Il mio incontro con il Re del Pop
Michael Jackson Who Is It :: Michael Life: tra palco e realtà / Michael's life:between stage and reality :: Incontri con Michael/Meet whit Michael
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Il mio incontro con il Re del Pop
Michaelforever Inviato: 10 Mag 2010 10:20 pm
Il mio incontro con il Re del Pop
Settembre 1996
Vorrei iniziare il mio racconto con una riflessione dell'editoriale della mia fanzine, fatta dall'allora vicedirettore:
"Credere di aver incontrato Michael è incredibile, ancora adesso... Sarà dato dal fatto che Michael è circondato da un'alone surreale che veramente lo rende più simile ad un personaggio uscito dalle favole, che dello show-business.
Un sogno d'infanzia che, folgorante e inaspettato, si realizza senza darci nemmeno il tempo e la possibilità di capire.
Michael diffonde intorno a sè una sensazione di calore, calma e tranquillità che si avverte quasi fisicamente, ci si può far prendere dall'isteria, nè a scoppiare in lascrime, perchè ci si sente perfettamente a proprio agio, come di fronte ad un amico che non si vedeva da tempo..."
Settembre 1996
Vorrei iniziare il mio racconto con una riflessione dell'editoriale della mia fanzine, fatta dall'allora vicedirettore:
"Credere di aver incontrato Michael è incredibile, ancora adesso... Sarà dato dal fatto che Michael è circondato da un'alone surreale che veramente lo rende più simile ad un personaggio uscito dalle favole, che dello show-business.
Un sogno d'infanzia che, folgorante e inaspettato, si realizza senza darci nemmeno il tempo e la possibilità di capire.
Michael diffonde intorno a sè una sensazione di calore, calma e tranquillità che si avverte quasi fisicamente, ci si può far prendere dall'isteria, nè a scoppiare in lascrime, perchè ci si sente perfettamente a proprio agio, come di fronte ad un amico che non si vedeva da tempo..."
La mia storia, anzi la nostra storia perchè storia di un gruppo è magnificamente descritta sulla fanzine N3 di 'SCREAM for all the injustice of the world', ma qui voglio solo scrivere la mia personale avventura, cercando di descrivere nei particolari le mie sensazioni, quelle che forse non ho mai detto proprio a nessuno.
Come direttore di un fan club avevo l'assoluta necessità di fare questo viaggio, le collaborazioni erano importanti e se volevo continuare a fare bene il mio lavoro mi dovevo dare davvero da fare.
Così quando la Sony mi contattò per annunciarmi l'evento del Tour HIStory, fissato per Settembre a Praga, cominciai a darmi da fare per accapparrare i biglietti.
Trovai un rivenditore nella stessa Praga. Nel frattempo cominciai ad informare il popolo dei fan, che avevo modo di avere i biglietti.
Arrivarono quasi 300 richieste di biglietti, che ho chiaramente rigirato a prezzo di costo.
Organizzai un viaggio di 5 giorni, 3 giorni per Praga e 2 per Michael. Tutto era deciso, Michael sarebbe arrivato il 5 così avremmo avuto tutto il tempo da dedicare alla città.
2 settembre 1996
Il 2 settembre 6 ragazzi salirono a bordo del volo che li avrebbe portati verso un destino certamente diverso dalle loro piccole aspettative.
Con noi c'era una fan sotterggiata dalla miriade di fan che volevano partire con noi, Fabiana... ma avevo troppe responsabilità con i miei compagni di viaggio, per organizzare un viaggio con più di 100 ragazzini urlanti.
I nostri posti sull'aereo erano al quanto bizzarri, 2 qui, 1 lì, laltro là... per parlare tra di noi si gridava per lo più si trattava di frivolezze da ragazzini esaltati, per il divertimento o la frustrazione dei vicini che probabilmente alle 7.00 del mattino volevano solo poter chiudere gli occhi e riposare un po'.
Durante il viaggio ognuno di noi ha fantasticato di poter vedere almeno Michael dentro l'auto, salutarlo... saremmo state le persone più felici dell'universo.
Appoggiare il piede sul suolo Ceco è stato emozionante, il pensiero che da lì a poche ore avremmo persino respirato la stessa aria con Michael era una cosa che ci inebriava... il sogno svanì appena 3 cani lupo della narcotici, furono scaraventati dalla nostra parte... accidenti, ma che modi!
Raccolti i nostri bagagli, ci dirigemmo al primo taxi, 2 taxi! 2 taxi per 6 persone...
Capìta l'antifona, i taxisti ci hanno volutamente fatto fare il giro più lungo, quello panoramico per la città. A dire il vero non è stato un male, perchè alla fine quel giro sarà l'unico che ci sarà permesso fare durante tutto il soggiorno!
Raggiungiamo nella periferia estrema il nostro albergo, poco ci mancava che espatriassimo, per raggiungerlo! Mi arrabbio come una bestia, e penso: grazie al cielo avevo chiesto un'albergo vicino al centro, se chiedevo periferia dove ci mandavano?? Mentre i miei compagni chiamano i parenti per il consueto TUTTO OK, io chiedo alla reception di poter contattare l'agenzia di viaggio di Milano. Quando ci dicono che non ci sono altre camere da nessuna parte, devo dare la notizia ai miei compagni, i quali di controvoglia e borbottando, salgono al 7° piano, per posare le borse.
Le stanze non erano male, ma eravamo dannatamente lontani dall'albergo di Michael.
Per non perdere tempo, mi assicuro che tutti lascino le proprie cose di valore nella stanza, passaporto compreso... non vorrei dover lasciare qualche componente lì a Praga più del previsto.
Usciamo e raggiungiamo l'Intercontinental Hotel, così solo per dare una sbirciatina prima che succeda la calata degli Unni, tra cui noi saremmo stati gli attivisti più scalmanati!.
Sciolti come cani eccitati, ci muoviamo per Praga, ci godiamo le strade, ridiamo per sciocchezze, senza sapere dove andiamo, senza una cartina... alla fine qualcuno dice: ECCOLO! E' lì, lo abbiamo trovato!
Io che ero intenta a tutt'altri pensieri, mi perdo l'indicazione e mi giro dalla parte opposta, così chiedo: ma dove, non la vedo?
La risposta è: ma sei stordita, c'è scritto I-N-T-E-R-C-O-N-TINENTAL grosso come un palazzo!! E' lì!!
In effetti era vero, c'era scritto INETRCONTINENTAL HOTEL in maniera enorme, era impossibile non vederlo persino per una talpa! e subito più a fianco, un telo di HIStory ricopriva la facciata laterale... 8 piani di telo. Eravamo tutti impietriti ed increduli, l'adrenalina percuoteva i nostri corpi.
Eccitati come delle bisce ubriache, ci avviciniamo da quel lato, tutti cominciano a sparare cavolate e ridere sguaiatamente, mentre passiamo davanti alla vetrina del Bar dell'albergo, io mi blocco. Subito dietro di me Paolo mi sbatte contro, io non distolgo l'attenzione quindi anche lui volge lo sguardo dove guardo io. Entrambi ci guardiamo dritto negli occhi e cominciamo a saltellare come 2 molle.
Finalmente tutti gli altri si bloccano e cercano di capire cosa stia succedendo... quand'ecco che uno di loro dice: ma è WAYNE!!
