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Giornata mondiale contro la violenza sulle donne

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Messaggio Da szwaby82 Mar Ott 25, 2011 9:48 am

Un fiocco bianco contro la violenza sulle donne

Oggi è la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Anche il nostro sito "indossa" il fiocco bianco simbolo di questa giornata. Ma soprattutto, gazzettadiparma.it ha cercato di proporre alcuni spunti di riflessione. Eccoli:

I NUMERI DELLA VIOLENZA - Sono 115 le donne uccise in Italia nel 2010 a causa di violenza da parte degli uomini. Il dato è emerso da una ricerca condotta dalle volontarie della Casa delle donne di Bologna, che definiscono tali vittime «donne uccise in quanto tali». Secondo l’indagine, diffusa in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, negli ultimi anni si è registrato un costante aumento dei femminicidi: 101 nel 2006, 107 nel 2007, 112 nel 2008 e 119 nel 2009.

L'allarme riguarda, in particolar modo, la violenza domestica perchè le relazioni famigliari e tra i sessi risultano essere quelle di maggior pericolo per la donna: nello scorso anno i responsabili degli omicidi sono stati i mariti per il 36% dei casi, i conviventi o partner per il 18%, gli ex compagni per il 9% e parenti per il 13%.

La ricerca evidenzia, infine, che nel 2009 le donne vittime di femminicidio sono di nazionalità italiana per il 70,8% dei casi come sono per la maggior parte italiani, (76%) i loro assassini.

E a Parma? Basterebbero i nomi di Virgy e di Silvia per ricordare che anche da noi il rapporto uomo-donna può essere malato fino a sfociare in tragedia. E se questi sono i drammi più eclatanti, la dimensione del fenomeno è rappresentata dal fatto che circa 200 donne vengono accolte in un anno al Centro antiviolenza di Parma.

I centri antiviolenza ai tempi della crisi economica... - I Centri antiviolenza chiudono l’uno dopo l’altro «strangolati dai tagli della Finanziaria e dall’ostilità degli Enti locali, intanto 19 donne vengono uccise dai partners o ex partners solo in 26 giorni, tra ottobre e novembre di quest’anno». È quanto denuncia D.I.RE. (Donne in rete contro la violenza), l’associazione che raccoglie 58 centri antiviolenza in Italia, alle soglie della Giornata Internazionale contro la Violenza alle Donne, che ricorre giovedì 25 novembre. In una conferenza alla Casa Internazionale delle Donne di Roma, le rappresentanti dei centri di Palermo, Cosenza, Viterbo, Pescara, Udine, Messina, Napoli e Roma hanno fornito la propria testimonianza per lanciare un allarme sull'inadeguatezza numerica delle strutture di accoglienza rispetto al bisogno generato dal fenomeno della violenza nel Paese e sull'esistenza di leggi regionali che non vengono finanziate. Secondo D.I.RE., infatti, nel 2009 13.587 donne, il 67% delle quali italiane, si sono rivolte ai centri antiviolenza dell’associazione: il 14,2% in più rispetto al 2008. Nelle strutture che prevedono la possibilità di alloggio, sono state ospitate 576 donne e 514 minori, a fronte di una capacità alloggiativa di 393 posti letto. «La realtà del nostro Paese – ha spiegato Concetta Carrano, di Differenza Donna – è in contrasto con le indicazioni dell’Onu e dell’Unione Europea, i cui standard, fissati nel 1999, prevedono l'esistenza di almeno un centro antiviolenza familiare ogni 10.000 persone e un centro di emergenza ogni 50.000 abitanti». Durante la conferenza è stato sottolineato, inoltre, che i centri antiviolenza costituiscono un investimento non solo sociale ma anche economico del Paese, perchè «una donna accolta in un centro costa sette volte meno rispetto al caso in cui viene assistita dai servizi sociali». «Esempi virtuosi - hanno detto le iscritte a Donne in rete – sono i centri di Differenza Donna nel Lazio, fiore all’occhiello dell’amministrazione Zingaretti». «Sono anni che il ministero ci assicura l’esistenza di un fondo di 20 milioni di euro – ha concluso Carrano – ma ancora non sono chiari nè i tempi nè i modi di distribuzione».

VIDEOINTERVISTA - Franca Tragni è una attrice che porta sul palco soprattutto comicità. Ma è anche impegnatissima nel sociale (spettacoli in carcere), e proprio attraverso il teatro comico ha lavorato con le associazioni dei malati di tumore. Ecco perchè abbiamo chiesto proprio a lei una riflessione su violenza, sul rapporto uomo-donna e anche su come la donna stessa, in tv e no solo, a volte accetta che vengano sviliti il proprio ruolo e il proprio corpo. Guarda l'intervista.

