica