Michael Jackson Who Is It
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Messaggio Da marina56 Lun Ott 17, 2011 11:37 am

1 CAPITOLO

Ore 13:30.Una girata di chiavi e la porta si apri'.
Alexa entro' in casa carica di buste,come era solita fare quasi ogni mattina;attraverso' l'enorme salone della casa ed entro' in cucina.

"Mamma,ecco la spesa".

Poso' le buste sul paviemnto,aiuto' frettolosamente ad estrarre i pacchetti e le scatolette di cibo dalle buste e si diresse in bagno a lavarsi le mani.
Era cosi'...La maggior parte delle volte toccava fare tutto a lei:suo padre era un noto uomo d'affari,ovviamente molto impegnato col lavoro;sua madre,che sfortunatamente non godeva di ottima salute,si era operata varie volte negli ultimi tempi,cosi' non poteva di certo scattare o avere tutta l'energia di sua figlia. Sua sorella andava ancora a scuola,ma,come spesso succede per la maggior parte dei fratelli minori,faceva poco o niente;era come una piccola mascotte:i suoi non discutevano mai con lei ed era di certo la piu' coccolata. Qualche volta Alexa aveva provato a far capire alla madre che la cucciola avrebbe dovuto imparare ad aiutare e a prendersi di piu' quelle piccole responsabilita' che tutti hanno nell'ambito familiare,perche' altriemnti si sarebbe trovata nei pasticci,ma niente,la madre sembrava non recepire,o,almeno,faceva finta di non recepire,rimproverando Alexa di essere un po' troppo esagerata e di avere il temperamento di una donna anziana.

"Tu sei la piu' grande,devi dare il buon esempio"le diceva puntualmente..... lei a far tutto e sua sorella adagiata sugli allori:questa era la situazione in casa Johnson.
Non faceva altro che rimuginare su quanto ingiusta fosse quella situazione,continuando a sfregarsi delicatamente le mani sotto al rubinetto,quando senti' improvvisamente una voce a lei piu' che familiare.

"Michael!" Grido' scattando dal bagno alla sala della tv,con le mani ancora unite e insaponate e il rubinetto che scorreva solitario....

Era su padre che,aspettando il tg delle 14:00,si era messo a fare zapping,imbattendosi per caso su MTV,dove stavano trasmettendo il nuovo video di Michael Jackson. Non le dette neppure il tempo di accompagnare la sua voce a quella del televisore,che subito cambio' canale.
Alexa resto' immobile davanti allo schermo.

"Hey papa',ma...." Suo padre volto' immediatamente ,e con tono severo replico' " Fila a sciacquarti le mani,il parquet e' nuovo,se ci va anche solo una goccia di sapone,lo rovini tutto,cavolo!"

Lei accenno' un'espressione rabbiosa e torno' subito in bagno a sciacquarsi,,per poi passare nuovamente di fronte a suo padre,di scatto,quasi correndo,senza degnarlo di uno sguardo e andando in camera sua. Le pareti piene zeppe di poster del suo idolo,lo scaffale colmo di cd,gadget e cassette,libri,riviste;tutto cio' che riguardava MJ(o almeno quasi tutto),era in suo possesso:era la sua piu' grande passione,l'unica cosa in cui investiva la sua paghetta.
Dato che non era riuscita a guardare il video,prese dalla mensola il cd di "Dangerous" e lo osservo' con occhi sognanti:si ricordo' subito di quel giorno in cui si alzo' alle 5 del mattino per stare in coda davanti al negozio perche' doveva avere a tutti i costi la prima copia venduta. Sorrise leggermente ripensando a quell' attimo,estrasse il cd dalla copertina e mise su "Black or white",una delle sue preferite dell'intero album.certo,adorava soprattutto e prima di tutto le canzoni piu' lente di quell'album,perche' nonostante l'apparente fortezza che l'avvolgeva era la classica romanticona che sognava il principe azzurro,ma data la mattinata pesante penso' che quella canzone fosse la piu' adatta per ricaricarsi un po'.
Faceva su e giu' per la stanza,osservando tutte le foto di Michael e cercando invano di imitare i suoi passi piu' famosi come il moonwalk, il sidewalk o la coreografia intera di Billie Jean,ma puntualmente,dopo pochi minuti le mancava il fiato e si arrendeva,chiedendosi sempre quale fosse il segreto di quei passi che tanto la incantavano. Mentre ballava prendeva sempre in collo il suo peluche storico,un orsacchiotto che possedeva fin dalla tenera eta',che aveva chiamato Miky in onore del suo idolo:stritolava le zampe di quel povero giocattolo immaginando che davanti a lei ci fosse MJ in persona.
Esausta,si mise sul letto a gambe incrociate,con a fianco il suo peluche,
parlando con una foto gigante di Michael che teneva fissa sul comodino e che ritraeva MJ in un fotogramma del video "Remmeber the time"...Stava li' a pensare a quanto fosse stata fortunata Iman ad avere l'occasione di baciare Michael,anche se solo per esigenze di copione.

"Anche io un giorno ti bacero' Michael" pensava stringendo forte a se' la foto

"Ci sposeremo e avremo tanti bambini" continuo'. In quel momento entro' suo padre.

"Seeee...e io sono Babbo Natale! Vieni a tavola che e' pronto"

Ma lei non senti',continuo' a cantare ma suo padre le spense lo stereo.

"Ho detto che si mangia...poi abbassa sta musica che fa schifo!"

Fisso' Miky,poi segui' la scia di suo padre verso la sala da pranzo.

Erano gia' tutti col cibo nel piatto quando si sedette: la tavola imbandita come al solito;i piatti di porcellana e i bicchieri di cristallo;si accomodo';
prese il fazzoletto di seta ma non fece in tempo ad avvicinare la sedia al tavolo che squillo' il telefono. Corse a rispondere.

"Ciao Alexa,sono io!"

"Ciao Oliver...sembri agitato,che ti e' successo?"

"Non dirmi che non lo sai..." Sgrano' gli occhi: Oliver era il suo migliore amico,e in quel momento temette il peggio.

"Cosa! Dannazione Oliver,parla! Devo venire da te?" disse attorcigliandosi nervosamente il filo tra le dita.

"Ale...MJ fa un concerto! M anon hai visto la tv? Oggi ne parlavano tutti i tg!"

Rimase impietrita: i suoi occhi luccicavano nel vuoto mentre gia' si immaginava in prima fila sotto al palco ad agitare uno striscione per il suo idolo.

"Ale ci sei?" le disse Oliver.

Scosse la testa cercando di rientrare in se',cacciando un urlo che senti' tutto il vicinato

"Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii! Evvaiiiiii,yuuuuu lo sapevo,lo sapevo!"

Continuava ad impazzire per la felicita' quando sua madre,sempre intenta a
pranzare,inclino' leggermente il viso aldila' dell'altra porta per tentare di capire cio' che le era successo.

"Io non posso accompagnarti pero' Ale,andro' al mare in questi giorni,sai c'e' mia nonna,mia zia e sai come vanno ste cose in famiglia.Ti ho solo avvertito perche' so quanto ami MJ,presumo poi che i biglietti finiscano in un lampo,cosi' te l'ho detto subito" continuo' Oliver

"Oliver,no! Ma come faccio senza di te? Mmmm,vabbe' dai ne riparliamo,
adesso vado a tavola. Ti voglio bene Oliver,a piu' tardi"

Attacco' la cornetta e trono' a tavola con un'espressione di pura estasi;i suoi la guardavano con occhi interrogativi mentre lei affondava la forchetta nel piatto giocherellando con i pezzettini di aragosta e zucchine che la domestica le aveva appena messo davanti.

"Non ci credo,non ci credo" si ripeteva in testa,continuando a toccare con la forchetta quel cibo che di solito avrebbe divorato in pochi minuti ma che stavolta le sembro' piu' disgustoso del fast food che tanto odiava. Le si era letteralmente chiuso lo stomaco per l'emozione,continuava a torturare quella povera aragosta quando suo padre d'un tratto sbatte' entrambi i gomiti sul tavolo:

"Adesso basta! Lo sai quanto costa quel pesce? Io lavoro anche per te,e tu...quante volte devo dirti di non giocare con il cibo? I soldi non crescono sugli alberi!"

Alexa sospiro'

"Scusa papa',il fatto e' che non ho molto appetito"

Sua madre tocco' la amno di suo padre per cercare di calmarlo

"Dai caro,calmati adesso.Ale piuttosto...volevo dirti...quando verrai al club?"

"Ecco,cosi' va meglio" Disse suo padre mentre si versava del vino bianco.

"Mamma...club?"
"Cara,c'e' la Signora,quella che fa la professoressa,capito? Lei,avrebbe tanto piacere se tu conoscessi suo figlio"

Alexa stette zitta e cerco' di intavolare un altro argomento,praticamente il suo preferito da quando aveva piu' o meno 11 anni.

"Mamma,papa'..."

Sua amdre mostro' una faccia entusiasta aspettandosi finalmente un "si" a quella che ultimamente era la sua richiesta piu' ossessiva.

"M..M...Michael Jackson..."

Sua madre scosse la testa pensando che sua figlia fosse irrimediabile.
Suo padre batte' di nuovo i gomiti sul tavolo,stavolta con piu' decisione,
facendo vibrare la saliera,i bicchieri e le bottiglie che erano sulla tavola.

"Michael Jackson un bel niente"

La guardo' fulminandola negli occhi.

"Insomma...all'universita' hai voluto smettere,al club non ci vieni,sei sempre in casa...ma cosa credi che io staro' qui a mantenerti tutta la vita?
Le cose mica scendono dal cielo"

A quelle parole Alexa si alzo' e si avvio' alla sua stanza.Buio.Nulla.Non un minimo di reazione.Non ribatte' al discorso di suo padre,non sembrava disturbata ne' toccata.Anzi,pareva quasi indifferente.
Si diresse in camera silenziosamnete,con la stessa espressione che aveva poco prima che suo padre le pronunciasse quelle parole. Non era certo il tipo che se la prendeva per cosi' poco;aveva sempre pensato che in fondo erano solo parole.Non ne resto' ferita e di certo non si mise a piangere.Ma era fatta cosi': forte,orgogliosa e tenace,e non era il tipo che mostrava le proprie emozioni,per questo gli altri facevano un agran fatica a capirla,familiari compresi. Certo,di delusioni nella sua vita ne aveva avute come tutti,ma ne era uscita sempre a testa alta,ogni volta che cadeva si rialzava in un batter d'occhio,pronta per continuare a camminare di nuovo.
Non sapeva proprio cosa volesse dire piangere finche' non ascolto' la musica di Michael Jackson,il solo che,seppur attravero una cuffia,era riuscito a strappargli qualche lacrima.
Ne' un film,ne' un libro,ne' le molteplici tragedie quotidiane del mondo,nulla l'aveva toccata fino ad allora. Era difficile persino per lei accettarlo,ma doveva per forza ammettere a se' stessa che Michael era l'unico capace di far emergere la aprte piu' sensibile insita dentro di lei. E questo,almeno a suo parere,era un altro dei misteri della sua figura.

Si accuccio' sul pregiato tappeto che stava al centro della sua enorme stanza e,come di consueto,si rivolse a Michael parlandogli:

"Ma certo che verro' a vederti...hai la mia parola,Michael ti voglio bene"

Pronuncio' quelle parole allargando le braccia intorno alla cornice del suo poster,quasi come a volerlo abbracciare.
Si addormento' in terra per una mezz'oretta circa avendo nella testa l'immagine di Michael;si alzo' e il primo pensiero fu quello di andare da Oliver per cogliere le ultime news sul tour imminente di MJ. Si mise la borsetta decorata di ricami floreali a tracolla e in mano il mazzo di chiavi racchiuso in un delizioso e luccicante portachiavi a coccinella. Usci'.
Passando trovo' i suoi uno di fronte all'altro,quasi a comizio,che borbottavano sottovoce.

"Io vado da Oliver" disse con tono pacato

Sapeva bene che parlavano di lei,ma era una cosa a cui era abituata,e sentirsi spettegolare alle spalle non era di certo una sensazione nuova,dato che la sua forte personalita' e il suo andare contro corrente in quella famiglia che tanto la corrente teneva a rispettare,erano stati oggetto di discussioni e litigate. In piu' era talmente timida da non riuscire a mostrarsi agli altri come era veramente.

A volte si sentiva cosi' diversa dal resto del suo nucleo familiare: ma lei era diversa; era cosi' ed era fiera di essere genuina e di non dover nascondersi dietro ad una maschera come i suoi facevano ogni giorno.
L'unica cosa a cui teneva era Michael,e questo le bastava a sufficienza per farla sorridere e per riempire le sue giornate di buon umore.


Rincaso' dopo circa tre ore,con un consistente mazzetto di riviste in mano,e suo padre la scruto',osservando bene i giornaletti che lei cercava di nascondere all'interno del suo pugno.

"Ancora con questo Michael Jackson...basta! Adesso ti sospendo la paga!"

Sua madre si aggrego' al coro:

"Sempre e solo Michael Jackson,che balla,ma non ti viene a noia? Tanto e' sempre la stessa cosa"

Alexa,generalmente dotata di self-control,stette muta una manciata di secondi. Era educata,carina,gentile,e non le sarebbe mai passato per la testa di rispondere male o di mancare di rispetto a qualcuno,tantomeno ai suoi genitori,ma il caratterino non le mancava di sicuro,e nonostante la timidezza,non era certo una che si faceva mettere facilmente i piedi in testa;anzi,quando qualcuno la attaccava faceva di tutto per difendere le proprie opinioni; in piu' era tagliente ed incisiva nella maggior parte delle sue risposte,e questa volta non riusci' a frenare la lingua:

"Ah...e meno male che siete i miei genitori...E meno male che tu sei mia madre,voi in realta' non sapete niente di me,e nemmeno fate niente per capirmi..Lasciatemi in pace una volta per tutte che e' meglio!
E a quel maledetto club di gente falsa e ipocrita che si [CENSORED] a vicenda...non ci verro' mai,capito? Mai!"

Dette un sonoro tonfo alla porta per chiudersi di nuovo nel suo mondo,racchiuso tutto in quella stanza a lei tanto cara,nella quale passava la amggior parte delle sue giornate.
Sentendo discutere i suoi,si appoggio' alla porta della sua camera che resto' chiusa,e origliando pote' ascoltare la conversazione dei suoi,che si erano trasferiti nella sala del camino adiacente alal sua camera da letto.

"Dai caro,io davvero non lo so...Avra' un periodo difficile,e' giovane,tutti ci siamo passati..."

"Si peccato che abbia passato l'adolescenza da un pezzettino...L'hai vista?
Non fa nulla,non esce,e' sempre in casa,come puo'..."

"Credo che neppure io riusciro' mai a portarla al club"
"Io invece credo che se continua cosi' si ridurra' peggio di tua sorella.."

E da li' partirono discussioni su parenti e familiari che poco c'entravano con Alexa. Intanto restava ad origliare,e non appena la discussione degenero' si rivolse alle foto di Michael,guardandole mettendosi un dito in fronte come per dire "Michael,questi due sono pazzi". Stacco' l'orecchio dalla porta e si accascio' sul letto. Apri' tutte le riviste che aveva appena comperato: sapeva tutto su di lui,aveva letto "Moonwalk",la sua autobiografia,ma le informazioni non erano mai abbastanza,sembrava assetata di conoscenza,e poi le paiceva un sacco collezionare le sue foto e gli articoli,anche se era consapevole della loro quasi totale falsita'.
Il suo inseparabile Miky era li' accanto a lei: a volte scoppiava persino a ridere quando leggeva le fandonie di quei giornalisti,quelle fandonie che in cuor suo sapeva benissimo erano inventate di sana pianta dai loro autori anche solo per un pugno di dollari.

Eccola: aveva 22 anni ma non li dimostrava. Pensava sempre a Michael,quasi come una cotta adolescenziale; si portava Miky sempre dietro; aveva ancora in camera alcune Barbie che ancora si divertiva a vestire e i peluche
di quando era bambina.
Suo padre non si capacitava di come preferisse passare le serate intere a guardare i suoi cartoni animati preferiti piuttosto che mettersi in ghingheri per andare in cerca di un buon partito,e soprattutto non capiva cosa ci trovasse in quel cantante cosi' bizzarro e stravagante. Lui preferiva dilettarsi al golf,nei club; amava l'arte,i mobili d'epoca,tanto che spesso prendeva persino l'aereo per partecipare ad importanti aste a Parigi o a Londra;ascoltava musica,jazz rock e classica,e custodiva i suoi vinili con meticolosa precisione,ma quella,la musica pop,no,quella prorpio non la tollerava,la riteneva troppo commerciale e di massa.

Nonostante avesse cercato un sacco di volte di persuaderla,Alexa restava immersa nella sua passione,ed il padre non era riuscito a trasmettergli nemmeno meta' dei suoi interessi. I soliti figli di avvocati,medici,bancari,
no,lei non voleva prorpio saperne,preferiva trascorrere i pomeriggi insieme al suo Oliver e ad altri ragazzi: aveva certamente un lato maschile; le piaceva abbastanza il calcio da assecondare il suo amico nel guardare la finale o altre partite importanti. Stava con loro intorno al tavolo: su quello stesso tavolo,quasi sempre in mezzo a merendine,snack e succhi di frutta c'erano sempre videogiochi che lei si scambiava con Oliver e gli altri,oppure prendevano un album,matite,cere,pennarelli e disegnavano,ma Alexa,nonostante fosse la millesima volta che tentava di disegnare il ritratto di Michael,niente da afre,non era prorpio portata per il disegno.
Ma nonostante tutto cio',restava sempre femminile in ogni situazione: non diceva parolacce per un goal mancato e per una partita persa ai videogame; non guardava le auto per strada,non era scontrosa o rissosa o troppo competiva. Era educata,composta; non vestiva in modo trasandato e amava l'abbigliamento,il trucco e i gioielli. I suoi amici maschi adoravano la compagnia di Alexa,e non si erano mai interessati a lei come un uomo puo' interessarsi ad una donna. Era talmente candida e spontanea che ai loro occhi sembrava piu' la sorellina minore con cui giocare piuttosto che una probabile fidanzata. Non era come molte ragazze della sua eta': niente trucco troppo vistoso,minigonne troppo corte o scollature per farsi notare;non provocava i ragazzi con gesti amiccanti e maliziosi; ed era anche per questo che preferiva una compagnia maschile: erano disposti ad assecondare il suo lato piu' giocoso e infantile; non gli importava di parlare dell'ultima conquista fatta come invece facevano praticamente tutte le sue coetanee. Con loro era sempre un gioco,una battuta,uno scherzo. Avrebbe fatto cio' che si sentiva soltanto quando sarebe stata pronta,quando avrebbe sentito il suo momento,e,pre adesso,lei si sentiva sempre una bambina.

Anche Michael,si certo,lo trovava sexy,ma prima di tutto era un uomo dolce e sensibile,per questo le piaceva; inoltre il candore che la contraddistingueva le impediva di partorire pensieri tanto impuri,cosi' la maggior parte delle volte si immaginava a Neverland a schizzarsi con le pistole ad acqua,mangiare quintali di caramelle o ad abbracciare Michael in un modo del tutto innocente.

Il mattino seguente non esito' neppure un istante: si sveglio' di buon'ora ed il primo pensiero che ebbe fu quello di escogitare una soluzione per poter andare al concerto del suo idolo.

"Devo andarci,devo assolutamente andarci"

si ripeteva in testa con ritmo martellante mentre si toglieva il pigiama riponendolo sotto il cuscino.
Poi afferro' lo short di jeans che stava sopra la sedia,prese dal cassetto una t-shirt di Topolino e se la mise. Poi si abbasso' nell'ultimo cassetto estraendo la scatola contenente i cosmetici: mentre sceglieva il colore dell'ombretto che seguiva il suo umore,alzo' lo sguardo al poster di Michael che stava sopra al letto:

"Verro' Michael...te l'ho promesso"

A volte detestava guardarsi allo specchio,ma ci teneva ad uscire per benino,cosi' in un certo senso,era costretta a farlo: dato che non le piacevano granche' i suoi lineamenti,era solita passarsi frettolosamente l'ombretto sulla palpebra soltanto con le dita per evitare il suo riflesso passando poi ad una sottile riga nera sopra e sotto l'occhio per ingrandire i suoi piccoli ma intensi occhi marroni,ed infine una generosa passata di mascara per infoltire le sue ciglia. I suoi occhi scuri si tinsero di rosa: quegli occhi che lei avrebbe voluto piu' grandi,e che non erano certo da cerbiatta,cercava sempre di farli apaprire piu' grandi. Erano piccoli si,ma certamente quelle due pupille cosi' scure erano lo specchio della sua anima: stavano ai lati di un nasino piccolo seppur con una leggerissima gobbetta appena appena accentuata,che a lei pareva contrastare cosi' tanto col naso perfetto di sua madre. Sotto,una boccuccia di rosa: gli angoli delle labbra erano cosi' stretti che quasi combaciavano alla perfezione con quelli del naso,ed il labbro superiore era quasi invisibile,che piu' che carne pareva una sottilissima linea tracciata da matita appuntata alla perfezione.
I capelli poco piu' su delle spalle incorniciavano il suo viso e delineavano il suo collo lungo. Quel castano intenso emanava ancor di piu' i suoi riflessi dorati ogni qualvolta Alexa scuoteva il suo caschetto per sistemarseli meglio con le mani. Il DNA di suo padre non l'aveva dotata di una chioma setosissima,eppure aveva onde mosse e scalate,e la sua acconciatura sembrava riproporre quella delle famose dive del passato: la riga era laterale,e il ciuffo voluminoso e morbido nel ricaderle vicino alla guancia.
Madre Natura nei suoi confronti non era stata come si desiderava,ma nonostante questo i suoi lineamenti cosi' insoliti e delicati da donarle una grazia unica e renderla interessante a prima vista.
Se ne rendeva conto bene: tutti le dicevano che sembrava molto piu' giovane della sua eta',ma lei non faceva nulla per apparire piu' adulta. Le sue movenze e la sua freschezza le conferivano un tono quasi regale che se si fosse intrufolata ad una cerimonia l'avrebbero scambiata benissimo per una principessa. Possedeva una grazia innata anche se faceva di tutto per nascondere quei difetti che tutti abbiamo;era conscia che la perfezione non esiste,ma stava parecchio allo specchio scannerizzando il suo volto e il suo corpo,finendo sempre per giudicarsi e criticarsi.
A detta di tutti era carina quanto basta per attirare l'attenzione maschile: sua madre infatti non si capacitava di come non ci fosse mai nemmeno l'ombra di un ragazzo,e le dava noia che sua figlia non se ne curava affatto.
A volte arrivava a casa col fidanzato sua sorella minore,e la madre coglieva ogni volta l'occasione per punzecchiarla sul fatto che tutte le ragazze alla sua eta' avevano qualcuno,ma Alexa puntualmente la pregava
di lasciarla stare rispondendo bruscamente e andandosene in quel rifugio che era la sua stanza. Era mortificata tutte le volte che doveva telefonare a questa o quella Signora per dirle che sua figlia non aveva alcuna intenzione di conoscere i loro rispettivi giovanotti; a dir la verita' se ne vergognava un po',dato che il cognome che portava la loro famiglia era famoso ed importante in citta'; e con lei,con quella figlia cosi' ribelle e diversa dal resto della famiglia,nata e abituata a quella vita che improvvisamente sembrava essergli stretta e inutile,aveva paura di rovinare la loro intera reputazione.

E' vero,Alexa non se ne curava,ma adesso che aveva assaggiato l'ebrezza di quel sogno,voleva assaporarlo fino in fondo,e per il momento era la sua unica preoccupazione. Doveva,voleva andare a vedere MJ,e niente e nessuno glielo avrebbe impedito.
Era la prima mattinata in cui avrebbero messo in vendita i biglietti,ed era decisa piu' che mai. Per la strada prese un caffe' al volo ed entro' nella prima cabina telefonica: compose il numero di casa di Oliver; si voltava avanti e indietro all'interno della cabina.

"Dai,dai,rispondi!"

"Pronto?" Chiese l'amico con tono assonnato

"Ciao Oliver!"

"Ma chi e' a quest'ora?"

"Svegliati dormiglione!" fece lei

"Ale? Ma sai che ore sono?" Disse guardandosi il polso
"Come mai sei gia' sveglia?" Continuo'

"Si lo so bene che ore sono...le 6:30 e tutto va bene! Stamattina mettono in vendita i biglietti,capisci? E' oggi e ancora non ci credo. Oliver...devi assolutamente accompagnarmi"

"Oggi? Oh non posso proprio...Domani abbiamo la partita e oggi ho l'ultimo allenamento,mi dispiace"

"No!"

"Eh si dai,e' la partita di fine anno,se non ci vado il Mister mi mena,e poi lo sai che ci tengo...quasi come tu tieni ad MJ!"

Lei sospiro'.

"Ok,ok,tanto si tratta solo di andare a comprare il biglietto.
Ah, Oliver,un'altra cosa..."

Lui la interruppe prima che lei potesse finire la frase:

"Hey aspetta,ma i tuoi lo sanno?"

"Chi?"

"Non fare la finta tonta,hai capito benissimo..."

"Mmmm...siii?"

"Oh mio Dio,non gli hai detto neinte? Tu sei fuori!"

"Non e' vero! Io ci ho provato ma sai come sono"

Anche Oliver sapeva bene com'erano: suo padre e sua madre erano troppo occupati col bon ton e con le feste di societa' per sforzarsi un minimo di capire i suoi sentimenti e i suoi interessi

"E il fatto e' che voglio andarci lo stesso,lo voglio tanto"

"Si ma guarda che se poi decidi di fare questa mattata da sola,io non ti paro stavolta"
"hihihihihiih"

Si mise a ridere lei. Sapeva che Oliver era il suo amico piu' leale e che non l'avrebbe mai tradita.

"No Ale,sul serio..."

"Ma anche io sono seria,mai stata piu' seria in vita mia"

"Ah,se questo e' essere seri...e i soldi?"

I suoi certo non avrebbero avuto alcun problema a darglieli,ma lei non si sarebbe mai ababssata a chiedere del denaro a quelle due figure che prorpio non la comprendevano,e in ogni caso,per MJ non glieli avrebbero dati comunque. E anche il suo amico la conosceva ormai a sufficienza per intuire che avrebbe fatto in qualunque modo,in tutti i modi del mondo,per riuscire nel suo intento,ma chiederli mai.

"Mmmmm..." Riprese lei la conversazione

"Oddio no...Cosa hai escogitatato stavolta?"

"Ehm...Non so se vuoi saperlo"

"Cosa hai fatto? Li hai rubati dal conto corrente di tuo padre per caso? Ahahahahah! Tanto,con quanti ne avete se prendi qualche migliaio di dollari nemmeno se ne accorge!"

"Ma Oliver!" Disse con tono scocciato.

E' vero. Erano ricchi e non poteva nascondersi dalla realta' dei fatti,ma le dava sempre fastidio ogni qualvolta qualcuno parlava di lei in termini di denaro.

"Allora quanti ne hai presi?"

"Oliver!" Disse con tono seccato

"Sai che non lo farei mai,piuttosto andrei a fare compagnia al barbone dietro l'angolo" continuo' Alexa

"Ahahahah,mi fai morire" scoppio' a ridere il ragazzo

"Ok, che sei diabolica l'ho capito,ma allora come..." continuo' Oliver

"Vedi,hai presente quel tuo compagno di squadra,che gioca a centrocampo...quello che ha il fratellino piu' piccolo..."

"Oh no"

"Oh si Oliver...Beh,l'ultima volta che sono venuta a vederti giocare,quando tu sei andato nello spogliatoio,ecco,tu non mi hai visto..lui era con sua madre e con il suo fratellino e insomma per fartela breve gli ho chiesto se aveva bisogno e mi ha assunta come baby-sitter per un po'; ho abbastanza soldi per stare a Los Angeles almeno per un mese,ti immagini che sogno?"

Dall'altra parte della cornetta Oliver scosse la testa:

"Sarai sempre uguale vero? Ma come fai ad essere cosi' testarda?"

"Ahahahahahah" lei rise di gusto

"Insomma potevi dirmelo,ti avrei aiutato io a racimolare un po' di soldi. Lo sai che per aiutarti potrei arrivare perfino a vendere il mio paio di scarpini da calcio preferiti"

"Seeeeeeeeeee. Anche l'autografo del tuo calciatore preferito se ce l'avessi?
Come vederti,dai sii sincero"

"Ok,quello forse no ma..."

"Visto?"

"Comunque ti avrei aiutato. Mmmm,strano pero' che quel mio compagno non mi abbia detto niente..."

"E' perche' gli ho chiesto di mantenere il segreto"

"Ah ecco...e cosa gli hai dato in cambio?" Disse con tono di malizia

"Oliver...ma dai!"

"Ahahahah,scherzavo"

"Voi uomini non cambierete mai vero?"

"Dai te l'ho detto,scherzavo... Adesso devo andare,se i miei mi beccano al telefono a quest'ora sono finito,a presto allora,e buona caccia al biglietto!"

"Oliver...Ti voglio bene"

"Anche io...anche io...Buona fortuna!"

Attaccarono entrambi la cornetta. Nello stesso istante in cui Oliver pensava che non aveva mai conosciuto una persona cosi' determinata, dall'altro capo della citta' Alexa era gia' in coda davanti al manifesto del tour mentre aspettava l'apertura del negozio di cd. Non trovo' molta fila, dato che si era svegliata praticamente a notte fonda con l'intento di essere una delle prime fortunate ad impossessarsi del fatidico biglietto.
Man a mano che la fila scorrreva,ad ogni passo in piu' che compieva in avanti,chinava la testa verso le foto di Michael che aveva fisse nel portafoglio,mormorando: "Ci sono,finalmente ci sono!"
Fece un ultimo passo e si ritrovo' faccia a faccia con il proprietario del negozio,che stava dietro al bancone a distribuire i biglietti.

"Un biglietto per il concerto di Michael Jackson,per favore... Prato se e' possibile"

Il signore dette una veloce controllata al foglio dove c'era la mappa dello stadio;annui' e le strappo' il biglietto.
Lo tenne tra le mani cosi' delicatamente che quasi il suo tocco era impalpabile; indietreggio' dal bancone verso l'uscita passando al alto dell'enorme coda che si era formata,senza far caso a niente: quel sogno per cui aveva lottato,in cui aveva creduto fin dal principio,che l'aveva fatta litigare anche con i suoi genitori,era il suo sogno,e se lo sentiva sempre piu' vicino.
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Messaggio Da marina56 Lun Ott 17, 2011 11:38 am

Torno' a casa con un'aria stranamente serena.

"Ah, mamma"

La saluto' canticchiando,dirigendosi leggiadra in camera sua,quasi saltellando.

"Na...na na ..la la la la la... "

Anche il padre udi' il suo canto.

"Ma cosa passa in testa a tua figlia?"

"Non so caro,forse e' innamorata..finalmente! Visto? E tu che non volevi darmi ascolto...Chi conosce meglio una figlia della madre stessa? E' innamorata,fidati."

Vero. Dopo tanti anni della sua vita,finalmente la madre realizzo' che non era poi cosi' strana come aveva presupposto; si era innamorata e cio' nella mente di sua madre significava uomo ricco e potente.
Non vero,piu' che vero. Non era innamorata,era innamoratissima...peccato che non si trattasse del solito ragazzo del club.

Si chiuse la porta alle spalle e prese il biglietto: si avvicino' sotto alla finestra per esporlo alla luce del giorno.Osservo' quel pezzetto di carta come se si trattasse del tesoro piu' prezioso e luccicante del mondo. Lo mise in una foderina di plastica per evitare che si sgualcisse e lo ripose all'interno del libro "Moonwalk". Metterlo in altri posti,come nella scatoletta dei trucchi o il cassettino della bigiotteria sarebbe stato rischiosissimo; ma dato che sua madre non frugava mai tra gli oggetti di MJ,era certa che quello sarebbe stato un nascondiglio piu' che sicuro.
Sapeva quanto i suoi erano contrari a quel genere di cose e non voleva certo innescare ulteriori discussioni facendosi cogliere in flagrante;ma qualcosa avrebbe dovuto inventarsi...Come sarebbe scappata dalla morsa dei suoi? Cosa avrebbe potuto dirgli per tentare che sua madre,almeno una volta nella sua vita,le andasse incontro?
Riflette' un paio di minuti,ma poi giunse alla conclusione che nemmeno le adulazioni piu' grosse del mondo l'avrebbero smossa o convinta. E poi Alexa non era brava a fingere,ne' tantomeno a lusingare falsamente le persone per ottenere cio' che voleva:era una delle cose che odiava di piu',e non l'avrebbe mai fatto.Inoltre era pur sempre sua figlia,e si sarebbe certamente accorta del trucchetto. Oh certo,sarebbe potuta andare al club almeno per una sola serata,ma era furba anche se non lo sembrava,e non abboccava a quel tipo di tranello: una volta andata al club,la madre sarebbe stata soddisfatta ma non avrebeb comunque ceduto alla sua richiesta per andare a vedere qualcuno di cui lei appena conosceva l'esistenza.
Decise di restare totalmente muta e di lasciare che la situazione facesse il suo corso. Aveva gia' in mente di telefonare ad Oliver per chiedergli di accompagnarla in America.

Quella sera si sedette a cena e si comporto' come i suoi avevano cercato di farla comportare per tanti anni: assunse modi aristocratici,si complimento' con il padre per la scelta del vino,mise in tavola dei fiori,riaccese la candela quando si stava per asaurire la fiamma,richiamo' piu' volte la domestica per farsi servire.
Sua madre non la riconosceva: penso' che forse questo ipotetico ragazzo con cui si vedeva l'avesse fatat risvegliare tutta d'un colpo,oppure che ci aveva messo un po' di piu',ma che finalmente si stava immergendo nella vita che era stata scritta per lei fin dal momento in cui era nata.
Noto' che sua madre era sospettosa,e per non rischiare di cadere nel suo imbarazzante interrogatorio,decise di giocare in anticipo e di sfruttare la situazione a suo favore: avrebbe fatto credere ai suoi che era cambiata per compiacerli una volta per tutte,almeno momentaneamente,cosi' sarebbe stata libera da domande,da risposte forzate,da prediche,da tutto...E avrebbe potuto cosi' organizzare il suo viaggio a Los Angeles senza particolari intrusioni da parte dei suoi genitori.
Intinse una fragola nella panna e,appena la ebbe buttata giu' si senti' pronta per la parte:

"Mamma,papa'...Non importa per quel concerto,sono stata una stupida,scusatemi"

Disse defilata dando l'impressione di essersi imparata quelle parole a memoria. La mamma si volto' e le strinse la mano:

"Sono contenta che l'hai capito tesoro"
Si sforzo' ancora di piu' per sembrare convincente al cento per cento.

"Sapete...ho deciso di chiamare il nonno e di farmi portare al campo di golf Venerdi' mattina..." Esito' un attimo "Poi Sabato sera,si ecco dato che..."

S'impappino' leggermente ma il fatto di non essere molto emotiva le impedi' di diventare rossa

"Sono una donna ormai" Sentenzio' con tono fermo e deciso "Sabato sera verro' al club,anche perche' devo farvi conoscere una persona."

La mamma cadde di nuovo in un'estasi profonda

"Non vedo l'ora cara"

Voleva conoscere quel ragazzo e congratularsi con lui per come la stava trasformando.

"Adesso vado a prepararmi,altrimenti faro' tardi" disse Alexa alzandosi da tavola.

"Ma non abbiamo ancora finito" replico' suo padre

"Va pure cara" disse la mamma sorridendole nella convinzione che si accingeva a vedersi con un ragazzo.

"Grazie mamma"

Percorse il corridoio che portava nella sua stanza con sorriso soddisfatto e con la sensazione di essersi tolta un peso di dosso. Era un pochino triste per aver mentito ai suoi genitori in quell'attimo,ma allo stesso tempo era orgogliosa di quella piccola rivincita che si era presa su di loro. Per troppo tempo avevano ignorato il suo vero io,e adesso era tempo che si vendicasse almeno un po'.
Chiuse la porta a chiave e prese la valigia riposta sull'ultimo piano dell'armadio: monto' su una sedia per tirarla giu',ci soffio' sopra per togliere un po' di polvere e la apri' per farla respirare.Intanto stacco' tutti i poster di Michael che erano appesi alle pareti;tolse di mezzo tutti i cd,le riviste e i libri e le nascose dentro alla cerniera della valigia. Prosegui' coi bagagli: apri' velocemente armadio e cassettone,scelse con cura alcuni abiti e mise tutto in valigia: jeans,t-shirt,top,gonne,accesori e make up. Stava per chiudere la zip quando le venne in mente di portare anche qualcosa per la sera: "Mmmm,questo lo porto..boh,ecco..non si sa mai" mormoro' tra se' mentre si rigirava tra le mani uno splendido abitino da sera.
Ando' in camera dei suoi genitori,rovisto' nel comodino di suo padre senza far rumore;le sue mani tra le carte,gli oggetti,i fogli,incapparono nella macchina fotografica nuova di zecca che suo padre aveva da poco acquistato. Chiuse gli occhi per non guardare,quasi come fosse una ladra;
"Scusami papa'",allungo' la mano e l'afferro' con presa decisa e usci' con passo felpato dalla stanza dei suoi. Apri' uno degli innumerevoli quaderni che teneva sullo scaffale in cui aveva nascosto una mappa di Los Angeles e la poggio' sulla pila di vestiti che si era creata. Un'ultima mossa e si sarebbe potuta incamminare nel sentiero che la conduceva al suo sogno proibito.Il biglietto.

"Il biglietto! Il biglietto!"

Era talmente presa ed auforica che quasi si stava scordando quel pezzettino che gli avrebbe permesso di vedere MJ.

"Oh eccoti! Sempre carta sei,lo so; ma senza di te nemmeno con un quintale d'oro mi faranno entrare al concerto!"

Lo bacio',lo osservo' di nuovo quasi come un trofeo e lo misen nella cerniera interna della valigia facendo attenzione a non farlo piegare.
Nascose la valigia sotto il letto e si guardo' il polso sinistro.

"E' tardi!" Si alzo' da sotto il letto sbattendo la testa sulle stecche.
"Ahia!" Si massaggio' la testa e corse veloce a prepararsi: si mise elegantissima; gonna corta,bijoux,tacchi e trucco; in fondo doveva far credere a sua madre che usciva con un ragazzo.
Usci' dalla camera e respiro' profondamente prima di affrontare la grande impresa che era quella di passare davanti ai suoi genitori senza destare sospetti. Stava per arrivare in sala da pranzo quando avverti' che il suo cuore batteva a mille,ma per fortuna non arrossi' e si fermo' sul ciglio della porta. Restando immobile fisso' i suoi genitori:

"Allora vado" disse con voce bassa gettando gli occhi sul pavimento.
"Ok ma cerca di non fare troppo tardi cara"

"Certo mamma,sta tranquilla" disse mentre gli si voltava di schiena al tavolo in cui i suoi stavano cenando mentre s'incamminava con passo lento ma allo stesso tempo deciso perche' non vedeva l'ora di raggiungere quella porta che per lei rappresentava l'inizio della sua liberta'.

"Ciaooooo!"

La porta sbattette leggermente,scese le scale di filata e non appena la punta della sua scarpa tocco' la strada grido' un "Siiiiii" carico di gioia per via di quella piccola fuga che era riuscita a conquistarsi.
Sali' sul primo autobus e si sedette in ultima fila: era un pochino impaurita dato che a quell'ora della sera il tram di certo non era affollato; ed anche anche un pochino imbarazzata per la sua mise che sembrava piu' da gala' che da bus. Era cosi' ansiosa che il tempo sembrava essersi fermato. Fissava aldila' del finestrino e da una fermata all'altra le sembrava di percorrere miglia e miglia...

"Se mamma mi scopre sono fritta...No anzi,mamma mi frigge,mi rifrigge e mi cuoce a puntino" borbottava tra se' e se' mordicchiandosi le unghie mentre frugava nella borsetta cercando qualcosa per passare il tempo che pero' non esisteva.
Dopo pochi metri si alzo' dal seggiolino aggrappandosi al palo del bus,
prenoto' la fermata e scese. Era ormai notte fatta ma c'era: doveva solo attraversare le strisce e avrebbe raggiunto il campetto dove Oliver stava giocando. Avvicino' la faccia alla rete e vide le due squadre ancora ad affrontarsi; cerco' di aprire il cancelletto ma era chiuso dal lucchetto,cosi'
torno' dietro la rete fissando intensamente il suo amico quasi a volerlo chiamare,ma per non interrompere il gioco non urlo' il suo nome. Era nel bel mezzo di una rovesciata davanti alal porta quando lui,appoggiato con le mani sull'erba la vide: si alzo' di scatto per la preoccupazione:

"Coach,coach,ho preso una storta..ahi...per favore puo' sostituirmi?" disse facendo finta di zoppicare

"Dannazione! Sei fondamentale per la prossima partita,corri a riposarti!"

Usci' dal campino con l'ansia che lo mordeva; non vedeva l'ora di raggiungere Alexa,ma fu cauto perche' doveva far finta di star male.
Si chiuse il cancelletto alle spalle,la prese per mano e si misero un po' piu' al riparo dalla luce per non essere notati dal coach.

"Hey,ma sei matta? Mi hai fatto prendere un colpo! Che ci fai qui?"

Non le dette tempo di rispondere e la fisso' da capo a piedi:

"Caspita come siamo in tiro! Hey...se volevi un appuntamento col mio amico potevi anche dirmelo che ti combinavo qualcosa,ecco perche' sei cosi' elegante.Beh vestita cosi' ti notera' di certo,stai tranquilla...Oh ma guardati: sei uno schianto!"

"Ma Oliver!..." lo riprese

"Ahahahah,scherzavo! Vieni,andiamo nello spogliatoio,tanto ci sono ancora 35 minuti alla fine della partita"

o segui' stando attenta a non fare troppo rumore con i tacchi. Lei resto' in piedi e lui si sedette vicino all'armadietto.

"Allora,cos'hai combinato stavolta? Se sei venuta fin qui presumo che debba preoccuparmi...e tanto anche!" Le disse con tono ironico mentre era a capo chino occupato a slacciarsi gli scarpini.

"Beh ecco..." disse lei con un filo di voce

"Oh no!...Oh no!" replico' lui passandosi le mani tra i capelli...
"Io ti conosco meglio di chiunque altro sai? Quando inizi a parlare e poi ti blocchi,beh,non e' grave,qualcosa di piu'"

"Ascoltami Oliver" gli disse tendendo la mano verso la sua

"Signore aiutami te" continuo' lui disperato

Alexa si sedette accanto a lui guardandolo negli occhi:
"Tu sai che ho preso il biglietto per il concerto..."

"Si"

"E sai anche che io voglio andarci lo stesso,allora..."

"Oddio!" esclamo' sbarrando i suoi occhioni azzurri
"Mi stai dicendo che...in pratica hai intenzione di scapapre?"

Lei sfuggi' al suo sguardo roteando gli occhi verso il soffitto

"Beh,se cosi' vogliamo dire..."

"Guarad che io gia' lo sapevo che ci saresti andata con o senza il permesso dei tuoi,quindi...pero' spiegati meglio che non ho capito bene..."

"Fortunatamente ho trovato il biglietto,ho gia' fatto le valige"

"Valige?"

Si,le ho messe sotto il letto e ho staccato tutti i poster che ho in camera; in pratica ho detto ai miei che del concerto non m'importava piu' e che ho conosciuto un tipo...ecco perche' stasera sono cosi' elegante,loro credono che io sia ad un appuntamento,invece sono qui con te"

"Mooooolto peggio di quanto credevo; sei terribile!"

Le sorrise scuotendo il capo:

"Beh un diversivo mi serviva no?"

"Io vorrei tanto sapere cosa aveva tuo padre quella sera..."

Lei spalanco' la bocca

"Che fai,offendi?" Gli dette un leggero colpetto in testa

"Ahahahah,ma scusa io che c'entro?" chiese lui

"Semplice!" gli disse spalancando le braccia
"Tu verrai con me!" aggiunse mentre iniziava a mettere i vestiti di Oliver nel suo borsone

"Hey ma che fai? Non ti permetto di rifarmi la borsa"

"Su che cosi' facciamo prima!" Si girava frettolosamente la sua maglietta fra le mani
"Puoi dormire da me se vuoi,c'e' la brandina;non e' il massimo ma la camera degli ospiti e' piena di roba...per una notte puo' andare.Ti lavero' io la divisa,non preoccuparti"

Lui la fissava mentre lei chiudeva la zip del suo borsone sportivo; non sapeva come fare o cosa dire,e aveva paura di ferirla spezzando il suo entusiasmo:

"Ale io..."

"Si Oliver?"

"Io...non posso venirci con te,mi dispiace" In quell'istante stava male quasi come se quelle parole fossero state dette a lui

"Perche'?" lei si lascio' cadere sul pavimento di fronte a lui

"Hai sentito il Mister? Ho una partita importante la prossima volta"

"Tanto gli hai detto che ti sei fatto male,capira'..."

"No,lui ha bisogno di me e io ho bisogno di giocare; non e' una partita come tutte le altre,e' importante perche' verra' un agente a guardarci...e lo sai che il mio sogno e'..."

Lei lo anticipo': "Quello di diventare un calciatore professionista"

"Esatto"

Ci furono pochi secondi di silenzio; Alexa era delusa ma non poteva non riconoscere che il suo amico aveva piu' talento di tutti i ragazzi della squadra messi insieme.

"Ti capisco Oliver...Ti capisco perfettamente perche' so cosa si prova ad avere un sogno"

"Guarda Ale,quando io ti dico che con te verrei anche sulla luna devi credermi; in tutti questi anni ti ho sempre aiutato e lo faro' sempre...E comunque puoi sempre andare con Philip..."

"Chi?" lei divento' come un peperone

"Philip,il portiere della squadra,mi chiede sempre di te...se vuoi gli chiedo di accompagnarti"

"Aahahhahah,spiritoso!"

"No guarda che e' vero,accetterebbe subito,non sto scherzando"

Oliver stava malissimo nel vederla triste.

"Mannaggia...Oh Michael Jackson,anche tu prorpio sta settimana dovevi fare sto concerto?" Disse con gli occhi al cielo e le mani unite in segno di preghiera. Lei accenno' un sorriso.

"Bene,cosi' ti voglio,sorridente"

"Oliver,e' vero,tu mi hai sempre aiutato,e lo so che se potevi non avresti esitato,ma il fatto e' che...ecco speravo venissi con me perche' io con te mi sento protetta...Un viaggio cosi' da sola,non l'ho mai affrontato,ho un po' di paura sinceramente...tutto qui. Mi ero gia' figurata me e te che giochiamo a calcio in uno di quei magnifici parchi di Los Angeles...Non lo so,forse hanno ragione i miei..." Prosegui' voltandogli le spalle
"Forse...no dovrei farne di niente"

Lui si alzo' dirigendosi verso di lei,finche' si ritrovarono in piedi l'uno di fronte all'altra:

"Hey,andra' tutto bene,vedrai"

"Lo spero Oliver"

Continuava a guardarla sorridendole con i suoi magnifici occhi celesti:

"Sei magnifica. Un po' pazzarella,ma magnifica"

"Grazie" rispose timidamente co un filo di voce.

"Un giorno o l'altro andremo insieme a Los Angeles al parco a giocare a calcio,te lo prometto...tanto non scappa sai?"

"Vero..Scusami se mi sono agitata un po'..."

"Ma che,scusami tu; adesso mi sentiro' in colpa per tutto il tempo che starai via..."

"No Oliver,non dire cosi',in fondo sono io che voglio fare sempre come mi pare,anche quando una cosa mi pare totalmente impossibile"

"Gia'. Hey a proposito di giochi e parchi...ricordi quando alle elementari usci' senza il permesso della maestra e mi mise in castigo?"

Per un attimo le torno' il sorriso:

"Ahahahahah,siiii! Era ricreazione e pioveva da matti; la maestra ci disse di restare in classe a disegnare,ma tu avevi il pallone in mano come sempre e volevi per forza uscire a giocare...ti sporcasti tutto di fango mi ricordo; nel frattempo lei era andata al bagno,tu eri rientrato ma continuavi a palleggiare in classe, lei si affaccio' e le volo' il pallone dritto dritto sulla gonna...ahahahah si sporco' tutta! Ti proibi' di giocare a pallone per un bel po' e ti scrisse una nota sul diario..."

"Gia',e i tuoi non mi mandarono a casa tua per una settimana,fu terribile"

"Infatti non so come hai fatto a resistere"

"Non lo so nemmeno io...la mia compagna di giochi preferita..."

Quel sorriso che le si era acceso per un po' le svani' di nuovo:
"Ale,trovero' il modo di farmi perdonare,lo giuro. Solo questa partita,poi se non va,giuro che ti seguiro' ovunque"

"Ovunque ovunque? Anche se Michael fara' un altro tour?"

"Si...ovunque ovunque." Le sussurro' col volto vicinissimo al suo che quasi le sfiorava il naso.

"Oliver..."

"Si?"

"Mi prometti che se diventi famoso continuerai a volermi bene?"

"Oddio ma cosa dici!"

"Boh,hai visto come si atteggiano le star,e io no potrei stare senza la tua compagnia..."

"Primo,i calciatori non sono esattamente star; secondo abiamo condiviso talmente tante cose insieme che secondo te come farei ad azzerarti? Non ne sarei mai capace...Ma guarda te,devi partire da sola e ti fai assalire da mille dubbi,non fissarti su cose che non esistono" le disse accarezzandole la guancia. "Quando parti?" le chiese diretto

"Domattina"

"Oh allora andiamo dai,che hai sicuramente bisogno di dormire"

Si carico' il borsone in spalla e si diressero verso l'esterno. Lei era davanti e lui la osservava da dietro; all'improvviso le cinse la spalla con un braccio

"Dai dai,che magari incontri Michael e s'innamora di te...insomma se ti vede cosi'..dovrebbe avere gli occhi foderati per non notarti..."

"Ecco vedi?" disse lei mentre gli metteva le mani sulle spalle come a volerlo spingere:
"Io non riesco ad essere arrabbiata con te,sei cosi' gentile e mi fai talmente ridere che non riesco a trattarti male..Michael che mi nota e s'innamora di me...questa e' fenomenale!"

"Ah pero'...se non sto attento quando torno mi metti anche in punizione"

proseguirono la conversazione lungo il marciapiede,

"Mi mandi una cartolina?"

"Certo!"

Non si pose il problema di accompagnarla dato che abitava a pochissimi isolati da lei. Giunsero sotto il suo cancello:

"Grazie per avermi accompagnato Oliver"

"Secondo te ti lasciavo andare da sola a notte inoltrata?"
"Allora buon viaggio" le sussurro' sottovoce.

"Oliver mi abbracci per favore?"

Lui la strinse leggermente a se'. Lei si senti' rassicurata,e fu come se da quella presa inglobasse tutta la forza necessaria che le sarebbe servita per il mattino seguente: in quel metro e 85 trovo' il coraggio per andare e si stacco' da lui quasi con nostalgia.

"Te l'ho detto,andra' tutto bene,tranquilla. Mi raccomando,telefonami,fai tante foto e se tu dovessi riuscire a vedere Michael di persona fagli firmare un autografo anche per me ok?"

"E' impossibile e tu lo sai..."

"Beh mai dire mai nella vita...Buona Notte"

"Ciao Oliver."

Si trovarono spalle contro spalle e si diressero in direzioni opposte.
Lui si assicuro' che lei avesse aperto il portone prima di voltarsi definitivamente e tornare a casa; lei entro' di soppiatto sfilandosi immediatamente i tacchi per non essere sentita; arrivo' in camera,dette un'ultima occhiata alle valige e si accascio' sul letto stremata; diede la buona notte a Michael col pensiero e cadde in un sonno profondo.

Si dilettava a dare le forme a tutte le nuvole che intravedeva dal finestrino di quel taxi prorpio come facevano i bambini.Animali,piante,oggetti,volti.
E fu grazie a quel gioco che si ritrovo' davanti all'aereoporto in un batter d'occhio.
Si trascinava la valigia alle spalle come fosse un peso impossibile da trasportare; alzo' gli occhi e il suo sguardo si poso' su quella scritta luminosa che le indicava l'aereo da prendere. Riabbassando la testa,fissava con occhi vuoti la carta d'imbarco,muovendo le pupille da un lato all'altro di quel foglietto di carta,quasi in bilico tra l'andare e il tornare indietro,ma ormai era soltanto questione di secondi e si sarebbe ritrovata su quel volo.
Avanzo' di pochi passi,sempre piu' decisa; e dato che quell'insieme di cellulosa rappresentava il passaporto per il suo sogno,consegno' la carta in modo diretto e s'imbarco'.

Si diresse verso il seggiolino deglutendo e tirando un lieve sospiro.
Non appena udi' le parole del pilota e senti' il rombo dei motori sotto di se' si immagino' i suoi alzarsi e non trovarla in casa. Oddio,a sua madre sarebbe venuto di certo un infarto. Appiccico' la fronte al finestrino e osservo' entusiasta il paesaggio sottostante che si allontanava pian piano dalla sua vista,confondendosi con le nuvole fino a divenire invisibile.
Quando ogni macchia tinta di verde e marrone svani',si stacco' dal finestrino e cerco' di scacciare i cattivi pensieri leggendo un po': estrasse dallo zainetto un libro di poesie che leggeva con aria sognante pensando a Michael; ma dopo poche righe avverti' un senso di nausea che la costrinse a scambiare il libro con un giornaletto enigmistico.
La penna scorreva incerta tra le caselle bianche e nere. Al suo fianco un signore sulla quarantina che spiccava per la sua eleganza: la sua lunga telefonata al cellulare le impedi' di concentrarsi.

"Scusi Signorina" le disse allentandosi la cravatta.

"Scusi lei e' un uomo d'affari?"

"Si,scusi se le ho disturbato la lettura"
"Fa niente"

L'uomo al suo fianco le sorrise senza scomporsi troppo,

"Anche mio padre e' un uomo d'affari,sa?"

Mentre le uscivano di bocca queste parole,contemporaneamente leggeva la definizione in basso della pagina:
28 ORIZZONTALE-CANTA"BLACK OR WHITE"

"Michael Jackson!" grido' alzando entrambe le braccia.
"Oops! Ho gridato?" aggiunse mettendosi la mano davanti alla bocca in segno d'imbarazzo. Il signore le sorrise:

"Michael Jackson fan?"

"Ehm...si"

"Anche mio figlio lo adora,ha la tua eta' piu' o meno"

"Wow,davvero? Infatti sto andando al suo concerto"

"Anche mio figlio va al concerto domani,e' questo guarda" tiro' fuori dalla sua agenda una foto del figlio e gliela mostro'.

"Uh che bel ragazzo"

"E' a Los Angeles perche' ha i nonni qui in America"

"Cavolo,io sono sola invece..."

Una mano afferrava il manico della valigia,mentre l'altra teneva Miky,il suo peluche,con presa salda quando si diresse verso l'uscita dell'aereo.

"Arrivederci signore e auguri per il suo lavoro"

"Arrivederci...ah,se vedi mio figlio salutalo"

"Certo,certo,anche se sara' difficile,perche' ci sara' una folla pazzesca. Arrivederci di nuovo e grazie per la compagnia"

La vide: Los Angeles era baciata dal sole quel giorno; le ampie strade e i grattacieli aspettavano soltanto di essere esplorati.
Gia' nel taxi che la portava nel suo hotel in centro ionizio' a fare mille progetti: magari fittare un alimousine e andare al casino'; mangiare in qualche famoso ristorante, passeggiare incontrando qualche vip... La fantasia non le era mai mancata,ed era certamente la sua miglior alleata per sconfiggere i momenti di tristezza e solitudine.

Fu nella sua piccola e accogliente stanza che inizio' a sentire il peso di quella solitudine. Era arrivata da poche ore e gia' le mancava Oliver; non era abituata a stare senza di lui,e si senti' sprofondare. Era eccitata ed entusiasta,avrebbe visto Michael Jackson dal vivo,ma allo stesso tempo continuava a sentire la sua coscienza che le sussurrava che da una parte cio' che stava facendo era sbagliato,e lei questo non poteva ignorarlo.
Sentiva di aver tradito la fiducia sei suoi,e questo non la faceva star bene.
Si avvicino' alla finestra spostando la tenda: con paicevole stupore scopri' che c'era una terrazzina li' nella sua stanza. Si affaccio' immediatamente: il panorama era cosi' bello che voleva immortalare quell'immagine facendo qualche scatto. Click dopo click scatto' una ventina di foto in pochi minuti.
Erano stupende ma le parevano un po' fredde dato che non c'era soggetto a fare da contorno al paesaggio. Le sembravano cartoline. Cerco' di farsi qualche autoscatto ma niente,se le scattava da se' le foto risultavano sfocate e imprecise.

"Uff,peccato! Mi piacerebbe una foto con questo sfondo meraviglioso...
"Vabbe' ne faccio delle altre"

Rimise l'occhio al centro della macchina,ma stavolta si sposto' con l'obiettivo un po' piu' in basso. Vide una villa enorme,con un giardino strepitoso:

"Wow,farebbe concorrenza a Neverland..."

Continuava ad esplorare quel giardino che pareva senza fine: fontane,
tavoli in marmo,statue:

"E guarda che erba! Di sicuro avranno un giardiniere eccellente...Oliver si divertirebbe un mondo a giocare in quel prato,guarda che si e' perso...Ah,quando torno gliela faccio pagare!"

In quell'attimo vide una sagoma dirigersi sul prato. Sgrano' gli occhi e zoommo' la macchina quanto piu' poteva:

"Ma quello non e' il figlio del signore dell'aereo?"

Aveva buona memoria visiva ed era sicura di non sbagliarsi.
Guardo' di nuovo piu' attentamente:

"Si si e' lui!" disse scaraventando la amcchina fotografica sul materasso.
Si precipito' per le scale verso l'uscita,lasciando la porta della camera spalancata. Attraverso' cosi' con non curanza la strada che quasi fu travolta da un'auto. Si aggrappo' al recinto che contornava il giardino:

"Scusa,scusa!" affannava

"eh?" il ragazzo si volto' stupito

"tu sei il figlio dell'uomo d'affari? Tuo padre e' qui in questi giorni?"

Il ragazzo tossi' e quasi affogo' con quel pasticcino che stava mangiando.

"Oh mio Dio,gli e' successo qualcosa? E tu chi sei?"

"Mi chiamo Alexa" Gli tese la mano dal legno del recinto..
"No tranquillo,nulla di grave,adesso ti spiego...Oddio e' tutto cosi' buffo..."

Il raagzzo continuava ad osservarla con aria interrogativa:

"Vedi io sono di New York; sono venuta fin qui in aereo e sul volo ho conosciuto tuo padre,stava accanto a me...Mi ha mostrato la tua foto...io adesso sto lassu'..."

Si volto' indicando col dito la terrazzina della sua stanza:

"Scattavo delle foto e ti ho visto; mi sembravi tu cosi' non so perche' mi sono precipitata qui.Spero non ti dispiaccia...Sai sono qui per Michael Jackson e anche tu sei suo fan,vero? Me l'ha detto tuo padre sul volo.. Scusami se ti ho fatto prendere un colpo,perdonami"

Osservo' il suo sorriso rassicurante e la invito' a sedersi

"Vieni"

"Oh grazie"

Si guardo' intorno un po' imbarazzata; le venne in mente la voce di sua madre: "Non si va mai dagli sconosciuti"...ma si fidava ciecamente del suo istinto e quel signore sull'aereo non le pareva certo un delinquente.

"Lo vuoi un dolcetto...Alexa,giusto?"

"Si grazie...uh adoro il cioccolato"

"Beh abbiamo una cosa in comune allora..." le sorrise a sua volta
"Comunque mi chiamo Sebastian..."

Alexa si mise una mano davanti alla bocca cercando di trattenere le risate.

"Che c'e',perche' ridi?"

"No nulla,scusami; lo so,non faccio mai delle belle figure,me lo dice sempre anche Oliver..."

"Oliver?" chiese

"Si Oliver,e' il mio migliore amico,ma non e' potuto venire stavolta..."

"Io non abito qui ma ci vengo tutte le Estati,da me non c'e' molto da fare...
la casa e' di mia zia.Di solito c'e' anche mio padre ma aveva una conferenza"

"Mmmm,non parlarmi di mio padri,anche il mio e' sempre molto indaffarato"

"Problemi?"
"Oh,meno male che mi consolo con MJ...Hey ma anche tu vai al concerto vero?"

"Si,ma tu sei da sola?"

Alexa scoppio' in una risata fragorosa:

"Se ti dico come e cosa ho fatto per essere qui oggi, non so come reagiresti!"

"Rcconta!" la fissava sorridendo

"In pratica sono scappata perche' ai miei Michael non va giu',e non mi ci avrebbero mai mandato al concerto; non sanno nemmeno che sono qui; e Oliver in teoria dovrebbe pararmi"

"In teoria? Ahahah! Io se facessi una cosa del genere sarei punito a vita"

"Beh era un sogno...e poi ho 22 anni,mica posso restare ai loro ordini per sempre!"

"Anche io ho 22 anni!"

"Wow che fortuna!"
"Sebastian...Sebastian" continuava a ridacchiare ...
"Se ti dico una cosa ti offendi?" prosegui' lei

"Spara" le disse

"Il tuo nome mi ricorda tanto il granchio de "La Sirenetta" ...Oops,l'ho detto!"

"E' vero,si chiama cosi',sai che non ci avevo mai pensato?" le sorrise
"Sei molto simpatica,sai? Adesso ho un'amica in piu'"

"Beh,io dopo il concerto torno a New York purtroppo"

"Vabbe' potremmo scriverci,mi lasci l'indirizzo o il numero di telefono,non e' un problema.Poi vieni col tuo fidanzato a trovarmi se vuoi la prossima Estate"

"Ma Oliver non e' il mio fidanzato! E' il mio amico: A-MI-CO!"

"Seee,amico,dicono tutti cosi'"

"Te lo giuro,siamo cresciuti insieme,lui e' tutto per me ma..e' un amico e basta,davvero."

Le cadde lo sguardo sull'orologio:

"Devo andare Sebastian! Domani e' il gran giorno e se non dormo a sufficienza non saro' mai abbastanza scattante per prendere la prima fila.
Senti ma dato che siamo entrambi da soli..andiamo insieme no?"

"Volentieri! Ci sto.Ci vediamo qui davanti domani mattina,cosi' mi racconti anche le tue pazzie,ti va?"

"Ahahah,certo! Buona Notte Sebastian,e felice di averti conosciuto"

"Allora dormi bene...Bye bye"
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A GAME FOR LOVE Empty Re: A GAME FOR LOVE

Messaggio Da marina56 Lun Ott 17, 2011 11:42 am

L'aria era fresca ed il sole splendente: questo vide e senti' spalancando la finestra del terrazzo della sua camera.
Respiro' a pieni polmoni finche' non si senti' piacevolmente invasa da quella brezza mattutina. Pochi raggi caldi le accarezzavano il collo e la fronte. Los Angeles era decisamente affascinante anche all'alba,e gia' respirava l'atmosfera del concerto. Con la coda dell'occhio vide Sebastian gia' ad attenderla; le fece cenno di scendere,cosi' prese al vololo zainetto che aveva sul letto e si mise una t-shirt raffigurante la copertina dell'album "Dangerous". Uno short in jeans,calzettoni bianchi fino al ginocchio,sneakers rosse,cerchietto per capelli e come da abitudine braccialetti ad entrambi i polsi e via,era pronta per l'avventura.

"Alzata di buon'ora eh?"

"Non sto piu' nella pelle; oh mamma,ci pensi! Stasera vedro' MJ a pochi metri da me...e' il sogno di una vita!"

"Ti capisco perfettamente,non dirlo a me" rispose mentre si accomodavano in giardino.

"Oh ma quanta roba...sei matto! Non c'era bisogno di preparare tutte queste cose"

"Beh,ho pensato che ci occorreranno molte energie per stare i coda 4 5 ore.
Poi per cantare a squarciagola...Insomma se dobbiamo fare i pazzi facciamoli per bene,no?"

"Ahahahah,mi fai sorridere sempre" gli disse mentre addentava un bigne',
"E' squisito,tua zia e' una cuoca eccezionale!"

"Ma questo l'ho fatto io!"

"Wow! Sei il primo ragazzo che conosco che ama cucinare; Oliver lo detesta...pensa che una volta eravamo a casa mia,ha fatto un uovo e ha bruciato pure quello! Ha tutte le doti del mondo,ma non certo quella dei fornelli..."

"Devi volergli molto bene,parli sempre di lui..."

"Oops,scusami! Sono irrecuperabile,lo so; e' che sai,ormai e' parte di me, a volte dico "io" e sottointendo anche lui. Scusami di nuovo ma sai,abbiamo un legame speciale,quasi fraterno,e quando ti capita di stare senza una data persona anche solo per poco,beh,ti manca da impazzire...Quanto vorrei che fosse qui"

"Beh anche lui deve volerti molto bene; scommetto che come amica sei super,sei adorabile,davvero,e sono sincero"

"Grazie" il suo sorriso era smagliante,
"No guarda tu non mi conosci. Io ho solo Oliver perche' poverino e' l'unico che riesce a sopportare i miei migliaia,miliardi di difetti; dovrebbero farlo santo,te l'assicuro"

"E sentiamo...quali sarebbero questi difetti?"
Piego' il polso in avanti:

"Da quanti sono dovrei scrivere un libro,tanto conoscendomi te ne renderai conto e ti sbarazzerai di me..Uno su tutti la timidezza,poi l'orgoglio! E' il mio peggior nemico,e mi porta a fare cose che non vorrei mai fare...Non e' una cosa bella,e a Michael non piacerebbe...e poi la testardaggine,poi critico sempre tutto,non mi va mai bene niente,poi quando mi arrabbio...oh dai la smetto"

"Eh vabbe' dai,nessuno e' perfetto. Sai,spero succeda qualche [CENSORED] per vederti sbraitare! Sembri cosi' tranquilla e pacata..."

"Ma tu vuoi farti del male per caso? Non ti conviene vedermi alterata,te lo assicuro."

Sebastian continuava a ridere di gusto; in quell'attimo si divertiva a scherzare e a provocarla:

"No no io voglio vederti assolutamente incavolata! E poi senti...se Oliver un giorno si stufera' di te lo rimpiazzo io,ok?"

"Ma perche' limitarmi ad avere un solo amico quando posso averne due?
Ti confessero' una cosa: preferisco le amicizie maschili quindi..."

"Meglio cosi' allora..ma perche' il tuo amico non c'e'?"

"Oh aveva una partita importante: e' sulla buona strada per diventare professionista,sai,credo che ce la fara',ne sono sicura"

"Anche io adoro il calcio! Pero' beh,giocavo da piccolo,poi mi ruppi il ginocchio,e da allora ho dovuto rinunciare..."

"No,hey non dire cosi'...se facciamo piano un pomeriggio andiamo a giocare insieme,ti va? Magari anche con Oliver,se decide di raggiungermi"

"Vero',se faccio piano il mio ginocchio non soffrira',ok!"

"Comunque...ci sono tante altre brutte cose nella vita: non lasciare che questa cosa ti abbatta. Se muore qualcuno di caro e' parecchio peggio secondo me; poi ci sono lo shopping,l'affetto,le amicizie,e naturalmente Michael!"

"Michael!" Grido' lui guardandosi l'orologio

"Che c'e'?"

"E' tardissimo!"

Afferro' Alexa per una mano che fu costretta a tenersi lo zainetto tra le dita anziche' in spalla,e cominciarono a correre verso lo stadio.


"Corri,corri,accellera piu' che puoi,corri!"

Le gridava Sebastian mentre immersi tra la folla si avviavano verso le transenne. La sua voglia di vedere MJ la fece scattare mille volte piu' veloce delle sue potenzialita':

"Mitico! Wow! Si! Evvai,evvai!" grido' a squarciagola aggrappandosi a quel ferro che le garanti' la prima fila.

"Mi dispiace se ti ho fatto correre troppo..."

"Io lo volevo,lo volevo; l'ho sempre voluto,e adesso eccomi qui,a Los Angeles,a meno di un'ora dall'inizio del concerto,in primissima fila sotto al palco,centrale. Credevo di rimanere da sola e invece ci sei anche tu, non potrebbe andare meglio"

"Meno male che non ti si e' slacciata la stringa..."

"Scherzi vero?"

"Ahahahah,certo...Qual'e' la tua canzone preferita? Io spero tanto che faccia "Smooth Criminal"

"Certo che la fara',la suona sempre... Deve assolutamente ballare "Billie Jean",non dico che sono venuta apposta pero'...Wow,la giacca,il guanto e il moonwalk...no no deve farla"
Le luci si accesero d'un colpo. Ormai il sole era gia' tramontato e dopo un sorprendente effetto speciale la folla incomincio' ad intravedere la sagoma del loro Re.

"Ci siamo!" gli disse stringendolo per una manica

"E' "jam" credo,inizia sempre cosi'..."

Il faro lo illumino' : le molteplici luci presenti sul palco facevano risaltare la sua divisa dai mille colori. Era cosi' sgargiante che quasi le sembrava di avere quelle gocce di colore sul prorpio viso. Fu a quel punto che si tolse i mitici Ray-Ban.

"Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa,ma quant'e' belloooooooooo!" Gli strinse la manica cosi' forte stavolta,che gli pizzico' anche la pelle.

"Ahi!"

"Scusa! Oddio!" si mise le mani tra i capelli stavolta
"Gli occhiali,gli occhiali! Oh no,niente,li ha lanciati troppo lontano..."

"Ho teso il braccio,ma non ce l'ho fatta neppure io. Comunque calmati,devi reggere 2 ore,cerca di non svenire qui,ok?"

"Oddio,mi sto emozionando troppo"

Sentiva il cuore batterle fortissimo; ma non solo le batteva,lo aveva in gola. E poi il magone,le farfalle nello stomaco; i sorrisi,l'eccitazione,la malinconia e anche qualche lacrima, questo visse quella sera: un mix di emozioni e di stati d'animo disparati.
"Beat it", "Thriller", "Black or white", "Smooth criminal",uno dopo l'altro cantava e ballava i suoi successi piu' grandi; "Billie jean" che la entusisamo' a tal punto da indossare il guantino luccicoso che teneva nello zainetto. Batteva le mani,cantava,si agitava. E infine "Will you be there" e soprattutto "Heal the world",la sua canzone preferita.
Era decisamente la serata piu' bella della sua vita. Finora i momenti piu' belli li aveva sempre trascorsi con Oliver,ma Michael...Michael era un'altra cosa,era la sua "cosa",il suo amore incondizionato,il suo passatempo preferito,la sua passione. Sarebbe rimasta al concerto per ore,per giorni,per settimane. Il tempo si era fermato nel guardare Michael nella sua bellezza,nella sua grazia e nella perfezione dei suoi passi, nelle coreografie e nei suoi costumi cosi' originali,nella dolcezza immensa della sua voce.
Era quanto di piu' bello le potesse capitare. O almeno,in quel momento pensava cosi',anche se non sapeva che qualcosa di altrettanto bello ed entusiasmante le sarebbe capitato di li' a poco.

"No,e' gia' finito" sbuffo' mentre attaccavano le note di "Man in the mirror",la canzone finale. Altri sei o sette minuti; giusto il tempo per godersi il gran finale e poi sarebbe tutto finito. Quell'altra dimensione in cui lui,MJ, l'aveva tarscinata per quelle 2 ore,quella dimensione cosi' magica e paradisiaca in cui ci si scorda di tutto,aveva smesso di risucchiarla,e adesso doveva tronare alla realta'.
Quando Michael avanzo' per presentare i musicisti e i ballerini,lo aveva ad un metro circa: lo vide vicinissimo; allungo' il braccio sperando che lui le accennasse qualcosa a sua volta,ma nulla. Tutto fini' come era iniziato: nel buio piu' totale.

"Dai pero' e' stato bellissimo" le disse Sebastian all'uscita

"Gia' straordinario,e meno male che non ha cantato "She's out of my life,senno' sai che sofferneza!"

"Mi,mi dispiace se non...se non ti ha salutata alla fine"

"Oh beh c'era tanta gente,fa niente. Per me la cosa piu' importante e' essere riuscita a vederlo"

"Ah. Volevo assicurarmi che non ci fossi rimasta troppo male,tutto qui"

"Che gentile che sei. No,tutto apposto,davvero."

Eccome se ci era rimasta male invece. Ma come al solito non voleva far trasparire le prorpie emozioni: sapeva bene che tra milioni di fan lei era solo un puntino,cosi' come sapeva bene che,nonostante fosse pazza di lui,
sicuramente Michael non sapeva nemmeno della sua esistenza.

"Adesso direi che ci vuole proprio una bella dormita" disse Sebastian sbadigliando,
"Domattina facciamo di nuovo colazione insieme?" aggiunse

"Colazione? Pranzo vorrai dire! Sempre se mi sveglio per l'ora di pranzo! Mamma sono distrutta,ma ne e' valsa la pena,non smettero' mai di dirlo"

"Lui e' Michael Jackson! Ti sorprende sempre,non c'e' niente da fare,e' sempre strepitoso"

All'improvviso quel lucente sorriso che aveva stampato sul volto svani',e il suo buon umore post-concerto con lui.

"Ale che c'e'?"

Sospiro' e lo guardo':

"...Pensavo che dovrei telefonare ai miei"

Quella sua tipica razionalita' che si era celata per giorni sotto il suo entusiasmo riaffioro':

"Sono scappata,e' vero,ma sono sempre sua figlia,e anche se a volte non li tollero...che penseranno? Magari hanno gia' chiamato la polizia oppure ci saranno le giornalate grosse cosi',ne sono sicura"

"Gia'...me lo hai detto che la tua e' una famiglia importante"

"Che seccatura! Dio come vorrei non essere quel qualcuno,o figlia di,ecc...
e' il lavoro di mio padre,io che c'entro?"

"Beh comunque fai bene a chiamarli,se vuoi ti accompagno a cercare una cabina"

"Si grazie infinite; ma se hai sonno puoi pure andare"

"Di notte fonda a Los Angeles tutta sola? Non ci penso nemmeno,prima stendo sulla panchina del parco!"

"Sei un tesoro" gli disse dandogli un bacetto sulla gota.

"Hai sentito Andrew? Tua figlia e' niente di meno che a Los Angeles; e tutto per andare a vedere quello strambo pedofilo!"

"Non ti permetto di parlare cosi' mamma,smettila!"

"No ma dico...ti rendi conto? Ti rendi conto cosa puo' capitargli in una citta' che non conosce? Tu domani prendi il primo volo e vai a prenderla!"

"Io domani devo partire per l'Inghilterra,ho delle riunioni importantissime.
Te ne sei dimenticata?"

"Quando torni a casa facciamo i conti signorina. Ladri,delinquenti,pazzi,
maniaci...Ma dico Signore,perche' a me?"

"Mamma non sono scema!" inizio' ad alzare il tono di voce,
"Ho una mappa,ho assistito al concerto,e' andato tutto bene,e' tranquillo qui; non e' la giungla sai? Ho anche conosciuto delle persone se ti puo' consolare,e me la cavo!"

"Tu adesso vai a letto,e domattina prendi il primo aereo e te ne torni a New York,altrimenti quant'e' vero che sono tua madre vengo a prenderti con le mie stesse mani!"

"No!"

"E invece si"

"E invece no"

"Si"

"Ho detto no...no,no,no!"

"Va bene,allora mi costringi: Dio lo sai che non sono nelle condizioni; non sei mai stata come ti desideravo ma non credevo arrivassi a tanto..."

Quelle parole le fecero piu' male di uno schiaffo. Sapeva bene di non essere il top per sua madre,ma come ogni figlia,c'era un qualcosa di primordiale che le legava comunque,e lei in fondo le voleva bene,forse piu' di quanto sua madre ne dimostrasse per lei. Strinse i denti e si sfogo':

"Io non sono come tu mi desideri perche' non fai niente per rendermi desiderabile! Pensate soltanto a quelle vostre manie: il club,il golf,gli affari di papa'...Ma a me,a me non pensate...Sai come mi chiamo soltanto perche' solo tua figlia,ma non sai nulla di me: non vi siete mai sforzati di capire i miei desideri,le mie paure...Un po' d'attenzione a cio' che mi paice dico...
tutti amano la musica,non era la fine del mondo assecondarmi per venire qui... Mi dici sempre che non mi manca nulla,che gli altri mi invidiano ma pensate di risolvere tutto col denaro? Pensate davvero che i soldi possano compensare l'affetto che ogni genitore dovrebbe dare a sua figlia? Io...cercavo solo un po' di comprensione ma a te...a te non frega niente.
Vorrei...Vorrei che tu non mi avessi mai messo al mondo!"

Inizio' a strillare:

"E sai che ti dico? Io voglio seguire i miei desideri,le mie emozioni,il mio cuore,e non stare in gabbia,capito? Puoi anche mandare una squadra di polizia,ma non mi troverai mai,mai! E anche se mi trovassero non tornerei,
non c'e' problema. Non voglio piu' avere nulla a che fare con voi,cn te!
Addio!"

"Alexa calm..." accenno' la madre

"Addio!"

Riattacco' la cornetta:

"Uh ecco l'ho detto"

Oramai si sentiva sulla strada della sua vita,e doveva essere lei a guidare,solo lei. Si sentiva abbastanza potente per farlo.
Chiuse la porta della cabina e fece per incamminarsi in quel sentiero che la riportava all'hotel. Un passo,due,tre... e fu dopo pochi altri,camminando a capo basso e rimuginando cio' che aveva detto al telefono,che si scontro' con qualcuno.

"Scusi signore"

Li' per li' prosegui',restando con la testa chinata al suolo. Non seppe come,
ma dopo alcuni secondi si scontro' di nuovo con qualcuno,e stavolta cadde a terra.

"Ma a quest'ora chi c'e' a giro?" penso' tra se' un po' intontita per la botta.
Era in terra a gambe incrociate e si strusciava il braccio con la mano per tentare di mandare via la polvere che le era caduta sulla maglietta.
Il silenzio interminabile che la circondava la insospetti,e piano piano alzo' gli occhi. Vide delle scarpe classiche. Mocassini neri. La sagoma che le stava davanti era avvolta nella penombra,e lei non riusciva a distinguere i suoi tratti.Prosegui' salendo con lo sguardo: pantaloni neri e gambe magre.

"Chi e'?" disse. Niente. Inizio' ad avere paura

"Chi e'?" Ancora niente,e la paura la assaliva sempre di piu',ma quando la sagoma compi' un passo in avanti,vide chiaramente sotto la luce fioca di quel faretto del parco delle mani a lei ben conosciute. Sbarro' gli occhi pensando subito a Michael,ma si convinse che in fondo di mani cosi' potevano esisterne a migliaia. Tremo'.

"Sebastian! Sebastian!"

Cerco' di chiamare il suo amico ma non grido' a sufficienza per poterlo svegliare dal sonno in cui era caduto in quella panchina poco distante da lei.

"Chi e' Sebastian?"

O era malata lei o il concerto e la stanchezza le avevano fatto un brutto effetto. Se non fosse perche' era convinta che erano quasi le 2 di notte e lui a quell'ora era gia' nella suite del suo hotel di lusso,avrebbe giurato che quella fosse la voce di Michael Jackson. Tremo' ulteriormente.

"La prego non mi faccia del male" credeva fosse un ladro o qualcosa del genere,

"Guardi le do questi,50 dollari,e' tutto cio' che ho nel portafoglio"
Tese il braccio tremolante e la sospetta figura prese i soldi,ma lei senti' che non se ne ando' e percepiva una stranissima sensazione,qualcosa mista a panico e curiosita'.

"Ma chi sei?"

"Sai che non e' giusto che paghi la donna?" rispose la vocina

"Allora me li restituisce? Allora non e' un assassino vero? Sa la sua voce e' molto simile a quella di..."

L'uomo sospetto si avvicino',e,chiaramente alla luce lo vide: era Michael Jackson. Sbarro' gli occhi

"Vieni" le disse sorridendo porgendogli le banconote
"Guarda che scherzavo; scusami se ti sei impaurita"

I suoi occhi erano persi nel vuoto piu' totale,e lo fissava incredula.
I mocassini? Molti uomini portavano i mocassini. Il pantalone nero? Era un classico,e per di piu' a sigaretta e col calzino bianco a vista era una moda lanciata da MJ stesso,per cui in quel periodo molti ragazzi li indossavano; ma il suo volto,no,quello non mentiva. I suoi lineamenti cosi' delicati,i suoi ricci neri che ricadevano al lato delle sue labbra,i suoi occhi teneri e bambineschi,erano caratteristiche che soltanto lui possedeva.
Non era un sosia,era davanti al vero Michael Jackson al cento per cento.

Scavava nella sua mente cercando di darsi una spiegazione logica,razionale. La trovo' immediatamente per giustificare quell'attimo che le pareva troppo magico per essere reale:

"Io sto sognando" disse annuendo.

"Ciao" disse Michael,
"Ho sentito delle urla e credevo fosse successo qualcosa tra alcuni fan. Sai dopo i miei concerti alle volte succede purtroppo,ti ho sentita gridare e...
volevo assicurarmi di persona che non fosse niente di grave"

"I...i...Io sto sognando!" si ripeteva sempre piu' convinta

"Cosa?" rise lui,
"Se ci sono stati dei problemi puoi dirmelo per favore? Non vorrei che qualcuno si fosse fatto male"

Lei resto' a fissarlo incantata: tanto le piaceva il tono della sua voce che quasi non presto' attenzione alle parole che uscirono dalla sua bocca.

"Senti..." le disse lui avvicinandosi e portando la mano sulla sua spalla
"Io tengo molto ai miei fan,per favore,dimmi che e' successo"

Lei,timida ma sempre di buon'umore,in quell'istante pareva totalmente priva della facolta' di parlare. La sua espressione era impietrita e i suoi occhi continuavano a fissare il nulla.
Michael Jackson le stava parlando tenendole una mano sulla spalla: incredibile,impossibile,assurdo,totalmente fuori luogo e aldila' di ogni immaginazione.

"Ma certo!" tutto d'un tratto si riprese da quel sonno e Michael fu colpito dalla sua voce tenue e squillante. Penso' che era scioccata per qualcosa successo dopo il concerto,ma non appena la vide aprire le labbra,la ringrazio' sorridendo per la collaborazione che le stava offrendo.

Lei schiocco' le dita:

"Vedi...io ti ho sognato molte volte...solo che stavolta il sogno sta durando molto di piu'. Ahahahah! Wow! Ho sognato di scappare di casa,di assistere al tuo concerto,di conoscere un amico e di incontrarti di notte fonda al parco di Los Angeles...Non ho mai fatto un sogno cosi' lungo,che meraviglia! E questa?" si guardo' la maglietta:
"Da me non ne vendono cosi',addirittura in questo sogno indosso la maglia con la copertina del mio album preferito"

"E' molto bella quella t-shirt" le disse Michael che nel frattempo si era seduto sulla panchina.

"Davvero ti piace?"

Replico' lei prendendo sicurezza. Era convinta di sognare e non aveva nulla da perdere.
"Si..."

Michael esito' un attimo perche' non voleva sembrare inopportuno,ma rimase colpito dalla sua aria innocente e misteriosa insieme,dalla sua grazia e dalla sua composta timidezza. Chinque al suo posto sarebbe stata colta da un attacco d'isteria: avrebbe pianto,si sarebbe gettata tra le sue braccia e avrebbe cercato di strappargli i capelli o un lembo della giacca.

"E ti sta bene,e' molto bella,davvero"

"Anche un complimento! Questo e' il massimo!"

Con una mano si copri' il petto e porto' l'indice dell'altra sulla bocca:

"Vediamo...dato che e' il mio sogno...cosa posso far succedere? Ah si!"
esclamo' frugando nello zainetto,
"oh no,no ce l'ho,accidenti!" si avvicno' a Michael:

"Hai un pennarello per favore?"

"Certo! Lo porto sempre con me,cosi' posso fare autografi ai fans anche se loro si scordano la penna. Tieni..."

"Certo,mica puo' non avercelo! Adesso sognero' anche Michael in persona che mi fa l'autografo su questa splendida t-shirt".

Bisbiglio' ma lui non senti',e continuo' a ridacchiare per quanto tenera e spontanea fosse quella ragazza. Che carina,che dolce..non l'aveva mai incontrata cosi'. Avrebbe voluto prenderla in collo e poi giocare con lei a nascondino o a "un due tre stella" proprio come faceva quando visitava gli orfanotrofi e ospitava i bambini a Neverland.

"Allora...dove firmo?" si alzo' dalla panchina

"Qui dietro la maglietta..ah,puo' scriverci"per Alexa...with love,Michael Jackson?"

Non avrebbe mai avuto quella sfacciataggine,nemmeno se,nella piu' irreale delle ipotesi,lo avrebbe incontrato in un'altra galassia. Ma questo era il suo sogno e poteva permetterselo.

"E' il tuo nome?"

"Si"

"Mi piace...mi piace tanto"

Un doppio complimento. Non voleva piu' svegliarsi.

"Chinati un po' per favore,cosi' scrivo meglio."per Alexa,with love Michael Jackson"

Sentiva il suo braccio che scorreva sulla sua maglietta per tracciare quella scritta.

"Ce l'ho! Ce l'ho! Ho il suo autografo! Peccato che e' solo un sogno"

"Grazie" le sorrise "Grazie di cuore!"

Non sapeva come prosguire la conversazione,ma allo stesso tempo pregava perche' non finisse.

"Mamma non svegliarmi...mamma non svegliarmi"

"Ahahahah,ma guarda che non stai sognando"

Michael le poso' entrambe le mani sulle spalle:

"Sono davvero qui,e vorrei sapere cosa e' successo dopo il concerto Alexa,vuoi aiutarmi?"

Resto' muta e sprofondo' a braccia larghe sulla panchina:

"Si,si...io...io credo di si"

"Bene.Racconta per favore,poi ti faro' riportare a casa dai miei assistenti"

In quel momento proprio uno di loro salto' fuori da un auto:
"Signor Jackson,Signor Jackson...tutto bene?"

"Si,si,certo Paul. Andate pure,e' tutto tranquillo; tornero' da solo,ho voglia di prendere un po' d'aria,quella folla mi ha un po' soffocato stasera"

"D'accordo,come vuole,ma faccia attenzione"

"Sicuro.A piu' tardi"

"Arrivederci Signor Jackson"

Si sedette accanto a lei:

"Uff...Sai a volte essere famosi e' una seccatura.Non posso neanche fare un tranquillo giretto nel parco come hai fatto tu stasera.Tutti mi seguono,tutti vogliono tenermi sotto controllo..."

Lei continuava a non rispondere alle sue affermazioni.
Michael le si inginocchio' di fronte e noto' le sue gambe tornite coperte solo per pochi centimetri dal calzettone e da quello short di jeans.

"Non vuoi proprio aiutarmi eh?"

Lei si volto' per un secondo e i loro occhi si incrociarono,ma lei diresse lo sguardo altrove.

"Mmmm,ho capito"

Michael cerco' di immedesimarsi in lei; torno' indietro con la mente a quando era bambino: anche lui era emozionato quando incontrava i suoi idoli,e penso' semplicemente che la troppa emozione di averlo visto le avesse giocato un brutto scherzo,ma era curioso di scoprire il perche' di tutte quelle urla,cosi' penso' ad una soluzione per metterla a suo agio:

"Vieni che si sta facendo freddo qui...ti porto a bere qualcosa di caldo,seguimi"

Lei rispose quasi involontariamente ai suoi comandi e il suo corpo si alzo' da solo da quella panchina e si affianco' al suo. Non ci furono sguardi,non ci furono contatti,non ci furono parole,solo pensieri,tanti pensieri che invadevano la mente di entrambi:

(Alexa) "Alexa sei una stupida,alzati,non stai sognando! Hai Michael davanti e non riesci nemmeno a dirgli quanto e' stato bello il concerto...dai! Mezzo mondo pagherebbe per essere al tuo posto adesso..."

(Michael) "Chissa' cos'e' accaduto,mica le avranno fatto del male?
Poi...e' molto carina,vuoi vedere che...No,e' troppo presto per dirlo,e poi non posso! E devo pensare ai fan adesso"

I fan prima di tutto: questo era il destino delle stelle,mantenere la sicurezza di chi ti adora,specie per lui che era il re del pop,una star planetaria amata da milioni e milioni di persone.

La guardava chiedendosi che eta' avesse,ma non riusciva a decifrarla.Pero' dal fisico capi' che non era solo un'adolescente.
Lei si sentiva osservata: delle frasi le passavano per la testa,ma la bocca era incapace di far uscire le parole che le attraversavano per il cervello.
Iniziava a svegliarsi ma ancora non le sembrava reale. Michael era con lei soltanto perche' temeva fosse successo casino,solo per quello. Avrebbe dovuto spiegargli che tutti i suoi fan stavano bene,che si trattava di una semplice litigata telefonica con la propria madre.
Ne' parole,ne' contatti. La barriera che c'era tra loro accenno' a cedere quando Alexa fu assalita dai brividi per il freddo: si copri' con le braccia come poteva e alzo' le spalle. Michael non esito' neppure un'istante e le avvolse intorno alle spalle quella sua giacchetta argentata coi bordi neri che a lei tanto piaceva.Riusci' a ringraziarlo solo con un sorriso.
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A GAME FOR LOVE Empty Re: A GAME FOR LOVE

Messaggio Da marina56 Lun Ott 17, 2011 11:44 am

Arrivarono poco dopo all'entrata dell'hotel in cui alloggiava Michael.

"Ecco e' qui...entra" La fece passare avanti a lui aprendole la porta.

"Signor Jackson,lieto di vedere che e' tutto apposto"

"Te l'ho detto che non mi succedeva niente Paul. Il bar e' aperto?"

"Per lei Signore,tutto cio' che vuole a qualsiasi ora"

"Grazie. La signorina e' qui per spiegarmi alcuni fatti accaduti dopo il concerto...Ci mettero' un minuto"

"Oh faccia con comodo"

Michael si guardo' l'orologio:

"Oh,le 3:15,davvero tardi,andiamo"

Entrarono nel bar: Michael si accomodo' sullo sgabello davanti al bancone e lei si sedette a sua volta intimorita. Il suo sguardo era posato sul legno del bancone e trovava a fatica le parole.

"Buonasera Signor Jackson"

"Buonasera,Carl. Mi fai una camomilla e un te' caldo,per favore?

Si volto' e le sorrise,ma lei era ancora persa con lo sguardo nel nulla.
Dato che percepiva la sua tensione,cerco' di metterla a suo agio.Si avvicino' con la testa per attirare il suo sguardo. In quel momento il barman servi' le tazze:

"Sai,la camomilla mi piace tanto.La prendo sempre dopo i concerti.Sai..a volte l'adrenalina e' cosi' alta che anche se sono stanco morto non riesco mai a dormire,e questa mi rilassa"

Lei poso' delicatamente le labbra sul bordo della tazza,e Michael si meraviglio' del modo grazioso in cui beveva: a piccoli sorsi e molto lentamente.

"Buono,mi ci voleva qualcosa di caldo" disse Alexa

Michael spalanco' gli occhi e il volto gli si illumino':

"Allora parli,eh?"

Lei resse il suo sguardo per pochissimi secondi,poi molto spontaneamente,disse:

"Grazie mille Signor Jackson"

"Hey,hey (le poso' lentamente una mano sul braccio),
ti sembro un signore io? Non ho 60 anni eh? Puoi tranquillamente darmi del tu,chiamami Michael"

Lei aveva le braccia sotto il bancone,le mani unite,gli occhi che si giravano a destra e sinistra.

"Ok allora...Grazie Michael"

"Oh,cosi' va molto meglio...ne vuoi ancora?"

A lei sembro' cosi' premuroso e cosi' gentile: era prorpio come se lo era sempre immaginato: un uomo d'altri tempi,dotato di classe,fascino e bellezza; e nemmeno la sua stanchezza post-concerto gli toglieva un po' della sua eleganza. Le sue splendide mani tenevano la tazza di porcellana; mentre sorseggiava alzo' lo sguardo e pose l'interrogativo che gli ronzava in testa da un po':

"Allora Alexa..."

("si e' ricordato il mio nome" penso', "incredibile!" resto' esterrefatta)

"Vorresti spiegarmi cos'e' accaduto al parco dopo il concerto? Hai visto o sentito qualcuno,qualcuno di sospetto...cose cosi'..me lo diresti per favore?"

Era anche educatissimo: Lui,MJ,le stava anche chiedendo "per favore".
Chi era lei al suo confronto? Non poteva crederci. "Quante star fanno cosi'?" penso' dentro di se'. Lui era Michael Jackson e poteva avere tutto solo per il fatto di essere famoso,e invece le si stava mostrando nel piu' spontaneo e naturale dei modi. Niente aria altezzosa,niente aria di superiorita'. No pretendeva di sapere cosa era successo con la forza o con la prepotenza; non pretendeva di saperlo subito solo perche' lui era il cantante e lei era colei che acquistava i suoi dischi; le aveva chiesto ripetutamente "per favore". Finalmente prese coraggio cercando di mettere momentaneamente da parte la sua enorme timidezza.

"Beh ecco..."

"Vorrei dirti una cosa.Non essere cosi' tesa con me...Anzi,se vuoi mi giro di spalle e mi tappo gli occhi,cosi' parli meglio"

Scoppio' a ridere e lei con lui.Michael si era accorto del suo terribile imbarazzo e cercava di farla sciogliere un po'. Lei allungo' lentamente il braccio; esito' ma poi il suo dito si poso' sulla spalla di Michael che era voltato di schiena.

"Sign...ehm...Michael" ritiro' subito il dito e lui si volto' a guardarla,vedendo per la prima volta il suo sorriso rilassato:

"Ti ascolto" le disse con tono rassicurante

"Ecco...non c'e' stata una rissa o confusione tra fan.Nulla del genere,era piu'...ecco si e' trattato solo di una litigata...e quella che gridava sono io...
ero al telefono ,ero in quella cabina la' al parco..."

"Oh quindi eri tu?"

"Si" si chiuse la giacchetta che Michael le aveva dato intorno al petto,quasi a volersi coprire,

"...Con mia madre.Era una litigata con mia madre."

"Beh,mi dispiace" le disse Michael con tono un tantino triste

"Non mi va di parlarne,lasciamo perdere,non capisce e non capira' mai!"

Michael non voleva esser einvadente,ma allo stesso tempo era convinto che quella ragazza cosi' delicata fosse nei pasticci; e il suo istinto gli comandava di salvarla,di sottrarla ad un qualche pericolo che potesse correre.

"Mi dispiace,io...io se posso fare qualcosa..."

"Oh Michael,sei troppo gentile,ma nemmeno io so come risolvere questa situazione,quindi..."

Michael la fissava un po' allarmato con sguardo interrogativo. Si porto' il pugno alla bocca:

"No,e' che...insomma tengo molto ai miei fan,e tu sei una mia fan,intendevo questo quando ti ho chiesto se potevo fare qualcosa. I miei fan sono la mia fonte d'ispirazione,il mio calore e...anche tutto l'affetto che ho."

Da quelle parole Alexa capi' molto. Sapeva bene da sempre che Michael teneva ai suoi fans,ma ebbe la sensazione che aveva in se' uno strano vuoto da colmare; ecco perche' i fans,penso'. Lo capi' anche dal fatto che Michael mostrava un'aria afflitta da quelle parole che si era detto da solo,ma vedere il suo idolo cosi' le spezzava il cuore.

"Nemmeno io voglio entrare nell'argomento degli affetti" disse lei

Nei suoi occhi lesse uno sterminato bisogno d'amore,e,sempre nei suoi occhi,vide un bambino: quel bambino che tutti scansano per giocare,quel bambino che tutti prendono in giro.Questa fu la sensazione che ebbe: in lui si celava un qualcosa che lo rendeva malinconico,pensieroso,forse incompreso,esattamente come lei. Aveva sempre visto che possedeva tutto: una tenuta da sogno,soldi,amici famosi,sicuramente molte donne; una vita che tutti sognano,insomma. Un po' lo capiva,eccome se lo capiva. Solo che la sua condizione era moltiplicata miliardi di volte rispetto alla sua,ma in quel momento si senti' affine a lui per lo stato d'animo che poteva provare.
Comunque sapeva quanto Michael teneva alla sua privacy,e non oso' chiedergli niente.

"Se ci si mettono i tabloid poi..." aggiunse Michael sempre piu' triste

"Michael?"

"Si?"

La sua timidezza non le avrebbe impedito di esprimersi: aveva l'occasione di dichiarare al suo idolo cio' che pensava di lui e non si sarebbe lasciata scappare quell'opportunita'.

"Io so che sei un uomo buono: ami i bambini,aiuti le persone,e anche con la musica...beh mi hai insegnato tante cose,tante cose importanti,e non te lo dico solo perche' sono una tua fan e voglio farti una bella impresisone."

Michael capi' che quelle parole le venivano dal cuore: non aveva certo l'aria della fan che voleva adularlo per poi arrivare a chissa' quali scopi.
Si meraviglio' ancora una volta della sua spontaneita': non era abituato ai sentimenti genuini nel suo ambiente,dato che era fatto soltanto di ipocrisia e apparenza,e veramente per la prima volta si senti' apprezzato per qualcosa che non fosse il suo ultimo album o i suoi ultimi passi.

"Voglio dire...so che non e' facile affrontare certe situazioni,pero'...ecco sappi che i tuoi fan ti amano; loro lo sanno che non sei come ti dipingono.
Ehm,ehm...ti confessero': compro i giornali soltanto perche' colleziono le tue fotografie,ma non leggo mai gli articoli,lo so che sono schifezze.Ho preferito leggere la tua autobiografia, "Moonwalk",solo quello ho letto,le altre cose,le altre parole,nemmeno le guardo,davvero."

E due. Il suo stupore aumentava man mano che Alexa pronunciava quelle parole: fu piacevolmente avvolto dalla sua dolcezzza e fu contento di vederla piu' rilassata.

"Ti ringrazio"

"E di che.Dico sempre quel che penso,purtroppo"

"Perche' purtroppo?" Michael rise

"No...ripensavo a mia madre,l'ho trattata un po' male mi sa"

"Beh gridavi un po'"

"Cosi' tanto?"

"Ehm,si...abbastanza forte. Devi avere un bel caratterino!"

La metteva sempre di piu' a suo agio,facendo in modo che non fosse troppo impacciata,in modo che potesse trasparire quella naturalezza che tanto l'aveva colpito.Lei lo guardo':

"Ehm...boh...boh forse non tanto facile in effetti,ma non saprei,dovresti chiedere a chi mi conosce! E comunque ci sono tante altre cose dietro,non e' stato il venire qui i se'."

"Allora non e' tutta colpa mia?" rise di nuovo. Le sorrideva sempre:

"Se ti va di parlarne...dico cosi' per sfogarti"

"Oh non c'e' bisogno,sei stato anche troppo gentile"

Michael capi' che non era la solita fan a caccia di un autografo; capi' che non era la solita ragazza che cercava di incantarlo per entrare nel suo mondo o per passare una notte con lui.
Era gentile,riservata,questo e' quello che gli paiceva: lei non si svelava a lui cosi' come a lui non piaceva sbandierare al pubblico i suoi fatti privati.
Una cosa in comune.
Nel giro di pochi minuti lo aveva fatto sentire,a suo modo,importante,lo avev fatto sorridere,gli aveva fatto scacciare dalla mente quei pensieri cattivi che sempre lo assalivano. Percepiva nell'aria la sua gentilezza,la sua finezza,e nonostante fosse stanchissimo per la sua esibizione,era attratto dal suo tono infantile ma caldo,e sarebbe stato ad ascoltarla per ore. Non si esponeva tutta e subito,non parlava piu' di tanto,e la sua aria di mistero lo affascinava perche' faceva in modo che fosse lui a chiedersi cosa c'era dietro a quella t-shirt che raffigurava la sua faccia.

"Non vorrei seccarti con tutta questa storia: il fatto e' che mia madre vorrebbe tenermi sotto il guscio del suo universo,non capisce che cresco e che ho interessi troppo diversi da lei,non so,forse non lo accetta."

"Quanti anni hai?"

"Hey ma non si chiede l'eta' ad una donna,lo sai?"

"No...era solo per il fatto del presunto casino,non sono mica cosi' scortese!"

"Mmm... 22"

Rimase di stucco: la credeva molto piu' piccola,18 o giu' di li'.

"Lo so che sembro piu' piccola,me lo dicono tutti"

"Oh ma non sto pensando questo...mica e' una cosa brutta. Pensa,avrai piu' di 40 anni e te ne daranno 30!"

lei scoppio' a ridere:

"Mi fai ridere Michael..."

Silenzio.

"Biscotto?" Michael le passo' il barattolo che stava sul banco:

"Ehm,ho anche fame in effetti...uh al cioccolato,buoni!"

"Ma t'immagini se tua madre sapesse che sei qui per colpa mia? Ahahahah,
da come me l'hai descritta...beh,mi sgozzerebbe! Magari non lo so ma molti fans per venire ai concerti scappano...te lo immagini?"

"Hai l'esempio davanti...e' che sai,sono tua fan da qundo sono piccolina,e ci tenevo troppo,non sapevo se sarebbe ricapitato...non mi pare di aver commesso un crimine, in fondo ho 22 anni,sono davvero esagerati"

Michael rifletteva: "quanto e' tenera" penso'.. "venire al concerto,scappare dalla famiglia...farsi riprendere dalla madre...per me. Penso' che fosse la cosa piu' dolce del mondo...quante fan avrebbero fatto cosi'? Quel gesto cosi' intenso era stato compiuto per lui: si sentiva il protagonista di una cosa quasi eroica,impossibile per certi versi; e ne fu lusingato ma non le disse niente.

"Davvero collezioni le mie foto?"

"Si,tutte quelle che trovo. Magari mi limitassi alle foto! Cd,libri,poster... se tu entrassi in camera mia sarebbe come guardarti allo specchio a tutti gli angoli...non puoi immaginare. Alcune di quelle immagini le ho anche messe in valigia,sai?"

"Sul serio?

"Beh si...ogni pazza fan Jacksoniana in cuor suo spera di poter incontrare il suo idolo per strappargli un autografo...So che era impossibile,che avevo una probabilita' su un triliardo,pero' mi sono detta "non si sa mai" "

"E adesso sei qui con me" le disse a voce bassa.

"Si ma solo perche' credevo che fossi un ladro!"

"Io che vado in giro a derubare...buffo! Forse solo sotto incantesimo potrei fare una cosa cosi'"

"Ma non sapevo che eri tu...secondo te lo immaginavo? E se vuoi saperlo...
mi hai anche spaventata"

"Scusa ma non sempre e' facile approcciare le persone nella mia situazione: non e' mica bello sapere che qualcuno e' svenuto o collassato per causa tua; non so se capisci...non me lo perdonerei"

"Si,so quanto ami i tuoi fans,capisco. Comunque e' un grande privilegio essere qui,mi hai insegnato tante cose,la tua musica e' sempre con me...e stare accanto al prorpio idolo...non ha prezzo. Anche se non lo do a vedere,perche' io sono fatta cosi',sono contentissima...volevo dirtelo."

Il guscio si stava aprendo: quella che per eta' doveva essere una donna era agli occhi di Michael una sorta di creatura fantastica,fiabesca: sotto quel corpo ormai sviluppato ritrovava quella magia che credeva esistesse soltanto nei suoi cartoni animati preferiti. Avrebbe voluto dirle apertamente quanto era dolce,ma non ce la fece. Voleva essere sicuro di aprire bocca,sia per lui che per lei, perche' se l'avesse ferita anche appena non se lo sarebbe mai perdonato.
Sgranocchio' l'ultimo biscotto che aveva in mano e si volto' per prendere un altro barattolo da consumare:

"ne vuoi un al...?"

Quando si giro',Alexa era accasciata sul bancone,con un braccio sotto alla testa e gli occhi chiusi. Fece cenno al barman di abbassare le luci e le guardo' dormire per un po'. Avvicino' la mano sopra di lei perche' ebbe l'istinto di accarezzargli i capelli,ma si fermo'. Le sistemo' per bene la sua giacca sulle spalle e avviso' il personale:

"Per favore portatela a dormire...mi raccomando nella migliore stanza e...delicatezza. Oh,e anche lo zainetto per favore."

"Certo Signore"

La presero in collo due uomini del suo staff; Michael li segui' per assicurarsi che la sistemassero nel migliore dei modi: la adagiarono sul letto e posarono lo zainetto ai suoi piedi. Con passi felpati uscirono senza far rumore; i due uomini furono i primi a scavalcare la porta e ancora una volta,prima di chiudersi la porta dietro di se',Michael indugio' e la osservo' pregando perche' non fosse l'ultima volta: in fondo era stato lui ad ordinare di portarla in quella stanza,e l'avrebbe sicuramente rivista in giro per l'hotel.

"Buona notte Alexa" bisbiglio' tra se' augurandosi che lei potesse udire quelle parole pronunciate cosi' sottilmente,ma rimase impassibile nel suo sonno profondo. Michael sbadiglio',si guardo' l'orologio e si avvio' verso la sua suite.

Il mattino seguente Alexa si agitava in quel letto spazioso mentre un raggio di luce filtrava dalla finestra facendola svegliare.
Apri' gli occhi guardando il soffitto,poi giro' lo sguardo a destra e a sinistra: i mobili,il tappeto,le pareti. Sbarro' gli occhi sobbalzando dal letto

"Eh? Ma dove sono? Ah...l'ho detto che era un sogno..No aspetta...anche lo zainetto? E Miky? Dov'e' Miky? Non capisco...Allora,ragioniamo: ero all'hotel,sono andata al concerto e poi...poi si! Michael al parco,al bar,il te' e poi...forse mi sono addormentata...Mio Dio ma allora l'incontro con Michael e' stato vero...che figura! Che figura! E' stato vero...decisamente!
Indosso la sua maglietta autografata...wow!

Si diresse in bagno per guardarsi allo specchio:

"Mamma sono in delle condizioni pessime! Dovro' tornare all'albergo per prendere quantomeno la valigia,farmi una doccia e rendermi presentabile.
Dallo specchio intravide il telefono sul comodino:

"Ah si...devo chiamare Oliver."

"Ciao,che sorpresa! Stavo giusto per telefonarti.Ho visto tutto il concerto per vedere se ti inquadravano,ma non ti ho vista,cavolo e' stato fantastico!"

"Beh se preferisci il calcio,sai com'e'..."

"Oh dai,non fare ancora l'offesa,te l'ho gia' detto e te lo ripeto: ci sara' l'occasione per farmi perdonare"

"Devo dirti una cosa" dissero insieme

"Prima tu"

"No prima tu! DAto che devi farti perdonare...Inizia subito!"
"Ecco,in questi giorni ho gli ultimi allenamenti ,poi potro' raggiungerti! Non sei contenta?"

"Wow,allora vieni! Certo che sono contenta! Mmmm...perdonarti? Potrei farci un pensierino,ma sono ancora arrabbiata..."

"Dai non fare cosi'! E tu...che volevi dirmi?"

"Oh non ci credevo nemmeno io...l'ho incontrato,sai?"

"Chi?"

"Lui!"

"Lui chi?"

"Ma Michael no?"

"Scherzi?"

"No! Poi ti spieghero' tutto per bene...Mi ha sentita gridare con mamma al telefono e credeva fosse una lite tra fans"

"Cavolo ma che fortuna! E l'hai rivisto?"

"No per ora no,ma e' qui in questo hotel. Mi sono fatta fare l'autografo sulla maglietta,uno spettacolo. Credevo di sognare,non potevo crederci e anche adesso faccio fatica a crederlo..ti rendi conto? Se lo rivedo gli faro' firmare anche per te,non me ne sono scordata"

"Oh grazie...te l'avevo detto che magari lo incontravi! Non vedo l'ora che mi racconti"

"Certo,appena arrivi!"

"Ahahahah! Si,pero' mi sei mancato tanto"

"Anche tu,e mi devi una partita!"

"Oh qui ci sono dei parchi stupendi,ah...ho anche conosciuto un ragazzo,
Sebastian,devo presentartelo assolutamente,scommetto che ti ci troverai bene"

"Arrivo presto a Los Angeles...a presto Ale.Sono felicissimo per te,sul serio"

"Grazie.Teniamoci in contatto,ok? Quando arrivi dimmi l'ora,cosi' vengo a prenderti all'aereoporto,ok?"

"Sicuro! Ciao Ale!"

"Ciao."

Aggancio' il telefono e poso' lo sguardo sulla poltrona:

"Oh,la giacca di Michael,devo assolutamente riportargliela."

Il cervello le comandava di lasciarla incontaminata.sgargiante e lucida cosi' com'era,ma non resistette all'impulso di affondarsela tra il viso e annusarla:

"Vaniglia...proprio come dicono del suo profumo"
Mentre Alexa si stava ancora chiedendo da che parte di mondo fosse,
Michael era gia' a discutere col barman su quanto fosse accaduto la sera precedente:

"Allora Signor Jackson,sono felice che alla fine non ci sia stato alcun genere di confusione"

"Gia'.Tutto calmo per fortuna."

Era seduto sullo sgabello della notte precedente,e voltandosi ebbe l'impressione di vedere Alexa ancora seduta al suo fianco passargli i biscotti; si mise una mano davanti alla bocca ripensando a quanto ancora fresca fosse quella scena nella sua mente. Il suo sguardo cadde a terra.

"E questo?"

"Non so Signor Jackson...qui ci sono state pochissime persone ieri sera."

Michael prese tra le mani un peluche; morbido,abbastanza piccolo,dal musetto tenero.Noto' che non si trattava di un peluche qualunque: aveva intorno al collo un nastrino di raso rosso con una letterina "M" tutta luccicante. Un oggetto del genere rispecchiava sicuramente la tenerezza di chi lo possedeva,e quel qualcuno era di sicuro Alexa. Lo guardo' sorridendo e scuotendo la testa: ancora una volta ebbe la conferma della sua dolcezza: "Questo peluche ha la mia iniziale!" penso'. Pensare che una fan arrivasse addirittura a chiamare un peluche come lui...gli sembro' il gesto piu' amorevole del mondo. "Quanto e' carina" disse tra se' e se'.

"Credo di sapere di chi e'...lo restituisco io"

Usci' dal bar e si avvio' nella sala per la colazione.

Dopo essersi lavata,cambiata e aver ripreso i suoi bagagli,Alexa torno' all'hotel di Michael: non voleva certo disturbarlo,ma il suo buon senso le dettava di ringraziarlo di persona,in piu' doveva ridargli la gicchetta,per cui doveva ritrovarlo,ma intanto decise di fermarsi per la colazione perche' il suo stomaco iniziava a brontolare.

"Caspita,ma come faccio...mica posso dire alla sicurezza che lo conosco! Perche' io NON lo conosco... ma nemmeno posso dire che devo dargli la giacchetta o cose simili,e chi mi crederebbe? Non mi farebbero passare,e non voglio fare figuracce...non so nemmeno il numero della sua stanza.
Uffa,come faccio? Devo per forza dirgli qualcosa!"

Tutte le sue preoccupazioni furono immediatamente scacciate da un qualcosa che non sapeva se chiamare "coincidenza" o "destino".
Entrando nella sala lo rivide per la seconda volta: era seduto a fare colazione,stupendo e raggiante come sempre. Spalmava la marmellata su un toast ed era solo ad un grandissimo tavolino. Esito': le piaceva fissarlo proprio come faceva con le sue innumerevoli foto. Michael si verso' del caffe' in una tazza e la vide anche lui: la saluto' e le fece cenno di andargli accanto,ma lei fece finta di non capire;era confusa,e non poteva credere che MJ le chiedesse di sedersi accanto a lui.

"Alexa,dai vieni!"

"Oddio dice a me! Mi ha chiamata per nome,sono io" penso'. Si indico' da se' puntandosi il dito al petto come per chiedere "io?". Michael continuo' a farle cenno di raggiungerlo:

"Si,si tu...e dai vieni!"

Si avvio' timidamente verso di lui.Michael noto' la sua graziosa camminata e noto' che si era cambiata.

"Ciao" le disse
"Prego siediti" Si alzo' e le allontano' la sedia dal tavolo per farla accomodare.

"Ciao Michael"

"Allora dimmi: cosa posso offrirti? Ci sono cereali,biscotti,cornetti,
marmallata,caffe'..."

"Oh,un po' di marmellata con un toast andra' benissimo"

"Frutti di bosco va bene?" le svito' il tappo dal barattolo,

"Si,e' la mia preferita! Come hai indovinato?"

Rise. "Ti verso il caffe',aspetta...Ecco adesso puoi bere. Allora...dormito bene?"

"Ehm,si...oddio..il letto era enorme,e comodissimo...Ma...sei stato tu?"

"Beh,che dovevo fare,lasciarti tutta stesa su quel bancone? Sai una volta mi e' capitato...mi sono svegliato con un mal di collo tremendo...non volevo che ti succedesse lo stesso"

"Oh e' stato strano.Non capivo dov'ero,mi sono addormentata di sasso.
Grazie ancora"

"E di che? Non c'e' bisogno che mi ringrazi sempre" le sorrise,

In quel momento Alexa realizzo' che era davvero come lo aveva immaginato un milione di volte: gentile,di poche parole,sempre sorridente e dall'aria pura,un Peter Pan proprio come lo descrivevano,un bambino intrappolato in quel fisico scultoreo,in quegli occhi profondi,in quei ricci vaporosi e in quelle mani espressive che non poteva far a meno di seguire ad ogni suo movimento.

"Oh aspetta,ho una cosa,devo restituirti questa" prese la giacca in mano e gliela porse,

"pero' se mi dici grazie non ti passo il toast eh?" le disse Michael.Alexa gliela allungo' davanti al viso

"Puoi tenerla"

"Davvero?"

"Certo,se vuoi ti autografo anche questa"

"Oh,no,no,e' bella cosi'"

ovviamente voleva ringraziarlo,ma non gli disse nulla. Osservava estasiata quella giacca: quante persone aveva incontrato che fossero cosi' carine nei suoi confronti? Fin da piccolo era stato abituato a lavorare per produrre musica,ma chi l'aveva mai ringraziato,inorgoglito o si era congratulato con lui per cio' che esprimeva attraverso le sue melodie e i suoi giorni passati a provare o in studio di registrazione? Nessuno,a partire da suo padre Joe.
E adesso lei riusciva a trasmettergli quella riconoscenza che per tanto gli pareva gli fosse stat negata,e,anche se non lo diceva a parole,Michael riusci' a captarlo.Continuava a pensare a quanto la sua eta' fosse troppo avanzata per l'aria che possedeva. Piu' che una donna sembrava una bambolina che stava al tavolo del the' nella sua casa-giocattolo,una bambolina di porcellana,questo fu il paragone che le attribui'.
Ingoio' l'ultimo boccone dle toast:

"Anche io ho una cosa..." prese da sotto il tavolo il peluche e glielo mostro',
"Miky!" quasi glielo strappo' dalle mani;era cosi' contenta di rivederlo e di sapere che non lo aveva smarrito.

"Credevo d'averlo perso!"

"Allora e' tuo?"

"Si"

"E' cosi' carino" la guardo' muto.

"Lo so che pensi che sono troppo grande per giocare...ma io lo adoro,e' il mio preferito da quando sono piccolissima"

Arrossi' pensando di aver fatto una figuraccia: era accanto a Michael Jackson e tutto cio' che era capace di fare era mostrargli la gioia per aver ritrovato il suo peluche.

"No,non penso questo,non lo penso assolutamente.E io che dovrei dire che ho la casa piena di giostre?"

"Beh,ma Michael,e' diverso...tu aiuti i bambini,lo fai soprattutto per quello

"Si ma cosa credi che non mi ci diverto anche io? E ho un po' di anni piu' di te...poi lo trovo carinissimo,ha un musetto cosi' dolce...Come hai detto che si chiama?"

In quell'istante si avvicino' un uomo del suo staff personale:

"Signor Jackson,l'hanno cercata" gli mostro' un bigliettino con un nome,
"se puo' richiamare..." gli disse l'uomo
"Si,grazie"

Sapeva che doveva alzarsi per telefonare ,ma per qualche strana ragione eveva semplicemente voglia di stare ad ascoltarla ancora,guardarla e godersi fino alla fine la colazione con lei.
Alexa penso' si trattasse di qualche donna,come poteva non averne bello com'era sia dentro che fuori? Continuo':

"Miky...il mio peluche si chiama Miky: l'ho chiamato cosi' pensando a te,e' una sorta di diminutivo del tuo nome e...e il nastrino...e' rosso perche' so che e' uno dei tuoi colori preferiti."

Come sempre,Michael aveva voglia di dirle quanto fosse dolce,ma non ci riusci'. "Sei molto dolce",erano solo 3 parole,facili,dirette,ma ancora una volta fu impedito da qualcosa che lo bloccava e non capiva il perche'.

"Senti ma quel Sebastian di cui parlavi ieri sera...chi e',un tuo amico?"

"Sebastian!" sobbalzo' dalla sedia senza rispondergli,
"Oddio,sara' preoccupato per me! Scusa devo andare... Michael!"
Volo' per la sala attraventando il tovagliolo sul tavolo.

"Si ma io v...volevo chiederti una cosa" disse Michael tra se' sottovoce con un dito alzato,mentre lei gia' correva via.
Butto' una zolletta di zucchero nel suo secondo caffe' e lo giro' con sguardo malinconico.Penso' che questo Sebastian doveva essere a lei una persona molto cara,e inconsciamente provo' un leggero fastidio. Si alzo' e si diresse a fare quella telefonata di cui il suo staff lo aveva avvertito.

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A GAME FOR LOVE Empty Re: A GAME FOR LOVE

Messaggio Da marina56 Lun Ott 17, 2011 11:45 am

Arrivo' al parco adiacente all'hotel e lo vide ancora sulla panchina,
"Sebastian!

"Ale,diamine! Ho girato tutta la mattina...dov'eri finita? Ho avuto paura,non sparire mai piu' cosi'"

"Scusa e' che,oddio,mentre eri qui a dormire ho incontrato Michael!"

"Davvero? Wow!"

"Si,credeva fossi coinvolta in una rissa,invece ero al telefono a discutere con mia madre,poi mi ha accompagnata al suo hotel,mi ha offerto il the',regalato una giacca,e fatto dormire in una stanza bellissima perche' mi ero addormentata sul bancone del bar.Non posso crederci,questo viaggio sta andando alla grande!"

"Insomma ci ha provato!"

"Ma che dici! Guarda che lui e' un gentiluomo,e' stato gentilissimo invece..e poi non ci proverebbe mai con me perche' e' gia' fidanzato"

"Ma che ne sai? Te l'ha detto?"

"No ma...fidati,e' cosi'"

"L'importante e' che non ti sia successo niente. Senti adesso vado a casa a cambiarmi,dopo torno davanti all'hotel di Michael...ti va se andiamo a fare un giro per Los Angeles insieme?"

"Certo! Mamma,non vedo l'ora.A dopo!"

"Ok,saro' puntuale...a dopo!"

**************

Nella sua suite Michael conversava al telefono:

"No...uff stai calma,te l'ho spiegato...tanto dai,ci vediamo alla festa no? Si,si...ti ho detto di si...sicura,va bene,va bene...si tutto ok,e' che...ero occupato...Va bene,d'accordo,cerchero' di chiamare piu' spesso...A Sabato sera e stai tranquilla ok? Ciao!"

Attacco' il telefono dando poco peso a quella conversazione; si distese sul letto osservando i meravigliosi affreschi della sua stanza mentre la sua testa era in bilico tra "si o no? Lo faccio o non lo faccio?" Poi,dopo aver riflettuto un po',prese la decisione: "Certo,si,appena la rivedo glielo dico."
Non c'era molto su cui ponderare in realta',e non poteva sempre farsi ostacolare dalla perfezione che ricercava in tutto.Doveva solo attendere qualche ora,e poi avrebbe saputo la risposta.

Il primo pensiero fu quello di cercarla ancora: percorse i corridoi,scese e sali' le scale,controllo' il bar,la hall,ma non la vide. Si affaccio' all'uscita e lei era li',dall'altro alto della strada ad osservare le macchine che passavano,a pensare tra se o forse ad aspettare qualcuno. Le si avvicino':

"Oh Michael" gli disse

Tutte le volte che Michael le era accanto,il suo cuore impazziva,l'emozione era fortissima e il rossore le divampava le guance.

"Allora,dimmi...hai sempre il vizio di scappare quando sei a tavola?"

"Oh,no,e' che ero preoccupata per Sebastian,oddio,non voglio sembrare scortese,perdonami."

"Lo so,lo so...l'ho visto che non sei scortese.Anzi,tutto il contrario" sorrise

Avrebbe voluto dirle quanto bene l'avesse fatto sentire anche solo quel quarto d'ora che passarono al tavolino quella mattina,ma vista la sua timidezza,cambio' discorso:

"Comunque la colazione era buona..."

"Oh si,molto."

Il ghiaccio non si era ancora rotto completamente tra loro: lei riusciva a stento a guardarlo negli occhi,pero' gli sorrideva per fargli capire che apprezzava la sua compagnia; lui aveva certamente l'esperienza di u uomo ma non riusciva a lasciarsi andare,sembrava un adolescente alle prime armi con l'altro sesso. Lui era totalmente rapito.Si,lei lo aveva rapito sin dalla prima sera,e anche il suo cuore incominciava ad essere catturato da lei. Non era la prima volta che si trovava di fronte a duna donna,ma non riusciva nemmeno a dirle la cosa piu' banale del mondo,tipo quanto le donasse quel top ad una spalla che indossava quel pomeriggio.
Il loro reciproco imbarazzo era palese,ma era di fronte a Michael Jackson,e
se non voleva che lui smettesse di dialogare con lei anche solo per qualche minuto,doveva mettere da parte quella terribile timidezza che tanto odiava.

"Sai,vado a Los Angeles oggi"

"Davvero?"

"Si,volevo andare a fare un giro in citta' per visitarla meglio"

(Michael) "Ti accompagno io,conosco questa citta' cosi' bene che ti portero' in qualunque posto tu desideri " avrebbe voluto dirle,ma non le voleva dare l'impressione di approfittarsi di lei,l'impressione della solita star in cerca della ragazza del momento. Per poterle fare una richiesta cosi',voleva aspettare che lei fosse del tutto a suo agio con lui,che si comportasse come faceva con i suoi amici,ma non faceva altro che pensare che moriva dalla voglia di andare con lei.

"Oh capisco.Beh,Los Angeles e' entusiasmante come citta',ti piacera',vedrai"

"Oh,ne sono sicura anch'io"

Continuava a chiedersi chi fosse quel Sebastian,ma il suo ragionamento fu:
"non fare agli altri cio' che non vuoi sia fatto a te"; teneva all sua privacy e non voleva essere invadente nel porle domande. Ebbero tutti e due lo stesso pensiero: si doveva trattare del suo fidanzato,cosi' come lei aveva pensato alla sua ragazza quando quell'uomo dello staff gli aveva messo davanti quel bigliettino con quel nome misterioso.
Anche Michael guardava le auto passare,gli uccellini sui rami degli alberi.
Assaggiava l'aria pura di quel pomeriggio,si guardava a destra e a sinistra mentre lei restava silenziosa. Se lui avesse deciso di confidarle qualcosa di personale,non sarebbe certo andata in giro a spifferarlo solo per vantarsi del fatto che MJ le avesse detto quello o quell'altro,e questa era una cosa che non poteva non apprezzare: tutte le sue fans erano curiose su lui,sulla sua vita; ma lei continuava solo a sorridergli e a rispondergli a piccoli cenni per fargli capire che le bastava stargli accanto senza il bisogno d'infrangere la sua intimita'.
Poi,ad un tratto,glielo chiese.In modo diretto,esplicito e senza tanti giri di parole:

"Senti Alexa..."

"Si Michael?"

"Faccio una festa il 29 sera,per il mio compleanno,al Grand Hotel...Ti andrebbe di venire?"

Diretto ed esplicito cosi' come glielo aveva chiesto,altrettanto direttamente quella parole pronunciate con la sua vocetta dolce le entrarono nell'orecchio. Il quesito "perche' lo chiede a me?" le sorse spontaneo,e Michael capi' che lei si era stupita. Continuo':

"E' che pensavo sarebbe stato carino se avessi potuto dare la possibilita' a qualche mio fan di stare con me a contatto un po' piu' stretto per un po' di tempo."

Uffa. Quanto era difficile essere famoso,quanto era difficile essere Michael Jackson. Non poteva far niente o andare da nessuna parte senza che nessuno si chiedesse il perche' dei suoi comportamenti. Quanto avrebbe voluto spiegarle chiaramente che la sua figura era fatta "a strati",che l'apparenza non corrispondeva alla sua vera essenza,che era sempre costretto a nascondersi perche' e' questo che richiedeva il suo mondo. Quanto avrebbe voluto dirle"ti invito perche' mi fa piacere" senz ail bisogno di invenatare strane scuse. Quanto era duro far capire agli altri che lui era un essere umano come tutti gli altri,quanto era duro dover affrontare quel mondo sotto le sembianza di una star planetaria.

"La festa e' alle 8:30...Allora,ci sarai?"

"Si,certo,mi fa molto piacere. Grazie per l'invito,ci saro'."
Rispose senza mostrargli troppo slancio o entusiasmo,
"Ma come faccio a....."

"Oh,avvertiro' io la sicurezza,ti faranno passare senza alcuna protesta,vai tranquilla"

"D'accordo!"

"Perfetto,grazie! Ricordatelo,ci conto!"

"Certo Michael,ti ho detto che ci saro'" gli sorrise con occhi abbagliati dalla contentezza,

"No perche' in questi giorni ho delle prove massacranti per il seguito del tour,e dato che non ti rivedro' per ricordartelo...mi raccomando,ricordatelo tu!"

Piu' che parlare Michael farfugliava nervoso e sorrideva altrettanto nervosamente. Poi vide arrivare Sebastian in lontananza:

"C'e' il tuo amico Alexa"

"Oh si,eccolo! Scusami Michael,adesso devo andare...Ah no aspetta,me lo fai un autografo anche per lui per favore?"

Gli porse un blocchetto che teneva nella borsa,Michael firmo'.

"Ti ringrazio di cuore...sei un uomo tanto gentile...Allora a Sabato!"

"Hey,devi esserci,d'accordo?"

Lei si chiedeva come mai insisteva tanto per avere la sua presenza a quella festa.

"Si,si,certo Michael.Io mantengo sempre le promesse. Sai,mi ero promessa di venire al tuo concerto e cosi' e' stato,e anche cosi' sara' per Sabato,ci saro'."

"Grazie per aver accettato. Adesso vai,che il tuo amico ti sta aspettando."

Gli sembrava che la aspettasse ansioso,che non vedeva l'ora di averla davanti: si salutarono con un bacetto sulla guancia,e quando vide quel ragazzo scambiarsi con lei quel bacetto innocente e prenderla a braccetto,provo' una sensazione nuova,sconosciuta: non riusci' ad identificare bene cos'era,ma il solo fatto di restare li' immobile e passivo,quasi come impotente,gli fece capire che non l'aveva mai provata prima.

***********************

Le strade di Los Angeles erano una piu' bella dell' altra: i largli marciapiedi,i mille negozi,gli elegantissimi ristoranti e gli esclusivi caffe';
l'aria era intrisa di cinema,moda,celebrita'. Sorseggiava una Coca-Cola e si voltava a tutte le vetrine,

"E' meravigliosa...voglio vivere qui per sempre"

"Magari!" le disse Sebastian. Lei diede un ultimo sorso e la bibita si esauri'

"Mi ha invitato alla sua festa...alla sua festa di compleanno Sabato sera"

"Sabato e' il 29...oddio,conosco una sola persona nata in quel giorno...Michael?"

"Si,Michael"

"Hai fatto colpo!"

"Dai,non essere sciocco! Credo sia solo perche' vuole sdebitarsi per quel fatto della presunta rissa"

"Mmmm,io non credo.Comunque ci andrai?"

"Certo,non si rifiutano gli inviti"

"Caspita,sara' un party stupendo.Gia' me lo figuro: la sala,i vip,i gioielli,e lo champagne...poi mi racconti eh?"

"Bah,dai,lui e' cosi' gentile,sai che farebbe tutto per rendere felici i suoi fan"

Continuavano a passeggiare ed Alexa puntava gli occhi su tutte le vetrine: vestiti,gioielli,antiquari,giocattoli,cd...sembrava come il paese dei balocchi. Ad un tratto si soffermo' con lo sguardo nel vuoto.

"Che c'e' Ale?"

"No niente pensavo...che dovrei portare qualcosa a Michael"

"Ma allora fai prorpio sul serio!"

"Ma smettila! Un cosina,cosi',giusto per ringraziarlo dell'invito.E poi e' il suo compleanno,non posso presentarmi a mani vuote"

Voltando lo sguardo' si ritrovo' davanti ad un gioielliere:

"Ho trovato! Potrei fargli un braccialetto.Non una cosa tanto pesante,qualcosa di fine,tipo argento o oro bianco.Che dici,gli piacera'?"

"Oh e' una splendida idea! Certo che gli piacera',lui e' un tipo classico"

La cosa che noto' Sebastian fu un cartellino appeso alla porta del negozio con la scritta "SI EFFETTUANO INCISIONI".

"Hey Ale,guarda,perche' non glielo incidi?"

"Cioe'...una dedica sul braccialetto? No,no,mi pare..."

"Ti pare cosa?"

"Un po' troppo...un po' troppo intima come cosa"

"Ma no dai! E' come quando i fans gli regalano i disegni o i cartelloni,cosi' conservandolo si ricordera' meglio di te"

"Mmmm,d'accordo,mi hai convinto,ma niente che sembri troppo impegnativo"

Il signore dietro al bancone stese davanti a lei una moltitudine di braccialetti:

"Sebastian,dammi un consiglio...No l'oro e' troppo pacchiano,non mi piace,
voglio regalarglielo d'argento o d'oro bianco,lo trovo piu' raffinato"

Scelse quello che le sembrava piu' adatto,

"Beh lui ha il polso molto fino,credo che di misura sia perfetto Ale"

"E' un bellissimo braccialetto signorina; e' un'ottima scelta,sono sicuro che il suo fidanzato e' proprio orgoglioso di avere al suo fianco una ragazza dal buon gusto come lei"

Alexa e Sebastian si guardarono ridendo.

"Hai sentito...ha detto fidanzato" disse lei con tono preoccupato all'uscita del negozio,

"Te l'avevo detto che era una scelta troppo intima...mamma ho fatto una cavolata!"

"Smettila con tutte queste insicurezze! Hai sentito cosa ha detto quel signore? Hai adocchiato il braccileltto piu' bello di tutto l'assortimento,stai sicura,gli piacera' da morire"

"Se lo dici tu..."

Fare la turista a Los Angeles la aiuto' ad accompagnare il tempo nel suo corso,e quei 4 giorni passarono senza che nemmno se ne accorgesse e finalmente Sabato arrivo'. Era meno agitata del solito,molto di meno,chissa',forse perche' un contatto con Michael l'aveva gia' avuto.
Era curiosa ma anche un po' intimorita dato che a quella festa avrebbe dovuto presentarsi da sola: cosa avrebbero detto gli altri di lei? Cosa avrebbe pensato Michael quando l'avrebbe vista? E se il regalo non gli fosse piaciuto?

Tutti questi dubbi le rimbalzavano per la testa mentre provava il vestito da indossare: ne aveva acquistati diversi in una delle sue giornate di shopping folle,ma la certezza sembrava proprio non venire a galla.

"Toc toc" Sebastian le apri',

"Ciao,ehm...non vorrei sembrare inopportuna,lo so che queste sono cose da donna,ma mi daresti un consiglio sull'abito da indossare stasera?"

"Si,molto volentieri"

Si provo' i vestiti uno dopo l'altro:

"Allora quale mi sta meglio? Cioe',qual'e' piu' adatto secondo te?"
Gli passava davanti sfilando ogni volta.

"Devo essere sincero? Ti stanno tutti benissimo...ma forse,per il compleanno...quello che hai nella mano destra,che dici?"

"Si? Non e' troppo...troppo scollato?"

"Ti sta una meraviglia...se Michael ti vede cosi' collassa!"

"Dai! Ok vada per questo,e se faccio brutta figura...e' colpa tua!"

"Guarda che colpo su Michael lo fai veramente..."

"Sciocchino che sei...lui e' Michael Jackson,cioe',non e' mai senza donne"

"Sicura? Vorrei essere una mosca per vedere la sua faccia quando ti vedra' arrivare cosi'"

"Fidati. Lui e' circondato da donne bellissime,forse tralasci questo piccolo particolare..."

"Allora Ale avevo ragione...ti piace! Hai detto "donne bellissime" con una faccia...."

"Ecco si ma...certo che mi piace,ma e' una cosa platonica.Tutte le sue fans di [CENSORED] femminile sono innamorate di lui,e' normale questo...ma purtroppo e' il nostro destino,siamo e sono fan e nulla di piu'"

"Allora vuol dire che ha dei gusti pessimi!"

"Ma dai!"

"Cioe' ma ti vedi? Cosi' sei perfetta secondo me,se non ti nota al compleanno,beh iniziero' a dubitare della sua sessualita',te lo dico! Ahahahahahah!"

Si fecero compagnia tutto il pomeriggio finche' non arrivo' per lei e per lui l'ora di andare:

"Divertiti allora.Poi voglio sapere tutto,ok?"

Si infilo' le scarpe,prese la borsetta,un ultimo ritocco al trucco,poi,il regalo per Michael,e si avvio' al party.

La sala dell'hotel era immensa e sfarzosa: l'argento dei candelabri emergeva su quel tavolo tra i mille regali destinati a Michael fondendosi con fiocchi e nastri dai mille colori; e poi i lampadari di cristallo,i fiori,i quadri alle pareti e la sontuosa tappezzeria. I gioielli delle signore splendevano sotto la luce della stanza; gli abiti d'alta moda e gli smoking dei signori completavano i volti noti che spiaccavano tra la folla. C'erano Diana Ross,Elizabeth Taylor,Brooke Shields,Quincy Jones e moltissime altre celebrita'.
Resto' immobile qualche minuto a godersi quella vista dall'alto prima di scendere dalla scalinata: poso' sul tavolo il suo pacchettino per Michael,a passo lento inizio' a scendere i gradini; quando era piu' o meno a meta',Michael le ando' incontro prendendole la mano per baciarla:

"Come siamo eleganti stasera" le disse

Era cosi' chic nel suo abitino color ciliegia: l'assenza degli spallaccini evidenziava le sue spalle larghe; una collana di pietre colorate esaltava il suo collo lungo e l'orlo del vestito sopra al ginocchio faceva giustizia alle sue gambe scolpite.

"Sono contento che tu sia venuta...Andiamo,ti porto a conoscere le mie amiche"

"Davvero posso?"

"Si,andiamo"

Si incamminavano fianco a fianco verso il tavolo al quale erano sedute le sue amiche piu' care quando un uomo sulla sessantina si avvicino' a Michael:
"Oh Michael,Buonasera...potresti venire un attimo per favore?"

"Certo. Alexa torno subito,dammi un minuto"

Lei resto' nel mezzo della sala: dette una rapida occhiata intorno a se' per poi osservare piu' da vicino le lampade,l'apparecchiatura,i divani.
Da lontano,una ragazza la noto':

"Hey Vicky,chi e' quella?"

"Mmmm....Michael! Adesso la sistemo io...Vado a dare una controllata di persona...che ne dite ragazze?"

"Ahahahah...vai Vicky!" risposero le sue amiche.

Alexa stava con gli occhi puntati su uno splendido dipinto quando si senti' bussare insistentemente sulla schiena. Appena si volto',vide di fronte a lei una ragazza di qualche anno piu' grande che le tese la mano stringendogliela:

"Ciao,non ci conosciamo mi pare. Mi chiamo Vicky."

Lei fu cortese come sempre: "Piacere Vicky."

"Bella festa vero? Vieni,ti porto a fare un giro,cosi' ti orienti meglio" le disse poggiando il braccio sulla sua spalla mentre con la testa voltata all'indietro faceva l'occhiolino ed un sorriso beffardo al suo gruppetto di amiche.

"Allora...vedi quello? (indico' col dito) Quello e' il sindaco di Los Angeles...e vedi quello? Quello e' uno dei costumisti di Michael Jackson
(come faceva a saperlo? Penso' Alexa,visto che nemmeno lei da fan accanita qual'era conosceva il suo nome)... Quello invece e' il padrone del casino' piu' grande di tutta la citta',quello e' il signore del negozio d'antiquariato piu' importante,e quello...beh quello e' mio padre,nonche' il proprietario degli studi in cui Michael gira tutti i suoi video... (Vicky la guardo' sorridendole falsamente) Oh... come ho gia' detto,io mi chiamo Vicky,faccio la modella e sono la ragazza di Michael Jackson"

Alexa rimase di sasso,e Vicky si gratifico' nel vedere la sua espressione smarrita.
La ragazza di Michael Jackson: beh come poteva non aspettarselo? Come poteva credere che l'uomo piu' dolce e affascinante dell'intero uiverso fosse single? Non lo sapeva perche' lui non parlava mai della sua vita privata,e lei lo sapeva bene.
Vicky aveva un abito rosso cortissimo e aderentissimo; una frangia piena e lunghissimi capelli biondo platino che le scorrevano davanti al seno prosperoso. Era alta,sottile; aveva occhi azzurri ed enormi; labbra polpose tinte di rosso che facevano pan dan con lo stesso rosso che verniciava le sue unghie affilate.
"Dovevo aspettarmelo" si disse tra se' Alexa. In fondo Michael le aveva detto "Sarebbe carino sei o dessi l'opportunita' ad una mia fan di trascorrere qualche ora con me".E una fan e' una fan: una ragazza come milioni che seguono i suoi concerti e comprano i suoi dischi,a questo si limitanole fan. Non era ne' un invito ufficiale ne' un appuntamento.Non le aveva chiesto di cenare allo stesso tavolo solo in due o di starsene in disparte dagli invitati. Una fan.
Alexa era visibilmente delusa e Vicky lo capi',ma non le bastava: non sapeva chi fosse,ne' perche' Michael l'avesse invitata.E poi...era terribilmente carina e cosi' schifosamente deliziosa.Aveva l'aria di una bambina nel corpo di una donna; un corpo proporzionato,con tutte le cose al suo posto.I suoi capelli,i suoi occhi,le sue movenze: il tutto le conferiva un fascino particolare,un'armonia unica e non voleva che Michael,il suo uomo,ne rimanesse stregato. Non lo voleva per nessuna ragione al mondo.
Doveva sbarazzarsi di lei e basta,questo era il suo obiettivo della serata.

"Oh,ma prego...seguimi" le disse Vicky,
"Stasera Michael compie 34 anni e dobbiamo festeggiare,dobbiamo assolutamente brindare insieme"

"Volentieri" le rispose Alexa,

Vicky prese due calici e ci mise lo champagne.Le sue amiche la raggiunsero e si voltarono tutte a cercare Michael che era ancora nel bel mezzo della conversazione.

"Visto quanto e' bello Michael stasera?" disse Vicky davanti ad Alexa mentre le amiche le lanciavano sguardi allusivi;
"Sapete ragazze...l'ho accompagnato io a scegliere quel completo,sono entrata nel camerino con lui e...capito no?" Guardo' Alexa con sorriso malizioso e sguardo appagato.

"Davvero?" la guardarono le sue amiche ridacchiando solo per prendersi gioco di Alexa,
"Beh Vicky,ci vuole abilita' per..."

"Oh non sapete quanta.Ma vedete...Michael non ha problemi e mi sorprende sempre...vi lascio immaginare.E non e' tutto: a Neverland,al chiuso,all'aperto,al mare,in auto,nel camerino...perfino in studio un avolta che eravamo alle prove insieme.Ah Michael,che uomo! Si adatta a tutte le situazioni,mi ritengo davvero fortunata,ma per fortuna anche lui ha trovato una donna che sa stargli al passo" disse gettandosi la chioma all'indietro
"Indossa slip bianchi e... gli piace terribilmente stare sotto! E non c'e' volta in cui non mi senta al settimo cielo,credetemi ci sa prorpio fare...oh,nemmeno lontanamente paragonabile ai ragazzi di prima e beh,dire che e' dotato,moooolto dotato,e' scontato."

Si divertiva cosi' tanto a torturarla,a schernire quella povera ragazza per farla uscire dalla serata. Era la sua serata e quella di Michael,era la loro serata; loro e di nessun altro.

Alexa rimaneva sempre piu' basita: quella che doveva essere una serata piacevole in compagnia del proprio idolo si stava trasformando nel teatrino del cattivo gusto. Avrebbe voluto soltanto ambientarsi un po' e invece era li',costretta a sentirsi spifferare in faccia i particolari della vita sessuale di Michael. Le pareva tanto che l'eleganza che Michael riusciva a mostrare in tutte le occasioni compresa quella serata,stesse svanendo solo per colpa di una persona,e quella persona era Vicky.

"Vicky piacere di averti conosciuto ma...devo proprio andare adesso."

Voleva sentire da quella sala perche' non si sentiva piu' a suo agio; voleva solo andare in camera ed abbracciare il suo Miky.

"Oh vai gia' via? Cosi' presto? Che peccato...tra poco arriva la torta"

Appena Alexa le dette le spalle per incamminarsi all'uscita,Vicky la prese di forza per i fianchi e la volto' a se':

"Oh un'ultima cosa...E adesso..." SPLASH!!! Le verso' tutto il contenuto del bicchiere direttamente sul vestito: lo champagne le sporco' il collo,le spalle,e gli schizzi finirono anche per appiccicargli i capelli e farle colare il trucco che aveva impiegato tanto tempo per creare.
"....Vai a fare gli auguri a Michael!" continuo' Vicky ridendole di gusto nel viso.

"Si....Vai a fare gli auguri a Michael se hai coraggio di farti vedere cosi'! AHAHHAHAHAAH!" Le risate delle sue amcihe si fecero sempre piu' grosse e chiassose.
Alexa era mortificata: si mise le mani davanti al volto per evitare di farsi guardare,riprese il regalo per Michael ancora impacchettato e corse verso le scale per salire in camera. Istintivamente riapri' gli occhi strizzandoli un po' per mandar via il bruciore che le aveva procurato l'alcool,e vide Vicky che,prendendo una lunga cannuccia e mettendola nel bicchiere,se la porto' alla bocca lecandola sui lati,come per alludere cio' che faceva con Michael in privato.
Assistette a quella scena sconvolto: fini' di conversare con quel signore i tempo per vedere Vicky giocare con la cannuccia e Alexa che le stava ancora davanti in cima alla scala mezza bagnata. Michael corse lassu',ma lei era gia' uscita.

"Che cretina che sei Vicky" le disse Michael con un'espressione schifata e infuriata. Lui fece per seguirla : non gliene importava niente della festa,della serata; il suo compleanno o meno non poteva permettere certi atteggiamenti,fan o non fan voleva vedere come stava in tutti i modi,ma Vicky lo trattenne per la giacca:

"Eh no Michael...c'e' la torta"

"No! Lasciami subito,voglio andare a vedere come sta...Ma ti rendi conto?
Ti sembra il modo di trattare gli ospiti?"

"Ospiti? Questa e' la nostra festa,e non mi pare proprio che fosse ospite...Anzi,sembrava piu' un'imbucata arrivata da chissa' quale quartiere bisognoso...A proposito ma perche' l'hai invitata?"

"Vicky stavolta hai davvero esagerato...E' la mia festa,ok? Io sono liberissimo di invitare chi voglio...Non dimenticarti perche' sei qui...non dimenticartelo!"

"Michael ti ho fatto una domanda...esigo una risposta...Chi e'...una delle tante bambine a cui fai beneficienza all'ospedale?"

"Bambina? Primo e' una ragazza,guarda che ha la tua eta' piu' o meno,e secondo non ti permetto di parlare cosi',ma come fai ad essere cosi'...cosi'...oh lascia perdere...mi hai rovinato il compleanno,contenta?"

"Eh no Michael...Allora non hai capito...Il mio regalo per te e' tutto da scoprire...qui sotto" gli disse prendendogli una mano e avvicinandola al suo seno,ma Michael si ritiro' in fretta dalla sua presa,
"Lasciami,non e' il momento adatto per parlare questo...."

"Ma io non volevo parlare! Volevo fare ben altro...non lo vuoi il regalo?" le disse sussurrandogli all'orecchio con tono malizioso.

Michael scosse il capo sospirando,si avvio' alla porta con passo deciso ma fu fermato subito da Elizabeth Taylor:

"Michael! Tesoro! Auguriiiiiii! Oh,fatti abbracciare. Stai diventando grande...quanti sono?"

Lo contagio' con la sua consueta allegria e frizzantezza,e Michael fece finta di nulla; lo fece per Elizabeth perche' era la sua migliore amica,

"34 Elizabeth...sono 34"

"Oh ma allora avrai bisogno di una compagna di soffiate per spengere tutte quelle candeline...andiamo che la torta ci aspetta!"

Lo avvolse con la sua stola di piume e si diressero al tavolo. Se non fosse stato per Elizabeth non si sarebbe trattenuto un minuto di piu': si mostro' sorridente solo per lei e per le sue amiche. Al tavolo lo attendeva anche Diana,

"Michael,amore...Auguri!" gli dette un caloroso abbraccio e gli tappo' gli occhi con le sue mani colme di anelli:

"Tanti auguri a te...Tanti auguri a te...Tanti auguri a Michael...tanti auguri a te!" Tutti i presenti iniziarono a cantare,e quando arrivo' la torta di panna e cioccolato con sopra la scritta "Happy Birthday Michael,tue Elizabeth e Diana",sfoggio' un sorriso smagliante: il gesto delle sue due amiche gli aveva fatto dimenticare per un attimo l'orrendo comportamento di Vicky.

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A GAME FOR LOVE Empty Re: A GAME FOR LOVE

Messaggio Da marina56 Lun Ott 17, 2011 11:46 am

Nel frattempo Alexa era entrata nella sua camera. Getto' il vestito umido sul tappeto afferrando al volo qualcosa di pulito: si scsiacquo' il viso e il decolletee',si strucco' e si rivesti'. Si guardava allo specchio del bagno:
"Dovevo aspettarmelo...insomma ma cosa credevo? Mi sono fatta prendere subito dal mio amore per lui...il mio solito spirito da bambina...Diventa adulta,svegliati! Michael e' l'uomo piu' bello,dolce e gentile del pianeta...e poi e' una persona straordinaria,ha un animo unico oltre che essere cosi' affascinante.Mi ha firmato la maglietta,regalato la giacca,invitato alla festa,quale altra star farebbe una cosa del genere? Uh,spero solo che lei,Vicky,si renda conto dell'immensa fortuna che ha perche' io non lo lascerei mai e poi mai. E' davvero fortunata,credo sia normale provare un pizzico di...beh,non dico gelosia ma...ecco io lo amo cosi' tanto come artista e come persona che l'unica cosa che voglio e' vederlo felice...dopo tutto quello che gli hanno fatto,dopo quelle stupide accuse,dopo tutte quelle buguie dei tabloid...merita tanto amore e tanta felicita',e se queste cose le trova in Vicky...va benissimo cosi',perche' lui si merita una donna speciale quanto lui,questo e' certo."

Michael resto' cosi' toccato dalle sue paole: era la',fuori dalla porta,senza che lei se ne accorgesse,e aveva sentito tutto. Piu' la sentiva parlare,piu' scuoteva la testa dicendosi "non e' vero" ad ogni sillaba che le usciva dalla bocca. Era cosi' intrappolato dal suo personaggio che aveva finito per cancellare da se' stesso la sua parte umana,il suo vero io che restava nascosto sotto al guanto,al cappello e agli occhiali da sole.

"Toc! Toc!" Michael busso' alla porta del bagno,ma lei non rispose per il rumore del phon le stava asciugando i capelli.

"Toc toc!" Michael busso' piu' forte...

"Si?"

"Sono Michael,ci sei? Devo parlarti,aprimi per favore!"

Apri' la porta e Michael la trovo' in pigiama,con quel pantaloncino di cotone fino al ginocchio e la magliettina dalle maniche morbide; la trina che contornava i bordi e il suo peluche stretto in mano. Sembrava una bambina pronta per essere messa a letto dal suo papa'.

"Ciao Michael,ehm...scusa,stavo per andare a dormire.Ma cosa ci fai qui? Stasera e' il tuo compleanno,dovresti essere giu' con gli altri a festeggiare"

"Sono venuto a vedere come stavi..."

"Tutto bene Michael ma adesso vai,ti prego" gli disse mascherando in quel sorriso acceso tutto il dispiacere che aveva provato alla festa. Si sentiva cosi' in colpa,si sentiva cosi' di troppo: pensare che Michael stesse sottraendo anche solo un po' del suo tempo per stare in quella stanza,l'idea che lei togliesse tempo alla sua donna,non le andava giu' e voleva che lui se ne tornasse la',pronto per essere accolto da chi di dovere.

"Ma la festa e' gia finita'" le disse Michael,

"Cosi' presto?"

"Si...e voglio che mi fai compagnia per la torta,te ne ho portata un pezzetto e vorrei mangiarla qui con te...cioccolato e panna...e non dirmi che preferisci il salato altrimenti te la tiro in faccia come nei cartoni animati!"

Le torno' il sorriso: era cosi' incredibile il modo in cui lui riusciva a trasformare il suo umore solo con la sua presenza,era davvero magico proprio come quando era sul palco.

"Senti...mi dispiace tantissimo per quell'inconveniente" sospiro',
"purtroppo tutti pensano che le feste e gli eventi delle celebrita' siano una meraviglia,e tutti vorrebbero entrarci,ma anche li' ci sono persone cattive pronte a farti del male.Non e' tutto perfetto come appare dall'esterno,anzi,
non lo e' per niente."

"Tranquillo Michael,non devi scusarti...scusarti di cosa?"

"No invece...ti devo delle scuse.Sono io che ti ho invitata e la responsabilita' e' mia ma...non credevo arrivasse a tanto,sul serio! Sai Vicky e' un po'...un po' scema!" le disse ridendo,
"Ti vedo turbata...ma che cosa ti ha detto?"

"Oh,niente d'importante,niente che tu voglia sapere immagino"

"Sicura? Mi e' sembrato come se ci fossi rimasta male per qualcosa..."

"Io? Ma no Michael,anzi...anche se sono stata alla festa per pochissimo...
complimenti,era tutto perfetto: l'atmosfera,l'apparecchiatura...e,anche tu,
sei elegantissimo,questo completo e' favoloso."

"Grazie! Non ero nememno sicuro di questo completo,pero' Elizabeth mi ha convinto ad acquistarlo...sono contento che ti piaccia..."

(Elizabeth? Ma non era Vicky che lo aveva accompagnato? Inizio' a sospettare qualche menzogna...); Michael continuo':

"Ehm...Anche tu stasera eri veramente carina...sei...sei molto femminile"

"Ma...grazie...grazie mille. Sai,non potendo comprare i vestiti che avevano quelle signore stasera,faccio del mio meglio! Se potessi,mi vestirei come le bambole o le principesse dei cartoni,fiocchi,galette,pizzo,colori pastello...quelle cose li' insomma,anche se ovviamente trovo il nero l'eleganza piu' assoluta.Oh ma non entriamo nell'argomento dei vestiti,senno' scappi subito!"

"Ti piace fare shopping?"

"Si,da morire:e un giorno...voglio andare in una grande capitale della moda e svaligiare tutti i negozi!"

"Sul serio? Anche a me piace fare shopping,ma purtroppo non e' sempre cosi' facile,e poi quando mi muovo per i concerti la maggior parte del tempo lo passo in hotel.Pensa...ho girato tutte le citta' ma non ho mai visitato niente,ma un giorno mi rifaro'...trovero' il modo di andare in giro a fare il turista.Vorrei solo...andare liberamente per la strada o sedermi ad un caffe' all'aperto con la mia ragazza,ma forse...e' solo un sogno...Insomma pensaci: quando saro' piu' grande voglio che i miei figli o i miei nipotini sappiano com'erano le vie,il paesaggio,non gli hotel!" lei rise,

"Beh non e' un sogno...i sogni si possono realizzare: pensa a me che volevo vedere il concerto,e alal fine ci sono riuscita! Pensa a me che,volevo incontrarti e ci sono riuscita! Non devi arrenderti,un giorno sarai seduto ad un qualche caffe' a sorseggiare qualcosa o mangiare una torta squisita con la tua fidanzata...te lo meriti..ci risucirai,ne sono certa."

"Davvero lo credi? Lo spero,non sai quanto lo desidero..."

"Ti piacciono tanto i bambini? Tanto come si dice,vero?"

"Si,si moltissimo. Sai,ogni tanto mi siedo sulla poltrona e mi figuro davanti a me un esercito di bambini che mi ascoltano mentre gli leggo una favola..."

"Esercito? Desideri tanti bambini allora"

"Si,una grande famiglia come la mia...sarebbe meraviglioso."

"Beh Michael...l'eta' ce l'hai"

Lui si perse nel nulla. Ebbe come una visione,mista tra gioia e malinconia: non pote' far a meno di immaginarsi quell'esercito di bambini tra le sue braccia e quelle di Alexa,ma forse...lo faceva solo perche' gli mancava quell'afetto cosi' puro che ritrovava solo nei bambini.
Lei la mamma,lui il papa'.Gli sembro' un quadretto cosi' perfetto in quel momento,fors anche troppo perfetto. Non gli erano mai venuti in mente certi pensieri quando si trovava con qualche ragazza.Mai.E non capiva cosa gli stesse accadendo. La verita' e' che non aveva ancora trovato la donna adatta: nonostante fosse disposto a sacrificarsi per lei,nonostante fosse disposto a lottare contro mille paparazzi,nonostante fosse disposto a donarle il suo cuore,il suo amore incondizionato,infinito e perpetuo che andava aldila' dello showbusiness,dell'apparenza e dei gossip...molto aldila'. Si chiedeva continuamente se era troppo esigente,se era colpa sua,se era il suo status ad impedirgli di avere una relazione,di provare dei sentimenti veri,stabili; ma finiva sempre per realizzare che in verita' non c'era la ragazza capace di farlo sentire un essere umano come tutti e non una star.
"La mia donna avra' tutte le attenzioni del mondo,farei di tutto per non farle mancare nulla e per farla sentire amata,prorpio perche' quell'amore che sento sempre distante,che mi e' stato cosi' lontano tanto tempo,non voglio che manchi anche a lei,perche' e' orribile..orribile sentirsi senza amore" si ripeteva sempre tra se',ma era incapace di far trasparire le sue emozioni piu' primordiali.Ne era totalmente incapace perche' aveva sempre l'impressione che le ragazze che incontrava si fermassero semplicemente alla superficie senza scavare in profondita'. Erano tutte interessate a lui come star e non come uomo,ecco perche' si sentiva sempre ferito e incompreso. Per questo,nonostante i fans e i bambini,non riusciva a colmare quel vuoto d'amore.Eppure lui non si sentiva cosi',non era cosi'. Il suo cuore era come una cassaforte,sempre sigillato,e soltanto quella ragazza che avrebbe trovato la chiave per aprirlo sarebbe riuscita a coglierne i tesori piu' nascosti.

"Michael tutto bene? Ti vedo pensieroso...stai su che e' il tuo compleanno!"

"Oh niente,pensavo al discorso dei bambini...Vedi,e' che...insomma con la vita che faccio...per adesso...ecco non vorrei che i miei figli crescano troppo lontano dal loro papa'..."

"Vero,hai perfettamente ragione. I bambini hanno bisogno di mille attenzioni,non c'e' cosa piu' brutta che farli sentire trascurati"

"Lavori con i bambini?" Alexa si mise a ridere all'improvviso,

"Ma ti faccio tanto ridere? Ah aspetta,forse ho la bocca sporca,o la camicia macchiata,o qualcosa tra i capelli?" le disse Michael,

"Ahahahah,no Michael...si,mi fai ridere perche' ti trovo davvero simpatico ma...tu sei ok...e' che pensavo...pensavo...io non lavoro coi bambini,e' che per venire al tuo concerto ho fatto la baby-sitter per un po'. Piacciono molto anche a me"

"No ma...sul serio?"

"Si,ho preferito stare con qualche bimbo piuttosto che stare dietro alla cassa di un supermercato. "Bip bip" tutto il giorno,sai che noia? E che mal di testa? Anche i bambini fanno rumore,ma e' un rumore piacevole almeno;
non sbraitano,non cercano di scavalcare la fila e rispettano il loro turno per farsi leggere le storie..."

Michael la guardava sorridendo sempre di piu'. Era strano ma si sentiva un altro al suo fianco,si sentiva di essere...semplicemente se stesso. Provava una sensazione di benessere e rilassatezza.

"Anche tu sei una ragazza simpaticissima,mi e' piaciuta la metafora del supermercato e dei bambini!" Solo allora vide il faccino di Titti sullo sfondo rosa del suo pigiama,

"Hey ma e' Titti!"

"Ehm si...e' un regalo,la sera guardo sempre i cartoni,non e' che gli altri programmi mi entusiasmino...apparte quando fanno gli speciali si di te,quelli li guardo sempre! Ehm,oddio Michael lo so che...beh ti sembrero' malata ma...la tua musica mi fa stare bene,mi fa compagnia,mi fa sognare,mi fa tornare il buon umore quando sono triste...non prendermi per pazza!"

Ecco confermato il suo sospetto: le stava dicendo "la tua musica" e non "tu"; ma lui stava cosi' bene con lei che non potette far a meno di pensare
"Ci riusciro',riusciro' a farti stare bene per come sono e non solo per le mie note; lo voglio,lo voglio e ce la faro'." Poi continuo':

"Oh,no,non ti prendo per pazza! Sai,fa piacere sapere che rendo i miei fans cosi' felici,che gli trasmetto tanta gioia...e' bello,davvero molto bello.
Comunque,tornando alla festa...Non mi sono scordato di come stavi stasera...quell'abitino ti stava...d'incanto,pero'..." esito' un attimo:
"...Sei molto carina anche con il pigiama...davvero molto carina" sorrise

Alexa si volto' poggiando un gomito sul braccilo del divano e coprendosi la fronte con una mano per nascondere il rossore che le stava avvampando il viso.

"Grazie" gli disse sempre voltata.Qundo senti' diminuire il fuoco che le invadeva le guance,guardo' Michael sorridendo :

"Anche tu stasera sei molto carino...te l'ho detto..no anzi...sei sexy! Ti dona molto il bianco." A Michael s'illuminarono gli occhi:

"Sexy? Io? Nessuno mi ha mai fatto un complimento cosi' scherzoso"

Alexa avrebbe voluto avvicinarsi a toccarlo,accrezzargli il viso,respirarne il profumo,forse dargli un becetto,proprio come faceva a casa con le fotografie. Era cosi' bello,cosi' timido,cosi' dolce,e davvero sexy; ma non avrebbe mai fatto una cosa del genere; lei non era tipo da prima mossa,a maggior ragione sapendo che Michael era gia' impegnato con un'altra ragazza.
Alexa chino' il capo per finire la torta; lo chino' facendosi cadere tutti i capelli sopra al viso per nascondere ancora una volta quel rossore che non faceva altro che tingere ripetutamente le sue guance quella sera.
Anche Michael era un po' imbarazzato e non sapeva come proseguire la conversazione: si alzo' dal divano girellando su e giu' davanti a lei,finche' vide sulla scrivania una grossa scatola con un'enorme fiocco rosso glitterato e un biglietto a caratteri cubitali,

"E questo cos'e'?"

"Oh ehm...giuro,non volevo spiare,ma la scritta e' cosi' grande che l'ho notato appena sono entrata...credo sia il regalo di Vicky."

"Di Vicky?"

Michael prese tra le mani quel bigliettino attaccato al pacchetto che come sempre citava frasette provocanti: "Questo e' solo un assaggio...il meglio deve ancora arrivare,Vicky."
Alexa fu costretta a vedere l'uomo che le piaceva scartare davanti ai suoi occhi il dono della sua fidanzata. Michael scosse il capo; sbuffo'; era stufo di tutte quelle attenzioni cosi' esplicite da parte di Vicky. Quando Michael estrasse il contenuto dal pacchetto,Alexa si avvicino': un orologio di Bulgari. Tentenno' per un istante: era alta gioielleria,niente in confronto al suo braccialettino pagato 200 dollari. Come sempre,maschero' le sue emozioni: non poteva farsi vedere triste,non nel giorno del suo compleanno; era una sua fan,lo aveva incontrato per caso e lui aveva gia' una donna,e anche se provava una sottilissima punta d'invidia,andava bene cosi':

"Wow Michael,ti ha fatto un regalo stupendo"

"Vuoi sapere una cosa? Disse Michael tappando con forza la scatola e mettendola nell'angolo della scrivania;

"...A me non piacciono gli orologi cosi': ha il quadrante troppo grosso,il laccetto troppo alto,e i numeri troppo marcati."

Alexa rimase stupita per un attimo: si chiese perche' tutto d'un tratto svani' la sua solita dolcezza. Era tutto l'opposto della dolcezza in quel momento,anzi,lo vedeva astioso,quasi arrabbiato; suppose che probabilmente avesse litigato con Vicky o fosse offeso per causa sua,ecco perche' faceva finta di non importargli del regalo. Un orologio di Bulgari...come poteva non piacergli?

"Oh non ce l'ho con te..e' che..."

"Oh tranquillo Michael,ho capito,ma se devi andare...tipo a parlare con Vicky..cioe'...vai,io sono apposto"

Le piaceva sempre di piu' guardarlo: era cosi' misterioso,cosi' impenetrabile; apprezzava cosi' tanto la sua riservatezza.

"Hey,e questo? Cos'e'?" Michael noto' un pacchettino piu' piccolo che stava anch'esso sopra la scrivania.
Alexa che si era seduta scatto' dal divano tirandogli via il pacchetto dalle mani:

"Oh no...questo non e' niente Michael..." se lo mise dietro alla schiena stringendolo tra le mani.Michael le si avvicinava sempre di piu':

"Hey,ho letto ,c'e' scritto"Per Michael",quindi e' per me...su... avanti,fammelo vedere!"

"No davvero Michael...meglio di no!" Michael le solletico' la pancia dalla stoffa del pigiama facendole cedere la presa dalla scatoletta;
"Ahahahahah! E' stato troppo facile! Adesso sono curioso...cos'e'?"

"No Michael! Uff...ok hai vinto: era...era un pensierino per te"

"Per me? Davvero?"

"Si,e' una cosina piccola,niente di che"

"Oh ma non dovevi"

"Beh volevo ringraziarti per l'invito alla festa.Ma ti avverto,non e' bello come quello di Vicky."

"Uuuuuuu,ecco,adesso mi hai fatto aumentare la curiosita' ancora di piu'!"

Michael si sedette comodo sul divano e guardava quel pacchettino con la stessa luce negli occhi che hanno i bambini quando scartano i regali di Natale. Non gli importava cos'era,non gli importava quanto costava; era il pensiero che contava,era contentissimo che lei avesse pensato a lui in quel modo e che le avesse comprato un dono fatto col cuore,con il piacere di donarglielo perche' se lo sentiva,e non per fare figura come avevano fatto quasi tutti i presenti della festa che gli avevano portato regali di tutti i tipi solo per forma. Toccava quella scatolettina,la scuoteva a destra e a sinistra,su e giu',cercando di capirne il contenuto.Osservo' il nastrino che contornava la scatoletta,lo sfiorava con le dita.Era curiosissimo ma allo stesso tempo,lo toccava lentamente,come se aspettare e svelare il suo contenuto pian piano aumentasse la sua gioia.

"Mmmm,nessun rumore...allora non e' vetro!"
Mentre Michael teneva viva la suspance guardando quel pacchetto tra le sue mani,Alexa si accuccio' a gambe incrociate di fronte a lui inquadrandolo con una macchina fotografica:

"No dai Ale...risparmiami i paparazzi...ti prego,almeno stasera! Ah ho capito...non e' che per caso sei un paparazzo anche tu?" Le sorrise,
"No davvero Ale...ma che fai? Niente scatti dai che mi vergogno..." si copri' il viso con la scatoletta ancora infiocchettata;

"Ti vergogni? Seee,bella questa...Ma non noti i miliardi di flash che ti fanno ai concerti?" rise dietro all'obiettivo,

"Ma li' e' diverso perche' non vedo chi mi sta di fronte...non cosi' vicina come sei tu..."

"Michael mi rovini sempre tutto! Io voglio fare una foto alla star che apre questo obrobrio per il suo compleanno,voglio immortalare la tua faccia schifata,e poi portarla ai giornalisti...sai che scoop! "Per la prima volta nella sua vita Michael Jackson ha trovato una cosa a dir poco sconvolgente dentro ad un pacchettino datogli da una fan...La star ha dichiarato di non essere stata mai cosi' offesa in tutta la sua carriera...eccetra eccetra...giornalata con tanto di foto...te lo immagini?"

"Faccia schifata? Hey,hey,vacci piano,non l'ho ancora aperto,e poi...chi ti dice che non mi piacera'? Sono sicuro che e' qualcosa di molto carino...Dai pero' posa quella macchina fotografica...su...vieni qui,accanto a me,cosi' lo scartiamo insieme...vieni,siediti"

"Ok,come vuoi ma...e' tanto importante che qualcuno ti veda mentre ti schifi? Mah se lo vuoi tu..."

"Dai! Smetti con tutte queste sciocchezze,senno' non lo apro.."

"Beh,ma che tu non lo apra...e' cio' che voglio! Ahahahah!"

"Ok lo sto per scartare...uno,due..." il nastro era sfilato dalle sue dita lunghe,e pian piano riusciva a capire cos'e'ra.Noto' la scritta del gioielliere sul coperchio e sgrano' gli occhi.

"oddio non posso e non voglio guardare..." disse lei a bassa voce;

Alexa si volto' affondando la testa dentro alla maglietta del suo stesso pigiama,era cosi' timorosa che non potesse piacergli,cosi' insicura di darglielo dopo aver visto quel meraviglioso orologio da parte di Vicky.

"E tre!" Michael vide uno splendido braccialetto d'oro bianco adagiato in fondo alla scatoletta; lo prese delicatamente e si alzo' per poterlo osservare meglio sotto la luce della lampada della scrivania: c'era una targhetta che riportava il suo nome "Michael" incisa con un finissimo carattere;e sul retro della targhetta c'era un'altra incisione effettuata a carattere piu' piccolo che citava: "Un augurio speciale al mio idolo,con affetto,Alexa".
29-08-1992,la data di quella sera,incisa con letterine ancora piu' piccole,quasi invisibili. Michael restava sempre piu' meravigliato da quella ragazza: ma come faceva ad essere cosi'? Come mai gli bastava anche solo guardarla con la testa nascosta sotto a quel pigiama per stare cosi' bene e cosi' sereno?

"Ale...posso chiamarti Ale,vero?"

"Si Michael,certo" le disse ancora rifugiata tra la stoffa del pigiama,
"Puoi chiamarmi come vuoi" Michael si avvicno' a lei sedendosi ancora:

"Allora ti chiamero'...ti chiamero' testolina vuota perche'...perche' e' bellissimo!" Disse con entusiasmo.

Fu allora che lei sbuco' con il capo dal pigiama:

"Eh?"

"Ho detto...testolina cara...che e' bellissimo! Parli la mia lingua si?"

"Si Michael..." le disse sorridendo,

"Ecco allora nella nostra lingua,cosa vuol dire "bellissimo"?"

"Ecco,beh...credo significhi che qualcosa ti piace...che ti piace tanto!"

"Esatto! Hai capito tutto allora...nessun problema,siamo ok..."

"Michael ma cosa stai dicendo? Senza offesa ma...anche se non credo alle cose che dicono su di te..beh quando dicono che sei strano...si insomma un po' lo sei eh? Ma cosa vuoi dire?"

"Hai capito cosa voglio dire...E'...e' stupendo,bellissimo,elegantissimo...
oro bianco...nessuno mi aveva mai fatto una cosa cosi': la scritta poi,mi piace un sacco! E' meraviglioso! Anche la data...cosi'..cosi' mi ricordero' sempre di te" Voleva che lo guardasse,che capisse che il suo entusiasmo era reale,ma lei evitava puntualmente il suo sguardo,

"Sei impazzita! Oro bianco...ma quanto hai speso?"

"Michael ma e' un regalo...." gli disse timidamente,

"Non c'era bisogno,sul serio.E' molto meglio di un pezzo di carta con dedica,dei cartelloni...eh,sai quelli purtroppo si strappano,si stingono,ma questo..questo mi rimarra' per sempre...Grazie! Grazie! Sei...sei carinissima...Avra' un posto d'onore nella mia cassaforte,no anzi...me lo metto subito,voglio indossarlo adesso!"

"Michael guarda che non c'e' bisogno che fai la parte con me"

"Mi stai accusando di mentire? Eh no,questo e' troppo...guarda che mi piace sul serio"

"Nel senso...non c'e' bisogno che lo metti,o che lo tieni per forza se non ti piace...non devi dire cosi' solo perche' ci sono io davanti. Sai Mamma mi dice sempre che quando ti fanno i regali devi far vedere che sono graditi ma...insomma capisco che dopo quella meraviglia la'....." indico' l'orologio di Vicky,
"ecco a me piacerebbe,non posso negarlo,non si regala tutti i giorni un orologio di Bulgari,a me il mio braccialetto farebbe piu' schifo. Se preferisci questo a quello...beh allora sei davvero strano come sospettavo prima!"

Michael scoppio' a ridere,

"Credi che una cosa che costi di piu' sia necessariamente piu' bella?"

Michael le stava forse facendo capire che aveva apprezzato di piu' quel pezzettino d'oro di quell'orologio da migliaia di dollari? Riflettendoci,si,stava cercando di dirle questo,ma lei non si capacitava di come lui fosse cosi' contento per un oggetto cosi' piccolo.

"No...No Michael non l'ho mai pensato..."

"Dimmi: non ti fidi molto delle persone,vero?"

"Michael io...non e' che non mi fido ma sono molto timida,sono timidissima,e per questo a volte tendo...tendo a diventare insicura..."

"Si vede!" le disse Michael sorridendole sempre piu' apertamente,

"Vedi? Per esempio se fai cosi' io mi imbarazzo!"

"Ma cosa ho fatto? Ho solo detto che e' bellissimo...be-lli-ssi.mo!
Capito testolina vuota?" le disse accarezzandole la guancia con il tocco dei suoi polpastrelli;

Lei divento' ancora piu' colorita in viso:

"Sei veramente...sei veramente carina...e ancora di piu' adesso che le tue guance sono in tinta con il rosa del tuo pigiamino!" rise,si divertiva a vedere come reagiva alle sue piccole provocazioni,soprattutto perche' in quel modo,in pigiama,col peluche,gli ispirava una tenerezza che non aveva mia riscontrato in altre ragazze.

"Michael! Ma ti diverti per caso? Dai...."

"Ahahahahah,sei tutta rossa!"

"Michael ti prego...smettila!" gli disse picchiandolo col peluche sula spalla;

"Dai Ale scherzavo...pero'...quando dico che e' bellissimo devi credermi.
Vicky non ha mai fatto una cosa cosi' per me..."

"Beh ma non significa che non ti voglia bene...cioe' non significa che non ti ami..."

"Vedi le cose tra noi non vanno molto bene.Anzi,non sono mai andate..mai andranno...ne' prima ne' mai..."

"Michael posso dirti una cosa?"

"Si,certo!"

"Anche tu sei tanto carino quando fai lo strano!" gli disse ridendo,

"Ah e io sarei strano? Mmmm,una camera con uno strano e una testolina vuota...molto insolito! Dai vieni...vieni qui a guardare lo strano che indossa il tuo bellissimo braccialetto testolina vuota..."

Alexa diceva a lui di essere strano,ma in realta' lei si sentiva strana,molto strana. Provava un qualcosa di nuovo,di bello,che non aveva mai sentito prima e che adesso poteva percepire per la prima volta. Si chiedeva perche' Michael fosse capace di farla sorridere cosi' tanto,di far scomparire a tratti la sue terribile timidezza,di farla entrare in una nuova realta' prorpio come facevano le sue canzoni..."e' amore" si disse..."no,non posso innamorarmi di lui,non posso,e' gia' impegnato e poi..non credo di essere la donna adatta per lui,ma e' cosi'...cosi' maledettamente dolce,e gentile,e carino e galante...Ma e' normale che sono innamorata di lui...lo sono da quando sono piccola. Sono innamorata di Michael Jackson,si ma solo per la sua musica,per le sue melodie...Io e lui..fidanzati? Insieme? Ma come mi e' venuto in mente,lui e' Michael Jackson,torna alla realta' Ale! Lui e' un'artista e tu sei una sua fan,nulla di piu',nulla di meno.Non esiste,non esistera' mai,e mai sara' possibile..quindi...."

Si riprese dai suoi pensieri vedendo Michael che tentava di mettersi il braccialetto in piedi al centro del tappeto,

"Aspetta Michael ti aiuto" si avvicino' e lo aiuto' ad agganciarselo,sfiorandogli dal metallo di quel gioiello il suo polso per la prima volta,la sua pelle bianca e lisciccima,notando ancora piu' da vicino le sua mani,le sue dita,le sue unghie. Avrebbe voluto stringergli le mani e accarezzargliele tutte: le trovava cosi' meravigliose; grandi com'erano,con il suo polso fino e le sue dita affusolate le trasmetevano senso di protezione;ma la sola visione che si creo' in mente fu quella di quelle stupende mani accarezzare il corpo di Vicky. Per un solo istante rabbrividi' al pensiero: non aveva mai avuto certi pensieri,non era mai stata cosi' presa da qualcuno,tutti i ragazzi che le erano piaciuti non le facevano questo effetto; allora perche' certe visioni le venivano naturali,con un conseguente senso di fastidio? Era forse gelosa? No,si convinse che si trattava soltanto di amore per il suo idolo,ma di un amore da fan; e si impose che non poteva provare qualcosa che andasse oltre quell'amore che giudiucava finto,platonico ed impossibile.

"Ale io...ti ringrazio tantissimo..e' perfetto anche di misura! Perfetto!"

"Michael io...sono felice che ti piaccia davvero,non credvo..."

Senza pensarci troppo Michael segui' il suo istinto: le dette un bacetto sulla guancia con le mani lungo il corpo; non l'avrebbe mai toccata,cosi' chiusa nella sua bellezza bambinesca com'era. Quel bacino Alexa se lo senti' appena: le sue labbra sfiorarono la guancia di lei velocissimamente,quasi in un soffio; fu un primissimo contatto leggermente piu' profondo tra di loro; lei senti' le sue labbra vellutate accarezzargli la pelle per uno,massimo due secondi: duro' un lampo ma le sembro' un'eternita'.
Michael Jackson l'aveva baciata,seppur molto innocentemente. Di solito erano le fan ad impazzire per lui,a gettarsi tra le sue braccia per afferrarlo e riempirlo di baci,ma stavolta no; era stato lui,di sua spontanea volonta',a compiere quel gesto. Ad Alexa sembro' cosi' dolce nei suoi confronti,e Michael voleva soltanto capire quale sarebbe stata la sua reazione; voleva soltanto metterla del tutto a suo agio,farla sciogliere ed ammorbidire sotto le sue parole,i suoi scherzetti e quel suo bacino,anche per cercare di sapere cosa provasse lei. Ma lei resto' imbambolata con lo sguardo nel vuoto con l'emozione che la travolgeva in ogni angolo del suo corpo e della sua mente: non riusciva a crederci,e non riusciva a reagire. Sentiva il cuore batterle a mille e le guance avvamparsi di nuovo. Ma perche' non era nemmeno capace di ricambiare quel bacetto? O di dirgli che era stato carino,che gli era piaciuto? Aveva detto centinaia di volte che se avesse incontrato Michael l'avrebbe riempito di baci,lo aveva detto davanti alle sua foto,davanti ai suoi cd,le sembro' cosi' facile quando se lo diceva; invece adesso che ne aveva l'occasione,quella promessa che si era fatta le sembro' cosi' terribilmente difficoltosa da realizzare.
Michael la osservava sorridendole cercando di leggere i suoi pensieri.

"Adesso pero' la foto la facciamo lo stesso!" le disse lui;

"Foto?"

"Si vieni,siediti.Voglio una foto...con te e con questo bellissimo braccialetto"

"No Michael,non se ne parla...vengo malissimo in foto...se vuoi ricordarti di me,pensa al braccialetto,e' parecchio meglio! Non siamo tutti fotogenici come te.."

"Oddio dai,voi donne siete tutte uguali,ti prego,ti prego,solo una,fallo per me,dai sto diventando vecchio...concedimelo!" glielo chiese con quei suoi occhi neri,le sembro' un cucciolo e non resistette alla sua richiesta;

"Mmm...ok ma solo perche' sei vecchio!"

Michael prese la macchina fotografica e cerco' di scattare una foto il piu' precisa possibile: si mise accanto a lei,a contatto con le sue gambe,seppur coperte dalla stoffa,le poso' piano piano un braccio intorno alla spalla alzandosi la camicia per mettere in mostra il braccialetto.Lei si senti' svenire a quel contatto: sorrisero e Michael fu fiero di essere riuscito ad ottenere quello scatto. Voleva cosi' tanto quella foto sua col pigiama: era un momento intimo per lei e non l'avrebbe mai rivista cosi',prima di andare a letto.Le sorrise senza parlare.

"Grazie Ale...vedi? volermi farmi fare la foto da paparazzo,e invece sono riuscito io a scattartela...ma non ribaltiamo i ruoli eh? Appena e' pronta te ne porto una copia ok?"

"Michael ehm....scusami devo andare un attimo al bagno"

Chiuse la porta a chiave e si ripeteva ancora una volta davanti allo specchio quanto fosse stupida,imbranata,impacciata; si vergognava con i suoi coetanei,persino con i suoi amici alle volte,si vergognava anche solo per un mezzo sguardo che potessero lanciarle per la strada,figurarsi adesso,li',con un uomo,un uomo adulto che per di piu' era il suo idolo. Si ripeteva che se non voleva che Michael si stufasse di lei per averla anche solo come amica,non doveva mai piu' farsi vedere cosi' frigida,cosi' impassibile alle sue parole e ai suoi gesti:
"Dai Ale,digli qualcosa...sei una scema! Ti ha dato un bacino,e tu che fai? Dai l'impressione di fregartene...e dai! E' il tuo idolo,accidenti,..siete in camera insieme...ma ti rendi conto? In camera! Sbloccati altrimenti...insomma ma quando ti ricapita un'occasione del genere? Ecco perche' ride sempre...gli sembri ridicola! Sei talmente imbecille che fai ridere..."

Michael nel frattempo si chino' a raccogliere il suo vestitino umido di champagne che stava sul tappeto. Lo prese tra le mani e ne osservo' ogni centimetro: rivide subito Alexa che scendeva dalla scalinata nella sua eleganza e grazia. Avrebbe voluto che la serata fosse proseguita come aveva programmato: avrebbe voluto che lei fosse la' a spegnere le candeline con lui,a ballare con lui...Doveva cercare il modo di rimediare a quella orribile serata: voleva troppo stare con lei per un po',e cominciava ad intuire che lei non dava a vederlo ma doveva esserci rimasta male per forza; quel comportamento cosi' disgustoso di Vicky avrebbe ferito tutti,lui per primo.

"Ale tutto bene?" le disse bussando alla porta del bagno,lei riapri' e vide Michael che spiava l'etichetta del suo vestito.

"Michael ma che fai?"

"Te...te lo porto in lavanderia...ci penso io a farlo smacchiare"

"Davvero? Grazie mille. Ci ho provato ma...champagne..."

"Ok,allora...buona notte...dormi bene,mi raccomando,fai sogni d'oro e dimentica stasera,ok?" le disse dandole un altro bacino sulla guancia per sperare in una sua reazione che tardava ad arrivare;

"Sogni d'oro anche a te Michael"

La vide stendersi sul letto e alzare le coperte,per poi aggiustare il cuscino e mettere il suo peluche accanto a lei,ma prima che chiudesse gli occhi,sull'uscio della porta,le disse:

"Senti...Se ci rivedessimo ancora...ehm...saresti contenta?"

"Certo Michael,sono sempre contenta di vedere il mio idolo...tanto ci ribecchiamo in giro per l'hotel,no?" gli disse ridendo,

Anche se aveva pochissima esperienza l'intelligenza non le mancava. Aveva intuito che Michael gradiva le sua compagnia...nonostante Vicky,e le avrebbe chiesto di rivedersi di li' a poco,ma stavolta,probabilmente senza scuse di feste cene o altri pretesti...soltanto per starle accanto.

"No io...ecco... pensavo...ci sono delle bellissime giornate in questo periodo...pensavo di...di andare a fare un pic-nic...mi accompagni?"

Alexa sgrano' gli occhi: se non sapeva che Michael era gia' impegnato avrebbe giurato che quel suo balbettio nel farle quella richiesta,quel suo esitare ad ogni sillaba,la sua voce bassa,i suoi gesti nervosi,quella sua timidezza inspiegabile in quel momento,fossero tutti segni di una probabile cotta per lei. Lo aveva visto solo nei film; lo sapeva soltanto per sentito dire; "quando le persone sono innamorate fanno cosi'" penso',ma era ancora convinta che agli occhi di Michael lei fosse una fan e nulla di piu',e anche se,nella piu' incredibile delle ipotesi lui la trovasse carina,non poeva certo perdere tempo con lei avendo una ragazza bella e intraprendente come Vicky al suo fianco.

"Oh capisco...se non puoi no importa..." Michael era deluso,credeva che il suo silenzio sottointendesse una risposta negativa,

"No...non posso...." Voleva tenerlo un po' sulle spine,voleva capire il comportamento di Michael cosi' incomprensibile nei suoi confronti;

"Scusa...non...non dovevo chiedertelo...capisco che hai i tuoi impegni...scusami ancora..."

"No Michael...non posso...non posso domani,perche' ho promesso a Sebastian di accompagnarlo in citta',domani e dopodomani...Ma tra due giorni...se l'offerta e' sempre valida...si,un pic nic..molto volentieri"

"Oddio...davvero? Davvero?" Michael sembro' quasi euforico,

"Si,facciamo Martedi' allora?"

"Ok,ci vediamo qui davanti alla tua porta...alle 11 va bene?"

"Si...pero' Michael..."

"Cosa?"

"Come fai con Vicky? Cioe'...diglielo perche'...un bagno mi e' bastato!"

Michael scoppio' in una risata soddisfatta,era sempre cosi' spontanea,cosi' simpatica in un modo del tutto infantile. Gli faceva dimenticare chi fosse,si sentiva solo Michael,un uomo come tanti in quel momento.

"Tranquilla...non ti bagnerai piu',parola di Michael Jackson!"

"Oh beh se me lo dice Michael Jackson allora posso fidarmi"

"Ciao Ale..." si incammino' per il corridoio quasi malinconico; non avrebbe mai voluto andarsene,avrebbe voluto restare in quella stanza con lei tutta la notte,cosi',anche solo per parlare e per osservarla nel suo sorriso e nel suo corpo ben fatto nascosto sotto quel largo pigiama. Pero' era di buon umore; "Ahahah oddio,ha detto sexy...mi trova sexy" si disse mettendosi la mano davanti alla bocca quasi vergognandosi di quel complimento che in realta' lo aveva riempito di gioia.

"Alexa vai!" si disse tra se'... "Vai,muoviti! Adesso o mai piu'!"

Sotto comando di uno strano impulso scatto' da sotto le lenzuola e raggiunse Michael che era gia' e meta' del corridoio,

"Michael!" grido' e lui si volto',

"Non ti ho detto una cosa.....Tanti auguri idolo mio! Tanti Auguri Michael!"

E alzandosi sulle punte dei suoi piedi scalzi,ricambio' quel bacetto che lui le aveva dato ben 2 volte; il suo cuore iniziava ad essere rapito da lui,iniziava a sciogliersi,ad aprirsi; arrossi' ma ce la fece: gli diede un bacio sulla guancia che duro' piu' dei suoi messi insieme: non era a scatto,era lento,morbido,lui senti' chiaramente la forma delle sue labbra sulla sua pelle e il cuore battergli forte per l'emozione; non gli pareva vero che lei le stesse dando quel segnale di approvazione. Si senti' al settimo cielo per quel gesto cortissimo ma intenso. Lei era rossa piu' che mai in viso e aveva il capo chinato ad osservare il parquet. Michael le alzo' delicatamente il viso prendendole il mento tra le dita: con una mano le sfiorava le guance e con l'altra le accarezzo' dolcemente i capelli per pochi istanti. Dette a sua volta un ultimo bacino,stavolta piu' pieno,e disse:

"A Martedi' Ale...ti voglio bene."

"Anche io Michael,a Martedi'"

Si scambiarono un ultimo e sottilissimo sorriso,i loro occhi si incontrarono da lontano per poi cambiare strada; si voltarono l'uno alle spalle dell'altra,entrambi increduli e un po' scossi per cio' che stava nascendo tra di loro.


Quella mattina Michael non vedeva l'ora di rivederla.
Percorse raggiante il corridoio per arrivare alla sua stanza: era felice e circondato da una luce nuova. Si fermo' davanti alla sua camera ma lei non era ancora fuori. Ebbe voglia di bussarle ma per cortesia non lo fece. Si adagio' sul tappetpo rosso con la schiena contro la parete e aspetto' impaziente. Aveva accanto a se' due buste e un grande cesto da pic-nic in paglia. Improvvisamente lei usci'. In realta' era pronta da un pezzetto,ma penso' che farlo aspettare un po',fare un po' piu' tardi,non avrebbe fatto altro che aumentare la sua curiosita'.
Resto' strabiliata: era incredibile come riuscisse ad essere elegante e bellissimo con qualsiasi tipo di indumento. Indossava un jeans al posto del solito pantalone nero; sopra la t-shirt candida con scollo a v e la camicia aperta,i mocassini e i suoi immancabili occhiali da sole. I suoi ricci scuriussimi erano legati dall'elastico,e il suo sorriso smagliante.

"Ciao Michael"

"Hey Ale...Buongiorno...Allora...pronta per la scampagnata?"

"Si Michael"

Alexa noto' le buste e il cesto a terra:

"Michael ma...Io sono una buona forchetta ma....non credo di farcela a mangiare tutta quella roba...Ma quante cose ti sei messo a comprare?"

Lui rise:

"Ahahah,beh sai...Non sapevo esattamente cosa ti piace,cosi' ho fatto la scorta!"

"Ma Michael dai...andava bene tutto"

"Ok andiamo...hai preso tutto?"
"Si...Oh no! Aspetta vado a prendere i soldi"

"I soldi?"

"Si,hai portato tutte queste cose...facciamo a meta'"

Era gia' sulla soglia della porta quando Michael le afferro' delicatamente il braccio vicino al gomito e lei si senti' pervasa dai brividi. Arrossi' ancora una volta,per cosi' poco,e non si volto' per non mostrarsi,

"Stai scherzando spero!"

A quel punto lei si volto' e Michael percepi' chiaramente il suo imbarazzo: quella sua timidezza enorme che scaturiva da gesti cosi' minimi gli piaceva un sacco,

"Michael non devi pagare solo perche'...insomma non e' giusto!"

"Smetti! Offro tutto io...andiamo!"

"Mmmm,ok ma ti devo un pasto...ricordatelo!"

Lui rise di nuovo...

"Sono cosi' buffa?"

"No no...Andiamo,ci sara' da camminare un po' ti avverto,ma ne vale la pena perche' il posto e' bellisismo!"

"Oh,non ci sono problemi"

Uscirono dall'hotel stando fianco a fianco,incamminandosi verso quel posto segreto,ma tra loro c'era lo stesso imbarazzo della sera in cui si erano conosciuti. Spesso lui si girava a fissarla,dischiudendo le labbra per dirle qualcosa,ma tutte le volte si volgeva altrove perche' le parole gli riscendevano sempre in gola. I loro corpi erano distanti,ma le loro menti no: pensavano entrambi a Sabato sera; al suo pigiama,al braccialetto,a quella fotografia scattata per gioco,a quei bacetti totalmente innocenti,ma la timidezza e i freni erano sempre loro compagni,pronti a tornare ogni volta che si rivedevano.
Michael si fermo',chiuse gli occhi e inspiro' profondamente allargando le braccia; quando li riapri' vide Alexa che stava in piedi davanti a lui guardandolo sorridendogli. Gli sembro' una visione cosi' dolce e celestiale:

"Hey Ale,senti che bell'aria...siamo vicini.Wow,io adoro la natura! Mi ci voleva,dopo tanti giorni chiuso in albergo e alle prove. Sento il vento,gli animali,l'ossigeno delle piante...Avvicinati."

Lui le prese delicatamente i polsi e la invito' ad unirsi a lui:

"Chiudi gli occhi...respira con me...Lo senti?"

"E' vero Michael! Mi sembra proprio di sentire la natura sulla pelle!"

Stacco' quella dolce presa e riaprirono gli occhi,

"Siamo arrivati...aspetta...chiudi gli occhi di nuovo..."

Michael la guido' ancora per pochi metri tenendola da due dita,

"Attenta alle buche eh? Ecco,ci siamo,adesso puoi guardare"

Lei apri' gli occhi sgranandoli:

"Ti piace? E' uno dei miei posti preferiti" le disse Michael sorridendole

"Michael e'...e' meraviglioso! C'e' anche il laghetto...wow! I fiori,e le piante. Grazie! Grazie per avermi portato qui,e' cosi' fiabesco...e' bellissimo!"

"Grazie a te di avermi accompagnato,sono contento che ti piaccia"

Michael fece per sedersi sull'erba,ma il sole scottava;

"Michael ma che fai? No,non qui...Guarda,la' c'e' un albero,andiamo la',ci fara' piu' ombra,lo so che non puoi stare al sole quando e' troppo caldo,dai andiamo li' sotto"

Michael era rapito dalla sua gentilezza,in quel momento le sembro' fin troppo premurosa,e non voleva che si perdesse quegli splendidi raggi solo per il fatto della sua pelle sensibile.

"No dai Ale,non devi mica stare lontana dal sole solo per me,non voglio che..."

"Dai Michael,smetti! Andiamo!"

Lui la segui' e si sedettero sotto un grande albero,ma Michael continuava a vederla fissare il sole:

"Ale vai...per favore mi...mi sento in colpa" le disse col capo chino mentre iniziava ad aprire il cestino e a stendere la tovaglietta a quadretti sul prato.

"Ah,e poi sarei io la testolina?" gli disse dandogli una botticina spalla contro spalla,
"Se ti ho detto che stiamo qui...stiamo qui!"

"Hey...che mi dai anche gli ordini adesso?" Rise.

"Si! Se non capisci...si. E il secondo ordine da rispettare e' che oggi apparecchio io."

Si avvicno' al cestino ed estrasse i piatti,i bicchieri e le posate. Michael la guardava estasiato: era estasiato dal modo in cui si inginocchio' su se' stessa per prendere le cose,dal modo in cui si sistemava i capelli dietro l'orecchio per vederci meglio,dal modo in cui,abbassando lo sguardo,si controllo' lo smalto delle unghie. Non erano lunghe come quelle di Vicky: erano corte e curatissime. Alzo' entrambe le mani e se le mise davanti al volto per dare un'ultima controllata alle sue dita: adesso Michael poteva vederla a meta',intravedeva il suo viso dalle fessure della sue dita; potette csoi' concentrarsi meglio sull parte inferiore del suo corpo: le sue gambe nude e atletiche,i suoi fianchi stretti e la sua pochissima pancetta sottolineata dalla sua camicetta aderente. Saliva con lo sguardo sempre di piu',e quando lei riabasso' le mani scoprendosi di nuovo il viso,lo sorprese chiaramente a guardarle il seno e lui si senti' terribilmente in colpa con se' stesso. Lei smorzo' il suo silenzio e i suoi occhi smarriti con il consueto imbarazzo;ormai aveva intuito che qualcosa di lei lo intrigava.

"Ehm...Dai Michael,mangiamo!"

Lui scosse la testa e si riprese dai sui occhi che si erano smarriti in lei,

"Oh si...allora vediamo...cominciamo dai tramezzini?"

Era imbarazzato e continuava a sentirsi in colpa per quello sguardo sul suo seno. Non aveva fatto pensieri troppo cattivi,semplicemente trovava attraente quella parte del suo corpo ma le sembrava di rovinarla,di romperla anche semplicemente guardandola troppo intensamente.

"Va bene Michael...Scegli,poi io prendo quel che resta"

"No,non se ne parla! Hai offerto tu e scegli tu per primo!" lui rise,

"Mi piace quando fai il tono di comando,sai?"

"Te l'ho detto che ho un carattere difficile..." rise di nuovo,

"Difficile...solo perche' vuoi che scelga io il panino per primo?"

"Ma no non intendo questo..."

"Allora cosa intendi?"

"Mmmm,diciamo che lo scoprirai...mi odio da sola quindi..."

Gli disse mentre roteva gli occhi al cielo. Nel frattempo Michael si era steso su un fianco e si reggeva la testa con un palmo delle mano,

"Adesso dire che ti odi...Dai dimmi qualcosa di te...qualcosa che odi..."

"Mmm....ma non si dovrebbero dire prima i pregi?"

"Dai...voglio solo sapere il perche'...in fondo non mi sembri una strega!"

Lui sorrise e lei spalanco' la bocca:

"Strega? Come osi?" gli disse spingendolo e facendolo cadere rispetto alla sua posizione,

"Scherzavo! Mica ti sei offesa!"

"Guarda che se fai il cattivo ti faccio un incantesimo!"

"Ah si? E sentiamo in cosa mi trasformeresti...in qualcosa di bello o di brutto?"

"Ti trasformerei in qualcuno che ubbidisce ai miei ordini!" gli disse porgendogli il cestino verso il suo petto,ma lui non si smuoveva.

"Ok Michael. Dato che se non ci sbrighiamo ci facciamo notte,facciamo cosi': ci bendiamo e peschiamo insieme nel cestino,ok?"

"Eh?"

"Si,hai capito benissimo...dai,passami i tovaglioli"

Lui accenno' una smorfia; le sorrise e le tiro' delicatamente dietro l'orecchio il ciuffo di capelli che le era caduto davanti al viso per poter osservare appieno i suoi occhi che trovava cosi' espressivi: ci leggeva un'infinita dolcezza,ma anche mistero,e questa sua aria enigmatica lo attirava sempre di piu':

"Sei proprio una testolina vuota allora...ci ho azzeccato!" le sorrise,

"Tieni Michael,legatelo dietro ai capelli,io faro' lo stesso"

Michael continuava a sghignazzare tra se': gli piaceva la sua timidezza ma anche la sua imprevedibilita' in certe situazioni.

"Pronto? Al mio tre tuffiamo le mani nel cestino e peschiamo i panini,ok?
1...2....e 3!"

Si affidarono alla fortuna cercando di guadagnarsi il pranzo. Entrambi in quel momento non diedero il minimo peso al gusto del panino che gli sarebbe capitato,pensarono soltanto che era bello stare l'uno accanto all'altra,con o senza il pranzo. Nel rovistare dentro al cestino un certo punto le loro mani si sfiorarono: non appena senti' quella di Michael contro la sua,Alexa arrossi' in viso e la scanso' immediatamente,ma per qualche ragione che nemmno lui si spiegava,torno' immediatamente a cercarla: le blocco' il polso con due dita e comincio' a sfiorarle il dorso della mano per poi proseguire verso le sue dita: proprio come le sue,erano abbastanza affusolate e non troppo secche. Poso' un plpastrello sull'unghia smaltata del suo dito medio,per poi scorrere con lo stesso polpastrello lungo il medio e tornare al polso. Alexa era come immobilizzata: non riusciva a parlare ne' a muovere la sua mano per accarezzare quelle di Michael a sua volta; strizzo' gli occhi ancora piu' forte sotto il fazzoletto che celava la sua ovvia tensione.
Anche lui resto' in silenzio per pochi secondi con il suo polpastrello fermo al centro del dorso delle mano di Alexa: non poteva vederla,no potevano vedersi: cosi' era un po' piu' facile,un po' meno imbarazzante,ma molto,molto piu' eccitante perche' quella barriera rappresentata dal fazzoletto permetteva ad entrambi di concentrarsi meglio su quel tocco.
Fu il primo contatto leggermente piu' lungo che ebbero. Duro' diversi minuti cosi',nel silenzio piu' totale e soltanto con i rumori della natura.
Improvvisamente si riprese:

"Che pelle liscia che hai Ale...e che belle mani"

"No...le tue...le tue sono bellissime,anzi...splendide...mi...mi sono sempre piaciute tanto..."

Cosi' era meglio,potevano farsi dei piccoli complimenti senza essere costretti a cercare un modo per nascondere la loro vergogna.

"Ok Michael,adesso puoi levarti il fazzoletto,io ce l'ho il panino!"

"Anche io"

Si tolsero la benda e i loro occhi si incrociarono. A dividerli c'era soltanto quel cubo di paglia che giaceva in mezzo a loro. Alexa lo sposto' mettendolo fuori dalla tovaglia e si sedettero accanto con la schiena appaggiata al tronco della'albero.

"Mi e' piaciuto il giochino del fazzoletto...ma dove impari certe cose?"

Le disse mentre dava il primo morso,

"Imparare? Da nessuno! Mi e' venuto cosi' perche'...non mi piace litigare,in questo modo nessuno dei due deve avere ragione per forza,abbiamo trovato un accordo no?"

"Vero" Michael continuava a mangiare di gusto.
"E' stato divertente Ale..."

Le si avvicino' col volto guardandola con un sorriso inebetito,

"Che...c'e' Michael?"

"Posso...posso guardare meglio la tua mano? Per favore..."

"Ok...te lo concedo solo perche' sei vecchio!"

Abbasso' il gomito e poso' nuovamente il suo palmo contro il suo dorso: scorreva il medio e il pollice lungo le dita di lei,osservandole una ad una

"Si si...hai proprio delle mani fantastiche...da anelli oserei dire...perche'...perche' non ne hai nemmeno uno? Non...non ti piacciono i gioielli?"

"Oddio,certo che mi piacciono Michael,ma un anello...beh forse...forse quando avro' un fidanzato...se...se me lo regalera' lo portero,sempre che lo trovi il fidanzato,dato che sono testolina vuota come mi dici tu" disse mordendosi la bocca,

"Ma certo che lo trovi...sei cosi',....cosi'...." continuava a tenerle la mano ma non riusciva ad esprimersi; Dio quanto si sentiva idiota,
"Ecco...sei una ragazza in gamba! E dimmi....Hai un tipo ideale?"

"Oh grazie..."

Penso' subito alla quantita' industriale di gioielli che aveva potuto regalare a Vicky: quanto la invidiava,in quell'istante avrebbe voluto scambiarsi con lei perche' nessun uomo aveva una voce cosi' dolce,un tono cosi' rassicurante e un tocco cosi' delicato. Era lui il suo uomo ideale,quello dei suoi sogni e delle sue fantasie; ma come in tutte le fantasie lui non poteva essere reale,perche' aveva gia' la sua principessa.

"No...no...non ce l'ho un tipo ideale...." ovviamente menti'.

"Le mani della mia testolina vuota...si si,un bell'anello ce lo vedrei prorpio sai?"

"Cosa Michael?"

L'aveva chiamata "mia" testolina,e si accorse solo dopo della gaffe; voleva che fosse sua e prima o poi ci sarebbe riuscito,oramai era completamente infatuato;

"Oh....nulla nulla...Io...niente..." alzo' gli occhi facendo finta di vedere gli uccellini che volavano sopra di lui,

"Anche...anche la tua mano e' liscia...posso...posso accarezzarla io adesso?"

"Si,certo..." Alexa prese il suo polso e si chino' col naso,

"Vaniglia...Allora e' vero che usi questo profumo,l'ho sentito anche dalla giacca che mi hai regalato!"

"Si...e' vero,uso profumo alla vaiglia. Oh,a proposito di regali....devo darti una cosa...."

Le porse una busta nera

"Michael ma cos'e'? "

"E'....e' il vestito che ti ha macchiato Vicky,avevo detto che te lo avrei fatto smacchiare,ricordi?"

"Oh,oh si"

La busta era senza logo,ma il vestito no. E non era il suo: apri' la carta che avvolgeva la stoffa e trovo' con suo stupore uno splendido abito da sera nero,corto con la parte superiore in pizzo e con le maniche che cadevano sulle spalle. Un incrocio sul retro che avrebbe lasciato intravedere la schiena nuda completava la sua enorme eleganza. Resto' di stucco a rigirarsi tra le mani quell'abito di Chanel che aveva visto soltanto sulle riviste di moda o nei manichini delle vetrine,e che aveva sempre sognato di indossare sin da quando era bambina. Si mise due mani sulla bocca in segno di meraviglia e Michael sorrise soddisfatto quando capi' che le piaceva.

"Allora....che mi dici testolina?"

"Michael ma questo...questo non e' il mio vestito..."

"Ta da! Sorpresa! Ti piace?" le sorrise accarezzandogli la guancia

"Se mi piace? Oddio non...non sai quante volte mi sono immaginata di possedere un vestito cosi',e' meraviglioso,sublime ma....oddio,ma ti diverti prorpio a farmi imbarazzare eh?"

"Mmmm beh in effetti quando arrossisci....sei carina!" rise

"Michael! Ma...ma perche' fai tutto questo? Perche' mi regali tutte queste cose? Io....sono contenta di stare qui con te...e basta. Guarda che io ti...ti accompagno volentieri anche se non mi compri nulla!"

Dio quanto la trovava bellissima e tenera quando i suoi occhi si facevano malinconici e si sentiva in colpa come una bimba piccola.

"perche' mi chiedi? Vuoi la verita'?" le accarezzava le guance e i capelli,

"Eh?"

"In realta'...quella macchia non veniva prorpio via,cosi'...ho dovuto rimediare! Mi,mi dispiace,lo so che tenevi a quel vestito,e dato che e' stata tutta colpa mia...non volevo che tu ce l'avessi con me perche'....perche' a me piace stare con te" le disse timidamente,

"Ma Michael ti avevo detto che non importava...di vestiti ce ne sono mille in giro...quando dicevo che non era un problema...dicevo sul serio....questo vestito c....costa un capitale,io...io non posso...."

"Ho capito testolina...sei troppo orgogliosa non e' vero?" le sorrise,

"Ehm...te l'ho detto prima che le cose che odiavo di me le avresti scoperte da solo"

Lui scosse il capo:
"Allora...lo terrai? "

"E' anche della mia taglia...ma come hai fatto?"

"E' un segreto...mi sono ricordato di quando mi hai detto che ti piace il pizzo cosi'...cosi' ho pensato che questo ti sarebbe stato bene..."

"Grazie"

"Ti prego aspetta...fammi parlare"

"Ok..."

"Ricordi la cosa del tono di comando?"

"Ahahah,si!"

"Ecco,adesso sta a me comandare: devi eseguire due ordini per me...vuoi sentirli?"

"Vai,spara!"

"Allora...ordine numero uno: devi...devi darmi un bacino sulla guancia per finire in bellezza questo pomeriggio..."

Alexa le diede un bacetto e lui si senti' instupidito e intontito dalle sue labbra sottili che gli sfiorarono la guancia;

"Beh non e' stato cosi' impegnativo da eseguire" gli disse lei ridendo.

"Il secondo...che riguarda il vestito...e' che con quello...con quello devi...devi ve...venire a c....a c...."

BIP! BIP! Il suono di un clacson interruppe bruscamente le parole di Michael; era Vicky sulla sua spider a tettto scoperto. Freno' di colpo,si tolse i grandi occhiali da sole e si volto' verso Michael,

"Michael! Ma dove...dove diavolo eri finito? Sono due ore che sviaggio per Los Angeles a cercarti,dovevi avvertirmi!"

"Accidenti!" si disse Michael tra se': era quasi riuscito ad invitarla ufficialmente,e lei gli eveva interrotto il momento piu' significativo;

Alexa al vide uscire dall'auto: alta,bionda,vistosa come sempre,con le sue unghie lunghe e i suoi vestiti firmatissimi. La trovava adatta a lui,piu' bella di lei,piu' seducente,piu' provocante,piu' sexy,perfetta per il suo mondo.

"Michael! Smuoviti! Ricordi che c'e' la cena di beneficienza con tuti i produttori musicali tra tre giorni? Devi accompagnarmi a comprare il vestito,me lo avevi promesso...e le scarpe...e anche la borsa...e anche i gioielli...Salta!"

"Arrivo amore!"

Lei rimase impietrita davanti a quella scena: gli aveva detto che Vicky sapeva del pic nic ed invece era ignara di tutto; le aveva detto "amore" ed era una cosa che lei non mandava giu': Michael iniziava a piacergli sul serio,e non solo come star; Vicky voleva andare con lui a fare shopping...e allora perche' lui le aveva regalato quello splendido abito? Si senti' come usata,messa da parte,come se quel vestito fosse solo un contentino per arrivare ad altri scopi. Perche' le mentiva? Perche' continuava ad invitarla di qui e di la' quando aveva gia' il suo "amore" nella sua vita? Che bisogno c'era di illuderla e prendersi gioco di lei? Come sempre era l'asso nel mascherare le emozioni,e rimase del tutto indifferente con il suo orgoglio che si mostrava il suo alleato piu' fedele.
Michael la fissava negli occhi con le braccia lungo il corpo: era scemo,stupido,si vergognava di se' stesso e i suoi occhi erano dispiaciuti,ma lei non se ne accorse. Vicky continuava a strombazzare il clacson per far si che Michael salisse sull'auto.

"Michael tu....tu mi hai mentito. Mi hai detto che Vicky lo sapeva invece...ti avevo pregato di dirglielo...ma perche'..."

"Lo so,io..." le disse a capo chino mettendosi i suoi ray-ban per nascondere l'espressione dei suoi occhi.

"Vai Michael...Vai!" le rispose a capo altrettanto basso; in quel momento pronuncio' quelle parole quasi con rabbia,come se non volesse mai piu' rivederlo,come se lo volesse scacciare via. Il clacson di Vicky suonava sempre piu' forte:

"Michael,su che facciamo tardi tesoro mio..."

Lo riempi' di bacini sul collo e sulla guancia e costrinse lei a guardarli; le sbottono' con abilita' i primi due bottoni della camicia e gli tocco' il petto dalla t-shirt:

"Oh amore,cosi' va meglio che fa caldo oggi...Wow sei una bomba tesoro mio! Andiamo...Spero che alla nuova boutique ci sia un camerino molto spazioso!" disse a lui mentre fissava Alexa con una smorfia in segno di vincita,come per dire "lui e' mio". Afferro' Michael per un braccio e salirono in auto. In un lampo non si vedeva piu' nulla: l'unica cosa che Alexa aveva davanti ai suoi occhi era il fumo provocato dall'accelleratore che Vicky premette con estrema forza che la fece tossire ripetutamente.

Resto' li....sola,pensierosa,confusa,col suo bellisismo Chanel in mano: si sdraio' sul punto dove poco prima era seduto Michael e fisso' il laghetto: si mise con la testa tra i ginocchi alzati e osservo' i pesci che saltavano fuori dall'acqua: ad un tratto ne vide un paio che uscendo l'uno di fronte all'altro,sembravano baciarsi. Perfino loro sembravano essere felici. Ma forse lei non era destinata a questa felicita': non era destinata ad essere amata,coccolata,forse quel suo carattere che riteneva difficile era davvero troppo complesso per questo pianeta. Si chiese se era vero che c'e' qualcuno per tutti,la famosa anima gemella: si illuse che tutte le sue fantasie racchiuse nel suo animo di bambina dovevano fare i conti con quella cruda realta'. Michael sembrava preso da lei,ma poi,come per magia,bastava che apparisse lei,Vicky,per far si che lui si trasformasse e stesse sotto il suo volere,preda del suo fascino e dei suoi modi cosi' decisi,pronti a rovinare quell'equilibrio che tra di loro si era creato.Non riusciva a capire cosa avesse in testa Michael e come fosse,e cosa pensasse veramente: pensieri cattivi e brutti si aggrovigliarono nella sua mente mentre restava seduta a fissare l'orizzonte con lo sguardo nel vuoto.L'unica cosa che la consolava era il pensiero che di li' a poco sarebbe arrivato Oliver a trovarla. E voleva rivederlo piu' di ogni altra cosa.
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A GAME FOR LOVE Empty Re: A GAME FOR LOVE

Messaggio Da marina56 Lun Ott 17, 2011 11:49 am

Arrivo' all'aereoporto e lui era li',sulla scala dell'aereo.
Corse ad abbracciarlo: i suoi occhi si illuminarono per qualche istante. Era il suo migliore amico,quello che lei chiamava "l'uomo della su vita",colui che non l'avrebbe mai tradita perche' con lui non correva rischi,ne' illusioni,ne' false speranze. C'erano sempre l'uno per l'altra; non avevano nememno bisogno di tante parole,si capivano con uno sguardo,e lei gli voleva un bene dell'anima; era il solo a cui confidava le sue cose piu' intime,il solo con cui poteva sfogarsi dato che suo padre e sua madre non brillavano per affetto e comprensione.

"Oliveeeeer,finalmente ci seeeeeeiiii!" Gli salto' in collo e lo abbraccio' strettissimo,

"Aleeeeeeeeee!" Le riempi' la guancia di baci e le struffo' i capelli con le mani,
"Non vedo l'ora di vedere Los Angeles...Allora,dove mi porti? Pero' prima ti va se ci fermiamo al bar? Ho una sete...Offro io per iniziare a farmi perdonare,ok?"

"Ahahah,ecco bravo,buona idea!"

"Devi raccontarmi tutto tutto,e quando dico tutto,intendo tutto nei minimi particolari!"

"Particolari? Non smetterai mai di pensare male vero? Dai,andiamo"

*******************************


Nel frattempo Michael era a 120 km orari sull'autostrada e si fissava allo specchietto dell'auto. Mise un gomito fuori dal finestrino e respiro' solo gas di scarico; ripenso' a quanto pura e sana fosse l'aria che aveva assaporato a pieni polmoni poco prima in quello spazio verde. Prese il barattolo di caramelle che stava vicino al cambio e inizio' ad [CENSORED] rle nervosamente una dopo l'altra: faceva sempre cosi' quando era teso o ansioso. [CENSORED] va e sospirava,sospirava ed [CENSORED] va ancora. Si sentiva in colpa da morire: ebbe l'impulso di buttarsi fuori dall'auto o di morire dall'indigestione; il barattolo fini' quasi tutto e nemmeno se ne accorse. Si sentiva un vigliacco; avrebbe dovuto dire a Vicky del loro pic-nic,e invece non c'era riuscito; era in collera con se' stesso,aveva trovato la ragazza dei suoi sogni e l'aveva lasciata piantata la',incapace di opporsi a Vicky,di dirle che avrebbe voluto restare la' sotto quell'albero per tutto il pomeriggio.
Vicky incrocio' il suo sguardo dallo specchietto retrovisore:

"Ci divertiremo un mondo oggi, Michael"
gli fece un occhiolino malizioso e appena trovo' un semaforo rosso allungo' la mano al centro dei suoi pantaloni,ma lui resto' immobile sbuffando.

"Che c'e'? Certo che sei strano oggi tesoro"

"Non sono dell'umore Vicky...anzi...accosta per favore"

Si mise in uno spiazzo deserto,

"Ho capito tesoro cosa vuoi fare"

Si slaccio' la cintura di sicurezza e si avvicino' a lui passandogli la lingua sulla guancia mentre le sue mani tornavano di nuovo a stuzzicarlo nelle sue parti basse. Lui le blocco' i polsi prima che lo potesse sfiorare di nuovo

"No Vicky,no! Torna a sedere,devo parlarti"

"Oh,ho capito,hai paura che ci vedano"

"Oh,maledizione Vicky!"

Attravento' il barattolo sul tappetino dell'auto che svitandosi fece spargere le caramelle dappertutto,

"Possibile che pensi solo a quello? E a lei? A lei non pensi? Le hai rovesciato tutto lo champagne addosso e oggi...oggi che l'hai vista non hai avuto nemmeno il buon senso di chiederle scusa? Io non ho parole..."

"Mmmm,oddio Michael,ancora con questa storia! Siamo qui,godiamoci questo attimo dai..." Gli tiro' giu' la zip e gli bacio' il collo appiccicandolo di rossetto,

"Oh cacchio Vicky...lo vedi? Io e te siamo troppo...troppo diversi! Insomma...Mi...mi dici se...insomma se io e te andassimo...."

"A letto?"

"Dio,mi vergogno terribilmente a parlare di certe cose...Si ecco,la'...che cosa...che cosa ci guadagni?"

"Michael,amore,tu mi piaci...e anche io ti piaccio,ma lo so che sei un cucciolo timido...hai solo bisogno di tempo,ma se non ti interessassi,non staresti qui con me"

"Vedi? E' qui che sbagli!"

"Ah si? E allora perche' sei salito con me e non sei rimasto con quella?"

"Guarda che "quella" ha un nome"

"Se,se...Che male c'e' a dirti...che ti desidero adesso? Siamo adulti,non siamo bambini,vorresti passare tutto il tempo a darti dei bacetti insignificanti e infantili?"

"Cosa?" Vicky rise a voce alta,

"Bacetti Michael...Dovevi vederti,sembravi all'asilo,e quella...sembra una neonata,cosa vuoi fare...farle da maestro per caso? Ma l'hai vista? Non ti ha nemmeno sfiorato! Ti sembra il modo di compiacere un uomo quello?"

"Vicky smettila! Falla finita,basta! Non ti permetto di parlare cosi'!"

"Non posso crederci che ti sei preso una cotta cosi',guardati,sembri rimbecillito,ma che uomo sei? La natura ti ha fatto uomo allora...usalo no? Adesso,qui con me...Cioe'...preferisci quella a me? E' la classica perbenista che non sa godersi la vita...vuoi un consiglio? Se proprio ti va di provarla,anche se non so cosa ci trovi,usala! Usala un po' e poi torna da me...vedrai che di me non potrai fare a meno tanto facilmente!"

"Guarda...non finisci mai di sorprendermi..ma in modo negativo! Io e te non possiamo stare insieme: non ci capiamo,siamo troppo diversi,non puo' esserci nulla tra noi,nemmeno sesso...e sai perche'? Perche' io non ti userei mai a differenza di quel che stai cercando di fare tu con me! Io devo essere innamorato per fare una cosa simile,tu invece non...non ti fai scrupoli! Guardi solo...solo l'apparenza! E' questo che ti interessa...l'apparenza e non la sostanza!"

"Io usarti? Non mi pare prorpio..."

"I gioielli...i vestiti...l'orologio che mi hai regalato,il sesso...Pensi di fare tutto con i soldi e con il tuo corpo? Non funziona cosi',affatto..."

"Hey! Pensi che alla tua amichetta le cose di lusso non piacciano? Guarda che e' comunque una femmina,non farti incantare dalla sua aria angelica!"

"No Vicky lei...lei e' una donna..."

"Donna....Io direi bambina! Comunque...Complimenti,ti sei trovato un bel lavoro da baby-sitter! Se devi usarla...almeno pagala che cosi' va a comprarsi qualcosa di decente!"

"Si veste molto bene invece...e' graziosa,e carina,e femminile..."

"Oh hai ragione,io sono brutta e mi vesto con le pezze,scusa!"

"Senti facciamola breve: tu non sei il mio tipo,va bene?"

"Michael tu sei fuori! A lei non piacciono le cose belle? Mi pare che quello Chanel invece l'abbia gradito eccome!"

"No aspetta un attimo...Tu mi hai spiato! Tu non sei arrivata quando hai suonato il clacson...eri...eri li' gia' da prima...ma come...E mi hai interrotto...lo...lo hai fatto apposta!"

"Ma chi io? Nooooo!"

Michael scese dall'auto e sbattette forte lo sportello; le punto' un dito contro e inizio' a gridare piu' forte calciando i sassolini che stavano a terra,

"Mi lasci di stucco...tutti abbiamo del buono in fondo al nostro cuore,non e' possibile che tu sia veramente cosi'...E' la cattiveria,l'invidia o non so cosa che ti fa parlare cosi',secondo me il fatto e' che...e' che non accetti che a me possa piacere un'altra ragazza"

Scuoteva la testa,camminava su e giu' e agitava le mani dappertutto:

"Ci siamo frequentati per un po' ma...ma se non va non...non puoi costringermi a piacerti per forza!"

"Oh si che posso Michael...posso eccome!"

"Credi di poter comandare i miei sentimenti cosi'? Ti sbagli di grosso Vicky! Credi di schioccare le dita,o di sedurmi con i tuoi soliti giochetti provocanti? Credi...credi che l'amore sia questo? Credi che basti solo il contatto fisico tra due persone per stare bene? Lo vedi? Io non sono adatto a te e tu non sei adatta a me...punto."

"Michael tralasci un piccolissimo particolare,e cioe' che ti dimentichi di chi sono figlia"

"Ah certo! Solo perche' io lavoro nello studio di tuo padre significa che io e te dobbiamo per forza stare insieme....perche' altrimenti?"

"Perche' altrimenti...ti faccio fare fuori,semplice! Senza mio padre meta' del tuo lavoro e' perduto!"

"Non ne saresti capace..."

"Vuoi mettermi alla prova forse?"

"Adesso mi sono davvero scocciato! Non voglio mai piu' vederti,mai piu' perche' il mio cuore segue un'altra direzione...lasciami fare la mia vita!"

"Oh come siamo poetici...."

Le volto' le spalle e si sedette su quello spiazzo verso le piante: deglutiva ripetutamente e si interrogava sul da farsi. Sarebbe sicuramente andato da lei per chiederle scusa,ma aveva il timore che Alexa non lo avrebbe perdonato,o,peggio,non avrebbe voluto vedere piu'. Per un attimo si immedesimo' in lei:

"Cavolo...ma come ho fatto? E adesso cosa le dico? A me...a me lei piace sul serio...se solo ripenso a com'era carina oggi...le sue mani,mi sembra ancora di sentirle tra le mie,il suo sorriso...e i suoi occhi...E se ci penso...mi batte il cuore,credo prorpio di essere innamorato,ma adesso cosa posso fare? L'ho trattata nel peggiore dei modi,e carina com'e' avra' sicuramente altri ragazzi che la corteggiano,come quel Sebastian...Non posso farmela sfuggire adesso! Io...io devo dirle che mi piace ma io...non sono sicuro di piacergli,ma non lo sapro' mai se non le parlo...devo trovare il coraggio e chiederle di venire a cena con me: cavolo,c'ero quasi riuscito oggi e poi...poi Vicky mi ha interrotto! Ho trovato! Potrei...potrei portarle un mazzo di fiori con un bigliettino...Uff,ma perche' non riesco mai a parlare? Mi blocco sempre quando lei e' con me...Maledetta timidezza!"

Si senti' un nodo in gola e degluti' di nuovo quando si senti' colpito sulla schiena da qualcosa di molto piccolo. Poso' un dito in terra e noto' che a colpirlo erano le caramelline che Vicky teneva in auto.Alzo' lo sguardo e la fisso' avvicinandosi a lei:

"Ma che mi tiri...anche le caramelle adesso?"

Vicky ne prese delle altre e gliene tiro' in faccia una manciata:

"Ecco,tieni! Dalle alla tua amichetta visto che e' l'unica cosa che puo' leccare!"

Gli attravento' altre caramelle in viso con forza,diede gas e cosi' come aveva fatto con Alexa,lo lascio' avvolto in una nuvola di fumo. Lo vide dallo specchietto retrovisore mentre era accasciato in terra:

"Povero idiota! Hai a disposizione l'oro e vai a cercarti le pietruncole! Non lascero' che tu vada da quella p*****ella,non te lo lascero' fare per nulla al mondo Michael...."

*******************************

AL BAR

Alexa e Oliver sorseggiavano una Coca-Cola: lei gli racconto' di Michael,del compleanno e dello champagne; del suo braccialetto,del tempo nella sua camera e del pigiama di Titti e del pic-nic.

"Ale wow,ti vedo prorpio felice...Sei innamorata non e' vero? Ti avevo detto che magari incontravi Michael e..."

"Cosa?"

"Perche'...non e' vero che sei innamorata? Dai,ti si legge in faccia: hai gli occhi che brillano,un'espressione confusa e persa e un sorriso in faccia grosso come una casa..."

"Io? Ma no,no...Ma che dici?"

"Eh,tanto tu sei sempre cosi'...Non vuoi mai ammettere le cose...mai! Specie se si parla di sentimenti"

"Mi conosci troppo bene,vero?"

"Si Ale"

"Beh si ma lo sai che...che lo amo...in...in senso artistico"

"Ale?" le disse con una smorfia,

"Oh Oliver! Ma perche' devi farmi parlare di queste cose? Mi vergogno! E va bene io...si mi piace,e' cosi'...cosi' gentile,e dolce,e bellissimo,e' elegante,ha una voce carinissima,delle mani stupende...e i suoi occhi...e i suoi capelli..."

"Ok,ho capito,sei partita prorpio eh?"

"Si vede cosi' tanto?"

"Io sono super contento per te,pero'...dovra' sopportarti...e tanto anche!"

"Ehm...non dovra' sopportarmi...non esattamente..." la sua espressione si fece cupa,

"Ale che c'e'? Ho detto qualcosa di sbagliato?" lei sospiro' e bevve dalla cannuccia,

"Vedi io e lui non stiamo insieme...lui...lui e' gia' fidanzato..."

"Cosa?"

"Si,ecco,boh...non so se gli piaccio ma...so solo che lei e'...bella,alta,e...bionda,sexy,vistosa..si vede che ci sa fare...e io...io invece..."

"No Ale,non dire cosi'...Tu credi di non essere abbastanza carina per lui vero? Ma guardati!"

"Beh lei...lei e' completamente diversa da me,e poi lo sai Oliver,io...io non ho mai avuto un fidanzato e lui...lui e' Michael Jackson!"

"Ma qual'e' il problema,scusa? Scommetto che da come la descrivi questa sua ragazza non e' come te: tu sei intelligente,dolce,disponibile,sei brava,sei per bene...sei d'oro! Dovrebbe accorgersene,non ce ne sono in giro molte come te..."

"Fammi finire: intendevo dire che,ecco,...e' possibile solo nelle mia fantasie,lui ha 34 anni,io...io non ho nemmeno mai dato un bacio,dai come faccio a...a soddisfarlo...anche se gli piacessi,non andrebbe mai; infatti non mi ha detto niente...lei e' cosi'...lei e' molto piu' disinibita di me...Io sembro un ghiacciolo,credi che non l'abbia notato?"

"Dai,magari non ti ha detto nulla perche' e' timido...Tu sei matta! Credi che sia una cosa cosi' brutta? Io sarei contento se fossi la mia fidanzata,e te lo dico da uomo,quindi fidati"

"Mmmmm,non so: e' che...perche' mi ha invitata? Perche' fa tanto il gentile con me? Devi dirmelo Oliver,io non ho esperienza con gli uomini e non...non li capisco,sai che ha fatto? Mi ha regalato un vestito di Chanel! Capisci? Di Chanel! Poi pero' mi ha piantato li',da sola,non appena e' arrivata Vicky...il suo "amore" come la chiama lui...bleah!"

"Ahahahah...sei anche gelosa adesso! Se non e' amore questo..."

"Gelosa?"

"Hai detto "il suo amore" con una faccia che se potessi la ammazzeresti vero?"

"No...Lui deve stare con chi vuole,e' che sono confusa,continuo a non capire il suo atteggiamento...Mi sento...usata...perche' perde tempo con me?"

"Ale noi uomini non siamo tutti uguali,dovrei vederlo "in azione" con te per giudicare"

"Sai...si rivedono fra 3 giorni ad una festa"

"Beh allora vacci anche tu,no?"

"Seeee,a fare che? E con chi? A dirgli "Sai Michael mi piaci..lascia la tua fidanzata per me..."

"Posso accompagnarti io se vuoi..."

"Ma dai!"

Poi lei fece un piccolo sobbalzo dallo sgabello; le si illumino' la classica lampadina e sfodero' la sua classica espressione furbetta che Oliver conosceva piu' che bene...

"Oh no Ale non mi dire..."

"Oh si che ti dico...Oliver sei un genio!"

"Eh?"

"Dai,ti diro' tutto in hotel,devo farti conoscere Sebastian!"

"Ale...hai presente quando sei venuta al mio allenamento per dirmi che scappavi di casa? Ecco mi fai preoccupare allo stesso modo...se non di piu'!"

"Io ti adoroooooo!" Gli disse abbracciandolo e baciandolo ripetutamente sulle guance,

"L'aria di Los Angeles ti ha fatto male sul serio Ale..."

Lo afferro' facendolo alzare,


"Muoviti Oliver...e' tempo di riunione!"

"Aspetta! La Coca!"

Oliver prese la lattina dal bancone rovesciandosela addosso perche' lei lo tirava di forza,

"Ale! Mi hai fatto sbrodolare!"

"Vedi? Adesso sai cosa ho provato io quella sera del compleanno con lo champagne...quando il suo "amore" me lo ha tirato addosso! Molto piacevole,non e' vero?"

Uscirono dal bar e montarono sull'autobus. Poi arrivarono davanti all'hotel:

"Ma cosa hai in mente?" Le sussurro' nell'orecchio

"Vedi il fatto e' che il mio orgoglio non mi abbandona mai...Nessuno puo' usarmi,o ferirmi cosi'...o trattarmi da stupida,o come un oggetto...Nessuno,nessuno....Nemmeno Michael Jackson! Forza,adesso andiamo a cercare Sebastian..."

Prese di fretta l'ascensore ed entro' in camera: apri' le tende,le finestre e si afffaccio' sulla casa di Sebastian per vedere se c'era. Era in giardino come al solito.

"Seb! Seb! Sali! Corri,sali che devo parlarti! Fa presto,e' urgente!"

"Arrivo!"

Oliver si sedette sulla sedia della scrivania e comincio' a sgranocchiare un pacchetto di patatine:

"Allora? Qual'e' il piano...genio?"

TOC! TOC!

"Oh,ecco Sebastian...Sebastian,questo e' Oliver,il mio migliore amico. Allora,accomodatevi,mettetevi sul divano..."

"Ale che e' successo?" le chiese Sebastian

"Oliver lo sa gia'...Con Michael non e' andata molto bene oggi...Ci stavamo divertendo,stava andando tutto a meraviglia,stava per dirmi qualcosa,ma non ho capito esattamente cosa,quando e' arrivata lei...Vicky"

Anche Sebastian sapeva tutto: dello champagne versato,del braccialetto che a Michael era piaciuto e del suo invito al pic-nic.

"Cosa stava per dirti Ale?" le chiese Sebastian,

"Non lo so,io..."

"Ale stringi! Arriva al sodo perche' mi preoccupi!" disse Oliver,

"D'accordo,voglio...Voglio farlo ingelosire un po'!"

"Vuoi farlo che?"

disse Sebastian [CENSORED] ndo il succo di frutta che gli era andato di traverso,

"Ale ma questo...questo non e' da te...Non si gioca con i sentimenti delle persone,io...Io lo so che ti piace tanto ma...purtroppo nella vita non sempre si e' ricambiati in amore,ti capisco,lo so come ti senti,e' successo anche a me,e' normale ma...se e' gia' fidanzato...ecco dovresti...lasciarlo stare"

Oliver stava malissimo per lei; era la prima volta che la vedeva davvero davvero dispiaciuta,era sempre forte,ma stavolta si capiva apertamente quanto lei fosse presa e delusa dal comportamento di Michael,e non sapeva come aiutarla.

"Ha ragione Oliver...Dai,di ragazzi al mondo ce ne sono tanti"

"Ma allora voi non capite! Lui sta con lei ma...Allora ma perche'...perche' ho sempre la sensazione di piacergli? Noi donne certe cose le percepiamo!Quando mi ha dato il vestito mi ha detto "Mi piace stare con te",allora questo cosa significa? Dio,sto impazzendo! Devo sapere se gli piaccio almeno un po',se ho una possibilita',ne ho bisogno...Solo un po',solo qualche giorno: se mi vedra' con voi e tiene a me come forse ho intuito,sara' costretto a dirmelo"

"Con noi?" Disse Oliver,

"Si,uno di voi due...Mi accompagnera' a questa festa dove loro si rivedranno,trovero' il modo di andarci; questo e' il famoso piano,non mi sembra di uccidere qualcuno..."

"Ale stai esagerando secondo me...Come mai ti fai accecare cosi' dall'orgoglio? Ti senti ferita...solo perche' ti ha lasciata li'?" continuo' Oliver,

"Solo? Oliver tu non capisci come mi sento!"

"Si invece Ale...E se poi gli piaci? Pensa se ti vede entrare con un altro,io morirei...Dagli...Dagli tempo,ti confessera' il suo amore"

"No lui...lui non puo' trattarmi cosi' solo perche' si chiama Michael Jackson! E io voglio capire. Lo so benissimo che non si deve prendere in giro una persona quando si tratta di sentimenti,e' una cosa ignobile e meschina,una cosa che non farei mai ma... Uno di voi due deve fare finta di essere il mio fidanzato..Allora,mi aiutate? Chiamalo orgoglio,o piccola vendetta,io direi piu'...un gioco...un gioco per amore"

Disse Alexa voltata di spalle ai suoi due amici mentre giocherellava con la nappa delle tenda.

"Vuoi dire...Vuoi dire che...che sei innamorata?" le chiese Sebastian sbarrando gli occhi,

"Innamorata e' una parola grossa,pero'...si,mi piace"

"Strano che lo hai ammesso! Preparatevi ad un uragano!" Oliver rise;

"Non andro' troppo in la'... solo qualche giochetto,cose da fidanzati: dei fiori,dei regali,paroline dolci,qualche sguardo,tenersi la mano...Dovrete essere un po' attori...Allora,ve la sentite?"

"Ale non cambierai mai...Ma come fai a convincermi sempre?" le disse Oliver accarezzandola la guancia,

"Fa parte del piano del perdono,non scordartelo!"

"Seeeee,come no,ma quando dirai "Lo faccio perche' lo amo?"

"Non lo faccio per questo...e poi non ho mai detto che lo amo,quindi...Lo faccio solo per la mia dignita'..."
Disse Alexa scuotendo il capo e mettendosi le braccia conserte al petto,

"Se...se dovessi eccedere...vi autorizzo a fermarmi!"

"Ale secondo me questa cosa non serve...per me gli piaci!"

"Ma se hai detto che devo lasciarlo stare! Cosa ne sai tu?"

"No,io ho detto che devi dargli tempo...Ok,quando lo vedro' dopodomani sera te lo diro',ma tu...sei talmente carina,lo sai come la penso,ci conosciamo da una vita...tu ti sottovaluti!"

"Si e chissa' perche' sono sola come un cane da 22 anni!"

"Ale ma questo perche' non hai ancora trovato quello giusto"

"Dicono tutti cosi'...Credi che basti per consolarmi? E' perche' io non piaccio a nessuno,ecco perche'! Tantomeno a Michael..ne sono certa! Tu mi vedi carina perche' sei il mio migliore amico,e' normale questo..."

"Ale tanto dura sei e dura resti!"

"Sai..Sai come mi chiama Michael? "Testolina vuota"!"

"Beh io l'ho sempre visto che e' un uomo intelligente,ha ragione!"

"Scusa Oliver io..."

"Dai Ale,non e' il momento di litigare...proseguiamo con i dettagli del piano"

Le dette un bacio sulla guancia e lei vide Sebastian perso nel vuoto a fissare il tappeto,

"Sebastian tutto bene?"

"Si,si io...e' che...ho aiutato in casa mia zia e sono un po' stanco...ho...ho capito il piano,e'...e' un'ottima idea secondo me"

"Grazie seb,lo dico io che trovato un altro amico speciale."

Quando vide gli occhi di Sebastian,Oliver capi' che mentiva: erano ragazzi e si intendeva al volo lo stato d'animo dell'altro; oltretutto erano entrambi uomini e lo capi' ancora meglio. Stava accadendo cio' che non avrebbe mai voluto accadesse,e cioe' che a Sebastian piaceva Alexa perche' era visibilmente dispiaciuto perche' doveva accettare il fatto che a lei piaceva Michael e non lui.

"Allora,chi mi accompagna a cena di voi due?"

"Io! Io! Ti accompagno io!"

Disse Oliver immediatamente. Sapeva com'era Alexa,e sapeva che a cena era ancora piu' dolce e carina del solito; in abito da sera poi,con il suo fisico proporzionato,longilineo e tonico,con la sua eleganza innata,il trucco,gli accessori,sarebbe stata bellissima,e non voleva che Sebastian perdesse il capo ancora di piu',che quel gioco finisse per farlo innamorare sul serio.

"Cos'e' tutto questo entusiasmo improvviso,Oliver?"

"No,e' che...ecco ti conosco da piu' tempo e secondo me sarebbe...sarebbe il tutto piu' veritiero perche'...siamo in confidenza da molti anni."

"Tanto sempre una parte dovete recitare,quindi e' indifferente..."

"Per me fa lo stesso" rispose Sebastian,

"Decidera' la sorte! Prendo una moneta,venite qui...testa viene Oliver,croce viene Sebastian"

La lancio' e se la rigiro' tra le mani chiuse. Poi apri' il pugno:

"Croce! Seb,verrai tu!"

Oliver sospiro',non ci voleva prorpio,e Sebastian era entusiasta perche' sarebbe andato comunque a cena con lei a prescindere dalla scusa del finto fidanzamento o meno,e tutto questo non poteva fargli altro che piacere.

"Eccomi! Allora..cosa devo fare esattamente per far finta di essere il tuo fidanzato?"

"Passami una penna Oliver!"

Prese un foglietto e inizio' a scrivere:

"Se dimentico qualcosa ditemelo... Punto numero 1: abito,oh e devo comprare delle scarpe altissime,12 13 centimetri,altissime e brillanti; punto 2: fiori; Seb dovrai portarmi un regalo,rose rosse ok? Punto 3: smoking per te: sei alto,con un fisico atletico,ti stara' benissimo! Punto 4: una collana,no anzi,un braccialetto che mi farai come secondo regalo: mi stringerai la mano e me lo legherai al polso...Punto 5: dobbiamo darci dei bacetti che sembrino intimi il piu' possibile e tenerci per mano o a braccetto...Punto 6: almeno una volta alziamoci in modo da destare sospetto, numero 7: scambiamoci molti sguardi allusivi, numero 8: devo essere tipo Vicky...sexy e provocante e se...se ti sfioro non farci caso,fa parte del piano ok? Mi pare di non aver dimenticato niente."

"Ok Ale,ricevuto" le disse Sebastian,

"Passo a comprare lo smoking oggi e tu...cosa indosserai?"

"Questo! Il vestito che lui stesso mi ha regalato,non ci sarebbe occasione migliore per sfoggiarlo,e quando mi vedra'...con il MIO fidanzato e con il SUO vestito...Si,deve schianatare! Cosi' impara a piantarmi li'! Dovete aiutarmi a essere bellissima e perfetta,iniziamo subito le prove."

"Te l'ha regalato lui?" disse Sebastian,

"Si"

"E'...e' magnifico,e' perfetto per la cena"

"Bene ragazzi,come si dice..."Tutti per uno e uno per tutti!"

Anche se non era stato chiaro fino in fondo,adesso che aveva accennato a Vicky che la loro relazione non poteva continuare,era deciso piu' che mai a vedere Alexa e a farsi perdonare.
Sali' le scale con un'enorme mazzo di fiori in mano,legati da uno spesso nastro rosa che accoglieva al centro del suo fiocco un bigliettino. Sapeva bene che quasi sicuramente non avrebbe trovato le parole adatte quando se la sarebbe ritrovata faccia a faccia,cosi' decise di scrivere su quel fogliettino un piccolo pensiero. Busso' alla sua porta ma non le rispose. Busso' con piu' insistenza:

"Sono Michael,Ale...ci sei?"

"Cavolo,e' Michael! Dai Sebastian...spogliati!"

"Cosa?"

"Te l'ho detto che iniziamo subito...levati la maglietta,dobbiamo fare finta di aver....ehm...su sbrigati,fa come ti dico e basta!"

Poi corse in bagno; si tolse di fretta i vestiti,si avvolse un telo sopra al seno che le arrivava sotto al ginocchio e si bagno' i capelli sotto al rubinetto per dare l'impressione di essere appena uscita dalla doccia.

"Seb...bagnati i capelli,presto e...affidati all'improvvisazione,conto su di te!"

TOC! TOC! "Ale ci sei?"

Quando apri' resto' con la bocca spalancata per qualche secondo. Le sue spalle larghe,il suo collo lungo,i suoi capelli umidi e gocciolanti e la sua pelle nuda scoperta solo per meta'; la trovo' cosi' sexy,ancora piu' bella di quella sera in cui la vide in pigiama.

"Ciao Michael sono...Sono appena uscita dalla doccia...che c'e'?"

Alexa cercava di restare distante e fredda il piu' possibile: lui era affascinante come sempre e tutte le volte che lo vedeva lo trovava semplicemente perfetto; non poteva far a meno di guardarlo e riguardarlo,piu' lo osservava piu' le pareva che emanasse splendore; ma questa volta non diede a vedere la sua contentezza.

"Io...sei....sei sola?"

"Ciao Michael! Io sono Sebastian...piacere!"

Gli tese la mano apparendo dietro di lei all'improvviso: era a petto nudo e aveva la zip del jeans abbassata che lasciava intravedere chiaramente i suoi boxer. Le accarezzo' i capelli e le sfioro' il collo,poi la guardo' dritto negli occhi sorridendole e facendo finta di essere in intimita' con lei.
In quel momento Michael senti' un fuoco potente bruciare dentro di lui: li vide praticamente mezzi nudi e non potette far a meno di formulare un pensiero malizioso. Si lascio' gettare il mazzo di fiori dietro le gambe e cadde a terra sul tappeto del corridoio senza che lei lo vedesse. Penso' semplicemente che era troppo tardi,che come tutti anche lei aveva bisogno d'amore e che non sarebbe stata ad aspettare la sua incertezza che si divideva tra lei e Vicky.

"La mia...la mia testolina..va....va...bbbbrrrrr,no,oddio,che schifo! Non posso pensarci! Lei con...Oh,no! Mio Dio,sono stato un idiota,dovevo dirglielo subito che mi piaceva,lei mi ha visto con Vicky e giustamente...Ha un altro...Nooooooo!" Disse tra se' mentre si senti' arrovellare lo stomaco e impallidi' tutto d'un tratto.

"Allora Michael,che c'e'?"

"Ecco io...C'e'...C'e' una festa stasera qui all'hotel,se...se vi va di venire...Molte persone hanno dato forfait all'ultimo secondo e ci sono un po' di tavoli liberi..."

Pronuncio' quelle parole respirando profondamente,con il fiato spezzato e lo sgardo fisso nel vuoto piu' totale;

"Oh,grazie Michael...certo che verremo! Vero tesoro?"

Disse Alexa con un sorriso malizioso e soddisfatto baciando Sebastian sulla fronte. Era perfetto,piu' che perfetto,fin troppo perfetto per iniziare quella piccola vendetta: Michael aveva gia' avuto l'antipasto che lo avrebbe portato ad assaporare le altre portate di quella serata che si preannunciava per lui assai amara;

"Gr...Grandioso" rispose Michael con un sorrisetto tirato e sforzato anche se voleva fare tutto meno che ridere.

"Bene...Ciao Michael!" Alexa gli chiuse la porta in faccia e lui resto' a fissare il numero della sua stanza sulla targhetta della porta.

(Da dentro la camera)

"Seb...di' qualcosa...almeno ci sente,e' sempre qui fuori"

Si mise un pugno davanti alla bocca:

"Ehm,ehm...Io e te dobbiamo finire qualcosa se non mi sbaglio...Vieni qui"

"Bravissimo Sebastian"

Gli sussurro' lei parlando appena e alzando il pollice in segno di aprovazione. Ovviamente Michael senti' tutto. Inizio' a mangiarsi le unghie per soffocare quelle lacrime che si sentiva scendere in gola. Si inginocchio' a terra e raccolse il mazzo di fiori che si era scomposto. Si alzo' e percorse il corridoio a passo lento,quasi trascinandosi come se fosse un peso morto,

"Non posso crederci...ma perche' mi fa questo...era...era diversa,lei e' dolce,carina e gentile..invece mi ha risposto male e mi ha chiuso la porta in faccia...Cavolo com'era bella mezza bagnata...Ma adesso che sta con lui come faccio a..oddio sto malissimo,mi sento crollare,mi tremano le gambe..eppure e' timida,arrossisce,evita il mio sguardo e percepisco la sua tensione,credevo volesse dire che gli piaccio,forse mi sbagliavo,forse...Stupido! Stupido! Stupido! Lei non mi merita perche' sono uno stupido,ecco cosa sono! Michael sei uno stupido!"

Sbatteva la fronte sulla colonna in cima alle scale,poi,vide arrivare Vicky:

"Amore che hai?"

"Niente Vicky"

"Io lo so come consolarti,ma tu...non mi lasci fare!"

Non aveva prorpio voglia di mettersi a discutere di nuovo. Ebbe l'irrefrenabile impulso di fare esattamente come Alexa,e cioe' di farsi vedere alla festa con Vicky,stavolta con piu' decisione,con piu' piglio maschile e con piu' sfacciataggine nei suoi confronti. Avrebbe compiuto gesti espliciti,sorrisi,sguardi. Era convinto che Alexa nutrisse uno speciale affetto per lui,un qualcosa che sicuramente aveva alte probabilita' di sfociare in una bella storia d'amore; cosi', se lei lo avesse visto sereno e gioioso al fianco di Vicky,avrebbe manifestato senza dubbio una qualche reazione in seguito al fastidio che avrebbe provato nel vederlo con Vicky. Anche a Michael quella soluzione sembro' radicale: era un gentiluomo,non avrebbe mai usato una donna per scopi personali se non per puro amore; ma stavolta...stavolta era diverso: si sentiva vuoto e smarrito senza di lei,perche' quando lei c'era tutto cio' che lo circondava gli sembrava composto da una luce unica e diversa,e voleva disperatamente conquistarla. Si sentiva un verme,era costretto a mentire non ad una,bensi' a due ragazze pur di cercare di fare breccia nel cuore di Alexa,ma sapeva che il sentimento che Vicky provava per lui era fatto soltanto di pura attrazione per il suo mondo e non per lui in se' per se'. Cerco' di essere il piu' veritiero possibile:

"Vicky,mi faresti vedere cosa ti metti stasera? Mi farebbe piacere se me lo mostrassi...Dai un consiglio anche a me per favore? Dobbiamo essere elegantissimi e di classe,anche piu' che al mio compleanno"

"Ma Michael io credevo che..."

"Oh,per la discussione..beh,non farci caso,ero solo un po' nervoso,spero mi perdonerai. Avevamo gia' stabilito di andarci insieme no?"

"Cos'e' tesoro...le caramelle che ti ho lanciato ti hanno fatto tornare il senno?"

"Andiamo in camera cosi' mi fai vedere"

"Oh con molto piacere...Io ti faccio vedere tutto quel che vuoi...Michael,sara' una serata fantastica...E mi aspetto il dopocena,ricordatelo"

gli disse nell'orecchio mordicchiandogli il lobo mentre le sue mani scorsero rapidamente dietro alla sua schiena insinuandosi sulla sua pelle nuda.

"A...andiamo cara"

Entrarono nella stanza di Vicky e Michael si sedette sul suo letto: completi intimi erano sparsi dappertutto; nell'aria si sentiva un profumo fortissimo e il comodino era pieno di smalti e rossetti accesi. Non pote' fare a meno di rimembrare quella sera del compleanno in cui sorprese Alexa in pigiama: a lui piaceva per la sua aria innocente,per la sua timidezza ed il suo candore,per la sua riservatezza e per il suo fare grazioso. Nella stanza di Vicky invece non c'era niente di tutto questo: l'aria era piena di elettricita' sessuale da lei emanata,respirava la sua aria da prima donna,da conquistatrice,da seduttrice e ammaliatrice di uomini. Niente Titti,niente imbarazzo,niente peluche e niente rossore in viso; era un'atmosfera completamente diversa rispetto alla camera di Alexa,e lo percepi' non appena ci mise piede.
Vicky gli passo' davanti in mutandine e reggiseno e sosto' davanti a lui con la sua biancheria chiaramente trasparente,ma a lui non fece ne' caldo ne' freddo: non bastava quella visione a farlo eccitare,a farlo smarrire in una marea di sensazioni e stati d'animo contrastanti cosi' come accadeva quando stava con Alexa. Prima ancora che dal corpo,lui aveva bisogno di essere scaldato dal cuore,e Vicky non faceva si che lui cambiasse espressione sia negli occhi che nell'anima; quell'espressione vaga ed eterea che si ha quando si e' innamorati.

"Michael quale dei tre?" lui fissava il braccialetto che le aveva regalato Alexa,

"Michael ci sei?" Osservo' gli abiti a stento e si mostro' interessato:

"Quello che e' sulla poltrona...metti quello"

"Ok tesoro...Solo se mi prometti...che dopo la festa me lo sfilerai"

Gli disse Vicky sedendosi in collo a lui e avvicinando la sua bocca polposa al suo volto. Poi fece in modo che lei si discostasse da lui: non sopportava prorpio anche un minimo contatto con lei,non piu'.

"Dici che il tuo orologio s'intonera' al mio completo?" cambio' argomento,
"Non te l'ho detto ma...e' stato un regalo magnifico,e poi costoso com'e' non potrebbe essere altrimenti...ti ringrazio"

"Si,ma lo sai che il regalo migliore ce lo dobbiamo ancora... Si mettilo,e' perfetto,sapevo che il mio gusto sarebbe venuto a galla anche per il tuo regalo"

"I capelli...Ho pensato di scioglierli e lisciarli tipo video di "Remember the time",che dici?"

"Oh ma allora vuoi proprio essere splendido per me,non e' cosi'?"

In realta' voleva apparire al meglio che poteva ma..per lei. Entro' in bagno e si guardo' allo specchio:

"Io ho i capelli ricci,lui lisci...io li ho neri...lui e' biondissimo...Quando l'ho visto a petto nudo prima...lui ha degli addominali scolpiti e io no...lui e' abbstanza piazzato...io sono molto piu' magrolino...lui e' piu' alto,e io sono di statura media...Mi ha detto "Non c el'ho un tipo ideale",ma chissa'...magari le piacciono gli uomini con gli occhi chiari... Specchio,specchio delle mie brame,fammi diventare il piu' bello del reame,dimmi che ho una possibilita'!"

Era afflitto e per un attimo si senti' cadere perche' aveva troppa paura di non avere piu' speranze,ma era anche convinto che c'erano ancora molte carte da giocare,e avrebbe dovuto sfoderarle una ad una dalla sua manica,quelle carte potenti,quelle che ti fanno vincere il gioco con una sola rovesciata sul tavolino. Era deciso a rischiare,a mettere sul tavolino virtuale del suo io piu' intimo tutto il mazzo delle sue emozioni,dentro al quale avrebbe dovuto trovare la carta vincente che gli avrebbe permesso di ottenere la sua ricompensa. Non era ancora sua,ma lo voleva,lo voleva cosi' intensamente che in quel momento si senti' forte come un giocatore d'azzardo esperto. Di solito era timido,emotivo,sensibile agli eventi; ma stavolta si impose di essere forte,solido; di non lasciarsi guidare da quel flusso di emozioni negative e dolorose che avrebbe sentito immediatamente vedendola accanto ad un fianco,ad una mano,che non fossero suoi. Pensare che mentre lui si specchiava lei era a poche camere di distanza,tra le braccia di Sebastian,magari avvolta tra i suoi sospiri ed il suo calore,lo fece rabbrividere,raggelare,lo fece quasi accapponare la pelle.
Avrebbe voluto che fosse stata sua,e solo sua...per sempre.

"Michael tutto bene?"

"Arrivo Vicky!"

Dette un ultimo e rapido sguardo alla targhetta del braccialetto di Alexa rileggendone le incisioni.

"No...il destino si puo' cambiare...Io non voglio essere soltanto un idolo per te,voglio...voglio averti tutta per me,solo per me,senza nessun altro di mezzo"

Se lo promise tra se': le parole che pronunciava debolmente erano contornate da un filo sottile di malinconia,ma erano,nonostante questo,sincere e dettate dal suo cuore. Se lo promise per il suo bene e per quello di Alexa: era convinto di poterle donare tanta felicita' e avrebbe trovato una soluzione pur di dargli tutto,anche il mondo intero se necessario. Ormai era sicuro dei suoi sentimenti.

"Scusami Ale...scusami!"

Bacio' la targhetta del braccialetto e se lo sfilo' dal polso con rammarico: si senti' spogliato di qualcosa che sentiva gia' appartenere alla sua anima. Lo sostitui' con l'orologio di Vicky e lo ripose in una scatoletta da profumo per evitare che Vicky lo vedesse. Si osservo' allo specchio un'ultima volta,con i suoi capelli lisci,il suo trucco che ne esaltava i lineamenti,il suo completo bianco e sgargiante e i suoi occhi che quella sera erano privi della sua consueta luce e che cerco' di ravvivare con un'abbondante spennellata di fard sulle guance.

"Coraggio Michael,puoi farcela" usci' dal bagno e si trovo' Vicky davanti:

"Michael cosa sono questi? Lei non c'entra...vero?...Vero?"

Vicky era uscita dalla stanza per fumare una sigaretta e durante il suo breve tragitto aveva trovato il mazzo di fiori che in realta' era destinato ad Alexa. Michael ebbe un altro nodo che gli strinse la gola; piu' cercava di non pensarci,e piu' si trovava sempre qualcosa di fronte che rimandava la sua mente su di lei. Menti' perche' non era riuscito a darglieli,e adesso non aveva piu' tanta importanza chi fosse stato a trovarli.

"Quelli...quelli erano...sono per te" Mise alla prova se' stesso iniziando a fare la scena come da copione che era stampato nella sua mente;

"Oh grazie tesoro...Ma dovevi portarmeli,non c'e' mica bisogno che ti vergogni con me. Sai che non mi piace molto il rosa ma fa lo stesso"

Poi uscirono e si diressero alla festa.

Michael e Vicky si accomodarono al tavolo vicino al muro che stava in fondo alla sala. Le sue pupille erano vigili e roteavano su e giu',avanti e indietro,a destra e a sinistra per capire se c'era,ma non riconobbe la sua sagoma in mezzo alla luce soffusa delle candele e al profumo dei fiori.
I minuti che passavano gli sembravano interminabili; si guardava l'orologio quasi fremendo:

"Tesoro allora ti piace sul serio" gli disse Vicky

"Si,te ...te l'ho detto che mi piace"

Continuava a martellarsi il cervello sul perche' Alexa non fosse gia' in quella sala. Eppure le aveva assicurato che non sarebbe mancata.
Il cameriere si accosto' al loro tavolo e gli verso' l'aperitivo nei rispettivi calici. Prese il bicchiere con un tocco delicato e se lo avvicino' alle labbra,ma appena il suo sapore frizzantino gli sfioro' la punta della lingua,quelle poche gocce di alcool presero una via traversa lungo la sua gola facendolo tossire potentemente. Si colpi' il petto con un pugno per carcare di riprendersi e sbarro' gli occhi: Alexa arrivo' a braccetto con Sebastian. Era sorridente ed incantevole. Non riusci' a credere che fosse vero quando la vide indossare l'abito che le aveva regalato; aveva i capelli raccolti e fermati da un fermaglio-gioiello,le sue palpebre ricoperte di pigmenti neri e luccicanti e dal mascara scurissimo esaltavano i suoi occhi scuri; l'orlo del vestito poco sopra al ginocchio lasciava intravedere ancora una volta le sue gambe drittissime e scolpite che a Michael erano piaciute fin da subito e che risultavano ancora piu' slanciate dai sandali altissimi che calzava; teneva tra le dita una pochette luminosa che faceva pan dan con i suoi orecchini altrettanto brillanti ed indossava dei guanti di raso fino al gomito. Resto' a fissarla ammaliato come faceva spesso e le faceva l'effetto di sempre: semplicemente,lo lasciava senza parole. Di solito pensava che bastasse un suo sorriso appena accennato o una sua frase timida per metterlo di buon umore,ma quella sera...quella sera resto' a guardarla come se fosse la cosa piu' splendida del mondo. Era la piu' splendida di tutte,ancora piu' splendida dei cristalli dei lampadari che pendevano dal soffitto e dei centinaia di gioielli che adornavano la pelle delle signore invitate.

Alexa gli lancio' una rapida occhiata per poi tornare subito sugli occhi di Sebastian: passo' accanto al tavolo di Michael senza degnarlo di uno sguardo e senza rivolgergli parola. La vide accomodarsi dopo che Sebastian discosto' la sedia dal tavolo per farla sedere.

(Michael che pensa) "Adesso sono anche invisibile...non mi ha nemmeno salutato,cioe'...un "" e' troppo?" Scosse la testa incredulo. Resto' con il gomito appoggiato allo schienale della sedia e il busto girato per poter osservare l'incrocio del suo vestito che lasciava intravedere la sua schiena nuda e la sua andatura ondeggiante sui tacchi altissimi che calzava. Strinse forte le dita per il nervosismo e torno' faccia a faccia con Vicky.
C'erano molti tavoli liberi,ma Alexa non lo scelse a caso: si mise subito dietro al suo,di modo che le sedie di Vicky e di Sebastian si toccassero da dietro di modo che lei potesse stare con lo sguardo dritto su Michael. Anche se attraverso i capelli biondissimi di Vicky,poteva scorger ela sua espressione: era immobile su se' stesso,cosi' fermo che pareva inchiodato al tavolino; ma lei non ci fece caso piu' di tanto ed iniziarono a giocare come si erano prefissati.

"Biscottino...Sei bellissima stasera" le disse Sebastian sorridendole compiaciuto,

(Michael che pensa) "Biscottino? E da quando la chiama cosi'?"

Lei allungo' la mano ricoperta dal guanto verso di lui e gli sorrise a sua volta intrecciando le dita alle sue mandandogli un bacio con le labbra. SMACK...SMACK...Michael sentiva quel suono ripetutamente e la vedeva arricciare le labbra mentre Sebastian continuava a sussurrargli paroline all'orecchio. Le loro mani proseguirno ad avvicinarsi e sfiorarsi,e la loro presa si faceva sempre piu' salda. Michael si torturava il labbro superiore,poi quello inferiore; si butto' indietro il ciuffo di capelli e si verso' dell'altro aperitivo nel bicchiere scolandolo tutto d'un sorso gettando la testa all'indietro per scacciare il disgustoso sapore che si sentiva in bocca provocato dalle loro effusioni.
Quel gesto fu leggero,ma pesante da sopportare per il suo cuore: si senti' trafitto nello stomaco,nella gola,dappertutto. Si porto' una mano sotto il petto e si strinse la maglietta all'altezza del cuore: non riusciva prorpio a tollerare il fatto che Alexa e Sebastian stessero insieme; gli faceva male solo a pensarlo,e adesso,che si ritrovava quella scena davanti agli occhi,gli bruciava ancora di piu'. Infilo' le mani sotto il tavolo posandole sui suoi pantaloni neri stringendosele ancora piu' forte come per darsi coraggio e sostenersi da solo: si era imposto di essere forte e cosi' doveva cercare di restare; doveva essere una roccia fuori anche se il suo io dentro tremolava costantemente. Senti' dei forti brividi scorrergli su tutte le braccia e chino' lo sguardo sul piatto di antipasti che il cameriere aveva adagiato sul tavolo da parecchi minuti. Era completamente assente in quel momento e stava escogitando una soluzione tra se' per reagire quando Vicky gli prese il volto tra le mani facendolo rinsavire:

"Sei cosi' sexy tesoro stasera..."

(Michael che pensa) "Sexy? Oddio no,solo Ale puo' dirmi cosi'!"

Poi Vicky affondo' le mani tra i suoi capelli e Michael la lascio' fare per vedere la reazione di Alexa. Prosegui' acccarezzandogli le guance,per poi stuzzicarlo sul collo con le sue unghie lunghe e scendere fino allo scollo della sua maglietta. Ne traccio' il contorno su e giu',per svariati minuti fino ad inoltrare le dita piu' giu',fino ai suoi capezzoli.

"Sara' bellissimo stanotte tesoro...come sempre del resto"

Vicky gli lanciava sguardi maliziosi e sorrisetti allusivi. Michael si lascio' toccare e guardo' Alexa: a lei dette un fastidio tremendo vedere le mani esperte di Vicky sfiorarlo senza vergogna e con tanta sicurezza,ma resto' impassibile di fronte ai suoi occhi color carbone: era piu' forte di Michael,sapev anascondere meglio le sue emozioni e sapeva come risultare totalmente indifferente.

(Alexa che pensa) "Cavolo! Lo sta tocchicciando dappertutto...e cosa gli ha detto? "Stanotte?" Stanotte un bel niente gallinella smorfiosa che non sei altro!"

Alexa torno' ad affondare lo sguardo negli occhi celesti di Sebastian facendogli cenno di proseguire con la parte. Lo sguardo del ragazzo si focalizzo' sul suo seno:

"Ale...biscottino mio...questo vestito ti sta d'incanto...esalta cosi' bene le tue belle forme...e questo corpetto di pizzo e'...uuuuu...dai dimmi,vuoi farmi venire un infarto,non e' cosi'? Questo vedo-non-vedo...oddio mi fai girare la testa...Non so se riusciro' a resistere per tutta la cena! Ma dove l'hai comprato?"

Avvicino' le dita sul bordo del corpetto appena sopra al seno e Michael si senti' impotente di fronte a quel rivale che sembrava cosi' esplicito nei confronti di Alexa mentre lui non riueciva nemmeno a dirle quanto fosse carina. Poso' il suo sguardo sul suo seno: si ricordo' per un attimo del pic-nic e di quando lei lo sorprese a guardare il suo decolletee'. Adesso Michael poteva guardare,anche se da lontano,quella parte del suo corpo che lo attraeva senza bisogno di imbarazzarsi di fronte a lei. E piu' la guardava e piu' si convinceva che doveva essere sua.

(Michael che pensa) "Dove l'hai comprato?! Io! Io! Gliel'ho regalato io! Ma come osi toccarla...in quel punto? Mi verrebbe voglia di prendere il coltello e di andare a tagliargli la mano!"

"No Seb...devi resistere...wow,queste attenzioni mi lusingano...davvero ti piace il pizzo del vestito? Io...io l'ho messo per te"

"Se mi piace? Non sai quanto...Se...se e' cosi' bello ...solo il sopra...non oso immaginare cosa c'e' sotto"

"Beh invece ti consiglio di iniziare ad immaginare...chissa' forse lo scoprirai cosa si nasconde sotto...Immagina,immagina..."

gli disse Alexa sistemandogli il fazzoletto che aveva nel taschino della giacca. Poi Sebastian le porse una scatoletta che tiro' fuori da sotto al tavolino come per magia e la apri' di fronte a lei:

"Oddio Sebastian ma e' bellissima...io...oddio e'...e' meravigliosa!"

Era una collana che sembrava di rubini e diamanti ma che in realta' Alexa aveva comprato al negozio di giocattoli cercando di lucidarla per farla risultare il piu' vera possibile.

"Un regalo meraviglioso...per il mio meraviglioso ed appetitoso biscottino"

Si giro' verso Michael per gustare il suo sguardo arreso,smarrito,che parlava da solo: non era mai stato cosi' male,si sentiva rodere in ogni fibra del suo corpo e temeva un definitivo distacco di Alexa nei suoi confronti...cio' che non avrebbe mai voluto. Si era promesso di confessargli il suo amore...ma allora perche' era incapace di schiodarsi da quel tavolino? Perche' la sua testa gli diceva di alzarsi e andarle a parlare ma il suo corpo non rispondeva ai suoi comandi? Avrebbe avuto voglia di scaraventare il tavolino in mezzo alla sala facendo cadere tutti i piatti e le posate all'aria. Aveva bisogno di uno sfogo e non seppe cosa lo trattenne dal compiere quell'azione.
Appena Alexa lo guardo' dritto negli occhi,cerco' di rispondere ai suoi giochetti che lo stavano mandando fuori di testa: alzo' il polso in aria mostrandogli l'orologio di Vicky cosi' che eli lo vedesse; poi gli mostro' l'altro polso per farle vedere che era privo del braccialetto che lei gli aveva donato.

(Alexa che pensa) "Che falso! Lo sapevo che faceva la parte con me,ma cosa crede...che sia nata ieri?"

Nulla. Il buio. Alexa era ancora piu' fredda e distante di prima: sembrava non gliene importasse niente di niente dei suoi sguardi e tocchi con Vicky e del suo sguardo triste.

"Biscottino devo andare un attimo in bagno" le disse Sebastian alzandosi e passando davanti a Michael con un sorrisetto soddisfatto;
"Se ti va di raggiungermi..." le sussurro' all'orecchio;

(Michael che pensa) "Ma io gli spacco il muso!"

Appena vide Alexa compiere il gesto di allontanare la sedia ed alzarsi per seguire la scia di Sebastian,Michael non rispose piu' di se':
"Adesso bastaaaaaa!" Batte' i gomiti sul tavolo facendolo tremare tutto e sobbalzo' di scatto. Afferro' prepotentemente il suo braccio:

"Ale...Ma che cosa ti prende?" lei giro' gli occhi dall'altra parte;

"Mi fai male Michael...lasciami!"

"Guardami Ale...Guardami!" lei lo guardo';
"Sei....Sei splendida stasera..." fu tutto quello che riusci' a dirle;

"Mi sa che hai sbagliato persona!" rispose lei fredda;

"Dimmi....Dimmi che non ci vai a letto!"

"Io non ti chiedo con chi condividi le lenzuola,quindi...Anzi! Lo so ma sono cortese a differenza tua....Ti sembrano cose da chiedere? E poi che t'interessa?"

"M'interessa eccome invece! Io ti ho regalato questo vestito perche' volevo...perche' volevo che venissi a ce....a ce..." Sebastian ritorno' e lei lo segui' al tavolo;

"Lasciami Michael,devo tornare dal mio fidanzato!"

"Da chi?"

"Dal mio fidanzato...sei sordo per caso? Mi hai fatto anche il segno...complimenti eh?"

Si erano riseduti ed erano arrivati al secondo: Michael prese un foglietto di carta dal bancone d'entrata e ci scrisse sopra:

"Cameriere...mi scusi,puo' portarlo a quella ragazza la'?"

Alexa lo lesse: "NON HAI FINITO DI SENTIRE COSA AVEVO DA DIRTI..." Alexa gli rimando' la risposta sul biglietto stesso:
"HO DI MEGLIO DA FARE...NON LO VEDI?" Michael prosegui':
"NON TI FACEVO COSI' MALEDUCATA....NON TI RICONOSCO...DIMMI CHE E' UN INCUBO..."

Alexa strappo' il bigliettino davanti ai suoi occhi lasciando cadere i pezzettini di carta a terra.

"Biscottino la indosseresti per me...adesso,questa collana?"

Alexa si alzo' e lui la prese per i fianchi adagiandola in collo a lui: lei allungo' la testa mettendola sulla sua spalla e lui le aggancio' la collana sfiorandole il vestito all'altezza del seno; stavolta con piu' decisione.
Michael divento' furibondo e rabbioso. Respiro' e poi butto' fuori l'aria dal naso mordendosi la bocca e chiudendo gli occhi. Poi...quelle fatidiche parole che gli sarebebro costate care:

"Vicky...vorresti sposarmi?"

"Eh?"

"Allora...si o no?"

Nel silenzio della sala solo il ticchettio delle sua dita che tamburellavano sul tavolino.

"Ma...ma certo Michael..speravo me lo chiedessi sai?"

Era convinto di averla persa per sempre e cerco' di colmare la sua disperazione in quella richiesta fatta cosi',su due piedi e senza sentimento,come se le avesse chiesto di bere un bicchier d'acqua. Ma Alexa non lo senti'. Nel frattempo si era seduta e vide Sebastian allungare la gamba al lato della sedia per poi nasconderla sotto al tavolo. Le disse:

"Ale...ho tanta voglia di stare con te...non ce la faccio piu'..ti prego..dessert in camera mia?"

(Michael che pensa) "Ma chi si crede di essere? Io lo gonfio! Lo massacro di botte! Gli fa anche il piedino!...Non esiste!"

Alexa sembro' accogliere la sua richiesta: sia alzarono e uscirono dalla sala. Michael li segui' immediatamente trascinandosi Vicky per mano e si ritrovarono tutti e quattro davanti agli ascensori. Alexa aveva le braccia conserte e si picchiettava l'indice sul braccio sinistro; girava rapidamente le pupille per guardare Michael e scrutarlo senza farsi vedere: ripensava al complimento che le aveva fatto chiedendosi se fosse sincero e se una persona potesse arrivare a mentire fino a quel punto,specie Michael che aveva sempre ritenuto dolce e gentile.
All'improvviso si senti' ticchettare sulla spalla: era Michael che le riafferro' il braccio costringendola a guardarle negli occhi:

"Ah Ale,non ti ho detto una cosa...Buona sc****a!"

Alexa sgrano' gli occhi e gli lancio' uno sguardo dis fida,fulminante e deciso: sis entiva umiliata ancora di piu'...insomma per chi l'aveva presa? Per una che va con tutti gli uomini che incontra? Le aveva mancato di rispetto,era troppo per lei,era troppo per il suo orgoglio e per la sua dignita' di donna:

"Altrettanto!" l'ascensore si apri';
"E sai che ti dico? Aggiungici un po' di champagne...cosi' amplifichi i brividi! Ah no...mi correggo...Visto che si dice in giro che ti adatti a tutte le situazioni...puoi iniziare dall'ascensore! Sai,e' eccitante,specie questo dell'hotel che ha specchio enorme ed interni dorati!"

BIP! L'ascensore si chiuse prima che Michael potesse replicare: era contenta di aver avuto l'ultima parola.
Michael resto' di sasso. Quella sera fece peggio che meglio: tutti i suoi piani,i suoi propositi,erano falliti,e ancora una volta non era riuscito a dirle che le piaceva. L'aveva offesa e le aveva mancato di rispetto dicendo cio' che una donna no vorrebbe mai sentirsi dire. In piu' aveva chiesto a Vicky di sposarlo,e quella era una cosa seria. Si...si era messo prorpio nei pasticci. Si getto' le mani tra i capelli e sospiro' guardando i suoi occhi rossi ed intrisi di lacrime mentre la porta dell'ascensore si chiudeva di fronte ai suoi occhi.
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Messaggio Da marina56 Lun Ott 17, 2011 11:51 am

Alexa stette immobile sulla soglia della sua stanza.
Oliver stava all tv,e sentendo lo scatto della serratura le corse incontro. Resto' immobile a fissare i suoi occhi baganti. Lei,che era sempre stata forte e che non piangeva mai...lei,che non credeva che si potesse perdere la testa cosi' per un uomo e che non aveva ancora capito fosse la gelosia. Adesso che provava queste sensazioni sulla propria pelle,si rendeva perfettamente conto cosa significasse avere un cuore lacerato e trafitto. Si getto' tra le sue braccia con tutto il suo peso facendo cadere Oliver a terra:

"Lui...lui non mi ama!"

Continuava a pronunciare quella frase singhiozzando mentre riempiva la sua maglietta di lacrime. Poi la prese in collo e la adagio' sul letto : non l'eveva mai vista cosi' abbattuta e giu' di morale. Alexa chiuse gli occhi senza dirgli piu' nulla.

"Ssssshhhh" entro' Sebastian;

"Ciao Oliver...si e' addormentata?"

"Si ma...cosa e' successo alla festa?"

"Oh,un disastro,lui....lei...Dobbiamo aiutarla Oliver! Sta soffrendo,mi dispiace un sacco vederla cosi'"

"Ti piace vero?"

"Chi?"

"Lei,Alexa! L'ho capito sai!" Sebastian si volto' osservandola;

"Oh beh lei...avresti dovuto vederla stasera: e' graziosa,affascinante, e dolcissima; quando ti guarda...ti trasmette calore e ..ti viene voglia di abbracciarla e di stringerla dopo poco che stai con lei,comunque...Non ho intenzione di rubarla a Michael se e' questo che pensi! E' che...non capisco come faccia a Michael a non piacerle; io voglio che stiano insieme,sarebbero...sarebbero perfetti,ma cosa ci trova in quella Vicky?"

"Perche' com'e'?"

"Oh beh,te lo dico da uomo,in poche parole: e'...e' molto volgare! Ha iniziato a toccare Michael dappertutto poi..."

"Poi cosa?"

"Ecco si poi,non fa altro che lanciargli sguardi e frasine provocanti...per questo non capisco cosa ci trovi! Forse...solo sesso? Mmmm,non saprei,non mi sembrava molto preso da questa Vicky Michael stasera...Ale invece e' l'opposto: e' molto elegante,molto femminile,e' d'oro! Possibile che non se ne renda conto? Eppure a giudicare dalle sue canzoni non direi mai che e' un deficiente! Io...io l'ho visto: abbiamo finto tutta la sera e lui era chiaramente infastidito,lo dico da uomo,l'ho visto! Per me il sentimento che ha per lei e' vero,puro; sono sicuro che lei gli piace,e anche parecchio,ma e'...strano,e' come se avesse una calamita per quella Vicky...boh forse...non capiamo le celebrita'?"

"Anche io sono convinto che gli piaccia....solo ad un deficiente potrebbe non piacere: io la amo...in senso fraterno,ma se non fossimo cresciuti insieme...credo che mi perderei totalmente in lei....Ma guardala: non permettero' a nessuno di farla soffrire cosi'...Ale amore mio...ti voglio cosi' bene...apri gli occhi e dimmi che e' tutto apposto..."

Le accarezzo' la guancia sedendosi sul letto accanto a lei,e fu in quel momento che Alexa riapri' gli occhi:

"Oliver...almeno tu...non mi abbandonare" gli disse singhiozzando,

"Oh Ale" la abbraccio' forte;
"Io non ti abbandonerei mai...vedrai che riusciro' a farti felice...riusciro' a vederti al suo fianco"

"Oliver tu sei matto...lo sai che sono forte...passera'...le delusioni...aiutano a crescere e poi lo sai che sei tu l'uomo della mia vita" Oliver le sorrise passando ad accarezzarle i capelli togliendole il fermaglio che li raccoglieva;

"No Ale...la mia...la mia e' una promessa"

"Sei un ragazzo,non un mago..."

"Lo so ma...te lo giuro...te lo giuro su noi due che Michael verra' da te...gli piaci Ale...gli piaci tantissimo...Sai,Sebastian ha detto che rodeva stasera,ha roso per tutto il tempo! Dovete solo sbloccarvi,devi solo...lasciare che scorrano i giorni"

"Oliver...non fare promesse che non puoi mantenere"

"Ale hai tutto il trucco in faccia...lascia che te lo levi"

prese un batuffolo di cotone e le tolse i residui neri d'ombretto che le erano colati in viso;poi la bacio' delicatamente sotto entrambi gli occhi:

"Meglio?" lei gli sorrise,

"Oliver...ti va di dormire con me? Ti prego,stammi accanto,non mi far stare tutta la notte da sola" lui si infilo' sotto le coperte con lei ed Alexa lo guardo' nei suoi occhioni blu;

"A me non importa piu' niente di nessuno...ho te e mi basta" gli disse lei,

"Dai Ale non dirmi cosi' che mi metto a piangere...ti va di dirmi cos'e' successo?" erano stesi di fianco e si potevano guardare negli occhi:

"Sai fa...fa male..tanto male...e basta...pensare che lui e' con lei...adesso...uffa ma perche' non ho mai avuto questi pensieri e adesso...adesso a pensarci divento...divento..."

"Gelosa? Te l'avevo detto che lo eri!" Alexa sospiro';

"Oddio se solo me lo immagino...perche' mi fa male...qui?" gli indico' il cuore;

"Perche' sei innamorata...e' normale reagire cosi',tu vuoi che stia solo con te,non e' vero forse?"

"L'amore...l'amore...l'amore e' stupido! Stupido e crudele! Stupido....come me...ma come ho potuto pensare che...cavolo Oliver,dovresti vederla..lei e' alta,bionda...secondo me e'...e' bella...molto piu' di me...devo rassegnarmi e andare avanti..."

"Bella? Mmmm....Sebastian non la pensa cosi'" Sebastian si avvicino' a lei

"Ale....mi...mi dispiace io...." lei si volto' e lo vide faccia a faccia:

"Sebastian sai...sei un bravo attore! Non e' servito ma...devo farti i miei complimenti...hai un lavoro in tasca,reciti da Dio!" lei rise con gli occhi arrossati ancora per le lacrime;

"Cosi' ti voglio...Ale sei molto piu' bella quando sorridi sai? Sei...sei bellissima...lo sei un milione,un trilione,un miliardo di volte piu' di Vicky!"

"Davvero...davvero mi trovi carina?"

"Non carina...io ho detto "bella" sei bellissima,stasera eri stupenda,anche Michael se n'e' accorto..."

"Cosa? Io non...non capis...."

"Si,proprio lui...Michael! Hai presente quando ti ho legato la collana al collo?"

"Ahahahah....si"

"Avresti dovuto vederlo....Mamma quella e' gelosia pura! Sembrava l'invidia fatta persona! E non te lo dico solo per tirarti su il morale...non ti mentirei mai,lo dico perche' l'abbiamo visto tutti....tranne la diretta interessata! O forse non vuoi ammetterlo perche' ti consideri troppo poco per lui?"

"Dai ma lui....hai presente chi e'?"

"E allora...qual'e' il problema scusa?"

"Non lo so...secondo te...ammesso che...secondo te potrebbe funzionare? Ho i miei dubbi..."

"Ma certo! Sai che ti dico? Sono convinto che sei una fidanzata fantastica! Stasera...a cena...mi sono divertito,sono stato bene con te"

"Davvero?"

"Si,sono sincero...Mmmmm io dico solo che ha bisogno di qualche impulso...o forse e' troppo timido"

"Anche io lo sono...non posso...non posso andare a dirglielo,poi poi lei...Uffa al pic nic non sai quanto sono stata felice! Mi sa che mi piace prorpio tanto,come faccio a dimenticarlo? Non riesco a togliermelo dalla testa..."

Sebastian si alzo' di scatto dal letto,e torno' vicino a lei con il suo Mikey,il suo peluche piu' caro. Glielo mise davanti al volto e inizio' a muoverlo con le mani come se stesse camminando su e giu' per il letto:

"Ehm,ehm...Mikey secondo te a Michael piace Alexa?"

"Oh ma certo,e non solo gli piace...e' cotto!"

Sebastian faceva la vocetta al peluche come se fosse lui a parlare;

"Si Mikey ma..quanto cotto? Al sangue...o a puntino?"

"A puntino direi! Piu' che cotto..stracotto!" poi avvicino' il peluche al suo volto e poso' il nasino dell'orsetto sulla sua guancia "SMACK!"

"Visto Ale? Lo dice anche Mikey....e' il tuo peluche da una vita,se non ti fidi di lui..." lei lo guardo' con gli occhi pieni di gioia,

"Seb,ti va di restare qui...nel letto con me? Dormiamo tutti insieme dai,ho bisogno della vostra vicinanza...comunque...grazie....vi voglio un bene dell'anima,mi...mi avete tirato su,davvero..."

Si strinsero tutti e tre in un forte abbraccio: lei stava nel mezzo,circondata da quei due ragazzi che con il loro calore la aiutarono a scacciare via i brividi che per quasi tutta la notte si senti' risalire e scendere per tutta la notte. Alterno' momenti di sonno a momenti di insonnia: continuava a pensare a Michael e a quanto fosse maledettamente strabiliante la sera prima; a Vicky,all'offesa che gli aveva lanciato davanti all'ascensore,a tutta quella scenata che,ripensandoci a mente fredda,le parve cosi' inutile ed infantile; alle parole di Oliver e Sebastian che le avevano spiegato chiaramente il sentimento che Michael nutriva per lei,a cosa le avrebbe riservato il destino e al perche' non poteva saperlo in quel momento. Trascorse il tempo ad interrogarsi,tra dubbi,mezze certezze e domande che faticavano a trovare una risposta.

Michael si sveglio' dopo che un fiochissimo raggio di luce filtro' dalla sua finestra accarezzandogli la fronte: gaurdo' il cuscino candido annerito; le sue lacrime che si erano mischiate con il suo eye-liner lo avevano fatto macchiare quasi completamente. Aveva passato la notte a piangere e a logorarsi: si chiese cosa l'avesse spinto a trattarla cosi' male,a dirle quelle cose orribili,a chiedere a Vicky di sposarlo; non era stato se' stesso: non lo era stato fin dall'inizio della serata e cerco' di giustificarsi senza arrivare ad una scusa logica: semplicemente tutte quelle emozioni cosi' forti lo avevano scombussolato ma sapeva bene cos'era stato a fargli quell'effetto: si trattava di un qualcosa di potente,di magico,qualcosa che va aldila' di tutto,che non ti fa ragionare ne' pensare; che ti rapisce e che ti fa sognare,volare,immaginare,arrabbiare,deludere,esaltare; ti porta in un'altra dimensione che non ha niente a che fare con la terra sulla quale ti trovi. Quando lo provi,tutti i tuoi sensi si alterano,il tuo umore si sbalza e vorresti gridare al mondo intero la tua gioia o la tua sofferenza....E' come un potente sedativo o una pessima droga che ti entra nelle vene penetrandoti nel sangue e arriva al cervello facendoti perdere il controllo e la lucidita'. Eh si...a lui era successo cosi': stava testando tutti gli effetti di quelle potente medicina chiamata AMORE.

Scese e si sedette nelle lussuosa hall a sorseggiare un the' caldo: cerco' di distrarsi pensando a come potesse occupare il pomeriggio,ma niente,non aveva idee,la sua mente pareva incapace di formulare anche il piu' facile dei pensieri. Osservava i camerieri,le coppie,i facchini che sviaggiavano per l'albergo: chissa' perche' quell'hotel gli pareva piu' buio,piu' scuro,piu' spento,perfino le piante,le statue e i colori vivaci e sgargianti sembravano piu' cupi rispetto a quando Michael era con Alexa....

*********************************

"Oliver dove vai?" gli chiese Alexa ancora avvolta tra le coperte,

"Pensavo...di andarti a prendere qualcosa da bere...tipo...un Cappuccino che ti piace tanto,ti va?"

"Oh si,grazie mille ma non c'e' bisogno che..."

"No dai,te...te lo porto in camera,dieci minuti e torno da te!"

Ovviamente mentiva. Il Cappuccino...si,glielo avrebbe portato,ma non era questo il motivo principale per cui voleva uscire da quella stanza. Si era promesso di aiutarla e avrebbe fatto di tutto pur di raggiungere il suo scopo: non sapeva cosa o chi stesse cercando,usci' sperando che qualche idea formidabile gli balzasse in testa all'improvviso; e fu proprio mentre attraversava il corridoio che ebbe il colpo di genio: decise di andare a cercare Michael e di parlargli di persona. Non sapeva bene cosa gli avrebbe potuto dire,ma voleva fare luce sugli eventi,su lui,su Vicky ed Alexa perche' non poteva e non voleva accettare che lui la trattasse cosi'.
Aveva gia' premuto lo zero sull'ascensore che lo avrebbe portato al piano terra quando lo blocco' per riaprire le porte perche' il suo sguardo era caduto su qualcosa di sospetto. Si avvicino' alle scale e vide sul tappeto rosso dei trucioli di carta che parevano scritti a penna e un petalo giallo accanto ad essi: tento' invano di ricomporre la scritta ma non ci riusci'.
Tento' ancora ed ancora per svariati minuti finche',seduto a gambe incrociate lungo quel corridoio,riusci' a rimettere insieme quel puzzle di carta: i pezzettini,anche se strappati,citavano:

".....Quando ti ho detto che mi piace stare con te...dicevo sul serio. Mi dispiace di averti lasciato da sola...vuoi perdonarmi con questo piccolo pensierino? Forse non sara' sufficiente ma...spero tanto ci possa essere un altro pic-nic....Mi sono divertito a stare con la mia testolina vuota! Mi piace stare con te....mi piace tanto.....e a te? Michael. "

Era abbastanza chiaro. Michael voleva farsi perdonare da Alexa ma evidentemente non era riuscito a dargli quei fiori. Oliver trovo' cosi' terribilmente sincere quelle parole anche se non gliele aveva sentite pronunciare dalla sua bocca. Si alzo' di scatto raccogliendo i trucioletti di carta e scese giu' sperando di trovarlo; infatti era li',seduto comodamente sulla poltroncina con le labbra incollate alla tazzina e un'aria visibilmente depressa. Michael ingoio' l'ultimo sorso di quella bevanda cosi' calda e senti' improvvisamente una presenza alle sue spalle: si volto' ed Oliver si sedette sulla sedia di fronte a lui guardandolo imbronciato.

"Vuoi un autografo?" chiese Michael a quel ragazzo sconosciuto;
"Tieni!" Poi addento' un pasticcino;

"No non voglio l'autografo....Possiamo parlare?"

"Senti scusa...lo so...che non e' da me allontanare i fan ma credimi....non sono dell'umore e se sei un giornalista non ho tempo per un intervista adesso....Staff! Staff! Un intruso!"

"Non sono ne' un giornalista ne' un intruso a caccia di una tua firma....sono un amico di Alexa...."

"Alexa? Oddio dov'e'? Dov'e'? Dimmelo subito...dimmelo!" si alzo' guardandosi intorno sperando di vederla;

"Michael siediti! Allora...Possiamo parlare? Poi ti diro' dov'e'..."

"Ok....ma io...non ho niente da dire...cosa vuoi sapere?"

"Non hai niente da dire? Allora intanto....quali sono le tue intenzioni?"

"Le mie che?" disse Michael accavallando le gambe;

"Le tue intenzioni verso Alexa...lo so che l'hai trattata male...ti...pare il modo di comportarsi verso una donna quello? E' la mia migliore amica dal giorno in cui sono venuto al mondo sai? E non ti permetto di giocare con lei...Dove vuoi arrivare? Vuoi usarla? Dimmelo prima che ti versi il the' bollente in faccia!"

"Hey hey stai calmo...Io non devo giustificarmi con nessuno,tantomeno con te...."

"Oliver!"

"Oliver...ecco io..."

"Stringi Michael!"

"E' con lui adesso,non e' vero?" disse Michael infastidito,

"Con lui chi? Guarda che Alexa non...."

"Oh dai su che siete un'allegra combriccola,non fare il finto tonto! Come si chiama quel...quel Sebastian...Dio mio e' disgustoso! A cena erano tutti bacini,bacetti,carezze,lei...era splendida,con il mio vestito ma li'...di fronte a lei...non c'ero io come avrei voluto..c'era...c'era un altro...che...che ha preso il mio posto! Mi sono sentito...messo da parte,rimpiazzato...credevo di impazzire perche'...perche' lei sembrava...sembrava felice e e appagata con lui e io...mi sono chiesto se riuscirei a farla sentire cosi'...Poi...poi non so cosa mi e' preso...Ma so solo...so solo che...non lo so,non ci ho visto piu'! E adesso,se penso...come ho fatto tutta la notte che lei...che lei...e' nel suo letto...accanto a lui tra le sue braccia...Dio mi brucia il cuore....Tu...tu ne sai qualcosa?"

"Io...non posso dirtelo...Cos'e' tutto d'un tratto te ne freghi della privacy altrui quando vuoi che tutti rispettino la tua?"

"Quella non e' privacy! Quella e'...lei e' la ragazza dei miei sogni,e' normale che io sia geloso,cavolo!"

"Davvero? Beh io non mi stupirei piu' di tanto se fossi in te...voglio dire...anche io l'avrei fatto se fossi stato piantato in quel modo dopo un appuntamento!"

"Non era un appuntamento...E non l'ho piantata!"

"Ah no? E allora perche' hai visto la tua Vicky..si chiama cosi' vero? E sei corso da lei come un cagnolino lasciandola sola? Guarda che so tutto! Lei me lo ha detto perche' le e' dispiaciuto terribilmente sai? Non se lo sarebbe mai aspettato da te! Ti stima sai Michael...sei il suo idolo e..."

"lo vedi? Idolo,idolo...sempre con questa parola! Ma non salta in mente a nessuno che io fuori dalla mia maschera da star ho anche io i miei sentimenti,le mie debolezze e le mie paure? Non sono una macchina,ho le mie incertezze come tutti! Allora....ci va a letto o no? Dimmelo adesso!"

"Beh non mi pare pero' che su quella Vicky tu sia cosi' incerto..."

"Oliver,ti ho fatto una domanda...Se non mi rispondi...se non mi rispondi io...Io vado in camera sua e sfondo la porta! E lo ammazzo di botte quel b****rdo! Solo io posso toccarla,capito? Solo io!"

"Toccarla? Tu provaci e spacco il muso io a te! Ma che idea ti sei fatto di lei? No spiegamelo perche' ancora non l'ho capito...Se ti serve una di quelle ragazze che va a fare la fila ai camerini dopo i concerti....mi dispiace ma hai sbagliato di grosso!"

"Beh tu non rispondi quindi....cosa dovrei pensare?"

"Rivoltiamo la domanda Michael...secondo te lei cosa pensa di te e Vicky? Credi che non abbia lo stesso pensiero che hai tu...e cioe' che anche tu sia stato tutta la notte nel letto con la tua ragazza? Pensi che non le dia fastidio quanto da a te...se non di piu'?

"Ma cosa dici! Fastidio....di Vicky?" Poi fece una pausa di silenzio riflettendo tra se',

"Oddio...scusami...ma davvero...ma davvero lei lo pensa? Allora vuol dire...vuol dire che gli piaccio...almeno un po'? Devi dirmi...devi dirmi che tipo di uomo le piace,faro' di tutto pur di conquistarla...ti prego...ti prego aiutami!" lo supplico' quasi;

"Michael ma non te ne sei accorto...che gli piaci? Che e' rimasta delusa quando l'hai portata al pic nic? Io non dovrei intromettermi pero'...si Michael gli piaci;posso dirtelo con certezza perche' la conosco da sempre e non l'ho mai vista cosi' giu',credimi...Ma lei...lei non verra' a dirtelo perche'...perche' e' troppo orgogliosa e perche'...perche' sa che sei impegnato..e questa non ti sembra una bella cosa? E' una bravissima ragazza e non credo che nel tuo ambiente ce ne siano tante cosi',a partire dalla tua Vicky" A Michael si illuminarono gli occhi;

"Oddio davvero...davvero gli piaccio?"

"Gli piaci per quello che sei...e non perche' sei Michael Jackson...ti basta?"

"Io mi sento un idiota! Ma come ho fatto a dubitare di lei? Io l'ho sentito sin dalla prima sera al parco che lei...era quella giusta per me"

"Si,mi ha raccontato...credeva fossi un ladro!"

"Si,io....che bello,se ci ripenso mi torna il sorriso,ma allora...alla festa..."

"Michael era tutta una scenata!"

"Eh?"

"lei....lei voleva farti credere di essere fidanzata per...per vedere se a te piace,per capire quali erano i tuoi sentimenti ma quando ha visto che sei rimasto la' fermo,beh ha creduto che sia troppo poco per te pero' c'e' rimasta malissimo perche' tutti quei gesti che le hai fatto: la giacca,l'autografo,la colazione e il pic nic...credeva fosssero cose che fanno due persone quando si piacciono..."

"Scenata? No non ci credo..."

"Ok allora credi cio' che vuoi credere..." Poi Michael scoppio' a piangere:

"No no Michael non fare cosi'...perche' piangi adesso?" Oliver gli porse un fazzoletto,

".....Perche'...perche'...nessuno ha mai fatto una cosa cosi' per me...ahahhaah era..era buffa ed e'...molto brava! Ahahahah! Mi sento...mi sento importante...se lo ha fatto significa che...che ho una possibilita'! E invece io...oh...ho combinato un [CENSORED] enorme! Ma quindi non..."

"No Michael lei...lei e' single...Pero' basta io non mi intrometto piu',te l'ho detto solo perche' mi fai un po' pena...queste donne ci spezzano proprio il cuore eh? A volte e' una fatica conquistarle vero?" gli sorrise;

"Gia'...Vedi io e Vicky non...non andiamo insieme...abbiamo provato a frequantarci ma....non e' assolutamente il mio tipo!"

"Beh Michael ma non devo essere io a dirlo ad Alexa...cosi' come deve essere lei a dirti che non sta con Sebastian..."

"Sono...sono l'uomo piu' felice della terra! Evviva! Potrebbe essere solo mia...ti immagini? La mia testolina come la chiamo io....Volevo che con quell'abito venisse a cena con me ma...lei mi prende cosi' tanto che appena la vedo..non riesco nemmeno a parlare! Resto li',imbambolato e intimidito come un bimbo! Spero tu mi capisca..."

"Certo,lei e' unica,pensa me che ci sto a contatto tutti i giorni...ma da amico eh? Non ingelosirti!"

"No..."

"E questo...cos'e'?" Oliver gli mostro' il bigliettino stracciato:

"Volevo...volevo dargli dei fiori ma poi...ieri mattina...l'ho vista alla porta avvolta in un telo...era bellissima...e c'era lui dietro mezzo nudo e ho creduto che...Cosi' ho pensato che non servisse piu' a nulla,mi sono arreso alla realta'..."

"Dovresti darglielo almeno il bigliettino,e' molto carino il pensiero che c'e' scritto...lo apprezzera'...Trova il coraggio e...vai!"

"Puoi...puoi portarmi da lei?"

"No! Io non posso fare da tramite...cosi' palesemente,lei non deve sapere che ti ho dato una mano...Adesso e' in camera sua...le ho detto che scendevo per un Cappuccino,e' la sua bevanda preferita insieme alla Coca-cola sai? Se vuoi posso dirle che e' il servizio in camera...te la senti?"

"Oh si io...io voglio vederla! Ma cosa le dico?"

"Michael..le parole verranno da se'...Cerca...cerca di non programmare nulla,lascia che sia il cuore a dettarti cosa dire,senza imbarazzo,senza vergogna o timori...scaccia la tua parte infantile e affronta questa situazione da uomo se non vuoi perderla! E se...se all'inizio si arrabbia non...non prendertela,e'...e' una testolina vuota come gli dici tu! Allora...tra un quarto d'ora in camera? Io e Sebastian ce ne andremo,ok?"

"Grazie oliver...grazie infinite io...ti devo un favore...Se vuoi conoscere qualcuno di famoso io...ahahahah posso ricambiare!"

"No per adesso...apposto cosi' grazie!"

"Mi sento bene...felice...piu' sereno...anche se un po' teso perche' non so se riusciro' a dirle...lei sara' arrabbiata con me...pero'...sono troppo contento! Ti ringrazio,senza di te io...non so cosa avrei fatto!"

"Beh so cosa significa soffrire per una donna quando hai perso la testa...Non lo auguro a nessuno per cui..mi dispiaceva vederti cosi'!"

"Si vede tanto che ho perso il capo?"

"Perso e smarrito per sempre direi!" si sorrisero a vicenda;

Si strinsero la mano e Michael resto' qualche minuto li',a fissare il fondo di zucchero della tazza mentre Oliver tornava di sopra. La sua espressione torno' quella dolce e spensierata di sempre. Le sue parole lo avevano risollevato enormemente,e adesso doveva solo mettere in paratica i consigli di Oliver.

"Un hotel a cinque stelle e nemmeno un Cappuccino!" Olive rientro' in camera e Alexa lo guardo';

"Hey che e' successo? Ti davo per disperso..."

"Hanno detto che hanno finito il latte...e mi hanno assicurato che te lo porteranno in camera tra un po',ok?"

"Nessun problema,sei stato troppo gentile"

"Allora...come stai?"

"Devo rispondere?"

"Mmmm...non so perche' ma ho proprio il presentimento che tra qualche ora ti sentirai meglio..."

"Te l'ho detto io che credi di essere un mago! Senti ma...mica...mica hai visto Michael in giro?"

"No,perche' se lo vedessi...dovrei dirgli qualcosa?"

"No,no,lascia perdere...che stupida che sono! A quest'ora sara' nel letto con Vicky a sussurrargli tante paroline romantiche dopo la loro notte di passione"

"Io non ci metterei la mano sul fuoco..." le disse Oliver sorridendo,

"Oliver non mi piaci stamattina...Non so che hai ma non mi piaci affatto"

"Senti io e Sebastian vogliamo andare ad un negozio di videogiochi,tanto immagino non sia di tuo gradimento,giusto? Tornero' oggi pomeriggio...Avrai taaaaaaaante cose da raccontarmi..."

"Continuo a dire che non mi piaci...hai un'aria sospetta...Mi stai forse nascondendo qualcosa?"

"Chi io? No! Sai bene che non ti nasconderei mai niente"

"Sara'...se lo dici tu..." Poi Oliver usci' senza accennarle nulla.
Improvvisamente senti' bussare insistentemente alla porta,

"Il servizio in camera!"

Si alzo' di scatto dal letto attraventando il fumetto di Topolino che stava leggendo e si mise sopra al vestito che aveva ancora addosso dalla sera prima solo la parte di sopra del suo pigiamino di Titti per non apparire troppo scollata e corse ad aprire: quando vide la faccia di Michal al posto del cameriere rimase di sasso chiudendogli immediatamente la porta in faccia; non gli dette nemmeno il tempo di poterla guardare o salutare.
Michael sospiro':

"Alexa ti prego...apri!" Michael si rigirava in mano il fiore che le aveva portato;

(dall'interno della camera) "Io mi aspettavo un Cappuccino...non una faccia antipatica! Vai via!"

"Faccia antipatica? Dai smetti,devo dirti una cosa...."

(sempre dall'interno) "Cos'e'? Allora e' vero che invecchi! Ieri sera hai sbagliato persona per quanto riguarda i complimenti e adesso sbagli camera...La stanza delle tua ragazza e' di la'...prorpio accanto a questa sfortunatamente! Lo sai che non e' carino allontanarsi dalla propria fidanzata dopo una notte d'amore? Non lo e' per niente..." Michael scoppio' a ridere,e sentendolo Alexa continuo':

"Vedi? Appena mi senti non fai altro che ridere...Se vuoi divertirti potresti andare al circo,ma non come spettatore...ti vedrei bene a tenere la scena dato che non fai altro che fingere da quando mi conosci! Comunque non c'e' bisogno di farti 4 piani di scale a piedi per vedere qualcosa che ti faccia sbellicare sai?"

"Non a piedi...li ho fatti in ascensore..." sorrise tra se';

Michael continuava a ridere: sentirla,anche soltanto attraverso una porta lo metteva gia' di buon umore.

"Beh si quello che e'...Ascensore? Allora e' vero che perdi smalto! Io li faccio in due minuti 4 piani di scale sai? Anzi no...non e' che perdi smalto o che non sei agile...lo sei quando vuoi! Scommetto che quando sei con Vicky tutta la tua agilita' salta fuori!......Stai zitto eh? Dai dillo...fai come fai sempre quando ti fanno quelle domande personali...di' "I'm embarassed!" "

Michael si mordicchiava il labbro mentre era seduto a gambe incrociate con il viso verso la sua porta; sorrideva felice e nemmeno lui ci credeva: penso' che le parole di Oliver erano sincere; se Alexa gli stava lanciando quelle piccole provocazioni significava che davvero poteva piacergli,che davvero avrebbe avuto una possibilita',altrimenti cosa sarebbe importato a lei di Michael e Vicky? Si stava dimostrando gelosa e a lui piaceva da morire,non poteva essere che felice tanto che si diverti' a testare la sua reazione pensando che magari provocandola dalla porta sarebbe riuscita a mostrargli se teneva davvero a lui o meno e a dirgli cio' che,con lui di fronte,non sarebbe mai riuscita a dire.

"I'm embarassed"

disse con vocetta bassa e dolce; poi sorrise con gli occhi che gli brillavano per la contentezza,era cosi' contento di quei piccoli segnali di gelosia nei suoi confronti. Alexa,al suono melodico della sua voce,si senti' sciogliere: aveva visto milioni di volte Michael che pronunciava quella frase agli eventi e in tv; semplicemente impazziva quando lui si chiudeva a riccio come un bambino mostrando il suo lato piu' infantile. Pero',anche se aveva gli occhi intrisi di luce abbagliante,si mostro' dura:

"Anche io sono imbarazzata! Sai perche'? Perche' sto parlando con un antipatico cafone!"


"Antipatico cafone? Wow...grazie! Questo nemmeno i tabloid me l'hanno mai detto...Lo aggiungo alla lista!"

"Beh non mi sorprende che Vicky ti sta appresso...Sai come si dice "Dio li fa e poi gli accoppia" no?"

"E che vorresti dire con questo? Non capisco...."

Michael si divertiva sempre di piu'; penso' che non avrebbe fatto nulla di male a riversare un po' di dolore verso di lei cosi' come lei aveva fatto la sera prima con Sebastian; doveva capire direttamente,sentendola,se gli piaceva: doveva farlo da se',le parole di Oliver non gli bastarono.

"Lo sai benissimo...Voglio dire che cafone e cafona...siete perfetti insieme!"

"Ah perche' la mia ragazza.....Ti sembra cafona? E perche'? Sentiamo..."

"Perche'? Perche'....tocchicciarsi cosi' chiaramente,davanti a centinaia di invitati....Non ti sembra un gesto cafone? Manca poco che ti veniva in collo,ti sganciava la zip dei pantaloni e...beh si e' cafonissima! O almeno io non l'avrei fatto!"

"Cosa? Ma se ti sei fatta toccare sul seno...ma dai! Stava per tirarti giu' il vestito..quel vestito...oltretutto MIO e non ti pare essere cafoni?"

"Michael una cosa sono dei bacetti amorosi,una cosa sono queste cafonate di pessimo gusto...Comunque sono sicura che poi ti sei rifatto in camera vero?"

"Beh potrei dire lo stesso di te...no anzi,io almeno rimango in camera...tu invece stavi...stavi per andare in bagno con lui a...a...capito?"

"Guardalo il cucciolo imbarazzato....cos'e'...ti vergogni anche a pronunciare certe parole? Guarda che e' una cosa naturale che io volessi..."

"Naturale...in bagno? E comuqnue non volevo essere volgare...ecco perche' non l'ho detto..."

"Si certo...Comunque se non ci sono andata in quel maledetto bagno e' solo perche' un cafone indisciplinato me l'ha impedito prendendomi per il braccio...e ho ancora il segno se vuoi saperlo!"

"Ma non mi dire....E lo conosco questo tizio?"

"Mmmm non saprei..."

"Descrivilo..."

"Era vestito di bianco...aveva i capelli neri e lisci...una giacca luccicante...era truccato e aveva i guanti neri...e' sufficiente come identikit?"

"Mmmm non lo conosco...mi dispiace..." scoppio' a ridere

"Michael sei uno scemo!" scoppio' a ridere a sua volta

"Ale...Anzi...signorina mi dica....le ha fatto male questo tipo?"

"Si ho ancora il segno come le ho gia' detto...certi individui non dovrebbero circolare in alberghi di questo livello..."

"Ma le ha fatto male solo fuori....o anche dentro?"

"Eh?"

"Nel senso...le dispiace che un signore distinto in quel modo stia con una cafona?"

"Dispiacere...proprio no...pero' ecco...un po' ci stona! E la mia vista...ne ha risentito!"

"Nooooo davvero? E adesso come si fa a rimediare a quella vista tanto orripilante a cui le e' toccato assistere? Scusi se ha dovuto vedere quei cafoni che hanno turbato la sua armonia...Mi dica...Non c'e' niente che questo tipo cafone possa fare per farsi perdonare?"

"Mmmm,non lo so...forse...potrebbe iniziare col Cappuccino che mi aspettavo di ricevere!"

Michael si alzo' ed Alexa senti' compierlo dei passi: non ci credeva,era davvero andato a prenderle da bere. Torno' simulando la voce del cameriere e bussando alla porta:

"Ehm..ehm...ecco il Cappuccino che ha ordinato Signorina,ma se non apre...si raffreddera'!"

TOC! TOC! Michael continuava a bussare alla porta mentre lei sorrideva divertita e allo stesso tempo sollevata: il fatto che lui fosse andata a cercarla dette anche a lei,cosi' come a Michael,un barlume di speranza perche' tra loro nascesse qualcosa.

TOC! TOC! "Sono passati sei minuti e non mi ha ancora fatto entrare..."

"Oh,ma che snob che sono....non si trattano cosi' i camerieri vero? Mmmm,si guardi meglio l'orologio...di minuti ne sono passati sette...cos'e'...costa una follia ma non funziona bene il meccanismo? Se glielo avessi regalato io,almeno il buon senso di controllarlo prima di impacchettarlo! Avrei fatto controllare tutte le rotelline!"

Michael era colmo di gioia: non faceva altro che lanciargli battutine che alludevano a Vicky e lui si sentiva in paradiso quando lei lo considerava cosi'.

"Vede Signorina...se e' cosi' esperta di rotelline...potrebbe aprirmi per constatare di persona?"

"Esperta di rotelline? Mai detto questo! Ho solo detto che l'orologio potrebbe essere difettoso! Va bene...la apro ma...niente mancia!"

Alexa apri' e lo ossservo' come non aveva fatto prima: era pallido,struccato,e il suo viso era colorito soltanto dall'espressione euforica trasmessa dai suoi occhi scuri: lui entro' e si senti' al settimo cielo per il fatto che lei non lo avesse respinto ancora; la guardo' incantato: noto' subito la maglietta del pigiamino di Titti per poi scendere con le pupille sulla gonna del vestito. Trovo' cosi' buffo quell'accostamento del tutto insolito del pigiama messo sopra l'abito. Rise di fronte a lei:

"Che c'e'...Ma perche' tutte le volte che mi vedi ridi?"

"No il...il pigiama sopra....Credevo che fossi io a lanciare le mode!"

"Guarda che non sei il solo a cui piace andare contro corrente..."

"Oh...mi piaci...ehm...mi piace!" Arrossi' leggermente...

"Puo' lasciarlo sulla scrivania quello..." disse Alexa indicando il Cappuccino, "questo e' quanto..."

Michael le si avvicino' e con occhioni languidi e tono pacato le disse:

"Ciao Ale..."

Era troppo felice di poterla vedere di nuovo; lei non gli rispose e lui le cedette il Cappuccino senza resistenza: era totalmente imbambolato a guardarla. Poi lei raggiunse Michael che nel frattempo si era seduto su una poltroncina nel centro della stanza:

"Mmmm lo sai...Non sei poi cosi' cafone come sospettavo...e' stato...e' stato un gesto molto carino"

Gli sussurro' a bassa voce; lui abbasso' la testa e arrossi' leggermente:

"Adesso sono io a sfotterti perche'...adesso sei tu ad essere tutto rosso....Ti fa caldo? Devo accendere l'aria condizionata?" disse soddisfatta;

"Io...io non ho caldo...e non sono rosso!"

"Oh,sara' la luce della stanza allora...apro le tende,aspetta...ecco,cosi' va meglio? Che strano pero'..."

"Cosa?"

"Il tuo colorito e' sempre rosato...Dimmi quale fard usi,devi prestarmelo...e' fenomenale!"

Michael chino' il capo mettendosi una mano sulla fronte e lasciando cadere i ricci sulla sua faccia per nascondere il suo colorito che si accendeva sempre di piu'. A questo giro era lui a sentirsi in colpa,e lei poteva giocarci cosi' come aveva fatto lei la sera del suo compleanno. Alexa continuo':

"Allora qual buon vento..."

"Oh...l'orologio!"

"Eh?"

"Si,ehm...visto che hai detto che non spacca il minuto,e a me piace essere preciso,me lo aggiusti per favore? Mi sa che e' la rotellina laterale ma...non ci arrivo da solo"

lei allungo' le mani sui polsini della sua camicia scoprendo la sua pelle: niente orologio,o meglio...niente orologio di Vicky e per di piu',c'era ancora il suo braccialetto. La sua espressione era un misto di stupore e gioia:

"Michael ma questo...questo non e' l'orologio di Vicky...e hai il mio braccialetto!" Lui passo' rapidamente la mano sui suoi capelli:

"Sai...Non ci sono soltanto le rotelline degli orologi da aggiustare...ma anche quelle...anche quelle delle testoline vuote come le tue" lei rise;

"Ma io...non capisco..."

"Cosa non capisci? Te l'ho detto che mi piace da morire e che lo porto sempre...ormai non lo levo piu'!" Le acacrezzava i capelli con piu' insistenza ma sempre molto dolcemente;

"No aspetta...io avro' anche la testa vuota,ma non sono cieca! Ieri sera non ce l'avevi ...avevi l'orologio di Vicky,l'ho visto! Sono sicura al mille per mille!"

"E perche' secondo te?"

"Non lo so,dimmelo tu"

"Perche' forse....volevo vedere se te ne accorgevi?"

"Beh come se fosse una soddisfazione! Potevi dirlo che era brutto...Io odio le persone bugiarde!"

"Aspetta...Ecco,se te ne sei accorta significa...significa che mi hai guardato,e che non solo mi hai guardato...mi hai scrutato nei minimi particolari!"

"Ah pero'! Oltre ad essere cafone sei anche molto modesto vedo! Io... guardarti? Ahahahah,buona questa! Ero occupata a guardare qualcun altro se non te ne sei accorto Mister Universo!"

"Mister Universo...ahahahah! Ehm...ti ho vista sai...ammettilo che mi hai guardato..solo un pochino...scommetto che ti ricordi anche come ero vestito"

"Ma Michael cosa hai bevuto stamattina?" Michael scoppio' a ridere;

"Dimmi...dimmi solo il colore del completo"

"Era...era bianco"

"Esatto! Come la sera del mio compleanno,ricordi?"

"Non capisco dove vuoi arrivare!"

"Ti ricordi cosa hai detto a proposito del bianco? Che quando mi vesto di bianco sono? Ti prego,dimmelo una sola volta,poi me ne vado"

"Dirti cosa? Che sei sexy?"

Alexa si tappo' la bocca con le mani dopo quell'affermazione; non voleva dargli soddisfazione e invece quella frase le usci' di bocca senza nemmeno rendersene conto. Eccome se lo trovava sexy,e lui moriva quando glielo diceva.

"Visto? Lo sapevo...dai su...mi trovi...gradevole? Un po' si dai..."

"Michael tu sei fuori! Ma che fine ha fatto l'uomo dolce e gentile che conosco? Tutto questo gas,tutto insieme...non ti riconosco!"

"Mi trovi dolce...evviva! Lo sapevo...dai su,un pochino mi tolleri..."

"Non saprei...Ieri sera,non e' che poi ti ho tollerato cosi' tanto!"

"Ale...io...ti chiedo scusa....mi...mi perdoneresti?"

lei stette zitta con le braccia conserte e lui si giro' a guardare il letto:

"leggi Topolino?" le chiese Michael,

"Si...lo adoro!"

"Anche io lo adoro!" ma lei continuava a stare sulle sue;

"Ale il letto....il letto e' sfatto...perche'?"

Bastava una piccola visione,un piccolo pensiero,che tutte le volte era preso da un raptus di gelosia. Oliver gli aveva assicurato che tra lei e Sebastian non c'era niente,ma a lui quel pensiero martellava costantemente il cervello.

"Perche'...tu dormi senza spostare nemmeno di un centimetro le lenzuola? Beato te che ci riesci!"

"Si ma questo letto...e' sfatto sfatto...le coperte sono tutte sotto sopra!"

"E' perche' mi sono agitata"

"Si vede! Potevi risparmiarmelo!"

Michael arrossi' e allo stesso tempo un'espressione di noia apparente apparve sul suo volto. Alexa capi' che cio' che le avevano detto i suoi amici era vero: schiantava dalla gelosia...come lei d'altronde, anche se non lo faceva vedere cosi' apertamente. Michael continuava a fissare le lenzuola con lo sguardo nel vuoto,ed Alexa lo provoco':

"Michael che c'e'...ti da' fastidio qualcosa per caso?"

"A me? No,ma che dici! E' solo che...beh,sei molto disordinata sai? Non e' carino ricevere gli ospiti con un [CENSORED] cosi'..."

"Certo Michael come no!" lei sorrise sorpresa ma felice delle sue attenzioni,

Lui resistette qualche istante roteando le pupille verso il soffitto e mordendosi la lingua,ma non riusci' non cedere:

"Bene! Non sei riuscita ad andare in bagno e cosi' siete venuti in camera vero?.... Vero?"

"Adesso basta! Vattene da camera mia! Ma si puo' sapere cosa ti interessa e perche' continui a farti gli afafri miei? Queste sono cose estremamente personali...ma chi sei, mio padre?"

"Io...io voglio solo proteggerti! Sai quanti ragazzacci ci sono in giro? Non vorrei...non vorrei che qualcuno ti facesse del male,ecco"

Non avrebbe mai ammesso la sua estrema gelosia,ma le sue scuse prorpio non reggevano,ed Alexa capi' tutto.

"Guarda Michael che so cavarmela...e prima di stare con qualcuno o fare certe cose ci rifletto sai? Ma per chi mi hai preso?"

"Allora le cose stanno cosi',te lo dico io adesso: siete venuti qui e....gli hai fatto vedere quella?" Lo sguardo di Michael cadde sulla mutandina che Alexa aveva lasciato per sbaglio vicino al cuscino del letto. Lui rise ed indico' la sua biancheria;

"Oddioooo!"

Alexa corse a prenderla buttandola sotto il letto e arrossendo come non mai; Michael sorrise:

"Sono carine...Ottima scelta! Con un completino del genere faresti girare la testa a chiunque!" lei sgrano' gli occhi,

"Lo vedi? Sei un cafone...Non si fanno certi apprezzamenti! E poi che e'..fai caso a queste cose? Mica sara' la prima volta che vedi della biancheria femminile...dai,non mettermi in imbarazzo! Comunque..dovresti regalare delle biancheria alla tua fidanzata se non l'hai mai fatto,e'...e' molto sexy come cosa!" Lui continuo' a stuzzicarla:

"Potresti dirmi dove l'hai acquistato...cosi' lo compro uno uguale per Vicky?"

"Eh no! Io ho il copyright su certe cose...e' top secret,mi dispiace! Cos'e'..la tua fidanzata non ha buon gusto?"

"Non e' che la biancheria di Vicky non mi piace,e' che...quella tua e' piu' carina...molto piu' carina...e' molto piu' sexy"

le disse guardandola negli occhi con il volto vicinissimo al suo provocandole un fuoco ardente che bruciava in ogni sua cellula. Divento' di un rosso acceso:

"Adesso hai scoperto il segreto del mio fard...siamo in due ad essere coloriti sulle guance!"

Michael gioco' con lei; lei si tolse la maglietta del pigiama davanti a lui per il forte calore che stava avvertendo: scosse leggermente i capelli e lui,prendendo coraggio,le disse cio' che avrebbe voluto dirle la sera precedente: le sfioro' la guancia con le dita e le sorrise:

"Ieri sera...ieri sera non ho sbagliato persona...davvero eri splendida...lo...lo penso sul serio e...lo sei anche ora...lo sai che quando arrossisci per me diventi terribilmente carina!" Lei gli sorrise

"Michael io...sono senza parole,davvero"

"Si,io...non lo direi se non lo pensassi,lo...lo sapevo che questo vestito ti sarebbe stato d'incanto"

Lei non rispose e gli dette un lieve bacio sulla guancia per ringraziarlo,poi aggiunse:

"E'..e' stato un sogno indossarlo,grazie per avermelo regalato...Anche...anche tu e'...e' vero che sei sexy,anche io lo penso sul serio"

"Grazie...mi piace quando lo dici...e' il complimento piu' bello che un uomo possa ricevere"

Anche lui le dette un bacio sulla guancia; poi le prese il viso tra le mani e le dette un bacio sull'altra guancia. Nessun altra parola; restarono per un po' a riflettere sui complimenti reciproci che si stavano facendo. Poi Alexa prese il Cappuccino e inizio' a sorseggiare:

"Oh,no...si e' freddato!"

"Beh,te l'avevo detto che dovevi aprirmi subito!"

"Non importa mi...mi piace anche cosi'..vuoi...vuoi un sorso? Sempre se...se non ti fa schifo"

"Ma che schifo! Grazie,lo bevo volentieri"

Michael bevve dalla sua tazza,poi lei bevve di nuovo a sua volta: fu come assaporare,anche se indirettamente,le labbra dell'altro,ed entrambi si persero per qualche secondo in quel sapore; si chiesero come sarebbe stato poter avere un contatto piu' profondo,ma ormai erano coscienti di piacersi,e sapevano che prima o poi si sarebbero scambiati un bacio vero.

"E' buono anche freddo"

Michael interruppe il loro silenzio; restarono entrambi imbarazzati e un po' rigidi fiche' lei non vide che si era macchiato; si alzo' e prese un fazzoletto: poi si inginocchio' di fronte a lui e allungando un braccio gli ripuli' la bocca tracciando col fazzoletto il contorno delle sue labbra:

"Sei peggio di un bambino...ti sei sbrodolato tutto!"

Rimase impressionato dalla cura che ebbe di lui nel compiere quel gesto e dalla delicatezza con la quale la stoffa sfioro' la sua bocca. Resto' a fissarla mentre era ancora seduta sul tappeto,lei gli disse:

"Michael le tue labbra...sono sexy...anche con il Cappuccino sopra!"

Ormai non sapeva piu' cosa diceva: era come se delirasse,era completamente invaghita di lui. Michael sorrise:

"Vieni qui..fatti abbracciare"

L'abbraccio' delicatamente e mentre erano stretti l'uno all'altra riuci' a dirle a bassissima voce nell'orecchio senza guardarla:

"Sei cosi' dolce.."

Si discosto' da lei e Alexa affondo' le mani nella sua borsetta in cerca di qualcosa che non sapeva neppure lei. Le sue dita si agitavano veloci al suo interno solo per placare il suo nervosismo: nel rovistare,le cadde una foto per terra.

"Ale ti...ti e' caduta questa" Michael riconobbe il soggetto di quell'immagine ma fece finta di niente,
"Chi e'....un altro dei tuoi pretendenti?"

"Michael...bevi di meno! Magari avessi tanti pretendenti,queste sono cose da favola,non da realta'! Lui...lui e' il mio migliore amico,si chiama Oliver" Michael fissava la sua foto;

"Ah si? Da come ne parli devi volergli molto bene....ti piace?"

"Chi?"

"Lui,Oliver...ti piace?"

"Ma no,te l'ho detto e' un amico..da quando sono nata,e' come un fratello per me"

"E fate tante cose insieme?"

"Si,praticamente tutto! Giochiamo ai videogiochi,vado a vedere le sue partite di calcio,passiamo i pomeriggi a parlare,a disegnare,e una volta,siamo andati anche a Parigi insieme!"

"No!"

"Si,fammi finire: lui ha i suoi nonni che vivono la' ma purtroppo...siamo stati solo tre giorni e non ho visto niente,mi piacerebbe tanto tornarci un giorno"

"A Parigi?"

"Si,mi e' sembrata cosi' romantica e affascinante...scommetto che tu ci sei stato"

"Si ma come ti ho detto,quando sono in tour la maggior parte del tempo la passo in hotel. Anche a me e' piaciuta tanto come citta',e anche io vorrei tornarci,tu...tu con chi vorresti andarci?"

"Oh semplice,con il mio fidanzato! Come dicono i francesi "Ah,l'amour!" Le fisarmoniche,le ostriche,gli artisti,le cenette a lume di candela,la Tour Eiffel di notte...wow! Io e lui mano nella mano per quelle vie cosi' eleganti..Oh scusa,mi sto dilungando troppo!"

"No,tranquilla,ti ascolto volentieri"

"Beh ho finito...cos'e' quello?" Alexa vide il fiore che Michael le aveva portato,

"Oh questo...Ehm...me ne ero dimenticato" glielo porse in mano sorridendo;

"Vuoi dire...che e' per me?" Michael annui' timidamente;

"Oddio che carino che sei...non ho mai ricevuto un fiore!"

"No?" Penso' che il mondo era fatto di idioti per non andarle dietro.

"No,solo...Solo Oliver ma per lui e' quasi normale regalarmel,lo fa molto spesso,e' cosi' galante e gentile,davvero tanto"

"Ah perche'....io no?"

Gli uscirono quelle parole di bocca alzando il tono e assumendo un'aria vagamente imbronciata. Lei lo guardo' accarezzandogli la guancia:

"Michael tu...tu sei geloso! Sei geloso del mio amico!"

"Geloso? No io...io te l'ho detto,voglio proteggerti"

"Ma lui...lui mi protegge,tranquillo. Il fiore e' bellissimo e profumatissimo anche se...preferisco il tuo profumo di vaniglia!" continuava ad accarezzarlo sul volto;

"Davvero?"

"Si...e' dolce...come te!" gli sorrise,

"Ale io...devo chiederti scusa,sono stato uno stupido...Mi fa male vederti quel segno sul braccio ma io..."

lei stette zitta e si volto' dall'altra parte; Michael si frugo' in tasca e tiro' fuori il bigliettino che le avrebbe dovuto dare insieme ai fiori:

"Ehm..tieni,leggi...i'm embarssed"

"Adoro la tua voce quando lo dici... Cos'e'? e' tutto strappato" lei lesse le sue parole:

" ".....Quando ti ho detto che mi piace stare con te...dicevo sul serio. Mi dispiace di averti lasciato da sola...vuoi perdonarmi con questo piccolo pensierino? Forse non sara' sufficiente ma...spero tanto ci possa essere un altro pic-nic....Mi sono divertito a stare con la mia testolina vuota! Mi piace stare con te....mi piace tanto.....e a te? Michael. "

Lo guardo' facendo finta di essere in collera con lui:

"Michael sono arrabbiata...ieri sera mi hai trattata malissimo,mi hai offesa...se vuoi la mia amicizia non devi farlo mai piu',dovresti sapere come ci si sente quando dicono male di te,io...Mi sento ferita!"

Gli occhi di Michael si fecero teneri e si avvicino' con le labbra sulla sua guancia,ma lei lo respinse:

"Michael puoi andare adesso...vai!"

"Ma io non..." Scosse la testa e si chino' col capo posando le labbra sul suo segno rosso che lui le aveva lasciato sul braccio;
"Cosi' va meglio?" le disse,
"Ti prego devi scusarmi...non ero io,io...io non l'avrei mai fatto,non so cosa mi e' preso e poi...non penso male di te anzi..."

lei fu grata a quel gesto e alle sue parole e ai suoi occhi sinceri,ma allo stesso tempo continuava ad essere arrabbiata per quelle parole che gli avevano fatto cosi' male.

"Va bene io...io vado"

era affranto e si senti' un perdente per l'ennesima volta,penso' che non aveva piu' speranze,stavolta lo penso' sul serio. Usci' dalla porta e rimase a guardare la sua porta; avrebbe voluto gridarle qualcosa,tipo "Mi piaci" oppure "Ti voglio bene" ma non ci riusci'. Alexa stette un po' sul letto,ma poi si rese conto che anche lei non riusciva a stare senza di lui; aveva capito la sua gelosia,il suo affetto per lei,e se le aveva fatto quel segno significava che voleva trattenerla,che non voleva farsela scappare. Decise di mettere da parte il suo orgoglio perche' anche lei non voleva farselo sfuggire adesso che aveva capito di piacergli e adesso che poteva averlo con se',dopo tutta la vita che lo aveva solo immaginato. Prese un foglietto e lo fece scorrere sotto la porta: Michael lo vide subito.c'era scritto:

"Si....la risposta e' si......Anche a me piace tanto stare con te"

Michael scrisse un bigliettino a sua volta e se li scambiarono attraverso la porta per un po':

"Allora mi perdoni?"

"Non lo so questo ancora....dipende da come vuoi cercare di farti perdonare...Un fiore non basta"

"Allora....potrei portarti di nuovo a fare un pic nic...ci verresti? Pero'...niente intrusi come ieri sera...intesi?"

"Lo vedi che sei geloso?"

"Io no so cosa sia la gelosia....cos'e'? Me lo dica lei..."

"Nemmeno io lo so...mi dispiace non posso aiutarla....Ma se non mi chiede aiuto per scoprire di cosa si tratta...temo che saro' costretta a rifiutare il suo invito" e sotto la scritta c'era una faccetta che faceva la linguaccia

"Va bene io.... Sono un po' g****o ma solo un pochino,ok?"

"Cos'e'...non riesce piu' a scrivere? Non ho capito bene QUELLA parola...lei e'....e' il suo pass per l'altro pic nic con me,avanti lo dica...."

Michael smise coi bigliettini e avvicinandosi alla porta,disse a bassa voce:

"Io...si e' vero...sono un po'...sono un po' geloso!"

Alexa rise e sospiro',non le pareva vero che lui,l'uomo dei suoi sogni,glielo stesse dicendo:

"Non ho sentito...."

"Si che hai sentito!"

"Va bene...niente udito...niente pic-nic!"

"Io sono geloso! Sono geloso di te! Va bene adesso?" grido' forte,

Alexa apri' la porta e lo trovo' sorridente e bellissimo come sempre. Anzi,era ancora piu' bello perche' aveva gli occhi dell'amore: si getto' tra le sue braccia stringendolo forte dietro alla schiena e dandogli un bacetto a stampo sulla bocca; fu un lampo ma Michael ando' in paradiso: finalmente aveva la conferma che cercava. Alexa chiuse subito la porta,come se si vergognasse si aver compiuto quel gesto. Michael le passo' un altro bigliettino:

"Signorina...la mancia e' stata gradita...magari...magari potrei ripassare a portarle altre bevande per avere.....il bis?" e lei,sempre sul bigliettino:

"Siamo in un albergo a 5 stelle...cafone! Cosa credevi che non te la lasciassi la mancia? Lo so come ci si comporta in certi ambienti!" e un'altra faccetta che faceva la linguaccia;

"Allora magari,potremmo scambiarci e....essere io a lasciare la mancia a lei?"

"Mmmmm non mi ci vedo tanto come cameriera ma...mai dire mai!"

"Ho le prove per 4 giorni....Domenica al parco va bene? Faro' la scorta e sara' costretta a lasciarmi la mancia se lo ricordi!"

"Domenica al parco va benissimo anche se...4 giorni senza la sua faccia antipatica sono tanti! Chi gliela assicura la mancia? 4 giorni sono tanti,,,,potrei anche ripensarci....vede? E' troppo presuntuoso..."

"Alle 6 va bene?"

"Perfetto ma non si faccia strane idee...."

"Ale ti voglio bene...tanto bene...non vedo l'ora di stare con te...SMACK...anche se...ho preferito quello vero" gli scrisse; poi urlo' alla porta:

"Ale ti adoroooooooooo! Mi hai perdonato sono troppo feliceeeeeeee! Ti voglio benissimooooo!"

"Anche io sono felice perche'...sei venuto a cercarmi e...anche io ti voglio bene... te ne voglio tanto Michael...te ne voglio tantissimo,sei l'uomo piu' carino e gentile che abbia mai conosciuto!"

Se ne ando' con un umore del tutto nuovo e diverso;non faceva altro che sorridere e si diceva tra se " solo 4 giorni solo 4 giorni"

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A GAME FOR LOVE Empty Re: A GAME FOR LOVE

Messaggio Da marina56 Lun Ott 17, 2011 11:52 am

Quei bigliettini che si era scambiato con lei giacevano in prossimita' del palco: in quei giorni li aveva portati sempre in tasca,era l'unico modo per sembrargli di averla accanto. Volto' lo sguardo dietro le quinte e per un attimo gli sembro' che fosse le',davanti a lui a tracciare quelle parole su quei foglietti; il faro del palco illuminava quella calligrafia cosi' strana e particolare,assai inconsueta per una ragazza. Rileggeva ancora e ancora quelle lettere impresse sulla carta sorridendo scherzosamente mentre la sua mente era attraversata dai ricordi della sera precedente.

Avrebbe voluto che lei fosse li' con lui; avrebbe voluto condividere con lei quei momenti cosi' salienti e decisivi per la buona riuscita dello spettacolo: la scelta dei costumi,delle luci; le coreografie,gli effetti speciali e perche' no,anche quel suo lato cosi' maledettamente perfezionista che faceva inevitabilmente parte della sua natura. Si chiedeva come avrebbe reagito a vederlo all'opera mentre pianificava tutti quei particolari: magari avrebbe scherzato con lui tirando fuori una delle sue battutine e prendendolo in giro ma con uno sfondo di verita' come faceva sempre con lui.
Ma si sa,la privacy era un aspetto che non andava trascurato; era una cosa sacra per lui e ne era ossessionato a tal punto che no avrebbe mai gettato Alexa cosi' rapidamente nel suo mondo. Ripenso' subito a quando le disse "Voglio protegegrti"; glielo aveva detto per gelosia,ma il concetto non era poi cosi' diverso: era cosciente di quante persone ingrate e meschine erano pronte a rovinare lui e le persone che lo circondavano soltanto per un pugno di dollari. Voleva instaurare un raporto serio con lei; adesso che aveva intuito chiaramente che anche lei nutriva un sentimento per lui,doveva solo prendere coraggio e dichiararsi,ma era consapevole del fatto che in una vita come la sua,nella vita di Michael Jackson,erano piu' gli eventi sgradevoli che le situazioni piacevoli. Quel pensiero fisso che ormai lo tormentava,e cioe' di trovare una soluzione per preservare Alexa da quella miriade di squali affamati di denaro e notizie false gli stringeva il cuore,ma sapeva anche che se lei avesse costruito una vita con lui doveva essere disposta a nuotare in quelle acque cosi' moss e velenose che fanno parte del pianeta del successo. Quel soliloquio interiore fu prontamente sostituito dal suo senso del dovere: il carico di lavoro che portava sulle spalle non poteva cedere a distrazioni.

"Buongiorno Michael!"

Erano tutti i suoi collaboratori: coristi,musicisti,costumisti,truccatori,che arrivarono legegrmente in ritardo quelle mattina. Al loro grido in coro Michael allungo' rapidamente le dita per raccogliere i fogliettini e se li mise subito in tasca per evitare le solite domandine che tanto odiava.

"Buongiorno a tutti...Bene,prendete posizione,possiamo iniziare"

"Signor Jackson,ecco la lista delle citta' per le prossime date del tour"

"Grazie"

Apri' la busta e inizio' a scorrere gli occhi sull'elenco: Monaco,Berlino,Vienna,Londra,Bucarest,Tokyo,Sidney,Parigi....

"Parigi!" penso' subito ad Alexa:
"Parigi...Devo assolutamente portarcela...Sarebbe meraviglioso poter trascorrere qualche giorno con lei in quella splendida citta'..."

Poi alzo' la testa e si rimise al centro del palco per iniziare le prove. Parti' "Billie Jean".Ma quella mattina non era lo stesso di sempre,ed una persona in particolare se ne accorse.
Siedah lo guardava da dietro al microfono: lo osservava muoversi,ondeggiare nei suoi passi cosi' sensuali che le mozzavano il fiato; ne sentiva la voce cosi' soffice ma al tempo stesso estremamente mascolina quando dalle sue labbra piene e vellutate usciva qualche acuto e qualche gridolino; seguiva le sue mani che gesticolavano nell'aria per dare indicazioni su come si doveva svolgere il tutto. I suoi occhi erano inchiodati sulla stoffa blu della sua camicia che aderiva perfettamente disegnando le sue spalle larghe; poi scendevano piu' giu' scrutandone la figura longilinea e slanciata; si soffermarono sul sedere e infine sulle sue caviglie sottili contornate dai calzini candidi e dai mocassini lucidissimi.
Aveva sempre avuto un debole per lui fin dai tempi di "BAD",ma lui sembrava non degnarla di uno sguardo ne' di fare troppo caso alle sue esplicite attenzioni. Avrebbe dato tutto: la sua casa,i suoi soldi,i gioielli di famiglia,la sua reputazione,perfino la sua anima; tutto e tutto di piu' anche solo per un'ora d'amore con lui. Ogni volta che gli passava davanti gli lanciava sguardi piccanti e sorrisetti allusivi; si divertiva a fare la gatta morta con lui ma sempre con scarsi risultati,poiche' Michael sembrava totalmente indifferente a cio' che lei cosi' chiaramente gli offriva.

"Pausa!" Grido' Michael. Si sedette su uno degli amplificatori ansimando profondamente: si tolse il cappello nero sistemandosi i ricci che si erano scomposti.

"Siamo fuori allenamento stamattina eh? Chissa' cosa hai fatto stanotte per essere cosi' stanco..."

Siedah gli si pianto' davanti porgendogli un bicchiere di Gatorade e sorridendogli mostrando tutti i denti:

"Tieni,va',cosi' ti riprendi un po'"

"Grazie"

"Allora Michael...tutto bene?"

"Oh si,sono felice,sto benissimo! Sono solo un po' pensieroso"

"Chissa'...un giorno condivideremo insieme QUEL genere di pensieri...lo spero!"

Torno' dietro al microfono ancheggiandogli davanti sperando che lui notasse il suo di dietro. Michael scosse il capo allibito: alle volte era davvero imbarazzante essere sommerso da attenzioni tanto limpide: trovava disgustoso usare il proprio corpo o il [CENSORED] per cercare di ottenere l'accesso al suo mondo.
Le prova continuarono tutta la mattina,ma Siedah si rese conto ancora di piu' di quanto Michael avesse il capo fra le nuvole: era distratto,sbagliava spesso i passi,partiva fuori tempo rispetto alle note delle canzoni,non dava peso alle luci che saltavano e agli effetti che non funzionavano bene. Non era da lui. Non era da Michael Jackson. Dov'era finito quel Michael Jackson che organizza spettacoli incredibili? Dov'era finito Mister Perfezione? Quella mattina sembrava svanito per lasciare spazio ad un ballerino poco esperto e ad un cantante senza carrierra. Intui' subito che in lui qualcosa non andava,lo vide anche dal modo in cui scappo' da quella sala. "Arrivederci a tutti!" disse Michael mettendosi una caremella in bocca e gli occhiali da sole sul viso. Era come se avesse fretta di andare via per vedere qualcosa...o qualcuno. Si era stancata di tutto questo mistero e di tutta quella riservatezza di Michael. Lei gli aveva sempre mostrato il suo interesse per lui,allora perche' doveva vedersi,magari,con qualche altra ragazza? Era una cosa che non poteva accettare,cosi' decise di constatare di persona: usci' dagli studi e si precipito' a casa di Vicky.
Siedah conosceva Vicky sin dalla tenera eta': erano entrambe vogliose di notorieta' e ricchezza; tenersi stretto Michael avrebbe significato per tutte e due una vita agiata,di lusso; soldi facili e visibilita'. Ma per riuscire a nutrire il loro ego bisognava prima arrivare alla fonte di tutti questi tesori,e cioe' arrivare a Michael. Non importava chi o cosa dovessero affrontare,o se avrebbero dovuto agire con mezzi legali,illegali o che andavano contro al buon costume e alla morale,ma soprattutto,dovevano assicurarsi di spazzare via dalla piazza ogni potenziale rivale.

TOC! TOC! TOC! Bussava con insistenza e sempre piu' forte.

"Ciao Vicky,posso entrare?"

Attraverso' il salone e si accascio' imbronciata sulla spaziosa poltrona che stava vicino al biliardo:

"Come va con Michael?" la butto' la';

"Sei venuta qui per questo? Sai bene tesoro che sto con lui soltanto per una cosa...Mica vorrei mettermi le mani addosso spero!"

Rise mentre teneva in una mano la stecca del biliardo e nella'ltra una sigaretta;

"Ah,lo so che non sei innamorata...come me d'altronde! Ma...c'e' qualcun'altra?"

"Qualcun'altra? Non credo...Sai,mi ha chiesto di sposarlo...Sapevo che prima o poi ci sarebbe cascato! Adesso che lo ho in pugno...e' fatta! Puoi chiamarmi Vicky Jackson...Dio,adoro come suona!" scosse i capelli;

"Davvero? Congratulazioni"

"Oh su,tanto te lo lascio lo stesso ahahahahah! Io e te abbiamo sempre condiviso tutto no?" si sedette sulla sponda del biliardo guardando Siedah

"E' che...Vicky,alle prove non era lui,era tra le nuvole come se...come se fosse innamorato" Vicky sgrano' gli occhi ricordandosi di Alexa,

"Si un'altra c'e'...ma non preoccuparti,credo di averla gia' sistemata raccontandogli delle mie performance con Michael nei camerini di tutti i negozi di questa citta' e versandole lo champagne su tutto il vestito...Oh,che peccato...era cosi' grazioso...ahahahhah!"

"Nooooo! Ma davvero tu e Michael,nel camerino...."

"No ancora no! Non ho ancora avuto l'onore di vederlo!"

"Cioe' vuoi dire che tu e Michael non avete ancora..."

"No perche' il signorino sembra non avere istinti,ma hai davanti Miss Jackson e...si sa,il matrimonio andra' consumato no? Cedera' vedrai"

"E lei com'e'....carina?"

"Oh,disgustosamente oserei dire! Ha quell'aria ingenua e quei modini da bambina innocente....bleah!"

"Ho capito quindi....dobbiamo farla fuori!" Scoppio' a ridere;

"Hai afferrato il concetto...sei arguta!"

"Ma secondo te nemmeno lei e Michael hanno..."

"Oh no! Assolutamente no! Non credo sappia come sia fatto un uomo...sembra venuta al mondo ieri,dovresti vederla: e' tutta bacini e sorrisetti timidi,sembra all'asilo! E Michael le ha regalato un vestito di Chanel! Capito?"

"Allora fa sul serio!"

"Beh ma noi lo impediremo giusto? Dobbiamo agire prima che la situazione degeneri...Caro Michael...ma che gusti!"

Ci furono molti minuti di silenzio durante i quali Vicky colpiva sempre con piu' aggressivita' la palline del biliardo,quasi come a voler scaricare la tensione,e Siedah aveva un pugno sotto al mento e fissava ogni angolo del salone di Vicky,come se da qualche oggetto o particolare potesse trarre l'ispirazione di cui aveva bisogno. Vide una coperta ripiegata all'angolo del divano e la collego' al letto,e da li',ebbe l'illuminazione che stava cercando,forse la piu' pefida e maligna che le fosse mai passata per il cervello. Si volto' verso Vicky:

"Io avrei un'idea infallibile!"

Afferro' il telefono che stava sul tavolino intarsiato e guardo' Vicky sorridendo soddisfatta:

"Ma che fai?" chiese Vicky,

"Guarda la maestra all'opera...Guarda,ascolta e impara!" compose un numero;

"Pronto? Parlo con il Los Angeles Times? Vi interesserebbe uno scoop su Michael Jackson?"

(dall'altra parte) "Signorina,riceviamo quotidianamente valanghe di telefonate come la sua: Michael Jackson fa quello,fa quell'altro...e' andato a quel ristorante,in quel negozio,ha comprato quello...."

"Lei non capisce! Questo non e' uno scoop come tutti gli altri,questa e' un'autentica bomba! Ascolti io...Ho trascorso una notte molto passionale con lui...capisce cosa intendo? Non si sentono cose cosi' tutti i giorni sul suo conto mi pare! Pero' per adesso mi astengo dal pronunciare il mio nome...e anche in futuro dovra' rimanere anonimo se volete queste informazioni..."

"Mi perdoni Signorina,siamo interessati ma..."

"Si dice che lui abbia molestato dei bambini,che sia gay...beh,non e' vero e sono disposta a parlarne in un'intervista. Allora vi interessa si o no?"

"Aspetti,la metto in contatto con TMZ,resti in linea"

"Si,qui TMZ...Dica pure"

"100.000 $ su come e' andato il nostro incontro e come ci siamo conosciuti..200.000 dollari se volete TUTTI iparticolari,tutti fino al minimo dettaglio....accettate?"

"200.000 dollari dice? Mi pare un po' esosa come cifra..."

"Cioe' ma non si rende conto che questa e' una notizia da copertina? Cifra tonda altrimenti non se ne parla...le ho gia' detto che sono disposta a dire tutto,e quando dico tutto intendo tutto tutto...capisce?"

"D'accordo Signorina,e' andata,la richiameremo per concordare l'rario dell'intervista"

"Perfetto" Attacco' la cornetta e si fece accendere una sigaretta da Vicky:

"Visto? E' stato facile,te l'avevo detto che dovevi fidarti di me"

"Sei proprio un genio del male devo ammetterlo Siedah cara ma....io cosa ci guadagno?"

"Beh,ci dividiamo i soldi...poi ci dividiamo quello che Michael ha sotto ai pantaloni...e intanto facciamo fuori la piccoletta...Poi ovviamente,quando diventerai sua moglie mi inviterai nei posti piu' belli di questo mondo per ricambiare il favore...non e' vero tesoro? "

Verso' due bicchieri colmi di Whiskey e lo porse uno a Vicky:

"oh,sicuro: mi sto gia' pregustando il caviale e le aragoste,Neverland,la sauna e le piscine degli hotel,i viaggi e la Limousine,i vestiti d'alta moda,i gioielli e le serate sul tappeto rosso"

"Cosi' ti voglio Vicky...L'unione fa la forza: e adesso...brindiamo a noi!"

Fecero CIN CIN e risero guardandosi in faccia. Vicky avrebbe scacciato la minaccia Alexa una volta per tutte,e Siedah avrebbe avuto la sua piccola vendetta e il suo piccolo momento di celebrita'.

CONTINUA...

E' incredibile come qualcuno si impegni cosi' tanto per sottrarti al tuo desstino. Gia'...il destino. C'e' chi sostiene che esso sia gia' scritto; c'e' chi invece crede che debba esserne tu l'artefice indiscusso; c'e' chi pensa che la matassa interna di questa entita' invisibile sia per meta' gia' tracciatae per l'altra meta' debbe essere aiutata e perfezionata da ognuno di noi. Infine,c'e' chi non crede minimamente al destino.
Sono punti di vista ma,cosi' come in natura,niente accade per caso: questo era proprio quello che era successo a Michael e ad Alexa; si erano incontrati per caso,per destino appunto,ed entrambi erano paralleli alla terza tesi di pensiero,ovvero,dovevano solo far crescere quell'albero che aveva gia' piantato le sue radici per far si che tra loro sbocciasse il frutto del sentimento per eccellenza,e cioe' il frutto dell'amore. Tuttavia erano entrambi ignari delle energie che sia Vicky che Siedah stavano spendendo per complottare alle loro spalle.

******************************

Ebbe a stento il tempo di farsi una doccia super veloce,che Michael si ritrovo' a maneggiare goffamente le scatolette di trucchi che sedevano scomposte sul piano del lavandino: si passo' velocemente l'eye-liner e si spruzzo' il suo profumo alla vaniglia. Un'ultima sbirciatina davanti allo specchio legandosi maldestramente i suoi ricci e vide il suo clone che riflesso allo specchio gli mostrava un "No". Non c'era niente da fare: no riusciva prorpio ad andare d'accordo con la sua immagine,e per quanto cerco' di rendersi presentabile,si considerava comunque un individuo di scarso fascino e bellezza.
Quei quattro giorni che gli parvero interminabili erano giunti alla fine,e lui non avrebbe desiderare una fine piu' piacevole di quella: la vide seduta sulla stessa panchina su cui stava la sera che si erano conosciuti. Tutta quella scena era ancora fresca nella sua memoria,e per un attimo ringrazio' il destino per non averlo privato di tutti quegli attimi di dolcezza infinita e di emozioni intense che solo lei gli stava regalando. I suoi pensieri furono accompagnati da un grande sorriso:

"Andiamo con il tempo oggi,eh? Ti dona il giallo" lei gli sorrise,

"Si...Forse il mio umore ha seguito questo splendido sole oggi...Mi dispiace ma...di bianco non avevo niente...Sai..per quella storia del sexy.."

"Michael ma a te... sta bene tutto"

"Sul serio?"

"Ma certo,e poi...io adoro le camicie,le trovo piu' eleganti negli uomini,ma adesso non montarti la testa senno' mi diventi cafone come l'altra sera..."

"Allora ti diverti proprio ad offendere,eh?" gli sorrise,

"Beh diciamo che se c'e' bisogno...non mi trattengo facilmente,dipende tutto da te...." lui le si avvicino',

"Ah e da te...non dipende? Mmmm,ok saro' bravo oggi ma tu...non mi hai nemmeno salutato,perche'?"

Mise una mano sulla sua guancia e la bacio' sull'altra;

"Perche' non ti ho salutato? Mmm...oggi sei stato tu a farti desiderare...sei in ritardo di quasi venti minuti...certe cose te le devi meritare sai?"

"Cioe',devo meritarmi perfino un bacetto?"

"Si" Michael si mise un dito sotto al mento come per pensare,

"Vediamo allora,cosa posso fare...certo sei esigente eh? Mmmm aspetta...potrei iniziare dal Cappuccino,che dici?" si sedette acanto a lei;

"Non mi va il Cappuccino stamattina e poi...Hey guarda che non e' mica cosi' facile come sembra...senno' che premio e'!" Alexa rise,

"Non ti basta se ti dico che sono sfinito dalle prove? Non so se avro' tutte queste forze per aggiudicarmi questo famoso premio finale..."

"Oh,poverino,ti sei stancato tanto? Allora questo cambia tutto"

Si avvicino' a lui e poso' la bocca sulla sua guancia; lui si fece piu' stretto accanto a lei per gustarsi quel bacino quando Alexa improvvisamente giro' la testa dall'altra parte ridendo:

"Ahahahah...Scherzetto!" Michael la guardo' facendo finta di essere arrabbiato,

"No ma dico...mi hai dato buca! Questo...non e' carino!" le sorrise e gli mise un braccio intorno alla spalla;

"Seriamente...Allora,com'e' andata? Voglio sapere tutti gli sviluppi sul tour...a cosa assisteremo al prossimo concerto? Dai racconta!"

"Non qui...."

"Eh?" Michael si alzo' e si mise di fronte a lei;

"Credevi davvero che per questo appuntamento io ti facessi stare su una squallida panchina di un parco?" Si avvicno' di piu' a lei

"Michael allora non capisci,io te l'ho detto...a me...basta stare con te"

Alexa chino' il capo e Michael allungo' le braccia e lei a sua volta gli tese le mani cosicche' le loro dita si potessero sfiorare:

"Avevo in mente di andare dove siamo stati per il pic-nic...la',sotto quell'albero...ti va?" Gli prese la mano e la invito' ad alzarsi,

"Si,certo"

"Bene,andiamo..."

*****************


"E' un posto cosi' tranquillo qui Michael...E' bellissimo,immerso nel verde,nella natura...Mi sento in paradiso,ma come l'hai scoperto?"

"Diciamo che e' uno dei miei luoghi segreti preferiti..."

"Segreti? Ok non voglio sapere altro di altrettanto segreto"

"Oh ma che t'immagini! Lo vedi che hai la testolina completamente vuota? Io...alle volte vengo qui,da solo...puntualizziamo...da solo...e sottolineo...da solo,per rilassarmi un po',per svagare la mente dopo il lavoro,per leggere qualche libro o fumetto,o semplicemente per prendere ispirazione per i miei testi...Di'...a cosa stavi pensando?"

"Ma....a niente Michael,davvero.... E poi,si ecco...insomma...se tu ci fossi venuto con qualcuno,beh insomma e' normale,mica ci sono problemi...poi e' un posto cosi' romantico,di sera chissa' com'e'..."

"Di sera? Di sera e' bello ma...un po' freddo! Pero' con una coperta...si puo' rimediare!" Le fece un occhiolino ridendo.Lui si divertiva a provocarla;

"Ah vedi! Vedi che allora lo sai com'e' di sera? Vedi che e' come dico io?Chissa' quante volte sei venuto qui...di sera...a fare cosa non voglio saperlo..." si mise le braccia conserte davanti al petto e si volto' per non guardarlo;

"Oddio Ale,mi fai morire quando ti arrabbi! Ma sei arrabbiata sul serio? Dai io scherzavo,lo dovresti sapere che adoro ridere...."

"Beh non...non e' divertente,potresti anche fare battutte di altro genere!"

"Ma io non ho fatto nessuna battuta!"

"Ah,no? La sera...la coperta...questo bel pratino fresco e morbido....ti dicono niente? Avro' anche dodici anni meno di te,ma lo so come va il mondo sai?"

Michael si divertiva a stuzzicarla sempre di piu'. Gli faceva piacere che lei reagisse alle sue piccole provocazioni e che mostrasse una punta di sana gelosia nei suoi confronti. Alexa non avrebbe voluto mai far trasparire cosi' tanto cio' che provava,ma con Michael era inutile;non riusciva a restare indifferente e a far finta che non le desse noia il fatto che lui potesse aver trascorso del tempo sotto quell'albero con qualche altra ragazza che non fosse lei. Michael la guardo':

"Ho capito....Sei gelosa!" rise accarezzandogli la guancia,

"Io gelosa? Ma di cosa scusa! Io e te mica stiamo insieme,non sono io che devo dirti con chi devi venire qui...Vedi? Te l'ho detto,a volte diventi Mister Universo...Poi...puoi fare cio' che vuoi...sei il Re del Pop e puoi permetterti certe cose..."

"Certe cose cosa scusa?"

"Di venire qui con chiunque tu voglia...Insomma,dai,non dirmi che non hai eserciti di ragazze dietro..." Michael colse al volo le sue parole e continuo' a divertirsi,

"Beh ecco...a dire la verita'....Un po'....pero' tanto a te non da' fastidio quindi iniziero' a raccontarti qualcosina: ad esempio....Non sei gelosa se ti dico che ho passato un periodo in cui non facevo altro che stare qui tutte le sere....con una ragazza sempre diversa?" lei si senti' colpita internamente,

"Michael se e' quello che ti sentivi di fare...Chissa' quante coperte avrai consumato!" sorrise ironica,

"Non riesco proprio a strappartela qualche parolina di gelosia,non e' cosi' ? Ho capito,sto iniziando a conoscerti: non ammetteresti mai certe cose vero? Io invece fuori della porta....sono riuscito a dirtelo..."

"No vermante tu me lo hai detto perche' volevi un altro pic-nic...poi....non so se lo pensi davvero...."

"Cioe'...dubiti anche di me....Io....io lo penso davvero....Quando ti ho risposto male di fronte all'ascensore....l'ho fatto perche'...vedendoti a cena con Sebastian...si,mi sono ingelosito un po' perche'....perche' volevo esserci io a quel tavolo...te l'ho detto,mi piace stare con te..."

"Davvero Michael?"

Si senti' rabbrividire,anche se non aveva il coraggio di avvicinarla per baciarla,glielo stava facendo capire in tutti i modi che lei gli piaceva.

"Hai detto...hai detto una cosa carinissima!" continuo' lei, poi si avvicino' al lui e gli diede un bacetto sul collo,

"Hey facciamo progressi....Allora non sto andando malaccio oggi dai...perche'...perche' non me ne dai un altro?" la guardo' con i suoi occhioni neri che diventarono teneri come quelli di un cucciolo,

"Mmmm,adesso no....dopo...forse....se te lo meriti! Comunque cambiamo argomento....Voglio sapere delle prove,cosa vedro' al prossimo concerto: un'astronave,uno zombie in carne ed ossa...cosa?"

"Uno zombie...vero? Che mi cattura? E di'....non verresti a salvarmi?"

La avvicino' a se' prendendola delicatamente per un braccio e lei mise la testa vicino alla sua camicia all'altezza del suo petto:

"Posso?" disse lei,

"Cosa?"

"Posso appoggiarmi....con la testa sul tuo petto?"

"Ma certo..." le tocco' i capelli e le prese la testa posandola sul suo petto; lei chiuse per un attimo gli occhi respirando profondamente;

"Lo so che non sono molto comodo come cuscino....sono troppo magro secondo te? Qui davanti...non ho molti muscoli!"

"Muscoli? Guarda che a me quelli palestrati non piacciono,sai? E poi....tu sei il cuscino piu' comodo di tutti,anche meglio di quelli dell'hotel!"

Alzo' la testa verso di lui e gli sorrise mentre pronunciava quelle parole: nell'alzare lo sguardo,i loro occhi s'incontrarono,ma non riuscirono a fissarsi per piu' di due o tre secondi; Alexa riaffondo' il viso vicino al colletto della sua camicia e inizio' ad annusare piano piano il suo odore.

"Hey ma che fai Ale?"

"Il tuo profumo...questo profumo di vaniglia...lo adoro,non cambiarlo mai...ti rende ancora piu' dolce!" Lui sorrise,

"Eravamo allo zombie...ricordi? Allora verresti a salvarmi o no?"

"Beh ecco....io....si,per te...per te lo farei"

E gli diede un altro bacetto sul collo. Anche lei stava cercando di farlo smuovere,entrambi erano desiderosi l'uno dell'altra,ma nessun dei due aveva il coraggio di pronunciare parole troppo chiare o compiere gesti troppo espliciti. Alexa specialmente non si era ancora scordata il fatto della presenza di Vicky.

"Che dolce che sei Ale....Io...ti voglio tanto bene,tutti dovrebebro essere come te" lei arrossi';

"Anche io te ne voglio Michael...te ne voglio tanto tanto...Anche gli altri uomini dovrebbero essere come te"

Lui sorrise compiaciuto e lei si aggrappo' piu' forte alla sua camicia; poi Michael stette con gli occhi nel vuoto per custodire meglio quell'attimo. Non riusciva a credere che stava riuscendo a conquistarla.

"Michael...ci sei?" gli passo' una mano davanti alla faccia per svegliarlo,
"Se sei stanco io....Possiamo vederci un'altra volta"

"No,assolutamente! Non farci caso,ogni tanto mi chiudo in me" sorrise,

"Allora non mi racconti niente delle prove?"

"Se ti dico che sono andate malissimo,ma malissimo,non mi crederesti"

"Infatti non ti credo...Tu,Michael Jackson che sbaglia le prove,questa e' buona!" e scoppio' a ridere,

"No ma...guarda che tutti possiamo sbagliare,sono umano anche io sai....E' che....mi sono distratto tantissimo oggi..."

"Beh perche' magari eri impegnato a guardare qualche bella ragazza..."

"No,testolina....E' perche'....perche' pensavo...pensavo a oggi...pensavo ad essere qui con te...e...volevo venire via"

"Davvero?"

"Si,sono scappato di corsa correndo,e ho [CENSORED] to una caramella intera...Manca poco mi affogavo!"

"Me lo dai un bacino Michael? Te li stai meritando..."

Lui la bacio' sulla guancia,poi sulla fronte e infine nei capelli; aveva troppa voglia di lei e nemmeno lui sapeva cosa lo stava trattendendo dall'impossessarsi delle sua labbra;

"Avevo detto uno....Stai barando!"

"Oops...scusa! Ma sai...e' difficile rispettare le regole se accanto ho una ragazza come te..." sorrise timidamente e le sue guancie si colorirono,

"Sai...Ho avuto la lista delle citta' del tour...Sai che c'e' anche Parigi?"

"Oddio davvero?" Il suo sguardo si intristi'; cosi' come lui,anche Alexa avrebbe voluto seguirlo in quella meravigliosa citta',ma disse solo:

"Ecco beh...Wow,dovresti...dovresti portarci Vicky....vi divertirete un mondo insieme" Quanto le bruciava dire quelle parole!

"Vicky? Io....Io....Ci...ci siamo lasciati"

Michael menti' senza nemmeno pensarci; penso' solo a quanto fosse stato stupido a farle quella proposta di matrimonio. Avrebbe riparato,anche se lo doleva il pensiero di averle detto una bugia...e se lo avesse scoperto cosa sarebbe successo? Ma adesso non era il momento di farsi invadere da quei pensieri.

"Mi....mi dispiace" Anche lei menti' anche se in fondo era contenta;

"Abbiamo capito che non facciamo l'uno per l'altra quindi...tutto ok,tranquilla....A Parigi,ci vado da solo"

"Quando parti?"

"Tra una settimana...Sto via un mese" Alexa sgrano' gli occhi,non era per niente bello riuscire a sopportare una cosa simile;

"Un mese....e' tanto tempo..."

"Ale io....Oddio....Senti dobbiamo parlare meglio di alcune cose: della gente che mi sta intorno,dei miei problemi...Io...io vorrei che tu venissi con me sai? Pero'....Ci sono delle cose che devi capire,dei meccanismi in cui non e' facile entrarci,e poi i paparazzi,le guardie,i giornalisti...e' ...e' odioso e io...quando dicevo che voglio proteggerti e' vero...Tu...tu devi promettermi che starai attenta,qualsiasi cosa tu senta dire o accada...."

"Michael ma io...davvero mi porteresti con te?"

"Hai capito? Devi promettermelo,e' solo un mondo di squali....E io...non voglio che ti faccia strane idee su di me,ok?"

Lei gli prese le mani e gliele strinse forte: lo guardo' poi sorrise:

"Promesso Michael...E' bellissimo cio' che hai detto,anche io vorrei venire con te,sei cosi' carino con me,sei...sei straordinario..."

"Io...un giorno riusciremo ad andare insieme da qualche parte,te lo prometto!"

Le loro mani si strinsero ancora: questa volta senza bende ne' fazzoletti, sorridevano timidamente e si toccavano senza guardarsi,concentrati solo sulla pelle liscia e sulle dita che entrambi si sfioravano ripetutamente a vicenda:

"Michael hai ancora il mio braccialetto!"

"Dubitavi?" Gli afferro' la mano e gli bacio' il dorso;
"E' un regalo meraviglioso,ma come ti e' venuto in mente..."

"Ecco,io...ho pensato che sarebbe stato carino se tu ne avessi avuto uno simile al mio"

"Al tuo?" lei alzo' il braccio e gli mostro' un piccolo braccialetto che le adornava il polso; un finissimo laccetto rosso sul quale erano incise due letterine "MJ" a brillantini;

"Lo porto sempre...da molti anni ormai e non lo tolgo mai,sono quando mi lavo...anche quando faccio la doccia...me lo rimetto ancora prima di asciugarmi i capelli"

"Oddio,davvero? Non ci avevo fatto caso...Beh adesso,tu mi porti al polso e io ti porto al mio,cosi'...possiamo stare sempre vicini!"

"Gia'..." sorrise senza aggiungere altro perche' non sapeva cosa dire;

"Allora...cosa hai portato? Quella borsa e' enorme!"

"Ma che enorme! E' come la borsa di Mary Poppins sai? E' piccola ma...piena di sorprese! Vuoi spiare? Ecco!"
rovescio' tutto il contenuto della borsetta sul prato:

"Ci sono i trucchi,la mia agendina,le chiavi,il portafoglio,i fazzoletti,ecc ecc...oh si e il mio walkman,non potrei mai stare senza musica,sai?"

"Ah si? E quale cassetta c'e' li' dentro?"

"Ah boh....Indovina,cosi' inizi a guadagnare punti per il premio...."

"Mmmmm non saprei...piu' sul rock o sul pop?"

"Sul pop! E' famoso dai! E' un cantante che non puoi non conoscere... Ha venduto milioni di dischi,ha fatto record su record...Tutti dicono che e' stravagante....oddio...un po' hanno ragione eh? Poi mmm...ha girato il video musicale piu' famoso di tutti,balla da Dio...ha una voce dolce e meravigliosa....Porta in scena il guanto,i mocassini...Dai chi e'?"

"Mi dispiace ma non ci arrivo!"

"No? Peccato...niente punto allora...ti avrei baciato ma se non ci arrivi..."

"No no,aspetta! Ecco! Mi e' venuto in mente! E' con la M per caso?"

"Il nome....si"

"Michael Jackson?"

"Ma bravo! Te lo meriti per aver azzeccato questo quesito difficilissimo!"

Gli bacio' il collo piano piano; poi sali' e diede dei piccoli bacetti su entrambe le guance tenedogli la mano.

"Ti ho dato anche l'extra...visto? Non sono poi cosi' cattiva"

Gli fece l'occhiolino e lui sorrise:

"Senti ma...Mi diresti una canzone delle mie che ti piace particolarmente?"

"Di Dangerous?"

"No anche...Anche piu' vecchia"

"Mi piace tanto "I just can't stop loving you".... L'hai...l'hai scritta per qualcuno?" gli chiese timidamente;

"Lo vedi che sei gelosa?"

"Guarda che era solo curiosita'...."

"Mmmm...Se lo dici tu...Comunque no,non pensavo a nessuna ragazza se ti interessa.Non ho mai scritto una canzone per una ragazza perche'...Ancora non mi sono mai innamorato davvero..."

Lei si senti' sollevata e lui capi' quanta gioia gli diede con le sue parole; Poi lui volto' lo sguardo sul contenuto della sua borsetta e vide uscire dal portafoglio u particolare di una foto che conosceva bene;

"Hey ma quei capelli....li conosco!" Disse Michael indicando la foto;

"Ehm...e' una cosina che tengo nel portafoglio...niente di che!"

"E' una foto mia quella vero?"

"Ehm....si" Era una foto del video di "Remember the time" gliela porse e lui la guardava,lei si avvicino' a lui e gli chiese:

"A proposito di capelli....Posso fare una cosa?"

"Ale non c'e' bisogno che mi chiedi sempre l'autorizzazione...vediamo cosa hai in mente....devo avere paura o no?"

Alexa allungo' la mano dietro alla sua nuca sfiorandolo con il polpastrello in quel punto cosi' sensibile che gli procuro' una scossa di brividi per tutto il corpo; poi arrivo' con la mano fino all'elastico che teneva tra i capelli e glieli sciolse gettandolo via. Torno' a guardarlo negli occhi e avvicino' timidamente le dita sui ciuffetti che gli ricadevano sul viso. Esito':

"Michael sono puliti...Non...non vorrei sporcarli"

"Fa pure" gli sorrise,cosi' lei continuo' piano piano arrotolandosi tra le dita i suoi riccioli fino ad affondare le mani tra la sua chioma sempre con piu' decisione:

"Devi scusarmi ma...Ho sempre sognato di fralo...Ho sempre immaginato di poter toccarti i capelli" Sorrise
"Mi piacciono tanto quando sono sciolti...Cosi'...sei piu' bello...."

"Ale ma adesso sono tutti struffati!"

Rise. Poi si distesero l'uno accanto all'altra su quel prato. Ormai era il tramonto e Michael la trovo' persa con lo sguardo fisso nel cielo:

"Ale che fai?" gli chiese;

"Un giochino...Vuoi provare?"

"Va bene ma...Posso tenerti la mano?"

"Si Michael"

Lui gli strinse la mano,stavolta co presa piu' salda,cercando si trasmetterle attraverso il suo contatto il suo amore che con le parole non riusciva a confessargli. Si guardarono per un attimo sorridendo: si misero a pancia in su e osservarono il cielo pennellato di macchie rose ed arancioni.

"Io...do la forma alle nuvole...Lo faccio sempre; l'ho fatto anche nel taxi quando sono arrivata qui a Los Angeles...dai prova,e' divertente! Basta usare un po' la fantasia,poi tutto viene da se'!"

"Va bene...Allora la'...vedo un elefante!"

"Quello di Elizabeth Taylor?"

"Ahahahah....si! E la'...la' vedo....un fiore...un girasole....Adesso Ale sta a te"

"Ok...la',in quella a sinistra vedo un ippopotamo...In quell'altra...vedo un pasticcino!"

Le loro mani continuavano a cercarsi sempre con piu' voglia. Ad un tratto Michael si giro' con il volto verso di lei e sorridendole e tenendole la mano,le disse con occhi dolci:

"Ale io....Ho una strana sensazione allo stomaco..."

"Anche io...." rispose lei sorridendo ma mostrando la sua tensione;

"Ale mi...Mi batte forte il cuore...."

"Anche a me..."

Michael prese la sua mano e la avvicino' sulla camicia nel punto in cui aveva il cuore per cercare di farle capire come si sentiva. Poi avvicino' il volto al suo ma non ando'oltre perche' lei si giro' di scatto dall'altra parte. Si sentiva cosi' ansiosa e cosi' tesa di affrontare il suo primo bacio con Michael Jackson. Non le pareva ancora possibile; tutto le sembrava nient'altro che un sogno,e si sentiva il cuore scoppiargli fuori dal petto.

"Ale dai...continua il gioco"

"Oh,si....Guarda....la' ci sei tu! Che balli sulle punte!"

"Vero,sembro proprio io....e la'...la' vedo..." prese coraggio
"Due persone che si baciano..."

"Dove Michael? Io non le vedo...."

Si giro' verso di lei e le accarezzo' la guancia: le loro labbra erano separate soltanto da pochissimi millimetri di spazio; la guardo' chiedendogli quel bacio con gli occhi; la guardo' come non aveva mai guardato nessun'altra ragazza in vita sua. Era lei quella per lui e adesso ne era piu' che sicuro.

"Come non li vedi? Sono proprio qui...davanti a te....Guarda meglio..."

Chiuse gli occhi e le sfioro' le lebbra. Lei si senti' morire e senti' il suo cuore andare a mille e a mille ancora; aveva i brividi,sudava freddo,aveva la mente in subbuglio,la vista appannata,non sapeva neppure dove si trovasse. Chiuse gli occhi a sua volta e dischiuse istintivamente le labbra: Michael sfioro' la punta della sua lingua ma non prosegui' perche' lei rimase immobile.Era un po' deluso e si chiese perche' lei non ricambio' il suo bacio fin da subito. Riapri' gli occhi e si stacco' da lei:

"Scusa Ale io....Non dovevo,perdonami...."

"E' stato bellissimo....." disse lei con gli occhi sognanti che non fissavano nulla;

"Eh?" disse lui,

"E' stato bellissimo...Fallo ancora"

Lo guardo' fisso negli occhi e stavolta fu lei a cercarlo: affondo' le mani sulla sua camicia fino a stringerne forte la stoffa; poi ne stacco' una da quel tessuto per far si che le sue dita si avviassero nella sua chioma scurissima; si avvicino' a lui e stavolta pote' assaporarlo fino in fondo: apri' la bocca e le loro lingue si incontrarono anche se molto pacatamente. Michael ando' a cercare la sua mano e le loro dita si intrecciarono. Alexa tremava,sentiva le sue mani sudate avvinghiate alle sue; poteva sentirne la vaniglia e la dolcezza direttamente nella sua bocca....Ma nell'affrontare il suo primo vero bacio con l'uomo che piu' amava su questa terra,fece una gaffe terribile che la costrinse a ritornare alla realta' dopo quel bacio cosi' fiabesco:

"Oddio Michael...ti ho morso la lingua!"

Si mise le mani davanti alla bocca e arrossi' terribilmente,


"E poi....Non respiravo!"

Aggiunse pensando alla terribile figuraccia che aveva fatto; lui la guardo' ancora incantato e scosso quanto lei per quell'emozione che gli aveva regalato: poso' nuovamente la sua testa contro la sua camicia e la accarezzo' lievemente sul viso con il dorso delle dita e poi sui capelli:


"Lo vedi perche' mi piaci? Mi fai stare cosi' bene,sei cosi' dolce,cosi' carina e poi oggi...sei stupenda come sempre! Ale io...voglio stare sempre con te...Mi piace stare con te e voglio restarci sempre....Vorresti essere la mia ragazza?"

Lei non rispose e si alzo' andando a sedersi sulla riva del laghetto: incrocio' le gambe e si mise a fissare l'orizzonte pensierosa; era lusingata,imbarazzata,ma allo stesso tempo insicura e piena di dubbi verso la sua richiesta.Michael le si avvicino':

"Hey,che succede...Ho detto qualcosa di sbagliato? Non mi hai risposto!"

"Michael ma sei sicuro di..."

"Si Ale,non sono mai stato cosi' sicuro...Tu mi piaci come non mi e' mai piaciuta nessun'altra ragazza,devi credermi" si avvicino' e l'abbraccio',

"Anche tu mi piaci ma...se poi non funziona? Io non voglio soffrire...Lo sai che...che per me non deve essere facile"

Lui gli prese le mani e la guardo' negli occhi cercando di scacciare la sua tristezza;

"Ale tu...Devi promettermi che ti fiderai solo e soltanto di me...Che ascolterai solo me e che non darai retta a nessun altro...va bene?"

"Ok Michael,ci provero' perche' tu....Sei la mia vita!"

Alexa gli diede un bacetto a stampo sulla bocca,poi improvvisamente Michael scoppio' a ridere: penso' a quanto fosse stato stupido a perdere tempo dietro a Vicky e ad averle chiesto di sposarla;rise di se' stesso.

"Michael perche' ridi? Io...lo so che faccio schifo a baciare!" lui sorrise,

"No pensavo...Pensavo ad una cavolata che avevo detto a Vicky"

"A proposito di Vicky....Adesso posso dirtelo: io....Sono contenta che non stai piu' con lei perche'....anche io sono gelosa di te!"

Gli sussurro' all'orecchio toccando i ricci che tanto le piacevano.

"Ale io oggi...sono contentissimo e tu...Non fai schifo"

"Si invece....Devi guidarmi....mi sento un'idiota! A me e' piaciuto ma non voglio deluderti...." gli disse con uno sguardo triste

"Oh,non dire sciocchezze....Non ti avrei baciata se non mi piacessi....Anche io lo desideravo da tempo...E poi...Hai un buon sapore sai?" le accarezzo' i capelli,

"Allora....Promesso su noi due?"

"Promesso Michael"

"E adesso....Vuoi baciarmi ancora? Senza pensare che fai schifo? Non voglio piu' sentire certe cose...Mai piu': ho baciato la ragazza che mi piace di piu' su tutto questo pianeta,ed e' questo l'importante,il resto non conta..."

"Non conta....nemmeno se ti ho morso la lingua?"

"No,non e' stato doloroso...perche'...me lo hai fatto tu"

Lei sorrise e si riavvicinarono di nuovo,sempre timidamente,ma fu per lei un po' meglio della prima volta anche se comunque nuova come sensazione: chiuse gli occhi e tornarono a baciarsi di nuovo,un po' piu' profondamente e per qualche minuto in piu'. Alexa si concentro' su quelle lingua cosi' morbida ma umida,pensando a quante cose contrastanti erano racchiuse in quel bacio.Michael adorava la sua lingua inesperta che accarezzava la sua con quei tocchi cosi' leggeri e certamente poco abili; ci sentiva la dolcezza,la purezza,l'innocenza; e lei,per quanto alle prime armi,ci mise tutta la sua inesperta passione; non allungo' le mani nelle parti basse del suo pantalone come tante ragazze avevano fatto con lui in passato; capi' di essere il primo per lei e ne fu stratosfericamente felice; si sentiva come un ragazzo alla sua prima cottarella e,per una attimo,lei gli fece dimenticare chi fosse. Le prese dolcemente la testa che lei poso' sulla sua spalla. La abbraccio' tenendola strettissima: oramai era sua e non se la sarebbe fatta scappare per tutto l'oro del mondo.

"E adesso...fammi un sorriso"

Gli prese il volto tra le mani cercando di scacciare la sua tristezza e lei sorrise:

"Cosi' ti voglio Ale...Non ti succedera' nulla,lo giuro su me stesso"

L'abbraccio' ancora piu' forte e le bacio' il viso,la fronte,le accarezzo' i capelli e le mani: cerco' in tutti i modi di rassicurarala.

"Io adesso...Sto con la ragazza piu' dolce di questo pianeta...e non permettero' che ti accada nulla...Mai e poi mai...e tu..devi promettermi che ascolterai e ti fiderai solo e soltanto di me...Promesso?"

"Va bene Michael...te lo prometto"

Gli diede un bacetto a stampo e tornarono a godersi quelle ultime nuvole rosastre prima che la notte le spazzasse via.
Il destino sembrava giocare a loro favore. Ma si sa...alle volte,il destino puo' anche andare contro i nostri progetti e contro la nostra volonta'.
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A GAME FOR LOVE Empty Re: A GAME FOR LOVE

Messaggio Da marina56 Lun Ott 17, 2011 11:53 am

Camicie,pantaloni,giacche e t-shirt erano sparpagliati sul letto matrimoniale di Michael. E poi,caramelle,libri,giornaletti,astucci,oggetti di tutti i tipi stavano intorno ad Alexa mentre era seduta a gambe incrociate al centro del letto.

"Sono contento che mi dai un consiglio per le valigie...Ale sono in crisi!"

"Michal se tu comprassi meno roba magari..." rise;

Michael le si avvicino' posando una mano sul letto per non scomporre le sue cose e le diede un bacetto sulla bocca.

"Allora Ale...Quale porto? Dai,ho bisogno di un consiglio femminile"

"E per fare cosa...Per essere bello per qualcun'altra? Te lo scordi il mio consiglio!" Lui rise;

"Oh,Ale! Stiamo insieme da..." si guardo' l'orologio;
"....due ore circa e gia' fai queste scenate! Avanti,su...Aiutami per favore!"

"Non e' questione di scenate,e' che...Non capisco che bisogno c'e' che tu ti metta tutto in tiro per andare in tour...E poi...Dovevi andare via proprio adesso? Proprio ora che potevamo iniziare a vederci di piu'? Di'...Me lo hai chiesto apposta oggi,vero? Non potevi dirmi che ti piaccio quando tornavi? Cosi'....Cosi' e' una tortura!"

Michael si mise piu' stretto accanto a lei scansando maldestramente tutti gli oggetti per farsi spazio intorno a se' e l'abbraccio' cingendole le vita con un braccio mentre con l'altra le accarezzava il collo.

"Allora...dimmi...Quanto tempo avrei dovuto aspettare prima di dirti....che mi piaci da impazzire? Sono sicuro che non lo ammetti ma...Nemmeno tu avresti resistito tanto,di' la verita'!"

"Resistito? Guarda che e' l'uomo a doversi dichiarare,io non te l'avrei mai detto pero'...ho cercato di fartelo capire!" gli dette un bacino sulla bocca,
"Sai...Quando l'altra sera ci siamo passati quei bigliettini e ti ho aperto dandoti quel bacetto sulla bocca e poi ho chiuso subito la porta,io...tu non mi hai visto ma...oddio,sembravo fuori da questo mondo...appena ho sentito le tue labbra mi...mi sono sciolta...Mi sa proprio che mi fai un brutto effetto,sai?"

Michael la guardava con occhi persi,sognanti,felici. Era cosi' contento di aver trovato quella ragazza che per una volta provasse un sentimento vero verso di lui. Si passo' piu' volte la lingua sulle labbra e poi torno' ad osservarla piu' da vicino. Lei gli passo' le mani tra i capelli dicendogli:

"Michael se...se c'e' qualcosa...a me puoi dirlo" lui sorrise,

"No,e' che...Io sono cosi' timido..."

"E' anche per questo che mi piaci,io odio gli sbruffoni...e poi...io e te in questo siamo uguali" lo blocco' lei,

"E alle volte...alle volte insicuro. Credevo di non piacerti...credevo...che una ragazza seria e dolce come te si meritasse un uomo che la riempe di attenzioni...e non un tizio che ogni poco prende e sta via a mesi!"

"Michael ma cosa dici...Non farmi arrabbiare,lo sai che senno' divento cattivella!"

Lo spinse giu' e si ritrovo' disteso sul lettoo.Alexa si mise al suo fianco anche lei distesa: si volto' e lo guardo' negli occhi:

"Ma tu...sei un uomo cosi' premuroso...E le attenzioni me le dai anche troppe...Nessuno ha mai fatto tutte queste cose per me...Oggi sono stata benissimo,mi...Mi hai fatto sentire importante...Semmai...sei tu che non ci hai guadagnato...sai,vorrei essere stata un po' piu' abile per evitare di morderti la lingua,io...sono davvero imbranata...perdonami!"

"Va bene,adesso ti prendo e ti butto dalla finestra!" la prese in collo come per alzarla,ma la rimise subito sul letto
"Ma cosa devo dirti per farti capire che mi e' piciuto? Io sono stato benissimo oggi,quando ci siamo baciati...e' stato il momento piu' bello di tutti anche se c'e' stato quel piccolo incidente...Ma sai perche' e' stato stupendo? Perche' ti ho baciata come non ho mai fatto...e...anche io mi sono sciolto,mi batteva il cuore come non mai...Amo quando le tue labbra cosi' sottili mi sfiorano....E poi...Mica sara' la prima e ultima volta che ci baciamo? Adesso che siamo insieme...posso riempirti di baci quanto voglio! Non farti questi problemi che non ce n'e' bisogno...puo' capitare le prime volte..." E inizio' a baciarla ripetutamente sulle guance e sulla fronte;

"Michael cio' che dici e' meraviglioso...Sai a cosa pensavo mentre..."

"A cosa?"

"E' cosi' buffo! Pensavo...a quante volte a casa ho baciato le tue foto e a quanto il tuo sapore sia piu' buono rispetto alla carta!" lui rise,

"Sul serio? E le mie labbra...di cosa sanno esattamente?"