IL CORPO DELLE DONNE: CALENDARI E NON SOLO... - Non c'è nulla, ovviamente, che possa giustificare una cosa odiosa come la violenza sulle donne. Ma forse non è solo una provocazione chiedere se non tocchi anche alle stesse donne una riflessione su come, troppo spesso, il corpo femminile venga svilito: spesso per scelta di uomini, ma con donne che accettano quel ruolo. Due esempi: i calendari , che in questi giorni tornano ad affollare le edicole, e il dibattito sviluppatosi sul corpo delle donne, anche e soprattutto dopo l'omonimo libro-documentario di Lorella Zanardo ( il nostro speciale è del dicembre 2009).

MA STA CAMBIANDO QUALCOSA...? - I numeri aggiornati della violenza li abbiamo dati all'inizio. Provate adesso a confrontare la realtà con le riflessioni della pubblicazione di Forum solidarietà del gennaio 2008, dal titolo Donne, l'avanzata silenziosa , che abbiamo allegato a questo articolo: sono trascorsi due anni...
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Messaggio Da szwaby82 Mar Ott 25, 2011 9:49 am

Ad uccidere sono mariti e fidanzati
Una grande mobilitazione per la Giornata mondiale contro gli abusi sul mondo femminile. Un impegno che durerà 16 giorni fino al 10 dicembre nella Giornata dei diritti umani. L'obiettivo è raccogliere 8.000 firme al giorno, tante quante sono le bambine sottoposte quotidianamente alle mutilazioni genitali nel mondo, Un problema che riguarda anche 500.000 donne e ragazze in Europa
di EMANUELA STELLA

Un nastro bianco contro la paura Ad uccidere sono mariti e fidanzati
ROMA - Donne uccise - quasi sempre da mariti e compagni - ma anche picchiate, stuprate e sottoposte a mutilazioni genitali. E' pensando a loro che l'assemblea generale delle Nazioni Unite, nel 1999, ha indicato nel 25 novembre la giornata in cui ci si mobilita (indossando un nastrino bianco sul bavero della giacca) contro quella che il segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, ha definito "la violazione dei diritti umani più vergognosa. Essa non conosce confini né geografia, cultura, povertà o ricchezza. Fintanto che continuerà, non potremo pretendere di aver compiuto dei reali progressi verso l'uguaglianza, lo sviluppo e la pace".

Sedici giorni di impegno. Il 25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, è stato scelto per ricordare il brutale assassinio delle tre sorelle Mirabal, attiviste politiche della Repubblica Dominicana, ordinato nel 1961 dal dittatore Rafael Trujillo. Governi, amministrazioni locali e Ong hanno messo in campo iniziative che segnano l'avvio di una mobilitazione di 16 giorni contro la violenza di genere e che culmineranno il 10 dicembre nella Giornata dei diritti umani.

130 milioni di vittime. In Italia Amnesty International 1 lega questa giornata alla campagna contro le mutilazioni genitali femminili in Italia, in Europa e nel mondo, sostenuta da Mara Carfagna, ministro per le Pari Opportunità, ed Emma Bonino, vice presidente
del senato. L'obiettivo è raccogliere 8.000 firme al giorno, tante quante sono le bambine che rischiano di subire mutilazioni dei genitali femminili nel mondo, pari a 3 milioni l'anno, per chiamare la Commissione e il Parlamento europeo a definire una strategia complessiva. Sono 130 milioni nel mondo le donne che hanno subito tali pratiche, diffuse in 28 paesi dell'Africa subsahariana e in alcuni paesi asiatici e del Medio Oriente. Il problema riguarda anche 500.000 donne e ragazze in Europa: Amnesty stima che siano 180.000 le bambine residenti in Europa che rischiano di subire questa pratica. La raccolta di firme 2.

Fenomeno in crescita. Aumentano i "femminicidi" in Italia e il primato è del Nord. L'ultima è Emiliana Femiano, 25 anni, uccisa dall'ex fidanzato domenica scorsa. Nel 2010 sono già 115 le donne ammazzate, stando a un'indagine della Casa delle donne di Bologna 3, che definisce le vittime "donne uccise in quanto tali". I femminicidi erano stati 101 nel 2006, 107 nel 2007, 112 nel 2008, 119 nel 2009. Responsabili i mariti nel 36% dei casi, i conviventi o i partner nel 18%, gli ex compagni nel 9%, i parenti nel 13%. Per lo più italiane le vittime (70,8%) e gli assassini (76%). Secondo l'indagine, dal 2006 al 2009 le donne uccise sono state 439. L'allarme si focalizza sulla violenza domestica, perché le relazioni familiari e tra i sessi risultano essere quelle più "rischiose" per la donna.