Si kakkio! è Wayne!!!!.
Erica e Fabiana, che non avevano mai viaggiate fino ad allora e di Michael non erano così afferrati come noi altri, cominciarono a preoccuparsi per la loro ignoranza e cominciarono a chiedere MA CHI E' WAYNE???! Nessuno per l'ecitazione riusciva a dar loro retta... fino a quando un'anima pia spiegò che Wayne è (era) la guardia del corpo di Michael! Dissolti tutti i dubbi, ci posizioniamo in cerchio per guardarci tutti in faccia, quindi continuo: se Wayne è qui, c'è anche Michael!
il mio pubblico annuisce in silenzio, quindi dico: dobbiamo entrare: ora, o mai più!
Infatti quando prenotai i biglietti del concerto cercai di avere una camera anche all'Intercontinental, solo che la reception mi disse: mi dispiace, per i giorni richiesti è tutto completo. Pare che la Crew di Michael avesse vietato loro di dare via camere con prenotazioni telefoniche, così nessun fan del mondo aveva avuto modo di prenotare una stanza, apparte piccole eccezioni, che poi spiegherò.
Il mio intento chiaramente non era quello di prendere una camera, ma volevo capire bene cosa stesse succedendo lì in quel preciso momento.
Paolo mi guardò e disse: sì, hai ragione: o adesso o mai più!
Senza attendere altre risposte ci giriammo e ci dirigiamo verso l'entrata. Non facciamo in tempo a girare l'angolo che ci taglia la strada un grosso pulman, che aprendo le porte lascia scendere Karen Faye, Kevin Dorsey, Travis... e tutta la banda che starà sul palcoscenico dell'HIStory Tour..
Avendoci già tutti conosciuti pochi mesi prima, a turno scesero dal bus e ci salutarono, sbracciandoci e inviandoci baci...
Eravamo un po' rintronati. Forse saremmo riusciti davvero a salutare Michael. Entrato l'ultimo di loro, io e Paolo ci prendiamo sotto braccio e ancora una volta in coro annunciammo: o adesso o mai più!
Gli altri rimasero a guardare dalla porta principale cosa succedesse, noi ci dirigemmo diretti ad un tavolino, ci sedemmo come fosse stata la cosa più normale del mondo, poi iniziammo a leggere il menù. Gli altri allora ci raggiunsero e presero posto con noi, quando il Portiere si avvicinò e ci disse: Posso aiutarvi! (in inglese, chiaramente)
Oh, no! Grazie, vogliamo solo ordinare qualcosa dal bar! rispondo.
Ma questo è un'albergo, i bar sono altrove... non potete stare qui, vi prego di uscire.
Cerco di tergiversare ancora un po', puntando la carta di un fantomatico appuntamento con Mr Wayne Naggen, quel signore seduto laggiù... e disapprovando il tentativo di sbatterci fuori, quando Travis si avvicina e ci dice: Ragazzi, ciao come va?
FIUUUUUU!!!! Kakkio ci ha salvato il culo!!
Paolo si alza e gli butta le abbraccia la collo, Bene e tu?
Il portinaio sentendosi in difetto, gira i tacchi e ritorna al suo bancone.
Bene, grazie... ma avete la stanza anche voi qui?
No... guardo Paolo: Non ancora!
Paolo continua ad intrattenere Travis, mentre io dico agli altri che Travis mi ha fatto venire una magnifica idea... per telefono non m'è l'hanno data, ma chissà se ora...
Ci accampiamo al tavolo... non ricordo sinceramente se abbiamo bevuto anche qualcosa, ma abbiamo passato in rassegna davvero tutta la crew di Mike, ma non ho tutte le foto per un piccolo problemino tecnico... .
Il nostro obbiettivo è Wayne, che vediamo per la prima volta in vita nostra con la camicia allentata, senza cravatta, senza giacca e con un bicchiere di birra tra le mani. E' con altri 2 uomini e se la ride da morire.
Finalmente ci garda (sicuramente ci teneva d'occhio da un po') quando ci fa un segno di un saluto e 2 di noi lo avvicinano, per chiedergli come sta.
Ci dice che sta bene e di sua iniziativa aggiunge che Michael arriverà domani, anticipando di 2 giorni il suo arrivo.
Inebriati, torniamo dai nostri amici, per dare la buona news. Li prego calorosamnete di contenere la loro gioia, perchè dovevamo essere i più innoqui possibili agli occhi di tutti loro.
Fu così che sentendoci parlare in italiano, Amid il cameramen personale di Mike prende una sedia e si siede con noi.
Ci racconta di aver passato diverso tempo a Roma, ci racconta come poi sia diventato camenramen di Mike, poi ci racconta le riprese di Ghosts, dicendoci che ha ripreso tutte le ore di tutti i giorni di registrazione giorni di making... ci racconta come sarà il concerto in anteprima... e ci disse, vedrete che entrata spettacolare, butterà giù una porta e poi uscità.
Il fatto che buttasse giù una porta... di cosa? e poi uscisse... da dove? ci lasciò un po' perplessi, ma mancava poco al concerto e avremmo constatato di persona che diavolo stava blaterando.
Wayne allora si girò verso il nostro tavolo e disse: Amid, ma che racconti a quei ragazzi, lasciali stare... poi scoppiarono entrambi a ridere: Wayne era ubriaco perso!
La cosa ci fece sorridere e ribattemmo... ma che dici, Wayne... C'mon Wayne... what you're saynig? se leggete la frase in inglese, questa finirà in rima con Wayne, quindi tutti i presenti cominciarono a ridere come matti, per intonare altre rime a Wayne.
Wayne faceva il finto offeso, poi rideva, poi diceva la sua... E' stato divertente partecipare ad una piccola pazzia di gruppo.
Alla fine alle 3.00 Wayne si alza e dice... ho dato, ho dato tutto quello che potevo questa sera! Ragazzi... si rivolge a noi... fate i bravi... si rimette la giacca e noi ci alziamo con lui per una fotografia (l'ho regalata! SIGH!!). Si presta senza problemi e anzi noi scherziamo con Monica che lo ama alla follia... schernendola con degli schocchi di bocca che stanno a simulare dei baci. Wayne sorride e lei diventa rossa... Facciamo la foto, Wayne ci saluta e prende l'ascensore.
Si alza anche Amid e noi invitiamo Fabiana che aveva continuato per tutta la sera a dire quanto gli piacesse, ad andare con lui... spingendola letteralmente nell'ascensore con lui.
E' l'ora della verità, sfodero la mia carta di credito (del mio ragazzo a dire il vero) e chiedo: avete una camera?
Il servizio di portineria nel frattempo è cambiato ed ignara di tutto la donna al bancone, cerca sul computer la disponibilità e dice... questa notte no, ma domani ho un doppia e dopo domani una singola.
Va bene la doppia per domani e la singola dopo domani.
Mi stavano sudando le mani, dovevo apparire più calma che mai, senza tradire gioia.
Questa è la parte frontale, dove c'era solo questo 'picoolo' telo
Pago, lascio i miei dati e torno dai miei compagni, li guardo e annuncio l'avvenuto. Tutti sono costretti ad esultare a labbra serrate, E' FATTA... sicuramente potremmo salutare Michael.