"Mmmm,aspetta che te lo dico"

Lo guardo' sorridendo avvicinandosi con il volto a lui e spostandogli i ciuffetti di capelli che gli ricadevano vicino alla bocca; poi gli morse leggermente il labbro superiore sfiorandolo con la lingua. Alzo' gli occhi e si passo' un dito sulle labbra:

"Mmmm...Non lo so di cosa sanno esattamente,ma sanno di dolce"

"Di vaniglia?" gli prese la testa e lei affondo' il volto nella sua camicia,poi Michael l'abbraccio' forte;

"Non solo di vaniglia...anche di cioccolata,di panna,di crema,di marmellata...insomma...di dolce!"

Poi Alexa inizio' a giocherellare con i bottoni della sua camicia scorrendo le dita su e giu';

"Ale che fai?"

"Oh,niente,questa...questa e' la camicia del mio bacio con te...del mio primo bacio...Avro' diritto di guardarla! Mi ricordero' per sempre della tua camicia gialla,del tuo profumo di vaniglia e dei tuoi ricci"

"Ale...ti voglio cosi' bene...ho sempre sognato di trovare una ragazza dolce come te che mi distragga da tutte le cose cattive che fanno o mi dicono..."

"Dai Michael no...adesso...pensa a noi!"

"Hai ragione scusa...Sai e' un mistero per me il fatto che nessun ragazzo ti corteggiava...Ma toglimi una curiosita'...sono veramente cosi' idioti o...a te non piaceva nessuno?"

"Michael dicono tutti cosi'...adesso lo dici perche' stiamo insieme"

"No,non e' vero...Lo dico perche' lo penso"

"Beh,mi sono piaciuti alcuni ragazzi,si,ma...boh,semplicemente non ero ricambiata...capita a tutti,non e' poi cosi' strano..."

"Capito...sono tutti deficienti" la bacio' sulla fronte e le sorrise guardandola negli occhi:

"Sai che nemmeno io mi ricordo di cosa sanno esattamente le tue labbra?"

"Se vuoi rinfrescarti la memoria....fa pure"

Si avvicinarono per scambiarsi un altro bacio; si sfiorarono il naso quando DRIIIIIIN! Squillo' il telefono. Michael sospiro' alzando gli occhi verso il soffitto e Alexa sorrise imbarazzata chinando la testa.

"Michael teeeeeesooooorooooo!" Si scosto' l'apparecchio dall'orecchio:

"E' Liz" disse ad Alexa che poteva sentire la sua inconfondibile voce squillante attraverso la cornetta.

"Ciao Liz,cara...come stai?"

"Michael dovresti venire da me,ce la fai a passare a casa mia? Dovrei parlarti,e' abbastanza urgente"

"Oddio,allora...ehm,si...arrivo subito"

"Problemi Michael?" chiese Alexa

"Temo di si: quando Liz mi telefona a quest'ora non e' mai un buon segno. Vedi Ale...e' di questo che dovremmo parlare: vorrei che tu capissi che nella mia vita ci sono inconvenienti ed imprevisti tutti i minuti,e ci sono molte cose che purtroppo non posso controllare,ma devi essere sicura...io voglio che tu sia sicura...che non e' colpa mia e io...non vorrei che tu ti sentissi messa da parte perche' io...Io non voglio che nessuno ti faccia del male,ok?"

"Messa da parte? Non devi dire cosi',io capisco tutti i tuoi impegni,non e' un problema,non mi scordo chi sei e poi...mi fido di te" sorrise,

"Lo so ma...basta una cavolata per far cadere un castello,capisci cosa intendo?" lei gli accarezzo' la guancia,

"Michael adesso vai senno' fai tardi...Elizabeth ti aspetta...Ricordi cio' che hai detto tu a me? Nemmeno io voglio sentire sciocchezze provenire da queste magnifiche labbra che sanno di dolce...capito?"

Alexa traccio' il contorno delle sue labbra con un dito e gli diede un bacino sulla bocca.

"Ale io...Non so cosa dire...sei straordinaria...I'm embarassed" arrossi' un po',

"Che bello che sei quando lo dici" Michael le accarezzo' la guancia e le sorrise intimidito,

"Ti prometto che avremo dei momenti tutti per noi,vedrai,te lo giuro,e' una promessa! Ma hai bisogno di qualcosa? Hai fame,vuoi una coperta,vuoi che accenda l'aria,o la tv... tu....fa come fossi in camera tua,puoi usare tutto va bene? Puoi dormire qui se vuoi...purtroppo credo che faro' nottata da Liz"

"Michael tranquillo e' tutto apposto...Mi piaci perche' oltre che essere dolce sei cosi' premuroso...io,me la cavero' vedrai! Ti voglio tanto bene"

"Anche io" Si diedero un ultimo bacetto sulla bocca e poi Michael si mise la giacca di fretta per uscire.

***************************

"Ciao Liz....Allora,cosa c'e'?"

"Scusami Michael se sono stata cosi' precipitosa...Ho forse interrotto un momento intimo?" rise divertita;

"Oh beh,ecco...intimo intimo no,pero'...."

"Oddio tesoro mi dispiace"

"Liz hai presente quella ragazza che era al mio compleanno? Beh,ecco...ho preso coraggio e le ho chiesto di stare insieme a me"

"Davvero? Uh,e' fantastico,e' molto carina...Ascolta la vecchia Liz...Stavolta non hai sbagliato,fidati del mio intuito di Signora di una certa eta'...e' quella giusta...non ci ho mai scambiato mezza parola,ma e' quella giusta!"

"Oh Liz,te la presentero'. Infatti dovresti vederla: lei...non e' come le altre ragazze che ho avuto...credo...credo che mi voglia bene per quello che sono,per cosa sono e come sono e non per chi sono...capisci?"

"Infatti dovrebbe essere cosi' Michael,ti vedo felice,sono contenta per te! Abbracciami"

si abbracciarono e si sedettero su due poltroncine: erano divisi soltanto da un tavolino centrale e stavano uno di fronte all'altra. Liz gli verso' un po' di succo in un bicchiere:

"Tieni Michael,ti servira' perche'...." giro' gli occhi su una pila di giornali

"Oh no...Oh no...Cosa e' uscito fuori stavolta che ancora non sappia gia'? Oddio Liz non ce la faccio piu'...Mi sono stancato!"

Si mise le mani sugli occhi stropicciandosi il volto.

"Michael questa volta sono andati un po' oltre a dir la verita' "

Liz si alzo' e poso' la rivista al centro del tavolo. Proprio di fronte ai suoi occhi,Michael vide una copertina raffigurante una sua foto che lo ritraeva sul palco durante il dangerous tour,e sotto un quadratino piu' piccolo con una scritta rossa: "ESCLUSIVO-RAGAZZA ANONIMA RIVELA "LA MIA NOTTE DI [CENSORED] CON IL RE DEL POP"

Liz resto' a guardare i suoi occhi tristi ed arrabbiati al tempo stesso. Era in collera con la stampa,con le persone meschine e crudeli; era in collera con se' stesso e con il mondo. Avrebbe voluto strappare i cuscini del divano,attraventare alla'ria qualche vaso; si sentiva esplodere in ogni lembo del suo corpo; avrebbe voluto essere una persona come tante,un uomo qualunque,ogni volta che leggeva qualcosa su di lui,qualche notizia falsa,credeva che fosse il massimo,ma poi gli bastava aprire un qualsiasi altro giornale come fece quella sera,per capire che il fondo non era stato ancora toccato. Ogni volta era una storia nuova ma il motivo era sempre lo stesso: il denaro. Perche' non siamo ancora ai tempi del baratto? Si chiedeva tra se' e se'....I soldi...sono soltanto pezzi di carta,di carta! E guarda come riducono la gente....La riducono peggio di lupi assassini,peggio di un branco di cani famelici che corre disperatamente dietro alla sua preda per procurarsi la porzione di vivere quotidiano.

Stava a gambe larghe accasciato completamente sulla poltrona; sbruffava e buttava fuori tutta la rabbia che aveva in corpo come per farla uscire. Sospiri dopo sospiri: potenti,decisi,che trasmettevano il suo nervosismo e la sua pazienza che oramai era andata abbondantemente oltre il limite.
Non guardo' neppure la copertina: ribolliva in se' stesso picchiettandosi le dita sul naso per alcuni minuti,poi,ebbe uno scatto:

"Guarda Liz...Lo leggo...Solo per vedere fino a che punto puo' arrivare la gente"

Afferro' velocemente la rivista per impossessarsene; gli faceva quasi schifo a toccarla,sentiva le bugie e le menzogne al solo tatto della carta sui suoi polpastrelli; ne percepiva la crudelta' e la sfacciataggine. L'apri' di scatto,cosi' veloce che gli angoli delle pagine si strapparono. Lesse ad alta voce:

"pagina 40.... Ecco.... "E' stato circa dieci giorni fa,ero a lavoro da ***** e all'improvviso e' arrivato Michael con tutte le sue body guard. E' stato per un po' in negozio,e io lo osservavo da dietro al bancone. Non sapevo esattamente cosa facesse o cosa volesse comprare,cosi',ho solo fatto cio' che faccio ogni giorno: mi sono avvicinata da semplice commessa e gli ho chiesto se era alla ricerca di qualche prodotto particolare. Lui mi h adetto che stava cercando un bagnoschiuma al gusto di ****** cosi' io ho provveduto a procurarglielo. L'ho trattato da semplice cliente anche se ero consapevole che avevo di fronte Michael Jackson! Qundo e' arrivato alla cassa e mi ha guardato in un modo inconsueto,mi e' saltato il cuore in gola!Ha aspettato che le sue guardie andassero un po' piu' in la',mi sono ritrovata faccia a faccia da sola con lui e si e' frugato in tasca; io pensavo tirasse fuori il portafoglio,invece mi ha dato un bigliettino e mi ha detto "Questo e' il numero della mia suite...Perche' non vieni a trovarmi?" Io non riuscivo a credere che fosse vero,mi era sempre piaciuto,era sempre stato il mio idolo sin da quando ero piu' piccola,io ho preso quel foglietto con le mani che mi tremavano e poi mi sussurrato nell'orecchio "Porta un costume" E se ne ando' cosi' salutandomi dalla porta,e io la' che ero come incantata: mi ha rapita dal primo istante in cui l'ho visto.
Sono stata giorni e giorni a pensare a cio' che dovevo fare: so che e' famoso,che e' sempre circondato dal suo staff,cosi' ero leggermente imbarazzata e un po' intimortita,ma mi sono fatta coraggio,e un pomeriggio,senza nemmeno accorgermene,ho alzato la cornetta e l'ho chiamato: gli ho detto "Ciao Michael sono *****" e lui mi ha detto "E' cosi' che tui chiami? Che bel nome...Allora facciamo stasera?" E io ho detto "Sei all'hotel ******?" e lui "Stanza numero ***....qui alle 10.00"
Io ho fatto del mio meglio per rendermi presentabile,ma non sapevo esattamente cosa indossare o cosa comportarmi,pensavo di non essere all'altezza della situazione: sono entrata e la stanza era strabiliante: Mchael mi e' venuto incontro e mi ha invitata a sedermi sul tappeto. Era cosi' bello e al tempo stesso dolce: ha preso dei giocattoli e ha iniziato a maneggiarli davanti a me facendomi ridere mentre ci raccontavamo cose sulle nostre vite e sulle nostre esperienze. Da li' ho capito che avevamo un bel po' di cose in comune e che la serata non sarebbe stata soltanto una semplice cena. C'erano fiori freschi e candele sul parquet e in bagno....Ero sempre seduta quando avvicinandomi mi ha detto "Allora,ce l'hai gia' sotto il costume o devo mettertelo io?" facendomi l'occhiolino. Poi mi ha baciata immediatamente senza che nemmeno potessi realizzare cio' che stava succedendo. Ha iniziato a scendere con le mani lungo il mio jeans e poi mi ha sbottonato la camicia; mi ha presa in collo e mi ha buttata nella vasca da bagno che ero ancora vestita,mi ha seguito e mi ha detto "Avanti,voglio vedere il costume",csoi' io mi sono sfilata il jeans e lui ha allungato la mano toccandomi *****,cosi' io ho sentito una forte eccitazione e ho iniziato a spogliarlo anche io. Mentre aprivo la sua camicia rossa e le nostre lingue si intrecciavano insieme,ha allungato il braccio prendendo la boccetta di bagnoschiuma che aveva comperato al negozio dove lavoro,me lo ha messo davanti agli occhi e mi ha detto "Ti andrebbe di farmi un bagnetto? Come i bambini...lavami...dappertutto" mi ha guardato intensamente facendomi capire le sue intenzioni,poi abbiamo continuato a toccarci da sotto l'acqua...Io mi sono avvicinata ai suoi punti piu' sensibili e gli e' uscito un piccolo gemito dalla bocca. Ho capito a quel punto la sua voglia di me,cosi' mi sono tolta la camicia mostrando il bikini che mi ero messa,lui mi ha guardata e mi ha toccato il seno,poi....."

Nota dell'autore; CONTINUA..... (nel prossimo numero)

"Dai Michael non te la prendere" cerco' di confortarlo Liz;

"Questa.....questa e' spazzatura!"

Riverso' tutta la sua disperazione trangugiando il suo succo. Era sconcertato,sconvolto...Ancora una volta erano riusciti ad umiliarlo,a giocare con la sua immagine a scopi di denaro. Aveva il magone in gola e Liz lo avvicno' abbracciandolo:

"Michael tesoro....Adesso non pensarci....Dai vieni a dormire,ti ho preparato il pigiama. Ma sapresti dire chi puo' essere stato?"

"Liz no,non ne ho idea ma...sai quanto sono riservato su certe cose..ma chi puo' arrivare a tanto...e' tutto falso,lo sai che io...Non farei mai una cosa cosi'...oddio Liz,mi si stringe il cuore,io...adesso Alexa...se lo sa...e se poi non mi crede? Oddio Liz io non voglio che lei si allontani da me adesso...adesso che sono riuscito ad avvicinarmi a lei...Ma...ma perche' io non ho diritto alla felicita'? Perche'? Perche' Liz...Perche'?"

"Michael vedrai che insieme risolveremo la situazione,scopriremo chi e' stato,e la tua Alexa...Non sara' di certo una fesseria da tabloid a portartela via...Non accadra' mai...Non accadra' dovessi scalare la piu' alta delle montagne con queste vecchie gambe...Lo sai che sei come un figlio per me,adra' tutto bene...andra' tutto bene"

Lo abbraccio' mentre Michael tratteneva a stento le lacrime: lo martellava l'idea che Alexa lo avesse lasciato per quella menzogna,o che non si fosse fidato di lui,o che avesse dato peso ed importanza a quella notizia.
"Non ho diritto alla felicita'" . Era stato uno dei giorni piu' belli e dintensi,uno di quei giorni da piazzare nella bacheca dei ricordi piu' emozionanti: aveva dato un bacio meraviglioso a quella ragazza che considerava cosi' preziosa per lui,e invece era stato costretto a spazzare via momentaneamente dalla sua testa quel ricordo cosi' splendido per colpa solo e soltanto dell'ennesima pugnalata alle sue spalle. Come aveva detto ad Alexa qualche ora prima "Basta una cavolata per far cadere un castello",e lui,in cuor suo,sperava che quella non fosse la prima pietra a far tremare quel castello d'amore che con tanto impegno e dedizione stava costruendo per lei e insieme a lei.
Chissa' cosa ancora riservera' il destino: nemmeno lui,nemmeno Michael Jackson,per ora,poteva controllarlo.

CONTINUA...


Devi dirglielo Michael...Devi dirle che e' tutta una menzogna prima che ci creda"

"Io Liz...Io trovero' un modo. Questa non e' una notizia come le altre,qui si tratta di una questione delicata che...che non fa piacere e io...io le ho promesso che non la faro' mai soffrire...Mai e poi mai,l'ho giurato,dovessi morire adesso...So cosa si prova e non voglio che lei stia male per questa solita spazzatura!"

"Purtroppo Michael ci sono delle cose che non puoi controllare"

"Beh,posso risolverle pero'!"

"Michael,caro,lei capira',vedrai"

Michael non rispose afferro' la rivista sbattendo la porta di casa di Liz.

*******************************

Passo' rapidamente dall'hotel,giusto il tempo di poterla salutare ancora prima di andare alle prove. Non gli importava se fosse arrivato in ritardo,aveva un terribile bisogno di vederla; anche solo per un secondo e sarebbe cambiato tutto. Aveva bisogno di quella ventata di dolcezza che solo lei gli sapeva trasmettere; una dolcezza cosi' potente da trasformare quella che si sarebbe preannunciata un agiornata grigia e cupa.
La porta era accostata; attraverso' il corridoio fino al letto centrale in punta di piedi per non far scricchiolare il parquet e la vide avvolta tra le lenzuola che abbracciava il suo peluche. Michael si sedette adagio al suo fianco e resto' ad osservarla per un po': penso' alla fortuna del suo Mikey,penso' a quanto avrebbe voluto essere al suo postoper essere stretto e coccolato da lei. Sorrise per il suo stesso pensiero. Sarebbe potuto restare accanto a lei per ore,semplicemente per vederlas dormire: gli pareva cosi' bella immersa nei suoi sogni; le accarezzo' i capelli e lei si mosse leggermente ma non si sveglio'. Nel muoversi,si ritrovo' a pancia in su: Michael chino' la testa e le diede un bacio sfiornadole appena le labbra. Fu allora che Alexa apri' gli occhi e vide il suo splendido e raggiante sorriso:

"Hey,fai come il principe azzurro...Sei venuto a svegliarmi dal mio sonno profondo" gli sorrise accarezzandogli la guancia,

"Wow,anche un principe..."

"Si,oggi lo sembri,hai anche la camicia blu"

Michael prese la sua mano ed inizio' a baciarne il dorso ripetutamente.

"Sei sicura che assomiglio ad un principe? Ma i principi non hanno i capelli biondi? E gli occhi chiari?"

"Mmmm...sai che ti dico? Gli autori delle favole non capiscono niente perche' se fossi io a descrivere un principe...lo descriverei proprio come te perche' i capelli scuri sono piu' belli e poi...adoro i tuoi occhi"

"Hey basta con tutti questi complimenti,non e' carino che sia la ragazza a farli,lo sai?"

"Beh...Mi andava di dirtelo"

"Allora...posso stare io al suo posto,o...preferisci lui?" indico' il peluche,

"Dai,ma che sei geloso anche di un peluche...non essere scemo!"

"Geloso di un peluche? Ma che! Allora...posso sedermi accanto a te?"

lei annui'; Michael si sedette accanto a lei mentre Alexa era ancora sotto le coperte:

"Allora Ale...cosa hai fatto ieri sera?"

"Ieri sera ho guardato un cartone e ho mangiato tutte le tue caramelle,poi ho letto Topolino e poi mi sono addormentata,tutto qui.... Ah,non ho spiato niente,non ho ciacciato tra le tue cose"

"Ma che dici Ale"

"No,sai,vorrei che capissi che non sono invadente...chiunque entrando qui non si sarebbe lasciato sfuggire l'occasione! Ma a me piace scoprire le cose...un po' alla volta....Mmmm,chissa' quanti segreti mi nascondi"

"Ale! io...io non potrei mai nasconderti niente,adesso che stiamo insieme io...sono un libro aperto per te."

("Non mentirle cosi',non essere cosi' bugiardo Michael,diglielo...Digli di Vicky e parlale di quella notizia dei tabloid." ) Era la sua coscienza a chiederglielo,a spingerlo a confessare tutti i suoi piccoli segreti che ognuno di noi custodisce ma che,seppur piccoli,alle volte non sono per niente insignificanti. Nulla. Era piu' forte di lui: gli bastava guardarla per aver paura di farle del male; aveva troppo il timore di ferirla. Era certo che se la sarebbe sbrigata da solo,ancora non sapeva esattamente come,ma sentiva che sarebbe riuscito a risolvere entrambe le questioni prima di recare altri danni alla ragazza a cui teneva di piu'.

"Michael tutto bene?"

"Oh si ehm...allora..."

"Michael ma cosa aveva Elizabeth? Perche' tu...sei andato da lei,vero?"

"Oddio Ale,dubiti? Doveva parlarmi di un problemino,personale...nulla di grave,e poi mi ha chiesto se rimanevo a dormire da lei,ehm...tutto qui"

Alexa sbuffo' poco convinta.

"Non lo so Michael,lo so che stiamo insieme soltanto da ieri ma,beh,alle volte ti perdi in te stesso come...come se pensassi a qualcosa che io non debba sapere..."

"Oh no Ale,non dire cosi'...tu...tu devi credermi,e' che,beh,non puoi pretendere di conoscere una persona in un giorno e io...non sono perfetto,ho i miei difetti come tutti anche se sono Michael Jackson"

"Questo lo so ma...ecco io do importanza alla fiducia,lo so,ma sono fatta cosi',mi fido di te e vorrei che...che se non va qualcosa me lo confidassi,lo so che non posso darti consigli sul lavoro pero',farei del mio meglio per te"

"Oh Ale...sei adorabile" le sorrise per cercare di rassicurarala;

"Nemmeno tu mi conosci bene...Qundo mi conoscerai...scapperai a gambe levate!"

"Ale ma cosa dici...a me piacerai sempre"

Michael le dette una serie di bacetti sulla bocca,prima leggeri,poi sempre piu' insistenti; poi torno' a guardarla tenendole il volto tra le mani:

"Ti adoro Ale" lei sorrise,

TOC! TOC! Michael si alzo' per andare ad aprire "Oh,ma chissa' chi e'..."

Senti' un rumore di spicci e lo vide tornare con un enorme vassoio tra le mani,

"Michael ma...mi hai portato la colazione!"

"Si,ti va di mangiare insieme? Dieci minuti,poi devo scappare"

"Ma certo!" fece un balzo in avanti abbracciandolo forte,

"Hey,attenta senno' cade tutto"

"Oops!" rise; Alexa spalmo' la marmellata su un toast e lo imbocco'.

"Che bello,mi sembra di essere tornato a quando avevo quattro anni!"

"Mangia...Da bravo,che ti serviranno tante energie per affrontare la giornata di prove che ti aspetta"

"Oddio Ale,devi imboccarmi piu' spesso,e'...e' troppo comodo cosi',e poi e' divertente!" rise,

"Non ci prendere l'abitudine pero'..."

Poi Alexa gli verso' il Cappuccino e lo poso' vicino alle sue labbra per farlo bere: quando scosto' la tazza,lo vide pieno di schiuma un'altra volta; gli sembrava cosi' buffo quando si sporcava tutto senza nemmeno accorgersene; cosi',ogni volta che lo vedeva scoppiava a ridere.

"Michael ti sei sbrodolato di nuovo!" prese il fazzoletto e puli' la sua bocca,

"Mmmm,pero' mi sa...che sono ancora un po' appiccicose"

disse Michael a bassa voce sperando che lei gli desse un bacio; Alexa si aggrappo' piano al colletto della sua camicia e passo' lievemente la lingua nel centro delle sue labbra,rapidamente per tornare subito al suo posto.

"Te l'ho detto che sono dolci...Oggi sanno di Cappuccino"

Michael l'abbraccio' mettendogli un braccio dietro alla schiena:

"Allora Ale,cosa farai oggi?"

"Oggi? Vado un po' in citta',l'ho promesso ad Oliver e Sebastian,sai quelle cose da uomini...videogiochi,macchinine...ecco,vogliono passare a vedere un paio di posti"

"Oh capisco ma...ehm" arrossi' un po';

"No dai Michael,sono i miei amici,lo sai questo"

"Ci...ci hanno mai provato con te?" Michael arrossi' di piu';

"Michael ma che dici? Questa e' quasi un'offesa per me...Mmmm ho capito,non credi nell'amicizia uomo-donna vero?"

"No...no,non e' questo...pero' ecco se...se allungano le mani femali ok?"

"No...mi faccio toccare dappertutto hai ragione! Michael....tu non ti fidi di me!"

"No non mi fido degli altri...so bene come sono gli uomini"

"Ah e allora perche' tu non ci hai provato spudoratamente con me?"

"Beh perche' io...perche' io sono un gentiluomo!" le accarezzo' i capelli,

"mmmm seeee...l'ho gia' sentita questa,se vuoi ti dico anche dove: intervista di Oprah a Neverland....ti ricorda qualcosa?"

"Uuuuu beh sei preparata ...sia come fan che come fidanzata,complimenti!" rise,

"Si si Michael,cambia discorso...Guarda che occhi e che sorrisetto furbo che hai!" Lui rideva accarezzandole la guancia divertito,

"Lo vedi che sei gelosa anche te un pochino? E poi scusa,io con te non sono stato gentile per caso?"

"Ma si che lo sei stato Michael..." SMACK! Gli dette un bacio sulla guancia cosi' forte da far rumore;

Silenzio. Restarono a sfiorarsi sulle guancie,sui capelli,sulle labbra,mentre erano intenti a finire il pasto.

"Oddio,e' tardissimo!" grido' all'improvviso Michael sobbalzando dal letto
"E questo....E' per lei" le porse il fiore che stava nel vaso del vassoio;

"Grazie" lo guardava estasiata occupata ad odorare tutto il suo profumo,

"E di che....Ci vediamo stasera allora" Gli dette un bacino e usci'.

********************************

Entro' negli studi poco dopo.

"Ciao Michael,prendiamo posizione?"

"No,niente posizione...Tutti nel mio ufficio....immediatamente!"

Era deciso,determinato; pronuncio' quelle parole in modo nettoe tagliente.

"Nervosetto oggi eh?" Sussurro' Travis all'orecchio di Siedah,

"Mmmm gia'...Chissa' perche'" replico' lei con un leggero sorriso furbetto
Michael si mise i piedi dietro alla scrivania e gli altri collaboratori entrarono mettendosi allineati anch'essi in piedi. Tutti si guardavano con sguardo interrogativo; non capivano ne' cosa stesse succedendo ne' del perche' Michael li avesse convocati; non lo capivano prorpio dato che Michael viaggiava ripetutamente su e giu' lungo il bordo del tavolo in legno e a braccia conserte. Poi d'un tratto apri' il cassetto e attravento' la rivista facendola scivolare sulla scrivania di modo che la copertina fosse rivolta verso i presenti. Alla vista del giornale Siedah cerco' di rimanere impassibile,cerco' di far finta di niente,di stupirsi come tutti gli altri o altrimenti Michael avrebbe sospettato di lei.

"Allora...Tutti zitti? Beh spero che almeno vi rendiate conto di avermi messo in un bell'imbroglio!"

Continuava a guardare tutti con sguardo estremamente arrabbiato; Travis lesse meglio il titolo sulla copertina e non pote' trattenersi dal ridere:

"Che c'e' Travis...ti fa tanto ridere?"

"No Michael,e' che...." si mise le mani davanti alla bocca per non ridere nuovamente,

"Io non mi permetterei mai di chiedervi certi particolari...Vi sembra normale? No ma dico...vi sembra normale? Ne ho lette di tutti i colori sul mio conto ma cosi'...mai! E tutto per un po' di soldi,soldi...che sono pezzi di carta...carta! Cosa cercate eh? Ditemelo! Volete un aumento di stipendio? Vi daro' un aumento di stipendio,ma per favore,per favore...non toccate certi argomenti! Vi rendete conto di quanto personali siano certe cose? Cose tue intime,private spiattellate a tutti!"

Apri' un altro cassetto e inizio' a scrivere strappando la carta:

"Ecco gli assegni,ok,di quanto devo aumentare? Di duemila?" Tutti zitti

"Non vi basta? Ok aggiungo cinquemila,non e' un problema"

Era sempre piu' irritato dal loro silenzio. Non si capacitava di come fossero tutti li' davanti a lui come se non si curassero minimamente dell'accaduto.

"Ragazzi io vi considero una famiglia,un asquadra! Non sto dando la colpa a nessuno di voi adesso,e non voglio saperlo perche' se fosse cosi' sarei totalmente amareggiato da voi dopo tutto cio' che abbiamo condiviso...Detto cio',non posso sorvolare sopra la questione perche' e' capitato tutto in un momento...beh ecco diciamo che non era l'attimo piu' adatto a far uscire questa notizia!"

"Michael ma scusa se te lo chiedo ma ecco....e' tutto....vero?"

"Oh andiamo Travis! Io non voglio certo parlarvi delle mie cose ma....ok dimmelo tu...questo...questo puo' sembrarti reale?"

Gli porse la rivista e Travis incuriosito si mise a leggere meta' dell'articolo sottovoce

"Allora Travis? Dammi un'opinione...o sono io che esagero forse?"

continuava a gesticolare nervosamente: si metteva e si toglieva gli occhiali,camminava senza fermarsi,accendeva e spengeva la lampadina,non poteva far altro che pensare ad Alexa e alla sua reazione.

"Beh ecco Michael...ecco,la fantasia ce n'e' questo non posso negarlo!"

"Tombola!" Michael batte' le mani,
"Allora la vedete l'assurdita' della situazione!" scuoteva il capo incredulo.

"Michael....senti...me lo presti quel bagnoschiuma,fa miracoli con le donne a quanto pare!" Disse Travis per cercare il suo umore scorbutico e intrattabile,

"Travis! Via dal mio ufficio....Via!" Se ne andarono tutti tranne Siedah

Michael si sedette in terra con il volto rivolto al vetro della finestra: vide le nuvole di quella mattinata e subito penso' al giochino di Alexa che per un attimo lo fece sorridere spazzando via dalla sua testa quella tensione che si era accumulata tutta insieme per l'ennesima menzogna dei tabloid.
Siedah gli si avvicino' toccandogli la spalla,Michael si volto':

"Michael vedrai che andra' tutto bene...vedrai che risolverai questa cosa e io...io faro' il possibile per aiutarti,te lo prometto"

Gli mise le mani sulle spalle mentre era di fronte a lui: non poteva fare a meno di pensare a quando finalmente sarebbe riuscita a sbarazzarsi di Alexa cosicche' lui sarebbe potuto essere suo anche solo per una notte; sentiva che sarebbe riuscita a conquistarlo,ad usare il suo potere ammaliante per farlo cedere prima o poi. Lei otteneva sempre cio' che voleva,e questa volta non sarebbe stato diverso,doveva soltanto evitare che Michael sospettasse di lei,e infatti fu cosi':

"Grazie Siedah,sei un'amica"

"Preeeeeeego Michael,per me e' un piacere" e usci' borbottando tra se' "Amica? Oh vedrai che presto,molto prtesto saro' un'amica moooolto intima per te" si ripeteva in testa mentre il suo solito sorriso malizioso ma soddisfatto apapriva come sempre sul suo volto.

**************************************

Dopo aver preso un gelato, Oliver, Sebastian ed Alexa si diressero al negozio di videogiochi.

"Hey Ale guarda qua!" Migliaia e migliaia di giochi di ogni genere: azione,sport,avventura,spionaggio...e poi le macchinette per giocarci in anteprima prima di acquistarli;
"Ahahaah c'e' persino quello di Smooth Criminal guarda....perche' non andiamo a provarlo?"

"Oh tu e Oliver andate,io vado a prendermi un frappe',arrivo subito!" usci'

"Dai Oliver vieni...ti sfido! Non mi batterai tanto facilmente, "Smooth Crminal e' la mia canzone preferita!"

"Ah si? Guarda che io e Ale giochiamo sempre ai videogiochi,sono bravissimo,ti daro' filo da torcere vedrai!"

Le levette e i pulsantini facevano rumore continuo; si stavano affrontando con lena finche' Sebastian non fu distratto dalla voce di una ragazza che giocava con una sua amica alla consolle proprio accanto alla loro:

"Ashley hai letto? Ma chi e' questa str***a? No ma dico...hai letto tutti i particolari? Ma che fortuna,ma perche' le cose tutte alle altre? Oddio quanto la invidio! Se scopro chi e' l'ammazzo! Con Michael capito!"

"Ashley sempre questo Michael Jackson...i tuoi sono solo sogni,questa invece e' la realta'!" Sebastian ascoltava sempre piu' incuriosito,

"Si ma hai sentito? Se e' una commessa...potrei conoscerlo anche io e passarci una notte di [CENSORED] come lei!"

Sebastian tossi' quasi affogandosi con la caramella ricoperta di cioccolata che stava prendendo dal pacchettino delle MeM'S.

"Tutto bene?" le disse la ragazza

"Oh si grazie...No e' che...Sono un grande fan di Michael Jackson e sentivo che parlavi di lui...e' uscito uno scoop su di lui per caso?"

"Oh si,beh...sei un ragazzo,non credo ti interessi granche', comunque tieni"

Gli porse la rivista. Sebastian ancora ad occhi sbarrati tiro' Oliver a se' prendendolo dalla manica della t-shirt con forza e facendogli perdere l'intera partita; anche Oliver rimase stupito: i loro occhi scorrevano increduli lungo quelle righe. Il bagnoschiuma,la vasca,la suite,non potevano crederci. Oliver penso' subito a quanto Michael gli fosse sembrato quella mattina in cui lo aveva incontrato nella hall; gli parve cosi' sicuro dei sentimenti per Alexa,e invece adesso era costretto a rimettere in gioco l'opinione che aveva su di lui. Era bollente: nessuno poteva permettersi di farla soffrire. Allontano' gli occhi dalla rivista ringraziando le ragazza e in quel momento apparve Alexa:

"Ragazzi andiamo! Devo passare a comprare una cosetta per Michael"

Era raggiante,felice,sorridente,adesso che stava con Michael il suo umore era cambiato: era piu' bella,piu' radiosa,piu' serena. Oliver era ancora concentrato sulle righe lette poco prima; avrebbe voluto dirglielo ma non cio riusci': doveva ancora metabolizzare il fatto che probabilmente si era sbagliato sul conto di Michael,che lui era come tutte le altre star e che si portava in camera chi voleva. Non gliene fregava niente di Alexa,la stava solo prendendo in giro; gli parve cosi' ingiusto e sleale approfittarsi della sua innocenza e della sua bonta'; si promise di dargli una lezione non appena lo avrebbe rivisto. Si nascose prontamente la rivista sotto la maglietta e uscirono dal negozio per dirigersi al Disney Store.

"Vedete ragazzi,voglio comprargli quello...il puzzle con tutti i personaggi Disney...che dite,gli piacera'?"

Esitarono. Quell'articolo aveva sconvolto entrambi: si scambiavano degli sguardi per cercare di confessarle cio' che avevano letto,ma non riuscivano prorpio a dirglielo,non in quel momento,era come dire ad una bambina che in realta' Babbo Natale non esiste: la vedevano cosi' presa da Michael,cosi' contenta e cosi' orgogliosa che lui l'avesse scelta tra migliaia che non sapevano cosa escogitare per farla tornare alla cruda e triste realta'.

"Ale ma...non e' un po' presto per i regali?" disse Oliver,

"Regali? Ma questo non e' un regalo,e' un pensierino,glielo daro' prima che parta cosi'...cosi' quando sara' via pensera' a me" disse sorridendo

"Ale svegliati....Non pensera' a te...ti sta usando.ti sta usando e basta! Non cadere nelle morsa della sua dolcezza,del suo sorriso e dei suoi modi gentili,e' tutta finzione...e' tutta finzione come quand'e' sul palco" si diceva Oliver tra se' mentre Alexa si rigirava in mano l'enorme scatola contenente le tesserine.

"Ragazzi che c'e'? Siete strani....Ah,ho capito,avete cuccato al negozio di videogiochi eh? Vi ho visto parlare con quelle due ragazze molto carine"

"Ehm....dai torniamo in hotel che ti raccontiamo" Pago' e andarono via.

************************************

Rientrati nella suite di Michael,Oliver e Sebastian erano ancora in cerca di una soluzione: gli pareva di dover salvare l'impossibile e non sapevano proprio come sarebbero riusciti a sbrogliare quella situazione.
Continuavano a stare impietriti nel loro silenzio cercando qualcosa che fermasse il loro nervosismo,ad esempio mangiare un intero pacchettino di caramelle oppure sfogliare le pagine di Topolino accartocciandole mentre Alexa era alla scrivania per completare il pacchetto destinato a Michael.

"Ecco fatto! Rosso come piace a lui! Scusate ragazzi,vado un attimo a cambiarmi cosi' poi mi raccontate..."

Entro' in bagno e i suoi amici sentirono l'acqua scorrere: approfittarono del fatto che lei si stesse lavando per parlare della situazione: Oliver estrasse la rivista da sotto la sua t-shirt e la rilessero insieme per la seconda volta:

"Ma secondo te Sebastian chi e' questa ehm...poco di buono,devo dire cosi'?"

"Oddio non saprei pero'....cavolo se lei legge...stende! E deve anche arrivare la seconda parte! Hai capito...tutto angelico e poi sotto sotto,guarda cosa combina!"

"Cioe' non so se ti e' chiaro che lo ammzzo! Lo ammazzo! Poi ci sara' un titolo "Ragazzo fa rissa con MJ" Non puo' trattarla cosi'...l'hai vista quanto e' felice? Lei e' tutto per me ma...chi si crede d'essere?"

"Dobbiamo dirglielo...Fa male ma...meglio la verita' scomoda di una bugia detta per fare bella figura...L'amicizia vera e' questa,no? Adesso quando esce dal bagno gli diciamo tutto senza paura ok?"

"Ok le diciamo tutto...inizia tu"

"No tu"

"Dirmi tutto...cosa?"

Alexa usci' dal bagno: era truccata,sistemata e indossava una minigonna rosa ed una camicietta bianca con un fiocchettino al collo; dei braccialetti di strass e perline adornavano il suo polso sinistro;

"Ehm no niente...." Sebastian nascose la rivista;

"Te l'ho dico io....Sei troppo bella per lui!" Oliver scatto' dal letto

"Eh?" chiese lei con sguardo interrogativo,quasi non riconoscendo il suo amico,

"Oliver intendeva dire....che...che stasera sei molto bella...Dove andate tu e Michael?" cerco' di coprire quel discorso che stava per dirle,

"No! Assolutamente! Io intendevo dire...questo!" intervenne Oliver,

No ce la fece piu' e attravento' la rivista di fronte ai suoi occhi: Alexa lesse la copertina e si lascio' cadere sul tappeto incredula:

"E'...e' uno scherzo,vero? Perche' a voi...piace scherzare,giusto? Giusto?"

Sospirava e tratteneva il singhiozzo: reggeva tra le mani tremolanti il giornale; si passava la lingua sulle labbra freneticamente e si senti' scoppiare la testa tutto d'un tratto.

"Ale non...non leggerla dai...ridammela" le disse Sebastian

"No no! Invece Ale devi leggerla! Devi capire quanto e' str***o Michael e come ti sta usando...che bugiardo,che falso...."

Lei lesse l'indice e ando' a pagina 40 con lo sguardo nel vuoto: prima riga,tutto ok; seconda riga,tutto ok ancora; ma dopo qualche riga si senti' mancare; particolare dopo particolare si sentiva svenire e invadere dalla tristezza da capo a piedi. Aveva la tentazione di fermarsi e continuare allo stesso tempo: voleva vedere fino a quanto si possa arrivare,cosi' fu forte come sempre e lesse tutto d'un fiato quelle righe. Poi,chiuse la rivista e si alzo' anche se le tremavano le gambe.

"Io...io vado a prendere una boccata d'aria ragazzi...scusate,ci...ci mettero' cinque minuti...."

"No Ale dai,vieni qui...devi...devi...hai bisogno di essere consolata"

"Io....non ho bisogno di niente,davvero.....Sto bene,sto alla grande!"

Rideva nervosamente facendo smorfie con il viso; non pianse ma innegabilmente ci era rimasta malissimo e aveva bisogno di distrarsi: sarebbe andata ancora non sapeva dove,ma aveva certamente bisogno di scacciare il suo dispiacere. Si incammino' verso la porta quando entro' Michael: se lo ritrovo' faccia a faccia mentre attraversava il corridoio della suite e lui la vide con la rivista in mano. Il sorriso di Michael svani' confondendosi con la faccia imbronciata di Alexa: la guardo' un attimo mentre Alexa degluti' mordendosi la lingua per evitare di offenderlo; poi Michael la guardo' dritta negli occhi mentre scuotendo la testa si mangiava le unghie. Guardo' aldila' di lei e noto' i suoi due amici che lo fissavano fulminandolo con lo sguardo.
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Messaggio Da marina56 Lun Ott 17, 2011 11:54 am

"Ciao Ale"

cerco' di accarezzarla ma lei sfuggi' al suo tocco girando la testa dall'altra parte,

"Chi...chi te l'ha data quella?" continuo' Michael;

"Non e' difficile procurarsi i giornali,sai? Allora Michael?" disse a braccia incrociate,

"Si....Allora Michael?"

Risposero all'unisono Oliver e Sebastian che si erano alzati mettendosi in piedi al fianco di Alexa. Michael era visibilmente imbarazzato ed era come se fosse muto: ogni parola gli sembrava inadeguata per affrontare quel momento. Ci aveva riflettutto tutto il pomeriggio,giungendo alla conclusione che avrebbe dovuto seguire il consiglio di Elizabeth e parlargliene,ma il destino aveva fatto si che lei lo scoprisse in anticipo.

"Ale...Possiamo parlare?"

Lei lo guardo' per un attimo: si sarebbe potuta sciogliere soltanto guardando i suoi meravigliosi occhi da cucciolo,ma resto' ferma e decisa:

"No Michael,non possiamo...dobbiamo parlare...Ragazzi,potete andare"

"Ma io ti..." disse Oliver allungando il braccio come per colpirlo,Alexa lo fermo',

"Oliver,ti prego...andate" Uscirono lasciandoli soli nella suite,

Michael e Alexa continuarono a guardarsi negli occhi: lui colse tutto il suo dispiacere e lei percepi' il suo rammarico; capi' subito che Michael era pentito per non avergliene parlato; era incredibile per lei,ma riusciva a capirlo anche solo osservandolo,perche' alle volte uno sguardo vale molto piu' di mille parole.

"Ale...sei carinissima stasera...sembri....sembri una bambola...una bambola da collezione..."

lei si volto' con gli occhi illuminati per quel complimento e con il sorriso acceso: era difficile fare finta di non sentirsi gratificata sotto le sue attenzioni,sotto l'udito della sua voce cosi' dolce ed emozionante anche solo nel pronunciare piccolissime frasi.

"Stai zitto!" lui si avvicino' e gli prese delicatamente le mani,

"Verresti con me a parlarne...in un posto?"

Lei annui' e si lascio' guidare lungo il corridoio mentre,sempre tenendole la mano,entrarono in ascensore.

"Adesso chiudi gli occhi pero'" copri' gli occhi di Alexa con le sue mani,

"Michael lo sai che con me non attacca"

Lui rise premendo il pulsante che li avrebbe portati in cima,all'aperto nell'immensa terrazza all'ultimo piano dell'hotel. Non appena la porta dell'ascensore si apri', Alexa fu sbalordita dalle migliaia di luci che illuminavano lo sfondo di Los Angeles. Il loro bagliore si proiettava direttamente sul suo viso esaltandone i lineamenti delicati. Si poggio' sul balcone in pietra per godere meglio di quella visione e Michael si affianco' a lei posandole una mano sulla spalla. Alexa si sentiva sempre cosi' sicura e protetta sotto il suo tocco cosi' impercettibile,delicato,quasi impalpabile: Michael la vedeva come un tesoro prezioso,come un fiore raro che va tenuto appena tra le mani per evitare che possa rovinarsi. Lo guardo' negli occhi mentre lui ancora una volta era la' a regalarle il suo angelico sorriso:

"E' bellissimo il panorama da quassu'"

"Cosi' possiamo stare tranquilli...Sai,e' la migliore vista di tutta la citta'...ti piace?"

"E' fantastico..." Lui tento' di baciarle la guancia ma lei si scanso';

"Allora Michael...cosa ti spetti che ti dica?" apri' l'articolo,

"Ale ma...Ti rendi conto che sono tutte menzogne?"

"Questo non lo so Michael...Dimmelo tu"

Riabbasso' subito la testa perseverando nel leggere quelle righe dentro di se' uscendo uscire a voce alta le parole piu' significanti:

"Vasca....Bagnoschiuma...costume...mi ha toccata...l'ho toccato..."

Lui la blocco' strappandole la rivista dalle mani

"Adesso basta Ale...Basta!"

"Cos'hai Michael...Sfuggi dalla verita'?"

"Verita'? Qui dentro non c'e' niente di reale,questo e' tutto l'opposto della verita'...e' tutto...e' tutto falso!"

sventolava la rivista davanti agli occhi di Alexa parlandole con tono severo: aveva troppo il timore che lei non le credesse,aveva troppa paura che lei si allontanasse da lui prorpio adesso che lei rappresentava per lui l'unico appiglio a cui aggrapparsi nei suoi momenti piu' difficoltosi.

"Falso? Io...io non posso saperlo Michael" disse Alexa timidamente,

"Ma dai! Ti sembra reale? Ti puo' sembrare reale?"

"Io...Io non so come vanno queste cose Michael"

disse a bassa voce con tono timido voltandosi per dirigersi verso le scale; lui le afferro' il polso e la trattenne a se':

"Ale...Ti ricordi cosa mi hai detto la sera che ci siamo conosciuti? Mi hai detto "Io compro i giornali solo per collezionare le tue fotografie,il resto lo so che sono schifezze"...hai usato questo termine, schifezze...Cos'e' adesso...Hai cambiato idea?"

"No,e' che..."

"E ti ricordi cosa mi hai detto ieri pomeriggio? Che ti saresti fidata solo e soltanto di me ,me...me lo hai promesso...hai detto che almeno ci avresti provato ...io...lo so che non e' facile all'inizio ma ti chiedo...di credermi...di ascoltare me e non i giornalisti,solo questo..."

"Tu...Tu ti ricordi davvero cio' che ti ho detto?" accenno' un sorriso,

"Si...perfettamente,ogni singola parola,ogni discorso...E questo,questo significa che quando siamo insieme io ti ascolto perche' ci tengo a te"

"Beh,se e' per questo anche tu mi hai detto stamattina che sei come un libro aperto per me e invece...insomma,allora...perche' non me ne hai parlato subito?"

"Io voglio proteggerti,non lo capisci questo?"

Avvicino' il volto di lei a se' ed Alexa si poso' con la sua testa sul suo petto affondando il viso tra la stoffa della sua camicia respirandone di nuovo il dolce profumo.

"Cose cosi' ne escono tutte le settimane ma tu...devi ignorarle capito? Sono solo le solite persone che si divertono a sparlare per speculare sul mio conto" lei alzo' lo sguardo mentre lui l'abbracciava forte;

"Michael io...e' vero che non ho mai creduto a quella roba ma...ecco....adesso che stiamo insieme...non so come spiegarlo,mi...mi fa un altro effetto,un effetto piu' strano e mi...mi fa piu' male...lo so che e' una bugia ma non e' molto piacevole da leggere" sbuffo' leggermente,

"Hey...Cosa vuoi dire con questo che....che sei gelosa?" fece l'occhiolino,

"No Michael,ti prego...Non scherzare adesso...Non sono gelosa mi da solo...solo un po' fastidio se penso che....ecco,se penso a quelle situazioni...capisci?" arrossi',

"Ale scusa ma secondo te io sono un tipo che puo'...che puo' approfittrasi di una ragazza solo per il sesso?" le accarezzo' i capelli,

"No,cioe',...da quel poco che ti conosco...non credo ma il fatto e' che...ecco io non so niente di te,di come sei realmente,io...sono una ragazza ma tu...tu sei un uomo e...ecco...non posso fare finta che tu non abbia...cioe'...meglio...che tu non abbia avuto una vita sessuale prima di conoscermi...tipo...ecco...tipo Vicky...pero' se ci penso...se lo immagino...ecco insomma...non e' gradevole come pensiero..."

"E' questo che ti ha dato noia? E' questo che non ti va giu'? Il fatto delle mie ex? Queste sono cose...che non hanno la minima importanza...Non ce l'hanno perche'...adesso stiamo insieme,solo io e te...il resto del mondo per me...per me e' come se non esistesse,non devi farti assalire da certi pensieri,per me adesso...ci sei solo tu e sai che c'e'? C'e' che io...con te sto cosi' bene...Mi fai ridere,mi fai divertire,mi distrai da tutte quelle schifezze tipo questo articolo,sei carina,spontanea,dolce,hai un bel fisico e...."

Si inginocchio' e spio' sotto la sua gonna,

"....Anche un bel sederino e delle belle mutandine!" rise

"Michael!" lei lo colpi' piano arrossendo,
"Ma queste cose si fanno alle elementari!"

"Sei cosi' carina quando diventi rossa" la tiro' a se e le bacio' la bocca,
"Continuando Ale...intendevo dire che quando sono con te certe cose nemmeno mi vengono in mente,io sto con te per le emozioni che mi dai e non per...ehm...concludere subito,posso dire cosi'?" rise,

"Quindi non ti approfitti di me...Facciamo un passo avanti,questo e' positivo pero'...pero' il sedere me lo hai guardato!" Michael rise,

"Si perche'...trovo che il sedere della mia ragazza sia fantastico!" Ah,no...rendiamolo piu' poetico...Ehm Ehm: Adoro le curve della mia dama che posso intravedere dalla stoffa del suo abito leggiadro...Cosi' va meglio?"

"Michael a volte sei prorpio scemo..." lei allungo' la mano e gli dette un colpetto sul sedere,

"Mmmm...Neanche il tuo e' niente male...Davvero niente male!"

Michael avvicino' la mano dietro alla sua gonna pensando che lei stesse al gioco,ma Alexa lo fermo':

"Eh no...Guardare ma non toccare!"

"Ah ho capito...Sei come la merce die negozi!"

"Ah e io sarei merce? Wow!"

"Ma che Ale,tu...Tu vali molto di piu'"

Le dette un altro bacio sulla bocca tenendole entrambe le mani e buttandola giu' per farla cadere a terra. Si ritrovo' con le gambe nude sul marmo freddo e la gonna che le si era scomposta: se la aggiusto' arrossendo:

"Michael ma lo fai apposta tutte le volte....Perche'?"

"A me piace scherzare!" sorrise

"Mi hai visto un'altra volta le mutandine...Contento? Era quello che volevi scommetto!"

"Oh si...Sono deliziose! Perche'....Se te l'avessi chiesto apertamente...l'avresti fatto?" inizio' a provocarla come al solito,

"Michael ma sei matto? Certo che no!"

"Peccato,credevo che me le avresti fatte vedere senza problemi!" rise

"Michael ma tu...Che idea hai di me? Mi sa che io e te...dobbiamo parlare"

"E di che? Ale che c'e'?" lei si fece seria all'improvviso,

"Oh no...niente...ehm...basta con questa cosa della biancheria d'accordo? E non...non entriamo in certi argomenti perche' mi vergogno"

"Ok scusami non...non credevo te la saresti presa cosi',io scherzavo"

Avrebbe voluto cogliere il suo scherzo e le sue battute per toccare l'argomento sesso,ma non lo affronto': era strano come soltanto da una rivista fosse scaturito in lei un improvviso interesse per la cosa. Non poteva fare finta che non esistesse,non poteva ignorare come faceva con quell'articolo quella parte delle vita che e' un aspetto naturale del rapporto fra uomo e donna. Si immagino' Michael immerso nella vasca con una potenzilale donna; sapeva che quell'articolo era tutto falso,ma in parte conteneva una punta di verita': lui aveva dei bisogni da adulto che dovevano essere soddisfatti,mentre lei,anche se fisicamente sviluppata,aveva un'anima da bambina e non avrebbe potuto sostenere una tale situazione. Piu' lo guardava e piu' se ne rendeva conto,e prima o poi lui sarebbe caduto senz'altro sull'argomento. Cosa avrebbe risposto lei? E se lui l'avesse lasciata? Avrebbe voluto parlargli apertamente e in modo diretto della sua verginita'; sperava che lui l'avesse capito dalla sua timidezza,dal suo primo bacio cosi' inesperto,dai suoi gesti impacciati e dal suo imbarazzo cosi' ricorrente che si manifestava anche solo per una battuta. Furono sufficienti quelle poche righe per riportarla fuori da quella che le sembrava l'inizio di una storia da favola; ma quelle sono solo fiabe scritte per far fantasticare i bambini,si ripeteva; la realta' invece e' ben diversa,molto diversa; non esistono solo carezze e bacetti innocenti,e senza l'unione tra uomo e donna,il mondo si fermerebbe: non ci sarebbe la vita,il progresso,le generazioni. Capiva perche' Michael apprezzava cosi' tanto Peter Pan: cosi' come lui,avrebbe voluto non crescere mai,restare per sempre in quella dimensione fatta di giochi,illusioni e magia; invece il suo ingresso del mondo adulto avrebbe comportato,volente o nolente, un carico di responsabilita' sulle sue spalle ed una serie di situazioni che avrebbe comunque dovuto affrontare a viso aperto. Prima o poi,i suoi bisogni si sarebbero manifestati,e lei non poteva far a meno di pensare a cosa gli avrebbe risposto,ma difficilmente avrebbe potuto mentirgli senza che lui non lo intuisse. Non poteva trattenere per sempre quel segreto cosi' intimo: fiducia e comunicazione,questo riteneva importante per una buona relazione,ma come poteva pretendere che Michael rispettasse quei requisiti se lei per prima non aveva il coraggio di confessargli la sua purezza?

"Ale ci sei?" Michael la becco' assorta nei suoi pensieri,

"Si Michael ero...ero presa nel guardare tutte queste luci,comunque tornando all'articolo...Io ti credo" lui si volto' con i suoi occhioni lucenti

"Davvero?"

"Si io mi fido di te pero' ecco...credo che quando si sta insieme siano importanti la fiducia e la comunicazione e,ecco...ci sono rimasta male non per l'articolo in se',ma per il fatto che tu non me ne abbia parlato,lo so che non c'entro molto con i tuoi affari,ma non vorrei che tu mi escludessi da tutto cio' che ti succede...ecco,quel che posso fare,ecco..per te...io ti aiutero',ti consolero'...io...ci saro' sempre per te,e' che...con te mi piacerebbe condividere tutto anche...anche le schifezze come queste,d'accordo? Potrei anche...anche fare un dispettino dei miei ai paparazzi se serve...."

"Oh Ale...Sono stato uno stupido,uno sciocco...e basta,che scemo che sono,lo so,ma il fatto e' che...insomma non voglio che anche tu finisca fra le pagine di questa roba...Voglio dire...Ti serve una foto su un giornale per capire che adesso fai parte delle mia vita?"

"Lo so Michael,no...non mi interessa la foto,pero'...se me ne parli,magari...ci facciamo anche due risate,no?"

"Gia'...Vieni qui...rileggiamola insieme"

"Ehm...No dai Michael"

Sarebbe stato alquanto imbarazzante dover leggere di quelle situazioni con lui quando non le aveva mai vissute; e la vergogna si sarebbe moltiplicata dato che accanto aveva l'uomo che piu' le piaceva su questa terra.

"Che c'e'? Dai,come hai detto tu...Ridiamo un po'! Ale...e' una storia inventata,mica...Mica ti dara' noia sul serio?"

"Michael io....Dovrei dirti una cosa...importante"

Scandi' cosi' tanto quelle parole che quasi Michael si preoccupo'.

"E' successo qualcosa?"

Alexa era troppo impaurita e dubbiosa; era troppo convinta di non essere accettata da lui soltanto per quell'aspetto cosi' fisico e carnale. Quella rivista aveva innescato nella sua mente migliaia di incertezze; si sentiva stupida e imbranata,forse,troppo timida e contenuta per lui,ma non ce la fece a parlargli di una cosa cosi' intima; sorrise apertamente prendendogli la rivista dalle mani e balzo' in piedi dicendo:

"Questa...." avvicino' il giornale alla fiamma di una delle candele sparse per la terrazza,
".....La bruciamo! Tanto non ci serve! Quando vedi queste fandonie,fai cosi'...bruciale! Bruciale Michael,ti sentirai piu' libero!"

"Ale...Sono cosi' felice che ti fidi di me"

"Ma certo che mi fido,altrimenti...non starei con te...Vieni"

Alexa raccatto' da terra la carta che si era tramutata in trucioli neri e la prese tra le mani camminando lungo al balcone;Michael si avvicino' a lei e Alexa lo guardo':

"Dai...soffia! Scacciamo via i brutti pensieri..."

Soffiarono entrambi sulla carta che si saprse per il cielo scurissimo;

"Niente piu' idiozie...Niente piu' sofferenza no Michael? E la seconda parte...la ignorero'"

"Io non voglio nemmeno leggerla Ale...Che mi importa di quelle cose false quando...ho te realmente"

prese le sue mani salendo con lo sguardo fino ai suoi occhi,

"Michael io lo sapevo che c'era qualcosa che non andava bene...lo so...sembrera' assurdo ma...a me basta guardarti per capirti...lo percepisco dai tuoi occhi e i tuoi occhi adesso sono sinceri..."

"Io non ti mentirei mai,te lo giuro...ma capisci,l'ho fatto perche'...."

"Si,capisco..."

"Comunque Ale...Chiamala...una specie di sintonia speciale tra noi...tu...tu sei sicura che prima non volevi dirmi niente? Chissa' cosa ti passa per questa testolina..."

Lui le ando' dietro poggiandosi con la schiena al balcone e la abbraccio' posando le mani sulla sua vita: Michael poteva sentire la sua pancia morbida che si divertiva a piazzicare dalla camicetta facendole il solletico.
Alexa poso' le mani sulle sue e torno' ancora una volta a toccare la sua pelle morbida,le sue dita lunghe e sottili,cogliendone ogni particolare sia con il tatto che con la vista: piu' guardava le sue mani grandi,piu' gli sembravano belle e protettive. Tocco' il suo braccialetto che riluccicava sotto il riflesso delle mille luci di Los Angeles.

"Avro' anche un bel sedere....Pero' ho la pancetta" gli sussurro' lei

"Beh allora mettiti a dieta perche' e' grave come cosa!" rise,

"Si e' grave...vorrei essere come le modelle"

"Ma va va! Vorresti essere...piatta come il muro? Ma senno' io...cosa toccherei scusa?" continuava a stuzzicarla dalla stoffa,
"E poi...Hai un bel fisico,perche' dici cosi'? E poi...Non e' tutto,lo sai? Guarda me...eppure...ti piaccio!"

"Michael ma tu...sei bello come un angelo...Adoro le tue mani,la tua bocca,i tuoi occhi,il tuo sorriso,sei...sei bellissimo"

gli sorrise e lui la trovo' splendida tutte le volte che gli facev aun complimento con il suo sguardo cosi' infantile e luminoso;

"Hey sssshhh,non e' carino che una ragazza faccia i complimenti...se non la smetti...ti faccio stare zitta"

"Ah si....E come?"

"Cosi'"

Le afferro' piano il fiocchetto della camicia e poso' le sue labbra sulla sua bocca,

"No aspetta...." lei si ritiro' da lui per un istante e lo guardo' nei suoi occhi profondi,
".....Davvero credi che stasera....Assomiglio ad una bambola?"

"Si....Una bambola...da collezione che vorrei tenere nella mia cameretta"

"Ah si? E cosa ne faresti di una bambola come me?"

"Cosa ne farei? Beh,ti osserverei appena mi sveglio e ti osserverei prima di dormire....Ti darei la Buona Notte e farei di tutto perche'...perche' nessuno ti tocchi o cerchi di romperti....Poi...beh...Ti riempirei di baci"

"Michael,sei.....sei stupendo...sei meraviglioso ma...ma come fai a dirmi delle frasi cosi' belle?" Lui la strinse a se' avvicinando il suo volto,

"E poi Michael....Questa bambola...vorresti che diventasse vera?"

"Ma lei...e' gia' vera"

Guardo' Alexa e lei ricambio' il suo sguardo perdendosi nei suoi occhi profondi;

"Se io sono la tua bambola...Tu sei il mio angelo" accarezzo' i suoi capelli

"E cosa fa un angelo?"

"Beh un angelo...ti custodisce,ti protegge,ti sostiene nei momenti difficili e...e anche lui ti dovrebbe dare la Buona Notte...."

"Ma io....Ti custodiro' per sempre...Per sempre,non scordartelo questo...."

Lei sorrise e Michael ando' di nuovo a cercare la sua bocca: Alexa affondo' una mano tra i suoi ricci sciogliendoli e mettendone un' altra dietro alla sua nuca mentre lui si chinava per baciarla: i loro occhi si chiusero per godersi meglio quell'istante. Alexa si rendeva conto sempre di piu' di quanto fosse fantastico baciarlo; anche se era sempre nuova per lei quell'esperienza,torno' ad accarezzare la sua lingua gustando il suo sapore dolce,avvolgendolo di modo che ne percepisse la sofficita' e la morbidezza,quella morbidezza che le tolse dalla mente tutti i suoi timori soffocandole ogni dubbio che in quel momento le parvero insignificanti. Il suo primo bacio sotto le stelle. Michael riapri' gli occhi accarezzandole la guancia; le sue carezza erano vellutate quanto i suoi baci,i suoi sorrisi innocenti e la sua pelle ancora piu' candida sotto il chiaro di luna. Si,era prorpio tra le braccia di un angelo,del suo angelo di nome Michael.

"Ti riaccompagno in camera...Andiamo"

Le prese la mano e si allontanarono dalla terrazza sulla quale ormai si stava posando la fresca brezza della notte.
Durante il tragitto non si dissero nulla: soltanto cenni e piccoli sorrisi che misero in un angolo remoto quel piccolo malinteso.Fu come se non si fosse mai presentato ai loro occhi;il destino avrebbe vinto,l'amore avrebbe vinto,e non del semplice inchiostro stampato sulla carta bianca.

Imboccarono il corridoio del quinto piano nel quale vi era la sua suite; Alexa osservava a capo basso i decori della moquette mentre stringeva la mano del suo Michael captandone tutta la dolcezza,la sicurezza e il calore che le entrava direttamente in ogni fibra del suo corpo.

"Ale! Eccoti,ma cosa fai? Ti ho cercata dappertutto " grido' Oliver

"Oliver hey...tutto bene...ero...ero solo fuori"

"E tu non hai niente da dire? Io ti uccido capito? Sei uno schifoso,lurido
imbecille....Nessuno fa del male ad Alexa capito? Non me ne frega un accidente di chi sei,intesi?"

SPLASH! Rovescio' addosso a Michael il bicchiere del succo che stava per bere: fini' per macchiargli la camicia e per imbrattargli tutti i capelli; fece una smorfia chiudendo gli occhi cercando di deviare il liquido,ma non fece in tempo ad evitare quella mossa. Rimase in piedi in mezzo al corridoio guardandosi le macchie che aveva addosso.

"Ecco cosi'....Impari! Ma non e' tutto!"

"Oliver! Ma sei impazzito?" intervenne Alexa bloccandogli il braccio

"Ah e adesso...Quello impazzito sarei io? Non lui che ti sta solo prendendo in giro?"

"Oliver....E'...e' tutto apposto,Michael...Michael non c'entra ,e'...e' solo una storia inventata dai tabloid,non sappiamo chi e' stato ma...stai tranquillo,ti puoi fidare di lui" sorrise,

"Oddio io.....Scusami Michael,oddio che imbarazzo!" si avvicino' a lui

"Non ti preoccupare Oliver,ti capisco....E'...stato divertente!" scoppio' a ridere,

"Scusalo Michael,a volte parte senza riflettere,vero Oliver?"

"Ehm....Scusatemi....cosi'...e' tutto finto?"

"Gia'....e scopriremo chi e' stato....Adesso,fate la pace!" disse Alexa

"Come i bambini?" disse Oliver sorridendo

"Si,come i bambini...Vieni Michael" si avvicinarono e si dettero la mano

"Bene,adesso e' risolto tutto e tu Oliver....la prossima volta usa un po' il cervello!" scosse il capo,

"Ok Ale pero'...Ecco Michael,devi capire che io...tengo a lei piu' di ogni altra cosa al mondo,e farei tutto il necessario perche' non le facciano del male"

Oliver sorrise ad Alexa; si avvicino' a lei abbracciandola e lei ricambio' il suo sorriso; poi Oliver le stampo' un generoso bacio sulla gauncia e lei gioco' con lui per qualche istante come faceva sempre. Michael intervenne; era piu' forte di lui,non la poteva proprio vedere accanto a qualcun altro;anche solo vederli guardarsi o sorridersi,lo mandava fuori di testa.

"Ok,ok...Ok...Cosa risolta,abbiamo capito"

Disse Michael con tono un po' scocciato mettendosi in mezzo a loro costringendoli a staccarsi dal loro abbraccio. Alexa sorrise ma evito' di fare una scenata: in fondo le faceva piacere che Michael fosse cosi' geloso nei suoi confronti.

"Beh allora ragazzi...Buona Notte" disse Oliver baciando di nuovo Alexa
"Lo so che mi posso fidare di lui Ale....Guardalo,mi sta fulminando...e' geloso da impazzire" sussurro' a bassa voce nel suo orecchio andando via.

"Allora Michael...Vieni,hai bisogno di ripulirti un po' mi pare!"

Disse Alexa accarezzando i suoi ricci sporchi e guidandolo nella stanza;

"Ecco,vieni" apri' il bagno,

"Non...Non capisco..."

"Come non capisci Michael? Dai ti....ti faccio uno shampoo!"

Michael scoppio' a ridere.

"Cioe'...vuoi lavarmi i capelli?"

"Si perche'...c'e' qualcosa di strano? Non posso...lavare i capelli al mio ragazzo?"

Michael adorava il suo tono entusiasta,i suoi modi cosi' materni,la sua disponibilita' e la sua continua capacita' di sorprenderlo. Le si avvicino' e le dette un lieve bacio sulla bocca passando la mano tra i suoi capelli mossi e un po' arruffati per il vento che aveva preso in terrazza:

"Va bene"

le disse mentre lei si avviava ad accendere l'acqua del lavandino perche' raggiungesse la giusta temperatura; poi prese lo sgabello che stava vicino alla scrivania e invito' Michael a sedervisi. Alexa si mise dietro di lui e per un attimo i loro occhi si incrociarono nel vetro dello specchio che stava alla parete proprio sopra al piano di marmo del bagno. Vide ancora una volta il suo sorriso angelico e puro e i suoi occhi felici; per un attimo si senti' orgogliosa nel pensare che a donare agli occhi di Michael quella brillantezza fosse il fatto che lei era li' vicino a lui.

"Michael dov'e' lo shampoo?"

"Ehm la'...nel secondo cassetto del mobiletto"

Alexa si volto' ababssandosi alla sua sinistra per estrarre lo shampoo dal mobiletto porta oggetti; nel chinarsi,la sua gonnellina si alzo' leggermente,e Michael fece cadere lo sguardo ancora una volta sulle sue gambe nude e liscie,sulla sua mutandina che poteva intravedere dalla stoffa rosa e leggera; si senti' colpevole per essersi voltato,ma la fantasia iniziava a stuzzicarlo; non c'era niente di male nell'immaginarsi la propria ragzza in biancheria,penso'. Poi,scosse la testa arrossendo e tornando in se' non appena lei si rialzo'; era un pensiero che non riusciva e che non voleva giustificarsi: le sembrava davvero una bambolina come le aveva detto,e,come tale,gli sembrava un peccato anche solo pensarla in lingerie.

"Eccolo! Vuoi...ehm....levarti la camicia? Altrimenti ti bagni" gli disse

La camicia? Michael esito' ma non rispose; sapeva che si sarebbe bagnato la schiena ed il petto sotto il getto dell'acqua del rubinetto,ma si vergognava terribilmente delle sue macchie date dalla vitiligine; c'erano alcuni momenti in cui pensava che lei fosse troppo carina per lui,che lui fosse troppo poco muscoloso,troppo delicato e infantile,con il suo fisico e minuto e i suoi zigomi pronunciati;insomma,che fosse troppo poco bello per lei. Non si piaceva nemmeno quando erano intere squadre di truccatori a preparare il suo viso in vista di un evento importante,figuriamoci adesso che si trovava li' davanti alla ragazza dei suoi sogni: non voleva mostrarsi,aveva paura che lei lo prendesse in giro o che lo avrebbe giudicato ancora piu' severamente; scoprire il suo petto pieno di macchie scure sarebbe stata quasi un umiliazione per lui.In realta' non era spavaldo e sicuro di se' come appariva sul palco. Non lo era per niente,e voleva che la sua bambolina fosse degna di un Ken e non di un uomo dal fisico gracile e malaticcio come Michael credeva di essere.

"La camicia dici Ale? Ehm no...meglio di no"

Alexa mise una noce di shampoo tra le mani e inizio' a strofinare per ottenere la schiuma: affondo' i palmi tra la folta chioma di Michael e inizio' ad accarezzargli la cute con movimenti lenti e circolari. Dopo poco,gli prese il volto tra le mani e glielo alzo' per far si che lui vedesse il suo riflesso allo specchio:

"Guardati Michael...I tuoi fantastici capelli neri...Sono diventati bainchi! Te l'ho detto che sei vecchio! Ahahahaahah!"

"Ah si,sono vecchio? Beccati questo allora!" SPLASH!

lui sorrise passando la mano sotto il gettito del rubinetto e schizzandola leggermente; lei indietreggio' ma non riusci' a schivare lo schizzo; la sua camicetta bianca divento' trasparente sotto quelle gocce,e ancora una volta Michael si diverti' ad usare la fantasia nel vedere quella macchia nera e velata che doveva essere il suo reggiseno.

"Ahahaahh,stavolta ti ho fregato io! Sai...In mancanza del Super Soaker potevo fare solo cosi'!"

"Michael per poco non mi infradici! Te la faro' pagare...E comuque...volevo solo dirti che sei bellissimo anche con i capelli bianchi"

Alexa si chino' e bacio' il suo collo: prima poso' le sua labbra sopra la sua pelle,baciandola superficialmente;poi la inumidi' con un soave tocco della sua lingua,una,due tre volte;poi,all'improvviso si stacco'; voleva baciarlo in quel punto ma non era sicura di esserne capace.

"Hey Ale...perche'...perche' smetti?" Michael si volto' a guardarla negli occhi

"Perche'....Io volevo baciarti ma...non ci riesco mi sa...scusami"

abbasso' gli occhi; Michael le prese il volto tra le mani senza dirle niente e avvicino' le sue labbra al suo collo; lei alzo' lo sguardo

"Ma io non...." Michael le prese le mani continuando a guardarla negli occhi,

"A me...piacciono i tuoi baci...Sono...soffici e delicati...come questa schiuma"

le sussurro' all'orecchio incoraggiandola a proseguire; Alexa si mise dietro di lui avvolgendo le sue braccia intorno al collo e chinando lateralmente la testa per poterlo baciare di nuovo in quel punto: Michael chiuse gli occhi e respiro' ed inspiro' soffiando delicatamente; adorava la sua lingua morbida e la sua pressione cosi' leggera e appena accennata. Dopo una serie di baci,si stacco' dalla sue pelle e gli disse sorridendo:

"Lo so che faccio ancora schifo,pero'...mi sto impegnando" rise,

Michael si tocco' i capelli pieni di schiuma e sfrego' un dito sulla sua guancia tracciandole una riga bianca sulla pelle;

"Non dirlo mai piu'...Perche' non e' vero" le sorrise

"Invece e' vero"

"Ok adesso mi costringi a fare una cosa che non voglio fare..."

"Cioe'?"

Michael si volto' e la prese per i fianchi; Alexa chino' la testa anche se era in piedi e avvicino' la sua bocca a quella di lui: poso' una mano sulla spalla di Michael e un'altra sul suo petto mentre lui le teneva la vita con presa delicata. Ogni volta che lo baciava,sentiva la stessa sensazione del giorno del suo primo bacio: le sue mani sudate erano celate sotto il brivido freddo che la schiuma le aveva procurato; il cuore tornava a battere forte come quel pomeriggio al tramonto; la bocca di Michael che sfiorava le sue labbra le procurava la stessa,fortissima,intensa emozione;e le loro lingue che tornavano a sfiorarsi gentilmente le permettevano di gustare quel suo sapore di vaniglia che sentiva sempre nei suoi baci. Sarebbe potuta stare ad assaporarlo all'infinito; era un momento semplice,ma perfetto,un momento che faceva dimenticare ad entrambi dove fossero,chi fossero,perche' erano li'; esistevano soltanto loro e il legame che li univa.

"Michael pero' se non ti sciacquo...prenderai il raffreddore"

"Ale sono serio....A me piace davvero come mi baci...Nessuna ragazza mi ha mai baciato cosi' finemente come fai tu...dico sul serio,e non lo dico per farti piacere..." lei sorrise

"Michael sei un angelo,ma questo...lo sai gia'...adesso giu'!"

Gli dette un altro bacetto sulla bocca mentre sciacquava i suoi capelli sporchi di succo maneggiando il rubinetto dorato per far uscire l'acqua.

"Ecco fatto...adesso...fase due: asciugatura"

Prese Michael per mano e usci' dal bagno facendolo accomodare sul letto mentre prendeva una salvietta ed il phon.

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Vicky e Siedah stavano galleggiando nell'immensa vasca Jacuzzi della loro siute di Malibu mentre sorseggiavano dal pregiato vetro dei bicchieri la loro bottiglia di Champagne Crystal. Gioielli d'oro e diamanti freschi d'acquisto adornavano i loro colli,i loro polsi e le loro orecchie; la schiuma copriva il loro corpo nudo accarezzandole dolcemente mentre si divertivano a giocare con le gambe e le braccia schizzando in terra tutta l'acqua.

"Siedah cara....Sei un genio! E questo...Non e' ancora niente!" rise

"Oh Vicky,non esagerare...ehm ehm..." Michael...faro' il possibile per aiutarti te lo prometto" ahahahah ma come sono stata convincente! Avresti dovuto vedere la sua faccia! Agli Oscar dovrei andarci io,altro che attori!"

"Si con la sua vocina delicata... oddio,oddio che ridere....Siedah! Centomila dollari! Centomila dollari! Se non e' vita questa..."

aveva le banconote arrotolate legate da un elastico e le lanciava in aria spargendole dappertutto; poi alzo' il calice sorridendo maliziosa e felice per cio' che stavano ottenendo;

"E doppo questo....Il premio piu' grande .....Il pesciolino di Michael!" Disse Vicky

"Ahahahah...Io direi...pesciolone!...un nuovo esemplare....per il nostro acquario! Ahahah!Beeeeella questa,socia...ti stimo!" rispose Siedah,

Dopo un lungo bagno afferrarono le loro vestaglie di seta e appena asciutte si distesero a pancia in giu' sul grande tappeto persiano che stava al centro della suite;

"Vicky vieni cara...Ho bisogno di un po' di ispirazione...per inventare la seconda parte"

Vicky si alzo' e prese un blocchettino che stava sulla scrivania; poi si affaccio' alla finestra scansando la tenda broccata gettando il blocchetto dove capitava e godendosi la vista della citta';

"Siedah dai...Abbiamo tutto il tempo...Tanto oramai la piccina e' gia' fatta fuori...Oh,poverina,te la immagini? Povera piccola,Michael ti ha spezzato il cuore....Svegliati dal sonno bella addormentata...che poi....belle nemmeno lo sei...ahahahahah"

Continuava a sghignazzare e Siedah sdi aggiunse ai suoi risolini; poi Vicky prese il telefono e si accascio' sul baldacchino:

"Pronto,servizio in camera....caviale,salmone e aragoste per favore...Insalata mista francese...E anche frutta esotica e un'altra bottoglia di Champagne...con ghiaccio....Immediatamente!"

Riattacco' la cornetta senza nemmeno ringraziare; era in un albergo di lusso ma certamente le buone maniere non erano parte della sua persona. Arrivo' il cameriere con il carrello colmo di pietanze: Vicky allungo' il braccio per impossessarsene trainandolo in camera e non lascio' la benche' minima mancia. Sbattette la porta in faccia a quel signore e alzo' i coperchi d'argento puro che contenevano al loro interno i piatti di porcellana sui quali era adagiato il cibo: sotto i suoi occhi si mischiava un'insieme di colori di tutte le sfumature;il pesce che riposava sul letto d'insalata contornato da chicchi di sale e pepe colorati; decorazioni al lato del piatto intarsiate con la verdura; zucchine e carote che avevano la forma dei fiori; le patate saltate nel burro; e poi l'aroma delle spezie e delle erbe; attraverso il suo naso poteva percepire quell'insieme di profumi che gli fece venire l'acquolina in bocca.
Si catapulto' sul letto saltandoci con non curanza e dopo essersi affiancata a Siedah accese la tv al plasma per guardare un dvd.

"Oh,questa si che e' una notte da ricordare...." sospirava tenendo stretto tra le dita il gambo del calice di cristallo;

"Eh no Vicky tesoro...La notte migliore...deve ancora venire..per me e per te....Qundo avremo Michael tra le nostre braccia...allora si che sara' un ricordo da custodire....con il lucchetto! Non mi ci far pensare,sono gia' un fremito!"

"Io adesso,cara Siedah...Sono ricca sfondata...e lo saro' ancora di piu' quando diventero' la Signora Jackson...Sto gia' fantasticando sulla mia prima notte di nozze....Michael ormai sei mio,o forse e' meglio che dica....Nostro!"

Alzo' il bicchiere che stava tra le sue unghie lunghissime e rosso fuoco ; brindo' con Siedah tracciando il bordo del bicchiere col segno rosso delle sue labbra carnosissime; non fini' lo champagne e verso' quei pochi sorsi che non aveva [CENSORED] to direttamente sul materasso. Poi attravento' i vassoi d'argento oramai svuotati e ripuliti sbocconcellandoli ai bordi e facendo schizzare sul parquet macchie d'olio e vino.

"Oops....Ho sporcato mi sa! E adesso...venite a pulire! Ahahahahah" ridevano in coro,
" Stasera....Casino' e limousine....e domani....Shopping! Chanel,Gucci e Dior... Chissa' cosa pensera' Michael quando vedra' la sua Signora vestita e agghindata di tutto punto...." disse buttandosi la chioma platinata all'indietro,

"Pensera' che sei fantastica"

rispose Siedah rotolandosi tra le lenzuola di seta del loro letto matrimoniale mentre masticava un chewing-gum facendo rumore con la bocca

"Gia'...Te lo dico io: pensera' che sono troppo stratosfericamente fantasmagorica per non essere attratto da me...dai e' impossibile! E capira' che in confronto a me....La bambina e' zero...Uno zero assoluto!"

"Tu sei una donna perfetta per lui...Lei,quella la'...sai che ti dico? Le manca solo il grembiulino e poi e' apposto! Ahahaah! Ma Michael e' impazzito secondo me! Ma davvero stasera vuoi andare al casino? E domani alle boutique?"

"Ma certamente tesoro...Sono soldi che abbiamo guadagnato con le nostre fatiche quelle...." disse facendo una falsa smorfia con le labbra,

scoppiarono a ridere; godevano del fatto che Alexa si fosse allontanata da Michael per la lettura di quell'articolo,o almeno...cosi' credevano,ma a volte e' troppo presto pe rpoter cantare vittoria.

***********************************************

Alexa si mise dietro a Michael inginocchaindosi sul letto e dopo aver attaccato il phon,si diverti' ancora a giocare con i suoi ricci; li avvolgeva tra le dita,li tirava vicino alla sua bocca e al suo naso per sentirne il profumo e percepirne la freschezza donati dallo shampoo agrumato che si era posato da poco sulla sua chioma. Forse non erano morbidi come i suoi:la loro consistenza era un po' piu' ruvida,ma per Alexa erano comunque perfetti e piacevolissimi da accarezzare e adorava quel suo colore nero pece che sotto il riflesso della lampadina del comodino manifestava dei riflessi quasi blu e contrastava con il suo colorito pallido esaltandone ancora di piu' la pelle diafana.

"Fatto! Niente piu' succo,neppure mezza goccia...Sono puliti,profumati e....Sono i ricci piu' belli del mondo...Guai a te se te li leghi! Finche' sei con me..lasciali sciolti!"

"Ale,wow...meglio del parrucchiere!"

Michael sorrideva entusiasta mentre Alexa teneva in mano uno specchio per far si che lui potesse guardarsi; poi si volto' e la bacio' sulla bocca.
Alexa prese il il pettine dal comodino e inizio' a districare i suoi ricci piano piano senza cercare di strapparglieli o fargli male.

"Lo so Ale...s'intrigano sempre!" sbuffo';

"Calmati Michael,hai qui la tua parrucchiera di fiducia...Sai,potrei accarezzarti i capelli per ore...All'infinito...Se ti va,posso lavarteli ancora la prossima volta" disse sottovoce accarezzandogli la guancia,

"Se mi va? E' stato fantastico,non mi sono mai sentito...cosi' rilassato e coccolato! Ci sto!" si volto' sorridendole,

"Bene allora quando tornerai dal tour...Altra sessione di shampoo"!

"Il tour!" Michael balzo' in piedi andando a cercare il telefono;
"Devo chiamare Siedah,devo dirgli che la partenza e' stata anticipata di un giorno..andava via per il week-end,devo avvertirla...senno',ti immagini...parto con una corista in meno!"

"Michael io non so cantare altrimenti...una mano te la davo volentieri,comunque Siedah...e' brava! Hai fatto bene a sceglierla...sembra...sembra simpatica...."

" Vero,si... e' una brava ragazza...Ale tu..fai anche troppo per me" le prese le mani e la bacio' ancora,

"Michael io...vado a mettermi il pigiama" disse lei sottovoce andando in bagno mentre Michael alzava la cornetta;

DDDDDRRRRRIIINNN! Il cercapersone di Siedah squillo' rimbombando per tutta la suite.

"Pronto?"

"Ciao Siedah,sono Michael...Scusa il disturbo!" Siedah ebbe uno scatto,

"E' Michael"

disse solo con le labbra senza voce a Vicky avvicinando il ricevitore per farle snetire cio' che gli dicveva lui; Vicky si avvicino' facendo attenzione a non farsi riconoscere,

"Michael....ciaooooooooo!" cerco' di rendersi interessante come cercava sempre di fare,

"Siedah volevo solo dirti che partiamo Giovedi' anziche' Venerdi'...All'aereoporto alle 17.00 va bene?"

"Ok Michael,non ci sono problemi...ehm...senti ma poi...per quella storia...sai...il giornale....ecco quel problemino..io...sto cercando di aiutarti davvero..ma..."

"Oh quello....Niente Siedah,si e' tutto risolto,grazie per l'interessamento,adesso e' tutto apposto!"

Michael attacco' frettolosamente per stare ancora un po' con Alexa e dall'altra parte Siedah resto' con gli occhi sgranati mentre teneva ancora il ricevitore stretto nella amno osservandolo con la rabbia che scorreva nelle sue vene.

"Cioe' Vicky hai sentito? Ma cosa diavolo significa che e' tutto risolto? Cosa dovrei credere che....la piccina e' ancora in agguato?"

"Non lo so Siedah,ma non credo dai...sai com'e' Michael...lui non si espone mai troppo...e' molto riservato come tipo ma....e' un piano che non puo' avere fallito,non preoccuparti!"

"Lo spero! Dopo tutto l'impegno che ci ho messo per raccontare quelle cose...." rise maliziosa,

"Non preoccuparti.....Fase uno completata; fase due....Particolari su particolari che ci daranno: uno Michael, due,quella piccina fuori da noi,da lui e dalla nostra vista una volta per tutte!"

********************************************

Alexa usci' dal bagno con il suo pigiaminoche stavolta non era rosa,ma bianco, il sopra a top con scollo a v e il sotto fino al ginocchio; una trina quadrettata di bianco e celeste accompagnava il pizzo che cadeva sul davanti e ai bordi del pantalone formando dei piccoli fiocchetti.
Michael si volto' e non appena la vide ebbe un'irrefrenabile impulso di baciarla: non le dette nemmeno il tempo di realizzare che era uscita dal bagno,che la avvolse a se' mettendole le mani dietro la schiena per coprire la sua bocca di baci.

"Scusa Ale ma...quando ti vedo in pigiama...Non resisto!"

Alexa sorrise e si sedette sul letto abbracciando il suo peluche; Michael si avvicino' e abbasso' la coperta:

"Prego....E' ora di andare a dormire" lei si infilo' sotto la coperta,

"Allora...Buona notte Ale...E questo...e' il mio bacio della Buona Notte per te " le porse un cioccolatino che tiro' fuori dalla tasca,

"Hey ma che fai...come Peter Pan? Io voglio un bacio....Un bacio vero"

Alexa si alzo' dalla sua posizione distesa e si mise con la testa appoggiata alla spalliera del letto cercando con le braccia la camicia di Michael; tiro' a se' la stoffa color smeraldo per far si che il viso di lui sfiorasse il suo. Dapprima,un piccolo sfioramento naso contro naso,poi, Michael torno' di nuovo a posare la sua bocca carnosa contro le sue sottilissime labbra; aprirono la bocca nello stesso istante in cui i loro occhi si chiusero; tornarono ad assaggiarsi di nuovo,e stavolta fu Alexa ad invitare Michael a scoprire la parte piu' profonda della sua bocca: la sua lingua si muoveva lentamente ma cercava di raggiungere i punti piu' nascosti di quella di Michael; premeva leggermente come per invitarlo ad assaporarla con piu' passione e meno delicatezza. Lui rispose alla sua richiesta esplorando la sua bocca con piu' decisione,fondendo completamente la lingua alla sua,erano cosi' unite e vicine che sembravano quasi una cosa sola. La mano di Alexa si poso' sul suo colletto per poi scivolare istintivamente piu' in basso,all'altezza del suo petto che rimaneva pero' coperto dall'incastro dei bottoni; Michael la accarezzava incessantemente,sulla fronte,sulle guance;poi,anche la sua mano si intreccio' tra lo spallino del suo pigiama facendolo cadere leggermente per poter accarezzare per la prima volta la sua spalla nuda e il suo collo lungo e liscio continuando a picchiettare con i polpastrelli sulla sua pelle che diventava piu' tesa e coperta di brividi.
Alexa si stacco' da lui e si guardo' lo spallino che Michael le aveva calato; lui le prese il volto tra le mani e capi' perche' lei arrossi' cosi' tanto,poi avvicino' le labbra un'ultima volta vicino alle sue scapole per baciarle la base del collo con movimenti della lingua delicati e decisi insieme. Alexa sospiro' e il suo imbarazzo scomparve improvvisamente sotto lo stato di rilassatezza e piacere che quei baci le stavano procurando. Il suo corpo era scosso dappertutto e i suoi battiti tornavano ad aumentare proprio come la prima volta in cui lo bacio'.

"Allora....Buona Notte bambolina mia"

"Buona notte...angelo mio"

Michael spense la lampadina e la vide crollare nell'abisso dei suoi sogni.
Avrebbe voluto stare in quel letto con lei,per essere stretto e accarezzato come faceva con il suo peluche;avrebbe voluto sentire la sua dolcezza e il suo calore trasmesso direttamente dal suo corpo e non soltanto dai suoi caldi e innocenti baci,e,in fondo al cuore,sperava che prima o poi sarebbe successo.
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Messaggio Da marina56 Lun Ott 17, 2011 11:56 am

Il giorno della partenza di Michael si stava avvicinando,e la mente di Alexa era attraversata da dubbi e perplessita' certamente compresibili: un mese era tanto tempo; tanto tempo per resistere dal non vederlo,ne' sentirlo; o meglio,sentirne la voce e vederne le spettacolari performance soltanto attraverso uno schermo. Sarebbe dovuta restare senza di lui,senza il suo calore,senza il suo profumo alla vaniglia,senza i suoi baci,senza le sue carezze,senza le sue battute; senza i suoi magnifici ricci,senza i suoi occhi profondi e senza i suoi modi gentili. Ma adesso, Michael era entrato nella sua vita,e,permettendogli di farlo, doveva indirettamente accettare alcune persone,alcune situazioni che facevano inevitabilmente parte del suo essere famoso. Accettare i giorni della sua lunga assenza,accettare,da adesso in avanti,bugie e menzogne,discorsi storti da parte della stampa,falsita' di ogni tipo da parte dei tabloid,persone assetate di fama e denaro; trappole,tante trappole da schivare per non farsi ingabbiare nella morsa dell'invidia e della corruzione. E poi,c'erano momenti complicati,affari da gestire,meccanismi ai quali non era possibile sottrarsi perche' erano insiti in quella macchina targata Showbusiness di cui Michael ne era l'ingranaggio principale.
In sostanza,poche parole e tanta fiducia. "Devi fidarti solo e soltanto di me" le aveva detto Michael,ma non era esattamente sicura di poter rispettare quella promessa che gli aveva fatto con tanta sicurezza; o,meglio,aveva il timore che la fiducia che gli stava donando,venisse tradita proprio da qualche sua mossa azzardata; era il suo ragazzo,ma era pur sempre Michael Jackson,e in mese di lontananza sarebbe stato accerchiato da ogni tipo di distrazione e tentazione,e,in fondo,non lo conosceva cosi' approfonditamente da poter ammettere con assoluta certezza che non si sarebbe concesso qualche svago,soprattutto per quanto riguarda le ragazze che sicuramente dopo ogni spettacolo cercavano di strapaprgli un abbraccio o un saluto dal camerino o facevano interminabili ore di ressa per cercare di fargli visita all'hotel.
Affogo' tutte le sue preoccupazioni gustando con gli occhi il menu di quel caffe' nel quale era solita fare abbondanti spuntini a base di dolci. Torte,frappe',pasticcini,biscotti,caffe',di ogni genere e di ogni tipo che appagavano le sue papille e riempivano la sua bocca per respingere dalla sua testa quei pensieri che si stavano aggrovigliando nella sua mente come un gomitolo spessissimo. Il cibo era uno dei maggiori piaceri per lei,e non aveva intenzione di farsi rovinare quel momento in cui c'erano soltanto lei e quegli alimenti zuccherosi e soffici.

"Ale ci sei?" la voce di Oliver torno' a farsi sentire,

"Oh ehm...sai....Sono un po' preoccupata per Michael"

rivelo' all'amico mentre con la cannuccia rosa formava dei cerchi sulla superficie scura del suo frappe' al cioccolato e il suo sguardo era posato sul rosso acceso del suo tovagliolo che giaceva sulle sue gambe.

"Dai Ale...M adi che ti preoccupi? Stai tranquilla,lui....ti ama....hai paura,che ti tradisca,non e' cosi'?"

Sebastian si uni' alla coversazione posandole una mano sulla guancia per cercare di rassicurarla,

"Ehm...E come fai a....a saperlo?" lui rise,

"Beh,l'ho capito,si vede che sei....come dire....tesa"

"Lui...mi vuole bene,ma amare...e' una parola grossa..Io....Ho paura che...che si distragga....che si distragga con qualcun'altra,io....io gli voglio cosi' bene,ma forse...forse sono...troppo poco per lui,non so come dirlo ma....se penso a tutte le persone che incontrera',a tutte le donne che potra' vedere....ecco,insomma...guarda la'...."

indico' il televisore: stavano trasmettendo un servizio del telegiornale in cui mostravano la vendita dei biglietti per le successive tappe del tour,e poi,la solita folla in delirio,urli,e immagini di Michael mentre si esibiva.
Era cosi' strano,assurdo e meraviglioso insieme: un lato di lei era esaltato dalla consapevolezza di essere la ragazza di quel tipo giudicato da tutti stravagante e bizzarro ma che era quella star planetaria e amata da milioni di persone; dall'altro lato,la consapevolezza di dover restare con i piedi per terra,del dover afferrare con estrema cautela tutta quella realta' in cui forse era caduta troppo in fretta e che le pareva ancora un sogno. Era a fianco dell'uomo che piu' poteva desiderare su questa terra,tuttavia sentiva che qualcosa non quadrava; lo sentiva nell'aria e doveva intervenire per bloccare quella ventata di cattiva sorte che sentiva imminente ababttersi su di lei.

Usci' dal caffe' e si stupi' della rapidita' con cui,nell'edicola di fronte,venivano bruciate le copie del giornale scandalistico che volevano Michael amante di una ragazza anonima. Scosse la testa,un po' incredula e un po' ironica,poi,Oliver le prese la mano costringendola a guardarlo:

"Ale,ascoltami,devi ascoltarmi! Michael...non ti fara' del male..."

"Ah si...E come fai ad esserne cosi' sicuro?"

"Per la miseriaccia,Ale! Io...lo vedo da come ti guarda,da come ti parla,da come e' preso quando tu gli sei vicina...Sono un uomo anche io,le percepisco queste cose...Smetti di farti questi problemi,lui...Non vede che te!"

"Lo credi.....davvero?"

"Si,si,si,si....Mille volte si! Vedrai che un mese passera' alla svelta,volera'!"

"Si Ale,volera'...ci siamo noi con te!" Disse Sebastian abbracciandola

"Grazie ragazzi...."

"E adesso...torniamo in albergo che ci aspetta l'aperitivo!"

"Aperitivo?" lei rise,

"Oh si vedrai quando Michael non ci sara'..quante cose faremo insieme!"

"Voi siete impazziti!"

"Oh dai su...Ci divertiremo...come ai vecchi tempi!" Oliver rise,

"Vecchi tempi? Ahahahah...Lo sapete che anche se adesso c'e' Michael...voi siete tutto per me!"

si abbracciarono in gruppo dirigendosi all'hotel.

**************************************************

Michael entro' dalla porta scorrevole e il suo sguardo si precipito' sulla lussuosa hall: accanto alla fontana,sulla poltrona in velluto blu prorpio al centro della sala,c'era una ragazza che aveva il braccio posato sul bracciolo di legno; davanti a se',un tavolino di noce in stile impero su cui era riposto un centrino di pizzo color crema; non vide il suo viso perche' celato dietro la copertina di una rivista di moda;poteva soltanto intravedere la sua gamba accavallata velata dalla calza finissima e scoperta un piu' del dovuto dall'orlo della gonna che,per via della sua posizione seduta,si accorciava inevitabilmente andando a contornare l'inizio delle sue cosce.
Sorrise: erano gambe che conosceva,erano mani che conosceva. Si sedette di fronte a lei mentre era ancora intenta nella lettura. A dividerli,solo quel tavolino. Sfogliava le pagine con grazia e gesticolava lentamente e con classe mentre si entusiasmava per i vestiti e gli accessori da sogno che osservava bramosa su quelle pagine. Michael cerco' di non fare rumore per restare ad osservarla in silenzio in tutta la sua fantastica bellezza. Era semplice,ma raffinata; aveva un'aria da bambina ma allo stesso tempo gli sembrava cosi' donna; era cosi' innocente ma anche terribilmente sexy ,ed era sicuro che sotto quello strato apaprentemente forte e a volte distaccato a causa del suo orgoglio,si nascondesse una ragazza dolce,comprensiva,
disponibile; e anche,ne era certo,un'ottima amante. Resto' ancora qualche minuto a far scorrere le sue pupille su e giu' su quella parte di lei che adorava; non poteva farci niente,era cosi' attratto dalle sue gambe slanciate e scolpite e perfettamente dritte: si soffermava sul bordo della gonna per poi proseguire verso il laccetto della scarpa nera che adornava la sua caviglia sottile. Tutto d'un tratto,il cameriere si fermo' accanto a Michael:

"Buonasera Signore....Desidera qualcosa?"

"Si,grazie" Alexa riconobbe la sua voce fine ma non sis compose,
"Due cioccolate calde..." lei scosto' leggermente la rivista per guardarlo,
"......Con panna,grazie"

sorrise e provo' ad incrociare lo sguardo con quello di Alexa: avrebbe voluto gettarsi tra le sue braccia per abbracciarlo,ma data la moltitudine di clienti di quella sera,non si scompose per non destare sospetti; e poi,l'ultima cosa che voleva era far sapere al mondo chi frequentava. Non voleva finire su una copertina,non gli interessava la celebrita',e a Michael piaceva per questo: per la sua riservatezza e i sentimenti cosi' candidi e genuini che nutriva nei suoi confronti.
Il cameriere poso' le tazze sul tavolo ma Alexa non la prese.

"Sul conto della camera per favore"

disse all'uomo che lo aveva servito e che trovo' strana quella richiesta di due porzioni quando a quel tavolino era completamente da solo. Ma si sa,lui era Michael Jackson,e nella sua vita e nella sua persona,non c'era niente di ordinario o normale,e le stranezze gli appartenevano e lo caretterizzavano quanto il suo guanto o il suo cappello.
Stette in silenzio,bevendo la sua cioccolata aspettando un qualche segnale da lei. Alexa era in estasi quando Michael scherzava cosi' o cercava di catturare la sua attenzione attraverso piccoli gesti; era divertente; era i un certo senso gioioso far finta di non conoscerlo quando invece appena la sera precedente era a scambiarsi baci voluttuosi e vanigliati con lui.

"Ehm Ehm...." continuava a tossire Michael per fa si che lei si scoprisse dalla rivista,

"Ma che bel vestito! Ne ho uno identico,me lo ha regalato un uomo cosi' dolce e premuroso...Che fortuna avere certe cose....no? Oh ma intendo il vestito...non l'uomo! Ahahaah"

inizio' a scherzare con lui; Michael si alzo' e si diresse verso le scale; sperava che lo seguisse ma non lo fece. Appena fu lontano,afferro' la cioccolata attenta di non essere guardata,si volto' e gli sorrise attraverso le foglie delle piante che incorniciavano l'area della hall. Passo' un'oretta,anche qualcosa di piu',ma lei non si dimostro' ossesisonata dalla sua improvvisa scomparsa; le parole di Oliver le risuonavano in testa,e in fondo sapeva che poteva fidarsi di Michael e che a lui piaceva prenderla con il suo senso dell'umorismo sfrenato. La saletta era oramai vuota; i clienti si dirigevano al ristornate e Michael torno' vicino ad Alexa assicurandosi che non ci fossero persone sospette o paparazzi nei paraggi:

"leggi Vogue? Sei proprio fissata con lo shopping allora!" rise e vide la sua finalmente la sua faccia che era truccata leggera come al solito,

"Beh,si,te l'ho detto che adoro i vestiti....Ah,grazie per la cioccolata...Qunado smetterai di pagarmi le cose? Quindici dollari di cioccolata!"

"Uuuuu....Dovrai trovare il modo di restituirmeli allora...ma va va'!" disse lui,

Poi Alexa poso' del tutto la rivista sul tavolo e lo vide in accappatoio: era li',nella hall,avvolto nel suo accappatoio bianco in cotone puro che riportava le sue iniziali incise a mano con filo dorato. Sobbalzo'; stava con non curanza seduto come se fosse appena uscito dalla piscina o dalla doccia.

"Ma che fai? Sei il solito cafone...Non ti sai comportare...Non si viene a prendere l'aperitivo,per di piu' con una fanciulla,in accappatoio..."

"Ah vuoi l'aperitivo?"

"No,scherzavo,non mi piace bere...e lo sai"

"Beh ero..si ero alla Spa a farmi fare un massaggio rilassante da una bellissima ragazza" cerco' di provocarla,

"Bene....Ti sarai divertito immagino....Chissa' se ci sono anche bei ragazzi che fanno i massaggi...Mmmm,aspetta che vado a chiedere al concierge"

Fece per alzarsi ma Michael la blocco'; voleva farla ingelosire per sentirsi considerato e apprezzato,per colmare la sua insicurezza,ma Alexa aveva oramai imparato a capire che faceva il falso prezioso.

"Tu non vai da nessuna parte...."

"l'accappatoio,l'olio sulla pelle nuda...il lettino,il massaggiatore meraviglioso...deve essere rilassante...magari,quando non ci sei...potrei farci un pensierino!"

"Cosa? Scherzi,vero?" disse con una smorfia,
"Te....te lo proibisco!"

"Ma scusa che c'e' di male?"

"C'e' che....Posso....posso toccarti solo io va bene?" lei rise,

"No....Sono serio"

"Va bene Michael,calmati..." avvicino' il braccio e la accarezzo' sulla guancia sorridendole,

"Scusa Ale....Io...io ti voglio bene e...." lei lo interruppe,

"Michael possiamo parlare da un'altra parte?"

"Oh si ecco....Volevo dirti una cosa: vorrei...vorrei che tu venissi a cena con me da Elizabeth domani sera...ci tiene a conoscerti,e io voglio presentarti a lei prima che parta....mi farebbe piacere se accettassi"

"Da Elizabeth? Certo,ma....Sei sicuro?"

"Si,vedrai...ti adorera'...." prese le sue mani stringendole e dandole un bacetto sulla guancia,

**********************************

La serata da Elizabeth ando' bene per Alexa,anche meglio del previsto. Dopo aver cenato Elizabeth le mostro' alcune foto rare ed inedite che ritraevano lei e Michael e altri personaggi famosi; chiaccherarono del piu' e del meno,dei loro gustim,dei loro hobby,eccetra; racconto' ad Elizabeth di come si erano conosciuti lei e Michael,del fatto che lei lo credeva un ladro,dei suoi amici affezionatissimi Oliver e Sebastian,di quella schifezza del giornale a cui Elizabeth le consiglio' di non badare,le racconto' dei problemi con i suoi genitori e le disse che era scappata per poter assistere al suo concerto. Elizabeth la trovo' adorabile,ed ebbero da subito una buona sintonia.
Alexa e Michael erano seduti sulla panchina in ferro battuto nel giardino di Elizabeth mentre lei li osservava dal balconcino salutandoli con la mano pensando a quanto fossero carini insieme; era contenta che finalmente Michael avesse trovato la ragazza adatta a lui,ed era convinta che il suo fiuto di vecchia signora non si sbagliasse sul suo conto.

"Stai simpatica ad Elizabeth,hai fatto una buona impressione,visto?"

"Meno male...E' troppo forte,spero di tornarci un'altra sera!"

"Certo,quando tornero' verremo a trovarla di nuovo,pero'...Ti vedo pensierosa Ale...che c'e'?"

"No,niente" Michael le prese un braccio e lo avvolse intorno a se';

"Mmmmm....Io credo...che tu abbia paura e che sospetti di me"

"No"

"Mmmmm...." le pizzico' il naso;

"Ok Michael....Io....ho paura che tu mi tradisca,ecco l'ho detto!"

"Oh ma che dici! Te lo dico sempre che sei una testolina vuota,tu devi...fidarti di me,ma secondo te io...A me piaci solo tu..."

"Seeeee dicono tutti cosi',ma poi...quando sarai la',da solo,e incontrerai milioni di ragazza bellissime....chissa' cosa farai"

"Eccoooooo,tu...tu credi che io mi approfitti delle ragazze vero? Non devi pensarlo,anche se sono una star...io non sono cosi',chiaro?"

Le stampo' un bacio in bocca e l'abbraccio' forte,lei in quel momento senti' tutto il suo rassicurante calore e si promise di fidarsi di lui;

"E comunque io...Non ho bisogno di vedere ragazze bellissime perche'....La piu' bella sei tu" lei lo guardo' sorridendo,
"Sai? Hai delle gambe stupende,quando ti metti la gonna...Mi mandi in esatsi...di'...lo fai apposta,vero?" fece l'occhiolino accarezzandola sulla coscia,

"No Michael no...non...non toccarmi cosi'...." arrossi',

"Ma io...ti ho solo sfiorata,scusami" si ricomposero poi fu lei a baciarlo,

"Guarda cosa ho qui Ale...te la ricordi? Questa e' la foto che abbiamo fatto per scherzo la sera del mio compleanno...ti avevo detto che te ne avrei portata una copia...Guarda...il pigiamino...Secondo te una ragazza cosi' potrei tradirla? Guardati,sei cosi' carina...." lei rise
"E sai cosa faro'? Per adesso le tengo entrambe io...Una la mettero' sullo specchio del camerino,e un'altra,la terro' sul comodino,cosi'....pensero' sempre a te e al tuo delizioso pigiamino" sorrise,

"Oh Michael...grazie...Grazie per i complimenti,io lo so che non ti approfitti delle ragazze,non lo penso,lo so che sei docle e buono,e' per questo che mi piaci! davvero...Ti piacciono le mie gambe?"

"Si,tantissimo,sono stratosferiche! E quando io saro' via...Ti proibisco di metterti la gonna,ok? E...niente massaggi,intesi?" le sussurro' all'orecchio

"Michael io...scherzavo,scusami,sono una stupida ma...un mese e' tanto senza di te,la mia paura e' comprensibile"

"Si ma tu...devi fidarti di me...io ti ho trovata adesso,sei tutto cio' che desidero e...Beh,non potrei mai ferirti...mai!"

"Anche io ho una cosa per te..." prese un pacchetto rosso,

"Oh,ma che ti sei messa a comprare?" le accarezzo' i capelli,

"No,e' una cavolata,e' un pensierino,ho pensato che se starai rinchiuso in albergo come mi hai detto,questo...sara' di sicuro un buon passatempo!"

Gli porse il regalo e Michael lo scarto' restandone entusiasta e strabiliato come un bambino: era un puzzle enorme,prima guardo' di fronte,poi sul retro: "Ho settemila tesserine....Componimi e scopri i personaggi" citavano le istruzioni. Tutti i personaggi della Disney,da Biancaneve a Pan,fino a Topolino,si sarebbero svelati non appena il puzzle sarebbe stato completato.

"Oddio Ale ma...come hai fatto ad indovinare? Adoro i cartoni e la Disney...e.....adoro te! Ti adoro! Ti adoro! Faro' di tutto per finirlo in questo mese,ti scrivero' e ti faro' sapere come va...e' bellissimo!"

E senza dargli il tempo per replicare,poso' la scatola a terra e prndendole il volto tra le mani la bacio' con passione: voleva farle capire quanto grande fosse il sentimento che provava per lei,e provo' a trasmettergli attraverso la sua lingua tutta la sua dedizione,tutta la sua premura; cerco' di farle capire che non avrebbe mai infranto la sua promessa. I suoi baci conservavano quel loro caratteristico sentore delicato,ma con il passare del tempo si facevano sempre piu' passionali. Era l'ultimo bacio prima che lui partisse e voleva che fosse perfetto: fu molto piu' lungo degli altri,e di sicuro lei se lo sarebbe ricordato; quel tocco morbido e amoroso era l'unico modo per salutarla,per far si che nella sua mente fosse impresso ancora una volta quell'aroma di vaniglia. Si guardarono intensamente:

"Michael sei un angelo,ma questo...te l'ho gia' detto"

"Se hai bisogno chiama pure Elizabeth,d'accordo? Cerchero' di contattarti"

"Michael una cosa....Potresti non dire nulla agli altri? Cioe' ai tuoi collaboratori?" lui sorrise,
"Volevo solo che tu capissi che non sto con te perche' sei famoso"

"Ale...lo so....E' per questo che mi piaci"

Stettero ancora un po' ad osservare le stelle e la luna; a riscaldarsi con il loro calore reciproco; Alexa si senti' ancora una volta protetta dal suo unico angelo.

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Michael sali' sull'aereo e si accomodo' sul suo sedile. Durante il decollo guardava dal finestrino il paesaggio di Los Angeles che poco a poco si staccava dalla sua vista per fare spazio al bianco delle nuvole. Purtroppo affronto' la partenza da solo perche' non voleva che Alexa fosse pane per i paparazzi che aspettavano di soddisfare i loro palati con le ultime foto di Michael Jackson in aereoporto.
Non appena Siedah lo vide solo,pensieroso al finestrino,non si trattenne dall'impulso di sedergli accanto. Quella sua telefonata in cui le aveva detto che la questione tabloid era risolta lo aveva insospettito,e intendeva scoprirne di piu',doveva capire se Alexa fosse ancora con lui nonostante il falso scoop.

"Ciao Michael"

"Hey Siedah" si sedette accanto a lui senza nemmeno chiederglielo,

"Senti ma...allora quando mi hai detto che era tutto risolto...hai scoperto chi e'? Sai per il fatto del giornale..."

"Si tutto ok,tranquilla"

Zero. Zero e ancora zero. Era cosi' maledettamente riservato: non gli si cavava parola di bocca,solo che non poteva essere cosi' diretta nel porgli certe domande,cosi',la prese alla larga.

"Ah sono felice per te...Senti...un mese e' tanto per stare via eh? A me mancheranno mooooolte persone,una in particolare....anche a te scommetto!"

"Beh ecco....Si Siedah,questo e' normale,anche io ho due o tre persone a cui tengo molto" resto' sul vago ma Siedah capi' tutto,

Fine.Non gli disse piu' niente. Due persone? Sapeva che una era Elizabeth...ma l'altra? Doveva essere Alexa. Ribolli' di rabbia mentre Michael mangiava il suo pollo fritto con verdure; odiava il fatto che il suo piano non avesse funzionato; in piu',era in collera con lui perche' non mostrava il minimo interesse nei suoi confronti.Doveva cambiare strategia. Stavolta,doveva scovare un modo drastico,netto,tagliente per cacciare una volta per tutte Alexa,quella "piccina" come la chiamava lei,dal territorio che considerava suo e di Vicky e che era Michael e,come sempre,da astuta volpe e gatta insieme,ebbe un'illuminazione guardando il cielo.

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Arrivarono all'hotel di Vienna,prima tappa del suo tour: Siedah si precipito' in camera e telefono' a Vicky:

"Allora?" chiese Vicky

"Mi sa che........Non si sono lasciati,anzi lui...sembra cotto! Aveva gli occhi che brillavano e un sorriso ebete! Vicky dobbiamo agire adesso!"

"Coooooooooosa?" Vicky era furiosa quanto lei,

"Sai com'e' Michael...le avra' detto qualche parolina dolce e lei ci avra' creduto,non lo so!"

"Ma ero sicura che sarebbe sparita! Adesso io.......Ooooooh!"

"Vicky io sono qui a Vienna ma tu.......tu puoi...agire per me"

"Eh?"

"Ho un'idea: non ha funzionato alla prima ma alla seconda ed ultima dichiarazione scottante....sara' Michael ad allontanarsi da lei...."

"No aspetta....Michael?"

"Si,esatto......Dato che lei gli ha creduto,se noi facciamo in modo che sia stata la piccoletta ad inventarsi quell'intervista....Michael non la considerera' piu',no? Si allontanera' da lei e a quel punto noi.....uuuuuu,tutto per noi....Bellissimo,ricchissimo e famosissimo"

"Siedah mi colpisci ogni volta di piu'...stavolta non falliremo ma come facciamo a....Non sappiamo niente di lei...."

"Oh si....tu farai in modo di sapere di lei...Andrai all'hotel e sbircerai in camera sua,pedinala,sorvegliala,spiala....guarda cosa usa,cosa le piace,insomma fai in modo che possa inserire dettagli che sembrino appartenere a lei il piu' possibile,cosi' a Michael non bastera' di certo che lei le dica "Non sono stata io" poverina! Lo voglio,lo voglio capito? Lo voglio....nel mio letto...al piu' presto,deve essere....liquidata,conto su di te! Aspetto tue notizie,adesso devo andare perche' iniziano le prove tra mezz'ora"

"Siedah hai la mia parola! Saro' piu' efficiente....Di 007! sara' nostro,nei nostri letti,centomila dollari arrivooooooooo! E io saro' sua moglie! Non sara' certo una mocciosa ad impedirmelo!"

Fece una smorfia e penso' ad un modo per entrare nella sua suite. Stavolta,con Michael lontano da lei,nulla poteva andare storto.

Michael entro' nella stanza di Siedah e lei si volto' verso di lui mentre era ancora seduta sul tappeto con il telefono in mano: si giro' nervosamente su se' stessa attorcigliandosi il filo della cornetta tra le dita mettendosi l'apparecchio dietro alla schiena per non dare sospetti. E se Michael l'avesse sentita conversare con Vicky? Sarebbe saltato tutto quel diabolico piano che aveva accuratamente elaborato nella sua mente che gia' vagava sulle sue labbra,sul suo corpo,su Neverland; sul suo jet privato,sulle limousine e gli hotel,e su tutto lo sfarzo che lo circondava.

"Ciao Siedah..Ehm...Ci hanno organizzato un rinfresco di benvenuto giu' nella hall...manchi solo tu,dai,vieni!"

lei sorrise e un sospiro di sollievo usci' dalle sue labbra non appena si rese conto che fortunatamente Michael non l'aveva udita. Stava andando tutto come previsto; doveva solo cercare di avvicinarsi a lui in modo non troppo aggressivo,rispettare i suoi tempi per conquistarsi la sua fiducia e volgere tutta l'attenzione su di se' anziche' su Alexa;e,naturalmente,trovare un modo non troppo esplicito per mostrargli l'articolo che di li' a poco sarebbe apparso sul giornale.

"Certo Michael....Scendo subito"

Lui la fece passare avanti e si diressero al rinfresco. Nell'ascensore Siedah lo osservava con sguardo insistente: il suo fisico snello e scultoreo,il suo dito lungo e affusolato che premeva sul bottone per scendere al piano terra; i suoi occhi carbone e i suoi ricci che si posavano sulle sue larghe spalle. Elegante come sempre,distinto e garbato come sempre; sorridente e favoloso come sempre. Ormai Michael per lei era diventato una specie di ossesione,un chiodo fisso che non accennava a scardinarsi dai meandri della sua mente che era gia' da tempo occupata da lui,dalla sua immagine;era la chiave d'accesso per il mondo dela celebrita',del successo,ed era certa di avere in pugno quella chiave.
Durante il pasto non fece altro che aggirarsi intorno a lui: gli versava il cocktail,gli passava i piatti; ogni scusa era buona per sfiorarlo,per parlare,per toccargli i capelli,guardargli il sedere o fargli battutine allusive; e Michael era,come al solito,disponibile e garbato verso di lei,ma allo stesso tempo distante e non si esponeva troppo su se stesso' o sulla sua vita personale; aveva imparato a non fidarsi mai completamente di nessuno dopo tutte le false notizie dei tabloid e dopo tutte le accuse,e aveva intuito che Siedah aveva un debole per lui,percio' evito' di darle troppo confidenza.

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Vicky era concentrata sul bordo della sua piscina mentre aveva i piedi a mollo: ci doveva pur essere un modo per entrare in quella maledetta suite. Si tirava continuamente indietro la sua voluminosa frangia platinata mentre beveva un drink ed esibiva senza pudore il suo bikini succinto davanti agli ospiti che erano presenti per una riunione d'affari indetta da suo padre in quel pomeriggio. Stava sotto l'ombrellone a conversare con carte e cartelle in mano con altri signori quando Vickyi gli si avvicino' calando i suoi occhialoni da diva extra large e mostrando lo sguardo dalle ciglia finta e dal trucco marcato.

"Papa'....Mi serve un modo per guardare una camera....Una camera dell'hotel in cui stava Michael"

Suo padre si alzo' dalla sedia di vimini e la prese dapparte,

"Scusatemi Signori,un attimo. Tesoro,e' una questione importante...."

"Sono documenti di Michael quelli,vero?"

"Si Vicky....Allora,cosa c'e'?"

"Ehm,di questo si tratta papa'...Lui....lui si e' scordato un documento in camera e....ecco mi ha chiamata chiedendogli se posso spedirglielo,pero'....non so come entrare...tu...conosci il direttore dell'hotel,no? Ecco,potresti procurarmi il pass d'accesso a tutte le suite? Sara' una cosa veloce,non preoccuparti,non daro' fastidio "

"Ah e' cosi' cara...Certo,per la mia bambina...tutto"

Lei sorrise soddisfatta: era viziatissima e sapeva bene che suo padre le dava tutto cio' che voleva. Tutto e subito,e stavolta non sarebbe stato diverso. Entro' nell'enorme entrata di marmo della villa e sali' ai piani alti nella sua stanza impaziente di ricevere quella scheda. Ormai aveva la vittoria in pugno e niente avrebbe potuto sabotare il piano suo e di Siedah.

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Alexa,Oliver e Sebastian erano a giocare a carte nel giardino di casa di Sebastian: adesso che non c'era Michael,poteva dedicarsi tutta ai suoi amici e divertirsi come una bambina con ogni genere di gioco e passatempo. Giocarono con alcuni gadget,provarono perfino a disegnare Michael facendo a gara a chi riuscisse meglio; ma ovviamente Alexa perse perche' non era prorpio abile a disegnare.

"Ale ma e' oggi!" All'improvviso Oliver intervenne,

"Cosa?"

"Ma come cosa? Il concerto di Michael...E' stasera! Che ne dici se facciamo scorta cosi' stasera ce lo guardiamo tutti insieme sul divano del salotto qui da me? Mia zia non c'e',possiamo fare...festaaaaaaaaa!"

"Ok,va bene!"

Si alzarono di scatto e andarono subito al supermercato per comprare degli snack.

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Intanto Vicky arrivo' all'hotel e busso' il campanellino sul bancone impaziente di ricevere le attenzioni del concierge.

"Buonasera"

"Oh,finalmente! Sono la Signorina Williams,sono qui per quella questione del pass..." disse masticando un chewing-gum a bocca aperta,

"Oh,sicuro,abbiamo ricevuto la telefonata di suo padre qualche minuto fa,prego,mi segua"

la accompagno' in una stanzetta chiusa a chiave e le porse la tessera magnetica;

"Ecco,con questa avra' libero accesso a tutte le stanze e suite dell'hotel. Bene...se ha bisogno non esiti a contattare la hall; le auguro di trovare cio' che cerca,arrivederci"

"Oh,lo spero tanto anch'io"

disse tra se' muovendo su e giu' le sopracciglia e stringendo quel pezzetto di plastica tra le mani come se fosse prezioso come l'oro. Adesso doveva solo aspettare di scoprire il numero della stanza in cui alloggiava Alexa e poi il gioco era fatto. Si accomodo' sul grande divano rosso bevendo un whiskey con ghiaccio e sfogliando alcune riviste: tra la pila di giornali vi era anche quella che riportava la notizia inventata da Siedah; la rilesse divertita pensando a come il loro piano stava andando a gonfie vele. Il tempo trascorse ma di Alexa nememno una traccia. Decise di salire ai piani alti dell'albergo: imbocco' il corridoio verso la stanza 480,quella che Michael aveva lasciato pochi giorni prima ma che,essendo molto costosa,non era stata ancora occupata da nuovi ospiti. Il letto era ancora sfatto,la scrivania ancora in disordine; bicchieri e e bottiglie vuote sul comodino. Inizio' a frugare dappertutto in cerca di qualche indizio: pacchetti di caramelle a meta',fogli volanti completamente bianchi,riviste date in omaggio dall'hotel che conservavano intatte le loro pagine senza una minima traccia di penna o colore. Perlustro' tutti i cassetti,il frigo bar,il bagno,l'armadio; guardo' sotto il letto,dietro i mobili,ma non trovo' niente di cio' che stava cercando: evidentemente Michael aveva portato con se' tutto cio' che poteva riguardare Alexa.
Non trovo' nulla di diverso da cio' che conosceva gia': il flacone del suo shampoo,la boccetta vuota del suo profumo vanigliato. Lacio' la camera sottosopra ed usci' tornando di sotto. Esauasta e arrabbiata si rituffo' nel morbido divano: fermo' lo sguardo sui dipinti e sulla tappezzeria;poi,si volto' e,come per miracolo,vide entrare Alexa con i suoi amici. Doveva solo pregare perche' lei non salisse in camera,e,infatti,cosi' fu.

"Vorrei sapere se posso lasciare questi pacchetti qui,per cortesia,perche' dovrei andare a fare altre commissioni....sarebbe cosi' gentile da tenermeli?"

"Sicuro Signorina,ci pensiamo noi a portarglieli in camera,mi dica il numero della stanza e li trovera' pronti la'" rispose ad Alexa il concierge,

"Numero 320,grazie infinite Signore" e uscirono di nuovo tutti e tre,

Vicky,che nel frattempo si era nascosta dietro ad un carrello pieno di valige per non essere riconosciuta da Alexa,si assicuro' che lei fosse gia' in strada prima di dirigersi all'ascensore per entrare finalmente nella sua stanza. Facile,troppo facile. Le sembro' che il destino la stesse prendendo a braccetto; un attimo prima era a spiare nella camera di Michael senza risultato e adesso la situazione si era capovolta a suo favore nel giro di pochi minuti: Alexa sarebbe stata fuori per un po',cosi' avrebbe avuto tutto il tempo per esplorare le parti piu' nascoste della sua suite. Usci' dall'ascensore estraendo dalla sua maxi Louis Vuitton un blocchettino ed una penna stilografica.

"Stanza 320...Eccoti qui....vediamo cosa mi nascondi piccoletta"

Entro' senza sforzo inserendo la tessera e inizio' a guardarsi intorno.
Cerco' di scoprire cosa usasse,cosa avesse,cosa le piacesse: trovo' una tazza vuota di Cappuccino,una lattina di Coca-Cola,un fumetto di Topolino; dei cioccolatini al liquore di ciliegia,della cioccolata con nocciole; del rossetto rosato,del mascara nero di Dior;una borsa a tracolla bianca con cerniera e lucchetto dorato; uno specchietto turchese,del profumo agrumato,delle caramelle alla menta; il suo peluche e il pigiama di Titti;scrisse tutto perche' tutte le informazioni erano utili per un potenziale seguito dell'articolo. Apri' l'armadio:

"Ecco qua.....Mmmmmm interessante,molto interessante...ma perche' non ci ho pensato prima?"

Inizio' a dividere freneticamente le grucce per dare un'occhiata ai suoi vestiti: camicette bianche e ricamate,con fiocchi e decorazioni; minigonne,top, appunto' tutto perche' i particolari della falsa storia corrispondessero perfettamente al suo essere e alle cose che le appartenevano. Vide il vestito che Michael le avev aregalato. Dette una sbirciata alle scarpe e infine alla biancheria: mutandine e regiseni; con quei particolari non avrebbe mai fallito. Stava per uscire quando il suo sguardo si poso' su una scatoletta di carta chiusa dal coperchio: non c'era lucchetto,ne' coperchio: sollevo' la aprte superiore e trovo' al suo interno il bigliettino che Michael le aveva dato quella sera in cui Oliver era stato complice della loro riappacificazione dopo il piccolo dispetto che Alexa gli aveva fatto presentandosi a cena con Sebastian.

".....Quando ti ho detto che mi piace stare con te...dicevo sul serio. Mi dispiace di averti lasciato da sola...vuoi perdonarmi con questo piccolo pensierino? Forse non sara' sufficiente ma...spero tanto ci possa essere un altro pic-nic....Mi sono divertito a stare con la mia testolina vuota! Mi piace stare con te....mi piace tanto.....e a te? Michael. "

Il bigliettino era mezzo strappato,ma Vicky riusci' a leggerlo ugualmente:

"Ufffaaaaaaaa! Allora stanno insieme......Aaaaaarrrggghhhh,che rabbia! Nessuno puo' prendere in giro Vicky Williams...Nessuno! Tantomeno tu,mocciosa pu****ella che non sei altro! Riusciro' ad essere sua moglie e a portartelo via,ci riusciro'!"

Strinse ancora una volta quella carta tra le mani copiando quella frase sul suo blocchetto e riponendolo dentro la scatola senza lasciare impronte:

"Pic nic? Stare bene con te? No ma dico....Michael e' deficiente! Sei un deficiente! E tu sei una st****a,brutta,insignificante bambina....Adesso ti sistemo io,poi vedremo quanto bene starai con lei quando ti avra' usato per svendere una storia sul tuo conto Michael,lo vedremo molto presto!"

Si ritocco' il rossetto e usci' velocissima.

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La sera arrivo' ed Alexa e i suoi amici stavano organizzando il tavolo e preparando la tv e il divano per assistere in diretta al concerto di Michael.
I cuscini erano pronti per stendercisi sopra,l'audio a mille e snack di tutti i generi a portata di mano. Erano le nove e l'evento stava per iniziare: si alzo' a spengere la luce per creare piu' atmosfera e mettendosi nel mezzo a Oliver e Sebastian pinto' gli occhi sullo schermo. Sembro' strano anche a lei come le battesse il cuore solo per l'immagine di Michael su uno schermo; le pareva cosi' assurdo pensare che di li' a pochi secondi avrebbe visto il suo fidanzato nel bel mezzo delle sue esibizioni. Non appena apparve sul palco,le sembro' di rivivere le stesse sensazioni della sera in cui assistette al suo concerto,soltanto che erano emozioni ancora piu' amplificate: le faceva un effetto strano pensare che anche lei era in mezzo a quella folla ad urlare per il suo idolo che adesso era il suo uomo; era strano vederlo con addosso la stessa identica giacca che lui le aveva autografato; era strano vedere quanto fosse diverso con lei rispetto a quando era concentrato sulla sua performance: la sua timidezza svaniva per lasciare spazio all'assoluta sensualita' dei suoi movimenti e all'estrema sicurezza di se' che mostrava in ogni istante delle sue esecuzioni. Era un alternarsi di spavalderia e dolcezza: bastava passare da canzoni come "Smooth Criminal" ad altre piu' tranquille come "Heal the world" per rendersi conto di quante sfaccettature avesseil suo carattere. Resto' incantata a farsi travolgere per tutta la serata da quella magia che era sempre la stessa e che soltanto Michael riusciva a diffondere; si esalto' quando cantava i suoi brani piu' movimentati per poi lasciarsi cullare dalla sua voce bassa e dolce che le strappo' qualche piccola lacrima come solo la sua musica riusciva a fare. Infine, "Billie jean" che le fece pensare a quanto fosse sexy quando ballava; e "Man in the mirror" come finale che mandava quel messaggio cosi' profondo.
Spense la tv e rimase assorta tra i suoi pensieri: era la prima volta che viveva un suo concerto come sua fidanzata e non come semplice fan,e vederlo venerato e seguito da milioni di persone,vedere l'audience che faceva il suo spettacolo,sentire di lui al tg,le fece riaffiorare alla mente tutti i suoi dubbi chiendosi se davvero fosse lei la custode di quella fortuna immensa di nome Michael Jackson. Ando' a dormire pensando a quanto gia' gli mancasse e a cosa avrebbe fatto o a chi avrebbe visto dopo lo show: si infilo' sotto le coperte e ripenso' al suo bacio dolce in modo piu' vero possibile per simulare che lui fosse davvero li' con lei a darle la Buona Notte come aveva fatto molte volte.

