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Intervista Ebony Jet 1992,Tanzania(Testo)

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Messaggio Da szwaby82 Lun Ott 17, 2011 11:43 pm

Intervista Ebony Jet 1992

Fra tutte le superstar che sono restie a condividere le loro opinioni personali con il pubblico attraverso la stampa, Michael Jackson si può classificare facilmente come il più riluttante. Artista estroverso e consumato quando è sul palco, rimane a labbra serrate come un monaco Trappista (religiosi di clausura dediti alla meditazione, ndt) quando si tratta di soddisfare la stampa. Ecco perché la Johnson Publishing Co. ritiene un colpo straordinario che il re del pop abbia abbandonato il suo abituale riserbo e abbia concesso la più lunga intervista "in otto anni" a Ebony e Jet. L'intervista è apparsa nel numero di maggio 1992 di Ebony.

E' stata condotta da Robert E. Johnson, Direttore esecutivo di Jet, durante la visita dell'intrattenitore in quattro paesi africani (Gabon, Costa d'Avorio, Tanzania, Egitto).


Ebony / Jet: Hai qualche sensazione speciale su questo ritorno nel continente africano?

JACKSON: Per me, è come "l'alba della civiltà". E' il primo luogo dove la società è esistita. Ha visto un sacco di amore. Credo che ci sia questa connessione perché è la radice di tutti i ritmi. Tutto. E' casa.

Ebony / Jet: Hai visitato l'Africa nel 1974. Puoi confrontare e mettere in contrapposizione le due visite?

JACKSON: Sono più consapevole delle cose questa volta: delle persone e di come vivono e del loro governo. Ma per quanto mi riguarda sono più consapevole dei ritmi e della musica e della gente. Questo è quello che sto notando in realtà più di ogni altra cosa. I ritmi sono incredibili. Si può dire soprattutto del modo in cui i bambini si muovono. Anche i bambini piccoli, quando sentono i tamburi, iniziano a muoversi. Il ritmo, il modo in cui incide sulla loro anima e cominciano a muoversi. La stessa cosa che i neri hanno in America....

Ebony / Jet: Come ci si sente ad essere un vero re?

JACKSON: Non cerco mai di riflettere su questo perché non voglio pensarci troppo. Ma è un grande onore...

Ebony / Jet: Parlando di musica e ritmo, come hai messo insieme i canti gospel sul tuo ultimo album?

JACKSON: Ho scritto "Will You Be There?" a casa mia, a Neverland in California... Non ci ho pensato molto. Ecco perché è difficile prendersi il merito per le canzoni che scrivo, perché ho sempre la sensazione che vengano dall'alto. Mi ritengo fortunato per essere lo strumento attraverso il quale scorre la musica. Sono solo la fonte attraverso cui provengono. Non posso prendermi il merito perché è il lavoro di Dio. Sta solo usandomi come il messaggero....

Ebony / Jet: Qual è stata l'idea per l'album Dangerous?

JACKSON: Volevo fare un album che fosse come "Lo Schiaccianoci" di Tchaicovsky, in modo che fra un migliaio di anni da adesso, la gente lo ascoltasse ancora. Qualcosa che possa vivere per sempre. Mi piacerebbe vedere bambini e ragazzi e genitori e tutte le razze di tutto il mondo fra centinaia e centinaia di anni da oggi che tirano ancora fuori le canzoni di quell'album e lo dissezionano. Voglio che viva.

Ebony / Jet: Ho notato in questo viaggio che hai fatto uno sforzo speciale per visitare i bambini.

JACKSON: Io amo i bambini, come puoi vedere. E i neonati.

Ebony / Jet: E gli animali.