Settembre: la notte di Praga è molto fredda! Eravamo tutti con delle magliette a maniche corte o in camicia, morivamo di freddo. Avendo ormai abbandonato una componente all'albergo 5 ragazzi infreddoliti, senza una meta precisa ma pieni di speranze per il giorno dopo si incamminano verso lo sconosciuto SOL Hotel.
Non so ancora come riuscimmo a raggiungere il nostro albergo nel subborgo più remoto di Praga, ma ci arrivammo... credo fossero le 5 del mattino.. sprofondammo nel sonno più pesante appena toccato il cuscino.
3 settembre 1996
Ore 10.30 apro gli occhi, eccitata, con le farfalle nello stomaco... con un solo pensiero: la mia stanza in quell'albergo!
Sveglio Paolo in stanza con me, poi corro a bussare agli altri 3 nell'altre stanze, che sono già in piedi e borbottano a gran voce.
Dai cavoili, vestitevi, prendete quello che vi serve, dobbiamo andare a prendere posto: MICHAEL ARRIVA OGGI!!
Prendemmo anche la valigia della ragazza lasciata lì, per evitare di ritornare a prenderla.
Prendiamo le nostre valige, scendiamo dagli ascensori e lasciamo il messaggio che in caso di necessità saremmo stati all'INTERCONTINENTAL! Dico: mica cavoli!!!
Durante il tragitto c'erano delle decisioni da prendere: come ad esempio... entrare in 6 in una stanza da 2 senza farci sgamare!!!
Trovammo la soluzione più fattibile e la attuammo.
Ci chiesero se fossimo ospiti e noi stizziti addirittura (che facce di tolla!!) dicemmo alla sicurity: ma diavolo, cosa succede qui? Era pieno di Fans, ovunque si guardasse c'erano teste, cartelloni... La Jacksonmania era iniziata! Ragazzi di ogni razza, colore e nazionalità aveva preso d'assalto la piazza davanti all'hotel.
Tutto andò per il meglio, entrammo nella stanza e cominciammo a gioire come un bambino che riceve il regalo sperato.
Aprimmo le nostre valige e in meno di 10 miilisecondi l'intera stanza era invasa da shampo, vestiti, creme per il corpo, trucchi...
L'unica che non tirò fuori niente vi scrive, mantenni la mia valigia praticamente sempre pronta.
Guardai fuori dalla finestra e vidi qualcosa di sensazionale: da una collinetta spuntava il testone gigante di Michael... La statua di Michael era all'ETNA PARK e noi la vedevamo.
Per 2 volte consecutive le sirene della polizia ci fecero saltare il cuore in gola... Subito guardavamo dalla finestra sperando di non veder comparire il minivan di Michael, c'erano persone in mutande che cominciavano a piangere: NOOO! non proprio ora...
hahahha era una cosa buffissima da vivere!
Ok, il primo passo era fatto, ora potevamo tranquillizzarci, uscire a vedere com'era la situazione fuori.
Quando scendemmo, si cominciò a mormorare che sarebbe arrivato nel primo pomeriggio, quindi decidemmo di uscire a gruppi di 2 per andare a conoscere qualcuno appostato fuori, dietro alle transenne.
Fuori incontrammo Lorena e Barbarai, le quali intuito che avevamo preso la stanza ci chiesero di poter entrare anche loro. Davvero impossibile dire al tuo vicedirettore di NO! Ora eravamo al completo, 8 in una stanza da 2.
La situazione era davvero pericolosa per noi, qundi mi raccomandai con tutti di prestare attenzione, non uscire mai senza la chiave e avvertirci sempre l'un l'altro di ogni movimento.
Decidemmo di tirare fuori i nostri regali per Mike, mentre qualcuno doveva tenere d'occhio l'entrata e i movimenti.
Mentre eravamo lì belli tranquilli arriva Teddy Lakis, il quale ci chiede se siamo ospiti dell'albergo e quando gli diciamo di si, rimane un po' perplesso. Gli giuriamo che saremmo state le persone più discrete del pianeta e che si sarebbe potuto fidare di noi, non avremmo mai tentato di fare nulla per nuocere la sicurezza di Michael. Come una fantastica checca, ci congeda poco interessato ai nostri buoni propositi ed esce dai ragazzi di fuori, per spronarli in canti estenuanti di YANA e TDCAU. La musica sparata dagli autoparlanti era assordante fuori.
Ormai erano ore che Michael sarebbe dovuto arrivare e la hall era satura di persone curiose e anche di qualche altro fan intrufolatosi da fuori.
La nostra posizione era tremenda e non avremmo mai potuto allungare i nostri regali a Mike... dovevamo spostarci. Finalmente trovammo una nicchia a metà tra l'entrata e gli anscensori, ci stavamo tutti, per noi era perfetta.
Uno alla volta ci siamo gettati nella nicchia, ma ancora non andava bene, la sicurity ci stava dando noia. Dall'entrata compare Teddy, il quale chiede ma che accade? Gli spiegiamo la nostra intenzione, quando lui dice, ma non potete stare qui...
uno di noi salta fuori con la trovata del secolo: ti prego facci stare qui, staremo in ginocchio tutto il tempo! mostreremo solo i nostri regali a Mike! e facemmo vedere striscioni e cartelloni, più pacchi regalo.
Rivolgendosi alla guardia, poi dice in tedesco: loro possono stare qui e non fate barriera!
poi diretto a noi: vi faccio stare qui, ma niente scherzi, OK? Quando entra Michael non saltategli addosso, conosco le vostre facce... se voi lo fate, poi io vi faccio del male!
Restammo lì per un'ora lameno, quando finalmente sentimmo un boato dall'esterno. Qualcuno dei nostri d'istinto tentò di alzarsi, gli altri li tennero per le caviglie, per impedire il gesto che ci avrebbe fatto fare davvero del male!
Il van di Michael si fermò alle 18.30 davanti all'entrata e lui si diresse dai suoi fan, che lo aspettavano da tutto il giorno dietro alle transenne. Il suo bagno di folla durò pochissimo, meno di 5 minuti, poi entrò dalle porte principali e prese un mazzo di fiori donato da una fanciulla. Salutò tutti i presenti, che si sgomitavano per immortalare il Re del Pop, poi diresse la sua attenzione a 8 ragazzini imbambolati (più dalle minacce che da altro) che mostravano timidamente i loro doni. Lui soffermò il suo sguardo su di noi, probabilmente perplesso dalla nostra postura (eravamo in ginocchio davanti a Michael Jackson) non una mossa azzardata... ci salutò visibilemente divertito dalla situazione e si intrufolò nell'ascensore.
Fu allora che saltammo in piedi come molle, increduli e felici. Era accaduto l'impossibile. Michael ci aveva salutato, A NOI!!! Ci abbracciavamo ed ognuno di noi sparava frasi sconnesse.
Il nostro sogno si era realizzato. Quanto di più bello potessimo pretendere era successo, l'inaspettato era successo! E noi che eravamo partiti con la vaga speranza di vederlo attraverso il vetro della sua auto.
4 dei nostri sparirono su in stanza, a dispetto di quello che avevo chiesto loro, ovvero di far sapere agli alti tutti i movimenti. Dopo poco Paolo che era 1 di quelli saliti in stanza uscì, per esternare e raccontare quanto appena successo, ai fan abbarbicati alle transenne come caprioli. Altre 2 si risedettero al nostro (ormai) tavolino.