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Immediatamente dopo lo show,Siedah si chiuse dietro le spalle la porta del camerino a chiave e si rinchiuse nel guardaroba con la cornetta per non essere sentita ne' da Michael ne' da nessun altro. Digito' il numero di Vicky:

"Allora?"

"Ce l'ho! Ho le informazioni per la seconda parte e....rullo di tamburi....ho persino scoperto che tipo di biancheria indossa! Cosi' la fregheremo in pieno! Dai di'....Sono o non sono meglio di 007?"

"Ma come hai fatto?"

"Eh eh....Merito del mio cognome,del mio adorato papa' e della mia astuzia cara socia...adesso,sta a te lavorare sul testo dato che il lavoro sporco e rischioso l'ho fatto io!"

"Si certo,solo che devo stare attenta che Michael non mi scopra....per il resto...dai detta!"

"Oddio e' stato un gioco da ragazzi...se solo penso alla faccia che fara' Michael...e a come stara' lei quando lui la lascera'....Allora....ci sono: coca-cola,cappuccino,caramelle alla menta,inventati qualcosa col cibo non so...tipo qualche giochetto,capito cosa intendo? Poi...vediamo....un peluche,un orsetto che ha una M al collo...cioe' ma ti rendi conto che Michael si e' messo con una dell'asilo? Anzi,no...all'asilo sono piu' adulte! Ahahhaah...continuo: ehm...borsa bianca e oro,Topolino cme fumetto,il vestito di Chanel che non so come fa ad avere!uno specchietto turchese,una camicetta bianca con fiocco al collo,una minigonna di tulle rosa,un profumo agrumato,un pigiama di Titti,un biglietto sdolcinato che lui le ha scritto,adesso ti dico le parole precise... e...dulcis in fundo...completini dai colori pastello,tanto pizzo,uno e' con reggiseno a balconcino e coulotte rosa e bianca...ecco,ho fatto cio' che potevo e credimi,l'ho fatto con il cuore pieno di vendetta...ahahahah! Adesso cara,aspetto l'articolo,lavoraci su per bene,fai uscire tutta la tua perversione inserendo questi particolari,ok? Fammi sapere non appena hai elaborato il tutto,a presto!"

"Ciao Vicky"

Attacco' e usci' dall'armadio rivestendosi per tornare in hotel.
Era ormai notte fonda e rotolandosi tra le lenzuola di lino del suo letto matrimoniale,cerco' di trarre ispirazione per scriver il seguito della sua storia; osservo' le pareti,i mobili,la vasca; tutto poteva essere fonte di idee: in meno tempo del previsto,riusci' a scrivere piu' di una pagina arricchita da particolari piccanti; lo rilesse tre volte: era semplicemente perfetto,era davvero cio' che ci voleva per far uscire Alexa dall'orbita di Michael. Lo trovo' geniale e meschino,ed una piccola vocina in fondo alla sua coscienza gli domando' se non avesse esagerato,ma lei non se ne curo' e chiamo' subito TMZ:

"Pronto,TMZ? Sono la ragazza che deve finire l'intervista su quello scoop che riguarda Michael Jackson..senta...il problema e' che...si...e' che...al momento non sono in America perche' una mia lontana zia di secondo grado che abita in Germania sta molto male,cosi' sono venuta qui quando si e' operata,quindi mi chiedevo se era possibile completare la mia dichiarazione tramite telefono...ehm..ovviamente se si puo' con linea protetta,capisce,no? Ah un'ultima cosa,chiederei ventimila dollari in piu' perche' veramente e' un'occasione unica per scoprire tutte le abitudini sessuali e non su Michael Jackson...."

"Accettiamo"

"Accettate? Woooooooooooooooooow! Tra quanto...anche adesso?"

"Prima di quattro giorni non e' possibile perche' il numero deve uscire la prossima settimana"

"D'accordo,la richiamero' Martedi'"

"A Martedi' Signorina"

"Yuppiiiiiiii Yuppiiiiii"

salto' sul letto come una bambina fino all'alba.ormai il copione era pronto ed era sicura che questa volta Michael non avrebbe avuto scelta: avrebbe smesso di fidarsi di Alexa e lei e Vicky avrebbero avuto campo libero.

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I giorni passarono,il tour continuava ma Michael non riusci' a chiamare Alexa: era sempre impegnato con le prove,con le luci,con le interviste e le conferenze,con i soiti paparazzi che cercavano costantemente di invadere la sua privacy e con le orde di fan che cercavano di assalirlo ogni giorno per strappargli una ciocca di capelli o un lembo dei suoi vestiti.
Gli mancava terribilmente e si chiedeva cosa facesse,ma era sicuro che con due amici come Sebastian e Oliver fosse in ottime mani; in piu',si era raccomnadato ad Elizabeth di andare ogni tanto a vedere come stava e se aveva bisogno anche solo di una piccola sciocchezza. La sua solita gelosia lo tormentava: aveva paura che Alexa,magari non sopportando la sua distanza,si sarebbe vista con qualcun altro.Sapeva che per lei non doveva essere facile avere un fidanzato che stava via a mesi,ma no voleva perderla per nulla al mondo,cosi',con la sua solita premura,decise di scriverle.

Alexa ritiro' la chiave della sua camera al bancone della hall e fu sorpresa quando la signorina che lavorava le porse una busta bianca e sigillata:

"Mi manchi tantissimo....Ma purtroppo non ho mai tempo per chiamarti...Il puzzle sta andando benino,ma settemila tesserine sono davvero tante....Spero che mi abbia guardato alla tv e spero anche che tu mi pensi tanto quanto ti penso io....Io ti penso praticamente tutto il giorno...Non vedo l'ora di rivederti! Voglio solo tornare e riempire di baci la mia bambolina fino a soffocarla Anche se e' lontano....Ricorda che il tuo angelo ti protegge.
Ti voglio benissimo,
Michael"

"Che carino" gli disse Oliver mentre spiava il bigliettino

"Non si spia!" gli rispose picchiandolo con un giornale,

"Caspita Ale...scrive malissimo!"

"Hey! Ma...guarda che questo biglietto...e' scritto con il cuore...e' questo l'importante....e' vero,lui non mi fara' del male,dio come gli voglio bene,pero'....mmmmm che strano....."

"Cosa?"

"Ho come la sensazione che qualcuno sia entrato qui......"

"E come? la porta e' intatta! La mancanza di Michael ti fa un brutto effetto!"

"Sara'......." rispose sospettosa avvertendo qualcosa nell'aria.

E anche quella sera si addormento' serena ripensando ai suoi baci e al suo biglietto che aveva accresciuto la sua sicurezza.

***************************************************

Michael era ancora intento a giostrare le tesserine del puzzle: erano tutte stese nella sua camera e provava a comporre i personaggi con molti tentativi non riusciti. Aveva la foto di Alexa con il pigiamino di Titti davanti ai suoi occhi e la osservava mentre cercava di comporre i pezzettini per svelare le immagini dei cartoni. Piano piano riusci' a comporre un piccolo quadratino che risulto' rosso e nero,poi,segui' un bottone bianco e Topolino,il primo soggetto,si svelo':

"Evvai!" disse alzando i pugni,
"Ale sei fantastica,ti adoro! E' un passatempo bellissimo...questo...riusciro' a finirlo per te....lo giuro" si disse tra se' mentre entro' Siedah,

"Ciao Michael"

"Oh Siedah"

aveva sentito tutto e il suo nome "Ale",non poteva prorpio accettarlo. Sentiva tutta la sua gioia e la sua felicita' quando Michawel pronunciava il suo nome: aveva gli occhi che brillavano,l'espressione serena,il sorriso acceso d'amore; a lei non andava giu' e maldestramente e facendo finta che fosse un incidente,pesto' tutte le tesserine scomponendole.

"bene!" penso' tra se' per poi fischiettare indiffernete,
"Oh scusa Michael......non l'ho fatto apposta!"

si chino' per aiutarlo in cerca di un contatto con la sua mano o,meglio ancora,con il suo viso,

"Non preoccuparti,non fa niente"

la sua espressione gioiosa si incupi' nel ripensare che avrebbe dovuto riniziare tutto daccapo: ci teneva a completarlo prima di tornare a Los Angeles per fargli una sorpresa e per farle capire quanto gli avesse fatto piacere riceverlo. Lo sguardo di Michael cadde sulla rivista che Siedah teneva in mano: era il giornale di gossip che riportava in copertina "LA MIA NOTTE DI [CENSORED] CON IL RE DEL POP-PARTE 2"

"Siedah,ma che fai....ti ci metti anche tu?"

Siedah naturalmente lo fece apposta: in quei giorni seguenti all'intervista che aveva rilasciato a TMZ,provo' in tutti i modi a far leggere a Michael l'articolo,ma lui non badava a certe menzogne; gli aveva lasciato la rivista sul tavolo,sulla poltrona,in piscina,persino nel camerino,sperando che lui la leggesse,ma non era mai successo. Adesso aveva l'occasione adatta:

"Ehm Ehm...Michael,ti...ti cercava Travis,se puoi scendere..."

E lancio' la rivista in terra davanti ai suoi occhi con la pagina aperta proprio sull'articolo facendo finta che le fosse caduta:

"Siedah ti e' caduta questa...." ma lei era gia' uscita

"Oh la prendo dopo Michael..."

Michael fece per alzarsi ma nello scansare la rivista il suo sguardo si focalizzo' su un paio di parole: "peluche" e "pigiama di Titti" ;poteva benissimo trattarsi di una coincidenza ma,quelle parole cosi' familiari a lui lo indussero a prendere in mano la rivista e a leggere l'articolo.

"Siedah di'....Di' a Travis che...adesso non posso scendere"

Siedah aveva ottenuto cio' che sperava: Michael stava con la facci triste immerso tra quelle righe; scuoteva la testa incredulo man a mano che leggeva. Lei usci' lasciandolo nella solitudine della lettura.
Per Siedah,ormai lo aveva in pugno.

Si tolse i mocassini e si lascio' cadere sul letto senza staccare nemmeno un secondo gli occhi da quella rivista. Era come guidato da uno strano istinto che lo incitava a leggere quell'articolo:

"Continuavo ad accarezzarlo da sotto l'acqua mentre con la mente gia' vagavo su cosa srebbe successo di li' a poco. Sapevo bene che tutta quella situazione non era nata per caso,e volevo solo cercare di ingannare l'attesa un po' per imbarazzo,un po' perche' in fondo mi trovavo in una vasca niente di meno che con Michael Jackson! Sentivo i suoi sospiri farsi piu' intensi,lui mi ha pregato di non fermarmi,poi...beh...ho capito che sarebbe successo qualcosa di piu' perche' quando ha aperto gli occhi mi ha guardata con passion,cosi' mi sono avvicinata e mi sono messa in collo a lui: Michael senza dirmi niente mi ha slacciato il costume accarezzandomi la schiena. Le sue dita scorrevano sulla mia pelle su e giu',poi...si e' fermato all'improvviso e mi ha sussurrato all'orecchio"Non credo che mi basti...e a te?" io ho preso coraggio e gli ho detto "No...Nemmeno a me basta,io non voglio solo la schuima,io...voglio te!" Michael e' rimasto zitto,poi ho preso il mio specchietto turchese che era appoggiato sul bordo della vasca e l'ho messo davanti al suo volto: "Guardati,sei bellisismo,come potrei non volerti?" gli ho risposto; lui si e' alzato ed e' uscito dalla vasca completamente nudo; era ricoperto di schiuma,con i capelli sciolti e bagnati,era molto molto eccitante. Si e' seduto sul letto cosi',bagnandolo tutto senza nemmeno asciugarsi; era fermo e non riuscivo a capire cosa volesse,cosi' ho cercato di spezzare l'imbarazzo portandogli del Cappuccino. Michael ha bevuto tutto d'un fiato,poi si mordeva le labbra per mandare via i residui della bevanda,ma non smetteva di guardarmi,poi mi ha detto "Faresti una cosa per me adesso?" e io "certo" e lui "Mettiti il piu' bel completino che hai e poi...spogliati" . Io andai ad aprire il cassetto e senza farmi vedere mi cambiai il costume indossando una mutandina ed un reggiseno bianche di pizzo con un nastrino rosa su cui era stampata una rosellina: andai davanti a lui e iniziai a svestirmi: feci cadere la coulotte sul pavimento,cosi' come il reggiseno,poi mi adagiai accanto a lui nel letto: fu allora che lui dapprima mi abbraccio',poi prendendomi delicatamente mi sono ritrovata sotto di lui. Michael ha tirato le coperte di modo che fossimo interamente al buio e beh...fu allora che senza nemmeno accorgermene i nostri corpi si ritrovarono l'uno avvolto all'altro. E' incredibile come sia successo cosi' in fretta,ma e' stata la notte piu' passionale della mia vita. Credo che nessun uomo sia come Michael: e' sensibile,dolce,timido,non parlava quasi mai pero'...beh...il linguaggio dei suoi movimenti parlava per lui! In intimita' e' carino ma anche provocante ed esplicito...un attimo prima mi dedicava parole poetiche e il momento dopo mi prendeva con una velocita' impressionante chiedendomi di rispondere ai suoi comandi con frasi piccanti,wow! E' stato intenso,pazzesco! E' durato fino all'alba ed era davvero tantissimo che non trascorrevo una notte d'amore cosi'. Ma non pensate solo ad un posto,potrei dire con certezza di conoscere e di aver esplorato ogni metro quadro della su suite: il letto,il tavolo,la scrivania,la vasca,il tappeto e il parquet! Mi sono addormentata per la stanchezza e ricordo che ci ho messo tantissimo a riprendere il respiro in modo regolare,mi ha...mi ha letteralmente sconvolta! La luce mi accarezzo' il viso e come aprii' gli occhi notai che mi stava tenendo stretta a se'. Poco dopo si sveglio',mi diede il buongiorno,ma il suo sguardo da angelo si tramuto' di nuovo in quello di un gran seduttore; non so perche',ma nonostante fossi sfinita,fui colta nuovamente dall'impeto: mi chiese di fare un altro spogliarello per lui,credo sia una cosa che gli piaccia e che lo ecciti. Mi misi il mio pigiama rosa con Titti e Michael inizialmente rise perche' lo trovo' simpatico,ma poi appena fui nuda ancora una volta,allungo' le braccia a mi afferro' prepotentemente facendomi ricadere sul letto e facendomi vivere un nuovo incontro.
Cosa dire,volete sapere qualcosa di piu'? Allora,gli piace stare sotto ed e' molto dotato come si puo' notare anche da alcune fotografie; e' vero che porta profumo all'aroma di vaniglia perche' il suo odore era dolce; mi ha confessato una sua fantasia,volete sapere la fantasia sessuale del re del pop? Andare con la sua compagna in mezzo agli animali,mi ha detto una cosa tipo "Vorrei tanto essere con te allo zoo in questo momento",lo so,sembra strano ma tutto di Michael e' strambo. Mi ha regalato un fiore e poi mi ha detto che voleva rilassarsi,cosi' io ho preso il mio fumetto preferito,Topolino,e ho inizato a leggerglielo mentre ero ancora nuda con la testa appoggiata sul suo petto. Siamo stati a ridere un'ora,o forse piu',come due bambini,poi mi ha chiesto cosa fosse quell'orsetto che avevo nella mia borsa: gli ho risposto che lo avevo comprato pensando a lui e che era per quello che aveva una "M" intorno al collo,proprio come il suo nome,Michael. Mi ha detto che sono una ragazza dolce,e mi ha detto che avrebbe voluto rivedermi presto. Sono tornata a lavoro e mentre tiravo fuori il portafoglio per dare il resto ad un cliente,ho trovato un bigliettino in borsa che diceva "Mi piace stare con te....mi piace tanto...e a te?" scritto a mano e firmato da Michael. Purtroppo,non ci siamo piu' rivisti,lui e' Michael Jackson,ha i suoi impegni,la sua vita e il suo mondo.
Beh,questa e' la mia storia che ho voluto condividere con voi lettori e lettrici per dimostrare che Michael Jackson non e' affatto un pedofilo,bensi' un grande amante. Nel mio piccolo,sono stata davvero fortunata ad averlo incontrato in modo cosi' ravvicinato.
FINE

******

Michael stringeva la rivista tra le dita; ,la stringeva cosi' forte tanto da graffiarne i bordi con le unghie. La sua testa cadde da sola sul cuscino; i suoi occhi si perdevano e si incrociavano tra quelle righe mentre la sua vista inspiegabilmente si sfocava fino a non riuscire piu' a distinguere i caratteri dell'inchiostro. Sospiro' per svariate volte finche' non si senti' uscire tutto l'ossigeno che aveva nei polmoni. La luce che possedevano le sue pupille svani' con quella della sua anima: fuori,il cielo splendeva,ma dentro era tutto inspiegabilmente vuoto,buio,scuro. Si sentiva leggero perche' era come se il suo corpo fosse sospeso nell'aria e non piu' padrone dei suoi movimenti,ma anche appesantito per la grande massa di amarezza,sgomento e tristezza che percepiva campeggiare nel suo stomaco per poi risalire veloce e potente in testa facendogliela esplodere e pulsare.
Sentiva le tempie uscirgli dal viso,i brividi pervaderlo,un senso di impotenza impossessarsi di lui,una solitudine incombente che,ancora una volta,non lo voleva accanto a nessuno. Cosi' andavano le cose,cosi' andava il destino,il suo destino. Era sempre stato convinto di poter prendere in mano le redini della sua vita,di poter gestire lui stesso le manovre da effettuare per poter decidere la direzione da imboccare,ma,puntualmente e maledettamente;ogni volta,ogni secondo,in realta' erano altre forze a decidere per lui; erano forze che non avevano a che fare con entita' impalpabili come il destino o il caso; no,erano forze assai piu' crudeli e meschine che dettavano il corso della vita di Michael Jackson. Erano il successo,la fama,il denaro,il potere,la voglia di mettersi in mostra che spingevano le persone ad avvicinarsi a lui; non era affetto,ne' amore,ne' stima; non era niente di tutto questo; era tutto falso,tutta una messa in scena,tutto un teatrino di cui Michael si sentiva il burattino principale. Ecco come si sentiva: una marionetta comandata dai fili,incapace di reagire,incapace di avere una vita normale,di essere normale e di ricevere attenzioni normali. Gli venne in mente una famosa frase di un chimico,non seppe perche',ma forse,andando bene a scuola,fu l'unico appiglio su cui meditare: "Nulla si crea,nulla si ditrugge,tutto si trasforma". Il nulla? Si chiedeva Michael mentre cercava nella testa risposte che restavano irrisolte. E allora perche' lui era stato creato solo per farsi distruggere? E perche' non poteva trasformarsi in qualcuno che non avesse tutti questi problemi? Riflette' un po': nell'istante in cui qualcuno violava la sua privacy,la sua anima,la sua intimita',prendendosi gioco dei suoi sentimenti,delle sue emozioni,distruggendolo;quello era l'istante in cui,per qualcun altro,si creava materia nuova: le false notizie divenivano soldi,i soldi divenivano denaro,il denaro diveniva strumento per poter accedere alle piu' alte delle cariche,per poter saziare quella parte di ognuno di noi e del nostro ego che chiede di essere sfamata. Eccola la trasformazione.
"Tu Michael....ti distruggono,ti annullano per i soldi e basta....cosa che serve a loro per trasformarsi in persone piu' potenti,ostacolano i monti piu' alti e insormontabili della tua anima per arrivare a cio' che desiderano."

Era questo e basta: cibo per eghi frustrati,pietanza per chi non poteva essere come lui ma che lo voleva cosi' tanto da arrivare a calpestare ogni centimetro del suo essere umano,delle sue speranze e dei suoi buoni propositi che cercava di trasmettere al mondo con tanta dedizione attraverso la sua musica. Per un attimo si chiese se valesse la pena continuare a donare alle persone e ai fans tanto amore per ricevere in cambio solo odio e invidia. Si chiese perche' l'amore,secondo lui voluto da Dio,pareva essere cosi' raro nelle persone e cosi' difficile da comprendere e vivere. Eppure...era cosi' bello.O,almeno,lo era stato finche' Alexa non si era cimentata in questa menzogna cosi' avida e meschina. Credeva che sentire battere il proprio cuore quando la vedeva fosse la cosa piu' entusiasmante del mondo; credeva che l'amore,quando ti faceva toccare il cielo con un dito anche se non hai la capacita' di volare,fosse la cosa piu' favolosa; era cosi' fantastico e magico perdersi in un bacio,in uno sguardo,in un gesto gentile,in una parola dolce; ma in verita',non era cosi': desidero' per un attimo non essere vivo; avrebbe voluto essere totalmente privo di cuore e di anima,avrebbe voluto che le lacrime non gli rigassero il viso,avrebbe voluto non avere un cervello per realizzare quanto Alexa era stata capace di architettare; avrebbe voluto essere come la lattina di Coca Cola a cui aveva attaccate le labbra: un freddo pezzo di metallo,un oggetto ibrido,fabbricato in serie: non e' fatto di carni,non prova emozioni che a volte sono cosi' devastanti da farti crollare il tuo piccolo universo addosso.
Era sconvolto e turbato ma stavolta,sentiva che doveva affrontare il peso di quella situazione senza restare inerme come aveva fatto in passato di fronte alle accuse e di fronte alle numerose falsita' della stampa. Sarebbe andato a Los Angeles e le avrebbe parlato; stavolta,senza delicatezza,senza dolcezza,senza tante smielate frasine o atti gentili che gli sembrarono cosi' idioti e stupidi in quel momento in cui gridando "Ti odio!" pestava con forza tutte le tesserine del puzzle fino a scomporre quel poco di figura che si era formato.

Scese nella hall e Travis si avvicino' per parlagrli:

"Travis non adesso....Paul...il jet....devo andare a Los Angeles....Immediatamente!"

Uno a zero per Siedah,e stavolta....ne era sicura.

**********************************************

Alexa fu svegliata dalle mani di qualcuno che bussavano alla porta con insistenza. Apri' gli occhi ancora intontita dal sonno,si sciacquo' il viso al volo e ando' alla porta pensando che fosse il cameriere; ma quando vide Michael,resto' di stucco: lui entro' con irruenza nella sua stanza con aria visibilmente scossa. Alexa gli corse incontro cercando di abbracciarlo,e con gli occhi pieni di gioia gli disse:

"Michael....Sei tornato,sei qui...per me? Avevi qualche giorno libero? Ho ricevuto il tuo bigliettino,sei adorabile!"

Provo' ad accarezzargli la guancia,cerco' di impossessarsi nuovamente dei suoi ricci ma la sua chioma sventolo' altrove; cerco' un contatto con le sue labbra che si negarono a lei senza motivo:

"Stai zittaaaaaaa!" grido' Michael singhiozzando,
"Ti odio! Ti odio! Sei una schifosa,ti sei approfittata solo di me e della mia bonta'! Cosa vuoi? Soldi? Tieni....tieni e sparisci!"

Estrasse dalla tasca un rotolo di denaro e glielo lancio' contro spargendolo per il tappeto; Alexa non capiva e Michael si chino' in ginocchio con le mani che gli coprivano gli occhi dilatati dal pianto che andava abbondante a bagnare il suo viso.

"Michael ma io...." gli mise una mano sulla spalla

"Non toccarmiiiiiiiiii! Non ci provare mai piu'! Sei come tutte le altre,come tutte capito? Mi vuoi usare solo per il successo....Sei solo una finta e falsa accalappiatrice di denaro! Sei come tutte,vuoi solo ottenere qualche serata fra vip o arrivare alla fama! Fai tutta l'innocente,i sorrisi,la timidezza...invece sei...sei una str**** !"

"Michael ma di cosa parli,io......"

"Ah non sai di cosa parlo? Allora cos'e' questo? Dimmelo avanti!"

gli attravento' la rivista addosso cosi' forte che le ando' sulla guancia facendole male; prese l'articolo e lo lesse incredula: tornava tutto: Topolino,il pigiama,sembrava davvero lei. Sgrano' gli occhi impotente quanto lui di fronte a quelle righe,

"Michael io non c'entro,te lo giuro!"

"Risparmia i giuramenti,brutta str****! Non credevo potessi arrivare a tanto,credevo di essermi innamorato di te e invece,ci sono caduto di nuovo....come un deficiente....e sai che ti dico? Non sei carina per niente,non hai un bel fisico e mi fa schifo come ti vesti! Trovo il tuo peluche un viscido passatempo per bambini piccoli! Piccoli e stupidi come te e.....baci malissimo e non saresti nemmeno brava come parrucchiera! E il puzzle...l'ho rotto tutto...tutto!"

Alexa resto' a fissare il vuoto: quelle parole l'avevano umiliata e ferita; gli occhi di Michael trasudavano rabbia e vendetta; provo' a dargli spiegazioni invano:

"Michael io ti voglio bene...non e' colpa mia,devono....devono avermi incastrato"

"Ah si? Ah si? No! A me mi hanno incastrato....e sai chi? Tu!"

Si alzo' di scatto e inizio' a frugare tra le sue cose buttandole all'aria:

"Ti hanno incastrato dici? Ok,vediamo? Cos'e' questo? E questo?"

Mostro' ad Alexa gli oggetti che ritrovava nell'articolo: lo specchietto,il pigiama,persino il completino era identico. Non aveva prove per dimostrare il contrario.

"Michael no fammi capire....Io dovevo fidarmi di te,ma tu non credi a me? E dov'e' finita tutta la fiducia? E tutte quelle cose? Tu non mi credi!"

"No,e di chi e' questA roba? Mi hanno incastrato dici...ahahahah! Ma che sono cose che fai con il tuo ragazzo? Ma dico ti rendi conto?"

"Con il mio ragazzo?" il tono di Alexa si alzo';
"Tu sei matto,sei svitato,sei strambo ancora di piu' di quel che si dice...."

"Si si fai finta di non sapere nulla....Ti fai le notti con il tuo uomo a letto e poi ti inventi che fai certe cose con me solo per avere il portafoglio gonfio di pezzi di carta verdi! Sei davvero meschina....non hai fatto altro che fingere!" si avvicino' alla porta,

"Meschina? A letto? Io....Io.....Non sono mai stata a letto con nessuno! Credevo che l'avessi capito,ti credevo abbastanza intelligente da aver intuito che quello era davvero il mio primo bacio...che ricordero' purtroppo con tanto disgusto! Ma a questo punto puoi credere cio' che vuoi! E' finita Michael! E' finita! Non venire a cercarmi perche' non mi troverai! Anzi....te lo dico....non e' mai iniziata! Non voglio stare con uno come te...Sei un finto dolce,buono...potrei dire lo stesso di te....lo fai solo per vendere dischi e per avere fans ma in realta' ecco cosa sei! Un viziato! Uno che vuole avere il mondo ai suoi piedi! Mi fai schifo e anche tu....Anche tu non sei sexy,non sei bello,e il tuo profumo e' disgustoso! Scrivi malissimo e non sai nemmeno scrivere frasi decenti...E i tuoi vestiti....buttali nel gabinetto! Addio!"

Alexa sbatte' la porta fino a far tremare i quadri che erano appesi alle pareti e gli oggetti presenti sui mobili e se ando' ancora in pigiama con il suo peluche in mano imboccando il corridoio trattenendo a stento le lacrime. Tolse quel nastrino in cui era avvolsa la "M" strappandola con violenza dal collo dell'orsetto lasciandolo cadere sulla moquette.
Era troppo bello per essere vero. Troppo magnifico per non essere un sogno; sperava di svegliarsi al piu' presto,di tornare alla realta'. Una cosa ditrutta e' una cosa che si ritrasforma: sarebbe tornata una semplice fan e,forse,nemmeno piu' quello.
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Messaggio Da marina56 Lun Ott 17, 2011 11:58 am

Michael resto' nella stanza di Alexa a sentire ancora l'eco rimbombare dappertutto dato dalla forte violenza con cui lei aveva sbattuto la porta.
Si passo' le dita sulle labbra finche' non si arricciarono tutte; rimase ad osservare ogni lato di quella suite,ogni particolare,ogni oggetto che le aveva lanciato contro con impeto e che pareva essere complice di quella disfatta: il peluche,lo specchietto,il suo completino intimo,giacevano a terra,colpevoli di averlo sfruttato,di avergli mentito. Si passo' rapidamente la manica della camicia sugli occhi bagnati,tingendone di nero il color ciliegia; giro' il pomello e affacciandosi al corridoio vide Alexa di spalle in attesa dell'ascensore:

"Apriti,diamine...Apriti!"

Gridava mentre le sue dita premevano contro il pulsante che l'avrebbe portata di sotto. Ancora non sapeva esattamente cosa avrebbe fatto o dove si sarebbe recata,ma non poteva piu' sopportarlo: il solo captare la presenza di Michael tra le pareti di quel quarto piano dell'hotel la amndava su tutte le furie. Michael penso' che fosse l'ultima volta ch el'avrebbe rivista: il suo pigiamino che tanto gli era sembrato femminile,la sua camminata aggraziata,le sue gambe ben delineate contornate dalla leggera stoffa,i suoi capelli un po' scompigliati dalle morbide onde,il suo fondoschiena su cui aveva piu' di una volta posato lo sguardo,non gli fecero lo stesso effetto,anzi; gli sembro' cosi' vuota ed insignificante in quel momento. Non si sentiva in colpa come le altre volte per quegli sguardi che posava sulle sue forme; non si sentiva in dovere di usare gesti delicati per paura di romperla o spezzarla,tutt'altro: questo era adesso il suo obiettivo,infrangere la sua anima. La temperature del suo sangue aumentava ogni secondo di piu',e sentiva l'irrefrenabile bisogno di trafiggerla nei meandri piu' profondi del suo essere; aveva bisogno di rivoltargli contro tutte quelle sensazioni sgradevoli e fastidiose che lui aveva vissuto per tutte le menzogne che gli erano state affibbiate: voleva che lei le percepisse nello stesso,identico modo per capire cosa si prova ad essere usati soltanto per uno scopo. Cosi',almeno stavolta,sarebbe uscito a testa alta infliggendole un dolore pari a quello che Michael conosceva piu' che bene. Sentiva le pareti della gola chiudersi ed il respiro farsi piu' affannoso e frequente:

"Sei una str***a Ale!"

Continuava a gridarle non curandosi del fatto che fosse notte inoltrata. Alexa lo senti' ma non si volto'; resto' ad aspettare l'ascensore senza degnarlo di uno sguardo:

"Lo so Michael...Non sono sorda,me lo hai gia' detto..."

"A te non importa niente di me,sei solo brava a fingere e a fare il doppio gioco...Se...se non l'avessi scoperto,fino a che punto saresti arrivata? Su avanti...sputa!"

Non riusciva ancora a realizzare che Michael,che l'aveva supplicata di non badare alle idiozie dei tabloid,stavolta fosse il primo a dargli peso. Come poteva essere capace di gestire una relazione,di trovare un terreno stabile,di confrontarsi in una coppia e condividere con qualcuno la sua vita ,pretendendendo la sua fiducia,se era il primo a non fidarsi del mondo ma a fidarsi soltanto della sua gabbia dorata fatta di natura,del suo mondo fantastico e della sua musica? Scuoteva la testa mentre sentiva dei grossi nodi stringerle la gola e l'ascensore che non arrivava,come se,per uno strano scherzo,il destino volesse che lei assistesse alla scenata di Michael,come se qualche forza invisibile la costringesse a sentirsi dire addosso tutto cio' che stava uscendo dalla parte sicuramente meno razionale del suo cervello che era in preda alla collera piu' totale.

"Allora...Non dici niente?" continuo' Michael,

"E cosa dovrei dire? Stai dicendo tutto da solo..."

Era cosi' forte in quel momento,da apparire fredda: riusciva a gestire le emozioni molto meglio di quanto facesse lui,e anche se dentro si sentiva sfuggire tutta quella felicita' che era riuscita a provare con lui,non voleva dargli soddisfazione,non adesso; ma cio' non fece che alimentare l'ira di Michael:

"Sai...che cosa ho fatto in queste due settimane? Mentre tu eri qui a guadagnare alle mie spalle? Allora...lo sai che cosa ho fatto? Mi sono proprio divertito...Sono andato a letto con un sacco di ragazze diverse..."

Eccola emergere la sua parte infantile: mentire gli sembrava l'unica soluzione possibile per alleviare la sua amarezza;

"Lo immaginavo Michael...anche se sono un'approfittatrice,non sono mica stupida..."

rispose lei senza scomporsi; forse Michael sperava che dalla sua falsa affermazione trapelasse almeno una punta di gleosia che gli dimostrasse che cio' in cui credeva non fosse reale,ma la conferma che cercava non arrivo': Alexa restava al suo posto stringendo tra le mani il suo peluche;

"Cioe'...Non ti fa ne' caldo ne' freddo?"

"No...Mi hai smascherato,no? Io ho solo cercato di usarti,cosa dovrebbe importarmi? L'hai capito quindi...la risposta cel'hai gia'...e poi...fanno cosi' tutti i musicisti come te per cui e' normale distrarsi con le donne...Io ero qui a divertirmi con il mio uomo...tu eri a divertirti...Siamo pari!"

Incredibilmente fredda e altrettanto inspiegabilmente distaccata. Sembrava che le parole di Michael non le procurassero alcun effetto,almeno apparentemente. Erano troppo accecati dall'orgoglio per capire che forse sarebbe bastato andarsi incontro e abbarcciarsi; trovare il calore dell'altro per risolvere quella situazione che specialmente Michael aveva preso troppo di petto: era convinto che a dare le parole per quell'articolo fosse stata Alexa e nessuno poteva torglielo dalla testa. Poi,usci' dalla sua bocca senza nemmeno accorgersene,una frase:

"Ale...dove vai?"

evidentemente una parte del suo inconscio la voleva ancora li',ma non voleva che sparise per sempre? Si chiedeva Michael mentre lei si accingeva ad entrare nell'ascensore.

"Non hai nemmeno un po' di sale in zucca...Vado a spendere i soldi che ho guadagnato dando quell'intervista" entro' nell'ascensore,

"Si si...Vai! Vai str***a che non sei altro! Sgualdrina! Scendi! Scendi...all'inferno!"

l'ascensore si chiuse;

"Vai! Tanto io...Io...Non ho bisogno di te"

Continuava a dire tra se' mentre sentiva il viso bagnarsi ancora una volta,il cuore raggomitolarsi in una fredda morsa e lo stomaco chiudersi. Lui era Michal Jackson,ma di cosa aveva bisogno? Di niente,e lei era l'ultima cosa a cui pensare: posedeva tutto,andava dove voleva all'ora che voleva,poteva cavarsela benissimo da solo come aveva fatto finora penso'...peccato che i suoi pensieri non erano altro che un modo per negare a se' stesso che probabilmente aveva perso la cosa che lo rendeva felice anche piu' delle cose materiali.

********************************************

Alexa scese nella hall e si sedette su una poltroncina vicino alla grande colonna della scalinata: osservava il suo Mikey parlandoci mentre non poteva far a meno di notare che non era lo stesso per il solo fatto di non avere piu' la su "M" al collo che era il suo tratto distintivo: cosi',le parve un peluche anonimo come tanti altri,ma era sempre il suo peluche ed era l'unico compagno di quella triste notte. Si voltava osservando le persone entrare ed uscire,salire e scendere,sedersi e alzarsi. Si chiedeva che senso avesse tutto quel lusso,tutto quello sfarzo: che senso aveva bere da un bicchiere di cristallo,accomodarsi su divani pregiati,ostentare vestiti e gioielli,quando,nonostante questo,non possiedi nient'altro? Non esiste un gioiello che ti scalda l'anima,non puoi provare le emozioni di dolcezza e calore che trovi nei baci e negli abbracci in un vestito d'alta moda; non avrai mai niente...se non hai l'amore. E' quella la piu' bella sensazione: l'essere amati e far sentire amato chi ti sta accanto;perche' l'amore ti rende ricco anche quando non possiedi niente. Inutile cercare di compensare gli affetti che non hai in soldi o auto,dentro ti sentirai sempre e solo vuoto,come se il tuo cuore fosse un contenitore,un enorme contenitore di cui non riesci a riempirne lo spazio. L'aveva gia' provato con i suoi genitori,i quali puntualmente,fin da quando era nata,la riempivano di oggetti perche' non volevano affaticarsi a parlare con lei,perche' non volevano sforzarsi di capire quel poco che basta per avere un po' sintonia con la propria figlia,quando invece anche solo un abbraccio poteva trasmettere molto piu' affetto di quanto non facesse uno stupido pezzo di stoffa o di metallo. Adesso lo provava con Michael. Forse,nemmeno lei era destinata a vivere l'amore? E le altre persone dentro quell'hotel,cosa avevano in fondo all'anima,da nascondere? Una vita apparentemente perfetta che e' l'invidia di tutti ma che,se tu ci fossi dentro,smetteresti d'invidiare. Si alzo' uscendo dall'hotel e ando' a casa di Sebastian.

Toc! Toc! "Posso entrare? Io e Michael ci siamo lasciati...."

********************************************************

Michael ando' a farsi una nuotata: l'acqua ti rilassa,ti libera la mente,ti riporta a quando eri nelle pancia della mamma; ti trasmette vita,vibrazioni positive: sembra che le onde che scorrano sul tuo corpo spazzino via tutta la tua essenza; sembra che,nella sua assenza di gravita',ti senta piu' leggero,inanimato; che tu sia senza pensieri e senza preoccupazioni.
Dopo qualche vasca a stile libero,usci' ordinando un succo d'arancia: si accomodo' sul lettino in ferro battuto che stava a bordo piscina osservando i mosaici pompeiani che contornavano quella vasca cosi' limpida. Si strizzo' i ricci e si scaldo' con l'accappatoio quei brividi che non lo abbandonavano.Accanto a lui,un paio di signori Russi sulla cinquantina conversavano in inglese sulla scoperta di un pozzo di petrolio da parte di uno di loro: sorridevano divertiti e Michael penso' a quanto fosse squallido che questo mondo debba girare solo intorno ai soldi. "Vedrai quando ti manchera' l'amore...l'more della tua vita...Non sorriderai piu' perche' l'amore che ti puo' dare una donna,le sensazioni e le emozioni che provi quando sei con qualcuno che adori,che ti assorbe completamente,che quando non e' vicino,ti manca,non potrai mai provarle ne' sostituirle con una fanghiglia nera e melmosa...Mai!" diceva tra se' mentre lasciava che la tristezza e la malinconia lo pervadessero completamente. Almeno su questo,sul fatto che gli oggetti non compensano l'amore,Michael ed Alexa erano d''accordo; come potevano due anime cosi' in sintonia vivere separate? Prima o poi il destino li avrebbe fatti incrociare ancora,perche',si puo' sfuggire da qualcuno per orgoglio o per rabbia,ma il destino...il destino non lo freghi; credi di comandare il tuo volere ma alle volte,non e' cosi',alle volte,tutto e' gia' scritto e deciso. Poi,in preda ad uno strano raptus,compose un numero:

"Vicky....Sono Michael,sei in citta'? Possiamo vederci?"

Alexa entro' infreddolita e tremante sulla soglia di quella casa: forse per lo stress accumulato,forse per le parole cosi' crude che Michael le aveva gridato,forse perche' sentiva di averlo perso per sempre,cadde tra le braccia di Sebastian scoppiando in un pianto di cui lacrime e singhiozzi erano i protagonisti e che fu in per un certo verso liberatorio. L'amico le porto' una delle sue felpe che riusci' a riscaldarla sia dentro che fuori,almeno per qualche istante. La invito' a sedersi sul divano mentre continuavano ad abbracciarsi:

"Grazie" disse lei singhiozzando e passandosi la manica della felpa sugli occhi per cercare di asciugarsi il viso;

"Oddio Ale,ma che e' successo?"

"No niente,e' che....e' uscita la seconda parte di quel maledetto articolo e...Michael e' tornato all'hotel e mi ha offeso,mi ha gridato di tutto perche'...perche' ci crede...crede che sono stata io...."

"Aspetta...come crede che sei stata tu?"

"Si....Nell'articolo ci sono delle cose che mi riguardano....tipo il mio specchietto,il mio pigiama...Io non so chi cosa...cme abbiano fatto ma sembro davvero io...Tu...tu lo sai che non farei mai una cosa del genere ...ma...come puo' creder che io....Uff lo odio! Lo detesto...con tutta me stessa!"

"Hey dai calmati,sono sicuro che..."

"No! Te lo dico io di cosa sono sicura...cioe' che ho perso tempo con un imbecille quando invece potevo stare qui a divertirmi come ha detto lui...si a divertirmi,ma sul serio! Guarda non ho parole...e'...insulso,fasullo,falso! Stupido,demente....se vuole crederelo...liberissimo di farlo! Accusa me di essermi approfittata di lui quando non si rende conto che qualcuno,non so chi,lo sta derubando di tutto,di ogni centesimo solo per quelle porcherie!"

"Ale ma cosa stai blaterando?"

"Ah,lasciamo perdere! Vuoi saperlo? Mi ha detto che sono una sgualdrina e che ero qui a divertirmi con te! Insomma ma come faccio a stare con uno che non si fida nemmeno di me? Io...ho cercato di essere gentile,ma lui da retta solo a se' stesso,non mi ha dato nemmeno il tempo di spiegargli...nulla! Mi ha dato la colpa e basta...e' solo un egoista capriccioso! Se ne tornasse da chi gli pare,io ne ho ababstanza,tanto lo sapevo...lo sapevo che non dovevo confondermi con gli uomini,sono...siete tutti uguali!"

"Ok,tu stai male...divertirti...con me?"

"Si crede che io e te stiamo insieme e che io l'ho solo preso in giro facendo il doppio gioco,che posso farci se non..."

"Ahahhaah,ma e' assurdo!"

"Infatti ridi,fai bene a ridere,anche io rido...per non piangere! Non avrei mai creduto che potesse essere cosi'..."

"No dai Ale...Sai che penso? Che ti ha detto quelle cose solo perche' era arrabbaito,non crede affatto che tu sei una sgualdrina,altrimenti non ti sarebbe stato dietro come ha fatto...Vedrai che se ne rendera' conto da solo e tornera' a cercarti,mi ci giocherei la casa!"

"Sul serio lo pensi?"

"Si....Guarda noi uomini siamo cosi'...Ti avra' detto che sei in quel modo,in quell'altro,ma solo perche' si e' sentito ferito...Ma io sono sicurissimo che in fondo al cuore ama solo te"

"E' che...Io ci tengo a lui,mi sento cosi' ferita per il fatto che lui non mi creda,ma perche'....perche'?"

"Vedi Ale,non deve essere bello quando tutti non fanno altro che accusarti,tu adesso stai vivendo cio' che ha passato Michael quando la stampa ne ha dette di cotte e di crude su di lui,poi pero'...e' sempre li',sempre pronto per i suoi fans,sempre pronto per comporre le sue meravigliose canzoni...e vedrai che sara' anche pronto per realizzare della splendida ragazza che sei,ma adesso...voglio vederti sorridere altrimenti prendero' il peluche come l'altra volta e inizio a farti il teatrino!"

prese il suo Mikey e inizio' a farlo camminare su e giu' lungo le gambe di Alexa; lei sorrise e Sebastain si senti' risollevato:

"Vedi che funziona? Ale troveremo una soluzione,ti prometto che...che io e Oliver architetteremo qualcosa per scoprire chi e' stato,lo giuro!"

"Posso...Posso restare qui con te? Io non ci torno i quell'albergo finche' c'e' quell'idiota,non ho la minima intenzione"

"Ma Michael dov'e' adesso?"

"Non lo so,credo debba ripartire per il resto del tour....Che se ne vada anche per sempre! Dimmi te se dovevo confondermi con Michael Jackson!"

"Ale vieni qui,adesso rilassati...Se e' intelligente abbastanza per comporre la sua musica,lo sara' anche per tornare da te e per non perderti...Almeno io...non lo farei" le sorrise e le accarezzo' la guancia,

si distese sul divano accanto a lui e si addormentarono stretti in un abbraccio. In mezzo a loro,solo il suo peluche.


*************************************************

Michael si sveglio' ancora avvolto nel suo accappatoio di puro cotone con i ricci umidi e la pelle che sapeva ancora di cloro: si guardo' allo specchio mentre cercava di aggiustare il suo aspetto trasandato,mentre si copriva il viso di trucco,si spruzzava gocce abbondanti di profumo e si pettinava freneticamente i ricci,come se apparire perfetto fuori gli consentisse di mascherare tutto il dolore della sua interiorita' di cui soltanto lui ne era l'artefice. Continuava a giustificare il fatto che potesse stare senza di lei e che non avesse bisogno in alcun modo dell'amore...del suo amore. "Ho bisogno solo dell'amore dei miei fans,sono loro la mia ragione di vita",quante volte lo aveva ripetuto nelle interviste? Milioni. I fan e basta,ecco che cosa gli dava modo di continuare il suo lavoro e riempire le sue giornate. Ma perche' allora in fonodo alla sua coscienza,sentiva la voce che gli sussurrava che i suoi pensieri erano infondati? Perche' cercava di scappare da Alexa,dal suo affetto,dalla sua presenza? Forse perche' era stato colpito troppe volte alle spalle,perche' troppe persone avevano mangiato a sua insaputa spogliandolo delle sue piccole gioie,deridendolo del suo universo che,seppur ristretto lo faceva sentire grande;forse era prorpio per questo che nelle parti piu' nascoste del suo cuore,nutriva una paura che non voleva ammettere a se' stesso,una paura di provare anche soltanto una piccola emozione,con lei; ma l'amore,non e' un piano: non programmi di fare una determinata mossa,non puoi controllarlo come pensi,l'amore...e' come un gioco in cui non puoi essere da solo,e non puoi sapere come finisce il gioco,se vincerai o se perderai,se prima non fai almeno un tentativo: non puoi arrivare al traguardo senza gettare i dadi e giocare i tuoi turni.
Michael non faceva altro che usare il pretesto di quell'articolo per allontanarsi da lei: cosi' non avrebbe sofferto,non si sarebbe messo in gioco,era finita e cosi' doveva andare:era la via piu' semplice,la strada meno tortuosa,senza complicazioni e senza pericoli,ma che,purtroppo,era del tutto priva di emozioni autentiche.Aveva telefonato a Vicky solo per ripiego,solo per passare il tempo,solo per sperare che quando se la sarebbe trovata davanti,quando avrebbe avuto di fronte a se' la sua presenza fatta di abiti sgargianti e vistosi,di trucco marcato e forme abbondanti a cui nessun uomo puo' resistere,automaticamente l'immagine leggiadra e candida di Alexa,del suo sorriso innocente,della sua timidezza infantile,si sarebbe dissolta in un baleno,ma cosi' non fu affatto. Capi' sin dal primo istante che vide il volto di Vicky che stava cercando di consolarsi dallla grande nuovola di solitudine che stava fissa sopra la sua testa.

"Ciao tesoro! Dio quanto mi sei mancato! Ti pare modo di lasciare la tua futura moglie cosi'?"

ando' incontro a Michael e si getto' subito in collo a lui baciandogli il collo e imprimendogli segni del suo rossetto dappertutto.

"Ehm,ok Vicky,si...anche tu mi sei mancata,ma come sai...ero in tour"

"Lo lo so....adesso,entriamo in casa che ci aspettano i miei!"

"I tuoi?"

"Si,i miei,aspettavano la tua telefonata per parlarti ma a quanto pare eri indaffarato...di',e' successo qualcosa per caso?"

disse lei sorridendo sotto ai suoi capelli biondissimi; non aveva ricevuto la conferma da Siedah,ma gli basto' guardare l'espressione dei suoi occhi che non era brillante come al solito per accorgersi che il loro piano era andato a buon fine.

"No niente solo....solo tanto lavoro"

"Perfetto! Che aspetti,oggi sei cosi' sexy"

"Eh?"

"Ho detto che sei sexy"

gli fece un occhiolino accompagnato da un sorrisetto malizioso. Niente da fare,anche se cercava di togliersela dalla testa piu' trovava riferimenti a lei nelle frasi,nelle eprsone,nel paesaggio,persino nel cielo che quella mattina era tinto di arancione e rosa proprio come il pomeriggio del loro bacio.
Vicky lo afferro' prepotentemente per il polso stringendogli la mano mentre Michael era ssorto nei suoi pensieri confusi e lo porto' dentro casa dove,nell'immenso salone arredato in stile impero,c'erano i suoi genitori ad attenderli sul divano di velluto verde.

"Buongiorno Michael" disse il padre di Vicky senza nemmeno avvicinarsi
"Prego siediti" Michael e Vicky si accomodarono su delle poltroncine,

"Salve Signora e Signor Williams"

disse Michael con i suoi ray-ban sul volto per coprirsi i suoi occhi cupi,poi sua madre arrivo':

"Michael! Carooooooo!" l'abbraccio',
"Allora...Vicky mi ha detto tutto....Quando vi sposate?" disse entusiasta,

"Ehm....presto Signora"

disse Michael levandosi gli occhiali: oramai era convinto che il suo destino fosse quello di vivere la sua vita con una persona del suo mondo anche se non la amava,una specie di matrimonio combinato,come si faceva in antichita' per evitare tutte quei problemi,quei litigi e quelle discussioni che sono sempre parte integrante di una coppia. Niente problemi,niente sofferenza. Tutte le ragazze a cui aveva voluto bene,avevano finito per spezzargli il cuore,per sfruttarlo solo per il successo o per il denaro; stavolta,non sarebbe accaduto: da parte di Vicky avrebbe avuto un amore finto,falso,costruito sul momento,e non vero e genuino come quello che provava per Alexa,ma che gli avrebbe portato sicuramente meno questioni da risolvere. Era Michael Jackson e il suo scopo su quella terra era soltanto quello di portare messaggi di amore e pace per la convivenza delle nazioni e degli uomini fra loro; non aveva tempo per nient'altro,a maggior ragione per cercare l'amore della sua vita. Tanti riconoscimenti,Grammy,Award,
cerimonie,conferenze,ma che alla fine avrebbero colmato quel vuoto rappresentato dal suo immenso bisogno di sentirsi accettato su questo pianeta che puntualmente veniva infranto dai mass media? Era bastato eleggerlo Re del Pop per far si che si sentisse gratificato fino in fondo e che quel cassetto del suo io che doveva contenere amore fosse finalmente pieno? Rimase a riflettere silenzioso come al suo solito mentre il padre di Vicky versava della Vodka in bicchierini blu di vetro soffiato:

"Bevi qualcosa Michael?"

"Oh no grazie...troppo forte per me" fece un falso sorriso sforzandosi,

"Allora mamma" prosegui' Vicky
"Dobbiamo decidere per i biglietti d'invito,la lista di nozze,fare la lista delle persone presenti,decidere il luogo,il vestito e naturalmente....la cosa piu' importante...il viaggio di nozze,vero tesoro?"

Disse a Michael mentre gli accarezzava insistentemente la coscia dalla stoffa nera del suo pantalone.

"Certo...quando torno dal tour sistemiamo tutto....amore"

Ormai Vicky era sicura che,giro un mese,massimo due,sarebbe stato finalemnte suo: Alexa si era tolta dalla circolazione per sempre,e Vicky avrebbe passato tutta la vita con lui: sposandolo,lo avrebbe incastrato,lo avrebbe incatenato a se' magari procreando dei figli e,se si fosse stufata,avrebeb avuto comunque grosse somme di denaro. Era piu' che perfetto: era cresciuta viziata e cosi' restava: tutto cio' che voleva lo otteneva e con Michael stavolta,fu piu' facile di quanto credesse. Ma nonostante questo,serviva un'altra cosa per chiudere in bellezza la minaccia "Alexa" una volta per tutte: sarebbe andata di persona a cercarla quando Michael sarebbe ripartito per il suo tour e le avrebbe detto di quanto fossero felici insieme,di quanto ingenua fosse stata a credere che una bambina come lei potesse piacere ad una star come lui,perhce',tra i grovigli della sua immensa cattiveria,sapeva benissimo che erano fatti l'uno per l'altra e che l'articolo che era opera sua e di Siedah era tutta una menzogna e che,come si dice,la verita' viene sempre a galla; prima o poi,o Alexa lo avrebbe cercato o Michael si sarebbe reso conto del grande sbaglio che aveva compiuto allontanadosi da lei,e Vicky,questo,non lo voleva affatto,non adesso che era cosi' vicina dal farlo suo per sempre.
Dopo altri dialoghi,Michael usci' dalla casa di Vicky e passo' all'albergo per prendere i babgagli: doveva ripartire quello stesso pomeriggio verso Est,direzione: Bucharest.

Attraverso quel piccolo doppio vetro,Michael scorgeva centinaia di nuvole che sembravano sfuggire alla sua vosta man a mano che l'aereo proseguiva la sua rotta. In qull'ammasso di candore e sofficita', rivedeva il suo viso,il suo sorriso; gli pareva di sentire il calore dei suoi abbracci,la sua dolce morsa che lo stringeva nei suoi baci cosi' vellutati e innocenti,i suoi occhi che si erano accesi appena l'aveva visto apparire fuori della sua stanza ma che si erano subito spenti sotto le sue parole cosi' forti e cariche di rabbia.
Tutti quei momenti passati da poche settimane,gli sembravano trascorsi da una vita; tutte quelle splendide sensazioni che lei era stata capace di donargli,sembravano essere sprofondate nell'abisso piu' nascosto di se' stesso,e soltanto lui poteva scavarci dentro per farle riemergere,ma per il momento,forse per paura,forse per difesa,aveva deciso di tenere saldamente rinchiuse nella cassaforte del suo cuore. Nonostante fosse lui il padrone di quella chiave,voleva mettere tutto da parte,svagarsi,distrarsi da tutta quell'ondata di falsa felicita' che gli era andata incontro ma che si era dissolto cosi' in fretta da non permettergli di realizzare che lei era cio' che aveva sempre cercato,era tutto cio' di cui aveva bisogno per colorire le sue giornate. Michael meditava davanti al vassoio del pranzo che la hostess gli aveva appena servito ma che non aveva nemmeno sfiorato: non aveva fame,non aveva sete,si sentiva vuoto,leggero ma pesante allo stesso tempo; sembrava che il suo corpo non esistesse,che la sua mente fosse come una piuma; era difficile accettare che anche stavolta l'amore lo aveva ingannato ;si chiedeva come mai a lui questo famigerato amore,questo sentimento cosi' immenso e bellissimo a detta di tutti,non gli desse la possibilita' di far suo quel senso di invaghimento e spensieratezza tipici di quando si e' innamorati: un bacio,un sorriso,il cuore che batte semplicemnete pensando alla persona a te cara; il volto che si illumina nel vederla,il tremolio provocato anche solo da un semplice sfioramento,la testa che sembra non avere altri angoli a disposizione se non per lei;Michael voleva fare suoi quegli stati d'animo per un tempo prolungato,o addirittura per sempre,ma non essere tutte le volte succube di quella goia che puntualmente si sottraeva a lui. Era difficile non pensarla,era molto difficile schiodare la mente da quell'unica direzione: si chiedeva come fosse davvero possibile che lei lo avesse tradito cosi' quando avrebbe giurato su tutto questo universo che Alexa era la sola e unica persona adatta a lui,che lo aveva compreso,che lo aveva confortato,che lo aveva accettato e voluto bene per la sua sostanza ed il suo cuore e non per la sua cornice. Ripensava alle sue parole,viaggiava indietro con la mente e sentiva ancora la sua voce dolce farsi terribile per gridarle contro tutto il suo odio;le aveva detto di essersi divertito con un sacco di ragazze anche se non era vero,l'aveva offesa dandole della poco di buono,le aveva tirato addosso dei dollari,le aveva detto di aver distrutto il puzzle che invece adorava; lei lo aveva accusato di essere falso,di essere dolce per finta solo per vendere dischi,e a lui questo bruciava perche',cosi' come la sua musica,quando si dedicava alla persona amata,ci metteva tutto se' stesso,ed era piu' che certo di non aver mai amato nessuna donna come lei,ed era sicuro che non avrebbe mai amato nessun'altra allo stesso modo e con la stessa intensita' se davvero non si sarebbero mai piu' rivisti. "Io non sono mai stata a letto con nessuno...Mi hanno incastrato..." specialmente su questa parte delle sue parole si concentravano tutti i suoi sforzi per cercare di fare luce sulla situazione: a chi credere? A lei...o a un giornale? Sapeva bene come fossero i tabloid,ma in fondo non sapeva bene com'era lei perche' una persona non finisci mai di conoscerla,ma allora perche' gli sembrava cosi' impossibile e surreale che davvero fosse stata lei a compiere quel gesto? E se fosse stato lui ad avere una reazione troppo repentina e smisurata? La sua coscienza provava a suggerirgli cio' che sapeva perfettamente in fondo al suo cuore,ma reprimeva costantemente quell'ipotesi per sfuggire a qualcosa di cui aveva timore perche' era piu' grande di lui. Era forse segno di debolezza mostrare le proprie fragilita' per una ragazza? Perche' nonostante gli avesse fatto quella confessione cosi' intima,quella scena dell'articolo la rappresentava perfettamente? A 22 anni si sa come gira il mondo,ovvio:che quello con lui fosse stato il suo primo bacio cio' non significava che non fosse capace di scrivere i dettagli di una scena d'amore.Ogni volta cercava di rispondersi a questioni che restavano irrisolte,si contraddiceva da solo,prima si,poi no,poi forse...e se,e allora,ma...Un groviglio di pensieri si intrecciavano nel labirinto del suo cervello che sembrava non avere uscita.
Un libro,un orologio: affondava il viso tra le righe di qualche romanzo per poi riporlo dopo pochi minuti nel taschino del sedile; sfidava il tempo osservando le lancette del suo orologio che sembravano bloccate in quel quadrante: un minuto gli sembrava un'ora,un'ora un giorno. Stavolta era davvero confuso e malinconico,e nemmeno il pensiero di sentire tutti i suoi milioni di fans riusciva a consolarlo.

Siedah lo osservava dalla fila parallela: guardava attentamente i suoi ricci coprirgli gli occhi che di solito erano cosi' vivi; guardava le sue mani scorrere sul vetro del finestrino in cerca di qualcosa che non poteva afferrare; guardava il suo pugno chiudersi sotto il mento; percepiva il suo stato d'animo e cerco' di trattenere il sorriso che inevitabilmente le dipinse la bocca nel momento in cui si dirigeva verso di lui:

"Ciao Michael...Posso sedermi accanto a te?"

"Oh ehm...Si,fai pure"

poco gli importava in quel momento di smarrimento e solitudine: avrebbe potuto avere accanto chiunque. A meno che non si fosse trattato di Alexa,nessuno faceva la differenza. Lei si sedette sinuosa accanto a lui sfoggiando un sorriso smagliante e accavallando le gambe sperando di attirare il suo sguardo. Gli poso' una mano sulla coscia per poi proseguire con lo sguardo sui bottoni della sua camicia fantasticando su come sarebbe stato poter accarezzare la sua pelle nuda e liscia. In quel momento non si pentiva di niente,non aveva nemmeno il timore di essere scoperta: allontanare Michael da Alexa era cio' che voleva,e adesso che ci era riuscita non doveva far altro che cercare di conquistarlo. Doveva dimostrargli quanto fosse piu' donna,piu' matura,piu' adatta a lui e alle sue esigenze; si meraviglio' di come Michael soffrisse per quella che lei riteneva poco piu' che un'insignificante bambina. Continuava a chiedersi cosa ci trovasse di cosi' stupendo in lei da non farlo mangiare,da non farlo parlare se non a poche sillabe; si chiedeva perche' si osservasse incessantemente il polso praticamente nudo come se fosse privo di qualcosa d'importante,ma in realta' il non avere il suo braccialetto faceva sentire Michael ancora piu' smarrito,e il pensiero che lui la avesse sempre in testa,che fosse Alexa e non lei la sua fonte di gioia e nostalgia,la mandava su tutte le furie. Continuava a scherzare e ridacchiare con lui senza guadagnare grande interesse da parte di Michael quando la hostess comunico' che il volo stava per atterrare.

******************************************

Alexa si sveglio' ancora abbracciata e strettissima a Sebastian: apri' gli occhi e si diresse in cucina a preparare la colazione. Guardava il suo peluche appoggiato sul piano di acciaio mentre faceva saltare le frittelle che erano nella padella; senza piu' la sua "M",senza piu' il suo nome,era un giocattolo come tanti altri; non lo aveva piu' chiamato "Mikey" dalla sera in cui,lasciando Michael sulla soglia della sua stanza,aveva preso l'ascensore per salutarlo per sempre.
Continuava a chiedersi come mai la vita fosse un constante e continuo paragone con la sofferenza,come mai l'uomo e la donna fossero fatti per stare insieme quando invece basta un piccolo gesto,una piccola parola,e tutto crolla; continuava a rimuginare su quanto avrebbe voluto che quell'amore,il suo primo amore,durasse di piu',quel tanto che sarebbe bastato per sentirne ancora l'emozione e la scarica di brividi che Michael gli aveva provocato. Stava cosi',con i gomiti ben puntati davanti al gas e gli occhi che scrutavano l'orizzonte attraverso le foglie delle piante del davanzale che stavano sulla finestra.

"Ahiiiiiiiiii!"

uno schizzo d'olio le arrivo' sul braccio e subito cerco' di schivare quel liquido bollente che le lascio' un evidente segno. Grido' cosi' forte da svegliare il suo amico che si precipito' da lei:

"Ale...Oddio! Aspetta,ti porto del ghiaccio! Ma che combini?"

Sorrise toccandole la pelle nuda con un panno umido: le sue carezze erano dolci e rassicuranti; i suoi occhi blu pronti ad accoglierla in ogni sua difficolta'.

"Grazie"

Alexa sorrise timidamente mentre abbassando lo sguardo noto' il composto bruciato in padella:

"Oddio...Sono proprio un disastro! Volevo portarti la colazione e invece..."

"Volevi portarmi la colazione? Che carina che sei...Sono io che invece di dormire dovrei starti accanto...Come stai?"

La tiro' a se' abbracciandola ancora: lei respiro' il suo profumo non potendo far a meno di pensare a quell'odore di vaniglia che in Michael aveva sentito cosi' tante volte ma che in Sebastian non c'era. Come avrebbe voluto che Michael si fosse fidato di lei,che il vero colpevole di quel misfatto fosse saltato fuori,cosa avrebbe dato per avere di nuovo un suo bacio,per sentire le sue mani accarezzarla in quel modo cosi' dolce e delicato come solo lui sapeva fare; le mancava terribilmente,certo,ma se lui era convinto che lei l'aveva usato,non sarebbe di certo andata a strisciare ai suoi piedi,anche se,cosi' come Michael,in fondo al suo cuore sperava che lui avesse compreso il malinteso e tornasse da lei il piu' presto possibile. Una piccola lacrima usci' dai suoi occhi senza che nemmeno se ne rendesse conto,poi degluti' singhiozzando.

"No Ale...non piangere,ti prego...Dai,ci sono io..qui con te"

"Scusami io...No..tutto...tutto bene,davvero...sto bene"

"Senti,io...lo so come ci si sente,ma...te l'h detto,sono sicuro che tornera' quando meno te lo aspetti...se ne rendera' conto...Ti manca tanto,vero?"

"Beh si mi manca pero'...Lui non tornera',perche' crede che l'ho usato...ma come ha fatto a crederlo sul serio? Io credevo che fosse piu' intelligente..ma forse quella stupida...quella che si e' illusa...sono io,non lui...insomma come ho potuto credere che avrei retto il peso della sua fama?"

"Ma cosa dici...Cosa c'entra la fama...con l'amore? Sai io che penso? Penso che...che vi amate troppo per non superare gli ostacoli,il successo o qualunque altra cosa sia...Michael ha reagito cosi' solo perche' i tabloid lo hanno sempre accusato e attaccato,e si e' sentito colpito anche con te,si e' sentito offeso,ma stai certa che lo capira'..."

"Lo spero...Grazie sei un vero amico...Senti ti...ti va se cuciniamo insieme la colazione che ho bruciato?"

sorrise tra le lacrime che Sebastian le asciugo' con un fazzoletto: si divertirono cosi' tanto in quell'attimo che fu di complicita' e svago per entrambi,che lei riusci' a scacciare dalla sua testa l'immagine di Michael e la grande sofferenza che gli stava provocando il suo amore cosi' lontano.

Stavano sparecchiando appena entro' Oliver:

"Hey ciaoooooo! Fate colazione senza di me? Bravi devo dire!"

"Io e Sebastian abbiamo fatto delle frittelle squisite...ti darei gli avanzi ma non ci sono nemmeno quelli!"

"Si si...spiritosa come sempre...pero'...mi fa piacere vederti sorridere...Tutto ok?"

"Si,un po' meglio,grazie...."

"Senti stasera....Lo guardi il concerto in tv?"

Sebastian lo colpi' sulla spalla sbarrando gli occhi come per dirgli che era impazzito. Alexa stava patendo per la sua mancanza e lui le chiedeva di guardarlo ancora una volta dopo tutto cio' che aveva passato.

"No....Non lo guardiamo il concerto Oliver....Stsera....Stasera andiamo a divertirci,vero Ale? Ho gia' visto un posticino tanto carino...andremo la',dai...E' Sabato!"

"Ah ma perche' il concerto....e' stasera?" rispose Alexa con voce sottile,

"Si Ale io...credevo lo sapessi,ma..ha ragione Sebastain,dai...andiamo a svagarci un po'...in fondo che ci importa...Ho visto milioni di volte i suoi concerti! Devo andare a prenderti qualcosa?"

"Invece....Invece lo guarderemo!" rispose Alexa decisa,

"Eh?"

"Si...Voglio vederlo...E comunque...Il fatto che ci siamo lasciati non significa che io non possa piu' vederlo alla tv...tanto famoso com'e'...e'praticamente impossibile non scontrarsi con suoi filmati o articoli di giornale..."

Era cosi',era il suo carattere e la sua essenza: era testarda e orgogliosa come sempre. Non voleva mostrare le sue debolezze,ne' le sue emozioni; e non voleva essere compatita per nulla al mondo. Si diresse verso il frigo estraendo delle bibite da tenere sul tavolo del salotto mentre Sebastain sussurro' ad Oliver "Ecco...Bravo! Hai rovinato tutto...eppure,dovresti conoscerla meglio di me,cavolo!" Poi Alexa scosse la testa ripensando a quanto fosse stata sciocca poco prima lasciandosi in balia delle lacrime: aveva i suoi amici,la sua vita poteva cambiare da un momento all'altro; aveva tante pasisoni oltre alla musica alle quali dedicarsi: la moda,l'arte,i viaggi,le lingue,la lettura...si sarebbe innamorata ancora,in fondo Michael non era l'unico uomo su questa terra; si sentiva forte e risollevata in quel momento. Si accomodo' sul divano totalmente serena e rilassata mentre le braccia dei suoi amici le avvolgevano le spalle.
La tv si accese e come per magia c'era un servizio che trattava proprio di Michael: parlavano del suo arrivo a Bucharest e come di consueto facevano vedere l'orda di fans urlanti che allungavano le mani dalla ringhiera a caccia di un saluto o di un autografo. Resto' a puntare lo schermo stringendosi ai suoi amici come per non lasciarsi cadere o svenire: le faceva proprio uno strano effetto pensarlo cosi' distante da lei,vederlo sorridere con tanta felicita' come se davvero di lei non gliene importasse piu' niente. Oppure anche lui,esattamente come lei,era capace di gestire le varie sfaccettature del suo carattere mostrandosi radioso al pubblico quando invece dentro era una tempesta di malinconia? Sospiro' cercando la risposta.

"Ale se vuoi io...io spengo"

"No,ti ho detto che voglio guardare..."

afferro' il telecomando per evitare che uno dei due potesse spengere,poi il servizio si sposto' su Michael che visitava un orfanotrofio. Appena lo vide,le balzo' il cuore in gola e senti' i suoi battiti aumentare tanto che le sembrava che il cuore potesse scoppiargli uscendo dalla maglietta: si busso' sul petto come per mandare via quelle pulsazioni; si domandava perche' il solo vederlo le provocasse quella reazione se si era promessa di cancellarlo dalla sua vita per sempre perche' questo era cio' che Michael voleva. Parlava dolcemente,accarezzava i bambini,sfogliava un album di foto che gli orfanelli gli avevano regalato; il suo viso era cosi' puro che sembrava un angelo: in quel momento nessuno spettatore avrebbe giurato che dietro a quella figura cosi' timida ma carismatica si nascondesse un uomo capace di ferire in quel modo una persona tanto crudelmente cosi' come aveva fatto con lei.

"Non dategli retta! E' una menzogna! E' un falso...e' tutto finto! Lo fa solo per vendere dischi e per guadagnare...amore di qui...amore di la'...tu non lo sai cos'e' l'amore Michael..Non lo sai per niente! E poi la str***a sarei io vero? E tu allora cosa sei? Dillo...dillo davanti a tutti cosa hai il coraggio di fare...dillo se sei un vero uomo!"

gridava mentre puntava l'indice contro lo schermo e il suo tono di voce si faceva piu' alto. Scatto' in piedi e ando' in cucina a mangiare qualcosa: la solita consolazione che trovava nel cibo; una fetta di torta,un paio di biscotti,dei bigne'. Ingoio' velocemente consumando avidamente il cibo come per smorzare il suo nervosismo; poi torno' di nuovo alla tv dopo un'abbondante mezz'ora: il concerto stava per iniziare. Osservo' Michael un'altra volta,cercando di esaminare al meglio ogni suo gesto,ogni suo passo,ogni sua espressione,per cercare qualcosa che non andasse,qualche piccolissimo,maledetto indizio che potesse far intuire che quello sul palco non era il solito Michael Jackson,che c'era qualcosa che non andava in lui,che c'era qualcosa che lo turbava o preoccupava,insomma,qualcosa che potesse confermare ad Alexa che anche lui in fondo provava ancora un sentimento per lei. Invece niente di tutto cio' le si presento' davanti agli occhi: resto' immobile sul tappeto a guardare gli effetti spettacolari,le coreografie originali,i passi perfetti ballati senza neppure un errore,il canto che acchiappava ogni nota e il pubblico che fremeva come sempre sotto i suoi sorrisi e saluti.

"Va bene...e' finita...ho capito...io..io non gli piaccio,ma come ho potuto pensare una cosa simile? Gira il mondo,incontra milioni di ragazze,come potevo credere che davvero tra me e lui potesse esserci qusalcosa di stabile?"

penso' tra se' scuotendo ancora ed ancora la testa mentre alzandosi si scaldo' con le braccia per placare i suoi brividi.

"Scusate ragazzi io...Sono stanca...Poi domani...ditemi com'e' finito..."

Ando' a passo lento in camera e si mise sul letto prendendo un libro che sfoglio' senza leggere giusto per distrarsi. Fissava il soffitto ma non sapeva cosa fare,come agire,chi chiamare,se pregare oppure no...si sentiva persa in un mare di emozioni come se nessuno potesse piu' salvarla.

"Diamine Oliver...l'hai vista? Dobbiamo fare qualcosa,dobbiamo scoprire....chi ha dato quell'intervista e come hanno fatto ad incastrarla cosi'! Mi duole cosi' tanto vederla soffrire io...farei di tutto per lei,le voglio troppo bene...Non ti permetto di stare li' zitto cosi'!"

"Lo so...La conosco da una vita e non l'ho mai vista in quello stato...che pena...ma cosa possiamo fare se non abbiamo nemmeno un'idea o un indizio da cui partire? Che gran casino!"

Si passo' le mani tra i capelli chinando lo sguardo. Poi parti' l'esecuzione di "I just can't stop loving you". Quella canzone cosi' carica di significato e sentimento,cosi' intensa ed infinitamente romantica, penetro' fino alla sua porta: la senti' mentre era distesa su un fianco; dette di nuovo sfogo alle sue lacrime che vergognava di mostrare ai suoi amici. Penso' a quando Michael quel pomeriggio del loro primo bacio le chiese quale canzone le piacesse e lei rispose prorpio "I just can't stop loving you"; penso' a quante volte aveva fantasticato davanti alle sue fotografie di abbracciarlo,baciarlo e ballare con lui mentre lui le sussurrava all'orecchio quelle frasi: ma ancora una volta si sentiva in colpa per avere quell'animo cosi' infantile; quelli erano solo sogni,e si chiamano cosi' proprio perche' non possono e non potranno mai essere reali. Si addormento' a fatica bagnando il cuscino mentre pensava a quanto avrebbe voluto che quella canzone che tanto amava non fosse mai stata scritta.

Oliver e Sebastian erano presi anche loro da quella melodia cosi' dolce e perfetta che si concentrarono piu' sul suo suono che sulle immagini di quella diretta. Poi,videro Michael e la sua corista cantare insieme: lui che le sorrideva,lei che si avvicinava pian piano a lui rispondendo ai suoi gesti,duettava con lui in quello spazio strettissimo; videro scivolare le sita di lui sulla gamba di lei: Siedah poso' la mano sulla sua tenendolo saldo a lei,sorridendo maliziosa e contenta,gridando "Oh Michael,I just can't stop loving you"; in particolare Sebastian,non era affatto convinto che si trattasse soltanto di semplice e pura scena. Gli uomini a volte sono molto piu' ingenui delle donne,ma sanno riconoscere immediatamente le gatte morte,e chissa' perche' il suo sesto senso gli suggeriva che lei era una di quelle;si percepiva lontanissimo che era attratta da lui. E se fosse stata lei a falsificare quell'articolo?

"Ma certo!" schiocco' le dita mentre Oliver lo guardava in modo strano,
"Perche' non ci ho pensato prima...Magari a lei piace Michael...magari...vuole mandare via Alexa e...cosi' facendo...si...cosa di meglio di quella bugia?"

"Si puo' sapere che cosa farnetichi?" gli chiese Oliver

"Tu...vuoi aiutare Alexa vero?"

"Ma certo che lo voglio!"

"E vorresti...che lei e Michael stessero insieme per sempre,non e' cosi'?"

"Beh si...io...voglio che lei sia felice..ma questo scusa...cosa c'entra?"

"Sssshhhh senno' Alexa si sveglia...Andiamo in giardino che ti speigo tutto....Quando torna Michael?"

"Mi pare tra dieci giorni,ma poi ha ancora il tour...ma..."

"Perfetto! Allora se poi deve ripartire per altri concerti,andra' a fare altre prove no? Qui a Los Angeles....con tutti i coristi e ballerini...Oliver caro...preparati ad assere addetto alla sicurezza degli Universal Studios per un giorno...."

Oliver continuava a non capire mentre si dirigevano in giardino,ma Sebastian era piu' che sicuro che avrebbe avuto la prova che cercava e che il suo piano non sarebbe potuto fallire.
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Messaggio Da marina56 Lun Ott 17, 2011 12:01 pm

Ando' dietro le quinte ed entro' nel suo camerino: una rapida occhiata catturo' ogni centimetro di quella stanza. Osservava lo stand dei costumi,i trucchi sparpagliati sul piano della sua toletta; il suo sguardo cadde sull'angolo destro dello specchio: il foglio contenente la scaletta delle canzoni e il suo vuoto sotto che sarebbe dovuto essere lo spazio di quella sua fotografia che le aveva promesso di mettere sul vetro per averla sempre con lui. Ma lei non c'era: non c'era fisicamente e non c'era nemmeno la sua immagine. Sospiro' a lungo guardando il suo riflesso che gli mostrava il volto segnato dalla tristezza,i suoi occhi rabbuiati e spenti,e la cristallina sofferenza che lo stava attraversando.
Gli sembrava tutto vuoto e triste,e nemmeno i boati del suo pubblico che ancora echeggiavano tra le pareti di quello stadio fino ad arrivare alle sue orecchie riuscirono a confortarlo. Era la prima volta che le grida dei suoi fans in delirio non gli tarsmettevano alcuna emozione; era la prima volta che si rese conto che non aveva bisogno soltanto di loro.

"Ma come mai mi sono detto che non ho bisogno...di lei? Perche' continuo a mentire a me stesso? Ho perso...la cosa piu' preziosa e importante che mi potesse capitare...Ho perso la sola ragazza a cui tengo...Ale,ma perche' mi hai fatto questo? Perche'?"

Parlava con voce alta ed irregolare mentre le suecorde vocali si stringevano di nuovo ad annodare le pareti della sua gola: la lingua reprimeva il pianto e i singhiozzi che sentiva uscire come un flusso impossibile da ostacolare. Aveva la schiena curva e i gomiti appoggiati sulle ginocchia; chiuse gli occhi per far si che la sua vista non interferisse con i suoi pensieri: fu nuovamente la figura di Alexa che gli si presento' davanti; cosi' bella,in tutta la sua dolcezza,in tutta la sua grazia,in tutto il suo candore,cosi' nitida che gli pareva che lei fosse davvero la' davanti a lui in quella stanza. Scosse velocemente i ricci e quella sagoma si dissolse in un lampo sotto il suo volere.

"Non posso,non posso perche' lei...mi ha tradito,mi ha usato,ha giocato con me..."

le sue mani scorrevano nervose dentro la sua chioma; proseguirono sul suo petto fino ad arrivare al cuore:lo senti' battere fortissimo,piu' che mai,gli pareva di sentirlo parlare:

"Segui il cuore Michael,perche' e' da li' che viene l'amore...Segui il sentimento che hai per lei,segui cio' che provi...abbandona tutto il resto..."

Che voce era quella? Continuava a ronzargli nella testa e a marcare le sue frasi con tono severo mentre Michael rovistava tra i vestiti in cerca di una giacca da indossare per tornare in hotel.

"Sai perfettamente che quelle dei tabloid sono solo idiozie...lo sai benissimo Michael...perche' con Alexa dovrebbe essere diverso? Sei stato capace di ignorare una valanga di notizie e bugie...allora...fallo anche stavolta!"

Non sapeva cosa fare,come agire; non sapeva dove e in chi o che cosa trovare risposte. In sintonia con il suo carattere timido e riservato,rimase solo con il suo dolore: osservava il telefono ma non gli andava di chiamare Elizabeth; si sentiva scombussolato per la marea di emozioni con cui era in attrito: l'insicurezza mista alla perfezione;tristezze e speranze;la certezza del tradimento e il dubbio che tutto potesse essere una farsa dei giornalisti come lo era sempre stato,non davano tregua ai suoi neuroni che si sforzavano di formulare un quadro il piu' chiaro possibile.
Perche' stava mettendo dei paletti a quel sentimento cosi' profondo che stava assaltando la fortezza del suo cuore? Per il momento,nemmeno lui sapeva la risposta.
************
Il mattino seguente si ritrovo' di nuovo il volto di Siedah che lo scrutava in ogni centimetro del suo viso senza mai staccargli gli occhi di dosso mentre consumavano la colazione che Michael lascio' quasi interamente nel piatto.
Ando' avanti cosi' per svariati giorni: Siedah lo seguiva anche in ogni suo piccolissimo spostamento; le telefonate di Vicky per il matrimonio erano ossessive e martellanti; partecipava alle conferenze e alle interviste sempre con falso interesse; dirigeva i coristi e i ballerini per dare vita ai suoi concerti sempre spettacolari. Ogni sera un nuovo show,messo in piedi nei minimi particolari,con Michael che non faceva altro che ripetere i suoi passi e cantare le sue scalette come una macchina o un robot che sotto i comandi del suo meccansimo eseguiva periodicamente quei determinati movimenti e quelle determinate azioni.
Ogni notte che passava praticamnente insonne,andava alla finestra: appiccicava la fronte e gli occhi al vetro e scorgeva le stelle fissandole intensamente; apriva il balcone e sentiva la brezza fredda della notte mentre incollava lo sguardo al nero profondo che riluccicava nella notte in ogni citta' in cui andava. Una sera,si svelo' a lui una stella luminosissima: si aggrappo' alla ringhiera della terrazza sentendo gli occhi ed il corpo in preda ad un'emozione fortissima:

"Ti prego...dammi una risposta...per favore...dimmi cosa devo fare..."

ma puntualmente riecheggiava in lui quella solita voce che gli suggeriva di seguire il suo cuore;

"Ti prego stellina...Veglia su di me...aiutami!"

si stava infliggendo del male da solo; era l'artefice di tutta la solitudine che stava provando e di tutta la frustrazione che avvertiva; dell'angoscia che sentiva per non averla piu' accanto a lui. Di tutto questo non ce n'era alcun bisogno: doveva aspettare,riflettere,far accettare alla sua parte razionale quello che il cuore gli dettava ogni giorno,ogni secondo,ogni minuto;ad ogni palpitazione e in ogni istante. Quando avrebbe smesso di ostinarsi,avrebbe trovato la risposta,senza bisogno di nient'altro.

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Oliver e Sebastian attraversarono il corridoio a passo felpato.
Era l'alba: le luci della casa erano spente e intorno a loro un silenzio interminabile di una citta' che non si era ancora svegliata.

"Ma sei sicuro che funzionera'?"

"Si,secondo me e' stata prorpio lei!"

"Se ci arrestano e' solo colpa tua!"

"Sssshhhh...Oliver,vuoi stare zitto?"

Sebastian gli fece un cenno di rimprovero colpendolo sulla spalla. Arrivarono in cucina e il tavolo centrale era colmo di oggetti. Avevano organizzato tutto il meglio possibile perche' potessere entrare in quegli studi; non sapevano come accedervi,ma erano determinati piu' che mai a riuscire nella loro impresa per aiutare la loro amica. C'erano foglietti,un blocchetto,penne,pennarelli,due walkie talkie per comunicare,un accendino,piccoli microfoni,un coltellino svizzero,dell'acqua,due cappelli e degli occhiali da sole; tutto poteva servire.

"Cioe' Sebastian...Qui sembra che lavoriamo per la CIA!"

"Ahahahahah....agente per un giorno,ho sempre sognato di farlo!"

Caricarono il tutto all'inteno di due piccoli zainetti,si misero le giacche e si avviarono verso la porta per uscire.

"Aspetta!"

Sebastian guardo' nel salotto verso il divano e noto' che Alexa era ancora immersa nel suo sonno: ogni sera,preferiva dormire in salotto piuttosto che rinchiudersi nella sofferenza della camera degli ospiti; si avvicino' a lei scostandole i capelli dal viso e tirandole su la coperta che le era scivolata all'altezza delle ginocchia. Poi le diede un bacio delicato,quasi impercettibile,sulla guancia:

"Sto andando via per aiutarti...Lo faro' per te...dolce amica mia..."

La guardo' di nuovo pensando a quanto fosse bella mentre dormiva,poi lasciarono un bigliettino per avvisare che erano fuori,anche se ovviamente non scrissero dove sarebbero andati.

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Gli Universal Studios erano megagalattici che sembravano un'intera citta': sopra i loro occhi sbalorditi,intravedevano l'enorme insegna dal cancello che proteggeva severamente l'accesso ad ogni ala del complesso. Sicurezza e guardie a tutti gli angoli e volti noti che andavano e venivano.

"Bene...e adesso...come entriamo...genio?" disse Oliver scuotendo la testa

"Senti in qualche modo faremo...L'istinto mi dice che siamo sulla strada giusta...Michael e' tornato ieri sera e dovrebbe essere qui stamattina per continuare le prove,quindi..diamoci da fare per entrare...inventati un diversivo per distrarre la guardia!"

"Ah si,e come secondo te? E' tutto inutile..."

"Guarda mi meraviglio di te...Le vuoi bene,la conosci da una vita...e ti arrendi cosi'?"

Afferro' prepotentemente il colletto di Oliver e lo guardo' con occhi furiosi

"Se vogliamo aiutarla...Dobbiamo collaborare! Io...non ce la faccio senza di te...Allora...siamo una squadra...si o no?"

"Si...Una squadra" si dettero la mano e sorrisero; poi frugarono negli zainetti ma non trovarono alcuna ispirazione o idea;

"Aspetta...vado io...guarda il maestro all'opera..."

Oliver si diresse a piedi al casottino della guardia e con piu' disinvoltura possibile inizio' a parlare con la guardia:

"Ehm ehm...Buongiorno...io...sono venuto a trovare mio zio...dovrebeb aprirmi a questo punto..."

"Senti ragazzino...ogni volta e' la solita storia...vattene che ho da lavorare!"

Continuava ad inventarsi scuse decisamente poco plausibili con la guardia che non mostrava segni di cedimento e Sebastian che si metteva le braccia sulla pancia per trattenere le risate.

"Niente...un osso duro..quello non cede!"
"Oddio...oddio guarda la'! Un campo di animali d'addestramento! I cani e i gatti...anche quelli della polizia!"

Oliver prese per la manica Sebastian

"Scusa ma che c'entra?"

"Non capisci? Vieni....andiamo a fare amicizia...con un bel gattino!"

Saltarono la staccionata e stetteto ad osservare i cani e i gatti che facevano lo slalom con le bandierine,che entravano in piccoli tubi e riportavano al padrone svariati oggetti.

"E' perfetto!"

"io continuo a non capire Oliver..."

"Cerca un gatto....senza padrone..."

Nulla.Tutti i rispettivi padroni erano attaccati ai loro segugi e vegliavano viglili su di loro. Poi un signore accanto ad un gatto bianco e sofficissimo,fece per alzarsi:

"Fuffy...vado a mangiare...Papa' torna in un battere d'occhio! Questo e' il tuo pranzo"

"Vai...Vai cavolo! Acchiappalo! Acchiappalo!"

Sebastian si tuffo' sull'erba sporcandosi tutto il jeans di verde e continuava nei suoi tentativi per acciuffare quel gatto che,saltellando agile da destra a sinistra,sguisciava via dalle sue mani come una saponetta. Dopo aver percorso il piccolo parco su e giu' per circa dieci quindici volte,e dopo essersi infilato persino nei tunnel per animali e aver buttato giu' tutte le bandierine,riusci' ad acchiapparlo.

"Sei miooooooo!"

sospirava perche' era a corto di fiato mentre Oliver continuava a ridere.

"Prendi...anche i croccantini! Sbrigati!"

acciuffo' la ciotolina col cibo del gatto. Tornarono verso il casottino e nascondendosi dietro alla staccionata iniziarono a parlare con l'animale a bassa voce per non rischiare di essere sentiti. Sebastian lo stringeva tra le dita per evitare di farselo scappare.

"Oddio ehm...cosa si dice a dun gatto adestrato? Ehm ehm...Piccoletto...Fuffy...vedi quella casetta? C'e' del cibo taaaaanto buono....devi andare la' dentro e prendere da mangiare...da mangiare!"

Gli parlava mentre Oliver si accuccio' e strisciando col petto appiccicato al suolo arrivo' nel retro del casottino e fece scivolare un po' di croccantini dalla piccola fessura della porta che era accostata. La guardia senti' il rumore di quelle palline scivolare sul pavimento,ma dalle telecamere sembrava tutto tranquillo,cosi' non si volto'. Oliver sospiro' e torno' dal gattino:

"Fatto! Fuffy...i tuoi croccantini sono la' dentro...vai la' dentro...fin sotto la sedia e...mangia! Mi hai capito?"

Il gattone bianco lo fissava con i suoi enormi occhi cerulei nel vuoto.

"Niente,questo non mi capisce..."

"Miiiiaaaaaaoooo" fece il gatto che sobbalzo' verso il casottino: spinse la porta e lentamente ando' sotto la poltrona su cui era seduta la guardia attirato dal richiamo dei croccantini che inizio' a sgranocchaire. Il signore di guardia si chino' sotto la scrivania per il suono che sentiva:

"Un gattoooooooo! Un gattoooooo nel mio ufficio! Sicurezza! Via! Via!"

Il gatto scivolo' dalla porta mentre la guardia tentava di riacchiapparlo. La via era libera,il casottino era vuoto: Oliver e Sebastian entrarono tagliando il cavo della telecamera principale con il coltellino svizzero e corsero via di nuovo correndo piu' che potevano verso l'entrata principale degli studi.
Senza la sua vista puntata sulla telecamera,la guardia non aveva visto nessuno dei loro movimenti. Si guardarono ridendo con mani sulle spalle dell'altro mentre continuavano a ridacchiare e ad ansimare per il loro sforzo. Si volto' e intravide il gattino che passava ancora inseguito dalla guardia.

"Sei stato bravissimo Fuffy...adesso torna dal tuo padrone! Grazie!"

Sussurro' al gatto quelle parole convinto che lo capisse; il piu' era fatto: erano riusciti ad entrare ed era questo che contava. Adesso,dovevano esplorare gli studi,passare,forse,qualche altro piccolo ostacolo per arrivare a cio' che stavano cercando.

"Ahahahah,un gatto! Aspetta che lo dica ad Alexa...ma come c'e' venuto in mente?"

Oliver rideva a bassa voce mentre tenendosi a braccetto con Sebastian si incamminavano lungo il corridoio degli studi:

"Destra o sinistra?"

"Proviamo a destra!"

fecero pochi passi: le luci erano soffuse,c'erano cavi e attrezzi dapertutto e dovevano stare attentissimi a non fare alcun tipo di rumore.

"Oh no...ho dimenticato lo zainetto con il registratore! L'ho lasciato fuori!"

"Oliver sei una testa di cavolo! Adesso come si fa? Quella e' la cosa piu' importante e tu...te la dimentichi?"

"L'ho lasciato fuori...Adesso pero' non possiamo tornare la',non adesso che siamo riusciti ad entrare"

"Beh allora cerca di rimediare! In fondo e' uno studio,ci registrano,ci girano i film,ci sara' pure un dannato registratore da qualche parte!"

proseguirono la loro rotta ma non videro ne' Michael,ne' nulla di cio' che stavano cercando; ne' fogli,ne' voci,niente. Alzarono una tendina e scorsero un lunghissimo corridoio pieno di porte sia da un lato che dall'altro che dovevano essere camerini. Cercarono di leggere i nomi anche se la luce era quasi del tutto spenta ed erano lontani perche' una delle solite guardie impediva loro di accedervi. Fu proprio mentre osservavano in aria che si scontrarono con un bambino.

"Oops...scusa piccolo!"

Sebastian dette un colpetto ad Oliver sull spalla e gli sussurro' all'orecchio:

"Guarda...Ha un registratore nel taschino"

poteva vedere l'antennina spuntare dalla tasca del suo piccolo jeans. La cosa giusta nel momento giusto: era forse un segno del destino? Sorrise verso di lui:

"Hey piccolo,dimmi...Cos'e' quello?"

"Questo...questo serve perche' la sera...quando mi addormento...posso sentire la voce del mio papa',cosi'...quando lui non c'e',e' come se mi cantasse la ninna nanna...lo metto sul comodino e sento la sua voce che mi da' la buona notte...lui fa il cantante,e io vengo qui per registare le sue canzoni..."

Si guardarono per un attimo: non avrebbero mai potuto rubare ad un bambino,specie con quegli occhi innocenti e quel sorriso candido; pero',era piu' forte il richiamo del dovere,il dovere di aiutare un'amica in difficolta'.

"Senti piccolo...Ti va se barattiamo?"

"La maestra me l'ha insegnato a scuola...io ti do qualcosa di mio,tu pero' mi dai una cosa bella,hai un giocattolo per me vero?"

"Aspetta..." frugo' in tasca ed estrasse il coltellino svizzero:

"Ti piace questo? Guarda: e' rosso,luccica,e' un giocattolo prezioso"

"Ma mamma dice che gli oggetti con la punta cosi'...Mi fanno male"

"No,questo non fa male,non e' un coltello,e' un giocattolo magico,guarda!"

Si chino' aprendo il coltellino di fronte agli occhi estasiati del bambino inventandosi storie buffe sui suoi poteri magici;

"Con questo...sarai un Super eroe e potrai sconfiggere i cattivi...o il bobo nero se verra' nella tua cameretta!"

"Si...wow! Sconfiggero' tutti i cattivi! Tieni!"

Il bimbo se ne ando' col coltello in mano e lancio' il piccolo registratore in terra.

"Ma sei impazzito? Un coltello ad un bambino!"

"Era finto,e' di plastica...ma secondo te? Quello vero ce l'ho io!"

"Ahahah,sei un genio! Andiamo! I camerini sono qui,la guardia...proviamo a sinistra...oddio,la senti? La senti? "You've been hit by...You've been struck by...a Smooth Criminal...E' Michael! E' qui vicino a provare!"

"Sssshhhh,vuoi stare zitto? Di questo passo ci farai buttare fuori!"

"Michael,caro,possiamo riprovare la parte centrale che non c'ero sulla nota?"

"Ma e' la voce di Siedah! Caro? Ma come si permette? Te l'ho detto che e' stata lei!"

"Sta calmo! Dobbiamo aspettare che le prove finiscano e andare nel camerino di Siedah per vedere se troviamo qualcosa...Oddio,una guardia,nasconditi!"

si abbassarono dietro ad una cassa contenente degli amplificatori; restarono li' per pochi minuti osservando la guardia che non accennava ad andare via.

"Adesso come facciamo? Non arriveremo mai al camerino di Siedah! Hey guarda,c'e' Brooke Shields!"

"Brooke Shields?"

"Si,la',sta venendo verso di noi,andiamole incontro,ho un piano! Sii disinvolto e tieni pronto il registratore!" la videro davanti a loro:

"Scusa Brooke"

"Chi siete?"

"Ehm...giornalisti" la guardia li lascio' stare a quell'affermazione,

"Permetti qualche domanda? Solo un minuto"

"Se volete oggi pomeriggio,scusa ma adesso sono davvero molto occupata!"

Sebastian fece un cenno ad Oliver mentre accendendo il registratore sfioro' con la punta del suo coltellino la schiena di Brooke pungendola leggermente:

"Ahi! Ahi! Mi sono fatta male! Aiuto!"

Stop. Premette il tasto rosso mentre Brooke andava nel suo camerino. Avevano la voce che gli serviva. Sentirono la voce di Michael che dava il fine alle prove:

"A domani,siete tutti stati bravissimi!"

lo videro passare e videro anche Siedah;

"Adesso!" premette il tasto e la voce registrata parti':

"Ahi! Mi sono fatta male,aiuto!" la guardia grido'

"Hey,ma questa non e' la voce di Brooke Shields?"

corse via attirato dalla voce e la via per loro fu di nuovo sgombra. Entrarono prontamente nel camerino di Siedah. Fortunatamente la porta era aperta: iniziarono a rovistare impazientemente nei cassetti della scrivania,sulla toletta,sotto la sedia; improvvisamente sentirono la sua voce e i suoi passi avvicinarsi.

"Oddio e' Siedah...presto,nell'armadio!"

si nascosero stretti l'uno contro l'altro in quel piccolo guardaroba nel momento in cui Siedah entro':

"C'e' mancato un pelo" sussurro' Oliver all'orecchio di Sebastian,
"Adesso guardaimo cosa fa"

i loro occhi erano attenti nell'osservare i suoi movimenti attraverso le piccole fessure dell'armadietto. Si sedette mettendo le gambe sul tavolo,fumo' una sigaretta; prese una foto di Michael stringendola tra le mani: "presto sarai mio"

"Bingo! Lo sapevo che era stata lei,te l'avevo detto!"

"Sssshhhh!"

"Mio? Ma come si permette? Michael e' solo di Alexa!"

Prese la cornetta aggiustandosi i capelli:

"Pronto Vicky? Qui tutto bene...Si...me lo sto lavorando,quell'articolo lo ha proprio atterrato,sembra che stia malissimo,e' distratto,tra le nuvole,ha gli occhi spenti...io lo consolero'! Ahahah! Ma dimmi,cosa ci trovera' in lei? E'...e' una bambina! Non potevamo concepire piano migliore,io e te siamo riuscite a sbarazzarci di lei,quella storia del giornale era cosi' vera e la rappresentava cosi' tanto che non poteva non funzionare! E adesso abbiamo altri centomila dollari da spendere! Ti adoro compare,l'abbiamo proprio fregata in pieno! A proposito...Come vanno i preparativi per il matrimonio,Signora Jackson?"

Oliver e Sebastain si fissarono sbalorditi:

"Matrimonio? Vicky? Ma Michael e' impazzito? Ma cosa gli passa per la testa? Io le uccido...a tutte e due...vipere!"

Siedah attacco' e se ne ando' dalla stanza. Sebastian e Oliver uscirono di fretta da quell'armadio che li stava soffocando: avevano registrato tutto e fissavano il registratore come un trofeo: era tutto cio' che gli serviva per cavare Michael ed Alexa dai loro guai,tutto cio' che occorreva per farli finalmente rincontrare. Passando per l'uscita,afferrarono due giacche nere e si camuffarono come guardie della sicurezza: attraversarono gli ultimi metri con disinvoltura e tranquillita'; senza nessun ostacolo,poi,la soglia: videro la luce del sole e uscendo fecero un profondo sospiro scaricando tutta l'adrenalina che avevano accumulato durante la loro piccola missione.

"Siiiiiiiii! Ce l'abbiamo fatta! Agente uno,batti il cinque!"

"Complimenti anche a lei agente due!"

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Alexa senti' bussare prepotentemente alla porta tanto che si spavento'.

"Chi e'?"

come mise la mano sulla maniglia senti' spingere dall'altro lato con potenza: Oliver e Sebastian si gettarono su di lei ancora con il fiatone.

"Ciao Aleeeee!" l'abbracciarono stringendola forte;
"Aleeeee,e' tutto risolto! Michael sapra' che non sei stata tu!"

"Ragazzi ma cosa state blaterando?" Oliver estrasse il registratore;

"Guarda,sai cos'e' questo? E' un registratore...e' stata Siedah...insieme a Vicky ad inventarsi quella storia...lei e Vicky perche'...a loro piace Michael e volevano semplicemente...allontanarti da lui!"

"Siedah? E Vicky?"

"Si,proprio loro...Ale sorridi perche'...Michael tornera' da te dopo questo!"

"Ragazzi ma come avete fatto a..." poi il suo volto si rattristo';

"Ale ma non...non sei felice? Noi...l'abbiamo fatto per te!"

"Ragazzi voi siete straordinari ma...lui non tornera' da me,me lo ha detto chiaro...lui...ha un'altra vita ora...l'amore...e' una cosa che deve venirti da dentro...non si ottiene con una registrazione! Devo...devo solo farmene una ragione,scusate..."

chiuse gli occhi e dette le spalle ai suoi amici imboccando il corridoio,

"Ale ma noi...."

Sebastian fece per andarle incontro per trattenerla,per parlare ancora con lei,per convincerla in qualche maniera.

"Aspetta! La conosco da piu' tempo di te,fa cosi'...lo fa sempre,si chiude in se' stessa ...deve solo metabolizzare,ma in fondo al cuore,e' contenta che l'abbiamo aiutata,la conosco bene io,stai tranquillo"

"Se lo dici tu..."

"Senti adesso...Andiamo a cercare Michael!"

Percorsero la citta' per un'ora abbondante: strade,hotel,studi,il parco; ma non lo videro. Andarono addirittura davanti al cancello di Neverland. Fecero lo stesso giro,negli stessi luoghi,una seconda volta,e lo trovarono al parco vicino all'hotel con lo sguardo fisso a contemplare il nulla.

"Michael! Michael!" riconobbe i suoi amici,

"Hey ma voi cosa..."

"Dobbiamo dirti una cosa..."

"Io...Io non ho voglia di parlare...Vedete questa? Questa...e' la panchina dove era seduta Alexa...la sera in cui l'ho conosciuta...quella sera...cosi' magica...quella sera...in cui il destino ha deciso di farci incontrare...quella sera in cui...mi sono innamorato dei suoi occhi,della sua aria innocente e delle sue gambe meravigliose...Doveva essere qui...adesso...accanto a me...e invece...invece non c'e'...la mia bambolina...e' svanita..."

Toccava lievmente con i polpastrelli quel legno chiaro mentre parlava singhiozzando. Immagini fluttuavano nella sua mente: la'utografo sulla sua maglietta,il suo sorriso,le urla nella cabina del telefono,il suo short in jeans,la sua incredibile timidezza,la giacca che le mise per coprirla dal freddo; e poi il bar,il the' e i biscotti. Flash che apparivano nella sua testa in modo nitido e preciso,come figure stampate con la miglior qualita'. Lievi lacrime uscivano dalle lenti a specchio dei suoi occhiali a goccia. Non riusciva a trattenere la sua emotivita' in quel momento. Gli bastava pensare a lei per emozionarsi,perche' e' questo che lei gli procurava: emozioni forti,fortissime.

"Michael ascoltami,tu... sei sempre convinto che sia stata lei a prendersi gioco di te?"

Michael sospiro' buttando fuori piu' aria possibile,

"Non lo so...sono cosi' confuso pero'...pero' mi manca terribilmente...e questo...non lo riesco a capire perche'...non dovrei sentire la nostalgia di qualcuno che mi ha usato...perche'?"

"Te lo dico io perche' Michael....Perche' non e' vero!"

"E tu...Cosa ne sai scusa? Che ne sai di lei...che ne sai davvero?"

"Dio Michael! Lo vedi perche' siete fatti l'uno per l'altra? Sei tosto come lei...siete...siete due ostinati! Ho a che fare con due teste dure!"

Si chino' di fronte a lui e accese il registratore mentre Michael era girato a guardare i rami degli alberi. Partirono le parole di Siedah: piu'scorreva la sua voce dal nastro,piu' Michael restava sbigottito. Era sbalordito ma contento,confuso,stupito ma sempre incerto. Si volto' verso Oliver: pian piano si tolse i Ray-ban e lo guardo' con gli occhi che luccicavano:

"E' stata Siedah?"

"Si Michael....Siedah...e Vicky...adesso io vorrei sapere...dimmi...dimmi che...in fondo al cuore lo sapevi,ti prego dimmelo!"

"Io...Io...certo che lo sapevo perche'...perche' il mio cuore mi ha parlato...me l'ha detto...ma io...credo solo di...di avere paura di perdere cio' che amo,ecco perche' faccio cosi'...lo faccio tutte le volte...fino a rimanere solo....non saro' mai capace di esprimere i miei sentimenti...forse perche'...i miei li hanno sempre calpestati! Ecco cosa sono...un robot incapace di amare!"

"Michael ma ti rendi conto che hai chiesto a Vicky di sposarla?"

"Lo so! Io...sono uno stupido! Uno stupido totale!"

Si mise le mani davanti agli occhi coprendosi gli occhi che sentiva inumidirsi sempre di piu'. Quasi tremava da quanto piangeva: era un'amozione troppo forte l'essere certo che,finalmente,che Alexa non lo aveva usato come credeva poco tempo prima.

"No dai Michael,non fare cosi'...."

"Lei...lei dov'e'? Dov'e Ale?" si alzo' di scatto ma Oliver lo fermo';

"No Michael..."

"Ma io...devo parlarle!"

"No,non oggi,lascia...lascia che prima le parli io...Sai Michael non l'ha presa tanto bene...c'e' rimasta troppo male che tu non ti sia fidato di lei...se le vuoi bene,lo sai che non ti puo' fare del male! Io la conosco da un sacco e so che non mi fara' mai niente perche' non puoi ferire una persona alla quale vuoi bene...e lei...te ne vuole davvero tanto!"

"Davvero?"

Michael accenno' un piccolo sorriso,degluti' e i suoi occhi si riaccesero leggermente,

"Ma certo Michael....te ne vuole...da sempre! Sei tu che eri convinto del contrario!"

"No non e' vero...Io ho sempre sperato che lei mi voglia bene tanto quanto gliene voglio io...Io...io non so se riesco a stare senza di lei,sto davvero malissimo,e domani...devo ripartire...quando posso vederla?"

"Domani,nel pomeriggio...se vuoi passare,e' a casa mia..."

"Ma se poi lei non..."

"Michael io questo non lo so...certo,bene non ti sei comportato...Cerca di parlarle,di dirle cio' che pensi,lascia che sia il cuore a parlarle..lascia che lo faccia...come ha fatto in questi giorni! Io e Sebastian siamo con voi...siete una bella coppia,il destino sarebbe crudele a separarvi! Ci..ci conto!"

"Grazie ragazzi....Spero solo...che capisca...."

Si asciugo' il viso e si diresse i hotel facendosi accompagnare dai suoi amici. Si sedette nella hall impaziente dell'indomani; fremeva di desiderio di rivederla e temeva il peggio. Quella registrazione fu preziosa e decisiva: lo libero' da tutti i suoi dubbi una volta per tutte,ma,la paura che lei non lo volesse vedere mai piu' lo torturo' per tutta la notte.

Michael corse frettolosamente verso la casa di Sebastian: si fermo' di fronte all'imponente cancello della villa e la sua vista fu rapita dalla sua immagine. Alexa stava dondolando sull'altalena del giardino: indossava un vestitino leggero e le balze della sua gonna seguivano i suoi movimenti ogni volta che ondeggiava nell'aria; un cappellino di paglia con un nastrino nero adornava il suo caschetto che brillava sotto il sole donandole dei riflessi sgargianti.
Senti' gli occhi sbarrarsi e il cuore iniziare a palpitare. Catturo' ogni millimetro della sua sagoma:

"Wow..."

Gli pareva di non vederla da una vita; si senti' pervaso da una sensazione di benessere,come se avesse ritrovato una gioia rimasta per tempo lontana.
Le sue pupille roteavano a destra e a sinistra,su e giu',per ammirarla meglio. Rimase inchiodato al cancello afferrando le sue sbarre in modo deciso,spingendo il viso in avanti con le sue labbra e il suo naso che premevano contro il ferro,come a voler sfondare quella barriera per poterla raggiungere di nuovo. Continuava a sorridere,ma fu costretto ad interrompere quel momento per lui cosi' carico di emozioni quando Sebastian gli ando' incontro.

"Ciao Michael"

"Ciao,allora...le hai parlato?"

"No,devi...devi farlo tu..."

Michael si avvicino' con passo incerto verso l'altalena: piu' si avvicinava,
piu' avvertiva il desiderio di averla di nuovo tra le sue braccia. Si fermo' a pochi metri da lei: era la' dietro; vedeva le sue spalle chiare e larghe,le onde dei suoi capelli scenderle sul lungo collo.

"Ale c'e'...C'e' Michael" le sussurro' Sebastian avvicinandosi a lei;

Michael cerco' di prendere coraggio: lotto' con tutto se' stesso per scaricare il vuoto che sentiva nello stomaco e controllare la voce che sentiva uscirgli vibrata e a tratti.

"Ciao Ale...Sono...Sono io..."

Ad Alexa si fermo' il cuore: strizzo' gli occhi e uso' la lingua per disegnare il contorno delle sue labbra; era sbalordita e non riusciva a crederci. Il fatto che Michael fosse tornato da lei soltanto perche' aveva scoperto che lei non era colpevole,le bruciava enormemente. Si sentiva ancora piu' ferita e presa in giro dal fatto che fosse stato un pezzo di plastica come milioni ce ne erano in commercio a portarlo da lei. Avrebbe voluto ricevere un gesto piu' spontaneo; avrebbe voluto che l'avesse cercata perche' ad indicargli il sentiero che lo portava a lei fosse il suo cuore. La registrazione,era solo merito di quel nastro,altrimenti,Michael non sarebbe mai piu' tornato.
L'amore e' fiducia,e' certezza,e' consapevolezza di sapere che chi hai al tuo fianco non ti tradira' mai; un cuore che ama non puo' farti del male ma lui l'aveva fatto perche' forse non era abbastanza consdapevole del grande sentimento che Alexa provava per lui. Non si volto' nemmeno a guardarlo; era troppo umiliata per le sue offese,troppo arrabbiata che riusci' a mettere da parte tutto pur di non dargli niente. Non gli regalo' nemmeno uno sguardo o un sorriso.

"Ale ti prego...Ascoltami...Lo so che non sei stata tu"

"Ah si? Davvero...e come lo sai? O meglio da cosa lo sai? Te lo dico io... da un registratore! E' quella l'unica voce che sei capace di sentire? Bravo Michael,complimenti!"

"No,io..."

"Falla finita Michael! Senza quel nastro tu non saresti mai tornato da me,perche' tu...Non ti fidi di me e poi...Io non sono un ripiego! Oh ma cosa te lo dico a fare,sto sprecando solo fiato!"

Rimase voltata continuando a fluttuare nell' aria sotto le spinte dell'altalena. Sebastian la avvicino':

"Ale ma non...Non vai da Michael?"

"No...Digli...Digli che i gesti devono essere spontanei,non comandati...tutto nasce da se'...cosi' come io ho sempre fatto con il sentimento che provo per lui: spontaneo! Naturale!"

Michael la senti': non si voltava a guardarlo,parlava a voce alta; era scontrosa. Quasi non la riconosceva. Sentiva che il peggio che avev temuto si stava abbattendo su di lui; forse non avrebbe mai piu' voluto vederlo. Sospiro' guardandosi l'orologio: aveva i minuti contati perche' sarebbe dovuto andare di nuovo via,e cerco' di trovare in se' stesso una qualche soluzione efficace,qualche parola d'effetto per far si che si avverasse cio' che voleva di piu' in quel momento: riavere di nuovo un suo abbraccio.

"Ale dammi la possibilita' di parlare...Tra poco parto,vado...Vado a Parigi!"

Quelle parole risuonarono nella sua testa: Parigi. Quante volte aveva sognato di andarci; quante volte aveva sognato di andarci con lui. Non si contavano piu': uno dei pochi desideri della sua vita; lo vedeva infrangersi un'altra volta davanti ai suoi occhi.

"Ma cosa ti devo dire? Aspetti forse che cada tra le tue braccia? Devi andare...e allora vai!"

"No Ale,devi perdonarmi perche' io...io ti...ti..."

"Michael! Michael! Grazie al cielo ti ho trovato!"

Travis corse verso di lui affannando per la corsa:

"Michael e' tardi,il jet e' gia' pronto,andiamo!"

Lo tiro' per un braccio ma Michael resto' ancora qualche secondo piantato a fissarla: spero' fino in fondo che anche un solo piccolo cenno o una sola parola uscisse dalle sue piccole labbra. Ma non successe. Non ebbe piu' tempo: il dovere lo chiamava,la scena aveva bisogno ancora una volta di lui. Era dolorosissimo per lui dover viver quella vita fatta di parti diverse,come se la sua personalita' fosse un doppio: a volte non avrebbe voluto essere Michael Jackson. Ma come possono l'audience,il successo,il richiamo dei soldi, pasare sopra ai sentimenti di un uomo?
Per Michael era disgustoso. Alexa scese dall'altalena e si diresse in casa passando dall'uscita sul retro,lasciando Michael con il solo ricordo della sua voce. Senti' sbattere la porta mentre la guardava varcare la soglia dell'ingresso.


"Travis dammi...Dammi solo un minuto"


Travis insisteva ma Michael non si muoveva: resto' inerme davanti all'altalena che ancora dondolava leggermente; era come catturato dalla sua presenza che percepiva nell'aria; quasi fosse una magia. Si sedette sull'altalena a sua volta,come a voler sentirla accanto a se': come fece con la panchina del parco,tocco' con la punta delle dita la sua superficie,voltandosi poi verso un punto inesistente con lo sguardo totalmente malinconico. Poi,arrivo' davvero la sua ora,e la sua figura ando' via trascinandosi ancora una volta l'amarezza per non essere riuscito a dirle "Ti amo".

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**************************************************

Alexa si sveglio' dopo un sonno agitato e pieno di sogni: era proprio la',su quell'altalena del giardino,a dondolare mentre il suo vestitino svolazzava su e giu'; a farsi spingere delicatamente da Michael che la guardava divertirsi come una bambina mentre sfoggiava il suo sorriso irresistibile e aveva gli occhi lucenti come diamanti. La raggiunse,invitandola a sedersi sulle sue gambe,scambiandosi teneri baci e cingendole la vita mentre guardandola negli occhi imbarazzati le sussurava con voce dolce "Ti amo!"

"Ma che sogni stupidi! Ma certo che non mi ama,senno' sarebbe tornato prima...adesso lo sogno anche,siamo al colmo!"

Sbuffando,si verso' un succo d'arancia in un capiente bicchiere buttandolo giu' tutto d'un fiato. Poi,senti' suonare il campanello.
DDDDRRRRRIIIIIIN! Un suono deciso,vibrato,giunse fino alle sue orecchie risvegliando tutti i suoi sensi che dovevano ancora riprendersi dal sonno. Quando apri',si stupi' nel vedere Siedah che non curanza la saluto' abbracciandola come se non avesse fatto niente. Si accascio' sull'enorme divano senza nememno chiedere il permesso; tiro' fuori dal giubbotto di jeans una sigaretta e la accese accavallando le gambe sul tavolincino della sala.

"Siedah?"

Tiro' la sigaretta aspirando e una nuvola di fumo fini' sulla faccia di Alexa mentre tossiva coprendosi la bocca con il pugno. Siedah continuava a scrutarla nel suo insieme: il pigiama,la figura longilinea anche se non molto alta; le sue forme proporzionate e scolpite; era struccata,aveva i capelli arruffati ma era bellissima anche cosi'.La sua invidia raggiunse di nuovo il picco massimo e colse nuovamente l'occasione per farla atterrare.

"Siedah perche'...perche' l'hai fatto?"

"Fatto cosa...Piccoletta?"

"Hey non ti permetto di chiamarmi cosi'...ma cosa credi di fare,si puo' sapere?"

"Semmai cosa credi di fare tu..."

"Ma in che senso,scusa? Lo so che sei stata tu ad inventare quella storia dei tabloid..."

"Ahahahah...Inventare,ma che bella parola!"

premette la sigaretta sulla punta al centro del posacenere spengendola. Poi si alzo' avvicinandosi ad Alexa fissandola con sguardo di sfida e togliendosi di fronte a lei il suo giubbotto che lasciava intravedere la maglietta appena sotto al seno che mostrava il suo ventre piatto. Non gli importava che Michael l'avesse scoperta,cio' che contava era solo umiliarla e farla sentire inferiore e lei.

"Di' un po'...Credevi davvero che Michael sarebbe tornato da te?"

"Io non..."

Stettero un po' in silenzio: Alexa era in soggezione e non sapeva cosa dire: avrebbe voluto gridarle quanto fosse stata meschina ad intromettersi tra loro,ma adesso che Michael non c'era piu',non sapeva se tutto cio' avrebbe avuto senso. Si avvicino' col volto a quello di lei,la guardo' con odio profondo; la guardava fulminandola con gli occhi,come se avesse voluto che sparisse,che non esistesse.

"Non sai come e' fatto un uomo,vero?"

"Come scusa?" Alexa arrossi';

"Bingo! Che cosa credevi...credi che io mi sia inventata tutto,ma in realta' non mi sono inventata nulla...pensavi davvero che Michael sarebbe stato ad aspettarti? E per quanto,sentiamo? Davvero pensavi che mettesse da parte le sue esigenze...per una come te? Lui e' un uomo,lo capisci questo? E come tale ha bisogno di una donna...di qualcuna che gli possa dare cio' di cui ha bisogno...in tutto e per tutto...e non di una che indossa...Un pigiama...di Titti!"

"A Michael...piaceva..."

rispose Alexa con voce sottile e triste fissando il pavimento

"Si,questo e' quello che ha detto a te...Sei vergine,vero?"

"Eh?"

"No?"

"Queste sono cose che...che non devo dire a te...."

"Lo sapevo! Come ti chiami? Alexa...Dovevano chiamarti Alice...Svegliati piccoletta...il mondo delle meraviglie non esiste! Adesso devo andare...Devo raggiungere Michael...a Parigi...e ricorda che...mentre tu stai nella tua culla con quell'animaletto peloso...lui e' nel letto con me...ahahahahahah!"

Siedah se ne ando' dando un tonfo alla porta. Alexa resto' impassibile a fissare il parquet mentre il suo peluche ciondolava dal suo braccio che si sentiva cadere. Era stato un altro colpo,un'altra umiliazione; per lei il destino sembrava essere sempre cosi' crudele e nemico. Si chiuse in bagno a piangere: era ancora piu' confusa di prima che Michael tornasse. Passo' in cucina ed osservo' un coltello affilato: ebbe qausi l'istinto di porre fine alla sua vita; stava soffrendo troppo per riuscire ad andare avanti.

"Michael se stai con Siedah...perche' sei tornato da me...perche'?"

Batteva i pugni sul tavolo violentemente continuando a piangere. Brividi,mal di testa,senso di smarrimento e solitudine non tardarono ad arrivare. Ripenso' alle parole di Siedah: scaravento' il suo peluche sul pavimento come se avesse voluto che non gli fosse mai appartenuto,come se anche lui fosse la causa di tutta quella situazione.

"Ti odio! Ti odio! Odio te,odio Michael...odio il mondo!"

Resto' inginocchiata sulla sedia,con la testa salda al tavolo: la tovaglia che si inumidiva con le sue lacrime, il freddo che la percorreva,i gomiti stretti alla testa per cercare di fermare quel pianto che continuava il suo corso.
Tremante,nervosa,arrabbiata,malinconica,era sicura di una cosa: lo aveva perso per sempre.

*****************************************

La Tour Eiffel era contornata da un luccichio incredibile.Una cascata di stelle cadeva sulla sua struttura imponente esaltandone ogni parte. Le luci che la illuminavano si mischiavano a quella del cielo conferendogli dei riflessi quasi dorati. Parigi era splendida,indubbiamente affascinante; ma anche la citta' piu' bella del mondo puo' apparirti triste e fredda se non hai nessun pensiero che ti scalda il cuore gelato. Questo era cio' che sentiva Michael: fissava la torre dal balcone della sua suite mentre lasciava che tutte quelle sfumature sgargianti coprissero le sue pupille.
Rientro',sospirando,nella sua stanza: si spoglio' mettendosi il pigiama; si sciolse i capelli,un gesto che arrivo' dal suo subconscio che mentre si guardava allo specchio,disse:

"Ale,sono per te...cosi'..ti piacciono di piu'..."

Un sorriso teso a forza,appena accennato,si stese sulla sua bocca; sospiro' di nuovo,chiamo' il servizio in camera e si fece portare la cena. Prese un cartone e mise la cassetta. Si infilo' sotto le lenzuola fresche mentre cercava di [CENSORED] re qualcosa per riempire il suo stomaco vuoto da giorni. Si volto' nel letto matrimoniale a guardare quella parte del letto ancora intatta; la coperta era ancora su,sulla quale erano adagiati decine di vassoio con ogni tipo di pietanza. Una gioia per gli occhi e per il palato: ma a Michael sembrava tutto cosi' vuoto; era l'unica cosa che percepiva: un grande vuoto dentro ed intorno a se',cosi' grande che gli sembrava di cadere in un precipizio profondissimo. Cerco' di concentrarsi sul cartone mentre avvicinava la forchetta alle sua labbra.
"Pinocchio" inizio'; lo aveva visto milioni di volte,tanto che si divertiva a ripetere le battute che sapeva a memoria. Sorrise non appena il burattino si presento' ai suoi occhi; era contento con quelle semplici immagini che animavano anche il buffo gatto,il grillo ed il pesciolino. La sua mente scorreva serena sullo schermo quanto i suoi occhi,per un lasso di tempo i suoi pensieri negativi scomparvero. Poi,una scena in particolare lo colpi':

"Oh Figaro,guarda,guarda...la stella dei desideri! Stellina fatata...d'argento ammantata,che brilli nel cielo...fai in modo fatina,che il sogno si avveri.... Figaro,sai cosa ho desiderato? Ho chiesto che il mio Pinocchio diventi un bambino vero,non sarebbe magnifico?"

Michael resto' incollato allo schermo a guardare l'immagine della stella. Mise in pausa con il telecomando che aveva in mano fissandone la luce che pareva cosi' reale. Rimando' indietro e riascolto' le parole di Geppetto.
Punto' lo sguardo verso la finestra e sibilo' con voce molto tenue:

"Oh si...Sarebbe magnifico....Magnifico...che lei fosse qui"

si alzo' dal letto girellando davanti alla tv. Era solo un cartone,ma alcune cose,se lo vuoi,possono essere reali anche nella vita vera. E lui lo voleva; credette per un attimo di compiere una follia,la sua mente razionale di uomo maturo gli suggeri' di tornare a letto,ma fu la sua parte infantile a prevalere,quella parte che gli diceva di credere nelle magia. Prese la foto di Alexa che stava nel cassetto del comodino e si avvicino' di nuovo al balcone: scosto' la tenda e riapri' la finestra. Si mise le braccia davanti al petto per pararsi dal forte vento,sospiro',alzo' gli occhi e la vide:

"Non posso credere che sto davvero per farlo..."

la sua parte razionale cercava ancora di censurarlo,ma nel cartone il desiderio si era avverato,quindi non avrebbe perso niente nel fare un tentativo. Guardo' la foto sorridendo,si rivolse alla stella piu' luminosa che c'era:

"Ti prego...Ti prego...Fa che torni da me...Ti prego..."

guardava il cielo con sguardo languido e malinconico. Chiuse gli occhi come per far si che la sua mente si connettesse con la stella,come se potesse parlargli,rispondergli. Senti' una voce passargli dallo stomaco ed arrivargli in gola:

"Se lei non torna da te...Ma se tu lo vuoi...Allora fa si che sia lei a venire da te..."

Scosse la testa. Lei non voleva vederlo e non aveva piu' soluzione.

"Fatina...stella,o quel che sei...ti prego,aiutami...Sei cosi' bella e luminosa...Mi ricordi tanto la mia Ale...Ti supplico,ti supplico,indicami la via!"

I suoi occhi si facevano languidi,le sue mani tremavano nel vedere il volto di Alexa stampato sulla foto e illuminato dalla luna e dalle stelle; una voce,semplice,diretta,rispose alla sua richiesta:

"Semplicemente....Va a prenderla tu!"

La stella svani': la sua luce divento' fioca come se fosse sparita del tutto dal cielo. Aveva compiuto il suo dovere e adesso era Michael a dover cogliere il suo messaggio. Rientro' nel calore della sua camera; si mise a gambe incrociate sul tappeto con il pugno sotto al mento. Ci volle un po' per capire cosa voleva dirgli la stellina.

"Ma certo! Fa che lei venga da te...va a prenderla...perche' non ci ho pensato prima?"

Si alzo' di scatto afferrando il telefono. Sorrise. Quel piccolo e fantastico incontro con quella stella lo aveva ricaricato; ci credeva davvero,si sentiva risollevato e tutte le sue speranze tronarono a galla.

"Non so se ci riusciro'...pero'...e' l'unico modo..."

sospiro' di nuovo componendo un numero:

"Pronto...Paul...Dovresti aiutarmi per una cosa...."
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Messaggio Da marina56 Lun Ott 17, 2011 12:04 pm

Il sole stava calando davanti al suo sguardo. Quella macchia sferica e rossastra stava svanendo per fare spazio al manto della notte. Una penna che tentava invano di scorrere sulla carta che non riusciva a fondersi con l'inchiostro; sospiri prolungati,l'anima in balia dello sconforto. Erano ormai passate varie settimane da quel giorno in cui Michael le aveva parlato guardandola dalle spalle; sembrava cosi' sincero nel pronunciare quelle parole,e invece,niente: ne' una telefonata,ne' un tentativo di cercarla. Niente di tutto cio'. Ogni giorno che passava andava sempre un po' meglio: il suo cuore lacerato dalle ferite guariva grazie alla sua volonta',alla compagnia dei suoi amici e ai suoi svaghi. Pensava continuamente al detto "Lontano dagli occhi,lontano dal cuore",anche se,in fondo a quel cuore,si chiedeva sempre cosa facesse Michael,dove fosse,con chi fosse,se pensasse a lei almeno un po'. Ogni tanto si lasciava sfuggire qualche piccola lacrima per poi tornare ad usare la testa che le comunicava di usare tutti i mezzi di cui disponeva per reagire,per donare al suo volto anche un piccolissimo sorriso che non appariva da tempo tra le sue espressioni. Rimase a terra immersa tra le foglie a respirare la linfa dell' Autunno che era alle porte,lasciando che la mente scorresse seguendo soltanto il flusso della natura.


