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La favola della tua vita (one shot)

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Messaggio Da marina56 Lun Ott 17, 2011 11:34 am

-Papà? Papà? PAPA'!
La piccola Paris scoppiò a ridere, con lei il padre. Prince, dietro di loro, faceva volteggiare Blanket su un tappeto di erba verde.
Caddero tutti e tre, esausti e felici.
Era il 21 di marzo, l'inizio della primavera, l'inizio della vita.
Le viole nascevano dalla terra, andando a colorare un mondo che diventava sempre più bello a ogni passo.
I tre piccoli principi giocavano con il loro re, felici che lui fosse felice.
Prima la corsa, poi i gavettoni, infine la battaglia di torta.
Quella giornata fu la cosa più bella della primavera per loro.
Adesso erano a letto, completamente sfiniti.
Michael fece per uscire, quando...
-Papà, ci racconti una favola?
L'uomo sorrise. Era certo che prima o poi avrebbe sentito Blanket avanzare quella richiesta, era nella sua natura.
-Va bene, ma poi andate a dormire, ok?
I figli risposero di sì, obbedienti.
Michael sorrise di nuovo.
-C'era una volta un bambino, che si chiamava Jack. Era molto bravo a cantare e a ballare, ma il padre, che era cattivo, non gli permetteva dnè di cantare nè di ballare.
Un giorno il bambino di nascosto cominciò a ballare nella sua cameretta. Il padre lo vide, vide che era bravo. Allora decise di fare del talento del figlio un mestiere.
Il bambino all'inizio amava questo lavoro, vi dedicava tutto se stesso.
Ma poi il lavoro cominciò a diventare troppo difficile. Il padre di Jack lo spronava ad andare avanti, e Jack gli obbediva, perché aveva paura del padre.
Un giorno, un bel giorno, il bambino ormai divenuto uomo si ribellò al padre cattivo e cominciò a lavorare da solo.
Ora era più felice, ora era veramente un lavoro che gli piaceva. Metteva tutto se stesso nelle canzoni che cantava e che ballava, perché voleva fare felici tutte le persone che ora lo seguivano e che lo amavano.
Per un po' di anni andò tutto bene all'uomo.
Ma poi persone invidiose cominciarono a dire cose false su di lui, ad accusarlo ingiustamente. L'uomo però riusciva sempre a mettere a tacere le critiche perché sapeva che era tutta colpa dell'invidia.
Un giorno però le persone lo accusarono della colpa più grave: quella di avere fatto del male ai bambini.
L'uomo non ci poteva credere. Provò a dire che non era vero, ma era tutto inutile. Nessuno lo ascoltava, così l'uomo sperò che tutto si sistemasse da solo.
Col tempo imparò a vivere con quella colpa ingiusta, quasi la sentiva come sua.
Un giorno però l'uomo incontrò una ragazza che somigliava a un angelo. Se ne innamorò, e due anni dopo la ragazza gli regalò tre splendidi angioletti. L'uomo sentiva che la sua vita era perfetta così, non voleva nient'altro.
-Papà, ma questo signore esiste davvero?
-E' vissuto tanto tempo fa, e quando stava per andare da Dio mi ha raccontato la sua storia.
-Come si chiamava, papà?
-Come me. Si chiamava Michael.
-Grazie papà. Buonanotte!
L'uomo sorrise, la sofferenza si allentò.

Il dono più grande di Jack erano i suoi figli.
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