Io e il vicedirettore della fanzine rimanemmo lì, imbambolate e totalmente incredule della fortuna sfacciata che ci aveva baciato.
Fù allora che comparve Wayne, ci passò davanti (eravamo ancora lì imbambolate!) guardandoci e uscì anche lui, per prendere 2 ragazze dall'esterno, italiane anche loro.
Rientrando Wayne era accompagnato da Paolo, il quale disse RAGAZZI NON CI CREDERETE MAI: CI PORTA SU!
E Wayne subito dopo di lui disse, Ok, vi porto su!
La nebbia si addensò nel mio cervello. Per ritrovare un senso alle parole appena udite, venne a prendermi Paolo per la manica della camicia... Dai ragazzi sbrigatevi dobbiamo salire subito! ORA!!
Raccattammo in fretta tutti i regali per Mike e cominciai a chiedere agli altri: dove sono Monica, Stefano ed Erica? Ma dove sono finiti? Qualcuno li ha visti? e ci stippammo nell'ascensore. Appena superata la soglia dell'ascensore, giuro tutti i pensieri del mondo svanirono.
Wayne tenne la porta dell'ascensore aperta, mentre ci dava istruzioni: adesso io vi porto di sopra. Vi faccio incontrare Michael. Voi siate carini. Non piangete, non fate gli isterici... siate carini. Poi cliccò il bottone 9, dove è situato il ristorante dell'albergo. Tutti guardammo il suo dito, mentre premeva il pulsante. Tutto intorno a me divenne silenzioso, trattenevo il respiro, come se da quel gesto fosse dipeso la salvezza del mondo. Le sue parole erano una cantilena, che per qualche secondo il mio cervello aveva cancellato come suono, quando ripresi 'conoscienza', lo sentiì ripetere ancora una volta Siate carini!
Non so quanto durò quella salita, mi sembrava un'eternità, continuavo a fissare il pulsante della tastiera, che piano per piano colorava i pulsanti di destinazione, per poi passare ad un nuovo piano, fino al raggiungimento del nono. La porta si aprì, Wayne si posizionò ancora davanti alla porta, bloccando tutti dentro e ancora ci disse: siate carini, OK?
Il nostro cenno con la testa gli era bastato, quindi ci spronò ad uscire, mi svegliai dal letargo e imbucai la porta per ultima. Li davanti c'era Yannick (l'altra guardia del corpo), il quale chiuse la fila dietro di me.
Michael era seduto ad un tavolo, vicino ad un ragazzino della famiglia Cascio, come un vero Gentle Man, posò le mani sulle bracciole della sedia, si alzò leggermente e porse il suo saluto con un mezzo inchino del corpo e della testa.
Quando Wayne lasciò il passaggio libero al primo della fila, Mike si alzò e cominciò a stringere le mani di tutti, ad uno ad uno.
Quando giunse il mio turno, lo guardai penetrando al di là delle lenti scure dei suoi occhiali (era contro luce e potevo vedere gli occhi, MJ at the ristorantgrazie alla finestra che aveva alle spalle), chinai la testa in segno di saluto sentito e strinsi la sua mano, per poi rialzare lo sguardo e notare sotto nella mandibola sinistra, tra mento e orecchio, una macchia verde.
Lasciai la sua mano, la sua stretta sembrava indecisa, tra STRINGO o NON STRINGO?
Il tutto è durato il tempo di una stratta di mano, ma per me lo spazio tempo si era dilatato e tutto andava al rallentatore...
Ebbi l'impressione che lui fosse triste, gli occhi erano tristi. Poi quella macchia, la vittiliggine, coperta con un po' di trucco all'ultimo minuto. Ero piombata nello sconforto più totale... Il mio Mike soffriva per qualcosa e io stavo mendicando un incontro...
Quello che doveva essere un momento di gioia, fu per me terribilmente penoso.
I miei compagni di avventura si fecero tutti intorno a lui, incalzati da Michael stesso, per mostrate i nostri regali, io mi sistemai al fianco di Wayne lo guardai e lui guardò me... poi mi fecce un cenno Mike at the ristaurantcon la testa, dicendomi con quel gesto di avvicinarmi anche io, ma io gli feci capire che per me era già abbastanza così! Sono una persona molto portata a credere che la privacy di una persona venga prima di qualsiasi altra cosa e poi non volevo sembrare un'aquila in cerca di prede. Credo che il rispetto venga prima di qualsiasi altra cosa, prima dei miei sogni e io rispettavo profondamente la generosità che Michael mi aveva dato permettendomi di incontrarlo.
Rimasi a guardare la scena e a pensare che Michael, la persona più importante della mia gioventù era lì davanti a me.
Alle sue spalle c'era un cartellone abbastanza grosso semi arrotolato e il più piccolo dei Cascio, era davvero intenzionato a guardare cosa ci fosse dentro, quindi cominciò a ravanare con le sue manine, Mike si girò, lo guardò con la comprensione di un padre intenzionato a dare al proprio figlio quello che vuole e lo ha aiutato a srotolare l'immenso cartellone. Il piccolo Cascio aiutato dalla proprietaria del capolavoro, lo ha guardato divertito e si è fatto da parte, non prima di prendersi una carezza sulla testa da Michael.
Quella è stata la cosa più dolce che potessi vedere e dato che non sarei mai aspettata di assistere ad una cosa del genere mi salirono le lacrime agli occhi, che asciugai immediatamente.
I regali si stavano consumando e finalmente prese in mano uno di quelli al quale avevo contribuito anche io, il cartellone della Stefanel, con l'immagine di una bambina di colore dolcissima, quasi simile a sua nipote Brandy.
Allora guardò la foto e disse: ma è bellissima: dove l'avete presa questa foto? Con tanto di pubblicità della Stefanel, gli raccontammo come avevamo fatto a procurarcelo, era divertito, dalle nostre peripezie, poi la signora Cascio chiese: siete Italiani?
Da quale parte dell'Italia venite... la scelta era davvero vasta, perchè arrivavamo da ogni angolo d'Italia, Torino, Bari, Milano, Firenze...
Michael disse allora: ma che ci fate qui?
Per noi era totalmente chiaro, evidentemente per lui no: Siamo qui per il concerto, Mike!
Oh! davvero?...
Si, Mike, siamo TUTTI qui per il concerto!
Guardò tutti i suoi doni con attenzione, era davvero magnifico...
Quindi incalzò lui: facciamo una foto?
Neanche a dirlo... chiaro che si... a turno ogni componente della banda si mise al sua fianco per la propria foto ricordo, terminati tutti, fu il mio turno.
Erano diversi minuti che eravamo con lui e adesso sembrava più rilassato e anche contento, di ricevere tanto amore, quasi rincuorato. Lo avvicinai, lui mi cinse la spalla. Io lo abbracciai all'altezza della cintura. Aspettandomi di trovare il suo fianco più distante di qualche centimentro, in quel momento pensai convulsamente: ma quanto è magro: ma siamo sicuri che sia lui? E quanto è basso!
Io sono alta 1.65 (dovrei forse dire bassa) e lui era più alto di me di 10 centimetri probabilmente non molto di più. Con il cappello era difficile capirlo. La conferenza del suo tronco era una 46, forse una 48... ma credo più una 46, perchè ricordo perfettamente la sensazione di magrezza. Me lo aspettavo decisamente più alto stando alle foto ed un pochino più massiccio.