Alexa si alzo' da terra: attorno a lei,un silenzio interminabile,interrotto a tratti soltanto dal fruscio delle foglie che la suola delle su scarpe calpestava delicatamente. Si sentiva inghiottire in quell'immenso giardino nonostante i caldi colori autunnali che gli facevano da cornice esaltavano le statue,la panchina e la fontana. Decise di uscire seguendo la scia delle foglie mosse dal vento che,passando dalle sbarre del cancello,cadevano fini sulla strada dando un tocco in piu' al nero dell'asfalto.
Si chino' un attimo per raccogliere l'agenda che le era caduta: mise una foglia secca all'interno di una pagina: scarabocchio' qualcosa sopra,pochi tratti insignificanti e privi di senso; traccio' violentemente con la penna tanto per sfogare le sue ansie. Si rialzo' aggiustandosi la gonna e si riavvio' all'entrata quando senti' il rombo di una macchina frenare di colpo.

"Scusi,Signorina..." Alexa si volto' avvicinandosi e il finestrino si apri',
"Sa dirmi la strada per..."

non fece in tempo a finire la domanda che l'uomo con giacca nera e occhiali da sole,aprendo di scatto lo sportello,la prese di peso caricandola in macchina. Tappo' la sua piccola bocca con ua benda e la carico' dietro al sedile posteriore. Alexa tentava di gridare,ma non ci riusci': il nodo era troppo stretto per scioglierlo. Temette il peggio: potevano farle del male,derubarla,potevano fargli qualsiasi cosa. Si dimenava senza risultato mentre l'uomo continuava a fissare la sue espressione impaurita attraverso lo specchietto retrovisore. L'auto accellero' ancora,poi si fermo' sempre di colpo. L'uomo prese Alexa scigliendo la stoffa che le teneva salda la bocca e la scaravento' fuori facendola cadere a terra.

"Mi scusi...Ma e' per il suo bene!"

grido' l'uomo mentre l'auto prosegui' il suo percorso. Forse era un pazzo omicida che sotto un impulso positivo della sua coscienza l'aveva lasciata andare. Si ritrovo' con la polvere trai capelli,cerco' di togliere le macchie dalla gonna,di ravversare la sua camicetta stropicciata. Non sapeva dove fosse; era disorientata e smarrita. Si giro' per cercare aiuto ma la strada sembrava deserta; a quell'ora della notte era difficile veder passare anima viva. Un'altra rapida passata sulla stoffa; poi si giro' voltando gli occhi dietro alle sue spalle. Quello che vide fu a dir poco incredibile.
Neverland. Spalanco' gli occhi di fronte a quella scritta dorata.


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"Ci risiamo...Un altro sogno,basta!"

I rami che ricadevano sulla cima del cancello conferivano all'entrata ancora piu' fascino; la notte lasciava che le mille attrazioni presenti nel ranch fossero ancora piu' lucenti. Poso' delicatamente la mano sul ferro; non gli sembrava vero di trovarsi la': il cancello di Michael,il cancello toccato da Michael. Spinse di piu' la mano verso quelle fessure,come a voler esplorare il mondo che c'era aldila' del cancello. E,come un miracolo,la porta si apri'. Quel complesso fiabesco sorgeva davanti ai suoi occhi sbalorditi e increduli; fece un passo e si fermo'; era troppo l'emozione per poter proseguire. I suoni,i colori,l'atmosfera: era tutto magico e nulla sembrava finire; Neverland continuava fin dove arrivavano i suoi occhi,e anche oltre. Un altro passo. Resto' immobile,a godersi quel panorama incantato. Un altro passo. Imbocco' il vialetto: i fiori a destra e a sinistra; le piante,le luci,le sfumature. Avanzo' con cautela: le braccia lungo i lati del suo corpo,il collo teso in avanti come a voler catturare ogni minimo particolare man a mano che andava avanti; lo sguardo in basso,sulle mattonelle,sulle sue scarpe nere con il tacchettino e con il laccetto alla caviglia; le sembrava di essere nel Pese delle Meraviglie; sorrise al pensiero di essere come Alice,per le scarpe,per il suo cerchietto col fiocco avvolto tra i suoi capelli e per la sua infantile curiosita'. Ripenso' alle parole di Siedah, "Svegliati...Il paese delle meraviglie non esiste...". Oh,si che esisteva invece: non era forse una meraviglia trovarsi la' dentro?

"Le meraviglie esistono,e a me...piacciono le meraviglie...se e' un sogno...non voglio svegliarmi "

pronuncio' quelle parole con voce bassa e soffusa mentre continuava a farsi avvolgere dall'atmosfera del ranch. Ad un tratto,ebbe come la sensazione di essere spiata,ma non si volto'.

"Anche a me piacciono le meraviglie...le meraviglie...come te"

Michael le si avvicino' posandole piano le mani sulle spalle. Alexa si senti' mozzare il respiro e senti' il suo cuore bloccarsi; batteva cosi' tanto che sembrava potesse smettere di battere da un momento all'altro. Si volto': Michael continuava a tenere le dita sulla sua spalla mentre con l'altra mano giro' il suo viso verso il suo volto di modo che i loro occhi si incontrassero. Rivedere quella luce del suo sguardo innocente,sfiorare nuovamente la sua pelle liscia e candida,gli procurarono cosi' tanta gioia che uno smagliante sorriso sul suo volto non tardo' ad arrivare. Ma fu ancora una volta l'orgoglio a dirigere la situazione; fu di nuovo lui a stare in prima fila,a comandare le sue parole,i suoi gesti,i suoi sguardi; ancora prima che la felicita' di rivederlo potesse uscire dalla sua persona. Il suo collo si mosse in un movimento repentino; i suoi occhi tornarono infuocati; era rigida; quasi severa,con le mani salde sui fianchi che non risposero al contatto che Michael stava cercando.

"Non toccarmi!"

Michael perseverava nel guardarla: la osservava come un qualcosa di magico,come una creatura incantata,come un miracolo. Non riusciva a smettere di fissare cio' che era stato lontano dalla sua vista per cosi' tanto tempo. I suoi occhi sognavano,era al settimo cielo in quell'attimo cosi' semplice. Non era mai riuscito a dirglielo,ma era cosi' innamorato che soltanto il semplice osservarla faceva cedere tutti i suoi sensi.

"Aleeeeee!"

allungo' le braccia cercando le sua mani,ma Alexa continuava a non dare segno di voler avere una vicinanza con lui. Michael corse dietro di lei e la strinse abbracciandola fortissimo. Fu stupendo poterla stringere di nuovo.

"Ma non hai sentito cosa ti ho detto? Sei una meraviglia!"

sussurro' al suo orecchio con voce entusiasta;

"Lasciami Michael,senno'...senno' grido" Michael scoppio' in una risata:

"Saresti davvero capace di farlo?"

Alexa prese fiato e apri' la bocca per urlare ma Michael le poso' una mano sulla bocca prima che potesse farlo.

"Sssshhhh...cosi' attirerai la Polizia"

Alexa si stacco' prepotentemente da lui liberandosi della sua presa con un gesto rapido:

"Bene...Meglio...Che ti arrestino allora!"

Michael continuava a ridere: era innamorato del suo senso dell'umorismo e del suo tono di voce cosi' fanciullesco. Sembrava una bambina arrabbiata,aveva la stessa espressione capricciosa di quando ai piccoli si nega qualcosa. Si trovo' di fronte a lui a qualche metro dal suo corpo. Michael mise le braccia conserte al suo petto; ormai la conosceva bene e sapeva come si sarebbe comportata; sapeva bene che il suo orgoglio l'avrebbe portata a compiere una scenata. Infatti,fu cosi'; Alexa urlo' mentre l'espressione divertita di Michael continuava a tingere il suo viso:

"Michale ma perche' ridi? Perche' continui a guardarmi cosi' e a dirmi tutte queste frasi carine....perche'...perche'...sei qui? Perche' sono qui? No aspetta...Sto sognando ancora,no..la macchina..quell'uomo...quell'uomo era un bodyguard...Sei stato tu...Ma perche' fai cosi',eh? Perche'?"

Alexa si sedette accanto all'aiuola con le mani immerse nel verde: si stese a pancia in su e inizio' a contemplare i fiori con un'espressione di pura estasi. Pensava a quanto erano freschi e puri; tutto,pur di togliersi Michael dalla sua visuale.

"Ale sembri Alice...." Michael sorrise e si avvicino' a lei:

"Allora Michael? Mi vuoi rispondere?"

Si inginocchio' mentre Alexa era ancora distesa; si tolse per un attimo il cappello e si tiro' i ricci dietro l'orecchio. Le accarezzo' i capelli ma lei volto' la testa dall'altra parte. Non poteva nememno vederlo,quindi non poteva nemmeno permettere che lui la toccasse perche' era furibonda. Michael la guardo' nella sua candida espressione; chissa' cosa pensava,chissa' cosa aveva in testa in quell'istante,chissa' cosa produceva la sua fantasia. Avrebbe voluto condividere con lei i suoi pensieri,avrebbe voluto che lei li condividesse con lui; ma restava immobile. Degluti' e sospirando legermente,disse:

"Lo sai che a volte...Si fanno cose pazze per amore?"

Alexa si volto' verso di lui: i suoi occhi erano sinceri,ma come mai continuava ad esprimere sentimenti per lei se nella sua vita c'erano tante donne,come Vicky o come Siedah? L'aveva offesa gridandole di tutto; le aveva parlato come se la odiasse e invece adesso era con lo sguardo languido e lucido ad assaporare la gioia di vederla di nuovo. Non era mai diretto,non riusciva a decifrarlo ed era confusa.

"Michael ma se...."

"Lo so che...che ti ho detto delle cose brutte...mi...mi dispiace"

"Ti dispiace? E a me non pensi? Io secondo te come sono stata pensando a quando non ti sei fidato di me,pensando che sei tornato solo per un maledetto nastro,pensando che...che non ti avrei visto mai piu'? Mi hai ferito Michael...Si e' cosi'...Mi hai ferito..."

"No dai Ale,non dire cosi',oddio..io..."

si mise le mani sugli occhi; sentire quelle parole gli brucio';penso' a quante volte l'aveva paragonata ad una bambina,ad una bambolina,e aveva promesso a se' stesso di non farle del male,invece non ci era riuscito. Senti' che quella era la sua ultima chance: doveva tirare fuori le parole dalla sua bocca,altrimenti avrebbe rischiato di perderla davvero; non voleva che se ne andasse adesso che era riuscito a portarla a Neverland.

"Ale io...non e' vero che sono tornato per il registratore..."

"Invece si,smetti di negarlo...ma tu...mi vedi?"

"Si,certo che ti vedo,e...sei cosi' carina" sorrise ancora,

"No! Non il mio aspetto...Nel senso...riesci a vedermi dentro? Riesci a capire come sono fatta io? Come hai potuto credere che potessi fare una cosa cosi' assurda e meschina? Per cosa poi? Lo vedi,non mi conosci...altrimenti sapresti che...che sono timidissima...che non mi piace stare al centro dell'attenzione e che non cerco il successo...io...ho anche cercato di dirtelo ma tu...non mi hai creduto..."

"Ale ascoltami..io ho reagito in quel modo perche'...perche' con tutti i paparazzi,i tabloid e tutte le complicazioni del mio successo..molte persone sono pronte a farmi di tutto,a pugnalarmi alle spalle e...ho solo paura di perdere quello a cui tengo...devo sempre stare attento a chi ho di fronte,capisci? Pero'...dentro di me...lo sapevo che non eri stata tu,e so anche...lo so come sei...che sei timida,riservata,dolce,so...che mi posso fidare di te...e' per questo che mi piaci..."

"....Ti piaccio?.... Ti piaccio sempre?"

"Ma certo...credevi il contrario?"

"Si,dopo cio' che mi hai detto...Io di te mi sono fidata,perche' tu non l'hai fatto Michael? Io...sono un libro aperto: come mi vedi e come sono,non sono finta,come posso dimostrartelo?forse...forse non siamo fatti per satre insieme..."

"Ma cosa dici Ale? Noi siamo...siamo stati creati per stare insieme! Tu...sei stata creata per me! E adesso che...che ti ho trovata...non voglio perderti...
ma che dico...non sembri Alice...o meglio,lo sembri ma...sei piu' bella di lei!"

Alexa scosse la testa: i suoi capelli ondeggiarono con il vento che soffiava sempre piu' forte. Era colpita dalle sue frasi,era lusingata dalle sue parole: era davvero lei il suo amore,l'amore di Michael Jackson. Cio' che aveva solo sognato si stava trasformando in realta'.

"Ah,voi uomini...credete davvero che bastino delle paroline dolci per farvi perdonare? Non funziona cosi'..." rise;

"Ale no,io l'ho detto perche' lo penso,ricordi quando mi hai detto che la voce del nastro era la sola che riuscivo ad ascoltare? Non e' vero,io...ho ascoltato la voce del mio cuore,che mi sussurrava sempre il tuo nome,e ti chiedo...ti chiedo di perdonarmi perche'...io non so se riesco a stare senza di te...."

Alexa lo guardo' dritto al centro del volto,perdendosi nei suoi occhi profondi che in quel momento erano puri ed infantili quanto i suoi. Era chiaramente imbarazzato,emozionato: lo sentiva dalla sua voce,lo vedeva dai gesti nervosi delle dita,ma aveva bisogno di essere sicura questa volta,non voleva passare la sua relazione a prendersi e lasciarsi. Le parole di conferma che aspettava arrivarono:

"Ma che dico...Anzi...Lo so perfettamente: non posso stare senza di te...te l'ho detto Ale! Ricordi quando ti ho detto che non ho bisogno di te? Non...non e' vero,io...ti vorrei sempre con me! Sempre!"

Alexa stette zitta e ferma alcuni secondi. Poi,tese la mano verso i suoi ricci per poterli accarezzare ancora. A quel gesto Michael capi' che aveva una possibilita':

"Mi sono mancati i tuoi capelli Michael...Mi sei mancato tu...ho sofferto tanto...Non farlo mai piu',non fare piu' una cosa del genere!"

"Ale io..." Michael accarezzo' piano la sua mano che era ancora immersa nei suoi capelli,
"Io...Sono cosi' stupido...ti autorizzo a picchiarmi!"

Si guardarono negli occhi per un attimo sorridendo timidamente. Non sapevano cosa dire,non sapevano come muoversi dopo essersi riavvicinati.
Il sorriso di Michael era di una dolcezza unica. I suoi occhi parlavano per lui,comunicando le parole che non riusciva a dire. Per Alexa era semplicemente incredibile: gli pareva di poterli leggere ogni volta. Tese un'altra volta la mano verso il volto di Michael ed accarezzo' la sua guancia:

"Beh...E' un po' difficile non perdonarti...con questo bellissimo sorriso e questi occhi stupendissimi! Non riesco a picchiarti,anche se credimi...l'ho voluto!"

Michael mise la mano sopra al dorso di quella di Alexa mentre le sue dita continuavano a scorrere sulla guancia di Michael;

"No Ale...sei tu che sei stupendissima perche'...sei riuscita a perdonare un cretino come me...Mi dispiace...Mi dispiace!"

"Si Michael,io ti perdono perche'...anche tu mi piaci. Io a volte sono un po' insicura,ma di tutte le insicurezze,questa e' una certezza,e sono..sono sicura che tu mi piaci...Mi piaci tanto Michael...mi piaci tantissimo!"

"Ale posso abbracciarti?"

Gli occhi di Michael si illuminarono ancora; Alexa si mise a gambe incrociate e Michael la raggiunse sedendosi di fronte a lei: petto contro petto,si strinsero in un tenero abbraccio. Fu meraviglioso per entrambi poter sentire nuovamente il calore dell'altro. Alexa mise le mani dietro alla sua schiena; Michael le accarezzo' dolcemente i capelli.

"Il tuo profumo di vaniglia...Finalmente lo sento di nuovo!"

"Ale e' cosi' bello riabbracciarti!" sorrise.

Alexa si discosto' da lui e scruto' l'orizzonte. Lui continuava a guardarla imbambolato,rapito dalla sua presenza e stordito per la felicita' di averla ancora accanto a se'.

"Ale che c'e'? Cosa guardi?"

"Io? Guardavo la giostra...laggiu'...Neverland e' cosi' bella di sera...i giochi sono cosi' luminosi...ma la giostra e' splendida!"

Michael si alzo' di scatto e gli tese la mano mentre lei era ancora a sedere:

"Andiamo!"

"Eh?"

"Su avanti,coraggio...Vieni!"

Alexa si alzo' e tendendo il braccio si affianco' a lui prendendo la sua mano. Lui la aiuto' ad uscire dall'aiuola; le loro mani erano di nuovo unite; Michael la guido' lungo al vialetto,a passo lento,senza dirle niente,fino alla giostra. Restarono mano nella mano,poi Michael sorrise ad Alexa,la prese delicatamente per i fianchi e la adagio' su uno dei cavalli della giostra.
Alexa resto' estasiata dal suoi gesto: tocco' gli specchietti,la piuma del cavallo,osservo' i colori,tutti i dettagli mentre continuava a sorridere come una bambina contenta di stare a giocare. Ai suoi occhi era bellissima: era stupendo il modo in cui riusciva a divertirsi e a sorridere in quel modo meraviglioso anche solo con un piccolo gesto,con cose semplici.

"E' bellissimo Michael...Grazie!"

SPOILER (clicca per visualizzare)
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Michael sali' sulla giostra e si mise sul cavallo dietro di lei. Con una movenza lenta,avvolse la sua vita con le sue mani. Lei si volto' verso di lui e gli diede un bacetto sulla bocca:

"Ti adoro Michael,sei fantastico!"

"Allora...Cosa hai fatto in queste settimane?"

"Oh niente di che...apparte torturarmi perche' tu sembravi morto!"

"Ale,non lo faro' mai piu',te lo prometto...dai...pensa ad adesso,siamo di nuovo insieme,e' questo l'importante"

"Gia'...Com'era Parigi?"

"Bellissima...un giorno...ci andrai anche tu"

"Mica hai la sfera?"

"Beh...e' un sesto senso...Un giorno ci andrai,fidati"

sorrise; sapeva che prima o poi ce l'avrebbe portata: un viaggio romantico tutto per loro.

"E cosa hai fatto a Parigi?"

"Quello che faccio quando vado in giro: stare chiuso da solo in hotel senza poter uscire...una tristezza,no?"

"Mmmmm...Siedah non la pensa cosi'..." il suo viso si incupi';

"Siedah? Ma che dici Ale? Guarda che mica gliela faccio passare liscia...e' solo gelosa perche' a me piace una ragazza splendida come te e non lei..."

"Lei ha detto...Oh no niente,lascia perdere..."

"Cosa Ale? Mi fai preoccupare"

"Ha detto...che stava con te...ehm...nel letto quando...quando eri via e che tu e lei...ehm...si dai,insomma...capito?"

A Michael usci' dalla bocca una fragorosa risata; si divertiva sempre ogni volta che sentiva delle falsita' sul suo conto. Alexa chino' il capo verso il pavimento della giostra.

"Perche' ridi Michael? Non e' tanto divertente"

"Oh si invece che lo e'...ahahahah io e Siedah che...e' matta,tutta matta!"

Alexa sospiro' mentre girava le dita tra la stoffa della sua gonna;

"Cioe' no Ale,ma che...ci hai creduto?" restava zitta,

"Non lo so...Ha detto che...vabbe' dai...il succo e' che ha detto che io non faccio per te...anche per quella cosa la'!"

"Siedah e' svitata...Ale,ma lei cosa ne sa? decido io cosa fa per me...solo io,e tu...fai certamente per me...ma guarda...ti lascio sola per un po' e guarda cosa succede...che persone brutte che esisitono...la prossima volta ti porto con me!"

"Davvero?"

ad Alexa torno' per un attimo il sorriso,Michael la guardo' sorridendo a sua volta accarezzandole i capelli e le guance;

"Beh se posso....perche' no? Non vuoi venire con me?"

"Baciami Michael!"

lo guardo' aprendo le braccia: porto' il suo viso in avanti chiudendo gli occhi e le loro labbra si sfiorarono; a quel contatto il corpo di Alexa si ricopri' di brividi. Gli erano mancati cosi' tanto i suoi baci che il solo pensiero di poter aver ancora la sua bocca scuoteva tutti i suoi sensi. Si fermo':

"Bbbbrrrrr...Michael...ho...ho freddo!"

lui sorrise e senza rispondere la tiro' di piu' a se' prendendola dalla sua pancia morbida. Apri' la sua giacca imbottita e la richiuse davanti alla sua vita di modo che entrambi fossero avvolti dal calore della piuma del suo giacchetto,dal calore dei loro corpi di nuovo uniti.

"Meglio?"

"Si Michael grazie..."

Si regalarono un sorriso; Alexa avvicino' nuovamente la bocca a quella di Michael: le loro labbra si aprirono,le loro lingue si toccarono. Restarono fermi per qualche secondo,solo per gustare il piacere di catturare il sapore l'uno dell'altra; poi iniziarono i movimenti lenti dei loro muscoli; non avevano fretta,fu bellissimo riscoprire pian piano quella sensazione che gli era mancata cosi' tanto. Alexa poso' una mano sulla guancia di lui scostandogli i ricci che ricadevano ai lati del suo viso; poso' l'altra sulla spalla con un tatto quasi impalpabile mentre Michael continuava a pizzicarle la pancetta dalla stoffa della camicia. Il loro bacio divenne piu' profondo; si divertirono a far intrecciare le loro lingue ancora ed ancora;sempre lentamente,sempre con cauta dolcezza,lasciando che la morbidezza dei loro tocchi accompagnasse il battito dei loro cuori che pulsavano sempre di piu'. I loro sguardi innamorati si incontrarono; era incredibile come si capissero e si parlassero attraverso gli occhi espressivi senza aver bisogno della parola.

"E' stato bello baciarti di nuovo Ale"

"Anche per me...Mi mancava il tuo profumo di vaniglia....Lo so che mi hai detto che sono un'approfittatrice e che faccio schifo quando te ne sei andato,ma io...avevo lo stesso voglia di baciarti!" gli diede un altro bacino sulle labbra;

"Ale...lascia perdere quello che ti ho detto perche'...non era vero niente!"

"Anche io ti ho mentito...Non e' vero che il tuo profumo e' disgustoso,
potrei stare a respirarlo per ore,e...il bigliettino che mi hai scritto quando ero in albergo...era ecezionale,mi dici sempre delle cose cosi' carine...il tuo angelo ti protegge mi hai scritto...sei unico Michael! Pero' Siedah..."

"Ale,basta! Ma perche' continui a credere che io mi approfitti delle ragazze? Non e' cosi'...Siedah,lasciala perdere,non farti influenzare da lei,ascolta solo cio' che ti dico io,ok? Oh...Ma come faccio a fartelo capire..."

Michael si alzo' a scomparve. Alexa resto' immersa nei suoi dubbi,nelle sue ansie,nella sua paura che lui potesse lasciarla. Osservo' intorno a se' lo spettacolare panorama di Neverland restando aggrappata al palo del cavallino. Poi,ad un tratto lo vide tornare e fermarsi davanti a se' con le mani dietro alla schiena. La guardo' mentre lei era sulla giostra e lui in piedi sulla terra; tese il braccio in avanti e le porse un fiore. Lei lo prese osservandolo,annusandolo.

"Lo sai...Lo sai cos'e' questo? E' un giglio..."

"Si Michael,lo vedo che e' un giglio" sorrise e Michael torno' sul cavallo;

"Si ma lo sai cosa significa? Rappresenta...la purezza...e tu sei pura...ed e' per questo che mi piaci,per esempio...io sono contento di essere stato il primo che hai baciato"

"Michael io..." Alexa arrossi' facendosi inebriare dal profumo del fiore,
"Non so cosa dire...Io,avevo cercato di dirti che...oh,oddio mi imbarazzo a parlare di queste cose...quella sera alla terrazza,ho provato a spiegarti che..."

"Sssssshhhh" Michael la fece zittire toccando con un dito le sue labbra;
"Ale devi capire che...i sentimenti...vengono dal cuore,non dal corpo...senti..." prese la mano di Alexa e la poso' all'altezza del suo cuore
"Lo senti? Il mio cuore batte forte adesso,perche'...sono felice di essere qui con te,a prescindere dal resto,tu mi piaci per come sei e non per le esperienze che hai potuto fare,lascia stare Siedah,lascia stare quei discorsi"

"Si e' vero...batte forte...Michael riesci sempre a farmi sentire speciale,ti voglio cosi' bene,abbracciami ancora!"

Lui la strinse a se' di nuovo; un bacetto a stampo e poi Alexa rise;

"Michael tu...credevi che io stessi con Sebastian! Ahahahah!"

"Beh lo sai che sono un po' geloso,non e' un bel pensiero pensare che..." arrossi';

"Michael sei cosi' bello quando arrossisici,quando ti imbarazzi sei bellissimo!" continuava ad accarezzargli la guancia,
"Comunque anche io se pensavo a Vicky o Siedah..."

"Ale devo dirti una cosa:io e Vicky,ci siamo solo frequentati qualche pomeriggio..io...non l'ho nemmeno mai baciata,quindi..."

"Ma davvero? Io credevo che la vostra relazione fosse..."

"No,no,perche' lei non e' il mio tipo,e nemmeno con Siedah e' mai ssuccesso niente,non l'ho nemmeno mia sfiorata,non lo farei mai se una ragazza non mi piacesse davvero...sei gelosa?"

"No...Mi da' solo...mi da' solo un po' fastidio pensare che...oh,vabbe' la vita e' cosi'...l'importante e' sapere che ti piaccio e questo...mi rende felice!"

Michael era affascinato dalla sua innocenza,dal suo candore,dalla sua delicatezza. Scherzo' con lei per provocarla come sempre mentre continuava a dargli dolci bacetti sulla guancia,

"Posso chiederti una cosa?"

"Si Michael..."

"Come immagini la tua prima volta?" Alexa sgrano' gli occhi e arrossi';

"Michael ma sei...sei impazzito? Non mi chiedere queste cose,mi imbarazzi,dai..." arrossi' ancora di piu' fino a diventare porpora;

"Era tanto per...per sapere come la pensi,o semplicemente per parlare..."

"Ma Michael dai,ma se io so appena baciare! Ce n'e' di tempo...io non lo so,non ci ho mai pensato...o meglio,qualche volta si ma per adesso...beh,di sicuro deve essere romantica,poi di sicuro deve essere con la persona che veramente amero' tanto,forse con quella che stara' con me tutta la vita,che so che mi ami tantissimo dai boh...non lo so...pero'...se riusciro' a farlo...sara' solo perche' desidero avere tanti bambini!"

Michael sorrise: era rapito dal suo tono di voce pacato,dalla sua aria smarrita,dal suo imbarazzo e dalla sua tensione. Adorava quando aveva l'aria indifesa,cio' scatenava in lui un istinto di protezione ancora piu' forte.

"E' una bella cosa..."

"Cosa?"

"Che tu voglia donarti a colui che sai che ti amera' e che tu amerai...ne sara' felicissimo..."

Alexa accenno' un sorriso che era quasi una smorfia. Resto' nel silenzio voltandosi a guardare il cielo,poi Michael si alzo' invitandola a scendere:

"Vieni Ale"

la prese per mano portandola sotto un albero: un tronco enorme,l'erba umida sulla quale era posata una grande coperta di lana. Michael la fece sedere mentre rimaneva immersa nel calore del suo giubbotto con il suo giglio bianco in mano. Si affianco' a lei,la abbraccio' prendendola dietro le spalle; si volto',la bacio' sulle labbra delicatamente; lei poso' la testa sul suo petto avvolgendolo dal torace mentre accarezzava la sua camicia blu.

"Neverland e' bellissima di sera Michael,e' un sogno poterla vedere"

"Ale ti ricordi quando mi hai insegnato il gioco delle nuvole? Adesso,ti insegno una cosa io...guarda...lassu',nel cielo,guarda quella stella,la piu' brillante che c'e'...E' la stella dei desideri,esprimi un tuo desiderio ed esso diventera' realta'

"Si? Ma come fai a..."

"Lo so perche'...Quando ero via,gli ho parlato,ho espresso il desiderio che tu potessi essere ancora con me...ed e' successo..."

"Hai desiderato questo Michael?"

"Si" sorrise

"D'accordo ci provo..." guardo' la stella;chiuse gli occhi forte e parlo' in se':
"Ti prego...Fa che possa stare tutta la vita con Michael...sempre..tutta la vita...finche' non moriro'...Io e Michael...per sempre"

Michael la scrutava con occhi intimiditi e sognanti: guardava il suo viso illuminato dai raggi della luna che filtravano attraverso i rami di quell'albero. La sua pelle chiara era ancora piu' brillante; osservava il suo profilo,la sua bocca sottile aspettando che potesse donargli un altro bacio; tentava di esprimere i suoi sentimenti ma sentiva sempre le parole soffocate per l'emozione.

"Allora Ale,cosa hai desiderato?"

"Se te lo dico...Non si avvera"

Sorrise,dette un colpetto sul naso di Michael; gli passo' la mano sulla fronte,gli tolse il cappello e cerco' ancora la sua bocca. Michael fece scorrere le sue dita sulla sua guancia; poso' la bocca sulle sue labbra nello stesso istante in cui allungo' un braccio per toccare la sua mano; le dita di Alexa risposero intrecciandosi con le sue. Lo stringeva forte,mentre si scambiavano quel bacio sotto quelle stelle cosi' brillanti. Michael si alzo' senza scollare le labbra dalla sua bocca; non voleva perdersi nemmeno un istante della sua lingua tenera che lo avvolgeva regalandogli la sua consueta sofficita'. Alexa lo assecondo' alzandosi a sua volta: si trovo' con la schiena contro il tronco dell'albero; Michael continuava a baciarla delicatamente; le loro mani erano strette in un legame perfetto; incornicio' il suo volto tenendolo tra le sue grandi mani: un bacio in fronte,per scendere vicino all'orecchio,che Michael inizio' a mordicchiare con estrema cautela. Alexa sentiva le sue labbra vellutate acchiappare il suo lobo,sentiva la sua lingua sfiorargli quel punto pieno di terminazioni nervose,cosa che le procuro' incessanti brividi su tutto il corpo. Il suo respiro direttamente nel suo udito; si aggrappo' al colletto della sua camicia dandogli un soave bacio all'angolo del labbro; Michael prosegui' con una serie di bacetti sul collo: inumidi' pianissimo la sua pelle che continuava a rispondere ai suoi tocchi cosi' dolci e soavi. Le mani di lei si posarono sulle spalle,per poi scendere lungo la stoffa della camicia di lui; iniziava a sentire le sue curve,le sue ossa,anche se attraverso quel tessuto blu. Michael la bacio' nuovamente sulla bocca: continuava a baciarla con ardente dolcezza; le lingue di entrambi divennero piu' frenetiche,piu' vogliose di stringersi tra loro. Michael si premette contro di lei,si abbracciarono ancora piu' forte,respirando il calore reciproco di ognuno.
Poi,poso' le mani sui suoi fianchi,alzando leggermente la sua camicetta: pizzico' la sua pancetta sentendo direttamente la sua pelle nuda. Pochi secondi nei quali Alexa fu nuovamente pervasa da un ulteriore scarica di brividi nel sentire i suoi polpastrelli freddi per l'aria umida sulla sua pancia calda. Un contatto breve ma intenso per Michael: cosi' intenso che non riusci' a controllare le reazioni istintive del suo corpo. Si stacco' da lei guardandola negli occhi; il volto di Alexa si tinse di un rosso accesissimo nel sentire per la prima volta la rigidita' dei suoi pantaloni.
Scosto' lo sguardo dagli occhi di lui per la vergogna; Michael si imbarazzo' terribilmente,non avrebbe mai voluto che quella sensazione primordiale lo impadronisse. Mise le braccia sul tronco,ai lati del viso di lei; prese il suo volto per far si che Alexa potesse tornare a guardarlo. Nel rosso carico delle sue guance,le disse:

"Sei cosi' delicata quando mi baci...Scusami"

la accarezzo' sulla guancia; sorrise,e lei scappo' da lui correndo per il vialetto; Michael la riacchiappo' come un bambina che scappa dal padre; afferro' le sue mani:

"Ale scusami io...Non voglio che ti imbarazzi"

"Beh Michael significa...significa che ti piaccio!"

corse ancora piu' leggiadra verso il prato; guardo' ancora i mille colori dei fiori,le luci del paesaggio,volteggiava su se' stessa per la gioia di essere li',per la gioia di averlo ritrovato,per la gioia di vivere quella notte cosi' magica. Michael ando' da lei intrecciando di nuovo le dita alle sue:

"Ale perche'....perche' non resti a dormire con me?"

Alexa titubo',aveva paura che la sua richiesta nascondesse qualcosa,aveva paura che avesse altri scopi; aveva l'incertezza dipinta sul viso:

"Ale,smetti di pensare male...per favore,smetti! Vabbe' intanto che ci pensi,devi entrare lo stesso perche' c'e' una cosa che devo farti vedere assolutamente"

La guido' fino alla soglia della porta principale: il suo cuore batteva forte,no poteva credere che stava per vedere l'interno della casa della star piu' famosa al mondo. Resto' sbalordita nel vedere la cura dei dettagli,l'arredamento raffinato,l'atmosfera unica.

"E' bellissima Michael,mille volte piu' bella che in tv!"

"Adesso...chiudi gli occhi,e...prometti di non sbirciare"

"Va bene Michael,lo prometto"

la prese per mano e la condusse al salone principale: la fece restare ferma in mezzo alla sala mentre Alexa sentiva uno strano fruscio,come un lenzuolo,un telo che si alzava. Michael ando' dietro di lei,sussurro' nel suo orecchio:

"Adesso...puoi aprire gli occhi"

I suoi occhi erano cosi' increduli che fece fatica persino a focalizzare l'immagine che si presento' dinanzi ai suoi occhi. La',su quell'enorme parete,in quella stanza cosi' bella,era appeso il suo puzzle,quello che le aveva regalato prima che Michael partisse: spelndente sotto il lampadario,completo,con tutti i personaggi che si erano incastrati completamente dando vita a quel capolavoro di colori; incorniciato da una cornice dorata e coperto da un vetro brillantissimo.
Resto' senza parole,a fissare Michael che sorrideva indicando il puzzle,aspettando di vedere come avrebbe reagito.




"Ma Michael avevi detto che..."

"Che l'avevo rotto? Beh,nemmeno quello era vero! Hihihihihih! L'ho finito...per te...guardalo,e' bellissimo,ti piace?"

Alexa non riusci' a trattenere le emozioni: esplose in un boato di gioia,ando'
incontro a Michael correndo per abbracciarlo. Lo strinse cosi' tanto che lui barcollo'. Gli mostro' il sorriso piu' puro e radioso che lui avesse mai visto.

"Se mi piace? E' stupendo,divino! Michael mi rendi felice ogni giorno di piu'...e' bellissimo,e' bellissimo!"

continuava a gridare senza contenere il suo entusiasmo; si avvinghio' a lui ricoprendo la sua bocca di bacetti: uno,due,tre...dieci,venti e anche di piu'.

"Sono contento che piaccia anche a te,e' un regalo meraviglioso....
meraviglioso come te"

Alexa indietreggio' fino a sedersi sul divano,camminando indietro senza mai staccare gli occhi dal puzzle gigantesco; si accomodo' accavallando le gambe,fissando ancora quell'immagine,come una preziosa opera d'arte,cercando di immagazzinarla nel cassettino dei ricordi piu' belli della sua mente. Michael si sedette con lei: un altro sorriso,un altro bacio vero,delicato ma sensuale; un abbraccio.
Michael si alzo' per prendere da bere: torno' e la vide distesa su un fianco che si era addormentata. Si mise accanto a lei,attento a non fare rumore,attento a non farle del male,con quella voglia di proteggerla,che con il passare del tempo si faceva sempre piu' forte. Mise la coperta intorno ai loro corpi: la guardo' per un attimo e la abbraccio'. Scosto' i capelli dal suo viso respirandone la fragranza; un ultimo leggerissimo bacio sulla gota di lei e poi spense la luce.

"Un giorno riusciro' a dirti che ti amo...Magari,chiedendolo alla stellina,ma ci riusciro'...Buona Notte,bambolina mia,il tuo angelo stara' per sempre con te"

Il suo desiderio si era avverato: la sua anima gemella era di nuovo presente. La sua bambolina era li' con lui; a trasmettergli il suo calore come aveva sempre sperato che accadesse quando andava a darle la Buona Notte in hotel.
E adesso,doveva solo custodirla per impedire che altri mali rompessero quell'incantesimo che era la loro piccola storia d'amore.

CONTINUA...

Era mattina inoltrata quando Alexa apri' gli occhi. Vide di nuovo il puzzle davanti a se'; sorrise osservando quel capolavoro,pensando all'estrema precisione con cui era stato montato e incorniciato. Per un attimo si figuro' Michael nel tappeto della sua suite intento a comporre il puzzle,con i suoi ricci che ricadevano sulle tesserine,con il suo meraviglioso sorriso che appariva ogni volta che riusciva a completarne un pezzettino. Si chiedeva come avesse fatto,settemila tesserine in due mesi o poco piu'. Michael era stupendo,ed era stupendo il modo in cui riusciva sempre a sorprenderla.
Solo dopo essere stata alcuni minuti a sorridere davanti a quell'immagine prodotta dalla sua mente,si accorse che qualcuno la stringeva attorno alla vita. Qualcuno che era dietro di lei; riconobbe le sue dita lunghe e perfette posate sulla sua pancia. Accarezzo' la sua mano sorridendo; alzo' il polsino della sua camicia blu e intravide il suo braccialetto agganciato al polso:per lei era una conferma importante,iniziava davvero a credere che Michael fosse seriamente innamorato di lei. Sorrise di nuovo,con l'espressione sulla sua bocca raggiante come il sole di quella mattina. Vide le sue mani muoversi e senti' l'altra accarezzargli pacatamente la nuca: si volto' e si trovo' il viso di Michael dritto nel suo. Per quanto si sforzasse,ancora non riusciva a reggere il suo sguardo,ancora non riusciva a controllare l'estremo rossore che dipingeva le sue guance quando i dolcissimi e grandi occhi di Michael scorgevano i suoi. Si vergognava sempre: pensava che Michael potesse credere che fosse una stupida a comportarsi come una bambina intimidita che si nasconde dietro alla madre per evitare le parole e gli sguardi degli sconosciuti. Si rivide da piccolissima con il grembiulino bianco,il fiocchetto rosa,lo zainetto colorato, la merendina ed i giocattoli tra le mani e la maestra o i genitori degli altri compagni che la scrutavano facendogli i complimenti mentre lei,aggrappandosi alla gonna di sua madre,si nascondeva dietro alla stoffa con il viso imporporito. Si ricordo' di Oliver,in cui il primissimo giorno di scuola,le chiese se voleva giocare con lei,e lei portandosi il dito alle labbra rispose timidissimamente "si" con vocina impercettibile, facendosi accompagnare sempre da quel colore scarlatto che ancora non la abbandonava quando provava un'emozione.
Michael tese il braccio verso di lei guardandola attentamente:

"Buongiorno...Sei cosi' carina quando sei pensierosa...questo e' un altro motivo per cui ti adoro,e' bello scoprire nuove cose di te,non riesco mai a capire cosa pensi,sei cosi' affascinante quando ti perdi nei tuoi pensieri"

Lei sorrise,sciogliendosi ancora di fronte ai suoi occhi e al suo profumo vanigliato che,invadendole le narici,rendeva il suo risveglio ancora piu' dolce:

"Non pensavo a niente Michael,o meglio...un ricordo che mi e' venuto in mente,di quando ero piccolissima,non so da cosa sia scaturito"

"Si? Racconta dai"

"No niente di che...Io e Oliver a scuola,quando ci siamo conosciuti,cose cosi'"

"No...che peccato,io credevo pensassi a me!" le disse con tono scherzoso

"Ma io ti penso sempre,lo sai questo...In queste settimane ti ho pensato sempre sempre,una mattina ho anche bruciato le frittelle perche' mi chiedevo cosa facessi,dove fossi...era davvero brutto averti in mente tutto il giorno e non sapere nemmeno da che parte di mondo eri!"

"Non dire cosi',se penso che sei stata male io sto piu' male... Ale che belle parole che mi hai detto...Io con te...mi sento...cosi' leggero...cosi' felice,mi trasmetti tanto affetto,sei fantastica"

"Michael adesso siamo di nuovo qui,e' tutto apposto,non continuare ad avere questi rimorsi,ok?"

continuava ad accarezzargli i capelli,poi le sue labbra si allungarono verso Michael per dargli un dolce bacio sul collo. Lui chiuse gli occhi quando senti' la sua lingua premere delicatamente contro la sua pelle.La sua inesperienza ancora la bloccava,non sapeva come muoversi,era incerta anche solo per baciarlo e Michael adorava vederla un po' impacciata e titubante; trovava bellissima la sua timidezza,il fatto che osservasse per bene la sua pelle per vari minuti prima di compiere quel piccolo gesto,come se dovesse essere sicura di centrare quel punto. Rimase piacevolmente sorpreso della sua iniziativa: era felice che piano piano Alexa uscisse dal suo guscio grazie alla sicurezza che lui riusciva a trasmettergli. Le sorrise:

"Continua a raccontare...A scuola? Con il grembiule e il fiocco,scommetto che eri gia' una bellissima bambina"

Volto' timidamente gli occhi senza guardarlo,era difficile rispondere ai suoi complimenti sempre cosi' spiazzanti,ma Michael iniziava a conoscerla per bene e capiva che lei apprezzava dal fatto che accennava un sorriso mettendosi dietro all'orecchio quel piccolo ciuffo di capelli che cadeva davanti al suo volto.

"Michael sei...sei molto bello anche tu,sei bellissimo anche al risveglio!"

Michael sorrise di nuovo,nemmeno lui sapeva cosa dire esattamente; era incredibile come non riuscisse a lasciarsi andare con lei; si bloccava sempre come un adolescente alle sue prime esperienze. Non riusciva nemmeno a dirle quanto la amasse. Si guardo' l'orologio e balzo' da sotto la coperta:

"Oddio,oddio....Ma e' tardissimo! Ale,devo scappare!"

"Aspetta Michael...vieni qui..." lui si inginocchio' ai piedi del divano,
"Senti...non dire niente a Siedah di quel fatto,dai lascia stare,non,non importa,non c'e' bisogno che mi difendi,davvero"

"No invece,io devo dirglielo eccome! Ha fatto un torto a me ma anche a te,non posso stare zitto,non posso permettere che si prenda gioco di me e di te un'altra volta,prorpio non posso perche'...Io non voglio che nessuno ti ferisca mai piu'!"

"Michael sei davvero un angelo...Lo sai? Vabbe'...se proprio vuoi rimproverarla,rimproverala,ma non...non licenziarla perche'...e' una brava cantante,hai bisogno della sua collaborazione,e' importante per i tuoi tour"

"Ma non ti fa preoccupare il fatto che mi gironzoli sempre intorno? Che rovisti tra le mie o tra le tue cose? A me d amolto fastidio,la privacy e' sacra,lo sai quanto ci tengo!"

"No...Non mi crea preoccupazioni perche'...Mi fido di te"

"Oh Ale,ma come fai ad essere cosi' buona?"

"Lo sono perche'...perche' qualcuno quando e' apparso nella mia vita,mi ha insegnato l'amore,un qualcuno che e molto vicino a me a dire la verita',si chiama Michael...Michael Jackson. Mi ha insegnato che l'amore e' in fondo al cuore di tutti,che tutti siamo nati con questo sentimento dentro di noi...ed e' cosi' anche per Siedah,perdonala...come io ho fatto con te!"

"Ale ma io sono stato scemo,lei...lei e' meschina!"

"No dai Michael,non dire cosi'...prova a parlarle anche se sei arrabbiato,
cerca di farle capire i suoi errori,anche a me mi ha offesa,ma se la ammazzassi,cosa risolverei? Heal the world Michael..."

"Ale ma si puo' sapere da dove vieni? Sei cosi' profonda,e cosi' comprensiva...Grazie"

"E di che...Io...te l'ho detto che farei di tutto per te e...mi sentivo di darti un consiglio e l'ho fatto"

"E' vero...deve avere del buono in fondo al cuore,anche lei ha l'amore dentro....A proposito di amore Ale io..."

"Si?"

Niente: non riusci' ad esprimersi nemmeno in quell'attimo:

"Pensavo...pensavo che...devo scrivere una canzone sull'amore per il mio prossimo album,e' troppo importante che la gente capisca,non trovi?"

"Si Michael,certamente...hai perfettamente ragione"

"E poi pensavo...pensavo...che la prossima volta che dormi con me,te lo metti il pigiamino di Titti,vero?"

Prese le mani di Alexa tra le sue e inizio' a baciarle. Lei lo guardava completamente assorbita dal suo gesto cosi' tenero. Accarezzo' i suoi capelli e si sporse dal divano per poterlo baciare: inizo' a giocare con le sue labbra tracciando bacetti dall'angolo al centro,per poi continuare sull'altro angolo e finire con grande bacio scoppiettante al centro delle sua bocca.
Un forte "smack" e poi Michael la prese per mano; lei si alzo' e si ritrovarono fuori casa in un batter d'occhio. Percorsero il viale fino al cancello principale,sempre mano nella mano,in silenzio,a godersi quel contatto semplice ma che racchiudeva in se' mille sensazioni. Alexa si volto' a guardare la scrittasdorata sul cancello:

"E' stato bellissimo stare qui a Neverland Michael,spero di poterci tornare presto"

"Ma certo,adesso puoi venire qui tutte le volte che vuoi,mi devi una notte con il pigiamino,ricordatelo"

Michael gli fece l'occhiolino e ando' verso l' auto per avviarsi agli studi. Lui ando' a destra,lei a sinistra per tornare in centro dai suoi amici.

**************************************************

Michael arrivo' agli studi e non appena entro' i suoi collaboratori notarono subito che lancio' uno sguardo storto a Siedah.

"Siedah...Nel mio ufficio,adesso!"

Tutti si misero a ridere,tutti si misero a bisbigliare. Catene di parole confuse passarono da un orecchio all'altro,come se fosse il giochino del telefono senza fili. Erano increduli e curiosi di sapere perche' Michael voleva Siedah cosi' tanto nella sua stanza piu' segreta,quella dove quasi nessuno entrava mai,quella dove lui teneva le sue cose personali,e sapevano tutti quanto Michael Jackson tenesse alla sua privacy. Era cosi' strambo alle volte,cosi' impenetrabile,cosi' misterioso,in un certo senso buffo in quell'attimo in cui cercava di tirare fuori dalle sue corde vocali tenui un tono di severo comando. Chissa' cos'era successo. Ma Michael era sempre cosi' rispettoso verso gli altri che non avrebbe mai messo alla luce del giorno la bravata di Siedah.

"Siedah...Che non ho parole lo sai,che mi hai alsciato turbato e sconvolto,lo sai...Che devi lasciare stare Alexa lo sai..."

"Chi? Ancora lei? Oddio Michael,io non posso crederci! Ma mi dici cosa ci trovi in lei?"

"Siedah rinizi?"

Michael poso' le gambe sulla scrivania passandosi le mani tra i capelli. Apri' il cassetto,tiro' fuori la rivista e la lesse a Siedah,come per rimarcarle in faccia la gravita' e per farle sentire le parole della sua stessa cattiveria.

Riga dopo riga,realizzo' ancora una volta fino a che punto potesse arrivare una mente affamata di successo e soldi. Ma adesso non doveva pensarci,adesso c'era Alexa e doveva proteggerla dai mali del suo mondo.

"Dovrei licenziarti,tu che ne dici?" Siedah si limito' a ridere
"Ma non lo faro',perche' ti stimo per le tue capacita' di cantante,e solo per quello,sia chiaro"

"Ma Michael tu non puoi licenziarmi"

"Siedah,lo sai quanto sono pacifico...tieni...firma questo"

"Cos'e'?"

"Un contratto specifico per te...in cui garantisci con la tua solenne parola che non intralcerai piu' la mia privacy e rispetterai il diritto alla mia riservatezza,senza mai piu' infliggermi problemi come questo ecc ecc..."

Siedah non ebbe reazione: Michael resto' a fissarla in attesa che gli porgesse delle scuse,o che gli parlasse spiegandogli cosa l'aveva portata a complottare con Vicky o ad introdursi nella camera di Alexa.

Siedah non rispose; fisso' Michael negli occhi: fece scivolare la sua mano sul collo,fino a scendere sul basso ventre. Si avvicino' con passo sinuoso e sali' sulla sua scrivania mettendosi a cavalcioni di fronte a lui. Si tocco' la gamba e si alzo' la gonna mostrando la sua biancheria:

"Va bene,basta...Me ne vado!"

Michael si alzo' ma Siedah lo blocco' afferrandolo per i polsi: lo costrinse a guardarla mentre sbottonandosi la camicia con un gesto rapidissimo lascio' il suo petto nudo in bella mostra. Non aveva nemmeno il reggiseno; aveva in mente gia' da un po' di sedurre Michael,e credeva che quello fosse il momento piu' adatto.

"Tu mi piacevi Michael...Mi piaci...Mi fai andare fuori di testa...Se ti penso...se solo ti penso...impazzisco,perche' non lo capisci! Un giorno riusciro' ad averti,non so quale mezzo usero' ma ci riusciro',stanne certo!"

Michael tolse subito la mano di Siedah che ancora una volta tentava di raggiungere i suoi punti piu' sensibili. Blocco' il suo polso poco prima che si posasse sui suoi pantaloni. La guardo' schifato,era stanco di essere trattato sempre come una mancchina o un oggetto;le faceva quasi pena ma era convinto che sarebbe riuscito a farla ragionare prima o poi. Le lancio' un'occhiataccia con l'amaro in bocca:

"Solo per le tue doti di cantante...Ti stimo solo per questo,sei tu che devi starne certa!"

Se ne ando' sbattendo la porta lasciando Siedah in collera per non essere riuscita a farlo cadere nella sua trappola. Prossima direzione: casa di Vicky.

**********************************************

"Buonasera,ho bisogno di parlare con sua figlia"

"Buonasera,futuro genero! Vicky e' in camera sua"

Sali' le scale a passo rapido sicuro piu' che mai: era certo dei suoi sentimenti per Alexa e avrebbe detto a Vicky che del matrimonio non se ne faceva di niente. Apri' la porta accostata ed ebbe la stessa,identica,schifosa e viscida sensazione che lo aveva accarezzato soltanto un'ora prima nel suo ufficio. Vicky era distesa sul suo enorme letto,con un bicchiere di champagne in mano: un secchiello argentato contenente ghiaccio era adagiato sul parquet ai piedi del suo letto. Era completamente nuda,completamente. Non un filo di tessuto,nemmeno un millimetro che le copriva la pelle. Michael si giro' non appena la vide voltando il suo sguardo verso il corridoio dal quale era entrato:

"Ciao amore...Mi hai portato l'anello finalmente?" sorrise maliziosa,

"Vicky ti prego,copriti...dai,devo parlarti!"

"Mmmm...vorresti parlarmi con la bocca,ma potresti anche parlarmi con il corpo...Su dai,non fare il timido,vieni qui...O vuoi farmi aspettare la notte di nozze per averti tutto con me? Dai coraggio,io sono pronta"

Si alzo' da letto andando verso di lui: lo guardava con sguardo malizioso passandosi la lingua sulle labbra,stringendo il bicchiere tra le unghie lunghe,toccandosi i capelli. Quella visione avrebbe certamente messo a dura prova i sensi maschili,ma non quelli di Michael. Pochissimi uomini di fronte ad una donna nuda frenerebbero i suoi istinti,ma Michael ascoltava il suo cuore,credeva all'amore e ai sentimenti,e l'amore non viene di certo dal corpo,ne' da quell'atto cosi' primitivo che non serve ad altro che a portare avanti la nostra specie. O meglio,per Michael quell'atto era soltanto una conseguenza dell'amore.Il [CENSORED] senza amore per lui si riduceva soltanto ad una pratica ancestrale. E Michael sapeva bene che Vicky non lo amava.

"Vicky io...non posso sposarti"

"Amore ripeti"

sbottono' la sua camicia e insinuo' le dita nel bordo dei suoi pantaloni:

"Vicky smetti,vestiti! Senti...dai copriti!"

Michael corse a prendere il lenzuolo nel letto e glielo poso' sulle spalle:

"Adesso posso guardarti,ascoltami io...Non voglio sposarti perche'...amo un'altra! Io ho trovato l'amore della mia vita,della mia vita!E poi dai Vicky lo sai anche tu...Noi non andiamo proprio d'accordo!"

"Michael sei pazzo? Lo vedi come sei ridotto? Occhiaie,muscoli tesi,aria stanca,sei nervosetto...Ti farebbe bene...ehm...dai su vieni nel letto"

si calo' il lenzuolo dal corpo ulteriromente;lo prese per mano e si senti' al settimo cielo quando lui compi' un paio di passi come se volesse unirsi a lei,ma Michael continuava ad essere indifferente:

"Vicky eddai...smetti di toccarmi,smetti! Ascolta io non voglio sposarti,matrimonio annullato,basta,stop! Quella sera in cui te l'ho chiesto,e' stato uno sbaglio..."

"Uno sbaglio? Nessuno puo' permettersi di sbagliare con Vicky Williams,
nemmeno Michael Jackson e nemmeno un'insignificante put******a come lei,Michael fa come ti pare ma io e te..ci sposeremo!"

"Senti adesso mi fai proprio arrabbiare,basta,me ne vado,non posso perdere tempo con chi ha il cervello vuoto! Dimmi,a cosa serve cercare di essere piena fuori se poi dentro sei vuota? Sei vuota Vicky,vuota! Decido io chi amare,e non voglio amare persone false e meschine come voi....Provate ad offendere un'altra volta Alexa e passerete un guaio,mi sono scocciato di voi bambolone che fate tanto le Signore...e poi siete tutto tranne che donne..ma la dignita',dove l'avete? Eh...Vicky? Ah un'aultima cosa...le put******e sono altre! Pensaci Vicky,pensaci bene...perche' volevi sposarmi?"

Michael scese le scale soddisfatto per aver spiazzato Vicky e Siedah e per essersi sfogato con loro; di solito la sua timidezza bloccava anche le sue reazioni piu' impetuose,ma stavolta avevano toccato quella cosa preziosa che era Alexa,e per lui era un tesoro che nessuno doveva provare a violare nememno lontanamente. Il suo sorriso fu cancellato dal ghigno rabbioso del padre di Vicky che si trovava in fondo alle scale e che aveva sentito tutto:

"Giovanotto,ritorna in te...Il tuo fututuro dipende anche da me...Non ci metto niente a schiacciarti come un insetto,ricordatelo!"

"Me lo ricordero',ma anche lei si ricordi di una cosa: non si vive di soli soldi,mi dica: e' mai stato innamorato nella vita? Ha mai conosciuto una persona vera,genuina e candida in questo mare di squali? Una che abbia guardato il suo cuore e non il suo portafogli? Che gli abbia trasmesso il calore e l'affetto che non potra' mai trovare nemmeno nell'oggetto che vale di piu' a questo mondo? Che l'ha fatto sentire una comune e semplice persona qualunque amata per il suo io e per la sua personalita'? Beh,io si...e no intendo restare qui un minuto di piu'...e dica a sua figlia che dovrebbe provarlo anche lei,perche' e' meraviglioso...veramente meravigliso! Arrivederci!"

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Messaggio Da marina56 Lun Ott 17, 2011 12:06 pm

Erano passati un po' di mesi dall'ultima volta che Michael aveva dovuto affrontare gli ennesimi ostacoli che cercavano di impedirgli di condurre una vita tranquilla e spensierata. Ogni tanto ripensava all'articolo che avrebbe potuto compromettere il suo legame con Alexa; rivedeva l'immagine di quelle ragazze entrambe nude di fronte a lui,rivedeva il volto del padre di Vicky adirato; rifletteva su quanto i sentimenti piu' vivi e genuini come l'amore possano soccombere da un momento all'altro per lasciare spazio all'odio e all'invidia.
Guaradava Alexa da lontano pensando a cosa sarebbe successo se non l'avesse perdonato:penso' che avrebbe perso quell'anima a lui cosi' affine che aveva cercato per tantissimo tempo e che adesso doveva difendere a tutti i costi. Avrebbe davvero fatto di tutto per proteggerla,anche perche' sapeva benissimo che,nonostante la sua ferrea volonta' di custodirla con se',i pericoli erano sempre in agguato. Spesso si girava ad ossservare i fitti rami delle piante del giardino ed aveva la sensazione che qualcuno fosse proprio li',in mezzo a loro due a complottare alle loro spalle; lo sentiva nell'aria che minacce e confusioni sarebbero potute riapparire da un momento all'altro. E il solo pensiero di non poterle controllare e di non poter prevedere il futuro,lo mandava in un certo senso fuori di testa,perche' non poteva permettere nel modo piu' assoluto che anche soltanto un minimo gesto o una minima parola compromettessero il loro legame. D'altronde era Michael Jackson e la sua vita era tutto tranne che l'ordinarieta'.
Ma si sforzo' di non farsi travolgere da quelle ansie e di godersi appieno l'atmosfera della sua Isola Che Non C'e'. Come molti pomeriggi,erano insieme a Neverland,e Michael si divertiva a fare da guida ad Alexa mostrandole tutte le zone del suo paradiso. Quella sera l'aveva portata allo zoo,e lei era seduta sulla staccionata di legno che contornava la piccola zolla d'erba nella quale c'erano dei cerbiattini che pascolavano sereni brucando l'erba e saltellavano di qua e di la'.

"Michael,va tutto bene? Ti vedo un po' pensieroso"

"No niente,pensavo che per adesso va tutto bene,ma se tornano a farti qualcosa io..."

"Ma Michael stai tranquillo...Ho te accanto e lo so quanto sei premuroso!"

Si alzo' dallo steccato e corse ad abbracciarlo: si strinse forte al suo petto ed assaporo' tutto il suo calore che le trasmetteva forza e sicurezza. Lui chino' la testa verso la spalla di lei e inizio' ad accarezzarle i capelli:

"No Ale e' che...Se penso che non posso controllare,che non posso prevedere...mi si stringe il cuore"

"Michael io non ho niente da dire: semplicemente ti adoro! Ma perche' con quante ragazze belle conosci stai proprio con me? A me sembra ancora tutto un sogno!"

Michael la guardo' negli occhi sorridendole e lei arrossi' come al solito. Mise le mani dietro alla sua vita e la avvicino' a se' tracciando piccole carezze che partivano dai suoi capelli per arrivare fino al volto.

"A me piaci tantissimo,ormai lo sai questo...Per me sei speciale perche' si,sei carina fuori ma sopratutto adoro due cose di te: la tua testolina dura,ostinata ma intelligente e il tuo cuore...il tuo cuore dolce come un ciuffo di panna! E' la tua personalita' che mi piace,o hai ancora in testa i discorsi storti di qualcuna che io conosco bene?"

"Ahahah,no no Michael,adesso e' tutto liscio come l'olio,adesso sto bene accanto a te,riesci sempre a farmi dei complimenti straordinari!"

Alexa gli diede un bacino in bocca e poi torno' a sedersi sulla staccionata: Michael la raggiunse e si sedette al suo fianco prendendole la mano; si sentiva sempre uno stupido perche' non riusciva mai a dirle che l'amava.

"E' bellissimo lo zoo Michael,amo gli animali"

"Dimmi...Quali animali ti piacciono?"

"A me? Mmmm vediamo: i pavoni,li trovo divini con tutte le sfumature delle loro piume...poi i cigni...hanno un collo lunghissimo e un'andatura molto elegante...I fenicotteri,il loro rosa mi fa impazzire! I pappagalli con le piume che sembrano un arcobaleno...I leoni,i ghepardi e le tigri siberiane,sara' perche' essendo bianche sono piu' rare,non lo so...I gatti d'angora,quelli bianchissimi e morbidosi,che belli da stringere e coccolare! Sai...spesso fantastico su quando saro' piu' grande: vorrei stare con mio marito avvolta in una coperta sul divano di casa,guardare un film ed avere il calore del gatto in mezzo a noi! Poi...vediamo...ah si! Anche quelli siamesi,mi piace il contrasto del loro pelo e degli occhi azzurri...i cani? Gli Husky e i Pastori tedeschi,ma anche quelli con il pelo lunghissimo che arriva in terra,meravigliosi! Poi le farfalle quelle turchesi,cosi' blu che sembra abbiano i riflessi argentati,per adesso,la lista e' finita! Sai quando vivro' da sola e avro' una famiglia,mi piacerebbe proprio avere uno zoo come questo"

Si volto' e noto' che Michael la stava osservando senza staccarle gli occhi di dosso;

"Michael non farmi quegli occhi che...mi sciolgo!"

"Ahahahah,Ale!...No e' che...sei cosi' carina anche se parli semplicemente di animali,pero'...gusti raffinati,eh? Piaci a me ma...piaci anche a lui mi sa...guarda"

le sussurro' all'orecchio ed indico' con un dito un cerbiatto piccolo,che stava al centro del prato,immobile con i suoi occhioni rivolti verso Michael ed Alexa,

"Ti sta guardando...Mi sa che gli piaci Ale!"

Michael si alzo',si avvicino' al piccolo animaletto ed inizio' ad accarezzarlo dolcemente. Poi prese una boccettina contenente del latte e inizio' ad abbeverarlo:

"Che carino che e' Michael"

"Vieni,dai,accarezzalo! Vuoi dargli da bere? Su,prova anche tu!"

Alexa si avvicino' al cerbiatto e Michael poso' la mano su quella di lei mentre afferrando la boccettina veniva guidata nei movimenti per nutrire il cerbiattino,

"Non ti fa del male,non avere paura"

"No Michael,certo che non ho paura...e' cosi' docile,ma e' maschio o femmina?"

"E' femmina...Sai,e' nata da poco,adesso che mi ci fai pensare...a dire la verita'...non gli dato ancora un nome"

"Beh se ti va...possiamo sceglierlo insieme!"

"Ma io so gia' come chiamarla..."

"Ah si? Dimmi"

"La chiamero'..." Michael si giro' verso Alexa e le sorrise,
"Alexa! Il suo musetto mi ricorda il tuo viso cosi' dolce,si...Alexa e' perfetto!"

lei sorrise senza dire niente: alle volte Michael riusciva proprio a spiazzarla con i suoi gesti e i suoi complimenti. Continuo' a dare da bere al cerbiattino finche' non ebbe finito,poi Alexa ando' a frucare nella sua borsetta: tiro' fuori una macchina fotografica,ma Michael la blocco':

"No Ale,te lo scordi,dai...Non e' il caso!"

"Michael tu mi hai fatto la foto a tradimento in hotel...Con il mio pigiamino...E adesso...anche io ne voglio una tua,con te,immerso tra gli animali,dai,cosi' avro' anche io una tua foto da poter tenere sempre con me che non sia l'ennesimo ritaglio di giornale,ti prego...un solo scatto,ti prego! Me la tengo io dai,non la vedra' il mondo se e' questo che ti preoccupa!"

"Oh...e va bene...Ma solo una perche'...lo sai che non mi piaccio!"

"Michael ma tu non ti rendi nemmeno conto di quanto sei bello...Sei l'angelo piu' bello e magnifico di tutti,dico sul serio! Dai,mettiti in posa...Uno,due...CLICK! Oddio Michael e' stupenda questa foto con tutti gli animali,sei carinissimo con loro,grazie!"
"E di che,te lo dovevo in fondo...Vieni,ti porto...ti porto a vedere i cigni!"

"Ci sono davvero?"

"Si al laghetto...andiamo!"

La porto' fino al laghetto: la luna era ormai sorta e macchiava il manto nero del cielo con il suo candido pallore. Mano nella mano,si sorrisero senza guardarsi finche' si fermarono sul ponte di legno che attraversava proprio il laghetto: la luna si specchiava sull'acqua increspando le onde; fiori dai colori pastello galleggiavano leggeri sull'acqua,e i rami delle piante scendevano ai lati incorniciando quella visione magica e fiabesca.
Restarono a guardare il panorama per un po',sempre mano nella mano: Alexa sentiva il suo braccialetto adornargli il polso ed era sempre una gioia per lei: il suo cuore si scaldava anche per un contatto cosi' semplice con lui. Si volto' verso Michael e gli sorrise con la sua solita aria che era un misto tra dolcezza e smarrimento:

"Grazie" gli disse con voce bassa,e lui ricambio' il suo sorriso;

"Guarda Ale,un cigno...Ah no,aspetta,sono due!"

"Si,e' vero,sono due!"

"E guardali...Mi sa che sono una coppietta...becco contro becco,si stanno baciando!"

"E' vero,non lo avevo notato,lo sai cosa mi piace? Il fatto che quando arrotondano il loro collo per avvicinarsi,sembra che formino un cuore!"

"Vero,sono bellissimi insieme,proprio come me e te,non trovi?"

"Non saprei...Tu...trovi che siamo una bella coppia?"

"Oh,altroche'...Perche' non baci anche me? Lo so che non sono bello come quel cigno,ma...ti andrebbe di darmi un bacio?"

Michael sorrise e arrossi'. Quando doveva chiedere certe cose alle volte si imbarazzava come un bambino,ma aveva una voglia matta di sentire ancora quel modo soffice e delicato di baciarlo che solo lei aveva. Alexa si avvicino' mettendo le mani dietro alla schiena di lui,e Michael poso' le mani sui suoi fianchi:

"Michael ma tu...sei bellissimo...sai...quando lo capirai,mi farai felice!"

"No,sei tu che sei bella"

"No sei tu...che lo sei immensamente"

"No tu"

"No tu...lo sei piu' di me"

"No Ale tu..."

"No Michael io posso essere carina,ma tu sei..."

"sssssshhhhhh"

Michael la zitti' posando le lebbra sulle sue: lei chiuse gli occhi e si lascio' trasportare dai movimenti della lingua di lui che ondeggiava lenta e armoniosa nella sua bocca. Per un attimo lei apri' gli occhi girando leggermente una delle sue pupille e vide per una manciata di secondi l'ombra dei loro corpi avvinghiati riflessa nell'acqua. Si abbracciarono ancora con piu' forza,Alexa arrossi' di nuovo non appena senti' ancora il bacino di lui controil suo,ma cerco' di reprimere l'imbarazzo nonostante quelle sensazioni per lei nuove le procurassero una chiara vergogna di cui non riusciva a sbarazzarsi. Sentiva per la prima volta il suo petto stretto contro il suo seno; sospiro',guardo' il colletto della sua camicia rossa,poi osservo' i bottoni,uno ad uno: non seppe nemmeno lei perche' ma per un lampo di tempo brevissimo si chiese come fosse Michael senza quella stoffa che imprigionava la sua pelle. Scaccio' via dalla sua mente quell'immagine e torno' a baciarlo.Senza staccarsi dalla linea sottilissima delle sue labbra,Michael la mise sulla staccionata di legno del ponte,cerco' le sue mani che non esitarono a legarsi con le sue; passo' pian piano le dita sul suo vestitino scorrendo prima sul fianco,poi sulla sua pancia e poi una mano scese piu' giu',sfiorandole appena la gamba liscia e vellutata,restando per qualche minuto con i polpastrelli fermi sull sua morbida coscia.
Alexa torno' a prendere la sua mano allontanandola dalla sua pelle perche' il pensiero che quel contatto si prolungasse ancora la imbarazzava,ma Michael era contento che giorno dopo giorno la sua incredibile timidezza svanisse poco a poco. Era felice che il suo guscio si aprisse grazie alla sicurezza che lui riusciva a trasmettergli. Gli piaceva accarezzarla con tocco quasi impercettibile: la guardo' passandogli le mani tra il suo caschetto dal colore castano intenso; tocco' le sue guance,osservo' le sue labbra e i suoi occhi si soffermarono inevitabilmente sulle sue rotondita': il suo seno ne' piccolo ne' troppo prosperoso,lo trovava perfetto; e sulle sue gambe slanciate e toniche. Trovava armoniosa e proporzionata la sua figura: nessun pensiero malizioso in quel momento attraverso' la sua mente; semplicemente,la trovava incantevole. Lei capto' i suoi sguardi insistenti e si colori' di nuovo,cercando di smorzare il silenzio di entrambi con la prima frase che le venne in mente:

"Lo sai Michael...Mi piacciono i baci al chiaro di luna" Michael sorrise

"Anche a me,con te e' tutto speciale...Andiamo,ti accompagno a casa"

"Si,e' l'ora...Domattina devo svegliarmi prestissimo perche' devo preparare la festicciola per Oliver inisieme a Sebastian,meglio che vada..."

"Per Oliver?"

"Si Michael...Ah,gia' non te l'ho detto...Beh,ti ho spiegato che gioca a calcio no? Beh e' riuscito a realizzare il suo sogno: prima che venissi qui a Los Angeles una sera un agente e' andato a guardarlo,l'ha trovato bravissimo e lo ingaggeranno come calciatore professionista...E' fantastico perche' io gli voglio un bene dell'anima,sono cosi' contenta di vederlo sorridere,di poter condividere questa cosa con lui,e' da quando era piccolo che lo voleva e adesso c'e' riuscito"

"Davvero? Uh,che bello...Beh mi dispiace di non poter passare,ma quando lo rivedro' mi congratulero' con lui...Sai,quando parli di lui hai gli occhi che i brillano,devi volergli molto bene"

"Perche' quando parlo con te come sono...spenti? Mica sarai geloso anche di Oliver adesso? Lui e' come un fratello per me"

"Si,e' vero" Michael guardo' i suoi occhi specchiandocisi
"Luccicano....come le stelle del cielo,hai degli occhi molto intensi,sono belli,sai?"

"Su Michael non esagerare adesso...E' stata una serata magnifica"

Si abbracciarono e si diedero un bacio sulla bocca: Michael traccio' con il dito il contorno delle sue labbra e accarezzo' ancora la sua guancia:

"Aspetta,prima che vai via...Devo darti una cosa"

Michael ed Alexa si sedettero sul'erba fresca e Michael prese una scatola con un nastro rosa:

"Aprilo Ale!"

"Michael,la devi smettere con questi regali,lo sai gia' che mi piaci!"

Lui rise; Alexa apri' il pacco e rimase sbalordita: c'era un orsetto di peluche identico al suo,stesso colore,stessa misura,stesso visino. Aveva un nastrino al collo con un fiocchetto rosa ed una "A" pendente.

"Ma Michael e' come il mio,ma come hai fatto a...ce l'ho da quando sono piccolissima,non credevo se ne trovassero piu' cosi',e' un giocattolo raro.."

"Vedi,un mio amico che ha un magazzino di giocattoli,beh,ci tenevo ed e' riuscito a procurarmelo"

"Si ma cosa....?" Michael si mise dietro a lei e le cinse la vita

"Come non capisci? Prendi il tuo...Ce li scambiamo...Vedi,adesso che sono a fianco,insieme...faccimao cosi'...io metto una "A" al tuo,e tu metti una "M" a questo che ti ho appena regalato...vedi? Guardali accanto...Lui e'...loro sono...Ehm...Siamo io e te...Cosi' e' come se io avessi te e tu avessi me,e' un simbolo ma mi pareva un'idea carina dato che so che ti piacciono i peluche!"

Senza aggiungere nient'altro,Alexa getto' le braccia intorno al collo di Michael e rapidamente dischiuse le labbra lasciando posto alla sua lingua.
Gli piaceva cosi' tanto baciarlo che oramai non ne poteva piu' fare a meno: quel gesto semplice ma cosi' intimo,dato da lei con la sua estrema delicatezza,faceva sentire Michael amato per la prima volta in vita sua.

"Ale che facciamo Domenica?"

"Boh,non lo so Michael"

"Trovato! Perche' non andiamo...a Disneyland! Ti andrebbe?"

"Oddio,sul serio mi ci porteresti?"

"Certamente...Allora ti va?"

"Ma certo che mi va!"

"Passo a prenderti alle 10 del mattino davanti casa di Sebastian allora,ok? Buona Notte...sei una bambolina,SMACK!"

"Buona Notte Michael...sei un angelo!"

Michael si infilo' sotto le coperte e rivolse lo sguardo verso il soffitto:stava a pancia in su con l'orsetto con la "A" sopra al suo petto: lo abbracciava e in un qualche modo gli sembrava che lei fosse li' con lui. Tutto liscio come l'olio....per adesso. E per adesso l'aria era tranquilla. Nemmeno un filo di vento. Ne' pioggia,ne' nuvole,sempre cielo sereno e aria calma. Ma l'aveva detto lui stesso: Michael non poteva ne' prevedere ne' controllare niente.

Quella Domenica mattina Alexa si alzo' completamente travolta dall'entusiasmo. Non appena suono' la sveglia,scatto' alzandosi dal letto lasciando le lenzuola sottosopra: si fece una doccia calda,si vesti' ed attese l'arrivo di Michael in compagnia di Sebastian davanti ad una pilata di frittlle che stavolta era riuscita a cuocere alla perfezione. Noto' l'orologio in cucina e si accorse che erano appena le 7:30; era in anticipo di piu' di due ore,ma a causa della sua euforia non era riuscita a dormire granche'.
Inizio' a conversare con il suo amico guardando ogni minuto le lancette che scorrevano,con il cuore che scalpitava al pensiero di rivederlo. Poi osservo' il calendario e si accorse del tempo che aveva trascorso con Michael: era quasi un anno che stavano insieme e ancora non gli sembrava possibile,ma dall'ultimo inconveniente dell'articolo di giornale non era piu' successo niente; niente false bugie,niente paparazzi,niente che potesse logorare il loro rapporto che si faceva sempre piu' saldo. Si piacevano tantissimo,scoprivano pian piano cose nuove l'uno dell'altra ed oramai vedersi era diventata una specie di droga per entrambi: Michael era al settimo cielo con lei perche' riusciva a farlo sentire una persona comune amata per la sua interiorita',ed Alexa trovava in lui quella figura protettiva e un po' paterna che forse le era mancata per troppo tempo. Inoltre,lo amava da quando era piccolissima,e adesso che poteva averlo non soltanto da fan,il bene che nutriva per lui non poteva che crescere di volta in volta. Si disse che non era poi cosi' male vivere accanto ad una star mentre avvicinava il caffe' alle sue labbra.

Michael ed Alexa erano felici e sereni insieme,ma erano ignari dei pericoli che sarebbero potuti piombare su di loro da un momento all'altro. Purtroppo non era bastato il rimprovero di Michael per far smettere a Vicky e Siedah di tramare alle loro spalle: si telefonavano tutti i giorni,anche tre o quattro volte,in cerca di qualche altro mezzo per poterli separare. La stampa non poteva essere piu' coinvolta,dovevano inventarsi qualcos'altro. Attesero mesi sperando che le loro menti tirassero fuori qualcosa di losco; a Siedah non era andato giu' il rifiuto di Michael e continuava a non andarle giu' il fatto che ogni mattina,puntualmente,
Michael la guardasse in faccia quando entrava a lavoro limitandosi a darle istruzioni per quanto riguardava il coro o la parte tecnica.
Voleva qualcosa che andasse oltre il rapporto professionale: bramava il suo corpo come non aveva mai desiderato nient'altro,era stanca di passare i pomeriggi interi a pensarlo in intimita' con lei; quella che per adesso era soltanto una fantasia,era certa che sarebbe diventata realta'.Vicky voleva,doveva sposarlo: una volta ottenuto quel contratto,lo avrebbe tenuto legato a lei a vita,ma soprattutto avrebbe speculato su di lui quando e come le pareva. Gli avrebbe portato ancora piu' fama e piu' lavoro,che solo con il suo cognome e con i suoi scatti da modella non riusciva ad ottenere completamente.
Spesso facevano a turno infiltrandosi in mezzo alle piante che sorgevano rigogliose intorno alla casa di Sebastian; spiavano Alexa,ne osservavano i movimenti,i gesti,gli spostamenti. La sentivano parlare con i suoi amici e con Michael al telefono,provando sempre una forte gelosia per il fatto che lui fosse suo e non loro. Aveva il viso rinchiuso in una disgustosa espressione di felicita' tutte le volte che gli parlava: notavano la freschezza della sua voce e i suoi occhi intensi diventare luminosi ogni volta che si girava il filo del telefono tra le sue mani cosi' maledettamente curate che divenivano aggraziate quando si sfiorava i capelli o la mielosa fantasia della sua sterminata collezione di vestitini.
Era cosi' perfetta per lui che avevano finito per odiarla. Anzi,no: non avevano mai smesso di essere invidiose di lei; avevano iniziato a volerla neutralizzare fin dalla prima sera in cui Vicky tento' di scacciare la sua presenza versandole quello champagne addosso. La osservavano in ogni suo millimetro mentre il verde delle foglie si mischiava al verde dei loro volti: aveva un qualcosa di magico,di misterioso; era come se la sua figura ti attirasse un po' come quella di Michael; non era forzatamente bella...era bella senza sforzo. Insomma,aveva un quel non so che che a loro mancava,
e se loro non potevano avere questa dote,a maggior ragione neppure lei doveva disporne,specie se questa marcia in piu' era servita per conquistare l'uomo che tutte le donne vorrebbero avere al suo fianco. Ma lei non era una donna,era una ragazzina e doveva tornare a giocare,non a dare noia ad un uomo ricco e famoso come Michael.
Ovviamente avevano scoperto che quel giorno sarebbero andati a Disneyland,ma per un impegno di lavoro Michael sarebbe andato a prenderla nel primo pomeriggio anziche' di mattina,e come di consueto Vicky si aggirava nei pressi della casa di Sebastian aspettando un segnale o un imput per qualche sua idea meschina.
Abbasso' la testa chinandosi a terra quando vide in lontananza Michael avvicinarsi al cancello:

"Ale,dai andiamo che e' tardissimo!"

Il cancello si apri' e si abbracciarono forte baciandosi. Baci,abbracci,effusioni affettuose,il tutto in diretta davanti ai suoi occhi che si aggrottavano sempre ogni volta che assisteva a scene di quel tipo.
La dura e triste verita' era che,come dice un noto proverbio, "Dio li fa e Dio li accoppia",ma Vicky non avrebbe mai permesso che il suo io registrasse quella verita',anzi,faceva di tutto perche' quella verita' potesse essere distorta ai suoi occhi e plasmata a suo piacimento. Capovolgendola,
era scontato che sarebbe stata lei e non Alexa tra le braccia di Michael.

"Ale scusami se ti ho fatto aspettare cosi' tanto!"

"Non preoccuparti Michael,anzi...Se e' troppo tardi,possiamo andarci un altro giorno,ti capisco...non ci sono problemi,a me...basta stare con te!"

Vederla avvicinarsi a lui,toccargli i capelli,stringere la sua camicia a se'; vedere lui che sorrideva,che posava le mani sui suoi fianchi,sfiorandole le gambe,stando saldo a lei posando le mani sulle sue spalle mentre il contorno delle loro labbra era invisibile perche' le loro bocche in quell'istante erano fuse l'una nell'altra intente a mischiarsi i loro sapori; notare le sue dita affusolate e dritte scivolare velocemente vicino al suo seno mentre gli apriva il cappottino color porpora,sorridersi a vicenda e scambiarsi sguardi d'intesa e notare il modo straordinario in cui le loro personalita' si incastrassero perfettamente;
accettare che era lei la ragazza per lui,le creava non pochi problemi dal momento che Michael l'aveva scaricata dopo una proposta di matrimonio.

"Dai,facciamo cosi' Ale...Se...se arriviamo tardi,non e' un problema,
possiamo anche...anche prendere una camera per la notte,cosi' magari continuiamo di fare i giochi che restano domattina,che ne dici? Non intendo affatto saltare questa gita con te perche' ho fatto tardi a lavoro!"

Vicky rimase qualche secondo incredula e scottata dalle parole di Michael:
lui stesso aveva respinto le sue forme nude,le sue continue avances e attenzioni,e adesso doveva sentire quella proposta; addirittura dormire con lei. No,non stava proprio ne' in cielo ne' in terra,era inconcepibile e inaccettabile per una come lei che era abituata ad ottenere tutto cio' che desiderava soltanto per il puro gusto di possederlo. Michael non avrebbe mai dormito accanto a una come quella,no,proprio non se ne parlava,e lei lo avrebbe impedito. Ribolli' con se' stessa ancora qualche istante: sentiva il sangue scottargli cosi' tanto che aveva la pelle calda; i suoi occhi si infuocarono ed un impulso di vendetta si impadroni' di lei.
Niente razionalita',niente buon senso,niente morale.
Il suo scopo era quello di impossessarsi di cio' che bramava e che le era stato negato per cosi' tanto tempo,per di piu' contro la sua volonta'.
Balzo' fuori dal cespuglio mentre Michael ed Alexa erano abbracciati: i loro sguardi si incrociarono in un'espressione di totale stupore e Vicky si piazzo' davanti a loro con le braccia conserte. Era poco vestita come sempre...molto poco vestita; ma era un particolare che non catturava l'attenzione di Michael perche' l'amore della sua vita era avvinghiato a lui.
Silenzio e stupore ancora. Vicky fece un passo e con un movimento scattante separo' le braccia di Michael e Alexa che si stringevano. Prese cosi' forte la sua pelle che il suo candore fu macchiato da piccoli segni rossi dati dai suoi pizzichi e dalle sue unghie affilate.

"Michael ma che c***o ci fai qui...Eh?"

"Vicky ancora! Piantala...Piantala di seguirmi,te ne vuoi andare?"

Michael sbruffo' e cerco' di consolare Alexa che era persa in mezzo allo smarrimento piu' assoluto. Si chiedevano come avesse fatto a sapere dov'erano e in quale momento. Michael fece ancora per avvicinare Alexa a se' mentre pregava di Vicky di andarsene; lei si fiondo' addosso a loro per slegare di nuovo il loro abbraccio :

"Vai via mocciosa! Hai capito? Devi andare via!"

spinse prepotentemente Alexa che cadde in mezzo ad una pozzanghera sporcandosi di fango il cappotto.
Tento' di rialzarsi mentre quella copiosa macchia marrone si espandeva sempre di piu'. Michael la avvicino' per aiutarla e stavolta Alexa decise di difendersi:

"Vicky ma cos'altro vuoi da me? Si puo' sapere cosa ti ho fatto? Ma cosa ti ho fatto?"

le disse con tono deciso ma allo stesso tempo era umiliata dal suo comportamento: si era preparata con cura,era eccitata all'idea di andare a Disenyland con Michael e invece,puntuale come un orologio svizzero,era arrivata lei a stravolgergli i piani.

"Allora...Sempre qui? Eh? Come ti chiami? Ah,gia'...Alice,alza i tacchi che qui non c'e' posto per le poppanti come te!"

disse Vicky guardando Alexa con occhi di sfida mentre pestava la sigaretta che aveva gettato a terra;

"Basta...Io me ne vado,ho sentito abbastanza" si mise le mani sugli occhi,

Alexa fece pe andarsene ma Michael la blocco'; poi rimprovero' Vicky:

"Vicky ascoltami bene,devi lasciarci stare,altrimenti saono guai,mi hai capito? La lasci stare questa povera ragazza? Cos'e' che non ti torna?"

"Cos'e' che non mi torna? Io Michael mi stupisco di te..."

guardo' Alexa che continuava ad affondare la testa nella gicchetta di Michael,

"E tu...li' sotto...Sai...Non dovresti essere con mio marito a giro...Non dovresti proprio...Sgualdrina che non sei altro...semmai sei tu che devi lasciare stare me e lui!"

Alexa si stacco' da Michael e lo fisso' negli occhi stupita. Non riusciva e credere a cio' che Vicky le stava dicendo; no,non era vero,doveva essere impossibile,perche' sapeva che Michael l'amava anche se non glielo aveva mai detto; o cosi' almeno credeva. Michael sospiro'e si mise il cappello in testa.

"Vicky ancora questa storia...Ti prego..."

abbasso' gli occhi verso le foglie del prato; Alexa continuava a cercare risposte nel centro delle sue pupille,ma lui evitava il suo sguardo. Continuava ad osservarlo per bene per cercare di cogliere qualche sua espressione che le comunicasse la verita'. Si senti' ancora piu' attaccata: il suo volto raggiante si incupi' e si senti' come se qualcuno la legasse in una presa strettissima allo stomaco e al cuore.

"Michael ma...cosa...cosa dice...e'...e..." Vicky la interruppe:

"Vero? Si e' vero,lui sta per diventare mio marito, ma-ri-to! Che c'e' sei sorda?"

"Ma Michael..."

"Hai le orecchie tappate per caso? Lui mi ha chiesto di sposarlo,e diventera' presto mio marito,quindi fuori dalla piazza!"

"Michael ma io credevo che..." Michael resto' in silenzio,

"Credevi cosa? Che lo chiedesse a te? Che stesse solo con te? Che fosse fidanzato solo con te? Che venisse a letto solo con te? Insomma che passasse tutta la sua vita...solo con te? Svegliati...Alice!"

"Ale per favore non..." disse Michael,ma lei non lo ascolto';

"Hai...hai ragione...che stupida...devo svegliarmi...lo dicevo io che era...che era tutto un sogno..." disse a Michael negli occhi,

Alexa non ce la fece a sopportare il silenzio interminabile di Michael e le parole di Vicky: dopo aver lanciato a Michael un rapido sguardo,se ando' su per le scale ed entro' in casa sbattendo la porta. Sentiva il pianto scendergli in gola e gli occhi farsi lucidi. Soddisfatta della sua conquista,Vicky si diresse all'auto per prendere qualcosa dalla borsa,ma quando torno' nel giardino vide Michael sotto le scale con lo sguardo rivolto verso la finestra:

"Ale ti prego...per favore,scendi!"

Alexa si era tuffata sul divano del salotto e stava stringendo tra le mani un cuscino. Tentava di soffocare i suoi singhiozzi mentre Michael continuava a gridare. Alexa decise di dare retta al suo cuore che le comandava di ascoltare almeno cosa Michael aveva da dirle.

"Oh,e va bene...Arrivo Michael"

disse Alexa sempre da dentro casa;Vicky senti' la sua voce,vide il sorriso di Michael e decise che era di nuovo il momento di agire: corse da Michael nello stesso istante in cui Alexa si affaccio' al balcone. Vicky tiro' Michael a se' afferrandolo dal sedere e stringendo il colletto della sua camicia si attacco' alle sue labbra mettendogli la lingua in bocca.
Non appena Michael si stacco' da Vicky gia' era troppo tardi: Alexa aveva assistito alla scena e si senti' doppiamente ferita e umiliata. Chiuse la finestra e le tende del terrazzo, si butto' sul letto e non riusci' a trattenere le lacrime.

"Vicky ma sei completamente impazzita? Ma cosa ti prende? Lo vuoi capire che io non ti amo?"

"No Michael tu mi amerai...Eccome se mi amerai! Parola di Vicky Williams!"

continuarono a discutere ma Alexa non senti'; poi Vicky noto' il braccialetto di Alexa che Michael aveva al polso e riusci' a leggere qualche parola: afferro' il suo polso con violenza e glielo ruppe spacccandolo in due:

"E questo cos'e' Michael...Un regalino? Ricordati di mio padre...Io e te ci sposeremo chiaro? Altrimenti sei finito...Finito!"

butto' il metallo sfregiato in mezzo ai rami delle piante e se ne ando' di corsa. Alexa resistette sfogandosi in se' stessa per un po',poi,di colpo,sotto una specie di raptus,afferro' il peluche che le aveva regalato Michael e corse di sotto: era stufa e stanca di essere usata e schernita.
Lo trovo' a capo chino sul muretto di marmo intento a giocare con le proprie dita. Aveva il cappello e gli occhiali,come se volesse nascondere la sua vergogna.

"Michael...Ci eravamo promessi fiducia,comprensione...fedelta'!"

"Ale ascoltami" ando' da lei e prese le sue mani:

"Ma come hai potuto Michael,come hai potuto giocare cosi' con me! Tu...tu sei come tutti gli altri anche se ti credevo diverso,ha ragione Vicky,ha ragione Siedah...Mi sono solo illusa! Volevi fare come tutti gli uomini...Volevi portarmi solo in un posto! Ma io non sono un ripiego! E io che pensavo che mi rispettassi almeno un pochino...Tanto dolce e carino e poi...e poi scopro che ti sposi! Era solo un sogno...uno stupidissimo maledettissimo sogno!"

"Ripiego? Ale ma che dici?"

"Si! Ruota di scorta,ripiego...Avevi detto che dovevo fidarmi solo e soltanto di te...e questo e' il risultato! Meno male che non ci sono caduta,meno male che non mi sono sprecata con te...meno male che ci siamo limitati ai baci ...non me lo sarei mai perdonato! Mai! Ed il tuo stupidissimo peluche...riprenditelo!"

scaravento' violentemente l'orsetto addosso a Michael e si avvio' per le scale,ma Michael la fermo' ancora:

"Lasciami!"

"Devi ascoltare Ale..."

"Ok giusto,giustissimo,devo ascoltare...In fondo a cosa servono le scenate? Non voglio stare qui a fare i capricci come una bambina,anche se Vicky dice che lo sono!"

"Ale smetti di nominare Vicky e..."

"Ok spara,ti ascolto,sono calma,tranquilla e tutta orecchie!"

"Ecco io...Io...non voglio stare con lei..."

disse Michael timidamente nascondendosi dietro alle sue lenti a specchio e restando con il capo rivolto verso i colori dell' Autunno. Alexa rimase impassibile e controllata come al suo solito; si avvicino' lentamente a lui e decise di metterlo alla prova:

"Ok Michael...Non vuoi stare con lei? Allora...Guardami negli occhi e dimmi che mi ami"

allungo' piano le braccia e tolse dal viso di Michael i suoi Ray-Ban,ma lui fu incapace di rispondere alla sua richiesta; nemmeno in quell'attimo riusci' a dirle che l'amava piu' di se' stesso. Tendeva il collo in avanti,
arricciava le labbra,impastava la lingua ma non riusciva a tirare fuori dalla sua bocca quelle banali e stupidissime parole che per Alexa erano il succo di tutto in quel momento. Sospiro' e rimase in silenzio coprendosi la faccia con i suoi ricci. Alexa scosse la testa addolorata:

"Lo vedi?... Tu...ami Vicky"

"No...Non e' cosi'"

rispose Michael con la voce spezzata e i singhiozzi che non cessavano; alzo' lo sguardo al cielo e sospiro' ancora con gli occhi lucidi e bagnati.

"Ha ragione Siedah...Io e te...Non siamo fatti per stare insieme...Io...non posso darti cose di cui tu hai bisogno...Non lo so...Ma io non sono per te,ecco il punto..."

Alexa torno' in casa lasciandolo nel suo silenzio inspiegabile e misterioso.
Era la fine per lei ma era anche l'inizio di una nuova vita per Michael: una vita da compagno,da marito e forse da padre. Michael se ne ando' volgendo lo sguardo verso casa; chiuse il cancello e prese a lievi calci le sbarre per sfogarsi. Resto' fuori accucciato in terra,con il viso tra le ginocchia piegate,in colpa con se' stesso per non essere riuscito a confessarle il suo amore. Distrutto e atterrito,si alzo' e se ne ando'.
Alexa scese ancora per prendere un po' d'aria: si mise sull'altalena e inizio' a dondolare con il suo cappottino ancora sporco di fango; il suo sguardo cadde su un piccolo luccichio proveniente dalle foglie. Si alzo' e trovo' il braccialetto sporco di terra e con la catenina completamente spaccata; lo prese tra le dita e lo guardo' incredula: una goccia le rigo' il viso:

"L'ha buttato...Era tutta una menzogna...Lui non mi vuole,l'ha buttato"

resto' ad osservare il braccialetto e ad interrogarsi su un passato che ormai non c'era piu' e su un futuro che,senza di lui,sarebbe stato sicuramente difficile da affrontare. Rimase immersa nel bel mezzo del cespuglio fino alle prime luci della sera.
Il suo sogno era finito e adesso doveva svegliarsi ed affrontare una nuova giornata.
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Messaggio Da marina56 Lun Ott 17, 2011 12:08 pm

Alexa si avvio' verso casa mentre salendo la grande scalinata guardava ancora quel braccialetto: con quel metallo si erano spezzati anche i ricordi,i bei momenti,quella piccola felicita' che Michael le aveva donato; quell'oro bianco che sfavillava sotto la luce delle prime stelle era macchiato anche da chiazze di terra,da acqua sporca,segno di quel sentimento che poi cosi' candido non era,ma ovviamente non per volere suo. Si volto',ormai di fronte alla porta,ad osservare il cancello: fuori di lei un mondo intero che aspettava di essere esplorato,aria di esperienze che andavano vissute,aria di posti da visitare,aria di conoscenze da fare; insomma... respirava aria di nuovo,e non sarebbe certo stato il suo cuore ferito da Michael ad impedirle di scoprire tutto cio' che l'attendeva. Sapeva che c'erano altre cose,altri luoghi,altra gente,che le avrebbero dato altrettanta gioia e soddisfazione. Si disse che non si puo' abbattersi per una cosa cosi' a soli 22 anni; non si puo' distruggersi d'amore a questa eta' in cui prima che tu diventi "donna" hai ancora tanta strada da fare. E lei era certamente una ragazza che non si faceva risucchiare dai primi ostacoli che incontrava.
Accenno' un sorriso e lancio' il braccialetto in aria: lo vide trapassare le sbarre del cancello e finire in un punto indefinito sull'asfalto della strada.
Se lui non voleva lei,Alexa allora non voleva nemmeno il suo braccialetto: molto semplice.

Apri' la porta,ando' dritta in camera senza lasciare spazio al pianto che era inutile: se Michael amava Vicky lei non avrebbe potuto fare niente per trattenerlo a se'. Si spoglio' e si guardo' in intimo allo specchio: troppo bassa,bocca troppo sottile,occhi troppo piccoli; gambe un po' troppo muscolose,spalle un po' troppo larghe; il ventre che non era piatto,capelli forse troppo corti e troppo sottili e scompigliati; viso dai lineamenti insoliti,che tutto sommato erano si dolci e carini,ma forse a Michael questo non bastava perche' lei non era Vicky,ed il paragone con lei fu inevitabile. Riempi' la vasca di acqua calda e bollicine: si coccolo' con il suo bagnoschiuma alla rosa mentre leggendo un libro si faceva avvolgere dalla sua sofficita'.

"D'un colpo,ogni cosa e' cambiata: il tono,l'aria,non si sa che pensare,chi ascoltare. Quasi che per tutta la vita ti avessero condotto per mano come una bambina e,a un tratto,ti avessero lasciato: impara a camminare da sola. E non c'e' nessuno intorno. Allora ci si vorrebbe poter affidare all'essenziale,alla forza della vita o alla bellezza della verita',perche' esse ti dirigano in modo sicuro e senza riserve piu' di quanto non avvenisse nella solita vita di sempre,ora tramontata e lontana."

"Nella vita non ho mai cercato di persuadere e di costringere nessuno,soprattutto chi mi e' caro."

Alzo' gli occhi verso il soffitto dai decori blu sospirando.
Boris Pasternak, "Il Dottor Zivago".
Nel tempo libero Alexa si dedicava allo studio delle lingue,e,tra queste aveva una viscerale passione per il Russo,duro ma dolce,tagliente ma musicale,apparentemente freddo ma anche caldo e spiritoso in alcuni dei suoi toni...Un po' come lei;cosi' aveva deciso di comprare alcuni libri per entrare meglio nella cultura del paese. Quelle frasi la colpirono: di certo rappresentavano al meglio il suo stato d'animo; alle volte e' prorpio il destino che ti mette di fronte alla verita'. Avrebbe potuto prendere qualsiasi altro libro,e invece,si ritrovava a sfogliare quelle pagine di pura poesia impregnandole di schiuma e facendo sfocare a tratti l'inchostro.
Certo che non avrebbe persuaso o costretto Michael,anche perche' lui le era caro,molto caro,e per lui voleva solo il suo bene; era sua fan e non avrebbe smesso di ascoltare le sue canzoni che le procuravano emozioni uniche perche' lui aveva scelto Vicky. Ripose il libro e usci' dalla vasca.
Si mise l'accappatoio di morbido cotone e si pettino' mentre dialogava col suo riflesso allo specchio: "Impara a camminare da sola."
Bussarono al campanello. Era Sebastian:

"Oh,scusami Ale,ti ho disturbato!"

"Disturbato? E' casa tua questa! Semmai sono io che dovrei smetterla di invaderti tutti gli spazi!"

Si guardarono per un attimo; lui la trovo' bellissima con il suo accappatoio corto che stringendole la vita esaltava le sue forme e i suoi capelli che grazie all'acqua erano ancora piu' scuri e brillanti. Ma non pote' non notare il suo sguardo triste e spento: la invito' in camera sua,e,seduti sul letto, iniziarono a parlare.

"...Lui,ha scelto Vicky,cosa posso farci? Lui non mi vuole,e a me...va bene cosi',ma vorrei solo che...che non mi avesse preso in giro,perche' cosi',mi sento usata e ferita"

Ci fu qualche minuto di silenzio. Sebastian voleva benissimo ad Alexa,ma si sa,i maschi non sono per niente abili con le parole,e lui non sapeva cosa dire o fare per consolarla. Era solo incredulo quanto lei per la situazione: lui avrebbe voluto stare con lei e Michael che ne aveva la possibilita' se l'era fatta sfuggire. E' buffo come il destino decide di far incrociare le nostre esistenze. Alexa si avvicino' con il volto al suo: scrutava i suoi occhi azzurri,la sua pelle perfetta; il suo fisico asciutto e i suoi capelli biondissimi,e il suo sangue,frutto di due razze diverse,lo rendeva ancora piu' interessante. Si rese conto che l'amore l'aveva accecata del tutto: aveva amato Michael,certo,ma non era l'unica bellezza su questo pianeta.

"Sebastian certo che sei veramente bello" continuava a fissarlo,

"Eh? Ale ma che dici?"

Alexa,presa da una specie di raptus,si slaccio' la cintura dell'accappatoio e prese le mani di Sebastian portandole sulla sua coscia. Poi,senza curarsi ne' vergognarsi come altrimenti avrebbe fatto,si calo' l'accappatoio mostrando il suo seno nudo che a contatto con l'aria umida divento' subito turgido e la sua mutandina di pizzo. Sebastian arrossi' e senti' una forte scarica al basso ventre; giro' gli occhi allontanando le sue mani: nemmeno Michael l'aveva mai vista cosi':

"Ale,ma sei impazzita? Copriti!"

La aiuto' a ricoprirsi senza guardarla anche se era difficile,poi le prese il volto e grido':

"Ma che ti prende,si puo' sapere?"

"Io...Io ti piaccio,no?" rispose lei,

"Eh? Ehm...si,sei carina ma...non capisco cosa..."

"Bene,perfetto,allora...Allora spogliami e facciamo l'amore!"

Il suo accappatoio cadde di nuovo e inizio' a toccare la felpa di Sebastian cercando di togliergliela,ma lui la fermo'.

"Ale,ferma...Ale basta!" Si alzo' e lei si ricopri' scoppiando a piangere:

"Lo vedi? Lo vedi? Lui non mi vuole,tu non mi vuoi...Nessuno mi vuole...Nessuno!"

Aveva le mani sugli occhi e lui la guardava: si avvicino' parlando piano:

"Ale ma scusami ma cosa c'entra con..."

"Cosa c'entra? C'entra che...se io fossi..beh...ecco...sarebbe stato tutto molto piu' facile,molto piu' facile!"

"Ah e tu vorresti buttare via una cosa cosi' solo perche' credi che Michael ti avrebbe accettato di piu'? E' questo che credi?"

"Si" lui la abbraccio',

"Beh ti sbagli...Ti sbagli alla grande! E poi,non e' cosi'...Oh ma guarda come ti sei ridotta...Io potessi quella l'ammazzerei...e poi tu...tu queste cose devi...devi farle solo con Michael,capito? Solo con lui. Io...sono un amico per te,ti voglio bene,un bene dell'anima,ma sono un tuo amico,non il tuo ragazzo,e nemmeno un appiglio,una persona va amata per..."

"Ahahahahah....Solo con Michael? Bella questa! Semmai lui e Vicky si,ma io e Michael no!"

"Ale devi riposarti,rilassarti,stare calma...Vedrai che lo capira' che sei tu quella della sua vita,e non quella...Vicky,dagli tempo,ognuno di noi sbaglia,ma l'importante e' rendersi conto dei proprio errori e saper rimediare in tempo"

Restarono abbracciati a dormire sul divano,lei col calore del corpo di lui cosi' protettivo; lui con l'essenza del suo bagnoschiuma di rosa.

*********************************************************


Michael era oramai deciso ad imboccare la strada piu' facile,piu' dritta: le cose che puoi avere senza tanti travagli sono quelle che ottieni subito,ma quelle che puoi avere solo se ti impegni e se dai tutto te stesso pur di possederle,beh,ci si mette di piu' ma sicuramente ne trai maggior soddisfazione. Forse Michael non se la sentiva di impegnarsi per riconquistare il suo amore; forse sentiva che quello era il suo destino solo perche' per il suo essere famoso legarsi ad una persona del suo mondo,anche se contro la sua volonta',era la cosa piu' giusta. Si sentiva paralizzato in se' stesso e bloccato in uno stato d'animo molto confuso e indeciso. Sapeva bene di non amare Vicky ma non era riuscito ad esprimersi con Alexa; in piu' le aveva mentito e per questo si sentiva un imbranato e un po' meschino. Michael lo vedeva perche' il suo cuore non intendeva accellerare quando lui guardo' lei che uscendo dal camerino si provava il vestito bianco da sposa.

"Non so se sai che ti amo...Non so se sai che ti amo"

Michael continuava a dirlo dentro di se' mentre Vicky lo rimproverava perche' lui non le dava sufficiente attenzione. Il vestito,le fedi,la cerimonia,gli inviti: erano tutti particolari che non gli interessavano e che non facevano la differenza perche' il suo cuore e la sua mente arrivavano sempre ad una stessa meta: Alexa.

Un giorno arrivarono in chiesa per le prove. Era uno stress: prove su prove,ormai era la sesta o settima o decima volta. Insomma,uno strazio.Lei non poteva desiderare di meglio per il suo ego galattico; ma Michael doveva ancora abituarsi all'idea che Vicky sarebbe diventata sua moglie. Parlarono con il prete mentre lui fissava distratto ogni angolo: fiori,non fiori,damigelle,biglietti d'invito;fece scegliere tutto a Vicky,ma oramai tutto era pronto per il grande giorno. Doveva essere il giorno piu' bello della sua vita: cosi' dicono tutti,ma in quel momento Michael non sentiva per niente che sarebbe andato incontro a qualcosa di speciale.
Iniziarono con il rituale di prova: erano uno di fronte all'altro e il prete in mezzo a loro. Prese il libretto e inizio' a pronunciare quelle parole:

"Vuoi tu Michael prendere la qui presente Vicky come tua sposa per amarla ed onorarla..."

Michael volto' lo sguardo terrorizzato e tremante,smarrito e confuso: si immagino' la chiesa piena di gente che assisteva alla loro cermonia; le damigelle,i testimoni e le fedi. "Puoi farcela,Michael" si ripeteva sottovoce
mentre le sue dita si aggrovigliavano nervose tra i suoi capelli sciolti.
Vederlo con i capelli in quel modo,sciolti e super puliti,e con il suo completo bianco che per qualcuno era cosi' "sexy",era quello che avrebbe voluto Alexa,non Vicky,perche' Vicky voleva lui in quanto Michael Jackson:a lei attirava tutto il contorno,non gli piaceva lui; Alexa invece,avrebbe voluto sicuramente soltanto "Michael",ma poteva chiamarsi benissimo Jack,Brad,David,Kevin...E di questo Michael ne era consapevole anche se un misto di insicurezza e senso di colpa gli impediva di tornare da lei e gridarle "Ti amo!"

Alexa era e rimaneva l'unica che lo aveva amato e che lo amava ancora sinceramente; ma proprio per questo,proprio perche' aveva sempre incontrato ragazze che come Vicky erano interessate piu' al successo che ai sentimenti veri,era come se fuggisse per un qualcosa che aveva paura di affrontare perche' reale per la prima volta. Insomma,era come se non gli pareva possibile aver trovato in Alexa un'anima leale. E cosi' faceva: per non rischiare e per non buttarsi;perche' sembrava veramente troppo,tanto stupendo per essere vero e non un sogno,si era rassegnato ad imboccare la via che sarebbe convenuta al mondo,non a lui. Continuava a mentire al suo personaggio,certo; ma la sua persona sapeva benissimo cosa c'era nei meandri del suo cuore e della sua anima: c'era una creatura pura e innocente,che aspettava solo di essere amata cosi' come ne aveva bisogno lui.
Eppure,ancora una volta il destino aveva deciso di tenere a distanza quelle due anime cosi' complementari. E Michael non faceva niente per dare una mano a questo destino che si posava su di lui nel piu' oscuro dei modi. Forse non lo faceva perche' aveva paura di rimanere scottato;forse erano ancora troppe le ferite aperte per accettare il fatto che lei spettava soltanto che lui gli si desse completamente e gli offrisse tutto il suo amore.
La personalita' di Michael era un po' ambigua: aveva passato anni a cercare e a fantasticare su un'amore non diciamo perfetto,perche' nessuna storia lo e'; ma c'erano dei giorni in cui si torturava stendendosi sul letto interrogandosi sul perche' non esistesse nessuno per lui e sul perche' a lui su tutto il pianeta fosse negato di ricevere quel minimo d'amore di cui tutti abbiamo bisogno. Pregava Dio incessantemente. E Dio lo aveva aiutato,ma l'unica cosa che gli suggeriva il suo istinto era di fuggire. Certo!
Scappare come un fuggitivo di guerra e nascondersi con le proprie ansie anziche' venire alla luce e liberarsi da tutte le preoccupazioni. Logico.

"Michael stai facendo una cavolata...sei ancora in tempo...No! Ma che dici? Sto per sposarmi!"

"Si,ma tu non ami Vicky!"

"Certo che....NO?"

"Bingo!"

"Oh,sta zitto!"

"Zitto? Ma se hai la stessa espressione di quando fai visita negli orfanotrofi e ti dicono che qualche bambino malato e' morto! Ma dai!"

"Non e' vero! Sono....Sono contento!"

"Contento? Sii piu' convincente,che non ho sentito!"

"Con...ten...to?!"

"Hai fallito,game over,mi dispiace...Tu non sei felice,sei uno straccio caro il mio Michael"

"Straccio chiamaci qualcun'altro,ma non vedi che i miei occhi brillano?"

"Si....Come quando vedevi Alexa?"

"Cosa c'entra adesso Alexa!"

"C'entra piu' di quanto immagini...E c'entrera' sempre! Lei sara' con te,in te: nei tuoi pensieri,quando ti sveglierai,quando andrai a lavoro,quando canterai qualche canzone,tipo...Mmmm vediamo... "I just can't stop loving you"per esempio? Ti ha detto che le piaceva,lo ricordi dai! Quel giorno in cui tu indossavi la camicia gialla...cosa e' successo? Ah,ecco! Il vostro primo bacio! Ti faccio un quadretto svelto: ti ritroverai ad avere dei figli che amerai solo per meta' perche' chi te li ha donati a te non fa ne' caldo ne' freddo; vedrai Vicky cucinare e ti immaginerai Alexa con il suo vestitino a fiorellini; bacerai le labbra rosse di Vicky ma ti verra' alla mente la delicatezza della bocca di Alexa; regalerai un orsetto ai tuoi bambini e avrai in mente la faccetta del suo peluche con la "M" al collo...E quando farai l'amore? Con Vicky? Dai Michael che tu non sei il tipo di darti a chi non ti piace davvero!"

"Beh tutti possiamo cambiare,cosa c'entra questo? Sara' mia moglie,sara' normale....Ehm ecco insomma,mi abituero'!"

"Abituarti? Alexa c'entra piu' di quanto immagini! Vuoi finire cosi',Michael?"

"Ormai e' tutto pronto!"

"Puoi sempre cambiare la strada che hai preso...basta invertire marcia..."

"Io guardo il futuro,non vivo al passato..."

"Alexa e' passato?"

"Si...Avra' la sua vita e sara' felice mettendosi con qualcun'altro"

"Quindi non ti importa di chi e'...o se lei apparterra' ad un altro uomo"

"Certo che no"

"Ah,e se ti dicessi che lei adesso e' sotto la doccia...con qualcuno...che so...magari con Sebastian?"

"......................................................." (Michael fisso' il vuoto)

"Lo vedi? Un silenzio vale piu' di mille parole,tu sei innamorato perso! Ti turba l'idea che lei possa essere tra le braccia di qualcun altro,ammettilo Michael! Rodi dalla gelosia solo a pensarlo....Ti sei scordato la sera della festa in cui ti ha fatto credere che era fidanzata con Sebastian? Ricordo i tuoi occhi,ricordo come stavi...Da cani!Dimmi...Non ti piace? Non vorresti che fosse tutta per te? Non vorresti fare l'amore con lei?"

"...........No............"

"Sei arrossito!"

"Non e' vero,non sono arrossito...e' che...fa caldo qui!"

"Vuoi uno specchio?"

"Oh,ok...ok...d'accordo...hai vinto! Lo ammetto...Io la amo,va bene? La amo piu' della mia stessa vita,e non e' una frase fatta...La amo,la amo,la amo! Sei soddisfatto?"

"Diglielo allora!"

"E come?"

"Oh santo cielo! Scrivi delle canzoni superlative e poi non riesci...Dai!"

"Lo sai che sono timido..."

"Sforzati allora! Prima di combinare un casino! Meglio una frase che dura pochi secondi detta a lei,che le nozze con Vicky che ti guasteranno la vita! Pochi secondi Michael...Solo pochi secondi e sara' tutto diverso e piu' limpido per te!"

"Tutte le volte ci provo,ci ho provato ma..."

"Io l'ho fatto per te...Vai e cambia tutto! Fai cio' che senti,non pensare ad altro,al futuro,alle conseguenze,la ami...ma perche' devi sprecare la tua esistenza con chi non ti vuole davvero? Si vive una sola volta Michael,una sola,unica,maledetta volta perche' purtroppo ci e' dato poco stare su questa terra che ci vuole solo di passaggio...Dopo,non sappiamo cosa ci attendera'...Ma non aspettarmi sempre per agire! Come tutti,sono destinato a finire,e un giorno potrei non esserci...Agisci come insegni al mondo ad agire: col cuore! Con l'amore! Applica i tuoi stessi insegnamenti su te stesso! Adesso devo andare!"

"No aspetta,dove vai,io ho bisogno che tu mi dic...."

PUFF! Come un soffio,il grillo della sua coscienza spari' portandosi dietro le sue preziose parole. Michael scosse la testa riprendendosi dal suo soliloquio interiore:

"Michael ci sei?" disse Vicky passando una mano davanti al suo volto;

"Eh?"

"Ho detto...Ci sei? Ma non hai sentito il prete? Devi dire "si,lo voglio" "

Michael sospiro'; avrebbe avuto voglia di continuare,ma le parole della sua coscienza lo avevano fatto riflettere: pochi secondi e avrebbe combinato un [CENSORED] colossale. Si guardo' il vestito,guardo' l'abito di Vicky che trovo' ridicolo,perche' non aveva davanti chi davvero lo emozionava raggiungendo gli angoli piu' remoti del suo io. Rise nervosamente e tutto d'un fiato,disse:

"No,non lo voglio! Non lo voglio...Scusate!"

Scese dall'altare con un movimento agile e corse verso l'uscita della chiesa lasciando sia il prete che Vicky ammutoliti e increduli.
Sali' in macchina dove c'era il suo autista che lo attendeva:

"A Neverland! A Neverland!"

Casa dolce casa.
Non c'era Alexa ma almeno si sentiva meglio che con Vicky: era rilassato,
era nel suo mondo e non doveva indossare alcuna maschera.
Sali' in camera da letto e si spoglio' frettolosamente come non aveva mai fatto: corse giu' per le scale con lo smoking in mano e arrivato in cucina al bidone,getto' tutto nel cestino. Non gli importava se il vestito era costoso. Aveva chiuso con le brutte esperienze; d'ora in avanti doveva impegnarsi perche' tutti gli eventi di cui lui era il protagonista fossero,ecco,non eccellenti,ma quantomeno degni di nota.
Si era liberato di un peso enorme ma non si sentiva ancora del tutto alleggerito.
Ando' in una sala per lui molto speciale ed accese la musica a tutto volume facendo cio' per cui indubbiamente era nato il suo corpo: ballare. Si,ballo' fino allo sfinimento,provando passi su passi,per scaricare il nervosismo,la tensione,lo stress,per cercare di scacciare quel pensiero che gli martellava la testa: Alexa. Strano. Eppure quando ballava non riusciva a pensare a due cose contemporaneamente. Per pensare a lei mentre danzava,significava davvero che lei lo aveva in un certo senso sconvolto.
Tento' di sgombrare la sua testa concentrandosi su cio' che per qualche attimo faceva sparire tutto ai suoi occhi. Ballo' incessantemente per ore e ore,senza essere consapevole del tempo che passava.

"Ahi...Il ginocchio!"

Si accascio' per il dolore lacerante sul parquet con i denti serrati. Provo' ad alzarsi ma si accorse che forse si era anche rotto qualcosa.
Si massaggio' invano la gamba; si aggrappo' alla sbarra per sotenere il suo peso e allungando un braccio apri' la finestra. La stella piu' luminosa brillava nel cielo come quella sera che era a Parigi. Incrocio' le mani in segno di preghiera:

"Lo so che hai gia' esaudito un mio desiderio,ma io...senza di te non ce la faccio...Ti prego,ti prego! Trasmettemi la forza per dirle che la amo,io non posso vivere senza di lei...Io...Voglio stare con lei per sempre! Aiutami stellina,per favore,fa si che il mio desiderio si avveri! Fa si che lei,cosi' bella e delicata,possa tornare con me...Lo so,forse non ne sono all'altezza,
ma sarei l'uomo piu' contento del mondo...Per favore,se me la doni e mi dai l'occasione per questo privilegio,io...Io...non falliro',mi impegnero'...la rendero' felice e la faro' sentire una principessa! Ti prego!"

Resto' qualche minuto,anzi,parecchi minuti,a gambe tese per il dolore e con le mani sugli occhi.

"Se vuoi stare tutta la vita con lei sai cosa fare..."

Il grillo continuava a parlargli,o forse era la stellina che lo aveva aiutato immediatamente per far si che il suo desiderio si avverasse. Un sorriso lieve ma aperto dipinse il suo volto; un coraggio che fino ad allora era mancato del tutto iniziava a dare i segni della sua presenza.Sgrano' gli occhi riprendendosi dai suoi pensieri e avanzando gattoni sul parquet
afferro' il telefono:

"Pronto,Elizabeth? Sono Michael. Mi sa che mi sono rotto una gamba quindi...ehm...Mi accompagneresti a comprare una cosa?"
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Messaggio Da marina56 Lun Ott 17, 2011 12:12 pm

Una ricca colazione ed era pronta per partire.
Alexa fece un ultimo giro per la casa di Sebastian assicurandosi di non aver lasciato niente in giro e sistemo' gli ultimi vestiti in valigia: sarebbe ritornata a New York; dai suoi genitori,al club,alla vita di tutti i giorni; a sentire conversazioni sugli affari di suo padre; sarebbe tornata nella sua stanza,con i cd e i libri;a baciare Michael sulla carta come aveva sempre fatto prima che lo incontrasse. Si tocco' le labbra come se volesse sentirne ancora il sapore,ma quel sapore purtroppo non c'era. Mancava da troppo tempo perche' fosse fresco nella sua mente.
Chiuse la zip con le dita molto velocemente e quando si volto' vide Sebastian sull'orlo della porta che la stava fissando: Alexa corse ad abbracciarlo avvolgendosi alla sua vita con presa strettissima.

"Ale ma se vuoi...Puoi restare! Non andare via per Michael,io e te...ci troviamo bene insieme,possiamo fare tante cose"

"Tu sei gentilissimo,sono troppo contenta di averti conosciuto,ma adesso,e' davvero giunto il momento di andare,ma non solo per Michael,non e' questo il punto...Ho fatto una bravata,ho lasciato i miei cosi',devo chiarire,e poi Oliver torna con me a New York,ma dai,verremo a trovarti! Mi mancherai,mi mancherai tanto!"

"Non si puo' essere cosi' deficienti...non si puo'..." Sebastian sussurro' tra se'

"Eh?"

"No,niente,pensavo a Michael...Ale ti voglio tanto bene!"

"Lascia perdere,e' giusto che faccia la sua vita e che vada avanti come meglio crede...Passero' a salutarlo prima di partire...allora...A presto!"

Apri' la porta e scese per le scale senza smettere nemmeno per un attimo di fissarlo. Il suo sorriso sincero e i suoi occhi azzurri probabilmente sarebbero stati l'unico ricordo positivo del suo viaggio a Los Angeles.

***********************************************************

Raggiunse il centro della citta' trascinandosi la valigia dietro di se': mangiava un lecca-lecca e nell'altra mano teneva il suo libro. Prosegui' a capo basso e con passo lento lungo le strade:

"Hai sentito che Michael Jackson si sposa?"

Una ragazza piu' o meno della sua eta' teneva in mano un giornaletto di gossip e dialogava con l'amica che sfogliava rapidamente le pagine per vedere la foto della fortunata:

"Noooo! Davvero si sposa? E' questa la futura moglie? Vicky Williams, modella. Beh,e' molto bella pero'....che invidia!"

Molto bella. Furono sufficienti quelle parole per farle comprendere che la via sulla quale stava ritornando fosse quella piu' giusta. Era molto chiaro.

"L'assalivano tristi pensieri. Se li avesse dovuti esporre ad alta voce,per ordine,le parole e il tempo non le sarebbero bastati,anche a far l'alba."

Ancora quel maledetto libro che sembrava magico perche' ogni pagina che leggeva in qualche determinato momento,pareva rappresentare alla perfezione il suo stato d'animo.
Continuo' a leggere e senza nemmeno rendersene conto si ritrovo' davanti alla porta dell'ufficio di Michael: entro' e non c'era nessuno al posto che spettava alla segretaria,quindi ando' direttamente nella sua stanza. Busso':
TOC! TOC! Nessuno apri'. Busso' di nuovo,ma ancora niente. La porta era socchiusa ma il vetro era molto sfocato. L'unica cosa che si presento' davanti a lei fu un'interminabile pila di cartelle e foglietti che qualcuno dietro la scrivania stava leggendo. Era per forza lui anche se non ne scorgeva il volto.

"Ciao Michael" disse lei con voce bassa e delicata come sempre;

Michael riconobbe all'istante quel tono; abbasso' la cartella dietro la quale era nascosto ed invaso dall'emozione cerco' di rispondere al suo saluto. Rimase solo a guardarla per qualche minuto. Per fortuna era inchiodato alla scrivania,altrimenti chissa' quale figuraccia che avrebbe fatto. Nemmeno lui lo sapeva; sapeva solo che ogni volta che lei gli appariva davanti,veniva meno la sua facolta' di parlare e di vedere lucidamente la realta'. Si abbottono' la camicia perche' aveva la sensazione che il cuore gli fosse uscito dal petto da un momento all'altro e piano piano cerco' di formulare una frase sensata:

"Ciao Ale" riabbasso' subito lo sguardo verso i suoi fogli;

"Io...Sono venuta a salutarti...Parto...Torno a New York"

Quelle parole per Michael furono pari ad una pugnalata al cuore. La persona che era entrata davvero nel suo cuore se ne stava andando davanti ai suoi occhi,e lui non era capace di trattenerla.

"Ah,e...Ho saputo che ti sposi...cioe' lo sapevo gia'...si insomma...Auguri"

Michael stette ancora fermo sulla sua sedia,con i suoi occhi dritti sulla figura di Alexa e incapace di dirle qualche cosa,anche una piccola frase che potesse dargli il tempo di elaborare nella sua testa parole per lei piu' sostanziose e significative. Ma l'unica cosa che fece fu quella di far cadere lo sguardo sul libro di Alexa:

"L'ho letto anche io,sai?"

Disse Michael focalizzanodo sulla copertina e leggendo il titolo. Non aveva peso cio' che diceva,era importante per lui godere ancora della presenza Alexa,e dato che non riusciva a confessarsi,a dire cose del tipo "Sai,non sposo piu' Vicky perche' io amo te!",preferi' parlare del nulla pur di averla accanto a se' prima che se ne andasse una volta per tutte.

"Ma quale libro,questo?" Alexa giro' il fronte del libro verso Michael;

"Si,proprio quello...e'...E' una storia molto bella anche se struggente...Mi ha commosso a dir la verita'"

"Beh si, ehm...In Russia scoppia la Rivoluzione,lui viene catturato e loro due...insomma lei...lei e' costretta a lasciarlo anche..."

Alexa pronuncio' quelle parole facendo navigare i suoi occhi sulle righe della trama sul retro del libro. La sua voce era bassa,quasi balbettava ed era assai triste,poiche' si rivide immediatamente nella protagonista. Cosi' come nel libro,anche Michael era stato in un certo "catturato" da Vicky,dal suo fascino,bellezza o solo lui sapeva chissa' cos'altro.
Gli occhi di Alexa salirono lentamente verso Michael a cercare il suo viso:

"Anche se...Lo ama da morire"

Erano prorpio lei e Michael.Anzi,piu' lei in quel momento. Anche Alexa era costretta ad andarsene nonostante lui aveva riempito il suo cuore di fortissime emozioni.
"Diglielo Ale: Ti amo Michael!" suggeriva la sua coscienza; ma tanto a questo punto,dichiararsi quando lui stava per sposarsi,non era certo la piu' astuta delle mosse. Anzi,probabilmente avrebbe fatto la figura della scema.
Michael colse il tremolio della sua voce,la sincerita' e la malinconia delle sue parole; lo leggeva nei suoi occhi che lei lo amava. Alexa sospiro' e ripose il libro nella cerniera della valigia. Frugo' nella sua borsetta tanto per ingannare il tempo,perche' spero' sino all'ultimo che Michael le dicesse qualcosa; non ne era certa,ma qualche suo sesto senso le aveva sempre detto che nella storia tra lui e Vicky molte cose non quadravano.
Michael premeva la penna su un foglio bianco scarabocchaindo e tenendosi l'altra mano chiusa a pugno sulle labbra. Giro' gli occhi verso il cassetto e penso' a quante volte era andato davanti a casa di Sebastian per darle QUEL regalo che Elizabeth lo aveva accompagnato a comperare. Ma tutte le volte la sua timidezza lo aveva ostacolato. C'era andato quasi tutti i pomeriggi; tutte le volte sentiva che era la volta buona,ma puntualmente falliva nel suo intento. Si fermava davanti al cancello,avvicinava il dito al campanello ma non riusciva a premerlo. Gurdava quel regalo che teneva tra le mani e si immaginava che ci fosse lei davanti: "Alexa,io...No...!" Oppure "Io e Vicky non ci sposiamo perche'...Amo te...ti amo...Oh,no,cosi' non va!" e ancora "Scusami...Vorresti...No!"

Ecco. Si sembrava cosi' goffo anche da solo che tornava sempre a casa sua triste e sconfitto. Si metteva a letto,guardava la foto di Alexa e si prometteva di farcela all'indomani; ma cio' non succedeva mai.
Adesso pero' non c'era piu' la possibilita' di un domani,perche' domani lei sarebbe gia' stata a New York,a condurre la sua vita di sempre. E non c'era nemmeno piu' la possibilita' di programmare i discorsi,doveva solo affidarsi alla spontaneita' e lasciar parlare il suo cuore: una parola giusta e lei sarebbe rimasta,lo sperava,con lui; una parola sbagliata e se ne sarebbe andata via per sempre.

"Aspetta Ale!" le disse quando lei era ormai di spalle;

"Si Michael?"

Come si dice "La speranza e' l'ultima a morire",anche se in quell'istante ad Alexa pereva di sperare nell'impossibile.

