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Italiano rapito da gruppo islamico "

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Messaggio Da 4evermichael Dom Ott 23, 2011 6:22 pm

Inviato: Gio Apr 14, 2011 10:12 pm
Italiano rapito da gruppo islamico
"Liberate i detenuti o lo uccidiamo"


GAZA - Un volontario italiano, Vittorio Arrigoni 1, è stato rapito oggi a Gaza da un gruppo islamico salafita - la "Brigata Mohammed Bin Moslama" - che, in un filmato su YouTube, minaccia di ucciderlo se entro 30 ore, a partire dalle ore 11 locali di stamane (le 10 in Italia), il governo di Hamas non libererà detenuti salafiti. Lo hanno riferito fonti stampa a Gaza.

IL VIDEO DELL'ULTIMATUM 2

Il filmato su YouTube. Bendato e con evidenti segni di violenza sul lato destro del volto. Così appare Vittorio Arrigoni, in un video postato oggi su YouTube da "ThisisGazaVoice". Il volontario italiano, con indosso una maglia nera, sembra avere le mani legate dietro la schiena, mentre qualcuno gli tiene la testa per i capelli. Sul viso, tracce di sangue che partono da sotto la benda nera che gli copre gli occhi. Una musica copre il sonoro del video, mentre in sovrimpressione appare una scritta in inglese che recita: "Il popolo di Gaza si dispiace per quello che questi bigotti hanno fatto a Vittorio. Siamo sicuri che sarà presto libero e salvo". Al termine del filmato scorrono scritte in arabo con la data di oggi. Vittorio Arrigoni, secondo le prime informazioni raccolte, è stato sequestrato da tre miliziani armati a Gaza City.

Nelle scritte in arabo che
compaiono sul video ci sono accuse contro l'Italia e contro Hamas. Stando a una libera traduzione, i rapitori accusano Arrigoni di diffondere "i vizi occidentali", il governo italiano di combattere contro i paesi musulmani e il governo del premier Ismail Haniyeh di lottare contro la Sharia (la legge religiosa musulmana). Nel video, il cooperante italiano viene descritto come "uno che entra nella nostra casa portandoci la corruzione morale" e dietro il quale c'è uno "staterello, l'Italia, infedele, il cui esercito è presente ancora nel mondo islamico". I rapitori si rivolgono poi al "governo apostata" di Islam Haniyeh chiedendogli di liberare "tutti i detenuti salafiti" che si trovano nelle carceri di Hamas nella Striscia di Gaza.

Integralisti legati ad Al Qaeda. I salafiti appartengono a una corrente islamica ultraradicale, che contesta Hamas da posizioni ancora più integraliste. Nel messaggio sul video, inoltre, la scritta in arabo esorta i giovani di Gaza a sollevarsi contro il governo Haniyeh di Hamas, reo ai loro occhi di gravi ingiustizie. Lo sceicco al-Saidani, noto anche come Abu Walid al-Maqdisi, il principale fra i detenuti di cui i salafiti di Gaza chiedono la scarcerazione, è il leader di Al-Tawhid Wal-Jihad una formazione salafita impegnata nella Jihad (guerra santa ad oltranza) e fiancheggiatrice di Al Qaeda. Egiziano di origine, aggiungono le fonti, Abu Walid al-Maqdisi è stato arrestato poco più di un mese fa dai servizi di sicurezza egiziani perchè ritenuto coinvolto in una serie di attentati. Secondo Haaretz, nell'aprile 2006 Al-Tawid al-Maqdisi rivendicò la paternità di attentati contro alberghi nel Sinai (Egitto) in cui rimasero uccise 19 persone. Il giornale sostiene che Hamas ha adesso elevato lo stato di allerta nel timore di ritorsioni da parte dei sostenitori dello sceicco.

Gli altri gruppi si dissociano. Retate fra militanti e simpatizzanti di vari gruppuscoli ultraintegralisti salafiti sono in corso in queste ore da parte della polizia di Hamas, nella Striscia di Gaza. I fermi potrebbero essere un tentativo di far pressione in questa fase sui sequestratori di Arrigoni. A tarda sera, portavoce di due delle più conosciute sigle salafite di Gaza (Jund Ansar Allah e Tawhid wa Jihad) si sono fatti peraltro vivi per dissociarsi dal sequestro, negare qualsiasi loro responsabilità nell'episodio e avanzare il sospetto che la vicenda possa rappresentare l'occasione per un giro di vite da parte di Hamas contro le fazioni più indocili.