Io ero ancora con la mia fanzine in mano... il sudore editoriale di mesi, ma non ebbi il coraggio di fargliela vedere, sempre per lo stesso discorso che non volevo apparire un'acquila in cerca di gloria. Lo ringraziai e lui fece lo stesso, mollai la fanzine sul tavolo.
Pensai divertita ma che cavolo ringrazia... io dovrei stendergli un tappetino rosso per tutto questo.
Poi Wayne propose una foto di gruppo, quella che simpaticamente abbiamo soprannominato la foto ROITO, per via della postura orribile di tutti, non la pubblicherò, perchè ho perso i contatti con tutti e dovrei chiedere i permessi di pubblicazione.
Il tempo a nostra disposizione era terminato, Wayne incalzò tutti ad andare, era ora di scendere, lo salutai e imboccai la strada dell'ascensore con Fabiana. Yannick chiamò l'ascensore per noi 2, che stridulavamo come topolini, per la meravigliosa avventura e lo ringraziammo per tutto..
L'ascensore si aprì, entrammo, salutammo Yannick e scendemmo al PT. Quando si chiusero le porte, provai una sensazione come di amputazione, come se mi avessero tranciato di netto un braccio... l'aria aveva un sapore rancido, lo avevo lasciato ta 10 secondi netti e già mi mancava. Era tale la sensazione di malessere che provavo, che non mi domandai neanche che fine avessero fatto tutti... stavo solo male e mi leccavo la ferita.
Come si aprirono le porte, Monica era lì.
Sbottò immediatamente con la frare: Ma si può sapere dove diavolo eravate?
Io gridai anche più forte di lei, realizzando che avevo lasciato incompiuto qualcosa prima di salire: Noi? Dove cazzo eravate VOI! Noi siamo saliti da Michael!!
Lei mi guardò incredula, ondeggio con due passi all'indietro mentre uscivamo dall'ascensore si voltò e perse le staffe, incolpandoci di non averli chiamati. Noi eravamo in camera, Paolo ci ha detto di rimanere lì... ma perchè?? Perchè... perchè non ci avete chiamato? Nel frattempo ci raggiungono anche Stefano ed Eerica, che ci stavano cercando nei bagni della hall. Intuito quello che era successo Stefano cercava di calmare Monica.
Lui non sembrava arrabbiato, piuttosto era amareggiato, come se fosse stato pugnalato alle spalle da un fratello... appunto. Se possibile ero quella più adirata di tutti, perchè non ero riuscita a farmi dire dove fossero, mi sentivo in colpa per una cavolata del genere, loro avevano sprecato la loro occasione. E sebbene non fosse colpa mia, io mi sentivo davvero in colpa e se avessi potuto riavvolgere il tempo, avrei forse agito diversamente, rimanendo fuori dall'ascensore... il guaio è che lo avrei fatto davvero!
In quel mentre ci raggiungono gli altri ragazzi che nel frattempo avevavo approfittato della disponibilità di Mike per farsi firmare qualche cover di Cd e qualche fanzine, maglietta e via dicendo.
Monica guardò Paolo con occhi perforanti e tutti si resero conto del dramma accaduto.
Quella sera i fortunati e gli sfortunati festeggiarono con l'ennesima magnifica razione di McDonalds, continuando a ricordare quanto Michael fosse qui, o lì. La cosa che tutti continuavano a ripetere fino all'ossessione era: ma avete sentito l'odore delle sue mani? Io ho continuato ad annusarmi la mano per tutta la serata...
Io personalmente questo spettacolare particolare lo avevo perso: ma che cavolo me ne fregava del profumo, quando lo avevo proprio davanti ai miei occhi?
Monica ormai satura di cazzate, ci intimò al silenzio, ma per Paolo che poi era stato il motivo di tutto il parapiglia, era piu forte di qualsiasi cosa... doveva assolutamente parlarne, lo portai al bar per evitare litigate e per spiegargli che per Monica, Stefano ed Erica era davvero dura ascoltarci parlare dell'accaduto, gli chiesi gentilmente di smetterla di affondare il coltello nella ferita, ma non ci fu modo di farlo smettere.
La sera terminò tra silenzi imbarazzati. Non ci sarebbero stati ulteriori sviluppi.
Ci accampammo nella stanza, 4 sui 2 lettie 4 a terra.
Mi trovavo a terra e guardavo le luci dei lampioni filtrare dalle tende... ancora non mi capacitavo dell'accaduto, anzi in un certo senso avevo rimosso persino il fatto che fosse successo qualcosa di sensazionale. Raggomitolai meglio il mio asciugamano-cuscino e mi addormentai.
4 settembre 1996
AutografoPer Stefano questo giorno avrebbe riservato una sorpresa, infatti riuscì a salire nel van di Michael, gli porse il suo regalo e disse: questo è per te, Michael.
Grazie! rispose Mike
Gli italiani ti amano, siamo tutti qui per te e ti vogliamo bene...
Mike annuì e lo ringraziò ancora.
Quello stesso pomeriggio mentre io e Monica stavamo parlando del più e del meno poco fuori dall'entrata, Wayne uscì dall'albergo, ci salutò e si prestava a compiere il compito che Michael gli aveva dato: ovvero raccattare qualche cartellone dai fan stippati dietro la transenna. Lui iniziò a chiedere i cartelloni, scegliendoli... evidentemente Mike era stato molto preciso nelle richieste e i fan si gettavano letteralmente sugli altri per riuscire a consegnare i propri regali.
Quella vista mi fece ricordare quanto sia frustrante essere ad un passo dall'avere una possibilità tanto vicina per far avere qualcosa a Mike, ma Wayne non riusciva nè a vedere tutti, nè a tantomeno a tenere tutto nelle sue mani. Corsi in suo aiuto e cominciai a raccogliere cose dalla parte opposta di dove si trovava lui, Monica seguì il mio esempio, Wayne si fermò un secondo cercando di capire quali fossero le nostre intenzioni, poi si girò e si diresse all'entrata... per non permettere a Wayne di salire senza quello che avevamo raccolto lo bloccammo e gli mettemmo in grembo tutto quello che avevamo raccattato.
Ci sorrise incredulo, ci ringraziò e noi facendo la cosa che mi sembrava più naturale del mondo, eravamo diveuti senza volerlo i paladini dei fans.
Ad un tratto i fan cominciarono a chiamarci e ci avvicinammo a loro... qualcuno ci riconobbe, perchè Paolo aveva fatto sviluppare il suo rullino e aveva mostrato le sue foto al mondo, io ero tra le foto, quindi dovetti raccontare l'accaduto del giono prima praticamente a tutti.
Eravamo se possibile anche più importanti di Wayne. Cominciarono a porci tutti i regali per Mike, ma non potevamo accettare... non sapevamo quando avremmo potuto darli a Wayne... e spiegammo loro che avremmo fatto di tutto per dire a Wayne di raccoglierne altri. Li rendemmo i fan più felici della terra.
Avevamo compiuto il nostro dovere di brave persone, questo ci rendeva felici, per lo meno io ero molto felice.