"Devo...Devo farti vedere una cosa"

Apri' il cassetto facendo rumore perche' le sue mani sudavano e afferravano la maniglia a fatica:era come incastrato e non si apriva mai. Sorrise nervosamente facendo ripetute smorfie con la bocca; afferro' il regalo rovistando tra la carta provocando un fastidioso fruscio e lo poso' al centro della scrivania con i brividi che lo invadevano. Si passo' una mano tra i capelli e guardo' in avanti.
Alexa noto' una piccola scatolina,piccolissima; che giaceva sulla scrivania.
La confezione di velluto blu le fece intuire che si trattava di un anello,ma sapeva che non era per lei,e non capi' come mai Michael volesse farglielo vedere. Fu come svenire per lei rendersi conto che l'uomo che amava le stesse per mostrare l'oggetto destinato ad un'altra ragazza. Forse,voleva un consiglio femminile. Dette una rapida occhiata alla scatoletta ma non disse nulla; decise di andare via altrimenti sarebbe stecchita nell'ufficio di Michael,perche' cio' che stava guardando le faceva veramente troppo male.

"Michael tu..Hai un gusto fenomenale...Sono certa che e' meraviglioso e che a Vicky piacera' tantissimo...Adesso,adesso devo andare....Ciao Michael,e' stato comunque bello conoscerti,e...tranquillo,non diro' niente ai giornalisti. Beh allora,addio!"

Alexa degluti' e spero' di nuovo in un aiuto che arrivasse dal cielo,ma vide Michael con il capo chino verso i suoi fogli che scriveva. Lo scruto' in ogni minimo dettaglio perche' sarebbe stata la sua ultima occasione di poterlo vedere cosi' da vicino: bello era e bello restava; la sua camicia rossa contrastava perfettamente con i suoi capelli scuri e i suoi occhi intensi; i suoi lineamenti erano illuminati dalla fioca lampada della scrivania.
Michael senti' un passo di Alexa e capi' che stava per andarsene. Pigio' la penna sul foglio per sfogare la sua rabbia,in fondo non era cosi' difficile dire "Ti amo". Nella sua vita,durante la sua carriera,aveva affrontato prove piu' dure e superato ostacoli insormontabili,che non erano niente in confronto a sole tre parole; ma non sapeva come mai,in quel momento gli sembro' la cosa piu' complicata di questo mondo. Forse perche' non l'aveva mai detto a nessuno. Aveva avuto delle relazioni,ma per un motivo o l'altro,non erano mia andate nel verso giusto,e questa cosa non gli aveva dato il tempo di affezionarsi a tal punto di poter dire alle sue precedenti compagne "Ti amo". Adesso invece lo sentiva davvero. Sentiva che se lei se ne fosse andata sarebbe stato come perdere una consistente parte di se' stesso.

"Decido io quello che fa per me...E tu fai certamente per me" scrisse la penna senza che nemmeno Michael se ne accorgesse. Alle volte e' il nostro inconscio che ci rivela i nostri desideri piu' nascosti. Quelle parole gliele aveva dette lui quella sera a Neverland,sulla giostra. Niente di piu' chiaro: rilesse il suo corsivo sbavato e contemporaneamente senti' Alexa girare la manovella della porta. Ormai era sull'orlo e uno dei suoi piedi era gia' fuori del suo ufficio. O adesso o mai piu',ma stavolta per davvero.

"Aspetta!"

grido' tutto d'un fiato,e lei si volto' verso di lui. Alexa torno' al centro della stanza e Michael si alzo' dalla sedia precipitandosi verso di lei. Ma aveva le stampelle,e,nell'avanzare,un po' per l'emozione e un po' perche' il suo ginocchio era rotto,inciampo'.

"Oddio Michael...Ma cosa hai fatto?"

Alexa afferro' il suo braccio per aiutarlo ad alzarsi mentre lui tentava di alzarsi con le gambe che cedevano:

"Mi sono fatto male perche'....Oh,vabbe',lascia stare...Ahi!"

"Oh vieni...Ti accompagno da un Dottore"

Alexa fece per aiutarlo ma lui oppose resistenza e alzando un dito disse:

"No aspetta!... Guarda che...Che e' per te...."

"Eh?"

"Quello...L'anello....E' per te!"

disse Michael sospirando davanti agli occhi stupiti di Alexa. Avanzo' a gattoni verso la scrivania e allungando il braccio prese la scatoletta. Torno' davanti a lei e prendendole delicatamente la mano,si inginocchio' come meglio gli riuscisse a causa delle stampelle che impedivano i suoi movimenti:

"Alexa...Ale...Io...Oddio,devo riuscirci..."

si sfrego' le mani sugli occhi,sospiro' e prosegui':

"Io...Io lo so di non essere stato,e di non essere perfetto...E mi dispiace,mi dispice sul serio di averti fatto passare tutto quello che hai passato perche'...sono un deficiente,lo so,e tu...tu meriti di piu',molto di piu',perche' sei...un tesoro nel vero senso della parola,pero'...Io sarei onorato se tu volessi accettarmi anche in tutti i miei difetti perche' io....Io e' te che voglio!"

"Michael io..."

"Aspetta,fammi finire...altrimenti...non so se ci riesco" le sorrise;
"Io...So anche che...ho attraversato un periodo in cui ero confuso,ma nella mia confusione sono stato sempre certo di una cosa: e cioe' che voglio stare solo con te perche' io...."

"Michael,ma Vicky?"

Alexa lo interruppe quando stava per riuscirci; Michael sorrise e sospiro' in preda ai brividi. Sentiva il cuore andare a mille. Scosse il capo:

"Vicky,Vicky...Vicky poteva essere per una notte...Tu invece...Vorresti essere mia per la vita?"

I suoi occhi divennero languidi e non credeva a se' stesso: stava riuscendo ad esporre cio' che provava per lei e a farle la richiesta piu' importante; quella che avrebbe sicuramente cambiato la vita di entrambi.
Il respiro di Alexa divenne corto e abbasso' gli occhi al parquet.

"Si Ale...Io vorrei che tu fossi mia perche'...Perche' io...Ti amo!"

Riusci' a dire "ti amo" con voce appena sussurrata,tenendo lo sguardo non dritto negli occhi di Alexa,ma fisso sulla scatoletta per il troppo imbarazzo.
"Si...Ti amo!" Disse con voce piu' alta ma tremante;
"Io...Non te l'ho mai detto,ma l'ho sempre saputo,sempre! Fin dalla prima sera in cui ti ho firmato la maglietta...ed e' per questo che ti voglio..."

Apri' la scatoletta ancora in ginocchio di fronte a lei: prese la mano di Alexa e con la sua voce dolcissima ma allo stesso tempo insicura,le disse:

"Alexa vuoi sposarmi?"

Glielo disse tutto d'un fiato strizzando gli occhi perche' non riusciva a guardarla negli occhi anche se l'avrebbe voluto.
Alexa rimase immobile,completamente. Era andata per salutarlo e invece stava ricevendo una proposta di matrimonio dall'uomo piu' famoso del mondo. Tiro' un enorme sospiro che era quasi interminabile; si mise la mano sulla fronte: non le pareva possibile che fosse lei che Michael voleva per la vita. Michael la fisso' nella sua incertezza; ma non era incertezza,era solo stupore. Si sarebbe gettata tra le sue braccia e avrebbe gridato "Siiiiiiiiiiiii!" ,solo che doveva ancora realizzare la situazione.
Michael ebbe paura di un suo "no". Dopo che ci aveva messo cosi' tanto per riuscire a dirlglielo,un suo rifiuto sarebbe stato troppo doloroso. Si porto' la mano tra i capelli e si tolse l'elstico:

"Ale,ti prego...Non dirmi di no....Guarda...Te lo chiedo con i capelli sciolti che a te piacciono tanto,cosi'...forse ho una possibilita' in piu'!"

Alexa sentiva lo stomaco svuotarsi; il cuore accellerare i suoi battiti,le lacrime desiderose di uscire dai suoi occhi colmi di gioia.
Michael resto' con la scatoletta in mano a guardarla speranzoso: Alexa lo trovo' irresistibile nel suo infantile imbarazzo,nella sua sconfinata dolcezza e nel suo sorriso impacciato. Si inginocchio' a guardarlo: gli accarezzo' i capelli e poi passo' le dita sulla sua guancia:

"Michael...e' per questo che mi hai fatto perdere la testa...Io...Riesci a rendere sempre tutto cosi' unico...Mi fai sentire speciale...Che dirti...pensavo che non mi volessi piu'...Vicky..."

"No...Non e' vero Ale...Io non ho mai amato Vicky,io ti voglio,ti amo!"

prese le sue mani e le strinse forte mentre lei,ancora incredula,continuava a scorgere i suoi occhi profondi e lucidi.

"Sai? E' cosi' bello sentirti dire che mi ami...ma come facciamo a sposarci se non..."

"Ale,ancora discorsi storti? Basta un si...o un no"

"Io....Si,lo voglio" disse a Michael sfoggiando un vivissimo sorriso;

"Oddio,davvero?...Davvero?" lui sorrise a sua volta entusiasta;

"Si,voglio sposarti perche'...Anche io ti amo! Ti amo tantissimo Michael,tantissimo!"

Michael non risuci' a trattenersi: caldo e freddo,gioia e stupore,si mischiarono dentro di lui. I suoi occhi si bagnarono divenendo ancora piu' decisi nel colore; e per la prima volta nella sua vita si senti' ricambiato in modo puro e genuino. Alexa gli aveva detto "Ti amo";non c'era niente di piu' bello,nemmeno le migliaia di dediche dei fan avrebbero potuto riempire cosi' il suo cuore come in quel momento. Alexa si avvicino' prendendogli il viso tra le mani:

"Non piangere...Angelo mio!"

Michael stette zitto e sfilo' l'anello dalla scatoletta mettendoglielo al dito: il suo diamante grezzo risplendeva sotto la luce della lampadina della scrivania. Alexa resto' ancora un po' ad osservare la sua brillantezza nella penombra della stanza. Michael la guardava incantato ed innamoratissimo. Con quel gioiello al dito era ancora piu' bella.

"Visto? Te l'avevo detto io che hai delle mani da anelli...Sei stupenda"

"No Michael,sei tu che sei stupendo...E' meraviglioso...E' una cosa da mille e una notte,questa...Questa e' una follia"

"No...L'unica follia e' non averti detto prima quanto ti amo,questa e' una follia..."

Avvicino' il volto al suo ed Alexa avvinghio' le braccia intorno al suo collo: in ginocchio sul parquet,l'uno di fronte all'altra,si scambiarono un bacio che fu ancora piu' coinvolgente per il grado di emotivita' presente in ognuno di loro. Le loro bocche si unirono appassionatamente: Alexa senti' ancora la sofficita' dei suoi capelli e il suo profumo di vaniglia; Michael senti' di nuovo la delicatezza e l'innocenza del suo bacio.
Le loro labbra si staccarono; Alexa rimase con le braccia strette a lui: si guardarono negli occhi per pochi secondi sorridendo appena.

"Sono un po' una frana,lo so...Non ho fatto un gran discorso,vero?"

Disse Michael sfiorando le sue labbra e arrossendo leggermente;

"Michael a me non importa cio' che dici...Io ti amo! E poi,quello che conta e' cio' che mi chiedi,non come me lo chiedi e poi...Sei dolcissimo in ogni caso!"

"E non e' nemmeno molto romantico qui...Insomma,guarda dove ti ho chiesto di sposarmi,non e' il massimo!"

Le disse ridendo mentre lei lo guardava estasiata giocando con i suoi ricci:

"Ti amo Michael!"

Lui ebbe la conferma che cercava: sarebbero stati solo lui e lei...per la vita.
La prese e la avvicino' a se' mettendola sulle sue ginocchia. Si diverti' a pizzicarla dalal stoffa della camicetta all'altezza della pancia mentre un altro bacio,il primo bacio da futuri marito e moglie,li accompagnava.
Michael si volto' verso la finestra e vide la prima stella della sera:

"Grazie!" disse sottovoce sorridendo tra se';
"Ale....ce l'hai sempre il vestito che ti ho regalato?"

"Si,certo"

"Allora...Lo indosseresti per me? Solo e soltanto per me? Per nessun altro satvolta...Ti porto a cena stasera"

le disse mentre andava a cercare la sua mano per avere un altro bacio.

"Hai il mio braccialetto!"

"Si...L'ho fatto riparare...Ci tenevo,credevi che l'avessi rotto io vero? In realta' e' stata Vicky"

"Oh,non importa...Ti amo Michael!"

"Ti amo anche io! Andiamo...Devo andare a farmi bello per la mia futura moglie,altrimenti...Saro' un disastro stasera!"

"Michael ma tu sei bellissimo anche cosi'...Dove andiamo?"

"E' una sorpresa...passo a prenderti alle 21:00.... Ti amo!"

i loro occhi erano brillanti e non avrebbero potuto amarsi di piu'. Alexa guardo' ancora un attimo l'anello che stava al suo dito prima di uscire per tornare a casa a cambiarsi: quel gioiello era solo l'inizio della loro unione.

Ormai sistemata per la serata,Alexa osservo' se' stessa allo specchio per non farsi sfuggire eventuali ritocchi di trucco o capelli. Voleva essere perfetta. Si passo' le mani lungo i fianchi giarndosi da un lato e poi dall'altro di fronte allo specchio. Da quando Michael la amava,era piu' sicura,un po' meno critica con se' stessa anche se consapevole di non essere una dea; Michael la amava in tutto,anche nei suoi piccoli difetti,e questo aveva aumentato la fiducia in lei,perche' era bello essere accetati per come si e' e non per come si appare.
Guardava il suo corpo fasciato nel suo abitino nero che esaltava le sue forme nei punti giusti senza volgarita' e senza esporsi troppo. Niente seno in vista,niente maxi scollatura,niente orlo vertiginoso; era sobria ma sexy con il corpetto in pizzo e la gonna dell'abito che arrivando a meta' coscia svelava la parte del suo corpo che Michael amava di piu'.
Era attraente in modo classico: lasciava spazio alla fantasia e questo la rendeva ancora piu' intrigante. Si volto' ancora e completo' il suo look con gli accessori: tacchi altissimi che slanciavano la sua sagoma; un finissimo braccialetto di strass che faceva coppia col suo diamante e la borsetta in velluto. "Dai che non sono poi cosi' male" scherzo' su se' stessa pettinandosi i capelli perche' fossero a posto al meglio possibile.

"Sei davvero bella stasera" Sebastian le sorrise sull'orlo della porta;

"Hey che fai,spii?"

Si avvicino' a lui e lo abbraccio':

"Visto? Te l'avevo detto che avrebbe capito...Ti sposi...Ancora non riesco a crederci! Sono cosi' felice per voi due...te l'avevo detto che ti amava"

"E' anche merito tuo se adesso sto per diventare sua moglie...Senza di te e di Oliver non ce l'avrei mai fatta,mai! Io amo Michael,e vero,ma sappi che tu hai un posto speciale nel mio cuore,ti voglio un bene dell'anima!"

"Oh,ma che carina che sei...Grazie...Su dai,adesso mi stacco senno',pensa se ti vedesse Michael appiccicata a me. Non voglio morire!"

"Ahahaahah,dici?"

"Guarda avra' tutti i pregi del mondo,ma e' gelosissimo..Cioe' significa che ti ama sul serio ma..."

"Io abbraccio il mio amico quanto mi pare!"

DDDDRRRRRIIIIINNNNN!

"E' lui,vai Ale"

Alexa si avvio' ondeggiando sui suoi tacchi e apri' la porta.
Rimasero entrambi a bocca aperta. Michael la scruto' sorridendo,ed Alexa fece altrettanto perche' era bellissimo anche lui. Michael la fissava come un tesoro; il suo sguardo su di lei era cosi' intenso che Alexa quasi si imbarazzo':

"Allora...Vogliamo andare a cena o vuoi restare tutta la sera a fissarmi?"

disse lei ridendo. In fondo le sue occhiate e le sue attenzioni le facevano sempre un'immenso piacere.

"No e' che...Stasera sei meravigliosa"

La sua mano ando' ancontro alla sua e ne bacio' il dorso ; poi,sempre tenendole la mano,la aiuto' a scendere le scale e a salire in auto. Si sedettero nel sedile posteriore e Michael la strinse in un tenero abbraccio.

"Come sei galante amore" sussurro' Alexa nel suo orecchio,

Michael sorrise per la gioia. Era cosciente che la sua vita era sempre estremamente complicata,e aveva perso la speranza di riuscire a fare felice qualche donna; invece adesso aveva lei al suo fianco che placava la sua insicurezza e gli dava amore come mai aveva ricevuto. Senza replicare,la guardo' sorridendo ancora; poi ando' accanto al finestrino appananto per la pioggia e disegno' un grande cuore con al centro scritto "I LOVE YOU".

"E' per te" la abbraccio' ancora piu' forte per percepire il suo calore,

"Michael tu sei matto!"

"Saro' anche matto,ma sono felice accanto a te,forse e' per questo che la mia testa impazzisce...Ti amo"

"Anche io ti amo...Come si fa a non amare uno che fa queste cose? Sei speciale e sono fiera che diventero' tua moglie,capito? Ti amo tanto!"

Michael le sfioro' le labbra e quando le loro lingua si incontrarono,giro' lo sguardo sulle sue gambe accavallate e inizo' ad accarezzargli dolcemente le cosce mentre le mani di lei si attorcigliavano dietro alla sua schiena,percorrendola su e giu' dalla stoffa della sua camicia.
Il desiderio tra di loro stava indubbiamente crescendo,e anche la mente di Alexa iniziava ad essere stuzzicata dalla curiosita' del corpo di Michael anche se per adesso sapevano che era ancora troppo presto per consumare completamente il loro amore. Era riuscito a dirle che la amava e si erano ritrovati dopo tante vicende scoccianti; era di nuovo insieme alla ragazza che amava,e per Michael era questa la cosa fondamentale e primaria. Tutto il resto sarebbe venuto poco a poco.

***************************************************

La cena trascorse in maniera piacevole: il Ristornate Francese in cui Michael aveva portato Alexa era carico di facino ed atmosfera. Il loro tavolo era piccolo e apparecchiato con posate d'argento; una tovaglia di cotone pregiato scendeva vicino alle loro gambe,e la candela a centro tavola illuminava i loro sorrisi e i loro gesti nella peombra.

"Allora Ale,cosa prendi?" chiese Michael col viso nascosto dietro al menu

"Io? Mmmm,vediamo...Tre foglie di lattuga scondita per favore...Sono a dieta!"

"Eh?" Michael sbarro' gli occhi

"Ahahaahah,amore...hai fatto una faccia...Scherzavo! Lo sai che odio le diete e che adoro mangiare,e poi stasera siamo insieme,quindi tutto e' concesso"

"Mi e' preso un colpo... seriamente Ale" Michael prese le sue mani;
"Questa cena e' per noi,ma soprattutto per te...Prendi tutto quello che vuoi"

Alexa era indecisa perche' come ogni Ristorante d'alta classe che si rispetti,il Menu' con i prezzi delle pietanze era stato portato solo all'uomo,e cioe' a Michael.

"Non voglio farti spendere tanto amore,dai non imp..."

sussurro' Alexa posandosi il menu sulle ginocchia e avvicinando il viso a lui;

"Ssssshhhh,assaggia" rispose Michael prendendo un crostino di baguette dal cestino di paglia menntendglielo in bocca per farla zittire,

"Ok,prendero' un'insalata di mare e del salmone con verdure e patate saltate al burro,poi si vedra' dopo per il Dessert,che mi sa che qui sono favolosi"

Gustarono le specialita' di pesce ed infine il dessert accompagnato da un vino dolce per completare il pasto. Quando si alzarono per andare via,Michael prese il cappotto di Alexa che il cameriere gli aveva riportato e glielo mise di modo che lo potesse indossare.

"Grazie amore"

**********************************************

Dopo vari tentativi falliti durante il ritorno in macchina,Michael riusci' a convincere Alexa di restare da lui a Neverland. Entrarono in casa e Alexa si accomodo' infreddolita davanti al caminetto.

"Ti va di fare un giro della casa? Vieni"

"Oddio,vedere Neverland e' il sogno di una vita"

"Sarai mia moglie,non puoi stare in una casa senza saperti muovere,no?"

"Hai ragione amore"

Michael le mostro' le stanze tenendola per mano una dopo l'altra. Poi arrivarono al terzo piano della casa,dove in fondo corridoio c'era un'enorme porta ben chiusa e che parve ad Alexa un po' misteriosa.

"Hey Michael,cosa c'e' li'?"

"Qui...Qui c'e' la camera,ma preferirei non fartici entrare perche' c'e' un [CENSORED] stratosferico"

"Oddio,la camera! Beh prima o poi dovro' vederla...Dai,ti prego,ti prego!"

"Ok,d'accordo,ma non fare caso alla confusione"

"No amore"

Apri' la porta e Alexa pote' osservare la camera immensa,il grandissimo letto matrimoniale e i mobili antichi. Nonostante il [CENSORED] la camera era bellissima. Si avvicino' alla poltrona perche' il suo sguardo fu catturato da qualche indumento di un rosso acceso. Lo prese in mano e rise: era un pigiama di Topolino di Michael.

"Oddio Ale,no...Quello no!" arrossi' andando a toglierglielo di mano,

"Ma come no? E' cosi' carino...Scommetto che ti sta benissimo!"

"Ok,abbiamo visto abbastanza...Dai torniamo giu',ti preparo un the'"

"No,voglio stare ancora un po' qui"

Si tuffo' sul letto mentre Michael restava in piedi per l'imbarazzo. Lei lo guardo' sorridendo:

"Hey,vieni qui a farmi compagnia amore"

Michael si sedette piano accanto a lei e la guardava negli occhi mentre restava seduto con la schiena dritta e lei invece si rotolava tra la morbidezza del materasso giocando coi cuscini:

"Questo letto e' comodissimo,sai?" sorrise verso Michael
"Amore mi hai sentito? Ma a che pensi?"

"Pensavo....A quando potremo dormirci insieme tutte le notti...Sono stato per anni da solo in questo letto pensando a qualcuno che mi stesse accanto...Tutte le sere pero' mi addormentavo sempre da solo,poi per fortuna sei arrivata tu"

Alexa,che era sempre distesa,allungo' la mano accarezzando la guancia di Michael e lo tiro' a se' prendendogli delicatamente i suoi ricci: Michael chino' il volto e poso' il viso sul suo baciandola. Alexa continuava ad affondare le mani tra i suoi capelli; le loro bocche si unirono desiderose l'una dell'altra: le loro lingue si muovevano frenetiche gustandosi a vicenda;si mordicchiavano le labbra,e i loro baci schioccavano rumorosamente. Michael mosse le mani partendo dalle caviglie e arrivando fino alle cosce: continuava a baciarla appassionatamente mentre le sue dita arrivarono fin sotto la gonna del vestito. Senza nememno rendersene conto,sfilo' piano le sue calzamaglie per poter accarezzare per bene la sua pelle. La sua mano grande e fresca per l'umidita',provoco' nel corpo di Alexa un susseguirsi di brividi. Era la prima volta che Michael la accarezzava in modo cosi' deciso,pero' lui stesso non voleva andare tanto in la': aveva rispetto per lei e la amava prima di tutto col suo cuore; e nonostante non poteva negare a se' stesso che avrebbe voluto fare l'amore con lei,era il primo ad essere convinto che scoprirsi poco a poco non avrebbe fatto altro che accrescere la loro passione. Voleva solo abituarla a cio' che avrebbe sentito piu' in la'; voleva iniziare a capire cosa le piacesse o meno,e piu' che volerla fisicamente,aveva una grandissima voglia di coccolarla e di stare tra le sue braccia per tutta la notte.

Alexa stacco' le mani dai suoi riccioli e le poso' sulle sue spalle. Michael inizio',ancora seduto,a baciarle il collo su entrambi i lati. Quei baci decisi e stuzzicanti,per lei finora sconosciuti,la fecero sospirare ripetutamente; chiuse gli occhi abbandonandosi alla sensazione della lingua di Michael che premeva sulla sua pelle. Per un attimo le sembro' di perdere coscienza,poi torno' in se' e noto' che Michael le era caduto sopra con la leggerezza di una piuma: era cosi' delicato con lei,che non si accorgeva nemmeno dei suoi movimenti.

"Ti amo"

le disse Michael afferrando il suo volto con le mani. Le diede un bacetto a stampo per rassicurarla e vide il suo sguardo smarrito. Era la prima volta per lei che un uomo le stava cosi' vicino,cosi' a stretto contatto con lei e con il suo corpo. Era leggermente strano e fastidioso,ma piacevole allo stesso tempo averlo sopra di lei in quel modo. Bacio' ancora il suo collo e la sua lingua morbida arrivo' fino al suo orecchio tracciando una scia sottile sulla sua pelle. Le mani di Michael alzarono di piu' la gonna toccando persino l'orlo delle sue mutandine mentre non smetteva di stuzzicare il suo lobo : Alexa era tesissima anche se i baci di Michael erano piacevoli,e arrossi' terribilmente quando percepi' la sua eccitazione direttamente sopra al centro del suo corpo di ragazza ancora purissima.

"Michael aspetta...Senti io...Io non sono pronta per..." gli disse,

"Ma che dici Ale...io...Non pensavo minimamente a quello,davvero...Voglio...voglio solo accarezzarti un po',stai tranquilla amore...non potrei mai fare una cosa del genere se tu non lo vuoi o se non sei pronta...Io ti amo!"

"Michael sei un angelo,io ti amo di piu'! Sei incredibile"

"Questo vestito e' straordinario...Sei cosi' bella che potrei perfino spiare il tuo completino,sai?"

"Se fai il bravo e non esageri...Potrei anche concedertelo" sorrise

Michael la bacio' ancora,e con le mani tremolanti e sudate per l'emozione di vederla seminuda per la prima volta,prese la stoffa del vestito e la fece risalire piu' su,togliendoglielo senza alcuna fretta.
Resto' estasiato davanti al suo corpo coperto solo nelle parti piu' nascoste. Il suo completino nero in pizzo la rendeva sexy mantenendo la sua consueta grazia,e la sua aria ingenua scatenava in lui una voglia di protezione ancora piu' forte. Vide per la prima volta le sue gambe nude,i suoi fianchi asciutti; la sua pancetta che a lui piaceva tanto ma che scompariva quasi del tutto se lei stava distesa, ed il suo seno appena svelato. Stette ad osservare per un po' la sua pelle candida che contrastava col suo completino nero di pizzo; poi le accarezzo' i capelli,ma Alexa aveva lo sguardo girato verso il pavimento e si morse il labbro passandosi la lingua sulla bocca perche' aveva il timore di non essere abbastanza bella e si vergognava a mostrarsi cosi'.

"Michael dai,smetti di fissarmi!"

Allungo' la mano in cerca del lenzuolo perche' avrebbe voluto coprirsi,ma non lo trovo' perche' era gia' in fondo al letto. Michael la accarezzo' e le bacio' la fronte:

"Perche' non vuoi farti guardare? Guarda che mi sono perso...Sei meravigliosa veramente"

"Davvero lo credi?"

"Si,sei bellissima"

Alexa sentiva il cuore andare a mille. Era davanti ad un uomo ed era solo in biancheria intima. Era comunque un passo verso l'esplorazione dell'altro sesso. Aveva i brividi dapperutto e la testa che le girava: forse non era niente di che,ma le parve tutto cosi' nuovo e ambiguo che inizio' anche a singhiozzare per trattenere la sua emotivita' che invadeva cuore,testa e corpo.

"Che belle gambe che hai..." Michael la accarezzo' ancora;
"Ma non solo le gambe...Hai un fisico proporzionato ed armonioso...con le giuste forme...Non stona nulla in te,sei come una composizione musicale perfetta...E lo penso sul serio"

"Ti amo Michael,baciami ancora"

Gli lancio' un sorriso e poi Alexa porto' le sua braccia intorno al suo collo. Si baciarono ancora: Michael aderi' con il suo corpo a quello di lei; Alexa senti' il tessuto della camicia di lui posarsi sul suo reggiseno che nascondeva un seno turgido e sodo per le carezze che lui continuava a fargli sulla pancia,sulle gambe e sul collo.

"Adesso...Sta a me,ma non aspettarti granche'" disse lui sorridendo,

"Stai zitto"

rispose lei accarezzando le sue labbra. Michael si sbottono' poco a poco la camicia mostrandole il suo petto nudo.Anche lei resto' a guardarlo estasiata: gli occhi dell'amore rendono tutto estremamente spettacolare.

"Lo so che non sono belle queste"

disse riferendosi alle macchie di vitiligine che aveva cosparse per tutto il corpo.

"Non e' vero,sei...bellissimo,sei davvero un angelo,ti amo tanto"

Le sue gambe erano unite e serrate,era come incollata al materasso per la tensione e la paura. Michael bacio' la sua bocca impossessandosi della sua lingua fino a che un intreccio passionale si fuse tra le loro labbra.
Alexa poso' le sue mani sui fianchi di Michael e divarico' leggermente le gambe quando senti' la sua eccitazione che non accennava a diminuire.
Tiro' un potente sospiro e getto' il collo all'indietro.
Michael scese con la bocca verso il suo collo e mettendo le mani dietro alla sua schiena,bacio' a piccoli tocchi quel poco di seno che si presentava ai suoi occhi attraverso il reggiseno. Diede dei bacetti all'inizio del suo decolletee' usando per il resto soltanto la fantasia. Alexa sentiva la sua parte piu' maschile continuarere ad andargli incontro;e mentre lui ricopriva la sua pelle di baci dolci ed intensi,Alexa,travolta completamente da essi,fece scorrere la sua mano lungo il petto di Michael,fino a che le sue dita non si insinuarono all'interno del suo pantalone sentendo chiaramente il punto del suo corpo piu' compatto.
Un piccolo gemito usci' dalla bocca di Michael. Chiuse gli occhi sperando che lei continuasse,ma Alexa ritiro' immediatamente la mano non appena si rese conto di cosa stava facendo. Scosse la testa e si alzo' di scatto andando a sedersi sul divano come se si sentisse i colpa. Michael si alzo' e la raggiunse:

"Ale,mi...Mi e' piaciuto quando mi hai acarezzato" disse a bassa voce

"Cosa?"

"Si...Lo faresti ancora?"

"Ma io..."

Alexa guardo' Michael imbarazzata; lui prese la sua mano portandola ancora sul letto: tenne la sua mano guidandola sul suo pantalone nero. Alexa si mise sulle ginocchia e Michael si stese sul letto: lei poso' la mano in mezzo ai suoi pantaloni e rimase immobile perche' incerta su come muoversi.
Senza pensarci troppo,chino' il viso verso il collo di Michael: lo bacio' bagnando il suo collo e continuo' piu' giu',all'altezza del torace; increspo' le labbra come quando lo baciava sulla bocca e succhio' lentamente i suoi piccoli capezzoli. Andava avanti con molta cautela perche' era ancora impacciata e molto incerta su come riuscire a farlo rilassare. Lo vide mettere le braccia dietro ai suoi capelli e chiudere le palpebre. Non sapeva ancora se cio' che stava facendo era giusto o sbagliato,ma come si dice,c'e' una prima volta per tutto.

Si alzo' dal suo petto senza staccare la mano dalla sua parte piu' sensibile: guardo' i suoi pantaloni e lentamente avvicino' le dita tremanti accanto al bottone. Prese tra le mani la stoffa e cerco' di liberare il suo bacino dal pantalone: le sue dita sudate per l'emozione scivolavano sul bottone che pareva incastrato nell'asola. Era la prima volta che sganciava quel capo di abbigliamento maschile,e ci mise un po' per far si che l'incastro si potesse sciogliere. Tiro' giu' la zip con cura e quando Michael senti' il suo rumore,apri' gli occhi donandole uno sguardo radioso in quanto piano piano Alexa stava riuscendo a prendere una confidenza sempre piu' intima con lui. Lei sorrise a sua volta e con il corpo cosparso di brividi tiro' giu' il pantalone vedendo il suo slip. Anche lei lo trovava divino nella sua aria angelica e nel suo corpo ben formato dal ballo.
Tocco' ancora quella protuberanza cosi' nuova; e la sua mano inizio' a muoversi su e' giu' attraverso il suo intimo per sentirne al meglio ogni curva. Arrossi' un po' e le sue dita lunghe arrivarono al bordo dello slip. La sua mano,grande per essere una donna,inizio' a scoprire quel territorio che era una novita' assoluta accarezzandolo pacatamente,come quando gli accarezzava la guancia. Dopo un po' di movimenti delicati,in modo del tutto spontaneo la frequenza aumento' ed il suo palmo si mosse con piu' rapidita'.
Michael alterno' sospiri a deboli gemiti; lo vide strizzare gli occhi e avere per la prima volta un'espressione diversa da quella che conosceva. Le sue effusioni finirono presto perche' le sue perplessita' e i suoi dubbi erano ancora troppo presenti per lasciarsi andare del tutto. Ma si sa: le prime volte,in tutto,non sono mai le piu' soddisfacenti.
Si stese accanto a Michael mentre lo guardava ansimare leggermente: gli faceva quasi effetto vederlo cosi'; le pareva che stesse per sentirsi male o qualcosa del genere,ma chissa' perche',lo trovo' ancora piu' bello in quel suo aspetto per lei un po' stravagante. Alexa gli diede un bacetto sulla bocca e appena vide che Michael stava per spalancare gli occhi,mise una mano sulle sue palpebre:

"Vado un attimo di la'...prometti di non sbirciare finche' non torno"

"Ok amore"

"Vai,adesso puoi aprire gli occhi"

Michael apri' lo sguardo e la vide sull'orlo della porta con il suo pigiamino di Titti: aveva sempre sognato di poterle stare accanto quando lei era in quel modo,e lo trovo' un regalo bellissimo.

"Ti amo Ale" le disse incredulo e felice:

Alexa salto' sul letto tuffandosi sul materasso: senza esitare Michael la bacio' con passione con un ardente desiderio; la fece stendere e con lentezza e le tolse tutto il pigiamino finche' non resto' di nuovo nel suo completo di pizzo nero. Alexa prese la coperta e la sollevo' di modo che lei e Michael potessero stare caldi sotto le coperte. Prese i ricci di Michael e porto' la testa di lui sul suo petto: rimasero abbracciati a coccolarsi con la fioca luce delle stelle che passava dalla finestra semichiusa.

"Grazie per la bellissima serata Michael,io non so cosa dire"

"No,grazie a te...Grazie per amarmi...Ti ricordi quando Siedah ha detto che tu non facevi per me? A me non pare...Guarda che bella coppia che siamo"

"Io pero' sono una frana...Si insomma,per prima..."

"No dai,non dire cosi'...E' bellissimo il modo in cui mi accarezzi...Devi farlo piu' spesso" disse lui pizzicandole la guancia e ridendo divertito per provocarla un po',

"Michael!" lui rise,
"Beh,spero sia come il primo bacio,spero di imparare,pero' mi sento stupida"

"Ma che stupida! Se non ti trovassi intelligente non ti avrei chiesto di sposarmi...La stupidita' non si misura cosi'..."

"Grazie amore" lei lo bacio' vicino al'orecchio;
"Sai....mi vergogno un po' a dirlo,ma alle volte...penso a come sia fare l'amore...Deve essere bello" gli disse a bassa voce col viso rosso,

"Si...Specie se la persona la ami con tutto te stesso...E'...E' un po' come giocare: puo' durare di piu',di meno...e' sempre coinvolgente...puo' anche essere divertente,e...come nei giochi,e' sleale barare,quindi...se c'e' qualcosa che non piace devi dirlo..."

"Mi dispiace se non mi sento ancora pronta,io...Non sei solo un angelo,sei un santo:ma davvero hai tutta questa pazienza con me?"

"Ma non adesso Ale...Quando accadra'...Non c'e' fretta...Vedi...Come stasera...le cose vengono da se',e poi...Io ti amo talmente tanto che potrei anche stare tutta la vita semplicemente a coccolarti come sto facendo adesso"

"Buona Notte Michael,ti amo"

"Buona notte e sogni d'oro amore mio...Anche io ti amo"

Sorrise e la strinse in un forte abbraccio. Si stesero accanto stretti l'uno all'altra. Michael spense la lampadina e si addormentarono con i loro corpi a vicinissimo contatto,caldi e confortevoli. Entrambi sentivano la pelle dell'altro priva di indumenti ad accezione della biancheria. Alexa si avvicino' con le testa sulla sua spalla per respirare il suo profumo di vaniglia e per sentire meglio i ricci suoi morbidi.

*********************************
Si svegliarono che era mattina inoltrata: si ripresero dal lungo sonno quasi nello stesso istante: Michael cerco' le sue mani e intreccio' le dita alle sue guardando il suo diamante:

"Diventeremo marito e moglie,ancora non ci credo Ale"

"Gia'...E saremo per sempre felici e contenti,come nelle fiabe!"

"Non ti faro' soffrire mai piu' Ale,te lo prometto...Io...Faro' di tutto per farti felice"

"Lo stai gia' facendo amore...Non potrei essere piu' felice di quanto lo sono ora"

Alexa gli diede un bacio leggero sulle labbra e rimasero a scambiarsi tenere parole e carezze in quel letto che sarebbe diventato il loro rifugio piu' intimo.
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A GAME FOR LOVE Empty Re: A GAME FOR LOVE

Messaggio Da marina56 Lun Ott 17, 2011 12:13 pm

Il tavolino era pieno zeppo di bigliettini,foglietti,carta da lettere,numeri di telefono; del fotografo,del sarto,del pasticcere,degli invitati. Tutto era quasi pronto per il loro matrimonio. Era uno splendido di' di Primavera,e Michael ed Alexa erano facci a faccia sul tavolino per concordare gli ultimi particolari.

"Sai,pensavo...Che dovresti chiamare tua madre Ale...Avete litigato,e' vero,ma lei ti vuole bene,sei sua figlia,dai...Non possono mamcare i tuoi genitori ad un evento cosi' importante"

"Hai ragione Michael" Alexa sospiro' e prese in mano la cornetta:

"Pronto mamma? Si,sono Alexa...Senti io...Ecco...Vorrei che tu venissi qui a Los Angeles perche'...Mi sposo...Ho conosciuto Michael Jackson".

Silenzio interminabile.

"Mi sa che e' svenuta! Provero' a richiamare piu' tardi".

*****************************************************

Il giorno piu' felice,indimenticabile,quello che ricordi per sempre,arrivo'.
La cerimonia fu semplice ma raffinata: poche persone intime e niente a che vedere con i mega matrimoni a cui gli occhi del pubblico delle star sono abituati.Niente stampa e niente telecamere o paparazzi. Pochi personaggi famosi,soltanto le amiche piu' strette di Michael,come Elizabeth Taylor e Diana Ross,il piccolo Macaulay con i suoi genitori,e i suoi collaboratori piu' fedeli,come il suo manager o il suo avvocato.
La madre di Alexa pianse non appena la vide mettere piede sul tappeto della chiesa che portava all'altare: la sua figlia cosi' unica,ma cosi' detertminata e decisa,era riuscita a realizzare il suo sogno e a trasformarlo in relata'. In quel momento,mano a mano che Alexa avanzava col bouquet in mano,sua madre si rese conto di quale sbaglio enorme fosse stato cercare di cambiarla e di renderla simile a lei; si rese conto dai suoi occhi lucidi e splendenti,che se lei era felice,allora non poteva gioire che per lei.
Si volto' a guardare Katherine Jackson e si sorrisero a vicenda asciugandosi con i loro fazzoletti di seta.
Michael aspettava ansioso la sua sposa all'altare: la vedeva avvicinarsi a lui con la grazia di un angelo: la sua camminata sembrava celestiale,e la sua figura racchiusa nel suo vestito bianchissimo,faceva trasparire la sua purezza ed innocenza che le si addiceva come non mai in quel giorno.
Lui la trovo' incantevole: piu' la guardava e piu' la voleva osservare perche' i suoi occhi scuri non erano mai sazi della sua infantile bellezza.

"Ti amo"

le sussurro' lui con un filo di voce non appena Alexa si mise di fronte a lui all'altare.

"Sei bellissimo Michael"

rispose lei con un piccolo movimento delle labbra da sotto il velo.

Oliver e Sebastian fecero loro da testimoni: tutto era perfetto; l'atmosfera in chiesa era magica e non avrebbe potuto desiderare di piu'. Il prete inizio' con la classica liturgia e quando Alexa tese la mano per farsi infilare la fede,Michael era tutto un brivido: gli pareva ancora tutto un sogno averla incontrata. Il suo anello scese sul suo dito,e per un attimo lei lo guardo',nuovo e luccicante,con occhi di pura gioia. Fu il turno di Alexa: anche lei provo' un'emozione indescrivibile quando vide indossare quel simbolo all'uomo che aveva sempre amato e con il quale adesso poteva trascorrere tutta la sua vita.
Ai loro "si,lo voglio",e al seguente tenero bacio che si scambairono,i presenti scoppiarono in un fragoroso applauso e dei sorrisi raggianti illuminarono i volti degli sposi. Uscirono dalla chiesa mano nella mano:non smisero neppure per un secondo di guardarsi e sorridersi; furono letteralmente bombardati dai flash e ricoperti di riso da capo a piedi sulla scalinata principale. Ci fu il lancio del bouquet,i saluti e segui' il classico pranzo post-cerimonia: la musica,la torta,il brindisi.
Alla fine della giornata,prima di salire in macchina per dirigersi a Neverland,Michael ed Alexa salutarono gli invitati,e lei abbraccio' come non mai i suoi due amici. Oliver intui' cosa sarebbe accaduto quella sera e sorrise perche' era stupendo vedere colei con cui aveva passato tutta la sua vita diventare donna davanti ai suoi occhi.

"Ti voglio tanto bene Oliver...Tanto tanto"

"Anche io Ale,non sai quanto!"

******************************************

Arrivarono a Neverland felici ma sfiniti per il ritmo frenetico di quel giorno. Michael,ancora prima di scendere dalla limousine,prese in collo Alexa e la porto' con se' in braccio per tutto il lungo viale alberato,fino all'entrata. La osservo' ancora un attimo prima di aprire la porta: era favolosa con suo abito candido e nella sua incontenibile contentezza da novella sposina. Tiro' indietro il fermaglio con i fiori bianchi posato sui suoi capelli e li accarezzo' baciandola dolcemente sulla bocca:

"Ti amo...Oggi sono l'uomo piu' felice della terra perche' potro' amarti per sempre...Capito? Ti amo!"

"Anche io ti amo...e ti amero' per sempre,per sempre!"

Avvolse le braccia intorno alle sue spalle mentre lei gli era ancora in collo,e ricambio' il suo bacetto. Continuarono a darsi piccoli bacetti sul viso mentre Michael avanzava verso la camera da letto. Quando apri' la porta,Alexa stento' a credere ai suoi occhi: c'erano candele dappertutto; petali di rosa rossa erano sparse sul parquet,e il letto coperto da lenzuola nuove di zecca,di pura seta e color champagne,aspettava solo loro.

"Oddio,che sorpresa...Ma e' meraviglioso! Amore mio...Non so dirti quanto ti amo,sei speciale!"

La fece scendere e la prese per mano: lei continuava a guardare quella stanza cosi' perfetta in cui non era stato tralasciato alcun particolare; si avvicinarono allo specchio e Alexa si giro' verso di lui:

"Guarda amore...Siamo bellissimi...Sembriamo prorpio il principe e la principessa delle fiabe...Uff...Non voglio togliermelo il vestito! Non voglio!"

"Non puoi restare con questo tutta la sera,dai...Fatti guardare un po'"

sussurro' Michael nel suo orecchio sorridendole: ma il suo tono non aveva alcunche' di malizioso. Le sue mani scorrevano lungo il corpetto bianco di lei; sfioro' il suo seno e si attacco' alle sue labbra. Iniziarono a baciarsi e Michael scese piu' giu',alzando il lungo strascico e accarezzando le sue gambe sulle quali poteva sentire il pizzo del reggicalze. La accarezzava delicatamente,ma ancora non voleva dare l'impressione di essere troppo deciso con lei,tanto sapeva che quella notte avrebbe riservato grandi emozioni per entrambi. Appena si stacco',Alexa gli disse:

"Credo proprio di aver bisogno di una doccia...Mi aspetti?"

"Ma certo amore...Tutto per te"

Quando Alexa torno',entro' sulla soglia della porta e vide anche Michael cambiato e lavato: vedeva i suoi ricci sciolti iluminati nei loro riflessi dalla luce delle candele; percepiva il suo profumo vanigliato da lontano ed era avvolto in una vestaglia di stoffa pregiata.
Lui la guardo' attentamente: anche lei indossava una vestaglia che copriva tutto il suo corpo: intravedeva soltanto il suo reggicalze bianco e le sue scarpe alte che aveva ancora ai piedi. Indossava la collana sin dalla mattina,e i suoi capelli erano fluenti e sapevano di fiori. Si slaccio' con un gesto lento la cintura della vestaglia,guardo' Michael per un momento e la lascio' cadere dietro di se': aveva una sottoveste di seta color cipria con un leggero spacco che la rendeva ancora piu' bella e sensuale.

"Sei stupenda" le disse Michael sorridendo;

"Anche tu non scherzi" rispose lei dirigendosi sul letto.

Si affianco' a lui e Michael la strinse in un abbraccio: lei poso' la testa sulla sua spalla senza parlare; fece scomparire le mani tra i suoi capelli sentendone la morbidezza tra le dita,gli diede in lieve bacio sul collo e poi sussurro' al suo orecchio:

"Ti amo Michael,adesso staremo insieme per sempre"

Lui non rispose,la guardo' sorridendo: furono sufficienti i suoi occhi radiosi a farle intuire che anche lui l'amava tanto. Ma ormai questo lo sapeva gia'. Tiro' piu' giu' il colletto della vestaglia di Michael e abbasso' la stoffa per poter stare a contatto con il suo petto senza pero' togliergliela del tutto. La sua guancia fini' sulla scapola nuda di lui; Michael la strinse ancora trasmettendogli tutta la dolcezza che aveva in corpo,la ricopri' incessantemente di bacetti sulla fronte,sulle labbra e sulle guance.

"Sai a cosa pensavo Ale?"

"No Michael...A cosa?" rispose lei posando una mano sul suo petto,

"Pensavo...Che siamo stati talmente tanto indaffarati...Che non abbiamo nemmeno pensato al viaggio di nozze"

"E' vero amore...Non ci abbiamo pensato"

"Ti va se decidiamo la meta insieme adesso?"

"Si,certo" rispose Alexa con occhi languidi guardandolo sul volto;

"Ok,allora...Vai...Alzati...C'e' un giornale di viaggi proprio la'...Nel cassettone...Secondo cassetto"

Alexa si alzo' impaziente e ando' di fronte al cassettone: le sue dita si tesero bramose della maniglia. Apri' il cassetto ma la sua espressione di entusiasmo svani' quando non vide alcun giornale. Si volto' e cerco' una risposta sul volto di Michael che sorrideva sotto i denti ansioso che lei scoprisse la sorpresa:

"Guarda meglio Ale...la'...sulla destra,nella scatola di cartone dove tengo i fogli e le lettere del lavoro"

Alexa alzo' frettolosamente il coperchio della scatola e le sua mani incominciarono a rovistare freneticamente tra gli spessi strati di carta: continuava a non intravedere alcuna copertina di giornale; tantomeno foto di mare o citta' che potesse essere stampata sulle copertina. Poi,un piccolo angolo di carta sospetto,del quale intravedeva una striscina argentata,attiro' la sua attenzione. Lo prese solo per pura curiosita': scosto' le carte che lo coprivano e pote' osservarlo integralmente. Le sue dita lo afferrarono tremanti,e i suoi occhi erano sbarrati sopra quella vista. Degluti' e continuo' a ripetersi mentalmente cio' che ra riportato su quel piccolo foglietto; lo ripete' ancora per convincersi che era reale anche se le sembrava impossibile. Michael guardava la sua espressione smarrita ma allo stesso tempo era felice di averle fatto quel regalo.
Era un biglietto per Parigi: anzi no...Erano due. Per lei e per Michael,come aveva sempre immaginato fin da quando era verso di lui una semplice fan,ma adesso iniziava a non reggere le emozioni di quella serata: non solo avrebbe coronato il suo sogno di andare a Parigi,ma ci sarebbe andata con suo marito,che per di piu' era niente di meno che Michael Jackson,e che per di piu' amava piu' di se' stessa.
Si mise le mani sugli occhi attendendo di realizzare cio' che aveva appena visto; sospiro' e scosse la testa. Si giro' verso Michael e corse tuffandosi sul letto co i biglietti in mano.
Era contenta come una bambina,e Michael la trovo' ancora piu' bella. Prese il suo volto tra le mani e lo bacio' con ripetuti baci sulle labbra.

"Oddio,che sorpresa! Michael tu sei pazzo!"

gli disse mentre continuava a guardare con occhi quasi lucidi la scritta "Parigi".

"Si...E' vero...Io...Sono pazzo perche' sono innamorato...E follemente anche...Sono follemente innamorato di te Ale,follemente!"

"Io...Non so cosa dire...Anche io ti amo follemente,sono pazza di te,sei unico...Unico!"

"Andremo a Parigi...Soli...Io e te...Trascorreremo dei bellissimi momenti che saranno indimenticabili,lo giuro...Non vedo l'ora" prese la mano di lei;

"Michael sappi...Sappi che sono troppo orgogliosa di essere tua moglie perche' tu...Sei speciale!"

Si accosto' di piu' al suo corpo e porto' la sua testa verso le sue labbra: Michael abbraccio' la sua schiena accarezzandola dalla sottoveste. Il loro bacio fu pieno di passione ma dolce e lento: entrambi chiusero gli occhi abbandonandosi l'uno alla bocca dell'altra. Quel gesto rappresento' il loro primo bacio da marito e moglie.

Dopo il loro bacio,Alexa rimase a fissare il soffitto mentre era appoggiata sempre alla sua spalla: si stava gia' figurando le vie di Parigi,i negozi,i parchi e i giardini,i ristoranti,la Senna e la Tour Eiffel.
Sentiva che adesso poteva donargli tutto il suo amore. TUTTO.
Lo guardo' negli occhi sussurrando nel suo orecchio:

"Anche io ho una cosa per te Michael"

Lui le sorrise senza replicare,ma la sua aria era dubbiosa:

"Io...voglio amarti stasera...con tutta me stessa"

disse con la voce emozionata quasi balbettando; certo,aveva paura,ma lo voleva. Michael la guardo' a sua volta accarezzando la sua mano e i suoi occhi rifletterono la loro potente luce direttamente in quelli di Alexa:

"Si Michael,hai capito...Io...Voglio farti questo regalo...solo a te...perche' io...e' solo che te amo,ed e' solo con te che voglio stare per tutta la vita... Facciamo l'amore Michael"

La tenerezza e la spontaneita' delle sue parole lo spiazzo'. Abbasso' per un attimo lo sguardo per l'emozione: anche lui desiderava fare l'amore con lei,ma non aveva avuto il coraggio di chiederglielo perche' voleva che lei fosse totalmente pronta per quel passo. Che fosse o no il giorno del loro matrimonio,a lui poco importava,perche' come le aveva detto,veramente sarebbe potuto stare con lei solamente ad abbracciarsi per tutta la notte.
Oltretutto,un senso di confusione e tensione invase il suo corpo: non glielo aveva confidato,ma in realta' Michael non era mai stato con una ragazza vergine,per cui quella sarebbe stata,in un certo senso,la prima volta anche per lui. Senti' il cuore battergli forte; la guardo' e disteso su un fianco la avvolse mettendo le sue braccia dietro alla sua schiena:

"Io non so se ci riesco Michael...Pero' lo desidero" lei sorrise;

"Anche io lo desidero" fu capace di dirle dopo qualche secondo;

"E allora...Perche' non me l'hai chiesto tu?"

"Perche' io...io volevo che tu fossi...." i suoi occhi divennero malinconici

"Pronta? Ma io lo sono amore...Sei un angelo,e' per questo che adesso voglio amarti,perche' sei entrato nel mio cuore e adesso....voglio darti anche il mio corpo...Ti amo tanto Michael e voglio donarmi a te"

Michael sospiro' e cerco' la sua mano: la strinse forte e la bacio' sul dorso. Lei rimase impietrita ancora attaccata al suo corpo,in attesa di una sua mossa. Inizio' a sentire il cuore accellerare e la testa dolorargli leggermente.

"Nessuno sapra' mai quanto ti amo Ale...Nessuno...E nemmeno riesco a dirtelo quanto immenso sia l'amore che provo per te"

Le sorrise,la giro' delicatamente e si ritrovo' sopra di lei: continuava a tenere le mani dietro alla schiena di lei come per proteggerla; le diede un dolce bacio sulla bocca e le accarezzo' i capelli,ma sembrava davvero inesperto perche' la accarezzava a tocchi quasi impercettibili perche' voleva che fosse tutto indimenticabile,ma allo stesso tempo era insicuro e credeva di non esserne all'altezza: scese con la bocca dalla sua guancia e bacio' piano piano il suo collo,ma percepiva chiaramente la pelle tesa di Alexa che era rigida in ogni suo punto.

"Non aver paura Ale...Ci sono io qui con te"

le regalo' un sorriso con occhi splendenti,e per lei non ci nulla di piu' bello e rassicurante che vedere i suoi occhi innamorati.

"Non ho paura amore...Con te e' sempre stato tutto meraviglioso,non vedo perche' stavolta dovrebbe essere diverso"

Alexa allungo' un dito e sfioro' la sua guancia per poi passare ai capelli. Avvicino' la bocca alla sua e lo bacio' delicatamente dicendogli:

"Ti amo...Te lo diro' un milione di volte stasera,ma voglio che tu lo sappia"

"Io invece te lo diro' all'infinito...Ti amo,ti amo,ti amo!"

Ando' ancora sulle sue labbra finche' le loro lingue non si unirono intrecciandosi: Michael affondo' le mani tra i suoi capelli e poi con la mano fece scivolare giu' lo spallino della sua sottoveste. La bacio' sulla spalla e sulla scapola nuda,il tutto molto lentamente; la sua lingua traccio' una scia lungo il suo collo e ando' a finire sull'altra scapola. Bagno' la sua pelle piano piano,sfiorando con la punta della lingua il suo spallino che dopo poco cadde anch'esso.
Accarezzo' le sue braccia con i polpastrelli procurando brividi lungo tutto il corpo di lei che iniziava a sentire il suo corpo cedere alle sue amabili carezze. Alexa prese i suoi capelli e avvicino' il suo viso alla base del suo collo: Michael copri' quella zona di piccoli baci e le sue dita si intrecciarono tra gli spallini della sottoveste. Li strinse per un po' e poi chiudendo gli occhi fece scorrere gli spallini sulle braccia di lei fino a far scendere fino ai fianchi la sottoveste.
Riapri' un solo occhio: si immaginava di trovarla con il petto nudo,e invece si era lasciata addosso il reggiseno. La stava scoprendo strato dopo strato,senza alcuna fretta e con il desiderio della sorpresa che in lui aumentava a dismisura. Guardo' il suo reggiseno di pizzo bianco e le sorrise:

"Lo vedi? Questa...E' la nostra prima notte...e tu sai gia' come farmi perdere la testa piu' di quello che mi hai gia' fatto partire"


"Sei cosi' bello quando sorridi amore"

Lei accarezzo' i suoi capelli,e Michael bacio' quel filo di pelle che intravedeva dal suo reggiseno. Lei si abbandono' al dolce piacere dei suoi baci e Michael poso' le mani sui suoi fianchi stringendo la sottoveste trai suoi palmi. Le diede altri baci sul bordo del suo reggiseno e nel frattempo Alexa senti' la sottoveste attraversare le sue gambe e abbandonare del tutto il suo corpo.
Sempre con le mani sulle sue anche,Michael si sposto' piu' giu' con la bocca: mordicchio' soavemente la sua pancia e la bacio' ripetutamente. Risali' e arrivo' al centro del suo reggiseno baciandone il fiocchetto centrale:

"Ti amo Ale...Ti amo"

Alexa senti' una scarica di potenti brividi diramarsi lungo tutto il suo corpo: partirono dal collo per poi espandersi nelle gambe,nel seno,fino a raggiungere la sua testa. Iniziava a non saper controllare l'emozione di quel momento,perche' sentirsi dire "ti amo" in quel modo struggente e con quella vocina,era la piu' bella di tutte le musiche,ancora piu' melodiosa di tutte le canzoni di Michael messe insieme.

"Anche io ti amo"

Michael la guardo' per un istante negli occhi per poter catturare la sua espressione dolce ma intensa,tesa ma innamorata; la fisso' a lungo perche' voleva ricordarsi la sua espressione della loro prima notte insieme per tutta la vita.

"Sei bellissima quando mi guardi con i tuoi occhi cosi' innamorati"

Lei sorrise senza rispondere,e Michael la bacio' di nuovo sul collo e poi sul seno,e guardo' ancora il suo viso dolce che gli sorrideva incessantemente nonostante la sua paura. Ne colse tutti i particolari: il trucco che accentuava la sua espressione,la sua bocca sottile rosa e fresca,le sue guance pallide,il suo naso,i suoi capelli; scruto' ogni suo dettaglio mentre le sue dita erano gia' poggiate sull'agganciatura del suo reggiseno.
Alexa sospiro' e senti' partire uno dei gancetti,poi l'altro,ma Michael non glielo sfilo',rimase semplicemente allentato ai lati del suo corpo. Michael arrivo' agli spallini e li fece cadere con lentezza sulle sue braccia: ormai quell'indumento le copriva soltanto la parte centrale del petto.
Accarezzo' su e giu' la sua schiena completamente nuda per la prima volta; voleva cogliere ogni attimo,ogni brivido,ogni aspetto di lei lasciando la fretta in un angolo remoto di questo pianeta. Voleva che ogni fotogramma restasse impresso nella sua mente,e prima di agire e continuare oltre,i suoi occhi avidi catturavano ogni immagine di lei dando tempo alla sua mente di elaborare cio' che avrebbe rimembrato per l'eternita'.
Attese ancora intanto che la voglia di lei aumentava: si tolse davanti a lei la sua vestaglia e anche ad Alexa,esattamente come a Michael,piacque assaporare ogni suo gesto: il modo in cui si slaccio' la cintura della vestaglia,come si scopri' le braccia liberandosi dalle maniche,come la adagiava sulla sedia accanto al letto e come le sue dita stupende si muovevano tra la luce fioca delle candele.
Rimase in slip e si adagio' su di lei di modo che Alexa potesse sentire meglio il suo corpo caldo e le sue forme virili. Sentiva le cosce di Michael contro le sue,le sue braccia stringerla sempre di piu' nella sua delicata morsa ed il suo petto avvicinarsi al suo seno.
Lui le sorrise ancora; con lo sguardo abbassato sul suo ombellico,le tolse del tutto il reggiseno ed Alexa si senti' come se qualcuno staccasse una parte del suo corpo: ebbe la reazione di coprirsi,ma le sue mani parevano non rispondere ai comandi del suo cervello. Resto' con le mani vicine ai lati del suo viso mentre Michael pian piano roteva gli occhi sulla superficie della sua pelle per arrivare a godere della vista di quel suo punto fino ad allora celato al suo sguardo.
Alexa giro' gli occhi perche' non riusci' a reggere il suo sguardo che, intenerito e curioso,guardo' il suo seno sodo e perfettamente proporzionato al resto del suo corpo. I suoi capezzoli erano turgidi per le carezze di lui e per i brividi che ancora non le davano tregua; Michael cerco' di non fissarla troppo insistentemente,ma non poteva fare a meno di farlo: adesso era solo sua e avrebbe potuto guardarla,meravigliosa com'era,tutte le volte che avrebbe voluto. Alexa resto' imbarazzata ed impietrita sentendo il leggero rumore del sorriso di Michael nell'aria.

"Come sei bella..."

Cercava in tutti i modi di rassicurarla e di farla rilassare: ma cio' che diceva lo pensava veramente: iniziava a sentire il peso della sua emotivita' che lo stava soccombendo,e degluti' per respingere i suoi singhiozzi.
Era emozionato quanto lei se non di piu',perche' era davvero il primissimo momento della sua vita in cui qualcuno lo amava,ma per davvero,in cui una persona gli mostrava amore con la A maiuscola. E per lui era la cosa piu' bella del mondo sapere che adesso avrebbe potuto condividere dei momenti con una ragazza cosi' speciale e che non sarebbero rimasti semplicemente rinchiusi tra le pareti della sua stanza che prima erano sempre tinte di tanta malinconia.
Chino' il capo e avvicino' le sue labbra che al tatto con il suo seno nudo,procurarono in Michael un torrente di brividi: struscio' le sue labbra serrate sopra la sua pelle,su e giu',poi le apri' pianissimo e la punta della sua lingua venne fuori iniziando ad abbracciare quella sua parte cosi' accogliente e femminile. Alexa inizio' a sospirare timidamente,e quando i baci di Michael divennero piu' insistenti,lui la vide chiudere gli occhi e senti' il battito del suo cuore acellerare. La bacio' ancora,ma sentiva il suo corpo contrarsi anziche' cedere,cosi' le parlo' ulteriormente:

"Voglio dirti una cosa Ale...Questo...E' il piu' bel regalo che tu mi potessi fare...Per me..E' il piu' prezioso di tutti,non scordartelo mai questo"

Il suo corpo si sciolse sotto le sue parole,ma alcune parti restavano tese e poco inclini a rilassarsi.

"Io...Potevo donarla solo a te una cosa cosi' importante...Solo a te...E' solo te che amo e che amero' per sempre,nememno tu devi scordartelo"

"Saro' delicato...Te lo prometto"

Michael prese la sua mano e la bacio': avvolse le sue dita tra le sue e gliela strinse forte per trasmettergli tutto il suo amore mentre con l'altra mano avvolse la sua spalla perche' lei si sentisse completamente abbracciata da lui.
Bacio' la sua bocca,il suo collo,le sue spalle,senza farsi sfuggire neppure un millimetro della sua morbida pelle: ando' ancora sul seno,e scese sulla pancia e poi tempesto' le sue gambe di baci. Stette sulle sue cosce per poi arrivare nella parte piu' interna ed avvicinarsi alla sua mutandina.
Lei si irrigidi' accartocciando tutte le sue ossa,poi basto' un suo bacio dato con la giusta tenerezza per farla uscire da quella immensa tensione.
Michael bacio' il centro della sua coulotte candida con una serie di bacetti piccoli e zuccherosi; sali' con il suo corpo verso la sua bocca e la bacio' ancora e ancora sulle labbra,ed Alexa poso' le mani alla fine della sua schiena sentendone la curva. Michael sfioro' con i polpastrelli i suoi capezzoli molto velocemente,con un gesto che,dirigendosi verso il basso,fini' con il poggiare le mani sulla sua mutandina: come per la parte superiore del suo corpo,chiuse gli occhi voglioso della sorpresa,e gliela tolse con estrema lentezza.
Alexa avverti' un fortissimo senso di inadeguatezza: era completamente priva degli indumenti per la prima volta,del tutto nuda davanti a lui come non lo era mai stata. Strizzo' gli occhi per non vedere Michael perche' si vergognava troppo sapendo che lui l'avrebbe vista cosi'.
Teneva ancora stretta la mano di lei,ma aveva gli occhi ancora chiusi: li riapri' sbirciando per poi fare spazio alla vista di Alexa. Dolcissima come non mai,indifesa,imbarazzata e con le gote colorite,Michael la osservo' per la prima volta nella sua bellezza naturale guardando quelle forme di donna cosi' armoniose che sono sempre una gioia per gli occhi. Tanta fu l'emozione,che usci' una piccola lacrima dai suoi occhi scuri:

"Allora...E' cosi' che sei...Sei bellissima,sei...Un capolavoro della natura"

"Ti prego Michael non farmi emozionare cosi' tanto"

riusci' a dirgli lei a malapena soffocando i suoi singhiozzi con gli occhi altrettanto lucidi.
Non gli staccava gli occhi di dosso: la trovo' divina,stupenda,meravigliosa,bellissima,perfetta,magnifica; insomma,cosi' tanto splendida che nemmeno lui avrebbe mai potuto spiegare.
Alexa divarico' piano le gambe,rimanendo in una posizione che non conosceva ancora cosa significasse essere disinibite davanti al corpo di un uomo. Senti' l'eccitazione di Michael contro di lei: non era la prima volta che lo sentiva,ma quella sensazione fu amplificata e le sembro' ancora piu' forte,perche' sentiva quel misto di rigidita' e calore che le fece sballare del tutto i sensi. Michael le dette un ultimo,passionalissimo bacio sul collo,ed Alexa senti' per la prima volta i suoi capezzoli adagiarsi sul suo seno: era strano ma allo stesso tempo cosi' dolce anche perche' poteva sentire ancora meglio il suo profumo di vaniglia invadergli le narici. Michael indietreggio' e alzo' il suo petto: la guardo' in viso e si tolse lo slip.
Non appena lo vide,Alexa giro' di scatto la testa: fece una smorfia con la bocca; era palesemente imbarazzata e anche un po' impressionata nel vederlo integralmente nudo. Era il suo primo passo verso una sessualita' vera; non era come quando lo aveva accarezzato,stavolta,era davanti a lei a contatto molto piu' ravvicinato: cerco' di guardarlo con la coda dell'occhio,ma niente,non ci riusciva. Michael prese il volto tra le sue mani,ma ad un tratto lei si giro' spontaneamente riuscendo a superare l'imbarazzo: lo guardo' e lo trovo' si un angelo,ma un angelo della piu' bella specie esistente. La sua bellezza non aveva paragoni; gli sorrise:

"Certo che sei proprio bello Michael"

accarezzo' con la mano tremante la sua guancia ed aggiunse:

"Sei bellissimo amore mio"

"Anche tu lo sei...Amore mio"

Prese coraggio e il suo bacino avanzo' verso la sua parte piu' femminile: Alexa senti' l'estremita' del suo organo maschile incontrarsi con il suo. Subito un lamento usci' dalla sua bocca,era troppo nervosa per essere rilassata a sufficienza. Michael strinse i denti perche' il solo pensiero di farle del male lo uccideva: era stato assalito dai sensi di colpa quando non le aveva creduto per quel gossip o quando aveva chiesto a Vicky di sposarlo; ma quelle erano solo cose dette con la bocca,figuriamoci il pensiero di farle del male con il corpo: quel pensiero lo torturava.
Cerco' di essere delicato e ando' avanti ancora,ma non ci fu nulla da fare:

"Ahi!"

"Oddio,scusami amore" rispose lui cercando invano di avanzare verso di lei,

"Ahia Michael,ahia! Mi fai male,mi fai male! Non ci riesco..."

"Ma no dai amore...Cerca di non pensare troppo al dolore,ci sono io qui,non ti faro' male,te lo prometto"

Provo' ancora,ma lei era in preda ad un misto di panico e nervosismo,e sentiva davvero troppo fastidio per permettergli di continuare:

"Non ci riesco Michael! Ti ho detto che non ci riesco!"

Lo respinse alzandosi dal letto: afferro' il lenzuolo e si avvolse in esso per coprirsi scappando in bagno. Michael senti' la porta sbattere violentemente e rimase inerme a pancia in giu' sul letto. Sospiro' e si passo' le mani sugli occhi: si sentiva come fallito e come se non fosse in grado di starle vicino con il dovuto garbo. Si alzo' in piedi e mettendosi la vestaglia si avvicino' alla porta del bagno: la senti' singhiozzare e questo gli procurava un dolore indescrivibile. Alexa era seduta sul pavimento e sentiva la testa scoppiargli: si annuso' la spalla e senti' il suo profumo vanigliato sulla sua pelle,ma scoppio' pensando che non era in grado di amarlo come invece si era proposta.

TOC! TOC! "Ale apri'! Apri! "

Busso' incessantemente finche' lei non soportando il rumore,decise di aprire; con la faccia imbronciata,gli disse:

"Non ci riesco ti ho detto...Lasciami stare...Farei peggio di quello che ho gia' fatto se torno su quel letto!"

"Ale per favore...Dai,vieni" si avvicino' accarezzandola;

"Tu...Tu non sai che cosa significhi per me non riuscire ad amarti come vorrei! Tu...Tu non puoi capire!"

Lui senza pensarci troppo,la prese in collo mentre stava rannicchiata in quel lenzuolo di seta; le bacio' la fronte e la riporto' in camera:

"Io capisco solo che ti amo,tutto il resto non conta...Non importa se ci riesci stasera,o domani,o tra una settimana...Non esistono questi problemi,per me non conta perche'...So che mi ami tanto anche tu amore mio"

La adagio' sul letto levandosi la vestaglia e la srotolo' dall'involucro del lenzuolo: le sorrise cercando la sua mano e gliela strinse con quella che portava il braccialetto che lei gli aveva regalato. La strinse tenendo il pugno di lei nel suo palmo grande; poi intreccio' le dita alle sue incastrandole cosi' saldamente che ad Alexa parve di sentire non due,ma una mano soltanto. Ebbe la prima sensazione di diventare con lui una cosa sola. La bacio' piano sulla bocca,poi si avvicino' al suo orecchio:

"Each time the wind blows....
I hear your voice so
I call your name"

inizio' a cantarle la sua canzone preferita nell'attimo piu' importante che stava per unirli per sempre ancora piu' saldamente. Quella voce soffice e la tenerezza con cui canto',accompagnata dai suoi occhi che luccicavano vividi come la fiamma delle candele,le scaldo' la testa,il cuore,e la fortezza della sua emotivita' crollo' inevitabilmente davanti alla sua dolcezza: scoppio' a piangere,forse per scaricare i nervi,forse per placare la tensione,forse perche' magari sfogarsi un po' l'avrebbe aiutata a rilassarsi di piu'. Chissa'. Fatto sta che non riusci' a controllarsi,ed in preda all'intensita' di quell'attimo,tutta la sua ansia usci' con le sue lacrime.
Michael la guardo' rattristato: affondo' le mani tra i suoi capelli e poso' il volto sotto uno dei suoi occhi assorbendo con le labbra le sue lacime:

"Amore che c'e'? Dai,non piangere"

le disse sorridendo mentre passava un dito sulla sua guancia;

"Io...Non lo so..Ma...Ecco...Dopo tutto quello che abbiamo passato...E dopo tutte le difficolta'...Dopo la splendida cerimonia di oggi...E adesso sono qui a fare l'amore con te...Il mio e' un pianto di felicita' perche'...Ti amo tanto e sono felicissima adesso,anche se sto piangendo...Ma la verita' e' che sono davvero felice"


"Anche io sono felice di vivere questo attimo con te...Adesso pero' cerca di non pensarci perche' non e' assolutamente vero che non riesci ad amarmi...Io con te mi sento amato come non mai,capito?"

"Si,capito amore...Grazie per tutto quello che mi dici"

disse lei mentre il pianto lasciava spazio ad una dolce risata; Michael continuo' a cantare:

"Whispers at morning
Our love is downing
Heaven's glad you came"

per lei fu pura estasi: fu cento,mille,miliardi di volte meglio che quando sentiva la sua voce attraverso lo stereo. Le aveva accennato il suo amore per quella canzone casualmente,il giorno del loro primo bacio; avrebbe giurato che fosse soltanto una domanda come tante se ne fanno,invece
adesso Michael era la',stretto a lei,che la cantava solo per lei in quell'attimo in cui avrebbero potuto esplodere entrambi per quelle emozioni cosi' potenti. Bacio' il suo orecchio,scese sul collo; prosegui' sul suo seno,che poi sfioro' con i polpastrelli al centro dei suoi capezzoli,con un movimento discendente. Fece il possibile con amore,con immenso amore: i suoi baci arrivarono fino nei tessuti piu' profondi del corpo di Alexa,tanto che lui sorrise nel sentire il suo corpo slegarsi dalla tensione.
Lei divarico' ancora le gambe e Michael cerco' di andarle incontro continuando ad addolcire l'atmosfera del suo corpo con il suo canto:

"You know how I feel
This thing can't go wrong
I'm so proud to say I love you"

Lei inizio' a tremare e lui senti' la sua mano unita nella sua vibrare:

"Stai tremando amore...Calmati,non fare cosi'"


"Your love got's me high
I long to get by
This time is forever
Love is the answer...
I hear your voice now,
You are my choice now,
The love you bring....
Heaven's in my heart,
At your call I hear arps,
And angels sing"

Alexa era perdutamente rapita dalla sua voce angelica e dai suoi tocchi cosi' delicati: era talmente inghiottita da quel vortice di sensazioni,che si commosse a tal punto che si dimentico' di tutto: della tensione,della paura del dolore; si lascio' andare a tal punto che Michael iniziava a sentire di potersi unire a lei senza che nemmeno lei se ne rendesse conto. Alexa lo guardava negli occhi,poi continuo':

"You know how I feel,
this thing can't go wrong,
I can't live my life without you...
I just can't stop loving you,
I just can't stop loving you"

"Non posso vivere la mia vita senza di te,
Non posso smettere di amarti Ale"

Le disse Michael sussurrandole quelle parole con un calore che non aveva nemmeno mai dato ai suoi fans. Un ultima,sottile mossa,e sia lui che Alexa chiusero gli occhi.
Michael senti' che la barriera tra loro era calata,ed adesso avrebbero potuto amarsi per sempre nel piu' intimo e profondo dei modi. Alexa senti' un lieve fastidio,e Michael apri' gli occhi sorridendole e baciandola:

"Ti amo Ale"

Tento' di avere un contatto piu' profondo con il suo corpo ma lei lo fermo' perche' percepiva un po' di dolore:

"No Michael,per favore,fermati...Mi fa male"

"Va bene amore...Ti amo"

Si sentiva stralunata e non sapeva cosa dire: resto' immobile a guardare l'amore della sua vita,aspettando di realizzare quell'enorme cambiamento che era avvenuto in lei: fisico ma anche psicologico. Era diventata grande con l'uomo che piu' amava su questo pianeta,e non avrebbe potuto chiedere di meglio nemmeno con la piu' dedita delle preghiere.
Guardo' ancora Michael incantata e felice,persa completamente nei suoi occhi di pece: basto' un solo sguardo ed alcuni sorrisi perche' si parlassero senza il suono della parola. Alzo' lo sguardo verso la mensola che stava sull'altra parete delle camera e vide il suo Mikey seduto che le sorrideva: aveva assisitito a tutta la scena e l'aveva vista diventare donna.

Michael si sdraio' accanto a lei e la bacio':

"Mi dispiace amore se ti ho rovinato la notte di nozze" disse lei,

Michael la strinse ancora di piu' e stava su un fianco per poterla osservare meglio,nuda,bella come madre natura aveva deciso di donargliela,con la sua aria che continuava a portare quel candore infantile che a lui faceva impazzire.

"Ma che dici amore...Proviamo un'altra volta...Non mi hai rovinato niente,anzi...Scusami se ti ho fatto male"

"Ma non e' colpa tua Michael,tu...Sei eccezionale" accarezzo' i suoi capelli,

"Non mi hai rovinato niente...Non pensarlo nememno...E' stata la notte piu' bella della mia vita...Darei la mia vita per te...Ti amo"

La tiro' a se' ma lei ancora doveva superare il suo imbarazzo: le guance le si arrossarono per il contatto con il corpo nudo di Michael,che ancora doveva abituarsi a toccare e che ancora doveva essere esplorato per bene prima che acquistasse sufficiente dimestichezza. Ando' in avanti e fece per prendere il lenzuolo,ma lui la blocco':

"No Ale...No amore,non coprirti,lasciati guardare...Sei cosi' bella"

Michael avvicino' la bocca e le loro lingue si coccolarono con languore. Lei cadde di nuovo tra le sue braccia respirando la dolcezza del suo profumo e godendosi il suo abbraccio cosi' protettivo e rassicurante.
Michael si strise a lei come un bambino desideroso dell'abbraccio della mamma e bacio' a piccoli tratti uno dei suoi seni.

"Buona notte amore" le disse Michael

Si addormantarono ancora piu' uniti. Adesso erano marito e moglie e non dovevano far altro che dare tempo al tempo per donarsi ogni volta l'uno all'altra.
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Messaggio Da marina56 Lun Ott 17, 2011 12:14 pm

Michael si sentiva molto stanco dalla giornata precedente,ma era altrettanto euforico e cosi' contento per quella notte,che l'adrenalina che circolava nel suo corpo si fece spazio impedendogli di dormire a lungo.
Apri' gli occhi avvertendo i pacati raggi solari dell'alba levarsi all'orizzoznte: avverti' il calore di Alexa che stava stretta a lui abbracciandolo completamente. La osservo' sorridendo: si mise su un fianco,le diede un dolce bacio sulla bocca sistemandole la coperta che si era scomposta,e resto' a guardarla sentendosi gli occhi brillare ed il cuore iniziare a battere. Lievi carezze scorrevano sul suo volto,ed approfitto' di quell'attimo per mettere a fuoco con attenzione tutti i particolari del suo essere: stava nuda,adagiata sul letto,desiderosa di essere protetta dalle sue braccia che continuavano a cercare il petto di Michael con movimenti inconsci dettati dal sonno. Michael sapeva che probabilmente,svegliandosi si sarebbe coperta perche' doveva superare il suo imbarazzo,cosi' rimase con le pupille fisse a bearsi della vista di quella creatura che adesso era SUA e sua soltanto. Il timore di non essere stato abbastanza garbato aggrovigliava il suo cuore che contemporaneamente strabordava di gioia per aver fatto l'amore con lei: certo,ancora non completamente,ma il fatto che lei lo avesse scelto era una cosa che mandava il suo orgoglio a mille. Quella notte aveva colto il suo fiore; aveva la sensazione che fosse come quando guardi un quadro impresionista e noti quelle macchie accese,disperse e lontane nel campo: c'e' sempre un fiore bello,raro e prezioso che ti da' l'impressione di poter essere inarrivabile. Ma lui quel fiore era riuscito a ragguingerlo,grazie all'amore che lei gli aveva dimostrato e grazie a lui che l'aveva guidata,e continuava a farlo,in quel sentiero che e' come un gioco d'amore. E cosi',dopo tanti sforzi e con un pizzico di aiuto da parte del destino,lui ed Alexa stavano diventando una cosa sola,e Michael si sentiva unico e speciale nei suoi confronti.
La sua testa vagava come se si sentisse in bilico tra sogno e realta': piu' la guardava e piu' aveva voglia di guardarla perche' gli appariva irreale,e piu' la guardava e piu' si accorgeva che cio' che aveva davanti era tutto vero.
Quell'amore che gli era stato negato e che aveva cercato per tanto tempo,gli era stato dato dal destino,ed era un dono che valeva milioni di volte di piu' che una sua fotografia in prima pagina o gli oceani di persone che assistevano ai suoi concerti. Nulla coccolava di piu' il suo io che del sentirsi apprezzato per quello che era.
Mille volte si era chiuso in camera,quasi a piangere,pensando al fatto che come artista cercava di propagare amore,ma che poi quell'amore arrivava a tutti tranne che a lui. E invece,adesso e in quella stessa camera,sul quello stesso letto dove aveva passato notti insonni e cariche di malinconici pensieri,c'era Alexa,pronta a regalarle tutto il suo affetto.

Michael stette ad accarezzarla e lei accennava piccoli movimenti dati dalle sue mani: apri' pian piano gli occhi e la sensazione che ebbe fu subito quella di sentirsi scossa dalla notte precedente ma allo stesso tempo estremamente euforica perche' avrebbe potuto amarlo per tutta la vita.

"Ciao amore" le disse lei con la sua voce delicata;

"Ciao Ale...Come stai...Amore mio?"

"Mi sento un po' strana ma...Mi basta guardarti per sentirmi meglio Michael...Ma quanto sei bello!"

"Ma quanto ti amo!" replico' lui stringendola quasi soffocandola;

"No davvero amore...Sto bene...Sono contentissima per stanotte"

"Anche io amore,anche io... E stasera partiamo per Parigi"

"Ancora non ci credo,sei davvero un angelo amore mio,ti amo un sacco!"

disse lei tirandosi su la coperta e accostandosi al suo corpo privo di indumenti tranne che per l'intimo con le gote arrossate.

"E' dolcissimo vederti con le guanciotte tutte rosse amore"

disse lui pizzicandola sul volto. Lei sorrise ma non risuci' a parlare perche' era ancora bloccata dall'imbarazzo. Michael si diresse verso la sua mano e le loro dita si fusero in un dolce intreccio:

"Loro li portiamo?"

disse Michael indicando alla coppia di peluche che stavano sullo scaffale; erano tenerissimi da vedere: sembravano abbracciati come lo erano in quel momento lui ed Alexa,e portavano una "A" ed una "M" sui loro laccetti legati al collo.

"Mi dispiace quando te l'ho attraventato addosso" disse lei ridendo;

"Beh invece hai fatto bene perche' a volte sono stupido,devi perdonarmi ma la verita'...e' che avevo paura di poterti perdere e cosi'...alle volte faccio delle cavolate,ma ti amo tanto...Guarda che carini,siamo proprio io e te"

"E siamo fatti proprio l'uno per l'altra amore..."

"E tu che credevi a Siedah! Ma che testolina che sei!"

lei sorrise e inizio' ad accarezzargli i capelli: avrebbe voluto prendere una qualche iniziativa per provare ancora a fare l'amore con lui,ma era ancora troppo dominata dalla vergogna per poterglielo chiedere esplicitamente.
Lo osservo' negli occhi senza smettere di sorridere; Michael la abbraccio' iniziandosi a perdere nei suoi pensieri. Non poteva fare a meno di pensare alla dolcezza e all'intensita' delle emozioni della notte precedente.

"Sei pensieroso amore,che c'e'?"

"No niente e' che...Beh,adesso sono tuo marito e non voglio mentirti...io...vedi...si ecco...il fatto e' che...io non ero mai stato con una ragazza che fosse...ecco io...Non sono mai stato la prima volta di nessuna e quindi..."

"Davvero?" lei lo fermo';

"Si"

rispose Michael a capo basso coprendosi la faccia con i ricci; Alexa scosto' i suoi capelli e gli diede un bacio sulle labbra:

"E' meraviglioso amore...Lo e' ancora di piu' saperlo"

lui la guardo' mentre lei gli regalava la sua tipca espressione dolcissima; aveva solo paura di non essere riuscito a rassicurarla,voleva che lei avesse passato un momento indimenticabile ma la sua insicurezza lo tradiva,ed in quell'istante cercava soltanto delle conferme importanti per lui.

"Era per dirti Ale che...E' come se fosse stata la prima volta anche per me...la nostra prima volta...Sono contento che sia successo solo con te,insieme ad una ragazza meravigliosa come te,e per questo avevo paura che..."

"Ssshhh...non dire piu' nulla..."

"Io...avevo paura di non essere all'altezza perche' tu...sei stupenda"

"No,tu sei stupendo...Ma amore non dirle queste cose,tu...Sei stato dolcissimo,e per le altre piccole complicazioni...Non e' di certo colpa tua"

"Grazie amore" disse lui singhiozzando;

"Me lo ricordero' per tutta la vita,hai anche cantato la mia canzone preferita,sei davvero un angelo...Scusa se ti ho fatto aspettare tanto"

disse Alexa con un tono di leggera colpa;

"Ale ma che dici! Lo sai bene come la penso...Io ti avrei aspettato sempre perche' ti amo da morire e lo sai che per me contano prima altre cose"

rispose lui poggiando la fronte contro la sua finche' non furono costretti a guardarsi negli occhi.

"Anche io ti amo da morire...E voglio amarti ancora"

Oramai lo conosceva a sufficienza per capire che con Michael doveva essere lei a cercare di farlo smuovere,altrimenti lui,gentilissimo e dolcissimo com'era,non l'avrebbe nemmeno sfiorata con un dito.
L'espressione di Michael si apri' in un meraviglioso sorriso; i suoi occhi luccicavano ogni volta che la guardava perche' era cosi' contento di poterla amare che non rusciva a trattenersi: ogni volta sentiva le farfalle nello stomaco e un mix di brividi e calore invadeva il suo corpo. Era la sensazione migliore che avesse mai provato in tutta la sua vita.

Avvicino' le labbra al suo collo e fece spazio alla sua lingua sulla pelle di lei: Alexa inclino' la testa per permettergli di essere baciata ancora piu' a fondo da quella morbidezza cosi' carezzevole che ogni volta la avvolgeva in tutti i sensi. Sposto' la bocca sulla sua spalla e poi arrivo' alla sua spalla.
Le sorrise per un secondo puntando delicatamente gli occhi al centro del suo petto che era acora nudo dalla notte appena trascorsa.
Con cauta passione bacio' ripetutamente quella zona del suo corpo che era morbida e calda,finche' non senti' i suoi capezzoli indurursi sotto la sua lingua. Vide Alexa chiudere gli occhi e lasciarsi guidare dai tocchi di lui sicuramente piu' esperti. Mentre la baciava incessantemente,lei allungo' la mano e fece scorrere le dita sulla sua guancia e sul suo collo; poi afferro' piano i suoi capelli per avvicinare meglio la sua faccia:

"Ti amo tantissimo Michael"

quella sua voce cosi' sottile e piena di una dolcezza disarmante,lo aiuto' ad abbandonare in parte tutti i suoi dubbi: era cio' che aveva piu' bisogno di sentirsi dire,e lei lo aveva capito bene. Le dita di Michael,lunghe,affusolate ,che parevano create apposta per farsi acarezzare,risalirono lungo le cosce di lei fino a fermarsi sulla sua pancetta morbida: gioco' un po' con la sua sofficita' procurando ad Alexa un misto di solletico e brividi. Via via stava scoprendo nuove sensazioni grazie all'uomo che adesso poteva guidarla in questo amore che e' davvero come un gioco proprio perche' non si finisce mai di imparare.
Si tolse l'intimo di fronte ai suoi occhi teneri e spauriti che Michael amava alla follia: era una sorta di visione angelica per lui vederla abbassare gli occhi e arrossire per poi rialzare spontaneamente lo sguardo e donargli quel suo sorriso infantile e innamorato. Le accarezzo' il viso con il dorso delle sue dita perfette; a stento riusci' a guardarla negli occhi,e le parole uscirono dalla sua bocca balbettando:

"Io sono...Cosi' felice di essere il tuo primo amore...Cosi' felice"

le disse intanto che lei esplorava il suo corpo nudo con le pupille;

"No Michael...Tu...non sei il mio primo amore...Tu sei...il mio unico amore,e lo sarai per sempre perche' io...e' per sempre che ti amero'"

accarezzo' la sua guancia e Michael provo' ancora ad unirsi a lei prendendo saldamente la sua mano: il suo bacino si avviava verso il suo insieme all'ansia e alle preoccupazioni che non gli davano tregua. Non voleva farle del male,non voleva che lei si sentisse a disagio,voleva che per lei fosse il piu' speciale possibile. Alexa lo senti' vicinissimo al punto piu' ricettivo del suo corpo,ma quello stesso corpo si tese irrigidendosi quando Michael inizio' la sua via verso quella zona femminile per eccellenza: riusci' ad abbracciare il suo calore appena,poiche' una smorfia dipinse la faccia di lei:

"Ti faccio male amore?"

Lei annui' con le labbra tese ed il naso arricciato: "eppure lo amo",non faceva altro che pensare Alexa; si sentiva un po' stupida di fronte a quella situazione,perche' non era lei a poter decidere se e quando quel poco di fastidio sarebbe cessato,e lei odiava le cose che sfuggivano al suo controllo. Ma quando si fa l'amore e' il corpo a parlare per noi, cosi' fu per lei all'alba di quella mattinata del 7 Aprile 1993,nella quale,cosi' come la citta' doveva ancora prendere il ritmo,l'amore in quel senso piu' intimo attendeva solo di essere scoperto. Per adesso era solo l'alba,ma sicuramente col tempo,proprio come la stessa citta',il tutto sarebbe stato piu' vivo e coinvolgente.
Dovette arrendersi al volere del suo "io" comandato non di certo dal cervello,e Michael si uni' a lei con dei movimenti lentissimi e superficiali che ovviamente a lei non parvero un granche'. Era troppo concentrata sul catturare la novita' per poter riuscire ad essere piu' serena. Non riusci' ad andare piu' in la',ma per la prima volta,aveva compiuto un altro passetto in avanti che,passo dopo passo,l'avrebbe portata alla fine di quel sentiero d'amore.
Era troppa l'ansia,troppo il nervosismo,troppa la paura...C'erano insomma troppi "troppo" per permettere a quelle due anime plasmate l'una per l'altra di fondersi anche con il corpo.
Alexa seguiva la lentezza di Michael con il suo respiro: penso' a quanto fosse strano ma maledettamente bello poterlo sentire cosi' anche se non fino in fondo. Era confusa. Questo si sente la prima volta che si fa l'amore: tanta confusione,nonostante gli occhi sgargianti di lui,nonostante la consapevolezza che chi ti sta accanto ti ama,nonostante tu senti lo stesso,e' questa sensazione che ti stringe il cuore,il corpo,la gola: tanta confusione.
Sicuramente perche' doveva ancora realizzare cosa stava vivendo,e non puoi affrontare senza ansia una cosa se non capisci ancora di cosa si tratta.

"Non ti preoccupare Ale...E' normale la prima volta"

"Michael io..." si limito' a scuotere la testa in segno di dissenso;

"Ci riusciremo...Se e' questa la tua preoccupazione...Ma adesso preoccupati solo del fatto che ti amo e che ci aspetta Parigi,eh? Su amore,voglio vederti sorridere"

"Mi sento cosi' stupida!"

"Ma non devi sentirti stupida...Magari...Un po'di dolore e' normale,ma io...Non voglio farti male...Non preoccuparti cosi'...e' inutile...e non pensare che non sia bello perche'...Cosi' e' molto dolce e....ho gia' visto che e' bellissimo fare l'amore con te!"

"Non riesco a parlare...Sei cosi' dolce...Posso solo dire che ti amo e che non vedo l'ora di essere a Parigi! Ti amo!"

"Vieni testolina...Abbracciami!"

si dettero un bacio e continuarono a dialogare senza parole tramite i loro sguardi,i loro gesti e i loro sorrisi; stretti l'uno accanto all'altra a respirare i rispettivi profumi,ad avere come fonte di calore non soltanto piu' una coperta bensi' i loro corpi,a guardare il sole sorgere insieme,avendo in mente un unico pensiero: Parigi.

Il loro buon umore invadeva tutto l'aereo.
Stavano volando insieme diretti in quella meta che a detta di tutti e' la citta' piu' bella del mondo. Atmosfera,arte,storia e charme li attendevano,e nuvola dopo nuvola Alexa si sentiva sempre piu' vicina a quella citta' che da sogno stava diventando realta'. Gurdava impaziente il finestrino per cercare di scorgere i palazzi,me cio' che vedeva era solo un insieme di soffici nuvole vaganti tra l'azzurro del cielo. Osservava Michael dormire: il volo stava durando molto e gli prese la mano baciandola. Lesse qualche rivista,penso',ma ogni cosa che iniziava non riusciva a portarla a termine perche' fremeva come una bambina che chiede continuamente "Quando arriviamo?"
Poi arrivo' l'annuncio,il quale comunicava che l'aereo stava volando sopra Parigi:

"Oddio! Oddio!"

Alexa balzo' attraventando il giornale che aveva in mano e si affaccio' dal finestrino speranzosa di intravedere qualche casa o la punta delle Tour Eiffel. Michael si alzo' dal suo sonno dopo aver sentito la voce squillante del pilota; vide Alexa di spalle che non si era accorta di lui; si avvicino' mentre lei si guardava allo specchietto e vide il viso sorridente di Michael direttamente nel vetro dello specchio:

"Ciao amore!" disse con la sua voce dolcissima;

"Ma sei impazzito? Mi hai fatto prendere un colpo!" lei fece uno scatto;

lui replico' con una sottile risata e l'abbraccio' da dietro:

"Cosa guardi di bello?" le chiese facendo finta di essere incuriosito;

"Lo sai perfettamente cosa guardo...Guardo questa meraviglia...Siamo quasi arrivati,finalmente!"

Michael si fece piu' stretto a lei,cosi' vicino che Alexa poteva sentire i suoi ricci posarsi sul suo collo:

"Ma come....Esiste qualcosa piu' meraviglioso di te? Non mi dire,non ci credo...."

Le sussurro' Michael nell'orecchio con presa ancora piu' salda. Alexa si giro' appena e lui le diede un bacetto sulla bocca:

"Michael dimmi...Che citta' e' quella?"

"Quella? E'...E' la citta' dell'amore...E aspetta solo noi!" le fece l'occhiolino;

"Michael ti amo!"

****************************************************

Arrivarono in hotel e Alexa non pote' far a meno di notare la loro suite: i suoi occhi erano rapiti dalla cura dei particolari e si posavano su ogni angolo. Ogni dettaglio era perfetto: i mobili in stile Luigi XIV,gli arazzi,le tende broccate,i quadri,i lampadari; c'erano fiori freschi dappertutto,un'immensa vasca di marmo contornata da rubinetti dorati e un letto enorme e soffice con una coperta damascata ricamata a mano.

"E' stupenda Michael,grazie amore,grazie di cuore per regalarmi tutto questo!"

Si tuffo' tra le sue braccia andando incontro alla sua bocca: la sua valigia le cadde di mano cadendo a terra quando Michael uni' la sua bocca a quella di Alexa. Le mani di Michael accarezzarono la pelle di lei insinuandosi sotto la sua maglietta,regalandole quei piccoli brividi procurati dalle sue dita sottili che scorrevano su e giu' lungo la sua schiena. Rimasero cosi',a godersi quell'attimo cosi' intimo di un bacio super appassionato.
Alexa sfece i bagagli e ando' dentro al letto:aveva la guida in mano ed era ansiosa di fare un piccolo itinerario per decidere cosa andare a visitare.
Michael la raggiunse e si infilo' sotto le coperte accanto a lei aprendo un braccio per poterla tenere stretta a se':

"Voglio assolutamente andare a Versailles,poi al Louvre,poi alla Tour Eiffel,gli Champs Elysèes,poi ovviamente a Notre Dame,a Mont Martre,il quartiere degli artisti...Voglio vedere le fontane,i parchi,e fare un giro lungo la Senna,e poi amore...Un giorno voglio fare uno spuntino in un caffe' e una sera voglio assaggiare le ostriche!"

"Ma certo Ale...Faremo tutto cio' che vuoi,stai tranquilla,vedo che hai gia' programmato tutto quindi...Lascio fare a te!" rise;

"No io intendevo...Ecco se...Se ti va bene Michael,altrimenti..."

"Ahahah,ma certo che mi va bene....Lo sai che sei deliziosa?"

"Che scema,mi sono lasciata prendere troppo! E' che...Sono cosi' felice di essere a Parigi Michael...Con te...Ancora non ci credo,non so se mi riprendero'!" disse a lui stringendogli le mani;

lui non rispose e si alzo' per prendere la vestaglia,ma quando torno' la vide che gia' dormiva distesa su un fianco. Le diede un bacio sulla guancia sistemandole i capelli che le erano caduti sul viso e rimase sveglio continuando a sfogliare la guida che Alexa aveva in mano pochi minuti prima in cerca di qualche ispirazione per farle qualche sorpresa.
Sapeva che Alexa mostrava sempre una fresca gioia per tutte le situazioni come una bambia; di conseguenza sapeva che se l'albergo o altre cose non le sarebbero piaciute,non glielo avrebbe mai detto,ma Michael aveva il timore che anche la piu' piccola cosa potesse non andare. L'insicurezza lo mangio' perche' voleva che tutto,nulla escluso,fosse perfetto ed indimenticabile per lei. Se lo era promesso e glielo aveva promesso con tutto il cuore. Abbasso' ancora la lampadina rendendo la sua luce piu' fioca per evitare di svegliare Alexa; sfoglio' facendo attenzione a non fare rumore e poi fu colto da un improvviso colpo di genio.
Anzi,in realta' furono due: si era sempre sentito una persona normale,ma restava pur sempre Michael Jackson,e gli improvvisi lampi di creativita' facevano parte della sua natura di artista.

"Due in un colpo solo....meglio di cosi'!" penso' sorridendo: si stava gia' figurando la faccia di Alexa e la sua reazione quando avrebbe visto la sua sorpresa. Non ne era sicurissimo,ma era un dono fatto con il cuore,per la sua dolcissima moglie,ed era questo in fondo che contava di piu'.
Conoscendola avrebbe giurato che le sarebbe piaciuto. Si era sforzato settimane in cerca di qualcosa che fosse speciale; ma sempre senza risultato: voleva qualcosa che non fosse soltanto la vacanza da semplice turista,voleva per Alexa qualcosa che davvero fosse unico ed irripetibile.
Lo allettava l'idea che lei portasse nel suo cuore e per tutta la vita un bagaglio di esperienze belle e romantiche che Alexa aveva vissuto con lui; si sentiva apprezzato e importante nei suoi confronti,cosi' lascio' liberamente campo al suo lato perfezionista ed originale che non lo abbandonava,e si diresse fuori dalla suite per fare un paio di telefonate.
Sapeva che aveva in testa qualcosa che probabilmente nessuno aveva mai fatto;che probabilmente sapeva di libro o di film,ma l'amava alla follia e per lei avrebbe rischiato di tutto,anche di farsi arrestare dalla polizia francese.

"Davvero si puo' fare? Perfetto! Perfetto! Tres Bien! Merci! Merci Beacoup Monsiuer,Merci et Au Revoir!"

Grido' con la sua vocina carica di entusiasmo mentre ancora con il pigiama rosso fuoco era accasciato sulla moquette del corridoio con le gambe incrociate e il telefono sulle ginocchia.
Si alzo' aggiustandosi i capelli e cammino' un po' osservando tutte le finestre: scosto' le tende di ognuna finche' non vide nel nero pesto del cielo la solita stella dei desideri brillare. Allora gli faceva compagnia anche a Parigi,penso'. Era di certo un segno del destino: si porto' le dita al labbro e lancio' alla stella un bacio con gli occhi pieni di gioia.
Era certo che quello sarebbe stato il viaggio piu' bello ed emozionante della sua vita.
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Messaggio Da marina56 Lun Ott 17, 2011 12:15 pm

L'indomani mattina Alexa era gia' sveglia prima ancora che il sole stesso comparisse nel cielo. Si vesti' di fretta ma con cura: la tracolla era gia' attrezzata di macchina fotografica,guida turistica,portafoglio,dizionaretto di francese. La sua maglietta leggera a righe blu,il pantaloncino nero e le ballerine la facevano sembrare parigina aggiungendo un tocco francese al suo look. Si trucco' velocemente usando poco ombretto e tanta matita nera per esaltare lo sguardo e aspetto' ansiosa che Michael si svegliasse.
Lo fissava insistentemente gesticolando con le mani come se con una qualche magia potesse far si che uscisse dal letto. Quando lo vide aprire un solo occhio,si catapulto' accanto a lui facendo vibrare il materasso: sbircio' appena,con un occhio ancora appannato per la stanchezza e vide Alexa frizzante come non mai,ansiosa di iniziare il loro tour,che lo pregava di riprendersi scuotendo il suo braccio:

"Eddai amore,dai che e' tardi!"

"mmmmmm....Ho sonno!"

replico' Michael inconsciamente tirandosi la coperta fin sopra al naso.
Alexa continuava a dargli fastidio,ma lui sembrava del tutto indisposto a darle retta. Sembrava un bimbo che non vuole svegliarsi per andare a scuola,e ad Alexa non lascio' altra scelta: ando' sotto le coperte e gli fece il solletico dappertutto. Rise a squarciagola nel vederlo dimenarsi a destra e a sinistra in quel letto cosi' spazioso.

"E va bene...Hai vinto!"

disse Michael con la voce intontita stropicciandosi gli occhi.
Alexa tiro' giu' la sua coperta e lui senti' una scossa di freddo pervaderlo dappertutto. "Bbbbrrrrr": cerco' di tirarsi su la coperta,ma lei gli blocco' le mani togliendo la morbida coperta color crema attraventandola sul pavimento. Ando' ad afferrare la nappa della tenda che ricadeva dall'enorme finestra che affacciava sul terrazzo e levo' la tenda per permettere alla luce di entrare nella stanza. Ma quando la tenda si accosto' al muro,Alexa non credette ai suoi occhi:

"Oh mio Dio" disse con tono stupito e con gli occhi sgranati;

La vista della Tour Eiffel era davanti a lei: immersa nel bagliore del sole mattutino; bellissima,imponente; con i rami degli alberi che accarezzavano quasi la sua struttura in ferro. Era la prima volta che la vedeva dal vivo. Ne rimase esterrefatta. Poggio' la testa sul vetro e per un attimo tutto il suo entusiasmo svani' per lasciare ai suoi occhi di godere di tanta maestosita'.
Michael si avvicino' e l'abbraccio' nel modo che adorava di piu': cingerle la vita mentre era dietro di lei per poter sentire meglio la sua pancia morbida e per poter riempire il suo collo ed il suo viso di bacetti.
Alexa si volto' notando quanto buffo ma dolcissimo fosse il suo viso al risveglio: i ricci struffati,gli occhi completamente struccati,e la sua espressione distrutta. Gli sorrise:

"Michael e' meraviglioso..."

"Ti piace? Volevo fartela vedere di sera,ma ti sei addormentata...Questa...E' la migliore suite di tutta Parigi,e qui c'e' la miglior vista della citta'"

"Michael ma perche' fai tutto questo? Io..."

"Perche' questo...E' il nostro viaggio di nozze,e voglio...Voglio che tutto sia perfetto per te,ti amo"

"Ma Michael io ti amo lo stesso,ti amo da morire anche se non fai tutto cio'....Sei troppo speciale,troppo...Io...Ti ringrazio!"

"Non devi ringraziarmi,e adesso andiamo che e' tardi davvero,abbiamo tantissime cose da vedere oggi"

le disse voltandosi pensando alla sorpresa che attendeva Alexa.
Ando' a vestirsi e uscirono dalla suite mano nella mano,percorrendo il corridoio ancora mano nella mano,guardandosi teneramente e scambiandosi dolci sorrisi che sostituivano ogni parola.
Alexa fece un ultimo passo scendendo dalla grande scalinata in marmo con il cuore in gola: arrivo' alla porta dell'Hotel e in un attimo si ritrovarono fuori,per la strada,a respirare l'aria di quella citta' incantata.

****************************************************

Parigi: arte,cultura e storia si fondono in questa citta' come da nessun'altra parte al mondo. Alexa respiro' la sua magia ,la magia di una citta' i cui monumenti gloriosi e quel non so che che ti attira come una calamita non appena alzi lo sguardo,e' il frutto di secoli di duro lavoro e grandi conquiste. Basta pensare a Napoleone o a Luigi XIV per rendersene conto.
Un re soprannominato "Re Sole" non poteva portare che splendore in questa citta'. Ci sono stati anche episodi travagliati,come la Rivoluzione del 1789,dettata da oppressione e miseria per il povero popolo sfinito dalla poverta'; ma le grandi personalita' che hanno dominato la Francia nei secoli successivi,sono state cosi' influenti e vogliose di farsi ricordare,che ai posteri hanno lasciato niente di meno che questa citta' che esercita sui visitatori un'attrattiva come nessun altro luogo.

E poi le basto' camminare per rendersi conto di cosa l'attendeva: i grandi viali alberati,i palazzi illuminati,le vetrine da urlo; il verde dei parchi,le fontane; le biciclette,l'odore delle baguette appena sfornate,i piccoli Bistrot agli angoli delle strade,quell'eco di fisarmonica che i suoi orecchi percepivano sorridendo al loro ritmo. Parigi e' poesia,e' luce,e' la citta' dell'amore,e lei,dopo sole due ore che girava,se ne era gia' innamorata.
Ogni via della citta' e' una scoperta,ogni quartiere un piccolo mondo se' nel quale perdersi e farsi rapire dalle sue mille anime. Le sembrava di attraversare le vie di un sogno che ancora faceva fatica ad accettare che fosse reale.

La mattinata passo' cosi',vagando senza una meta precisa,soltanto camminando per il puro gusto di scrutare la citta' in tutto il suo splendore.
Pranzarono in un caffe' mangiando una cosetta al volo,e passo dopo passo arrivarono a Mont Martre,il quartiere degli artisti,dove centinaia di pittori si destreggiavano con tavolozze e pennelli riproducendo i ritratti piu' svariati: dalle persone comuni,agli animali e paesaggi fino agli oggetti e ai volti noti.

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"Amore guarda che bello,ma e' indescrivibile! Adesso compro qualche stampa...No anzi! Mi e' venuta un'idea! Mi faccio fare un ritratto per Oliver e Sebastian,sara' il mio regalo per loro,che ne dici?"

"Uh si,che bella idea!"

Alexa si avvicino' ad un ragazzo sulla trentina,portava un basco nero in testa,aveva un foulard rosso annodato lento al collo ed una maglia lunga a righe. Aveva lineamenti gentili ed una postura tipicamente francese.
Consegno' le foto al pittore e lo ammiro' mentre era intento a produrre i ritratti dei suoi amici. Lo osservava curiosa e notava le sue mani stringere il pennello e i suoi occhi attenti catturare i particolari dei loro volti per riprodurli sul quadro. Cio' che appari' sulla tela fu un autentico capolavoro: resto' di stucco nel vedere quanto le foto fossero identiche al dipinto.
Il ragazzo le mostro' fiero i dipinti aspettando che lei approvasse:

"Tres bien,tres bien! C'est magnifique,J'adore...J'adore,Merci!"

il pittore incarto' i due quadri con una carta grezza a cui aggiunse un bel nastro rosso; Alexa gli la mano per ringraziarlo e si avviarono altrove.

"Lasciali a me,li porto io"

"No Michael ce la faccio,non imp..."

Non fece in tempo a rispondere che Michael gia' aveva tolto i quadri dalle sue mani prendendoli al suo posto. Fu un gesto cosi' carino da parte sua che lei rimase senza parole. Arrivo' in una cabina e chiamo' Paul,la sua bodyguard di fiducia che era in citta' per assicurarsi che nessun paparazzo o fastidio di altro tipo potesse interrompere la loro luna di miele. Lo prego' di raggiungerlo e di riportare i quadri in Hotel per non aver alcun fastidio che intralciasse le loro passeggiate per la citta'.

"Grazie Michael" gli disse lei sorridendo;

"E di che,figurati,erano pesanti..."

lui sorrise e le prese la mano guidandola verso un parco vicinissimo al quartiere. Si sedettero su una panchina immersa nel verde per riposarsi un po'; una brezza lieve accarezzava i loro volti,e il sole splendente illuminava tutto il parco risaltando ancora di piu' il verde brillante degli alberi e dell'erba. Michael dette un piccolo pizzicotto sulla guancia di Alexa,e lei apri' la borsetta estraendo la guida:

"Dai fammi vedere Ale,guardiamo cosa fare oggi!"

Michael strappo' dalle sue mani la guida ridendo: lei provo' ad acchiapparla,ma le braccia lunghe di lui la tenevano sospesa in aria stretta tra le sue mani:

"Hey,dai,non e' carino togliere le cose di mano ad una signora,ridammela!"

"Ah ah! Aspetta dai...Guardiamo insieme"

Si mise la guida sulle ginocchia e Alexa poso' una mano sulla sua spalla stando vicina a lui: Michael sfogliava le pagine facendo finta di essere in cerca di un qualche posto da visitare,ma in realta' sapeva gia' cosa avrebbero fatto quel pomeriggio. Giocava con la carta senza lasciare il tempo ad Alexa per focalizzare le indicazioni della guida:

"Michael ma cosi' non vedo niente!"

"Ahahahah! Aspetta...Ehm...Io avrei un'idea...Andiamo....Andiamo..."

"Qui" disse Michael dopo qualche secondo di silenzio puntando l'indice su una foto che raffigurava Versailles. Abbasso' la testa in attesa della sua reazione: Alexa piombo' su di lui torturando le sue labbra di baci.
Era incredibile,semplicemente incredibile: lei le parlava ma la maggior parte delle volte stava zitto; a lei sembrava di conversare normalmente esprimendo i suoi interessi o i suoi punti di vista,e invece Michael faceva un silenzioso tesoro di cio' che lei gli diceva,ed il risultato era sempre questo: delle improvvise sorprese che la lasciavano senza fiato.

"Hai detto che volevi andarci no? Bene allora,andiamo!"

********************************************************

Versailles: E' risaputo che Luigi XIV aveva un'indole capricciosa,e cosa ci si poteva aspettare da lui se non la costruzione,pardon,sistemazione,di uno dei castelli piu' belli del mondo.

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"Infatti non fu,come e' invece opinione diffusa,Luigi XIV a costruire Versailles,bensi' il suo precedente Luigi XII. Il Re Sole infatti contribui' a rimettere in sesto il palazzo oramai celebre per la sua maestosita' in tutto il mondo. Contrariamente a cio' che si pensa,all'epoca di Luigi XII la sede del Palazzo Reale era dove adesso si trova il museo del Louvre. Tuttavia egli non trovo' alcuna reggia,all'inizio del suo regno,che lo soddisfacesse pienamente. Nel 1651,all'eta' di soli 13 anni,il re visito' Versailles per la prima volta e fu un colpo di fulmine:il castello era il piu' nuovo e moderno di tutti,con grandi spazi che gli avrebbero permesso di partecipare anche alle battute di caccia. Dieci anni dopo,nel 1661,oramai Versailles era al centro dei suoi progetti: il Re ordino' l'ampliamento della Reggia e l'inizio delle decorazioni degli appartamenti.
Ma l'idea di erigere uno dei palazzi piu' straordinari d'Europa non fu ben accolta alla corte del re,anzi,procuro' ad egli stesso non poche critiche,poiche' Versailles era vista soltanto come un luogo adatto per qualche festa,ma niente di piu'. Fu definito "Un luogo triste,senza panorama,senza boschi,senz'acqua,senza terre,perche' tutto e' sabbie mobili e palude,senz'aria" . Oltretutto la scelta del Re fu ritenuta cosi' stravagante,
che nessuno si capacitava del perche' egli fosse disposto ad investire quasi venti volte il valore d'acquisto per i lavori da eseguire. Persino Colbert,uno dei piu' fidati consiglieri del re,gli invio' uan lettera in cui lo pregava di non trascurare la residenza del louvre, "Certamente il piu' superbo palazzo che vi sia al mondo. Che sconforto,vedere un cosi' grande re ridotto alla misura di Versailles!"

"Mmmmm,mi sa che il consigliere non ci aveva capito tanto,vero amore?"

disse ad Alexa ridendo dopo che lei aveva letto quelle parole sulla guida.

"Ahahahah,gia'...Allora,iniziamo dagli appartamenti o dal parco? "

"Andiamo prima al parco,senno' rischiamo che faccia buio e sarebbe davvero un peccato non riuscire a vedere il lago,le statue esterne,le fontane e i giardini"

"Credevo funzionasse al contrario comunque,va bene Michael,andiamo!"

Michael sorrise mordendosi il labbro senza che lei lo vedesse: era proprio quello il suo obiettivo,e cioe' arrivare al momento in cui il sole tramontasse o quasi perche' la sua sorpresa fosse il piu' reale possibile.
Girarono a piedi il parco e gli sterminati giardini,ammirando i giochi dei getti d'acqua delle fontane,il miscuglio di colori sgargianti delle enormi aiuole,i particolari delle statue di marmo; i cortili e i cancelli,lasciandosi rapire totalmente dall'atmosfera unica che solo la Reggia di Versailles sa regalare ai suoi visitatori.
Attraversarono il bosco,e ogni tanto i loro occhi si innalzavano ancora piu' su,per catturare la varieta' di piante che gli si presentava davanti,proprio belle per l'effetto di contrasto che si scorgeva nella loro diversita'.
Spostarono gli occhi in basso,dove le foglie,alcune rigate dai colori dell'Autunno ed alcune che perfino portavano nell'aria quel loro odore di un piacevole imputridimento di terra,si mescolavano dando vita ad un tappeto di sfumature che era brillante,malinconico e capace di suscitare emozioni poetiche se non trascendenti. Man a mano che avanzavano,gli sembrava di guardare un lontano mosaico appannato dal giallo,dal verde,dal marrone,dall'ocra,in cui soltanto piccole macchie rosa o arancioni,dei primi fiori Primaverili,ne spezzavano la composizione.
Statue che richiamavano miti greci e romani stavano erette tra i labirinti che le piante formavano una accanto all'altra.
Il lago,la cui superficie luccicava per i riflessi del sole,regalandogli una soave patina dorata,accoglieva petali di fiori qua e la',che tremavano sotto il movimento delle onde che si alzavano delicate facendo increspare l'acqua. Si scambiarono un bacio pieno d'amore lungo la sua riva,lasciando che i rami cadenti incorniciassero il loro abbraccio,in quel punto in cui sicuramente tante volte il re stesso si era recato con la sua innamorata.

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Michael ed Alexa non si parlarono quasi: erano entrambi rapiti dalla geometria e dalla simmetria del castello,dalle proporzioni di tutto quello spazio,dall'infinito fascino che quel perfetto simbolo del potere sovrano riusciva a dare al suo spettatore. Continuarono a muoversi tra le pietre del castello scattando qualche foto,lasciando che la leggera brezza di quel pomeriggio dal sole tiepido e raggiante li conducesse sino alla dimora interna.

"Qui c'e' l'Orangerie,dove il re era solito fare ricevimenti,e di qua ci avviamo verso la Sala Dell'Opera: il re amava moltissimo gli spettacoli,ma odiava farsi guardare,cosi' costrui' una loggetta tutta per lui,che gli consentisse di assistere allo spettacolo senza essere visto. Segue la cappella e poi arriviamo alla scalinata che ci conduce verso gli appartamenti"

Fin dalla prima sala furono colpiti profondamente dall'atmosfera particolare e dal profumo inconfondibile che gli alloggi suscitavano. La maestosita' degli interni ti sovrasta,ti sommerge; dalla tua bocca non puo' uscire soltanto un semplice "wow",perche' la sensazione di immenso splendore che ne esce si dilaga nel tuo stomaco,nel tuo cuore,nella tua anima. Restarono semplicemente senza fiato,incapaci di parlarsi,catturati da quegli spazi che non permettono agli occhi di fare un attimo di sosta.
Erano sovrastati dai soffitti in gesso,dai rivestimenti in legno,dall'oro che colava ovunque. Ammirarono le suppellettili d'oro e d'argento; i vasi di giada,di turchese e di smeraldo;ma anche quelli di porcellane orientali di Cina e Giappone; quadri raffiguranti i membri della famiglia reale,i busti delle figure antiche,gli orologi,i mobili laccati e antichi,cassapanche e como'; i caminetti scolpiti con motivi a conchiglie e riccioluti;le stoffe pregiate,le pietre preziose incastonate nei muri,i cristalli che sfavillavano alle pareti,gli affreschi creati dalle mani dei pittori piu' illustri. Erano intenti a catturare la magia della luce madreperlacea che si notava stanza dopo stanza.

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Versailles e' armonia,eleganza senza tempo,raffinateza: sia Michael che Alexa ebbero l'impressione di poter far emergere i ricordi degli atti e degli evanti di cui quegli spazi furono testimoni. A tratti gli pareva che Luigi XIV fosse la' a guardarli. Pareva che i muri avessero occhi e orecchie. Che buffo,ma che suggestivo. In una parola: Sublime.
Ancora qualche ora per fare attenzione alla divisione minuziosa degli spazi,all'incredibile maestosita' con cui furono concepiti gli arredi: non vi e' un solo angolo lasciato neutro; ogni scheggia di parquet,ogni granello di muro,ogni fibra di stoffa,porta qualcosa del re che e' quell'impronta autentica ed inconfondibile associata ancora oggi al famoso stile Luigi XV.
Tutto e' cosi' precisamente perfetto,che gli occhi fanno fatica a scomporre la sua bellezza.

"Caspita amore,ma che splendore,quanta storia,quanta meraviglia!"

"Vero Michael,e' stupenda...Ma ci sarebbe ancora una sala che vorrei vedere,sembra bellissima...E' quella da ballo"

"Ok amore" rispose lui con un sorrisetto sotto i baffi;

Arrivarono alla sala ma con grande delusione di Alexa,inspiegabilmente era chiusa. Accenno' un'espressione palesemente delusa,e agito' le pagine della guida per leggere,ma non c'era alcuna informazione a riguardo.

"Che starno,eppure non dovrebbe essere chiusa,qui non c'e' scritto niente"

"No dai Ale,non preoccuparti,forse la stanno ristrutturando... Chiedero' al custode se e' possibile tornarci in questi gironi,riusciremo a guardarla"

Disse Michael cercando di non farsi sorprendere a mentire. Arrivarono all'uscita ma Michael,sull'orlo della porta e mentre lei era di spalle,estrasse un pezzetto di raso dalla tasca e la bendo' con un nastro rosa intorno agli occhi.

"Michael ma che fai?"

"Sssshhhhh....Seguimi"

la prese per mano e la condusse di sopra,davanti alla sala da ballo che lei avrebbe voluto vedere,senza che lei lo sapesse. Con la chiave che gli era stata consegnata,apri' la porta cercando di non fare troppo rumore. La fece avanzare un po' facendola entrare. Lei non vedeva e non capiva dov'era.
Michael la porto' al centro della sala e Alexa senti' lo scricchiolio del pavimento antico sotto i suoi piedi.
Michael sciolse il nastro permettendo alla sua vista di farsi spazio davanti alla fiabesca sala che la aspettava. Ando' avanti scrutando la sala che sembrava prolungarsi all'infinito,e Michael la guardava sorridente mentre la vedeva di spalle camminare delicata come una principessa ad una sera di festa. Lei gli ando' incontro e lo abbraccio' sorridendogli:

"Michael io non ho parole per dirti come sei"

Lui si riempi' del candore del suo sorriso e della sincera dolcezza della sua voce. Le prese la mano e inizio' a girarle intorno; poi si mise davanti a lei:

"Mi concede questo ballo,Madame?"

"Ma certo mio cavaliere"

Michael le cinse la vita con un braccio,e l'altra sua mano strinse quella di lei sollevandola in aria mentre Alexa poggio' una sua mano sulla spalla di lui. Con fare lento,iniziarono a volteggiare emulando un Valzer,ma nessuno dei due era molto abile in quel tipo di danza.

"Sai...Ti ci vedo proprio con un pantalone al ginocchio,il codino legato da un fiocco e una giacca vellutata con bottoni ramati"

"Ahahah,e io vedo te,con un vestito gonfio e rosato,con i fiori tra i capelli,i guanti di seta e un gioiello preziosissimo... La regina della festa,ancora piu' bella di Maria Antonietta...Non e' difficile: usa la fantasia e immagina che io e te siamo ad un ballo regale in una notte di festa del '700"

Dopo che Michael le sussurro' quelle parole,Alexa senti' partire una musica,ma non riusciva a capire da dove proveniva.
La riconobbe sin dalla prima nota:era la base della sua canzone preferita,che suonava solo per loro in quel posto unico al mondo.
Michael si uni' alla base di "I just can't Stop loving you" ed inizio' a cantarle dal vivo per la seconda volta quella canzone che per lei stava diventando la melodia del suo amore per lui.

"Michael...Luigi XIV non sarebbe tanto contento di questa invasione..."

"Ma chi se ne importa....Per te io passerei anche sopra al Re di Francia"

Restarono abbracciati a ballare sino all'ultima battuta di quella canzone,
respirando l'amore che provavano l'uno per l'altra in una delle sale piu' belle dell'intero universo. Alexa lo guardava estasiata: sapeva che era timido,ma quando cercava di recuperare con quei gesti le parole che non riusciva a comunicarle,la sua testa si staccava dal suo corpo,e perdeva completamente la ragione per abbandonarsi a quell'anima pura e genuina che era suo marito.

"Ti amo Michael,e' banale ma non ho nient'altro da dire: Ti amo con una forza che non riesco a descrivere"

Il sole si accingeva a sparire dall'azzurro del cielo,e lasciarono Versailles felici di aver visitato quell'idea nata da un sogno,che era divenuta progetto ed infine diventata simbolo e orgoglio della Monarchia e dello Stato. Quella reggia che come non mai esprimeva al meglio lo spirito francese: volonta',eleganza e capriccio.

******************************************************************

Michael non poteva scegliere Hotel migliore per far si che il sogno di Alexa fosse ancora piu' sbalorditivo.
Il George V di Parigi e' uno degli Hotel piu' antichi: inimitabile,unico ed indimenticabile. Dai Beatles ai Kennedy,passando per attori e politici,ospiti illustri hanno soggiornato qui. Nella lussuosa hall c'erano dei quadretti con le loro foto autografate che Alexa si diverti' ad ammirare.

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Attese che la porta dorata dell'ascensore si aprisse e lei e Michael salirono in camera. Alexa non riusciva a smettere di fissare la suite: in quel momento penso' che soltanto lei che c'era stata poteva coglierne appieno l'essenza; a chi lo avrebbe raccontato,non avrebbero mai potuto capire cosa si respirasse in quell'Hotel.

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Si faceva la doccia guardando i fiori bianchi che adornavano la vasca; le candele accese e il marmo limpido. Prese il suo shampoo ma noto' il kit di saponette e profumi che,racchiuso in eleganti boccettine,aveva inciso il nome dell'Hotel. Si coccolo' ancora un po' tra il vapore del bagno e si avvolse nell'accappatoio purissimo che sapeva di nuovo ed era soffice; anzi,penso' che era quasi morbido quanto la pelle del suo Michael. Sorrise asciugandosi i capelli e apri' la porta scorrevole notando che l'orologio con l' posato sulla consolle rintoccava gia' le 20:00. Scatto' per vestirsi: opto' per un vestito nero,
intramontabile classico per una serata in hotel di alto livello come quello.
Era semplice,ma irresistibile: il suo vestito nero era aderente di sopra,ma sotto formava una leggera scia di ruches che vagavano libere ad ogni passo che Alexa compiva lasciando intravedere le sue gambe perfette.
Si lego' i capelli che non riusciva proprio a disciplinare dopo una giornata piena come quella e li raccolse fermandoli con un fermaglio-gioiello a forma di farfalla. Per non apparire troppo indiscreta,indosso' un coprispalle luccicante e le immancabili scarpe con il tacco che la slanciavano ancora di piu' completarono la sua mise.

"Sei davvero bellissima,amore mio"

Michael le bacio' la mano e uscirono dalla suite,entrambi elegantissimi,per scendere al ristorante. Bevvero il migliore Champagne,asaggiarono i crostini di baguette,delle omelettes e delle verdure con senape. Finirono con una crepe dolce e salirono nella stanza con l'impressione di esser estati ad un banchetto.

"Amore ho mangiato troppo!" disse lei mentre si lavava i denti;

"Ahahah qui la cucina e' squisita,come si fa a non sgarrare?"

"Hai ragione"

rispose lei tuffandosi sul materasso e allargando le braccia finendo a pancia in giu'. Sollevo' la testa che era affondata nella coperta e lo guardo' sorridendo:

"Vieni qui,dammi un bacio...Mi sto divertendo tantissimo amore"

gli disse accarezzandogli i capelli che libero' dall'elastico che li teneva legati. Lui rispose alla sua richiesta baciandole la bocca finche' non senti' la sua lingua avvolgente seguire la sua. Chiuse gli occhi e si ritrovo' stesa sul letto con Michael che provava a cercare un contatto con lei senza sembrare troppo diretto. Anche lei voleva fare l'amore con lui,iniziava a piacergli l'idea del suo corpo nudo che l'abbracciava in quel modo cosi' intimo. Dopo uno sguardo intenso,durante il quale lei si perse nei suoi occhioni scuri che brillavano riflessi nei suoi,Michael si stese dolcemente su di lei e anche lui lascio' che le sue dita potessero scorrere tra i suoi capelli castani intensi senza l'intralcio della mollettina. Ma lascio' la farfalla che all'altezza del suo orecchio illuminava ancora meglio la sua carnagione chiara,i suoi capelli profumati di shampoo,e che la rendeva piu' brillante di qualsiasi altro gioiello ai suoi occhi.
I suoi polpastrelli si posarono sul collo di lei arrivando dietro alla nuca: accarezzo' piano la sua pelle dandole dei piacevoli brividi,poi le sue dita fecero calare lo spallino del vestito nero. Bacio' il suo collo a piccoli tocchi mentre lasciava che il vestito abbandonasse il suo corpo. La guardo' con il suo completino che come sempre trovava splendido: accarezzo' le sue cosce ripetutamente,salendo con le mani fino al suo reggiseno. Bacio' il suo seno dal tessuto color cipria: tracce della sua lingua umida trapassarono sulla pelle di lei. Osservo' le rifiniture e il fiocchetto e lo sgancio' con cura. Le sue mani si trasferirono dai fianchi al suo seno; per un attimo poso' le mani su di esso sentendolo perfettamente prigioniero tra i suoi palmi. Le sua dita cominciarono a giocare con i suoi capezzoli per la prima volta: Alexa tiro' un rumoroso sospiro dopo qualche carezza; i tocchi di Michael erano cosi' inebrianti che improvvisamente percepi' una specie di fuoco dilagare nel basso ventre. Riusci' a non pensare a niente veramente per la prima volta dopo la notte del matrimonio. Il suo corpo iniziava a sciogliersi e a snodarsi dalla tensione,desideroso di ricevere ancora qualche bacio,ancora qualche carezza,per terminare poi all'unione vera e propria.
Tolse la sua mutandina e lei si abbandono' a lui: la vide rilassata quanto basta,e questa volta,in quella suite meravigliosa nella quale erano,tutto fu per la prima volta piu' magico e naturale. Entro' dentro di lei senza difficolta',e Alexa si stupi' di non essere stata mangiata dall'emozione anche stavolta.