Quando si dice "No" alla subalternità. La violenza si scatena quasi sempre quando le donne cercano di sottrarsi al tradizionale ruolo di sottomissione, quando vogliono porre fine a un rapporto o quando vogliono la separazione. La gelosia è una delle principali cause di morte, e i femminicidi sono più numerosi al nord che al sud (49% contro 24%), probabilmente perché al nord le donne sono più emancipate. Nel 64% dei casi l'aggressione avviene nella casa della vittima, il luogo che dovrebbe essere più sicuro e dove invece la vita della donna è maggiormente in pericolo.

Centri antiviolenza a rischio. I tagli previsti dalla legge di stabilità per le organizzazione di volontariato, mettono a repentaglio i centri antiviolenza. Ma i tagli dei fondi agli enti locali, costringono alla chiusura numerosi luoghi concretamente idonei a offrire accoglienza e assistenza alla donna abusata, maltrattata, in fuga da un compagno manesco. È la denuncia della onlus Dire-Donne 4 in rete contro la violenza, che raccoglie 58 centri sul territorio nazionale. Ha cessato l'attività in questi giorni il centro di Cosenza, stessa sorte per quello pugliese di Polignano a Mare, mentre anche quello di Lugo (Ravenna) è in stato di crisi e a fatica riesce, con il contributo volontario delle operatrici, a compiere le sue attività. "Il Governo a parole fa politiche per donne, come il Piano antiviolenza della Carfagna che noi per primi abbiamo voluto, o come la legge anti-stalking, ma nei fatti non ci sono politiche stabili e finanziamenti certi e quindi molti centri sono costretti a chiudere", denuncia Elisa Ercoli, responsabile del centro per le donne vittime di tratta di Roma.

Migliaia le richieste d'aiuto. Sono 13.587 le donne che si sono rivolte nel 2009 a un centro antiviolenza (il 14,2% in più rispetto all'anno precedente): di queste il 67% sono italiane. Le donne ospitate sono state 576 (con 514 minori) a fronte di una capienza massima di 393 posti letto. "Questa politica miope non capisce che i centri antiviolenza costituiscono un investimento non solo sociale ma anche economico del paese, perché una donna accolta in un centro costa sette volte meno rispetto al caso in cui venga assistita dai servizi sociali", hanno sostenuto le operatrici della Dire.

Iniziative concrete. L'Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda) e il Fatebenefratelli, in collaborazione con l'Associazione italiana medici di famiglia 5, hanno redatto un vademecum destinato agli operatori sanitari per riconoscere le vittime di violenza domestica e intervenire ai primi segnali. Il vademecum 6 è scaricabile online e viene distribuito nei 67 ospedali lombardi "amici della donna" premiati con i Bollini rosa di Onda. Una campagna contro lo stalking è stata lanciata dalla Regione Lombardia: promossa da Telefono donna 7, prevede spot tv e radio e cartelloni, con l'obiettivo di far emergere dalla dimensione privata un problema che è sociale, affiancando le donne nella denuncia e fornendo assistenza psicologica e legale.

"L'indifferenza è violenza". Numerose le iniziative locali: cartoline con lo slogan "Anche l'indifferenza è violenza" vengono distribuite sul territorio fiorentino in mercati, scuole, stazioni ferroviarie, insieme al tradizionale fiocco bianco simbolo della giornata, mentre i panifici del vicentino distribuiranno sacchetti con la scritta "Per molte donne la violenza è pane quotidiano, aiutaci ad aiutarti". Sui sacchetti sono indicati recapiti telefonici e mail ai quali le donne vittime di violenza possono rivolgersi. "Non è un paese per donne" 8 è invece lo slogan scelto da una rete di associazioni di Bari per celebrare la giornata contro la violenza.

Le femministe romane. Legano la giornata del 25 novembre alla protesta contro la proposta di legge regionale sui consultori, "che mira a chiudere quelli pubblici spostando i soldi su quelli privati", come scrive Il paese delle donne on line (che dà appuntamento per un presidio davanti alla sede della Regione Lazio). A Roma, al cinema Anica (viale Regina Margherita 286), si incontrano personaggi della musica e del cinema come Fiorella Mannoia e Serena Autieri, per dire basta alla violenza e per ricordare il diritto di sentirsi "Libere di essere" 9. La manifestazione ha il sostegno dell'Assessorato alle politiche sociali di Roma Capitale, guidato da Sveva Belviso.

"Difesa in Rosa". è il titolo dell'iniziativa, patrocinata dalla Commissione delle Elette del Comune di Roma 10, che coinvolgerà gratuitamente donne di tutte le età. Le lezioni di autodifesa si svolgeranno sabato 27 e domenica 28 al Centro Area di via Mendola e saranno tenute dall'Associazione Police Friends. Moltissime le pagine Facebook dedicate alla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne (si schiera anche Second Life 11).
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