Tenevamo relazioni pubbliche con la sicurity, con i portieri, con tutti. Ormai era come se fossimo parte della crew di Michael. Non ci controllavano neanche più per il possesso della chiave, io e Monica eravamo a tutti gli effetti liberi di fare qualsiasi cosa.
Decidemmo di rientrare in stanza, chiamammo l'ascensore e prima di poter schiacciare il bottone, le porte si chiusero e l'ascensore cominciò a salire: 4... 5... 6 ... 8 DING! le porte si aprirono. 2 energumeni stavano seduti davanti alla porta, noi eravamo in preda al panico... uno di questi disse: non potete stare qui... GO AWAY!
Senza neanche guardare quale bottone pigiare, schiacciai il primo piano disponibile sotto la pressione del mio dito, continuando a tenere d'occhio il grosso nero che ci guardava divertito. Cominciammo a ridere prese dal panico, fino a quando siamo rientrate nella nostra nuova spaziosa stanza singola.
Il letto era 1 ora e noi continuavamo ad essere in 8.
Il disordine era impressionante. Per raggiungere il bagno dovevamo letteralmente saltare tra gli indumenti sparsi a terra.
A poco a poco come un richiamo tutti a 2 a 2 rientrarono in stanza, neanche ci fossimo dati appuntamento. Michael era fuori e non c'era motivo di stare al bar.
Eravamo tutti e 8 nella nostra stanza, parlando del più e del meno, quando qualcuno bussò alla nostra porta. Mi salì in gola il cuore.
Di scatto contai tutte le teste presenti: 1 2 3.. 7 e 8! Cazzo siamo tutti qui: ma chi sarà? AVANTI nascondetevi tutti, fuorchè Paolo.
Non riesco a descrivere la velocità con la quale ogni singola persona cercò riparo, chi sotto il letto, chi nell'armadio, chi dietro le tende, chi nella doccia... Ora rido come una matta a tal ricordo, ma stavamo davvero rischiando di essere buttati fuori.
Finalmente dissi: Yes?
Dai raga so' io... Pensavo non ci fosse nessuno. Me ne stavo per anda'.
Si trattava di una amica di Roma, che aveva preso la stanza in giornata, era riuscita ad averla grazie ad un'amica che l'aveva prenotata grazie alla sua società... non c'era motivo per gli albergatori di dubitare di tale prenotazione... Ho aperto la porta e l'ho mandata a quel paese... piano piano ad uno ad uno cominciarono a sbucare tutti fuori dal proprio nascondiglio... La nostra ospite scoppiò a ridere di gusto e passato il terrore, anche noi scoppiamo in un riso liberatorio, 9 persone stippate in una piccola camera singola.
Raga' ma che cavolo di casino c'è qua dentro? Ma state fuori, che raccontate quando vengono a pulire?
Pulire? - dissi io - ma pensi che facciamo entrate qualcuno qui dentro?
Per quel giorno non succederà molto altro, ma le sorprese non erano ancora terminate.
5 settembre 1996
Mentre io e Paolo stiamo seduti al bancone del bar, si siede accanto a me Mr. Bob Jones in persona!
Paolo scatta come una molla, prende la nostra fanzine e la mette davanti a Bob.
Questo guarda la copertina, poi guarda lui e me. Ciao! che cos'è?
La facciamo noi, lei è la direttrice.
Piacere, come ti chiami?
Monia, come va?
Bene, grazie... fatemi vedere un po? Che lingua è?
Italiano.
Italiano, non sapevo ci fosse una fanzine a colori... mandami le copie, vi piacerebbe diventare approvati?
Si, signore!
Ecco questo è il mio biglietto da visita, mandate tutto alla mia attenzione... Bravi ragazzi.
Poi parliamo un po' del più e del meno e ci congediamo.
Saliamo al piano per raccontare l'accaduto, io e Monica decidiamo di brindare al bar con una bella birra fresca!
Ci beviamo la nostra birra, poi decidiamo di uscire, per fare un giro nei dintorni, cerche che Mike per quel giorno non avrebbe fatto gran che. Erano quaso le 18.30, chiamai in camera per avvertire gli altri, uscimmo dalla porta, la folla impazzì letteralmente.
Tutti ci chiamavano e ci chiedevano di andare da loro. Io e Monica ci siamo avvicinate alla folla, che cominciò a chiederci informazioni su Michael, ma ne sapevamo davvero quanto loro...
Convinti tutti che non sappiamo niente di niente, ci accorgiamo che tutti fissano qualcuno alla porta, ci giriamo e dirigendoci dalla sua parte, per raggiungere l'uscita delle barriere, salutiamo Wayne e lui ricambia il nostro saluto, aggiungendo: come va?
Rispondendo educatamente, ci avviciniamo all'uscio delle transenne, quando tutti i fan all'unisono si stavano muovendo con noi... chiudendo l'uscita. Tutti allungavano le braccia verso di noi... ci spaventammo davvero tanto, 2 guardie della sicurezza ci hanno placcato di forza, per evitare che venissimo travolti, portandoci in salvo al di là della porta dell'hotel.
Wayne allora ci ha guardate: ma che avete fatto?
Non saprei... erano tranquilli prima!
Evidentemente il fatto che Wayne ci desse tanta confidenza stava facendo davvero credere che noi fossimo della Crew. Persino gli addetti al lavoro dell'hotel cominciarono a chiederci informazioni su Mike e autografi.
Se solo avessero saputo cosa stavamo facendo, ci avrebbero sbattuti fuori in 4 e quattrotto.
Niente di nuovo per quel giorno...
6 settembre 1996
Abbiamo srotolato un telo che avevamo confezionato tutti assieme, impiegando 2 giorni di duro lavoro, tra le transenne e l'entrata. Le televisioni ormai cominciavano ad essere molte, qualcuno di noi è stato intervistato, altri solo ripresi...
Con infinita sorpresa Wayne prese me e Paolo da parte e ci disse: se volete vi porto ancora su... che domande!! certo che vogliamo, gli dissi che sarebbe stato fantastico, ma questa volta dovevo chiamare degli amici...
lui disse NO!
SI - dissi io e così facendo chiamai Stefano, Monica ed Erica, che avevano mancato il primo incontro. Wayne era arrabbiato con me, ma continuava a tenermi per la manica, non mollava la presa e mi scaraventò dentro l'alscensore con una forza inaudita. Stefano era rimasto fuori, non ci stava, non riusciva ad entrare... troppo affollato.
In quel momento dovevo decidere come leader quale ero... Wayne premette il tasto 8, in qualche maniera bloccai la chiusura dell'ascensore e mi liberai dalla stretta morsa di Wayne introno al mio avanbraccio.
Sgattaiolai fuori e spinsi Stefano dentro l'ascensore, guardai Wayne e gli dissi: tocca a lui, ora.. grazie Wayne! Anche Fabiana mi seguì... uscendo dall'ascensore pure lei.
Wayne guardò gli altri ragazzi, che sembravano intenzionati a non muovere un solo muscolo e scosse la testa in segno di dissenso.
Rimasi a guardare le porte chiudersi e dissi, provando più che mai un senso di frustrazione: Faby perchè sei uscita, non era necesario.
Lei rispose e tu perchè lo hai fatto? non era necessario.
Bè, DOVEVO, lui non lo aveva ancora incontrato!