"Che bello" mormoro' lei con un cenno delle labbra e voce impercettibile

"hai detto qualcosa amore?" replico' lui con un sorriso;

"Si ho detto...che e' davvero bello amarti cosi'"

"Ma io ti amo in ogni modo e ti amo sempre Ale...Cosi'...Ancora di piu'...E' bellissimo anche per me"

Le diede un bacio sulla bocca restando fermo. Alexa non era tesa come le volte precedenti,ma non sapeva bene come muoversi. Michael si avvicino' al suo orecchio:

"Tu...Hai presente quando ballo,vero?"

"Ma certo amore" sussurro' lei;

"Ecco,devi solo...Seguire il ritmo"

Lo senti' muoversi del tutto per la primissima volta: inizialmente resto' ferma,ma poi,sotto quel consiglio e senza nemmeno pensarci troppo,il suo corpo inizio' ad assecondare istintivamente i movimenti di Michael.
Lui le sorrise per rassicurarla. Fece un cenno di approvazione come per dirle che in quel modo andava bene; ma lei si sentiva ancora un po' stupida e troppo impacciata. Non le parve di percepire quella parte maschile di lui finche' non chiuse gli occhi sospirando per le crescenti sensazioni che lui le stava donando. Era dolce,lento,amabile come sempre. I suoi spostamenti in lei erano candidi come la sua anima,innocenti come il suo sorriso,dettati dall'amore come ogni cosa che faceva e spontanei come le canzoni che riusciva a creare.
Alexa si emoziono' nuovamente pensando a quanto fosse paziente e comprensivo: probabilmente altri uomini al suo posto l'avrebebro presa con la forza per il puro gusto di godere del suo corpo,invece Michael la seguiva e la guidava con un'amore che solo lui riusciva a propagare.

"Michael sei davvero un gentiluomo...Ti amo tanto"

gli disse con il fiato un po' corto intanto che lui abbasso' un po' lo sguardo leggermente imbarazzato. Le sorrise e le accarezzo' il volto: un piccolissimo gemito,timido e ancora soffocato dalla vergogna,usci' involontariamente dalla sua bocca. Lui sorrise nel pensare che stava riuscendo a regalarle un bell'attimo.

"Ti...Ti piace?" le chiese;

"Si amore....E' bellissimo fare l'amore con te....Bellissimo!"

Ovviamente non raggiunsero l'apice del piacere,ne' uno stato di estasi,ma ad Alexa piaceva sempre di piu' fondersi con lui e lasciarsi tocccare e accarezzare. Era solo questione di tempo. Si abbracciarono sotto le coperte mentre lei dava dei teneri bacetti sul collo di lui.

"Ale...Ti...Ti ricordi quando ti ho fatto portare a Neverland e ti ho chiesto come immaginavi la tua prima volta? Ecco e'...e' stata...come la immaginavi?"

chiese Michael scostando lo sguardo dai suoi occhi per l'imbarazzo della domanda,ma doveva placare le sue insicurezze. Assolutamente.

"No Michael" lui si fece triste:

"Non e' stata come la immaginavo...E' stata centomila,un milione,un miliardo di volte meglio di come pensavo...Tu sei fantastico e sei stato veramente dolcissimo,io...Voglio fare l'amore con te tutti i giorni!"

Michael si commosse quasi per la dolcezza delle sue parole: senti' un'emozione attorcigliarsi alla gola,ma riusci' a non piangere; pero' lei lesse tanto amore nei suoi occhi lucidi.

"Tutti i giorni?"

"Si...Tutti i giorni" rispose lei dandogli un altro bacetto sulla bocca;
"Sono felice di essere la tua prima volta in quel senso"

"Anche io e ti amo!"

Si addormentarono sfiniti nel bagliore della loro suite,calore contro calore,con i pensieri e i sogni che gia' vagavano sugli altri spettacolari posti che sarebbero andati a visitare.

Come ogni volta,fu Alexa a svegliarsi per prima,e con il suo risveglio andarono via anche tutte le angosce e tutti i timori che si era portata dietro per quei giorni: finalmente era riuscita ad amarlo come desiderava,e questo per lei era un traguardo molto importante nella sua vita di donna.
Si mise a gambe incrociate sul letto,accanto a Michael: le sue dita passavano tra le curve dei suoi ricci,ed il suo sorriso stampato sulla sua faccia si dirigeva verso il suo volto guardandolo come una cosa fragile e preziosissima. Era bellissimo,quasi divino. Era Michael,era suo marito.
Lui apri' gli occhi e quale visione migliore poteva esserci se non quella del suo tesoro racchiuso in una sottoveste di seta dal celeste pastello,con la sua fede al dito simbolo della loro unione e con il viso piu' dolce del mondo che rappresentava il suo riscatto dopo tanti anni di solitudine. Era con lui,a dargli il suo amore senza secondi scopi,ad amarlo per come era e non per chi era,accarezzandolo con la morbidezza che solo un'anima pura come quella di lei sapeva fare.
Si,decisamente per Michael non poteva esserci risveglio migliore: adesso c'era qualcuno che lo cullava mentre si addormantava e che gli faceva compagnia quando si svegliava; non era piu' costretto a stare in un lettone troppo grande per una sola persona,perche' adesso erano in due a coricarsi insieme la sera,ad aprire gli occhi al mattino; erano un'unita',un "NOI",e non piu' due entita' separate da un destino che tante volte aveva fatto il buffo scherzo di volerli dividere.

"Bonjour mon amour"

disse lui con un accento un po' contorto: lei scoppio' a ridere,

"Che c'e'? Eh? Che c'e',non ti piace se ti parlo in francese?"

"Ahahhahaah" rispose lei coprendosi la bocca con le mani per la risata.

"E va bene,non importa...Cercavo solo di fare il romantico!"

Michael uni' al suo petto le braccia conserte e mostro' uno sguardo offeso: smise di guardarla e si volto' ad osservare le pareti.

"Oh eddai,non essere sempre cosi' permaloso,io scherzavo...."

Si stese di modo da essergli dietro e lo abbraccio' parlando nel suo orecchio:

"A me piace quando parli in francese...Sei bellissimo e anche romantico,e la tua voce...diventa piu' sexy"

ma lui rimaneva immobilizzato: pareva davvero offesissimo.

"Oh eddai,su,non fare il vecchio anche oggi! Esci da quelle coperte che Parigi ci aspetta!"

Michael si alzo' di scatto senza parlarle e le ando' dietro senza che lei se ne accorgesse: la prese delicatamente per i fianchi e la fece cadere a terra con lui;

"Ahi!" Alexa fini' sopra di lui intanto che lui,seduto, continuava ad abbracciarla standole dietro; la stanza si riempi' del boato della sua risata poiche' Alexa tentava invano di liberarsi da lui:

"Lasciami!"

"E perche' mai dovrei? Mi piace abbracciarti quando sei ancora con il pigiamino" rise,

"Lasciami ho detto,ma non eri offeso scusa? Non dovresti avere voglia di abbracciarmi se pensi che ti abbia offeso,no?"

"Lo sai che sei troppo carina quando ti arrabbi? Troppo....Amore mio!"

"Credevo te la fossi presa...Comunque io scherzavo sul serio...volevo..."

lui fermo' il flusso delle sue parole dandole un bacio: lei si volto' verso di lui ancora di piu',erano petto contro petto,e Michael la avvicino' ulteriormente a se' prendendola per la schiena. Le loro labbra erano fresche come la rugiada del mattino,riposate e pronte per essere martoriate dalla tempesta di baci che si stavano dando. Non sapevano perche',ma entrambi si erano svegliati con l'incredibile voglia di assaggiarsi,cosi' come quando,
appena usciti da un lungo sonno,non si vede l'ora di tuffarsi su un'abbondante colazione. Le loro lingue si scambiarono un dolce buongiorno,diffondendo fra le loro bocche un sentore di panna,di vaniglia, di cioccolata,di crema,di zucchero,di miele.
Lo guardo' dritto nei suoi occhi ancora privi di lucidita' per il risveglio repentino:

"Sai di dolce,lo sai?" gli sorrise inclinando la testa;
"E sai? Penso davvero che tu sia romantico e sexy quando parli in francese,amore mio...Sei sempre il mio bellissimo angelo che mi protegge e che mi sussurra tutte quelle cose meravigliose che riesci sempre a dirmi"

"Ale sei fantastica...scusami per prima ma io...Te l'ho detto,voglio solo che tutto sia splendido per te,e volevo solo fare un gesto carino"

"E ci sei riuscito perfettamente...Dimmelo di nuovo"

"Dirti cosa?"

"Quella cosa che si dice appena ci si sveglia"

"Bonjour mon amour" le disse accarezzandole i capelli;

"Ti amo quando lo dici,devi parlarmi piu' spesso in francese! E adesso andiamo....Sai che ore sono? Le dieci! Su sbrigati,andiamo che e' tardissimo!"

gli disse con il tono autorevole di una madre che incinta il suo bimbo a vestirsi.

"Dove andiamo oggi?" chiese Michael afferrando la camicia dalla sedia,

"Ah non lo so Michael,dimmelo tu" rispose lei intenta a truccarsi gli occhi

"Eh no,il cicerone sei tu" replico' lui con una risata allacciandosi la cintura

"Mmmmm,va bene...dato che ieri ci siamo stancati un po' pensavo di fare qualcosa di piu' tranquillo,tipo andare a vedere Notre Dame"

"Uh si,va benissimo"

Dopo aver fatto colazione nel giardino all'aperto dell'Hotel,uscirono incamminandosi nella chiesa che rappresentava un altro emblema di Parigi quasi quanto la Tour Eiffel. Chi non la conosce,almeno di nome. Forse perche' da quanto Victor Hugo scrisse il suo famoso romanzo, "Notre Dame de Paris",la fama della cattedrale e' aumentata a dismisura.

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"La cattedrale e' divisa in due: rosone nord e rosone sud.
Costruita nel 1163 sotto il regno di Luigi VII e per volonta' del vescovo Maurice De Sully,costituisce uno degli esempi piu' significativi di architettura gotica. La leggenda vuole che il vescovo stesso era cosi' preso dal progetto della nuova cattedrale,che non esito' a far demolire la preesistente chiesa di Santo Stefano fondata nel 528 da Childeberto,re dei Franchi. La leggenda infatti vuole che De Sully accenno' un abbozzo di Notre Dame proprio sulla polvere che costituiva i resti di Santo Stefano.
Un altra leggenda vuole che nel romanzo di Hugo,la storia secondo la quale la prima pietra fu posata dalla mano di Carlo Magno,sarebbe vera anch'essa."


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Alexa leggeva come sempre la guida intanto che i loro piedi andavano dritti verso l'altare maggiore: ammirarono le volte,le bifore e le trifore; gli archi a sesto acuto e le vetrate fatte dai mosaici in vetro colorato.
Alexa si diresse verso le candeline mentre Michael contemplava rapito l'organo dell'altare. Non la vide e si preoccupo' quando non la trovo' accanto a se':

"Ale ma dov'eri?" le sussurro' mentre Alexa accendeva una candelina;

"Sssshhh parla piano,voglio accendere una candelina e dire una preghierina per i bambini malati...E poi,per la mia famiglia,per Oliver e Sebastian e...per te naturalmente amore mio" gli sussurro';

Michael si inginocchio' con lei ed insieme dissero le loro preghierine guardando la statua della Madonna che era all'interno della chiesa.

"C'e' un altra cosa da vedere,e' scritto qui sulla guida,ed e' il Tesoro della cattedrale: "custodisce una corona di spine,un frammento della croce,un chiodo della crocifissione,la tunica e la frusta della flagellazione di S.Luigi"

"Wow,bene,andiamo allora!"

Dopo aver ammirato il tesoro,uscirono dalla chiesa: si abbracciarono e guardarono insieme l'imponente facciata accarezzata dai raggi del sole; piu' in alto,le statue e i mostri mitologici in atteggiamenti grotteschi ed inquietanti:

"Lassu',sulle torri,possiamo anche salirci" gli disse;

"Oh e cosa aspetti a dirmelo,tanto non abbiamo problemi di vertigini,no?"

"Ahhaahahah,no Michael,andiamo!"

Girarono a cerchio sulla vetta della torre appoggiandosi alla grata per scorgere il panorama in lontananza: i tetti di Parigi,la Senna dall'alto specchiata dal sole,il fine vento primaverile,tutto era magnifico.

"Scusa Michael,scansati che faccio una foto al panorama! Click,fatta!"

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"E adesso amore...Mettiti accanto al gargoyle,che ti faccio una foto con lui"

"Accanto a chi?" disse Michael sbarrando gli occhi;

"Si,hai capito benissimo,accanto al gargoyle,la'...Ecco perfetto! Click! Ahahahah,lo sai che ti assomiglia Michael?"

"Ah davvero,come sei simpatica!"

Lei rise guardando Michael che,di spalle,osservava le statue e si divertiva a perdere lo sguardo sull'infinito di Parigi.

"Sai che e' gia' ora di pranzo?" disse Michael guardando l'orologio;

"Vero! Ora che ci penso,ho fame anch'io"

Michael le ando' dietro e l'abbraccio' dandole un piccolo bacio sul collo:

"Ti porto a mangiare le escargots,ti va?" Alexa fece una smorfia;
"Ahhahaahah,scherzavo,vedessi la faccia che hai fatto!"

"No Michael,le lumache lasciamole alla terra!"

"Gia'...Andremo in una Brasserie,ho voglia di qualcosa di sostanzioso oggi!"

"Sei come un bambino Michael!"


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Dopo aver attraversato il ponte Nuovo,arrivarono sull'Ile de Saint Louis,
dove,per mangiare,c'era solo l'imbarazzo della scelta. Decine di Brasserie erano allineate lungo i marciapiedi che facevano da bordo alle larghe strade: con i loro tavolini all'aperto,le insegne colorate sui tendoni quasi sempre rossi,le lavagnette con il menu scritto con il gesso,le sedie di paglia e l'atmosfera familiare ma elegante,era quasi impossibile scegliere dove andare. Si accomodarono in un tavolincino stretto stretto; le sue gambine fini di legno sembravano potessero cedere da un momento all'altro,le sedie erano piccole anch'esse in legno chiaro,e il ripiano di marmo rotondo era persino troppo stretto per i piatti che ordinarono. Ma alle volte il bello e' anche questo: non c'era niente di piu' azzeccato per entrare appieno nella cultura della gastronomia francese.

"Ale saro' sincero: oggi non mi contengo!"

disse Michael nascondendosi dietro al menu e sgomitando come un bimbo per l'entusiasmo. Rideva senza sosta e i suoi occhi brillavano alla sola vista dei piatti che avrebbe potuto assaggiare,e per poco non fece cadere i suoi inseparabili ray-ban giu' dal tavolino. Il cameriere,vestito di tutto punto,con la camicia bianca,il gilet e il grembiule lungo,sviaggio' per non si sa quante volte verso il loro tavolino. Presero senza ritegno tutto cio' che li attirava dal menu',e si divertirono come non mai ad assaggiare l'infinita varieta' di pietanze che la carta proponeva: insalata mista con tonno e uova sode,carne bianca grigliata con verdure e mostarda,anatra all'arancia; crostini di baguette appena sfornata,quiche di zucchine e pasticcini di ogni tipo: tra le loro estremita' rosa,gialle,turchesi e verde menta,imbottiture generose di crema,panna e Chantilly deliziarono i loro palati affamati per le troppe ore di cammino.
I prezzi erano contenuti,e la cucina di gran classe. Alexa cominciava a pensare che quello fosse il pasto piu' buono dell'intero viaggio,anche se non poteva ancora essere a conoscenza di quella sorpresa un po' particolare che Michael aveva architettato e che riguardava comunque il cibo.
Si alzarono a fatica dalla sedia,con la sensazione di avere un canotto nello stomaco: erano entrambi appagati ed avevano ancora il sapore di quelle prelibatezze sulla bocca,ma a stento riuscivano a stare in piedi. Il loro istinto era quello di tuffarsi sul letto; sarebbero stesi anche sul marciapiede a schiacciare una dormita se il pudore pubblico non glielo avesse impedito.
Contrariamente alla loro volonta',e ascoltando soltanto i riflessi del loro corpo che gli dettava "Riposo!",tronarono in albergo,almeno per stendersi un'oretta.
Si lavarono di fretta i denti,e in men che non si dica si ritrovarono accasciati sul materasso l'uno accanto all'altro:

"Non sono abituato a mangiare cosi',andro' all'inferno!"

Alexa rise dolcemente: non si addormentarono,ma gli basto' quello stato di dormiveglia per recuperare in parte le energie.

"Alle volte mi dici che sono vecchio...Ma lo sei anche tu,hai un'aria sfinita sai? No dai,scherzo...adesso sto meglio,senti,che facciamo oggi di bello?"

le disse Michael accarezzandole la guancia:

"Vuoi...Vuoi dormire? Chiudo la tenda se vuoi"

"No Michael,grazie...Sono stanca,ma non ho sonno...passami la guida per favore"

"Tieni" le disse stringendosi a lei;

"Pensavo Michael...Di fare qualcosa di tranquillo dato che siamo stanchi,
potremo...Andare a fare una passeggiata sugli Champes Elysee',che ne dici,ti va?"

"Oddio,si! Fino all'Arco di trionfo,si,ci sto!"

"E poi,la guida dice che in quella zona ci sono dei caffe' ottimi per assaggiare la patisserie francese,anche se siamo pieni come uova,ma tanto lo sai,io non resisto!"

"Ahahahah,nemmeno io!"

Rimase zitto; poi,si volto' e le prese il volto guardando i suoi occhi:

"Chissa' se l'aria di Parigi ti da' il sapore di pasticcino anche a te"

Alexa sorrise senza rispondere perche' aveva capito che voleva baciarla: si avvicino' alle sue labbra e come le sfioro' le pareva di sentire ancora su di esse il sapore dei pasticcini colorati e glassati che avevano consumato poche ore prima. Le loro lingue si incontrarono appena.Dovettero allontanarsi immediatamente perche' quell'attimo fu interrotto da un sonoro e potente "TOC TOC" della porta.
Alexa si spavento':

"Oddio Michael ma chi sara' che bussa cosi'?"

"Signor Jackson,Signor Jackson,la prego mi apra! Sono Paul,mi apra!"

"Ciao Paul"

"Buonasera Signor Jackson,mi dispiace dover piombare cosi' in camera sua,spero tanto di non averla disturbata,mi scusi,mi scusi di cuore,ma c'e' una cosa che devo dirle assolutamente"

"No,nessun problema Paul,dimmi,di cosa si tratta?"

"Ecco,volevo informarla di prendere qualche accorgimento in piu' perche' pare che qualcuno si sia accorto della vostra presenza qui a Parigi,e mi hanno informato che ci sono gia' state le prime segnalazioni e i primi movimenti della stampa,dei fotografi e dei fan...Io...Mi dispiace,sono davvero mortificato,ma avevo bisogno di avvertirla"

"Hai fatto benissimo Paul ad avvisarmi"

"Allora...Arrivederci e Buon pomeriggio Signor Jackson"

"Arrivederci e grazie a te Paul"

disse Michael salutandolo con una smorfia per mascherare il dispiacere.
Alexa aveva sentito tutto: si stropiccio' il viso con le mani e chiuse un attimo gli occhi perche' le doleva davvero troppo vederlo cosi'. Michael stava tornando sul letto trascinandosi dietro il suo corpo magro che in quel momento pareva pesare un quintale; il suo sorriso che pochi attimi prima si era posato sul suo volto illuminandolo,era scomparso.
Si erano sposati da poco,e lei non sapeva cosa dire poiche' non era ancora abituata alla grandezza della star che era Michael. Entrambi erano stati cosi' bene dal giorno delle loro nozze,con i loro sorrisi,i loro scherzi e la loro spontaneita',che tutti e due si erano scordati lui chi fosse.
Gli innumerevoli ostacoli che parevano aboliti per sempre,erano di nuovo con loro,pronti ad intralciare ancora il loro amore.
Alexa provo' ad avvicinarsi a lui che le dava le spalle.Stava con le braccia molli e con i riccioli che coprivano l'amarezza che era pervenuta in lui dopo quella notizia. Tocco' la sua guancia,ma lui si ritrasse:

"Hey dai amore,non...."

"Vai" disse lui con un filo di voce;

"Come scusa?"

"V...V...Vai"

replico' ancora senza mostrare il suo viso. Nemmeno lui percepiva il dolore delle sue stesse parole da quanto era forte. Michael Jackson,e non Michael,era la',ad affrontarlo a brutto muso,e lui doveva tenergli testa. Come era possibile che la gente non capisse che anche lui,come tutti,aveva bisogno di un po' di sana tregua,era per lui un mistero. Avrebbe voluto solo prenderla per mano trasmettendogli tutto il suo amore,e passeggiare tranquillamente come era stato nei giorni precedenti. Darle un bacio sotto la Tour Eiffel o sedersi con lei in un caffe' a bere qualcosa: erano sogni che si erano formati nella sua testa ma che adesso capiva che non avrebbe mai potuto realizzare. Si volatilizzarono con la sua gioia infantile che adesso era scomparsa.
Ma Alexa non si arrendeva: voleva vederlo gioioso perche' quel viaggio non era...Doveva essere significativo ed importante anche per lui. Non sopportava di vedere il suo sorriso acceso fulminarsi di colpo come una lampadina che salta da un momento all'altro.

"Michael io...Io non vado da nessuna parte"

gli disse prendendogli la mano e accarezzandola: voleva cercare di tirarlo un po' su,ma non sapeva cosa fare. Michael si libero' della sua mano e si mise ai piedi del letto,in terra,con il volto verso di lei,mostrandole lo sguardo piu' serio che lei aveva visto fin'ora:

"Tu adesso,devi ascoltarmi Ale! Tu adesso prendi la tua borsa,le tue cose,la tua macchina fotografica e te ne vai sugli Champes Elysee' ad assaggiare quei dolcetti in quel caffe' che indica la guida...Hai capito?"

"No Michael,io....Io non ci vado senza di te"

Michael era l'uomo piu' triste sulla terra in quel momento,ma non aveva scelta: quel viaggio lo aveva regalato a lei,organizzato per lei,e voleva che tutto fosse perfetto per lei,e non per lui. La amava con tutto se' stesso,ed il suo amore per lei era cosi' potente che non avrebbe mai voluto vederla rintanata in una suite dell'Hotel per giorni interi. Oltretutto,aveva sempre detto che voleva proteggerla,che con lui al suo fianco,nessuno avrebbe potuto farle del male,e il pensiero che lei vagasse sola ed indifesa per le strade di Parigi,un po' lo spaventava,ma era pronto a sacrificarsi per far si che lei continuasse a visitare i luoghi di quella citta' sui quali aveva sempre e solo fantasticato.

"Michael lo sai come sono...A me basta stare con te,non importa se non riusciamo ad uscire,io non vado da nessuna parte senza di te!"

"No,invece tu ci vai.....Eccome! Ci vai adesso!"

Discutere con lei sarebbe stato inutile. Un tira e molla infinito,perche' sapeva bene quanto era ostinata e orgogliosa. Si sentiva in colpa a pensare che lei fosse pronta a stare con lui senza poter godere di una citta' tanto magnifica. No,non poteva proprio permetterglielo.
La prese di peso senza che lei potesse scappare,e la spinse fuori dalla porta.
La chiuse a chiave di modo che lei non potesse rientrare,e Alexa resto' a terra,sulla moquette per il corridoio,con la schiena poggiata contro la porta della loro suite,del tutto impotente per quella situazione e con il cuore in lacrime per i singhiozzi di Michael che sentiva aldila' della porta.

"E va bene! Non mi vuoi tra i piedi? E' questo che vuoi? Ci vado! Ci vado!"

Alexa bette' le mani contro la porta gridando. Sapeva quanto era buono,
puro,e quanto lui ci tenesse a lei. Ma anche lei teneva a lui e non poteva vederlo rinchiuso li' dentro durante il suo viaggio di Nozze:era una cosa inconcepibile,inaudita.
Scese nella hall e chiese di Paul: lui la vide e la fermo' subito.

"Signorina Alexa,che cosa ci fa qui? Se deve uscire saro' felice di accompagnarla"

"Paul ascoltami: ma cio' che hai detto prima e' tutto vero?"

"Purtroppo si,Signorina"

"Saresti cosi' gentile da seguirmi,per favore?"

Andarono in un angolo piu' appartato della hall,sopra un divanetto nascosto dai rami di una pianta dalle fitte foglie:

"Paul ascoltami,tu lo sai quanto tengo a lui...io lo amo,lo amo da morire,tu devi capirmi...Non posso vederlo rinchiuso la' dentro,e' il nostro viaggio di nozze,per la miseria! No! Devi assolutamente fare una cosa per me,ho avuto un'idea,ma senza di te non posso realizzarla,devi aiutarmi"

Alexa spiego' a Paul le sue intenzioni: lui titubo' perche' era come chiedere l'impossibile in quella metropoli cosi' popolata. Poi la vide,con gli occhi tristi per lui,con l'amore che traspariva dai suoi gesti. Capi' che lo amava davvero,e si immedesimo' in lei: probabilmente avrebbe fatto,o almeno tentato,lo stesso per sua moglie. Inoltre era cosciente di quanti anni Michael avesse passato rinchiuso negli Hotel,cosi' decise di aiutarla.

"Va bene Alexa,vado a fare subito alcune telefonate,vado a parlare con quelli della hall,ma prima di domani,mi dispiace,non e' possibile"

"E che domani sia! Grazie Paul,sei un bodyguard davvero fidato!"

Le torno' il sorriso e si alzo',andando a nuotare nella piscina dell'hotel: doveva far passare il tempo e nascondersi per far credere a Michael di essere stata davvero sugli Champes Elysee' in quel caffe'.
Butto' a mollo i piedi nell'acqua tiepida pensando ai progetti che Paul sarebbe riuscito a realizzare: aveva gia' in testa l'immagine del suo Michael sorridente,e le bastava solo pensarlo ridere per amarlo ancora di piu'.
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Messaggio Da marina56 Lun Ott 17, 2011 12:22 pm

Alexa usci' dalla piscina dopo aver nuotato per chilometri.
Si sentiva le braccia e le gambe toniche,la testa svuotata ed un immenso senso di rilassatezza che solo per un attimo fuggente scaccio' via dai suoi pensieri la situazione di Michael. Si fece bagnare dal getto dell'acqua della doccia: si passo' il bagnoschiuma quattro o cinque volte,fino a sentire la pelle irritata e secca per l'abbondanza di quella sostanza sul corpo; ma era determinata a cancellare ogni sentore di cloro,in fondo doveva far credere a Michael di essere andata fuori. Si tolse l'accappatoio rivestendosi da finta turista,ma pecepiva chiaramente i vestiti impreganti dall'odore di disinfettante. Per mascherare ancora meglio la cosa,sali' al piano dove c'era la cucina del Ristorante,che trovo' semi-aperta. Era l'ora di cena,e i cuochi erano gia' indaffarati nella preparazione dei primi piatti da proporre per la serata. Si accosto' dietro alla porta e quando qualche cameriere usciva,si lascio' invadere dalla nuvola profumata di cibo che esalava dalla cucina.
In qul modo,i suoi capelli sapevano di forno,di dolce,cosi' avrebbe dato l'impressione di essere stata davvero in quella pasticceria.

Michael era triste e pensieroso. Stava chiuso da sole due ore in quella suite,ma gli pareva che il tempo si fosse fermato allo stesso ritmo del suo umore.
Giro' intorno al comodino fissando il telefono. "No,non posso chiamarla",si diceva,
ma tanta era la preoccupazione che lei potesse essere sola ed indifesa,che la voglia prese il sopravvento. Con un gesto rapido alzo' la cornetta e chiamo' Paul:

"Paul sono Michael,Alexa e' con te?"

"Oh certo Signor Jackson,adesso non puo' parlare perche' e' all'interno di un negozietto,ma stia tranquillo: la sto osservando dalla vetrina e la sua passeggiata qui sta procedendo a meraviglia. Non si preoccupi,la tengo d'occhio io,e' al sicuro con me"

ovviamente menti',ma faceva tutto parte del piano organizzato da lui e da Alexa.

"Paul grazie,non so davvero come ringraziarti. A domani allora!"

Quella conversazione che duro' pochi secondi,rassicuro' il suo animo teso. Si mise a pancia in giu' prendendo la copia della guida turistica che aveva anche lui,e si sdraio' sulla moquette a pancia in giu'. Sulla copertina vide la Tour Eiffel: avrebbe voluto solo un bacio sotto quel simbolo francese,uno e basta,perche' la sua vacanza fosse come desiderava. In fondo si accontentava di poco,ma il fermento dettato dalla sua fama non gli permetteva di realizzare nemmeno il piu' modesto dei desideri.
Poteva usare solo la fantasia,perche' si vide infrangere quell'immagine direttamente davanti ai suoi occhi. Fu costretto a rifugiarsi nella fantasia,tanto c'era abituato,si disse. Scosse la testa un po' triste e un po' sconfitto,e si figuro' tutta la scena: lui ed Alexa erano sotto alla Tour Eiffel,alta,illuminata dalle luci della sera,ad abbracciarsi teneramente a scambiarsi dei baci che duravano sino all'alba. Si schiaffeggio' la gota facendosi male: "Torna in te! Sei Michael Jackson e tutto cio' non e' possibile!" Un'altra immagine,molto piu' forte e devastante,prese corpo nella sua mente: vide Alexa con un altro uomo che non era lui,sempre a parigi,sempre sotto alal Tour Eiffel,a scambiarsi un languido bacio, toccando delle labbra che non fossero le sue. Oh mio dio,che tristezza infinita. "C'est miserable!". Se lo disse anche in francese. Aveva troppa paura che Alexa non avrebbe retto a lungo quel tipo di vita: insomma,quale donna ha piacere ad uscire senza suo marito perche' lui e' costretto a nascondersi. E' una cosa che non esiste,ma lui non voleva assolutamente che cio' accadesse,non ora che l'aveva trovata dopo anni trascorsi a cercare affannosamente l'anima gemella.
In preda alla disperazione,apri' la guida e guardo' la pagina sulla quale vi era indicato quel caffe': i suoi occhi scorsero rapidi le fotografie,quando senti' la porta aprirsi. Era Alexa. Frettolosamente,fece scivolare la guida sotto il letto; voleva mostrarsi forte e non dispiaciuto,anche se i sentimenti che navigavano in lui quella sera erano completamente opposti.

"Ciao Michael"

gli ando' incontro dandogli un bacino che lui pareva ricambiare poco affettuosamente;

"Ciao Ale....Allora,com'e' andata sugli Champes Elyseés?"

"Oh benone! Ehm...Tieni,ti ho portato questo...Dimmi che stai meglio!"

Alexa gli porse una piccola confezione di pasticcini: anche questo faceva parte del piano,perche' ovviamente non li aveva acquistati sugli Champes Elysées"

"Grazie"

disse Michael cercando di [CENSORED] rne uno. Non era affettuoso come al solito,era in uno stato di malinconia assoluta.
Quella sera,si parlarono a stento,poiche' Michael faticava anche a dire mezza parola; e quando andarono a letto,lui si giro' di fianco senza neppure considerarla. "Buona notte amore",le disse con un tono quasi sforzato,come se glielo dovesse dire soltanto per educazione. Era cosi' giu',inghiottito nell'abisso dei suoi pensieri neri,che non cerco' un contatto con lei,non la bacio'; non le prese la mano e non aveva nemmeno voglia di fare l'amore con lei. Alexa avrebbe voluto,ma decise di non stuzzicarlo e di lasciarlo solo,nel suo silenzio e nei suoi pensieri,perche' sapeva bene quanto fosse fastidioso dare noia ad un leone ferito. Semplicemente,egli va lasciato in pace finche' non sara' lui stesso a decidere di farsi di nuovo vivo. Non poteva dirgli che lo attendeva una sorpresa che lo avrebbe fatto sorridere,altrimenti gliel'avrebbe rovinata. Si addormento',anzi fece finta perche' in realta' non chiuse occhio tutta la notte a differenza di Michael che dormiva gia' da un pezzo. Paul non le aveva fatto sapere niente,e la sua ansia crebbe in quelle ore che portarono sino alle prime luci del mattino.
Alexa usci' dalla stanza e parlo' a voce bassissima con Paul che era fuori ad aspettarla: le confermo' via libera per quella sorpresa che voleva fare a Michael,e gli balzo' contro abbracciandolo.

"Grazie Paul! Grazie infinite!"

rispose Alexa richiudendo la porta senza fare rumore.

***************************************************************

Michael si sveglio' ma non la trovo' accanto a se': lei era gia' in bagno a prepararsi.

"Cosa fai oggi Ale?"

"Oh beh,vado al Louvre credo..."

"Ah"

disse lui mettendosi la vestaglia e sbuffando. Ordino' un succo di frutta e lo bevve tutto d'un sorso,ma non aveva piu' fame,ne'sete,niente. Se non fosse stato per Alexa,probabilmente avrebbe preso il primo volo per tornare dritto dritto a Los Angeles.

TOC! TOC! Improvvisamente bussarono alla porta: era Paul.

"Signor Jackson,ci sono novita': c'e' un parco qua nelle vicinanze,che in questi giorni e' chiuso al pubblico,se gradisce uscire potete andare la' oggi pomeriggio,c'e' un'auto che l'aspetta sul retro dell'hotel"

"Oh,ma davvero Paul? Grandioso!"

esclamo' Alexa facendo finta di non sapere niente.

"Hai sentito Michael? Possiamo uscire,dai,vestiti!"

Attraversarono la porticina che stava sul retro dell'hotel,sulla quale almeno cinque bodyguard vigilavano,attenti che non si avvicinasse nessun intruso. Aiutarono Michael ed Alexa a salire sull'auto con i vetri oscurati,e l'autista parti' immediatamente. Michael stava con la fronte puntata sul finestrino,
con il dito sulla bocca,immerso sempre nei suoi pensieri.
Quando meno se lo aspettava,Alexa piombo' silenziosamente dietro di lui,
blocco' le sue braccia e gli lego' una benda intorno agli occhi. Faceva tutto parte della sorpresa.

"Hey,ma chi...."

"Ssssshhhhh,andiamo,scendi dalla macchina,attento a non inciampare"

prese Michael per mano e lui sentiva la risatina di Alexa intanto che avanzava passo dopo passo. Si fermarono,ma non capiva piu' niente: dov'era,ne' che ora fosse; era del tutto smarrito. Provava ad aprire le labbra per parlare,ma le sue parole erano bloccate dalle dita di lei che lo facevano stare zitto. Lo condusse in un punto del marciapiede,perfettamente al suo centro. Controllo' che la visuale vosse perfetta,e poi Paul,che stava nascosto dall'altro lato per non farsi vedere,le dette l'ok con il pollice.

"Va bene Michael,adesso puoi aprire gli occhi"

ando' dietro di lui e con un gesto lento gli slego' la benda:

"E' tutta tua amore"

gli disse Alexa nell'orecchio mentre i suoi occhi si affacciavano sulla visuale degli Champes Elysee'. Credeva di sognare:si,stava sognando. Non poteva uscire per via dei paparazzi e della stampa,cosi',intanto che Alexa vagava per la citta',lui probabilmente si era addormentato. Che bel sogno pero',penso fra se'. Davanti a lui: nulla. Niente persone,niente traffico; solo gli imponenti alberi a destra e sinistra che contornavano quela via infinita.
Sembrava il deserto catapultato al centro dell'Europa. Con lui,solo il rumore degli uccellini e il fascino di una delle vie piu' suggestive del pianeta. L'arco di trionfo si affacciava imponente in lontananza: Michael ebbe la sensazione di essere fissato da quel monumento,cosi' tanto indiscretamente che pareva dirgli "Dai,raggiungimi!".
Alexa era in attesa di una sua reazione,ma in verita' aveva da riprendersi.
Non avrebbe mai e poi mai potuto lasciarlo in una gabbia,seppur di lusso.
No. Cosi',con la sua ostinatezza e l'aiuto fidato di Paul,che era riuscito a far chiudere quella parte della citta' solo per loro,aveva donato a Michael una delle piu' eclatanti sorprese che lui avesse mai ricevuto.
Era incredibile: non solo non c'erano decine di persone a rincorrerlo per l'autografo o per le fotografie,ma erano solo loro due,lui e la sua Alexa,
nella solitudine piu' assoluta,come se la pace di cui godevano nella loro camera,fosse uscita per raggiungerli anche all'aperto.


SPOILER (clicca per visualizzare)
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"Non...Non posso crederci" Disse Michael ancora basito;
"S...Sei stata tu?" lei annui'.

Michael scosse la testa e le prese la mano:

"Ma tu sei matta,ma come hai fatto a..."

"E' una sorpresa,non posso dirtelo...posso solo dirti...che sei meraviglioso,
e dopo tutte le cose che hai fatto per me,te lo meriti Michael"

Si mise di fronte a lei: strinse ancora piu' forte le sue mani,appiccicando lo sguardo sfavillante sopra ai suoi occhi; non poteva essere davvero lei ad avere fatto una cosa simile. Nessuno aveva mai fatto nulla di simile per lui.
Non riusciva a parlare,ne' a dirle quanto fosse felice: anado' nel mezzo della strada ed inizio' a volteggiare su se' stesso. I suoi occhi che ruotavano verso il cielo parigino,catturarono a tratti tutta la bellezza dell'ambiente circostante: gli alberi,la strada,l'arco;voleva ricordarsi tutto. Giro' cosi' tanto,che senti' la testa cedere. Alexa lo fissava da qualche metro di distanza: sereno,spensierato,a godersi finalmente quella liberta' che non gli era mai stata concessa. Adesso sapeva cosa significasse andare a passeggio;adesso sapeva cosa voleva dire uscire senza avere l'ansia di essere riconosciuto,adesso capiva cosa si provava ad essere uno qualunque,uno tra i tanti uomini che popolano il mondo. Non lo aveva mai visto cosi'.

"Sono felice di vederti di nuovo contento Michael...Quando sorridi,ti amo ancora di piu'"

"No,sono io che ti amo ogni giorno di piu'...ma come ti e' venuto in mente di...Oh,ti amo!"

La sollevo' prendendola in collo,e la bacio'. Le sue labbra desideravano ricambiare il suo gesto dandole tutto l'amore che Michael aveva dentro ,ma che spesso non riusciva ad esprimere. Quello era un luogo perfetto per l'appuntamento delle loro lingue. Cosa c'e' di piu' emozionante e romantico di un bacio datosi nella citta' piu' romantica del mondo.Niente. Restarono per svariati minuti a scambiarsi quel bacio galeotto,sotto il controllo dell'Arco di Trionfo che pareva spiarli.
Proseguirono a dritto,esplorando quel viale ricco di ogni cosa che un visitatore puo' cercare: alberghi,innumerevoli ristoranti,caffe'; e ancora,
negozi,uffici,banche e persino le sedi delle compagnie aeree internazionali.
Dall'altro lato,musei,cinema e teatri.
Ma le sorprese non erano finite: passo dopo passo,si ritrovarono davanti ad un elegante caffe',dove un signore,che faceva il cameriere,saluto' Alexa per farli accomodare. Aveva pensato a quando Michael,la sera del suo compleanno,le confido' che "aveva visto tutte le citta' del mondo ma alla fine aveva visitato solo gli hotel",e che "avrebbe soltanto voluto sedersi a prendere un caffe' all'aperto con la sua fidanzata". Adesso poteva farlo,ed era ancora tutto piu' entusiasmante,dato che si trattava di sua moglie.
Il locale era anch'esso tutto per loro. Michael allungo' le braccia sul tavolo prendendole la mano,con i suoi occhi che parlavano per lui.
Fu tutto una carezza,un sorriso,mentre erano intenti ad assaporare le prelibatezze della "patisserie francaise": la Tarte Tatin,con la sua pasta sfoglia,le mele e la cannella; le brioche calde ripiene di marmellata all'albicocca,le Madeleines,simili ai plum-cake americani,che i Francesi accompagnano al the',con i loro sentori di limone o vaniglia e con le loro striature che ricordano la forma di una conchiglia.
Purtroppo il tempo per quella loro immensa liberta' era limitato,e presto arrivo' l'ora di tornare in Hotel. Fecero in tempo a guardare la sera affacciarsi sull'Arco di trionfo,tingendolo di arancio,con le prime luci dei lampioni che si accendevano per illuminare le serate parigine.
Erano in macchina,lei con la testa sulle sue gambe,distesa a guardare la sua espressione soddisfatta che faticava ad esternare la gratitudine per quel gesto. Michael le accarezzava i capelli,cercando invano le parole per giustificare il comportamento della sera precedente: sapeva bene di averla messa da parte per il suo umore altalenante; invece lei,era ad organizzarle tutto cio',e si sentiva tremendamente in colpa nei suoi confronti.
Si chino' per darle un bacio a fior di labbra: la sua bocca portava il sapore dei dolci che avevano consumato poco fa,e in quel momento non vedeva l'ora di essere in camera per poterla coccolare come piaceva a lui.

****************************************************************

"Non credo che cenero' stasera" le disse lei mentre,in camera,si svestiva.

"No,nemmeno io,sono davvero pieno"

Michael prese coraggio e si avvicino' a lei:

"Ale...Grazie per questa sorpresa fantastica,io....Si insomma,ieri,sono stato senza nemmeno parlarti e invece tu,stavi architettando tutto questo,per me"

Lei lo abbraccio' tirandolo a se',di modo che il suo petto potesse stare a stretto contatto con il suo. Arrivo' alle sue labbra,e lo bacio' a piccoli morsetti,stuzzicando la sua bocca con la punta della sua lingua.
Indietreggio' e si lascio' cadere sul letto mentre Michael era ancora saldamente abbracciato a lei. Lui sposto' i suoi capelli che cadevano sulle spalle ed inizio' a baciarle il collo. Le piacevano sempre di piu' i suoi baci,che quella sera erano particolarmente intensi perche' la scintilla tra loro si stava accendendo sempre con maggiore elettricita'. Sentiva il collo tirare per la forza dei baci di Michael,che non tardarono a lasciare la loro calda scia, che un secondo dopo diveniva umida,facendo ritrarre la sua pelle piena di brividi. La sua lingua gia' eccitata raggiunse il nascondiglio dietro al suo orecchio: ci gioco' divertendosi a tracciare righe immaginarie,dritte ed oblique, sopra le linee dell'interno del suo organo uditivo,per poi [CENSORED] il suo lobo con golosita',come fosse una caramella.

"Sei fantastica Ale,ti amo"

sussurro' dandole un ulteriore scarica di brividi che si propago' in tutto il suo corpo. In quel frangente di tempo in cui lui aveva smesso di baciarla per parlarle,lei ne approfitto' per farle quella richiesta di cui,stranamente,
non se ne vergogno' come le volte precedenti. Prese il suo viso tra le mani e arrossi' appena; lo guardo' negli occhi un po' titubante,con un filo di voce:

"Come si dice in questi casi...Ehm...Vorrei fare l'amore con te..."

"Anche io lo voglio"

le rispose sorridendo. Entrambi erano rapiti dalla bellezza dell'altro; c'era qualcosa di strano nell'aria. Sentivano che erano attratti come calamite,che la voglia di scoprirsi aumentava il loro desiderio in maniera frenetica.
Iniziavano a volersi,ed Alexa,nonostante fosse alle prime esperienze,quella sera aveva una tremenda voglia di lui come non aveva mai avuto. Notava come le sue mani,posandosi all'altezza del suo seno,sganciarono i piccoli bottoncini del suo cardigan,per poi fargli prendere la via del parquet.
Notava come le sue dita slittavano decise tra la stoffa della sua maglietta di cotone leggera,sollevandola appena per baciare la sua pancia. Notava il modo in cui gliela sfilo',quella maglietta: seguiva le braccia di lei che si allungarono dietro se' stessa per far si che quell'indumento inutile non si posasse piu' sul suo corpo. I suoi tendini aderirono distesi alle braccia di lei,che stavano sempre dietro al suo viso: arrivo' all'estremita' del suo polso,giungendo alle mani, per concludere in quella congiunzione tra le loro dita che era il primo atto della loro intima unione.
Notava,il suo sorriso acceso riflettersi nei suoi occhi innamorati quanto quelli di Michael; giusto qualche secondo,e la sua bocca era gia' a dare noia al tessuto del suo reggiseno: era come se volesse che cedesse dal petto di lei con una magia,poiche' non avrebbe mai voluto staccare la presa dalle sue mani tenere. Era un gesto semplice ma che gli trasmetteva un calore infinito,poiche' gli pareva di percepire tutto il flusso delle sue emozioni attraverso l'intreccio delle loro dita.
Fu costretto a lasciare la sua mano e a dirigersi dietro la sua schiena,dove l'incastro del reggiseno,balzo' in un attimo cadendo,come se non fosse mai esistito. Michael torno' a prendere la sua mano: quando lei se la senti' stringere nuovamente,la sua bocca docile era gia' immersa tra le sue forme,soffici ma consistenti per le carezze che lui persisteva a farle lungo i fianchi e lungo le gambe. Alexa avvolse le mani attorno al suo collo ed inclino' leggermente la testa. Michael tese il suo orecchio senza smettere di deliziarla con i suoi baci,per poter catturare meglio i sospiri che uscivano dalla bocca di lei,delicati ma intensi come un soffio di vento.
Lei accarezzo' i suoi capelli dai riflessi ancora piu' scuri sotto la luce lieve della lampada; lo guardo',con quei ricci che cadevano sulle sue spalle e con il suo collo lungo che si tendeva verso di lei,era irresistibile.

"Avevo detto...che volevo fare l'amore con te tutti i giorni,invece ieri...hai barato,questo non e' leale...me lo hai detto tu che in amore non bisogna barare perche' e' come giocare"

gli disse a bassa voce con le mani ancora attaccate ai suoi capelli;

"Ale...Lo so,sono uno scemo...Beh,facciamo una cosa...Calcoliamoli da stasera i giorni,ok?"

rispose lui baciando le sue labbra,abbassando gli occhi verso il suo seno ancora una volta. Si diresse contro di lei di piu': avvolse le sue mani dietro alla sua schiena,e il suo torace si incollo' al suo,permettendogli di stare pancia contro pancia,capezzoli contro capezzoli,gambe contro gambe.
Michael fece una piccola sosta per liberarsi dello slip,poi fece altrettanto con la sua mutandina,dopo che,con il tatto,ne aveva sentito tutta la trama di pizzo. La guardo' come amava guardarla: sempre un po' spaurita,ma sempre meno imbarazzata; la allettava sempre di piu' l'idea di farsi guidare da lui in quel gioco d'amore. Alexa sollevo' le braccia,che restarono sospese nell'aria sotto la sua incertezza. Roteava le pupille sul volto di Michael come per avere delle istruzioni; ma tutto venne da se',e dopo pochi attimi,poso' le mani dietro alla sua schiena mentre lui accennava un piccolo sorriso di approvazione.

"Ti amo tanto"

disse Michael avviandosi verso quel tesoro a cui solo lui aveva accesso.
Alexa sospiro' al contatto con quella parte di lui che sentiva rigida ma dolce e che arrivo' sino in profondita'. Premette le cosce contro le sue anche,come se in quell'attimo non volesse farselo sfuggire. Era la prima volta che lo sentiva suo senza avere altri pensieri,ed era straordinario.
Michael si mosse dapprima in modo docile,percorrendo in sensi opposti le via della sua femminilita'. Fu breve l'istante in cui riusci' a guardarla: i suoi occhi si chiusero automaticamente per permettere al suo corpo di immagazzinare al meglio tutte quelle sensazioni che lei gli dava con il suo calore interiore. Davanti a lui,il buio; la sua vista in quel momento non esisteva,ma il suo udito...Il suo udito era in funzione piu' che mai,intento a calamitare ogni sospiro di lei direttamente nel suo orecchio. I sospiri di Alexa infatti,inizialmente soltanto soffiati a bocca stretta,divennero piu' marcati,uscendo fuori dalle sue labbra sottili,che si allargavano per permettere al suo fiato lungo di uscire. Le sembrava che dalla sua gola stesse uscendo tutta l'aria che aveva respirato durante la giornata; sempre piu' velocemente,sempre a dosi maggiori.

"E' vero amore...E' proprio come quando balli" disse a Michael sorridendo

I suoi leggeri affanni divvennero deboli lamenti nel momento in cui Michael,senza nemmeno accorgersene,fece diventare piu' intensi i suoi movimenti,che rimanevano comunque abbastanza lenti. Alexa gemette involontariamente sotto la sua placata forza: sentiva un'entita' estranea impadronirsi di lei e condurla verso l'eccitazione.
Il fisico di Michael era totalmente sotto scacco del suo istinto,e il suo istinto quella sera gli fece davvero un brutto scherzo. Sentiva i gemiti di Alexa che non aveva mai sentito,che portarono la sua eccitazione al picco; percepiva il suo seno sodo contro i suoi piccoli capezzoli,le sue gambe che adorava tanto,sode e velate dal sudore a contatto con le sue. Non rispose piu' di se',ed incomincio' a baciarla vorace dappertutto: il suo collo,il suo seno,la sua spalla; tocco' le sue gambe con frenesia,le sue guance,i suoi fianchi,i suoi capelli. Lei proseguiva con le sue minuscole lagne,aprendo gli occhi che,un po' sfocati,videro per la prima volta le palpebre strizzate di Michael,il suo viso aggrottato,i suoi capelli scompigliati che vagavano nell'aria al ritmo delle sue piccole scosse della testa,il suo collo lungo protarsi all'indietro con movimenti ondeggianti,umettato dal sudore. Quella vocetta dolce che conosceva,assunse un altro tono,piu' pieno,piu' potente,facendo morire i suoi gemiti rauchi vicino al collo di lei.
Era il suo angelo che stava facendo l'amore con lei: Dio,quanto era divino vederlo cosi'. Richiuse gli occhi abbandonandosi ancora al suo bacino che sentiva andarle vicino e poi lasciarla,e cosi' via,in una serie di movenze,lente ma vigorose,che portarono Michael a perdere i suoi sensi contro il suo volere. Lo vide contrarre le spalle,ed un possente gemito finale usci' dalla sua bocca,facendo arrivare la scia del suo respiro fino al viso di lei.
Alexa provo' un enorme senso di incompiutezza: proprio quando stava per lasciarsi andare ad un'intima confidenza con lui,proprio quando iniziava a capire il meccanismo di quell'abbinamento tra i due sessi,era gia' finito.
Sospiro' rassegnata; in fondo non sapeva cosa dirgli,perche' il linguaggio del [CENSORED] doveva ancora essere assimilato nel suo vocabolario.
Lo voleva ancora per se': provo' ad accarezzare la sua guancia,ma lui era ancora perso tra le vie del suo piacere.
Ad un tratto,si riprese improvvisamente,e solo allora si rese conto della reazione del suo corpo,avvenuta contro il suo volere. Provo' un senso di disgusto verso se' stesso: forse,era perche' non faceva l'amore da tanto e quelle sensazioni erano state lontane dal suo corpo per molto tempo; forse,era perche' era talmente concentrato a farle vivere l'attimo perfetto,che sotto la sua ansia,il suo controllo sfuggi' ai suoi comandi. Si era promesso di calibrare il suo amore nella giusta maniera,con misura,e invece cio' che si era imposto,era crollato del tutto. Odiava quando le cose non andavano come aveva previsto.
Si sentiva un egoista,e non gli era mai capitato che i suoi sensi lo abbandonassero cosi' presto. Non poteva lasciarla cosi': doveva rimediare.

"Posso accarezzarti?" le chiese con la voce un po' intontita.

"Ma certo amore"

rispose lei risollevata per le sue attenzioni.
Michael si mise accanto a lei,a pancia in giu',con il lenzuolo che copriva soltanto le sue parti inferiori: Alexa fece scorrere una mano lungo il suo viso liscio,e gli sorrise.

"Sei davvero molto sexy...Sei bellissimo quando fai l'amore"

diede un bacio sulle sue labbra tiepide e carnose. Michael tolse il lenzuolo che lei si era portata sopra al seno per scoprirla,e senza smettere di fissare i suoi occhi,compi' un percorso discendente con le sue mani: dalla guancia,al collo,fino al seno; piu' giu',sulla pancia,e poi,poso' il palmo sull'epicentro del suo corpo.
Il suo dito medio inizio' a scorrere su e giu',sulla superficie della sua area femminile per eccellenza. Dalla bocca di lei,uscirono dei sospiri infiniti,uno dopo l'altro;Michael si avvicinava con la testa a lei per farsi invadere dal suo alito che si faceva sempre piu' impetuso.

"Mi piace quando sospiri,amore"

sussurro' lui nel suo orecchio mordicchiando il suo lobo.
Alexa avverti' il suo corpo vibrare: scatti che non pote' controllare fecero rannicchaire la sua schiena all'indietro,aprire di piu' la sua bocca ed invadere di fitte focose la sua parte piu' sensibile. I colpetti di Michael diventarono piu' forti,cosi' come i gemiti di lei: percepiva la sua morbidezza contrarsi forte tra il suo dito ed inumidirsi a seguito del crescente piacere che le stava donando.

"Ancora...."

riusci' lei a dirgli a malapena con il fiato bloccato. La velocita' aumento': il suo dito si mosse ancora piu' rapido; gli occhi di lei erano serrati,poiche' in quell'istante non avevano voglia di vedere niente,ma solo di sentire. La sua testa affondava sul cuscino,sempre piu' giu',fino a che la sua guancia non scompari' del tutto tra la federa. Il suo collo era ben aperto a formare un arco di fronte agli occhi di lui; le braccia,piantate ai lati della sua testa.
Sentiva i brividi sulle braccia,il fuoco dilagare nel suo basso ventre,e il bagnato gocciolare tra se' stessa: quante sensazioni discordanti provava,ma era proprio la meraviglia di questa mescolanza a lei nuova a far si che si potesse rilassare del tutto.
Altri gemiti,accompagnati da una serie di piccoli "si,si,si" presero corpo nella sua bocca mentre Michael si avviava a farle provare il massimo del piacere. Senti' il suo corpo acartocciarsi su se' stesso,come se la sua statura si accorciasse improvvisamente. Piego' gli occhi e spalanco' la bocca, lasciando che un sonoro rantolio fuoriuscisse dalla sua bocca.
E provo' anche lei,per la prima volta,quella sensazione in cui la sua mente si espanse e si svuoto'; il suo corpo teso,si sciolse dalla tensione; e ogni cellula del suo corpo pareva riempirsi di un qualcosa che non aveva mai conosciuto.

"Mmm...ai...ol"

provo' a pronunciare il suo nome ancora succube del piacere che la inondava. Lei non se ne accorse,ma lui stava la' ad osservarla,nei suoi occhi chiusi e rilassati,nelle sue guance avvampate,nei suoi occhi lucidi e appena dilatati: la trovo' meravigliosa.
Alexa cerco' di rivolgergli parola recuperando il respiro perso,ma non ci riusci'. Michael l'abbraccio' avvinghiandola a se',intanto che lei finiva di godersi gli ultimi attimi della sua prima estasi tra il calore del corpo di lui.
Appena si riprese,l'unico contatto che fu capace di creare fu quello con i suoi occhi,che si sorrisero amici;poi,volto' lo sguardo verso il bagno.

"Cosa guardi amore?" chiese lui;

"Guardavo la vasca...Quando saro' un po' piu' brava,voglio fare l'amore con te...in mezzo alla schiuma"

Lui le sorrise commosso: quanto era dolce,e quanto era spontanea.

"Brava? Ma cosa dici...Sei cosi' dolce...Nella vasca possiamo andarci lo stesso...Andiamo a fare il bagno insieme!...Ti va?"

"Si"

Michael la prese per mano e si alzarono insieme dirigendosi verso la vasca.

"Vai prima tu Michael,mi e' venuta un'idea" disse ridendo.

"Cos'hai in mente testolina?" rispose sorridendo a sua volta;

"Non voglio ucciderti,tranquillo"

"Ah,meno male!"

Ando' al rubinetto e lo lascio' aperto sino a che l'acqua non inondo' completamente tutta la vasca,fino all'orlo. Verso' un intero barattolo di bagnoschiuma all'essenza floreale e la vide gonfiarsi e creare una nuvola candida e spumosa. Michael entro' nella vasca sotto lo sguardo rapito di lei: i suoi capelli sciolti,il suo petto e la sua figura asciutta e slanciata; era davvero un angelo ad essere suo marito. L'acqua bollente lo coccolo':lei ando' dietro alla vasca,bacio' il suo collo e poi si immerse con lui,standogli dietro,facendo navigare le sue mani sotto l'acqa per acarezzarlo lungo il petto e sulle sue gambe. Prese un barattolino di shampo e,impastandosi le mani,inizio' a fargli lo shampoo.

"Hey ma ti piace proprio lavarmi i capelli,eh?"

"Si...Si,tanto"

i suoi ricci scuri si riempirono di schiuma. Si lascio' rilassare dai delicati movimenti di lei sopra alla sua cute,poi giro' la testa e la bacio' piano:

"Ti amo...Te l'ho gia' detto?"

"A me piace quando lo dici" Michael punto' gli occhi verso di lei;

"Ale io...Scusami per prima...Non so cosa mi e' preso,non mi era mai successo prima...Mi...mi dispiace di averti lasciata in quel modo,io...Non voglio sembrare che approfitti di te"

"Sssshhh,tu sei dolcissimo,sei perfetto...cosi' come sei...e poi...mi piacciono un sacco le tue carezze"

Michael sorrise e si lascio' cadere i cumuletti di schiuma sul corpo: Alexa prese una spugna e lavo' piano il suo collo,il suo petto,procurandogli un' incessante solletico sulla pelle. Lei porto' le braccia intorno al suo collo e per un attimo ne raccolse la fragranza profumata e schiumosa:

"Devi insegnarmi Michael..."

"A fare cosa?"

"A fare bene l'amore" gli disse intimidita;

"Ma tu...Lo stai gia' facendo bene...Anche questo e' amore"

"Sei eccezionale,ti amo!"

Gli dette un bacio,e Michael si appoggio' con la testa sopra al suo seno: lei lo abbraccio' ancora,tenendolo forte a se',sentendo la sua schiena nuda a contatto con la sua pelle nuda.

Tornarono sul letto,rilassati e puliti; si misero l'uno di fronte all'altra,ma lo sguardo di Alexa era molto piu' serio di quello di Michael. Celava una sorta di sottile malizia,non l'aveva mai vista cosi'. Lo fissava intensamente,con lo sguardo penetrante,poi sposto' gli occhi sulle sue mani. Afferro' il polso di Michael: guardo' estasiata il suo palmo,le sue linee della vita; le sue dita lunghe diramarsi dalla piazza della sua mano grande e rassicurante.
Volto' la mano e scruto' il dorso: le nocche,le pieghe delle sua dita; si,era di sicuro una delle parti che la attraevano di piu'. Fece scorrere il pollice e l'indice sulle dita di Michael,guardandole bramosa,intanto che lui cercava di decifrare quel suo comportamento misterioso. Porto' le dita di lui alla sua bocca e le mordicchio' ripetutamente. Avrebbe potuto stare con lui solo per le sue mani; si senti',forse,un po' malata,ma amava le sue mani quanto la sua anima,a tal punto di instaurare una sorta di rapporto erotico soltanto a seguito di quella visione.

"Le tue mani Michael...le tue mani...Sono cosi' belle...Voglio le tue mani...sul mio corpo...Ti prego,accarezzami ancora"

Gli disse con fermezza,sospirando solo per il fatto di tenere la sua mano a se'. La direziono' verso il suo volto: Michael non disse nulla,ed inizio' a procurarle la seconda scossa di brividi e calore partendo dal collo.
Poso' la schiena contro la testata del letto,e mise Alexa davanti a se': le sue dita tornarono di nuovo ad accarezzare il suo punto nevralgico dapprima con delicatezza,e poi sempre con piu' vigore. Furono minuti di esaltazione per entrambi:stringeva il suo seno mentre la accarezzava,e si sentiva padrone del mondo; avvertiva il suono dei suoi gemiti risalire al suo udito,e non capiva piu' niente se pensava che lo strumento di quella trillante melodia erano le sue dita. Ma cosa c'era di piu' eccitante che del donare piacere alla persona che piu' amava su questa terra,nella citta' piu' bella del mondo: niente davvero.
La vide allungarsi su di se' di nuovo,con il fiato mozzato e i suoi occhi vividi. La prese per il costato e lascio' che scivolasse piu' giu' insieme a lui: distesi sul letto,lei con la testa sulla sua coscia,con la sua mano tremante che era in cerca di quella di Michael che sembrava sperduta.
Lui abbaso' la testa e bacio' le sue labbra: passo' il dorso di tutte le dita sopra le sue gote incendiate,beandosi della vista del suo seno che si alzava ed abbassava a ritmo dei suoi respiri del tutto sconnessi.

"Ho freddo"

mormoro' lei. Michael le sorrise e tiro' su la coperta: la accosto a se' e si lasciarono cullare dalla magia dell'amore.

"Che bello sentirmi scaldata da te"

La loro unione sempre piu' profonda,stava diventando solida come una roccia,e di certo,stavolta, romperla sarebbe stato molto difficile.

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Messaggio Da marina56 Lun Ott 17, 2011 12:22 pm

Quei giorni erano passati in una maniera allucinante.
Sarebbero state le ultime ore per godere dell'unicita' che rende Parigi incomparabile a qualsiasi altra citta' al mondo. Avesse potuto,ce l'avrebbe tenuta tutta la vita;a passeggiare indisturbati,a scattare foto,a scambiarsi dolci baci senza la presenza di sguardi indiscreti,a gustare prelibatezze sempre nuove,a visitare quei posti magnifici all'infinito. Con suo grande ramamrico,adesso doveva tornare alla vita reale,al suo lavoro,ai suoi concerti e ai suoi album,ma il fatto che lei avrebbe condiviso tutti questi momenti con lui,e per tutta la vita,lo consolava dalla sottile malinconia che stava provando perche' doveva gia' lasciare quella splendida citta'.
Riposava a pancia in su': strofino' piano le labbra contro le sue,fece calare la coperta per scoprire le sue forme e l'abbraccio' all'altezza del costato. Percepi' la morbidezza del suo seno,il battito lento del suo cuore,il respiro pacato che usciva dalla sua bocca,cosi' diverso rispetto a quello potente della sera precedente,che Michael non risuciva a togliersi dalla testa.
Come apri' gli occhi,lo trovo' con le labbra sopra alle sue,pronto a darle il buongiorno degno di un principe azzurro: ricambio' il suo bacio silenziosamente,senza avere la creativita' per formulare un discorso sensato. Avrebbe voluto dirgli che era stata benissimo con lui,che la sua tenerezza le faceva sballare il corpo,che il suo fisico a contatto stretto con il suo le faceva perdere il senso della realta',che bastava solo un suo bacio per farle balenare i sensi,e che le sue carezze erano cosi' soavi che la facevano galleggiare nell'aria come una piuma. Non ci riusci',ma questo non importava. La loro intesa era tale che Michael capi' il suo stato d'animo dal suo sguardo; in fondo nemmeno lui era in grado di esprimersi dopo cio' che era successo.

"Dormito bene?" gli chiese Alexa a bassa voce;

"Certo che si...Come potrei non dormire bene tra le tue braccia?"

Quella sua frase la riempi' di buon umore: era cosi' tenero,sensibile e comprensivo,che non poteva davvero desiderare di meglio.Era convinta che fosse un angelo con le sembianze di uomo; si,lo credeva sempre di piu'.

"Ti amo Michael" fu tutto cio' che riusci' a dirgli.

"Oggi Louvre! E poi,dato che e' l'ultimo giorno...Shopping sfrenato,ti va?"

"Oddio,siiiiii! Cosi' posso comprare i regalini anche per i miei"

"Ahhahahah,lo sapevo! Allora,dai,preparati!"

Si alzo' di scatto dopo avergli dato un abbraccio che quasi lo fece soffocare
e si vestirono in fretta ansiosi di uscire di nuovo.

********************************************************

Il Louvre,uno dei musei piu' celebri e piu' frequentati al mondo,conteneva tutto il patrimonio artistico francese,se non quello di mezza umanita'.
Il palazzo che lo ospita,ex palazzo reale,conteneva capolavori inestimabili.
La sua piramide in vetro situata appena davanti all'entrata,dalla quale si accede alle sale del museo,con il suo design tipicamente moderno, contrastava con l'antichita' dell'interno della sua sede.

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Gli occhi di entrambi si fondevano con l'immensita' delle maestose opere presenti nel museo: archeologia Egizia,Greca,Etrusca,Romana; oggetti di tutti i tipi che sembravano riportarli indietro di millenni. Alexa scrutava attraverso i piccoli vetri che proteggevano i reperti le monete antiche,i papiri,gli utensili da lavoro; guardava i gioielli di oro e turchese e si immaginava di essere la Regina D'Egitto,osservava i vasetti greci con scene mitologiche e si figurava di essere nel bel mezzo di un mercato ellenico,con tanto di peplo pronta ad acquistare del cibo,oppure di assistere direttamente a qualche duello tra eroi mitici.

"Lo vuoi uno? Te lo regalo!" scherzo' Michael riferendosi ai gioielli;

"Ahahahah,spiritoso! Magari! Vai,se te lo vendono...volentieri!"

Arrivarono alla sala piu' attesa: quella della pittura italiana.
Caravaggio,Raffaello,Botticelli,Michaelangelo,erano solo alcuni dei nomi delle opere che poterono osservare. Lo sguardo si perdeva tra le sfumature dei colori accesi delle tele; sentivano l'odore del legno,talvolta anche qualche scia di olio,respirando appieno l'essenza dell'arte racchiusa qui dentro. Si avvicinavano ai dipinti tenuti sotto una luce soffusa,osservando il tratto preciso e impeccabile dei paesaggi,dei ritratti e delle Madonne,mentre le loro mani avevano l'impulso di toccare i quadri,come per entrare nei dipinti,che con la loro tridimensionalita' ed espressivita' sembrava invitarli a tuffarsi dentro a quel mondo. Si sederono sui divanetti delle sale in silenzio,ad assaporare con gli occhi e con i sensi quella miscela di sensazione che invase le loro anime come una sorta di viaggio dello spirito. E poi,lei: il ritratto piu' celebre del mondo,la Gioconda. Suggestiva ed enigmatica,regalo' una sensazione di fine soggezione con quei suoi occhi che davano l'impressione di controllare ogni tuo movimento.

"Che bella,pero',la immaginavo piu' grande"

"E' vero,anche io,pero' e' stupenda"

Finirono il giro nella Grande Galerie,dove vi erano due tra le statue greche piu' celebri: la Nike,personificazione della vittoria,famosa per le sue ali tesa verso il cielo,e la Venere di Milo,caratteristica per l'assenza delle braccia.

Quando uscirono dal museo,avevano ancora gli occhi appananti dai colori sgargianti delle tele. Ci volle infatti un po' per riabituarsi alla pura luce del sole,splendente e tiepido quel pomeriggio.

"E adesso...Shopping!" sorrise Michael gridando;

"Andiamo,andiamo che e' gia' tardi!"

Girarono lungo le Gallerie della citta',con i loro archi,i pavimenti in marmo e gli innumerevoli negozietti addossati gli uni agli altri,illuminate dai lampadari che scendevano dagli alti soffitti arcuati. Rigattieri,antiqauri,librai,artigiani,si susseguivano lungo le pareti delle gallerie.
Ma non potevano perdersi di certo la meta per lo shopping piu' ambita della citta',dato che entrambi amavano gli acquisti: le Galeries Lafayette.
Sicuramente il paradiso per i patiti di compere,era di certo il posto giusto per scovare souvenir e regalini. Qui ogni sfizio personale poteva essere soddisfatto: sei piani in cui,dai profumi alla moda,dalgli articoli per la casa sino alla gastronomia,con un po' di pazienza e divertimento si poteva davvero trovare di tutto.

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"Oh mio Dio amore...Ma e' meraviglioso! Adesso dovrai starmi dietro se ci riesci,perche' io quando vedo tutte queste cose...ahahahaah..I profumi!"

Alexa scatto' in mezzo agli scaffali ad esplorare le boccette: sentiva il loro profumo,sbirciava l'etichetta,i cordini e le nappine che pendevano dal tappo,la scritta del nome che ricordava la calligrafia antica,osservava il motivo del vetro decorato.

"Ale,non scappare cosi',ma dov'eri finita?"

"Senti...Ti piace? Lavanda...Vorrei portarlo a mia madre"

"Mmmmm,si buono,credo che le piacera',e' davvero ottimo secondo me"

"Vai,allora le prendo questo...oddio,starei qui le ore,anche se il mio olfatto non risponde piu'!"

Lascio' il reparto dei profumi e si diressero sopra,al piano della moda.
E la' si che lei impazziva: migliaia di capi,di borse,di accessori di tutti i generi; eleganti o meno,lussuosi,sportivi,da lavoro,per le occasioni. Abiti,bigiotteria,foulard,scarpe,giacche,e quanto di piu' ci si possa immaginare. Scrutava in estasi i manichini,camminando piano piano per far si che la sua vista immagazzinasse la bellezza di quell'insieme di colori e tessuti di ogni tipo.

"Uh guarda questo! Uh guarda quest'altro!"

Non riusciva a frenare il suo entusiasmo,e come una bambina,toccava le grucce e i suoi occhi brillavano ogni volta che osservava un capo che la attraeva. Fiocchi,galette,nero,strass,pelle pregiata,fiori,nastrini,pizzo,erano solo alcuni esempi di quella moda tanto femminile che a lei faceva impazzire. Avrebeb provato ogni abito,avrebbe comprato ogni vestito,ogni giacca,ogni gonna. Michael le ando' dietro abbracciandola mentre lei era intenta a far scorrere i suoi occhi su un meraviglioso abito da sera. Era cosi' presa che sembrava non essersi accorta che la presenza di Michael era lontana da lei un attimo prima.

"Ale compra tutto quello che vuoi" le disse dandogli un bacino sul collo;

"Oh,no,non se ne parla...Ah,ma tu credevi che....No,no,io faccio sempre cosi' quando vado nei negozi,mi diverto a guardare tutto perche' beh sai,quando...quando guardo questi vestiti cosi' belli,mi immagino di poterli indossare ad una festa e di essere la piu' bella,lo so sono scema! Ma e' solo per divertirmi,tutto qui,non voglio assolutamente che tu spenda tutti questi soldi,e poi un abito me lo hai gia' regalato,al nostro primo pic-nic,ricordi? E quello mi basta per tutta la vita dato che e' un sogno,basta e avanza,hai fatto anche troppo,non smettero' mai di dirtelo"

anche lei si giro' e gli dette un bacino,ma lui insisteva:

"Ma Ale,scusa se ti piace,prendilo,non e' un problema,siamo insieme a Parigi,e se a los Angeles non lo trovi cosi'...Dai su,non fare la stupida e provatelo,voglio vedere come ti sta"

"Ti ho detto di no! E non farmi fare figuracce qui dentro,dai,ti prego!"

Michael non voleva cedere: di scatto le tolse il vestito dalla mano e poso' violentemente la gruccia contro il suo petto,sperando che lei lo prendesse; ma non lo fece,cosi' il vestito cadde a terra. Alexa sbuffo' e si sedette con le braccia conserte su uno degli sgabelli di fronte al camerino. Lo guardo' arrabbiata:

"Ecco,sei contento adesso? La commessa ci ha anche guardato storto....Dio Michael,ma perche' devi fare sempre cosi'...."

"Io...Volevo solo fare un gesto carino...Non voglio che spiri per un vestito...lo so che sei orgogliosa,allora...."

"Ma Michael tu i gesti carini li fai in continuazione,come mai credi il contrario? Non ho bisogno di un vestito d'alta moda per sentirmi una principessa accanto a te,ma tu questo non lo capisci! Il vestito e' bello,ma sarebbe superfluo...A me basta il tuo amore e il tuo affetto,sei dolce,eccezionale,comprensivo,non ho bisogno di tutto questo,dai,su...ma perche' vuoi avvelenarmi l'ultimo giorno? Godiamocelo per bene,e non facciamo tutte queste discussioni"

"Hai iniziato tu..." rispose lui offeso;

"Io? E cosa c'entro io?" disse lei,

"Io ti piaccio,no?" prosegui' Alexa;

"No Ale,tu non solo mi piaci...Io ti amo"

"Ecco,allora...Mi ami cosi' come sono allora...Mi dici sempre che sono bella...."

"Infatti,e' vero...Sei bellissima" la guardo' sorridendo per un attimo;

"Quindi ti piaccio con o senza vestito....Chiaro?"

Michael era indifferente alle sue parole. Scuoteva la testa borbottando tra se'. Alexa si allontano' da lui e riappese il vestito nello stand.

"Adesso fa anche l'offeso...Roba da pazzi!"

disse lei lasciando Michael a sedere pensante. Ando' ad un altro reparto,molto meno costoso,e prese una magliettina,una gonna,una giacchettina,un foulard,una borsetta e un paio di scarpe. Torno' colma di cose in mano,posando i capi sulle gambe di Michael:

"Ok,vuoi proprio comprarmi qualcosa? Ecco qui...Questi andranno piu' che bene,tanto avevo gia' in mente di acquistare qualcosa dal sapore parigino...Ti va di vedere come sto?" gli disse irritata;

"Certo"

Alexa entro' nel camerino e dopo pochi minuti usci' con un leggero sorriso di vendetta stampato in faccia:

"Ti piace?" gli disse scocciata,

"Si,stai benissimo"

"Ok perfetto,dammi il portafoglio"

"Eh?"

"Il portafoglio...Vado a pagare...Su avanti"

la verita' era che tutti quei capi costavano cento volte meno del vestito da solo; voleva dargli la soddisfazione di poterle comprare qualcosa ma non voleva che spendesse tano,cosi' aveva preso delle cose al reparto meno costoso che c'era. In fondo,il suo fisico e le sue gambe potevano accettare di tutto sopra di se',e stava comunque bene,facendo la sua bella figura. Ma non voleva in alcun modo che Michael ne vedesse il prezzo,perche' altrimenti sapeva bene che si sarebbe messo a discutere di nuovo.

"Tu sei proprio strana alle volte"

Michael le dette il portafoglio e lei si avvio' alla cassa per pagare. Torno' soddisfatta,rivolgendogli un sorrisetto beffardo e sventolandogli la busta davanti agli occhi:

"Soddisfatto? Qualcosa mi hai comprato,adesso possiamo andare?"

Michael credeva di averle comperato qualcosa di costoso,anche se non era assolutamente cosi'. Tolse la busta dalle sue mani mentre lei continuava a ridere per quel piccolo scherzetto:

"No Ale,questa te la porto io"

lascio' le sue mani libere,e l'occhio di Alexa cadde sulla mappa dei Grandi Magazzini: vide che c'era al piano superiore a quello in cui stavano,il reparto della biancheria. Voleva passarci per acquistare un completino,ma ovviamente senza Michael. Gli invento' una scusa,sempre ridendo:

"Michael,amore...Mica andresti giu' a prendermi una Coca Cola? Mi e' venuta sete..."

"Oh,ma certo"

"Ok,ci vediamo qui tra venti minuti,la busta tienila tu,e guai a te...Non spiare lo scontrino,intesi?"

Michael si allontano' scendendo sulle scale mobili. Non appena lo vide lontano a sufficienza,Alexa sali' le scale ed acquisto' un completino sul quale gli era caduto l'occhio sin dal primo secondo in cui mise piede in quel reparto. Non sapeva quando gliel'avrebbe mostrato,ma le torno' in mente quando Michael la prendeva in giro per le sue mutandine e di quando nella terrazza dell'hotel alzo' la sua gonna spiandola. Compro' quella biancheria a tempo di record,nascondendo con cura la busta all'interno della borsa.
Nel frattempo Michael era in fila per la Coca Cola; guardava la busta promettendosi di non spiare,ma non si capacitava del perche' lei non volesse fargli sapere quanto aveva speso. Torno' sopra,dove si erano dati appuntamento,ma lei ancora non c'era. Guardava la busta e girava gli occhi,la riguardava e cercava di distrarsi,e cosi' via; ma non resistette e,ad un tratto,fruco',impetuoso,le mani tra i capi in cerca dello scontrino. Alexa imbocco' la scala mobile e lo vide stranamente girato di schiena,con il capo chinato: non capi' cosa stesse facendo.

"Ah ah,ecco! Ti ho scoperta allora! Ma e' ammattita? Con questa cifra non ci si compra nemmeno il bottone di una camicia...Ma e' ridicolo! Sta testolina..."

Alexa era dietro di lui gia' da un po',e senti' il suo soliloquio.

"Ehm ehm!..." fece lei con il pugno sulla bocca;
"Cosa hai li'?"

"Niente...Tieni la Coca" disse lui arrossendo;

"Tu...Mi hai mancato di fiducia! Ti avevo detto di non guardare e invece...
Hai sbirciato lo scontrino!"

"No,io non..."

"E invece si,l'hai sbirciato! Ma cosa vuoi dimostrare Michael eh? Cosa? Oh,basta adesso me ne vado,non voglio stare a litigare con te...E' l'ultimo giorno e voglio stare in santa pace...Senza di te! Ci vediamo per le strade di Parigi,eh? Quando ritorni con i piedi per terra fammelo sapere,e come si dice qui in Francia...Au Revoir!"

Alexa se ne ando' correndo. Scappo' alla sua vista ancora,e lui la cerco' invano per una buona mezz'oretta. Intanto lei aveva preso la busta con i suoi abiti togliendola a Michael: era andata in bagno e li aveva indossati dopo essersi ritoccata il trucco e i capelli. Usci' dalle Gallerie del tutto incurante di lui,non gli importava dove fosse; aveva esagerato e si meritava una lezione. Alexa inizio' a passeggiare da sola,dirigendosi ancora sugli Champes Elysees,per guardare le vetrine di alta moda che si susseguivano una dopo l'altra: Dior,Chanel,Louis Vuitton,Hermes,erano solo alcune delle griffe prestigiose sulle quali i suoi occhi si posarono incantati. Era ferma ad osservare un tailleur in tweed di Chanel,con il collo del manichino avvolto da perle bianche e nere,quando si senti' colpire sulla spalla. Michael l'aveva avvistata da un po': era sicuro di trovaral li'; aveva riconosciuto gli abiti che aveva acquistato alle Gallerie e aveva notato le sue gambe,inconfondibili fra mille.

"Salve Madame"

Michael tappo' gli occhi di lei con le sue mani,e Alexa riconobbe immediatamente la loro morbidezza e le sue dita,anch'esse inconfondibili.
Si giro' sorridendogli:

"La...la Coca Cola...Te ne ho portata un'altra...Quella...si era scaldata"

"Oh,ma...Si,insomma...Mi dici perche' mi basta vederti sorridere per non essere piu' arrabbiata con te?"

"Dai,facciamo pace" Michael le diede un bacio sulla guancia;

"E' che...Fai delle discussioni cosi' stupide! Quando ti dico che non importa,devi credermi,ma perche' hai guardato lo scontrino? Uff!"

"Scusami,e' che...Volevo che...Vabbe',Anche io voglio godermi questo ultimo giorno...Senti perdonami,ho esagerato...Sei...Sei bellissima anche cosi'"

gli prese le mani e lei l'abbraccio':

"E adesso Ale...Andiamo a fare altri giretti per i negozi,abbiamo ancora un po' di tempo"

"Si...Ah,amore,grazie per la Coca Cola...ne vuoi un po'?"

"E di che...Si,vai,un sorso lo prendo volentieri"

La prese per mano e si sorrisero incamminandosi lungo altre strade,percorrendo le vie tanto per scuriosare tra i negozi. Ad un tratto si ritrovarono nel mezzo alla folla: stavano a ridosso delle strisce per aspettare di attraversarle,quando un signore poso' gli occhi su Alexa. La maglietta aderente con la giacchina,la minigonna,le scarpe alte,la borsetta e il suo foulard annodato al collo,la facevano sembrare davvero parigina,ed era davvero molto attraente. Lei sorrise abbassando gli occhi per l'imbarazzo. L'uomo ando' avanti scattando,continuando a voltare la testa verso di lei,in particolare verso le gambe. Lei si mise una mano davanti alla bocca; Michael sgrano' gli occhi:

"Cioe'...No...Ma....Hai visto?"

"Visto cosa amore?" rispose ridendo;

"Quello! Ti ha guardato le gambe....E il sedere! No...Ma...prego eh? Cioe'...Complimenti! Ma non gliel'ha mai detto nessuno che esistono i musei per ammirare i capolavori? Ma guarda te che...Cafone,maleducato! Come si dice "Togli le zampe" in francese? Dammi il vocabolarietto,avanti!"

"Ahahahah...Amore...E io sarei un capolavoro?"

"Si" gli disse facendole l'occhiolino;

"Ricordo quando me lo hai detto...sai? Me lo hai detto la prima volta che abbiamo fatto l'amore" gli disse lei sussurrando al suo orecchio;

"Michael sei davvero tanto dolce...Su,dai,non fare il geloso adesso"

"Io fare il geloso? Ma scusami! Oh,guarda non voglio nemmeno pensare cosa gli sia passato per la testa a quello...Non ho parole...E smetti di ridere che la cosa e' seria!"

"Ahahahah,scusa amore,ma in questo momento non riesco a smettere"

"Beh andiamo avanti su" disse Michael a braccia conserte.

Passo dopo passo,arrivarono a Place Vendome,elegante e ricca di negozi.
"La sua colonna fu eretta sotto ordine di Napoleone,per celebrare la vittoria di Auserlitz,ed e' stata costruita a imitazione della colonna Traiana.
Fu realizzata fondendo i cannoni sttratti agli Austriaci e ai Russi,ed e' ornata d aun bassorilievo a spirale che raffigura episodi della Campagna del 1805. Sulla sua sommita' possiamo notare infatti la statua di Napoleone in veste di imperatore Romano.
Oggi si tratta della piazzaforte della gioielleria francese: si possono ammirare,esposti in lussuose vetrine,i piu' bei gioielli del mondo. Qui infatti c'e' la maggiore concentrazione al mondo di gioiellerie."

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"Oddio,e' vero! Guarda!"

"Ale,ma dove vai?"

Alexa scatto' con la guida in mano,attraversando la piazza di corsa per osservare le vetrine. I suoi occhi erano persi tra il bagliore dei gioielli delle vetrine: collane,orecchini,anelli,braccialetti,orologi. Cartier,Bulgari,e moltissimi altri;non aveva mai visto niente di simile.

"Oh,caspita...."

Era come una gazza ladra attratta dal luccichio: si spostava di vetrina in vetrina,con la fronte azzeccata al vetro,per catturare meglio quello splendore. Michael stava per chiederle se volesse comprarne uno,ma poi esito' a labbra serrate prima di fare uscire quelle parole. Non gli era andato ancora giu' l'atteggiamento di Alexa: sapeva quanto fosse orgogliosa,e lui cercava solo di compensare cio' che non riusciva a dirle facendogli qualche regalo. Anche Michael era consapevole che lei lo amasse,e non di certo per un vestito o un gioiello,ma si sentiva di farlo,e lo fece. Alexa era cosi' presa dalle vetrine,che nemmeno si accorse che lui entro' in uno dei negozi. Conosceva i suoi gusti: entro' e completo' l'acquisto a tempo di record. Usci' sorridendo: stavolta era stato piu' furbo lui. Nascose la scatoletta dietro alle mani mettendola in tasca,e appena lei si volto' lo vide sfoderare un sorrisetto furbo e due occhi vispissimi.

"Michael che c'e'?"

"Niente...Guardavo...te...Sembri pensierosa"

"Si...lo vedi quello? L'orologio? Se potessi te lo regalerei,te lo vedrei benissimo..."

"Ale,ma dai non dire cosi'...Il regalo migliore e' il tuo amore...Sei cosi' dolce...Fatti abbracciare...E adesso andiamo a cambiarci,che la cena ci aspetta...E non fare cosi'"

"Si,ok...Scusami"

*************************************************************

Nella suite Alexa,ormai vestita per la cena,si affaccio' alla tenda ad osservare il panorama: era l'ultima sera,e voleva ricordarsi al meglio quell'immagine sfumata. Il blu della Senna,il giallo e l'arancione che si facevano strada sciando nel cielo; la Tour Eiffel illuminata,i tetti e lampioni anch'essi ricoperti di luce. Immagazzino' quel panorama come una foto,per averne un ricordo piu' nitido possibile. Si volto' e vide Michael fermo,a guardarla incantato,che le sorrideva.

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"Amore vieni a vedere che splendido panorama che c'e' da qui"

"E senti che bell'aria"

le disse Michael aprendo la finestra. Silenziosamente,poso' le mani sopra le sue gambe,e si avvicino' alle sue labbra baciandola: Alexa chiuse la tenda accarezzando dolcemente i suoi capelli; dischiuse le labbra e chiuse gli occhi non appena avverti' la sua bocca carnosa e velluatata. Quando lo vide davanti a lei di nuovo,gli sorrise accarezzandol la sua guancia:

"Sei elegantissimo amore,sei bellissimo stasera...Dove andiamo?"

"Grazie Ale...beh,non posso dirtelo...Ti darei un altro bacio,ma temo che faremo tardi"

Prese la mano di Alexa e uscirono dall'hotel. Paul li aspettava con la macchina sul retro,come sempre; ma stavolta fu Michael che le copri' gli occhi. Quando l'auto parcheggio',Michael prese Alexa per mano e l'aiuto' a camminare.

"Michael ma...Sento il vento...E il rumore dell'acqua...Non capisco dove sono...Ma cosa..."

"Te lo faccio vedere subito...Madame,la cena e' servita"

Slego' la sua benda e Alexa non credette ai suoi occhi: c'era un piccolo battello vicino alla riva,e su di esso,un tavolino apaprecchiato elegantemente,con una candela e un vaso di rose al suo centro.

"Oh,mio Dio! Amore ma non dovevi...oddio,che bello,grazie!"

Michael scanso' la sedia per farla accomodare. Si sedette di fronte a lei che continuava a guardare estasiata a destra e a sinistra.

"Bonsoir" il cameriere inizio' a servirli;

"Hey,ma sono ostriche!"

"Si,me l'avevi detto che le volevi assaggiare,no? Eccole! Aspetta...una spruzzatina di limone e...ecco,adesso sono perfette"

"Ti piacciono?" chiese lui;

"Oh,si,sono buonissime"

Ad un certo punto,mentre parlavano e scherzavano,Michael allungo' il piede da sotto al tavolo,verso la sua caviglia. Le fece un sorriso malizioso e le lancio' unoi sguardo provocante.

"Michael,sei un cafone!"

disse lei tendendo la mano sul suo capo per dargli uno schiaffetto.

"Mai quanto quello che ti ha guardato oggi....cioe',assurdo!"

"E dai amore,ancora con questa storia? Basta,su"

Continuarono a mangiare e poi,alla fine del dessert, improvvisamente Michael tiro' fuori la scatoletta. Allungo' la mano sopra al tavolo cercando le sue dita e poi l'apri': una collana di acquamarina e diamanti si presentava ai suoi occhi,bellissima,ancora piu' sfavillante per la luce della notte. La guardo' con la gola tremante per pochi secondi: scoppio' a piangere e afferro' la collana. Si sedette con le gambe accavallate sulle riva del fiume;
si mise le mani sul volto coprendosi gli occhi,con la collana che pendeva tra le sue dita. Michael le si avvicino' toccandole la spalla,ma lei continuava a singhiozzare prepotentemente. Poi si volto': lui la guardava con gli occhi pieni d'amore,con il suo viso illuminato dalla luna,con il suo trucco leggermente colato e mischiato alle lacrime,era bellissima anche cosi'.

"Amore ma cosa c'e'? Cosa fai?"

"La...la butto nella Senna!" disse lei facendo ciondolare la collana,

"No,ma hey...Ale aspetta,dai,io..." continuava a piangere;

"Ale,ma ho fatto qualcosa di sbagliato? Io...Credevo ti piacesse la cena..."

"Ma infatti mi piace,Michael...troppo...e' questo il punto..."

"Io...Non capisco...."

"Tu...Sei capriccioso come un bambino,vero? Ti impunti...Ti avevo detto di non spendere...e tu cosa hai fatto? Mi hai comprato un gioiello...Guarda qui che meraviglia..."

"Allora ti piace?"

"Ma certo che mi piace,e' un sogno..."

"E allora qual'e' il problema?" le disse prendendole il volto tra le mani;

"Il problema...e' che questi sono stati i giorni piu' belli della mia vita...mi sono scordata di tutto...perche' tu sei dolcissimo,comprensivo,affettuoso...solo che poi...mi ricordo chi sei...e penso che dobbiamo tornare alla nostra vita normale...tu alla tua,e...ecco...Ho paura...Ho paura Michael...paura che tu ti annoi...e che trovi un'altra migliore di me...Lo so,ma il punto e' che...io...Non potrei mai immaginare di stare con qualcun altro,perche'...I tuoi baci,le tue parole...e le tue carezze...sono le piu' belle...e solo il pensiero che un altro uomo possa mettere le mani sul mio corpo...Oddio,Michael,mi si arrovella lo stomaco...io voglio solo te...per tutta la vita...Ecco te l'ho detto"

"Ale ma che dici? Io ti amo"

"lo so che mi ami pero'...E se un giorno non mi amassi piu'?"

"Ale smetti...La vedi questa?" prese il dito a cui lei teneva la fede;

"Io...Ho fatto una promessa,per l'eternita',e non potrei mai infrangerla...Io sono un uomo di parola...E ti amo,piu' di tutto,ma perche' non lo capisci?"

"Non lo so,sono confusa...Ho paura,te l'ho detto...Poi,arrivi con questi regali che io...Io non potro' mai ricambiare...lo fai apposta,e mi fai stare male"

lo guardo' con gli occhi carichi di lacrime; Michael scanso' i suoi capelli e le diede un bacio sulle labbra;

"Ale ma tu mi hai fatto il regalo piu' bello piu' di tutti,e lo sai perfettamente...Mi hai donato completamente il tuo amore...e continui a farlo di giorno in giorno,ed e' questa la cosa che piu' mi serve...Il tuo amore e' tutto cio' di cui ho bisogno,tutto il resto non conta"

"E lo stesso vale per me...Ma allora perche' mi fai tutti quei regali? Che,non hai capito che ti amo?"

"Ale ti prego accettala...Lo so che mi ami,mi ami tanto e ti ringrazio per questo...volevo solo farti questo perche'...ecco,perche' alle volte ho paura anche io...Che tu possa allontanarti da me,e voglio sembrarti il piu' carino possibile,ecco tutto...Poi,lo so che non serve una collana per unirci"

"Amore sei meraviglioso...E la collana e' bellissima,bellissima...Me la metti?"

Michael le ando' dietro e le mise la collana: guardo' il suo collo impreziosito da quel gioiello,che la faceva sembrare ancora piu' luminosa. Prese un fazzoletto e le asciugo' il trucco.

"Ecco,adesso va meglio...Dire che sei bellissima e' dire poco...E poi migliore...Ma cosa vuol dire migliore? Tu sei unica...amore mio,non ti avrei sposata se non ti trovassi speciale...Capito?"

"Si,capito amore...Scusami"

"Fatti abbracciare...E adesso...Monta su...prossima fermata: Tour Eiffel"

Alexa torno' sul battello piu' serena e sicura: si sedette sulle gambe di Michael avvinghiando le braccia intorno al suo collo,riempendo le sue labbra di bacetti,fondendosi nei suoi occhi e catturando i suoi meravigliosi sorrisi.

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La Tour Eiffel e' senza dubbio il simbolo di Parigi per eccellenza.
Quando fu progettata,era destinata ad una vita breve,giusto il tempo di un'esposizione,mentre adesso e' praticamente impossibile concepire un panorama parigino privo del suo feticcio metallico. 18.038 pezzetti di ferro forgiato,70.000 tonnellate,che attirano tutti gli anni milioni di visitatori.
Il blu della sera avvolgeva tutto il panorama della capitale: l'accavallarsi dei tetti,le cime delel chiese che spuntavano,gli alti edifici in lontananza che vegliavano sulla citta'; ma lei,la Torre,imponeva la sua elegante supremazia,avvolta dall'elettricita' che come il tocco di una fata inondava di luce tutto il paesaggio circostante. Si slanciava nella notte: bella,
fluorescente,colmando di bagliore gli occhi rapiti di Michael ed Alexa.

"E' bellissima"

"Si,ed e' anche molto romantica..." disse Michael prendendo le sue mani;
"Che fai...Non me lo dai un bacio sotto la Tour Eiffel?"

"Un bacio alla francese?" chiese Alexa;

"Si...Un bacio alla francese" le rispose sorridendo.

Le loro lingue si rincorrevano in un gioco lento e sensuale,mentre i loro corpi erano occupati a trasmettersi il loro calore reciproco.

"Ti amo Michael...Grazie per avermi regalato questa settimana da sogno"

"Anche io ti amo...Tantissimo! Hey Ale,guarda! Lassu'...Quella e' la stella dei desideri...Oh stellina,ti prego...Illuminaci la via...veglia su di noi...Corona il nostro amore! Tu Ale...Vuoi chiedrgli qualcosa?"

"Si...Io e Michael tutta la vita...Non ho altre richieste...io e te...per sempre!"

E tornarono a baciarsi,ancora e ancora,abbracciandosi sotto il monumento francese per eccellenza,emntre il cielo stellato si distendeva all'orizzonte creando ulteriore atmosfera.

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**********************************************************

Non appena Michael chiuse la porta della suite,Alexa si tuffo' sulle sue labbra di nuovo. Dopo essersi dati un altro bacio,lei gli sorrise,e afferrandogli le mani,lo condusse verso il letto. Fece per farlo cadere sul materasso,ma lui non ci ando'. La guardo' portando le sue mani verso la camicia,mentre erano sempre in piedi:

"Perche' non...Perche' non provi tu?"

disse lui timidamente guardando la camicia;

"Io? Vuoi dire...??"

Michael fece cenno di si con la testa,e Alexa poso' piano le mani sulla sua camicia. Afferro' il colletto,poi scese verso i bottoni,cercando di levarli dal loro incastro. I suoi polpastrelli sudati per l'emozione scivolavano sopra ai bottoni,tentando di aprire il tessuto della sua camicia bianca. Era ancora troppo inesperta per lasciarsi andare all'amore sotto lo slancio della passione pura. Dopo un po' di tentativi,lentamente,e con le dita che faticavano ad aprire le asole,il primo bottone scomparve. Lei sorrise,e lui ricambio'. Sembrava cosi' difficile all'inizio,cosi' saldo quel piccolo incastro da apparirle come cemento. Michael voleva solo farla rilassare,
abituare al contatto con i suoi indumenti oltre che con il suo corpo; e dato che l'aveva sempre svestita lui,stavolta voleva guidarla nel senso opposto.
Pian piano il suo petto si svelo' ai suoi occhi: accarezzo' il suo viso,per poi chinare la testa e baciare soavemente i suoi capezzoli. Un piccolissimo soffio usci' dalla bocca di Michael,mentre lei era ancora presa a guardare il suo torace e il suo addome dal quale non riusciva a staccare gli occhi.

"Lo so che sono orribili...Sono brutto io e sono brutte queste"

sussurro' Michael sconsolato,riferendosi alle macchie nere che costeggiavano a tratti la sua pelle.

"Brutto? Ma Michael,tu sei un angelo...Gli angeli non sono mai brutti,e tu sei il piu' bello di tutti"

"Ale sei stupenda"

Alexa fece scendere la mano fino al suo pantalone: glielo tolse e,conducendolo verso il letto,lo fece sedere. La sua mano grande lo intrattenne con carezze lievi e poi piu' forti,proprio come quella sera in cui lui le aveva chiesto di sposarla. Ancora non era del tutto sicura,ma il suo intuito aveva la sua approvazione,dato che sentiva il corpo di Michael agitarsi leggermente sotto il suo tocco. Dopo qualche sospiro,Michael riapri' gli occhi e la guardo' sorridendole: inizio' a baciarla,controllando del tutto la sua bocca,vogliosa della lingua soffice di lei. Con garbo e con delicatezza,tolse i suoi vestiti uno alla volta,senza smettere di baciarla. Le sue dita affusolate scivolarono sul seno,poi sulla sua pancetta morbida,fino a toglierle la mutandina candida,procurandole un ultimo brivido dato dalle sue innumerevoli carezze. Tocco' di nuovo il suo corpo nudo nei punti piu' sensibili: le sue mani e la sua bocca si posarono sinuose sul collo,sul seno,sulle gambe. Lei lo guardo' prendendo il suo volto tra le mani:

"Michael io...Spero che tu gradisca le mie carezze tanto quanto a me piacciono le tue"

"Ma certo amore...certo che si"

le diede un bacetto sulle labbra e lei tese la mano indietro,per sciogliere i suoi capelli.

"Je t'aime"

le sussurro' all'orecchio intanto che si avviava a fondersi con lei. Era bellissimo per lui,ma anche per lei,sentire il calore reciproco,le loro mani che abbracciavano le une il corpo dell'altro,e i loro sguardi e sorrisi che si trasmettevano amore senza alcun bisogno della parola. Nel loro atto,puro,amorevole,dolce,si mescolarono i loro sapori,che le loro bocche erano prese a catturare; i loro sospiri profondi,le loro carezze,i loro odori;il tepore dei loro corpi,i loro gemiti discreti,quasi come se si vergognassero di mostrarsi troppo carichi di passione; in una sola parola: l' amore.Tutto l'amore che nutrivano l'uno per l'altra,venne fuori con le loro innocenti effusioni,in un crescendo di sensazioni,stavolta fino all'estasi piu' completa. Si guardarono con gli occhi sfocati,sospirarando contemporaneamente:

"Dio,quanto ti amo"

riusci' a dirle Michael con la voce un po' confusa. Alexa si senti' fragile ma forte allo stesso tempo,e soprattutto,sicura del suo amore. Aveva fatto di tutto con il suo angelo: avevano riso,scherzato,parlato,camminato,mangiato; avevano condiviso i gossip,gli ostacoli e le persone cattive,ma adesso quello stesso angelo l'aveva portata anche in paradiso. Cosi' si sentiva. Michael la tiro' a se' abbracciandola,per poter percepire meglio il suo corpo caldo e vellutato e il suo respiro irregolare. Pian piano i loro sensi rinsavirono: Michael la fissava insistentemente,con gli occhi lucenti ed inteneriti; era cosi' bella.

"Michael me l'hai detto in francese...Mi hai detto "ti amo" in francese...Mi piace quando parli francese...Sei ancora piu' romantico"

"Te lo direi anche in tutte le lingue del mondo,ma tanto e' sempre la stessa cosa: Ti amo,ti amo,ti amo,Je t'aime o come preferisci tu"

Strinse la sua mano avvolgendo le braccia dietro alle sue spalle. Lei lo guardava con aria interrogativa ma titubante:

"Michael,posso chiederti una cosa?" disse arrossendo;

"Certo amore"

"Ma e' normale avere lo stomaco vuoto dopo...Ecco si insomma...Ho fame"

Disse a voce bassa coprendosi gli occhi con le mani. Lui rise e scopri' il suo volto:

"Non ti preoccupare...Mi do una sciacquata e vado a comprarti un croissant,ti va?"

"Un croissant? Si! No ma dai amore...Non c'e' bisogno che esci a notte fonda...C'e' il servizio in camera,ordiniamolo,cosi' lo mangiamo qui insieme nel lettone...ti prego"


"D'accordo"

poi la vide con il naso vicino alla sua stessa spalla;

"Ale,ma che fai?"

"Ho il tuo odore addosso...E' straordinario!" disse lei sorridendo;

"Sai...E' bello stare vicino a te cosi'...Sentendo solo la tua pelle...anche se un po' mi vergogno sempre a dirti la verita'..Non lo so,e' bello ma strano,non so come spiegare" prosegui' Alexa;

"Ale...Tu non sei come le altre...Tu sei dolce,e tanto affettuosa...io ti amo troppo,non so come spiegare..."

"Comunque amore...E' stupendo fare l'amore con te...sei dolcissimo"

diede un bacio sulle sue labbra e poi Michael prese il croissant.

"Tieni Ale,assaggia"

"E' squisito...Oh,aspetta amore...Sei sporco all'angolo della bocca"

Un bacino. Lui rispose. Due bacini: le loro lingue si sfiorarono. Tre bacini e poi,la mano di lui che si poso' piano sul seno,la mano di lei che affondo' tra i suoi capelli.....E fecero di nuovo l'amore,senza nemmeno accorgersene,arrivando di nuovo in paradiso;lei e il suo angelo,custoditi dall'aria della citta' piu' romantica del mondo che,con la sua atmosfera ineguagliabile,aveva regalato agli sposi i giorni piu' splendidi di tutta la loro esistenza.
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Messaggio Da marina56 Lun Ott 17, 2011 12:23 pm

Quel pomeirggio si radunarono tutti a Neverland.
C'erano Oliver e Sebastiane i genitori di Alexa. Erano seduti su un tavolino a sorseggiare del the' freddo e a conversare sul loro viaggio a Parigi. Michael racconto' di tutti i posti che avevano visitato: il Louvre,Versailles,la Tour Eiffel,Notre Dame; gli disse che erano stati a mangiare nella Brasserie e che avevano fatto shopping alle Lafayette; racconto' della magia che aveva sentito lungo le vie,le strade,i marciapiedi,lasciando da parte tutti quei piccoli gesti,parole,sorrisi; insomma tutti quei particolari che preferiva tenere custoditi nel suo cuore perche' fossero solo per lui e per Alexa.
La Primavera era ancora nel suo pieno: il vento era leggero,il sole tiepido e Neverland era costeggiata dalle macchie pastello delle piante in fiore: era splendida. All'improvviso appari' Alexa,con dei pacchetti in mano: Michael ando' verso di lei e la aiuto' a posarli sul tavolo.

"Aleeeeeeeeee,ciaoooooooooo!"

le grido' Oliver andandole incontro. Lei gli salto' in collo abbracciandolo e baciandolo talmente affettuosamente che parevano fidanzati piu' che amici.
Poi fu la volta di Sebastian: anche se si era trattato solo di una settimana,li erano mancati terribilmente; non avrebbe potuto vivere senza di loro.
Michael alzo' i suoi ray ban per coprirsi gli occhi e affondo' lo sguardo nel bicchiere di the' per non assistere ai loro saluti. Era maledettamente morboso,e se ne rendeva conto perfettamente,cosi' come era perfettamete cosciente che fossero per lei nient'altro che amici,due ottimi amici; ma non poteva farci granche',era piu' forte di lui,e ogni volta una gelosia acuta si impossessava di lui anche per un contatto del tutto innocente.

"Ragazzi,ho i regali da darvi...Su scartate,ditemi cosa ne pensate"

"Oddio,ma e' bellissimo!"

"Si e' vero,oh caspita! Mi somiglia come una goccia d'acqua,sembra una fotografia,stasera lo appendo subito in camera,grazie mille Ale!"

gli dissero Oliver e Sebastian dopo aver visto i loro ritratti. Andarono uno al suo fianco destro e uno al suo fianco sinistro,e le dettero due sonori baci sulle sue guance,contemporaneamente. Lei sorrise baciandoli ancora a sua volta; Michael scosse la testa e si verso' dell'altro the' nel bicchiere,con lo sguardo che vigilava su lei e sui suoi amici che nel frattempo si erano seduti sul prato a chiaccherare. Poco dopo Oliver torno' con un pallone,e si misero a giocare rincorrendosi per tutto il giardino.

"Amore,dai vieni anche tu!"

"No....Non mi va"

grido' a Michael,che continuava a stare seduto in silenzio. Alexa le ando' dietro mettendo le braccia sulle sue spalle: gli diede un bacetto sulla guancia e sussurro' al suo orecchio:

"Eddai non essere permaloso...Dai,ma non prendertela per un bacino..Lo sai che io amo solo te...Dai,vieni a giocare un po',per favore,non e' carino comportarsi cosi' con gli ospiti"

"Oh,e va bene"

Lui si alzo' e si uni' a loro. Iniziarono a giocare come dei bambini.

"Visto Oliver,te l'avevo detto che prima o poi saremo stati a giocare a calcio in un parco di Los Angeles...E questo e' molto meglio di qualsiasi altro posto...Oh,ragazzi...mamma,papa'...Volete vedere le foto? Le ho prese stamattina"

Alexa si accomodo' al tavolino e apri' la busta contenente le foto di Parigi.
Si mise accanto a Michael e iniziarono a guardarle una ad una:marciapiedi,viali,giardini,monumenti,negozi,ristoranti,persone,avevano fotografato di tutto.

"Wow,ma che bello,le foto sono stupende tesoro"

"Si papa',Parigi e' bellissima,mi manca di gia'! Uh amore,guarda questa...Te la ricordi? Te l'ho scattata a Notre Dame,accanto al gargoyle..Sei bellissimo,guarda che bel sorriso! "

"Oddio,no Ale...Quella no!"

disse lui imbarazzato mentre i genitori di lei,Oliver e Sebastian si accalcavano per guardare le fotografie:

"E i croissant li avete assaggiati?"

"Si"

rispose lei timidamente guardando Michael. Lui ricambio' lo sguardo e si scambiarono un sorriso complice ricordandosi della loro ultima notte.
Continuarono a conversare senza nemmeno accorgersi che oramai il sole stava per tramontare. Michael ed Alexa erano piu' uniti che mai; sua madre piu' parlava con Michael e piu' si convinceva di averlo giudicato troppo severamente. Anzi,al contrario,pensava che fosse una persona splendida e speciale per sua figlia. Suo padre guardava Alexa e si penti' per non averle donato piu' comprensione: la vedeva cosi' felice tra le braccia di quel ragazzo magro e timido; e vedeva Michael sereno e innamorato,e nemmeno lui avrebbe potuto desiderare nient'altro per sua figlia. Si ricordo' di quando voleva combinarle gli appuntamenti con i giovanotti del club...Eh,quanto era stato stupido. L'aveva rimproverata e trattata senza il giusto affetto,e invece adesso si rendeva conto che sarebbe bastato cosi' poco per vedere i suoi occhi castano intenso cosi' luminosi.

"Tornate pure quando volete,come se fosse casa vostra"

disse Michael ai suoi genitori. Poi Alexa saluto' Oliver e Sebastian,e si avvio' con Michael dentro casa,percorrendo il lungo viale mano nella mano.
Quando entro',squadro' tutto l'ambiente: doveva ancora abituarsi all'idea che quella fosse casa sua. Attraverso' il salone e vide la lastra di vetro che racchiudeva l'enorme puzzle della Disney che lei gli aveva regalato. Ando' da lei e le prese le mani:

"Ti manca Parigi?"

"No Michael,io scherzavo,stare qui con te e' meraviglioso,adesso questo e' il nostro rifugio..Da soli,io e te...E poi non scappa Parigi,possiamo sempre tornarci,e andremo a fare tanti viaggi insieme...Se ti va"

"Ma certo che mi va amore"

"Voglio fare l'amore con te in tutti i posti del mondo"

le disse lei con un sibilo nell'orecchio: lui resto' in silenzio stringendola per la vita; si sederono sul divano e mangiarono guardando un film,abbracciati e tranquilli per la quiete che li avvolgeva in quel paradiso che era Neverland. Finita di guardare la tv,Michael la prese per mano,fino alla camera. Si mise il pigiamino davanti a lei,mettendosi la vestaglia rossa,mentre Alexa guardava ogni sua movenza,delle mani,del corpo,delle sue espressioni. Michael si stese accanto a lei tirando su la coperta,la guardo' per un istante,accennandole un sorriso perche' voleva fare l'amore con lei ma non sapeva come dirglielo,cosi',chino' la testa e bacio' il suo seno dalla stoffa. Con una mano sali' verso i suoi capelli,mentre l'altra compieva un movimento ascendente sulle sue gambe,fino a sentire la sua mutandina da sotto la gonna che indossava. La guardo' ancora,sperando che lei gli dicesse qualcosa; le sorrise e arrivo' alle sue labbra sottili sfiorandole appena,perche' fu in quell'istante che lei lo fermo':

"Aspetta amore...Ho una sorpresa per te...Prometti di restare qui? Promesso? Non devi seguirmi pero' "

"Si...D'accordo,promesso" le disse ridendo.

Furono minuti in cui la sua curiosita' crebbe : si chiedeva dove fosse e il non poterla spiare lo mandava in delirio. Improvvisamente senti' la sua voce provenire da dietro alla porta; si sporse un po' dal letto ed intravide la sua gamba perfetta.

"Hey,ti ho detto di non spiare! Chiudi gli occhi!"

Si mise di fronte a lui e sospiro': era una sorpresa che era del tutto nuova per lei; a dire la verita' se ne vergognava anche un pochino,ma era fatto con amore,ed era questo l'importante. Gli ordino' di riaprire gli occhi e non pote' fare a meno di sgranare le pupille. Alexa sembrava un misto tra una ballerina di can can ed una pin-up: aveva un bustino strettissimo,tutto allacciato sul retro; le calze fino a meta' coscia e una coulotte di pizzo dalla quale partivano dei laccetti che reggevano i suoi collant. I suoi capelli voluminosi e un po' scompigliati trasmettevano un senso di liberta'; lui poteva sentire il suo profumo delicato entrargli nelle narici: era davvero sexy,ma mai volgare. Resto' a scrutare la sua bellezza,le sue forme delineate ancora meglio dal suo completino,mentre lei,un po' intimidita,attendeva qualche suo gesto o parola. Non riusciva a staccare gli occhi dalle sue gambe velate dal collant,scolpite e toniche; dal suo fisico armonioso e dalla sua grazia sensuale: non poteva credere di essere davvero suo marito. Rimase imbambolato,incapace di agire,e lei rise pensando a quando nei film si vedono quegli attori che,attratti da qualche bella ragazza,sgranano le pupille incapaci di fare altro.
Si avvicino' a lui mentre Michael osservava la sua camminata lenta e sinuosa. Senti' una lieve eccitazione invaderlo; provo' a controllarsi,ma difficilmente controllo' gli impulsi del suo corpo. Era incredibile: piu' la vedeva,e piu' la voleva;piu' l'aveva,e piu' aveva voglia di lei,ancora e ancora. Voleva amarla....amarla all'infinito e anche oltre.

"Allora...Non mi dici niente?" chiese lei timidamente;

Lui allungo' una mano sopra alla sua gamba,mentre lei stava in piedi davanti a lui. I suoi occhi,contemporaneamente alle sue mani,risalirono fino al suo volto: la accarezzo' sulla gota dicendole:

"Sei bellissima...E questo...Da dove salta fuori?"

Lei prese le mani di lui che continuavano ad accarezzare il suo corpo coperto dalla biancheria,giocando con i laccetti delle calze e con la stoffa della coulotte.

"L'ho comprato per te...A Parigi...Ti piace?"

Poso' le mani sui suoi fianchi,portandola verso di se' finche' lei non gli fu in collo. Alexa lo senti' chiaramente pieno di desiderio; sospiro' appena: non provo' vergogna o imbarazzo,e mai come quella sera voleva stare in intimita' con lui. Lui continuava a far scivolare i polpastrelli sopra alle sue gambe,cosi' lisce,cosi' sode; era stupendo pensare che fossero tutte solo per lui.

"Hai delle gambe meravigliose...Ma non solo..Tu sei tutta meravigliosa"

La allungo' su di se' prendendola per la schiena,ma quando si accorse che si era ritrovata sopra di lui,arrossi' trribilmente.

"Sai...Con questo completino potresti andare anche al Moulin Rouge"

"Oh! Ma che fai,sfotti? Ah ah no aspetta...Ho capito...Tu ci volevi andare! Mica ci sarai andato di nascosto,spero! Vero?"

"Oh,ma che dici...A vedere che? Quando ho te qui...Sei bellissima e mi piace molto questo completino...Le calze poi...Adesso ho capito cosa ha pensato quello a Parigi..Se dovesse risuccedere potrebbero venire fuori anche i miei istinti omicidi...Nessuno deve toccare il mio capolavoro...Nessuno e per nessuna ragione...Mi ha dato fastidio"

"Michael,me lo daresti un bacio? Io ti amo troppo!"

Michael allungo' il collo andando incontro alla sua lingua. Porto' le mani dietro al suo corpetto e inizio' a sciogliere i suoi laccetti,che risultarono terribilmente difficili da sciogliere. I suoi polpastrelli si intersecavano tra l'incastro del raso,che lentamente cedeva ai suoi innumerevoli tentativi.
Fu un gioco di seduzione vero e proprio: il tempo che ci volle per far cadere il suo corpetto dal suo petto,non fece altro che aumentare il suo desiderio e la sua voglia di lei; la fissava sorriendo mentre scioglieva l'ultimo nastrino. Il corpetto cadde e si svelo' a lui il seno nudo e morbido di Alexa,che,per la prima volta,pote' osservare da un'altra visuale. La vide di nuovo rossa: le sue dita iniziarono il loro percorso dal collo,passando per il seno,e finendo sui fianchi,dove si posarono salde per poterla portare sotto di se'.

"Stasera mi hai fatto venire un collasso.....Faresti l'amore con me?"

le sussurro' all'orecchio con una voce cosi' dolce da farle fermare il cuore;

"Tutti i giorni Michael...Tutti i giorni"

rispose lei accarezzando la sua guancia. Si tolse la vestgalia,poi il pigiama.
Bacio' la pancia di lei,poi il suo seno,poi ancora la pancia,arrivando a far saltare i gancetti del reggicalze. Volo' via una sola calza,e con il tatto si diverti' a toccare le sue gambe,una nuda e una ancora velata. Con una mano tolse la sua calza,con l'altra la sua coulotte,e cosi',ogni tessuto scomparve completamente dalla sua pelle. Avrebbe voluto dirle all'infinito che era bellissima; lo trovava banale,ma era davvero quello che pensava.
Il suo corpo sotto la penombra della lampadina era ancora piu' sensuale.
Lei pensava lo stesso di lui: gli occhi,i capelli,il sorriso,e le macchie che non erano brutte affatto ma che,al contrario,lo rendevano unico ai suoi occhi,lo facevano sembrare molto piu' bello di un angelo. Era divino. Come poteva pensare di essere brutto.

"Ale tu...Tu lo dici solo perche' sei buona,e dolce,e gentile...Ma io sono brutto,e' questa la verita'...Tu invece sei cosi' bella...e angelica...Non lo so,alle volte credo di non meritarti...Ma perche' mi hai sposato?"

"Ti ho sposato perche' ti amo...Vuoi che te lo dica ancora? Ti amo! Mi fai vivere dei momenti indimenticabili,sei dolcissimo,affettuoso e sensibile...E quelle...Non sono brutte,no...Ti rendono ancora piu' speciale,perche' parlano di te...parlano del mio amore...cosi' come tutto il resto...come i tuoi capelli,come il tuo sorriso,come i tuoi occhi e le tue mani..E tutto e' bello,tutto...nessuna parte e' brutta perche' io...amo tutto di te,e ancora di piu' amo la tua anima ed il tuo cuore che hai deciso di donarmi...E adesso sara' tuo per sempre...Io ti amo"

le sue parole misero a dura prova la sua emotivita'. Cerco' di tenerla sotto controllo,ma i suoi occhi divennero lucidi dopo la sua frase cosi' dolce e cosi' piena di sentimento.

"Anche io ti amo Ale...E ti amero' per sempre...per sempre...Finche' non moriremo e saremo due angeli che potranno stare insieme anche in paradiso...Insieme...per l'eternita'"

"Lo vedi Michael? Le tue parole sono amore...Tu sei amore...Ma come fai a pensare che tu non sia abbastanza per me o addirittura che tu sia brutto...Anche i tuoi occhi...Sono cosi' belli...Sai,sembra che mi parlino,riesco a leggerci dentro,e' incredibile"

"Ah si,e cosa ti dicono?"

"Ci leggo...tantissimo amore...Stanno dicendo che mi ami...Grazie amore"

"Io te l'ho detto che tu riesci ad amarmi come nessun altro mi ha mai amato...io e' di questo che ho bisogno...Di te e del tuo amore....Ti prego...Donami il tuo amore...Per tutta la notte"

"Tutti i giorni...Ogni volta che vuoi...Per sempre Michael...Per sempre"

Alexa gli sorrise: Michael si tolse lo slip e lei guardo' il suo corpo plastico,slanciato,espressivo in ogni suo punto,del tutto rapita dal suo incanto, angelico e sexy allo stesso tempo. Sciolse i suoi capelli continuando a sorridergli:

"Con me l'elastico avra' vita breve...adoro i tuoi capelli sciolti"

Strinse ancora piu' forte i suoi ricci nell'attimo in cui senti' il suo corpo unirsi a quello di Michael. Si sentiva sua per la prima volta,totalmente sua,ed era meraviglioso. C'era stato l'affetto,la stima,le parole,i sorrisi; e adesso c'era anche l'amore,nel senso piu' completo del termine: non solo l'anima,ma anche i loro corpi che,fusi insieme,si sentivano cosi' vicini fino ad arrivare a creare una cosa sola,inscindibile ed inseparabile,per sempre.
Il loro amore scateno' una melodia fatta di sospiri,prima leggeri e poi affannati; di lamenti deboli e poi prepotenti; di parole dolci che lui le sussurrava con il fiato mozzato. Tutti i loro sensi erano in funzione,presi a immagazzinare nei loro cervelli i suoni,i brividi dati dalle carezze e dagli abbracci,il soave timbro delle parole interrotte dai loro affanni,gli odori.
Alexa avvolse le braccia dietro alle sue spalle,per sentirlo ancora piu' vicino: sentiva il suo caratteristico profumo di vaniglia unito a quello della sua pelle; si accostava e si discostava da lei buttando sul suo collo il suo fiato caldo e rinchiudendo le sue labbra sottili dentro alle sue,sempre velluate,dolci e morbide. Le mani grandi e protettive di Michael percorsero le vie del corpo di Alexa,che con la sua tenera abilita' smistavano i tocchi sul collo,sul seno,sulle gambe e sui fianchi. Scivolavano giu',per poi tornare su,intanto che Alexa sentiva brividi cospargerle tutto il corpo; seguiti da calore; e ancora brividi e poi di nuovo il fuoco,che la invadeva non appena tornava a percepire il tepore del corpo di Michael, desideroso come non mai di trasmetterle amore.
Era talmente bello fare l'amore con lui quella sera; cosi' spontaneo,cosi' naturale,che avrebbe voluto che quelle ore durassero per sempre.
Si accarezzarono,si baciarono e si amarono ancora e ancora,sfiorandosi e baciandosi nei punti piu' sensibli,innescando una passione pura,tenera,cosi'come era il loro rapporto. Alexa si fece guidare ancora una volta in quel gioco d'amore,scoprendo nuove cose,nuove sensazioni,date da lui a lei,e poi da lei a lui,con il sorriso di Michael che,rassicurante e intenerito,osservava i suoi primi passi alla scoperta di quella forma d'amore sensuale e travolgente,guidandola con orgoglio verso le vie piu' disparate del piacere. Tra un momento di esaltazione e l'altro,Michael apriva appena gli occhi per poter guardare il modo in cui la sua espressione mutava grazie alle sue effusioni,che le donavano una sensazione di piacevole smarrimento sempre piu' intensa.
In lei crebbero i suoi affanni,i suoi brividi,le sue mani che,ansiose,cercavano di tastare ogni millimetro della pelle di Michael,partendo dai capelli,per allungarsi dietro alla nuca e poi sulle spalle,fino alla schiena. Il suo corpo nudo e liscio era ancora piu' invitante inondato dal suo odore e da quello della vaniglia che lei tanto amava,e coperto lievemente da un sottile strato di umidita',che si mischio' con il fisico di lei a contatto sempre piu' stretto.
Alexa istintivamente circondo' il suo bacino con le sue gambe,stringendolo come per volerlo prigioniero di se' stessa. Forse inconsiamente non voleva farselo sfuggire; non adesso che fare l'amore con lui stava diventando cosi' coinvolgente e cosi' maledettamente sensazionale che incominciava a pensare di non poterne piu' fare a meno. Nelle vie del suo orecchio, arrivarono veloci gli ultimi gemiti flebili di Michael; lui sposto' la sua bocca per baciare il suo collo fino a farlo arrossare. Strinse la mano di lei,avvinghiando le dita alle sue,quando la vide prossima a provare il massimo del piacere. Perseverava nello stringerla,calda,sudata,e poi allento' la presa, per lasciarsi andare anche lui in quello stato di estasi estrema. Sciolse il suo corpo cadendo sul suo petto. Sentiva il cuore di Alexa battere forte, intanto che lui lo ricopriva con i suoi dolci sospiri,posando la guancia sopra al suo seno ancora turgido e caloroso. Lei smarri' le sue dita tra i suoi folti capelli scuri,un po' inumiditi,accarezzando il suo volto con le braccia ancora tremanti,mentre lui baciava candidamente il suo seno aspettando di riappropriarsi del respiro in modo regolare.
Michael si stese al suo fianco,senza smettere di abbracciarla; era troppo preziosa che non voleva allontanarsi da lei neppure per un secondo. La guardo',baciando ancora le sue labbra sottili che contrastavano con le sue,carnose,piene e ancora segnate dal calore della passione. Aveva le guance scarlatte; il corpo rilassato,gli occhi annacquati e un po' stravolti: la trovo' semplicemente stupenda. Semplice e stupenda,come il suo amore.
L'alba era appena sorta,e un nuovo giorno si affacciava ansioso di essere esplorato,aprendosi alle loro vite...chissa' cosa sarebbe successo.

"Ti amo....Adesso...Io sono tuo,e tu sei mia...E nessuno ci potra' piu' separare" disse lui sorridendole;

"Anche io ti amo Michael" rispose lei.

"Ale ma...Insomma....Ti piace come faccio l'amore con te?"

"Certo che si...amore mio...te l'ho detto,sei dolcissimo e straordinario...e ti amo tanto....Sto imparando" sussurro' al suo orecchio;

"Ricordati sempre...che non fai schifo come pensavi...Anzi,sei cosi' affettuosa e dolce con me"

Michael prese la sua mano e la tempesto' di baci. Restarono abbracciati senza pensieri: niente impegni,niente lavoro; solo loro e la gioia di stare l'uno accanto all'altra.
Nel loro paradiso,c'era tutto: il polso di lui che portava il suo braccialetto,il puzzle che lei gli aveva regalato,in salotto; il suo Miky; i due orsetti che abbracciati sullo scaffale come lo erano loro in quell'attimo,portavano al collo le loro iniziali; e poi,c'erano la giacca che Michael le diede la prima sera in cui si incontrarono al parco,e la maglietta con la copertina di "Dangerous" autografata. Rievocarono tutti quei ricordi in silenzio,accarezzandosi dolcemente,finche' non si addormentarono insieme,andando contro al giorno che si era appena affacciato sulla citta'.
Lui era il suo angelo,lei, la sua bambolina: le avrebbe dato la Buona Notte tutte le sere; l'avrebbe custodita come un tesoro inestimabile,proteggendola ad ogni costo.
Nella loro Neverland,non mancava proprio niente perche',oltre ad avere la magia di un mondo fiabesco,ne avevano un'altra,altrettanto incantata: quella dell'amore.

fine.
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