L'ultimo messaggio sul blog. Arrigoni è il secondo italiano rapito nel Nord Africa e Medio Oriente. Sandra Mariani, volontaria toscana rapita nel Maghreb, dal 18 febbraio non dà più notizie di sé. Nell'ultimo messaggio 3 diceva di essere nelle mani di Al Qaeda. Vittorio Arrigoni ha una pagina Facebook 4 su cui ora stanno arrivando centinaia di messaggi di solidarietà e su cui compaiono i suoi ultimi post. Il cooperante italiano, oltre a collaborare col quotidiano Il Manifesto, ha anche un blog 5 in cui racconta la situazione a Gaza. Il Suo ultimo post risale a ieri, 13 aprile: "4 lavoratori sono morti ieri notte per via del crollo di uno dei tunnel scavati dai palestinesi sotto il confine di Rafah - si legge nel blog 'Guerrilla radio' - tramite i tunnel passano tutti i beni necessari che hanno permesso la sopravvivenza della popolazione di Gaza strangolata da 4 anni dal criminale assedio israeliano. Dai tunnel riescono a entrare nella striscia beni principali quali alimenti, cemento, bestiame". Su altri blog di attivisti e amici sono già stati pubblicati diversi appelli per la sua liberazione, come quello di Omar Ghraieb: "Tutti gli amici di Vittorio, qui e ovunque, chiedono ad Hamas di intervenire immediatamente per far liberare Vittorio che lavora duro per aiutare Gaza da tanto tempo. Per favore, preghiamo tutti perché torni a casa sano e salvo". Per chiedere la sua liberazione 6 è stata anche realizzata un'apposita pagina Facebook.

La preoccupazione di amici e parenti. "Ho sentito Vittorio lunedì o martedì sera ed era tranquillissimo come sempre", ha raccontato la madre del cooperante. I tentativi di avere altre notizie da Gaza, riferisce Germano Monti, del coordinamento Freedom Flottilla Italia, finora non hanno avuto successo. "Vittorio si trovava a Gaza con altri volontari dell'International Solidarity Movement ma lui era l'unico italiano - aggiunge Monti - Noi stiamo organizzando la seconda flotta per Gaza, per questo eravamo in contatto permanente con lui. Speriamo che si risolva tutto al più presto: siamo molto affezionati a Vittorio a al suo lavoro". "Vittorio Arrigoni - ricorda - è l'unico italiano che restò a Gaza durante i bombardamenti dell'operazione 'Piombo fuso', dal dicembre 2008 al 18 gennaio 2009".

"Vittorio Arrigoni ha iniziato a collaborare con noi mandando pezzi di cronaca sul conflitto a Gaza, dove si trovava come volontario di una Ong", riferisce il vicedirettore del "Manifesto", Angelo Mastrandrea.
"Pur non essendo un giornalista, erano testimonianze in presa diretta - prosegue il vicedirettore del quotidiano - Quando è esploso il conflitto, gli abbiamo chiesto di fare un diario: erano cronache quotidiane molto vissute tanto che poi gli abbiamo proposto di metterle insieme per farci un libro, poi pubblicato, dal titolo 'Restiamo Umani'".

Manifestazioni per la liberazione. "Sconcerto e angoscia per il rapimento del cooperante italiano Vittorio Arrigoni, è stata espressa dal capogruppo Pd nella commissione Esteri di Montecitorio, Francesco Tempestini, il quale ha aggiunto: "Arrigoni è una persona che sta dalla parte delle buone cause e auspichiamo che possa tornare subito libero. Non può che destare preoccupazione il fatto che ci sia un nuovo innalzamento della tensione che rischia di aprire ulteriori scenari di pericolo nell'area di Gaza. Naturalmente contiamo che tutti facciano la propria parte per risolvere subito la vicenda".

"L'Italia dei Valori si stringe ai familiari di Vittorio Arrigoni, il cooperante italiano rapito a Gaza, e si augura che possa tornare al più presto in libertà". Lo afferma il portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando, che aggiunge: "Auspichiamo che il ministro Frattini e il governo italiano facciano tutto il possibile per garantire l'incolumità del nostro connazionale".

Un gruppo di militanti di alcune associazioni pacifiste si è radunato davanti alla Camera dei deputati, per chiedere al Governo e al Parlamento di attivarsi per la liberazione. E due manifestazioni contemporanee, a Roma e a Milano, chiederanno la liberazione del cooperante. L'appuntamento è per domani alle 16: a Roma al Colosseo, e a Milano in piazza Duomo.

La Farnesina: ancora nessuna rivendicazione. L'unità di crisi del ministero degli Esteri sta verificando la notizia del rapimento. "Al momento non risultano rivendicazioni nei confronti dell'Italia da parte dei supposti sequestratori". E' quanto sottolinea, in una nota, la Farnesina, sottolineando di aver "già effettuato gli opportuni passi per ogni intervento a tutela", di Antonio Arrigoni, rapito a Gaza. Il Ministro Frattini, in contatto "con i nostri rappresentati diplomatici, sta seguendo con la massima attenzione l'evolversi della situazione", prosegue la nota sottolineando che l'Unità di Crisi è già in contatto con la famiglia. Considerata la particolare delicatezza della vicenda il Ministero degli Esteri - conclude - manterrà il consueto necessario riserbo.

In un sito che indica i "nemici" da colpire, Vittorio Arrigoni è indicato come il bersaglio numero uno. Di lui e di altri cooperanti, Jenny Linnel e Ewa Jasiewicz, sono pubblicate foto, dettagli e segni particolari per poterli identificare.

(14 aprile 2011)

http://www.repubblica.it/esteri/2011/04/14/news/gaza_rapito_volontario_italiano-14944673/
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