E perchè gli altri che lo hanno già incontrato non hanno mosso un dito?!
Perchè c'è gente e gente... forse noi siamo le più coglione!
Sapevo di aver fatto la cosa giusta, ma non so se qualcuno di loro lo avrebbe fatto per me.
Quello che successe, riguarada loro e lo hanno scritto sulla fanzine.
Come il giorno prima aiutammo Wayne a raccogliere qualche altro regalo per Mike, passammo un po' di tempo con amici costretti al di là delle transenne, poi prima delle 13.30 raccogliemmo tutti i nostri effetti personali dalla camera e ci appostammo al nostro consueto tavolino.
Il nostro tempo stava scadendo in quell'albergo. Pagai 200$ di telefonate verso l'Italia e di Pay TV. Scoprimmo il colpevole che angelicamente chiese: ma perchè si paga?
Il coro fu all'unisono: MA VAAAA??
Fummo gentilemente accompagnati alla porta dal portinaio... verso le 17.30
Ormai era ora di prepararsi a dormire all'Etna Park, ma questa è un'altra storia... e vi ringrazio di aver letto!
http://www.mjwebtv.com/sito_monia/htm/IoeMike.htm
Il mio incontro con il Re del Pop
Settembre 1996
Vorrei iniziare il mio racconto con una riflessione dell'editoriale della mia fanzine, fatta dall'allora vicedirettore:
"Credere di aver incontrato Michael è incredibile, ancora adesso... Sarà dato dal fatto che Michael è circondato da un'alone surreale che veramente lo rende più simile ad un personaggio uscito dalle favole, che dello show-business.
Un sogno d'infanzia che, folgorante e inaspettato, si realizza senza darci nemmeno il tempo e la possibilità di capire.
Michael diffonde intorno a sè una sensazione di calore, calma e tranquillità che si avverte quasi fisicamente, ci si può far prendere dall'isteria, nè a scoppiare in lascrime, perchè ci si sente perfettamente a proprio agio, come di fronte ad un amico che non si vedeva da tempo..."
Settembre 1996
Vorrei iniziare il mio racconto con una riflessione dell'editoriale della mia fanzine, fatta dall'allora vicedirettore:
"Credere di aver incontrato Michael è incredibile, ancora adesso... Sarà dato dal fatto che Michael è circondato da un'alone surreale che veramente lo rende più simile ad un personaggio uscito dalle favole, che dello show-business.
Un sogno d'infanzia che, folgorante e inaspettato, si realizza senza darci nemmeno il tempo e la possibilità di capire.
Michael diffonde intorno a sè una sensazione di calore, calma e tranquillità che si avverte quasi fisicamente, ci si può far prendere dall'isteria, nè a scoppiare in lascrime, perchè ci si sente perfettamente a proprio agio, come di fronte ad un amico che non si vedeva da tempo..."
La mia storia, anzi la nostra storia perchè storia di un gruppo è magnificamente descritta sulla fanzine N3 di 'SCREAM for all the injustice of the world', ma qui voglio solo scrivere la mia personale avventura, cercando di descrivere nei particolari le mie sensazioni, quelle che forse non ho mai detto proprio a nessuno.
Come direttore di un fan club avevo l'assoluta necessità di fare questo viaggio, le collaborazioni erano importanti e se volevo continuare a fare bene il mio lavoro mi dovevo dare davvero da fare.
Così quando la Sony mi contattò per annunciarmi l'evento del Tour HIStory, fissato per Settembre a Praga, cominciai a darmi da fare per accapparrare i biglietti.
Trovai un rivenditore nella stessa Praga. Nel frattempo cominciai ad informare il popolo dei fan, che avevo modo di avere i biglietti.
Arrivarono quasi 300 richieste di biglietti, che ho chiaramente rigirato a prezzo di costo.
Organizzai un viaggio di 5 giorni, 3 giorni per Praga e 2 per Michael. Tutto era deciso, Michael sarebbe arrivato il 5 così avremmo avuto tutto il tempo da dedicare alla città.
2 settembre 1996
Il 2 settembre 6 ragazzi salirono a bordo del volo che li avrebbe portati verso un destino certamente diverso dalle loro piccole aspettative.
Con noi c'era una fan sotterggiata dalla miriade di fan che volevano partire con noi, Fabiana... ma avevo troppe responsabilità con i miei compagni di viaggio, per organizzare un viaggio con più di 100 ragazzini urlanti.
I nostri posti sull'aereo erano al quanto bizzarri, 2 qui, 1 lì, laltro là... per parlare tra di noi si gridava per lo più si trattava di frivolezze da ragazzini esaltati, per il divertimento o la frustrazione dei vicini che probabilmente alle 7.00 del mattino volevano solo poter chiudere gli occhi e riposare un po'.
Durante il viaggio ognuno di noi ha fantasticato di poter vedere almeno Michael dentro l'auto, salutarlo... saremmo state le persone più felici dell'universo.
Appoggiare il piede sul suolo Ceco è stato emozionante, il pensiero che da lì a poche ore avremmo persino respirato la stessa aria con Michael era una cosa che ci inebriava... il sogno svanì appena 3 cani lupo della narcotici, furono scaraventati dalla nostra parte... accidenti, ma che modi!
Raccolti i nostri bagagli, ci dirigemmo al primo taxi, 2 taxi! 2 taxi per 6 persone...
Capìta l'antifona, i taxisti ci hanno volutamente fatto fare il giro più lungo, quello panoramico per la città. A dire il vero non è stato un male, perchè alla fine quel giro sarà l'unico che ci sarà permesso fare durante tutto il soggiorno!
Raggiungiamo nella periferia estrema il nostro albergo, poco ci mancava che espatriassimo, per raggiungerlo! Mi arrabbio come una bestia, e penso: grazie al cielo avevo chiesto un'albergo vicino al centro, se chiedevo periferia dove ci mandavano?? Mentre i miei compagni chiamano i parenti per il consueto TUTTO OK, io chiedo alla reception di poter contattare l'agenzia di viaggio di Milano. Quando ci dicono che non ci sono altre camere da nessuna parte, devo dare la notizia ai miei compagni, i quali di controvoglia e borbottando, salgono al 7° piano, per posare le borse.
Le stanze non erano male, ma eravamo dannatamente lontani dall'albergo di Michael.
Per non perdere tempo, mi assicuro che tutti lascino le proprie cose di valore nella stanza, passaporto compreso... non vorrei dover lasciare qualche componente lì a Praga più del previsto.
Usciamo e raggiungiamo l'Intercontinental Hotel, così solo per dare una sbirciatina prima che succeda la calata degli Unni, tra cui noi saremmo stati gli attivisti più scalmanati!.
Sciolti come cani eccitati, ci muoviamo per Praga, ci godiamo le strade, ridiamo per sciocchezze, senza sapere dove andiamo, senza una cartina... alla fine qualcuno dice: ECCOLO! E' lì, lo abbiamo trovato!
Io che ero intenta a tutt'altri pensieri, mi perdo l'indicazione e mi giro dalla parte opposta, così chiedo: ma dove, non la vedo?
La risposta è: ma sei stordita, c'è scritto I-N-T-E-R-C-O-N-TINENTAL grosso come un palazzo!! E' lì!!