JACKSON: Beh, c'è una certa percezione che hanno gli animali e i bambini che mi trasmette come un nettare creativo, una forza particolare che in età adulta si perde a causa dei condizionamenti del mondo. Un grande poeta ha detto una volta: "Quando vedo i bambini, vedo che Dio non si è ancora arreso con l'uomo". L'ha detto un poeta indiano, dell'India, e il suo nome è Tagore. L'innocenza dei bambini rappresenta per me la fonte di un'infinita creatività. Questo è il potenziale di ogni essere umano. Ma nel momento in cui diventi un adulto sei condizionato; sei così condizionato dalle cose su di te e così via. Amore. I bambini sono affettuosi, non fanno gossip, non si lamentano, sono semplicemente generosi. Sono pronti per te. Non giudicano. Loro non vedono le cose in base al colore. Sono molto candidi. Questo è il problema con gli adulti: perdono la loro qualità infantile. E questo è il livello di ispirazione che è così necessario e così importante per la creazione e la scrittura di canzoni o per uno scultore, un poeta o un romanziere. E' lo stesso tipo di innocenza, lo stesso livello di coscienza, da cui si crea. E i bambini ce l'hanno. Io lo sento dagli animali e dai bambini e dalla natura. Naturalmente. E quando sono sul palco. Non riesco ad esibirmi se non ho quel tipo di ping pong con la folla. Quel tipo di causa ed effetto, di azione e reazione. Perché io li utilizzo: loro mi nutrono e io funziono con loro energia.

Ebony / Jet: Dove si dirige tutto questo?

JACKSON: Io credo veramente che Dio scelga le persone per fare certe cose, il modo in cui Michelangelo o Leonardo da Vinci o Mozart o Muhammad Ali o Martin Luther King sono stati scelti. Ed è la loro missione fare quella cosa. E penso che non ho ancora scalfito la superficie di ciò che è il mio vero scopo nell’essere qui. Sono impegnato nella mia arte. Io credo che tutta l'arte abbia come fine ultimo l'unione tra il materiale e lo spirituale, l'umano e il divino. E credo che questa sia la ragione stessa dell'esistenza dell'arte e di quello che faccio. E mi sento fortunato ad essere questo strumento attraverso il quale scorre la musica... Sento profondamente che questo mondo in cui viviamo è davvero una grande, enorme, monumentale orchestra sinfonica. Credo che nella forma primordiale di tutta la creazione ci sia il suono e che non sia solo suono casuale, ma sia la musica. Hai sentito l'espressione musica celestiale? Beh, è una frase molto letterale. Nei Vangeli, leggiamo: "E il Signore Dio fece l'uomo dalla polvere della terra e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente". Quel soffio di vita per me è la musica della vita e permea ogni fibra della creazione. In uno dei pezzi dell'album Dangerous, dico: "Eterne canzoni, pulsando nel mio sangue, hanno ballato al ritmo dei flussi della marea" (ovviamente è una frase del bellissimo poema “Planet Earth”, ndt). Questa è una affermazione molto letterale, perché gli stessi nuovi miracolosi intervalli e i ritmi biologici che scandiscono l'architettura del mio DNA disciplinano anche il movimento delle stelle. La musica stessa disciplina il ritmo delle stagioni, la pulsazione dei nostri battiti cardiaci, la migrazione degli uccelli, il flusso e riflusso delle maree, i cicli di crescita, di evoluzione e dissoluzione. E' musica, è ritmo. E il mio obiettivo nella vita è quello di dare al mondo quello che ho avuto la fortuna di ricevere: l'estasi della divina unione attraverso la mia musica e la mia danza. E’ il mio scopo, è quello per cui sono qui.

Ebony / Jet: E riguardo la politica?

JACKSON: Non entro mai nella politica. Ma penso che la musica abbia un effetto positivo sull'ambiente. Se metti delle cellule sotto il miscroscopio e metti su della musica le vedrai muoversi e cominciare a ballare. Lei colpisce l'anima .... Sento la musica in ogni cosa. Sai, questo è il massimo che ho detto in otto anni.... Lo sai che non concedo interviste. Questa è perché ti conosco e mi fido di te. Tu sei l'unica persona di cui mi fidi a concedere interviste.
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