In effetti era vero, c'era scritto INETRCONTINENTAL HOTEL in maniera enorme, era impossibile non vederlo persino per una talpa! e subito più a fianco, un telo di HIStory ricopriva la facciata laterale... 8 piani di telo. Eravamo tutti impietriti ed increduli, l'adrenalina percuoteva i nostri corpi.
Eccitati come delle bisce ubriache, ci avviciniamo da quel lato, tutti cominciano a sparare cavolate e ridere sguaiatamente, mentre passiamo davanti alla vetrina del Bar dell'albergo, io mi blocco. Subito dietro di me Paolo mi sbatte contro, io non distolgo l'attenzione quindi anche lui volge lo sguardo dove guardo io. Entrambi ci guardiamo dritto negli occhi e cominciamo a saltellare come 2 molle.
Finalmente tutti gli altri si bloccano e cercano di capire cosa stia succedendo... quand'ecco che uno di loro dice: ma è WAYNE!!
Si kakkio! è Wayne!!!!.
Erica e Fabiana, che non avevano mai viaggiate fino ad allora e di Michael non erano così afferrati come noi altri, cominciarono a preoccuparsi per la loro ignoranza e cominciarono a chiedere MA CHI E' WAYNE???! Nessuno per l'ecitazione riusciva a dar loro retta... fino a quando un'anima pia spiegò che Wayne è (era) la guardia del corpo di Michael! Dissolti tutti i dubbi, ci posizioniamo in cerchio per guardarci tutti in faccia, quindi continuo: se Wayne è qui, c'è anche Michael!
il mio pubblico annuisce in silenzio, quindi dico: dobbiamo entrare: ora, o mai più!
Infatti quando prenotai i biglietti del concerto cercai di avere una camera anche all'Intercontinental, solo che la reception mi disse: mi dispiace, per i giorni richiesti è tutto completo. Pare che la Crew di Michael avesse vietato loro di dare via camere con prenotazioni telefoniche, così nessun fan del mondo aveva avuto modo di prenotare una stanza, apparte piccole eccezioni, che poi spiegherò.
Il mio intento chiaramente non era quello di prendere una camera, ma volevo capire bene cosa stesse succedendo lì in quel preciso momento.
Paolo mi guardò e disse: sì, hai ragione: o adesso o mai più!
Senza attendere altre risposte ci giriammo e ci dirigiamo verso l'entrata. Non facciamo in tempo a girare l'angolo che ci taglia la strada un grosso pulman, che aprendo le porte lascia scendere Karen Faye, Kevin Dorsey, Travis... e tutta la banda che starà sul palcoscenico dell'HIStory Tour..
Avendoci già tutti conosciuti pochi mesi prima, a turno scesero dal bus e ci salutarono, sbracciandoci e inviandoci baci...
Eravamo un po' rintronati. Forse saremmo riusciti davvero a salutare Michael. Entrato l'ultimo di loro, io e Paolo ci prendiamo sotto braccio e ancora una volta in coro annunciammo: o adesso o mai più!
Gli altri rimasero a guardare dalla porta principale cosa succedesse, noi ci dirigemmo diretti ad un tavolino, ci sedemmo come fosse stata la cosa più normale del mondo, poi iniziammo a leggere il menù. Gli altri allora ci raggiunsero e presero posto con noi, quando il Portiere si avvicinò e ci disse: Posso aiutarvi! (in inglese, chiaramente)
Oh, no! Grazie, vogliamo solo ordinare qualcosa dal bar! rispondo.
Ma questo è un'albergo, i bar sono altrove... non potete stare qui, vi prego di uscire.
Cerco di tergiversare ancora un po', puntando la carta di un fantomatico appuntamento con Mr Wayne Naggen, quel signore seduto laggiù... e disapprovando il tentativo di sbatterci fuori, quando Travis si avvicina e ci dice: Ragazzi, ciao come va?
FIUUUUUU!!!! Kakkio ci ha salvato il culo!!
Paolo si alza e gli butta le abbraccia la collo, Bene e tu?
Il portinaio sentendosi in difetto, gira i tacchi e ritorna al suo bancone.
Bene, grazie... ma avete la stanza anche voi qui?
No... guardo Paolo: Non ancora!
Paolo continua ad intrattenere Travis, mentre io dico agli altri che Travis mi ha fatto venire una magnifica idea... per telefono non m'è l'hanno data, ma chissà se ora...
Ci accampiamo al tavolo... non ricordo sinceramente se abbiamo bevuto anche qualcosa, ma abbiamo passato in rassegna davvero tutta la crew di Mike, ma non ho tutte le foto per un piccolo problemino tecnico... .
Il nostro obbiettivo è Wayne, che vediamo per la prima volta in vita nostra con la camicia allentata, senza cravatta, senza giacca e con un bicchiere di birra tra le mani. E' con altri 2 uomini e se la ride da morire.
Finalmente ci garda (sicuramente ci teneva d'occhio da un po') quando ci fa un segno di un saluto e 2 di noi lo avvicinano, per chiedergli come sta.
Ci dice che sta bene e di sua iniziativa aggiunge che Michael arriverà domani, anticipando di 2 giorni il suo arrivo.
Inebriati, torniamo dai nostri amici, per dare la buona news. Li prego calorosamnete di contenere la loro gioia, perchè dovevamo essere i più innoqui possibili agli occhi di tutti loro.
Fu così che sentendoci parlare in italiano, Amid il cameramen personale di Mike prende una sedia e si siede con noi.
Ci racconta di aver passato diverso tempo a Roma, ci racconta come poi sia diventato camenramen di Mike, poi ci racconta le riprese di Ghosts, dicendoci che ha ripreso tutte le ore di tutti i giorni di registrazione giorni di making... ci racconta come sarà il concerto in anteprima... e ci disse, vedrete che entrata spettacolare, butterà giù una porta e poi uscità.
Il fatto che buttasse giù una porta... di cosa? e poi uscisse... da dove? ci lasciò un po' perplessi, ma mancava poco al concerto e avremmo constatato di persona che diavolo stava blaterando.
Wayne allora si girò verso il nostro tavolo e disse: Amid, ma che racconti a quei ragazzi, lasciali stare... poi scoppiarono entrambi a ridere: Wayne era ubriaco perso!
La cosa ci fece sorridere e ribattemmo... ma che dici, Wayne... C'mon Wayne... what you're saynig? se leggete la frase in inglese, questa finirà in rima con Wayne, quindi tutti i presenti cominciarono a ridere come matti, per intonare altre rime a Wayne.
Wayne faceva il finto offeso, poi rideva, poi diceva la sua... E' stato divertente partecipare ad una piccola pazzia di gruppo.
Alla fine alle 3.00 Wayne si alza e dice... ho dato, ho dato tutto quello che potevo questa sera! Ragazzi... si rivolge a noi... fate i bravi... si rimette la giacca e noi ci alziamo con lui per una fotografia (l'ho regalata! SIGH!!). Si presta senza problemi e anzi noi scherziamo con Monica che lo ama alla follia... schernendola con degli schocchi di bocca che stanno a simulare dei baci. Wayne sorride e lei diventa rossa... Facciamo la foto, Wayne ci saluta e prende l'ascensore.
Si alza anche Amid e noi invitiamo Fabiana che aveva continuato per tutta la sera a dire quanto gli piacesse, ad andare con lui... spingendola letteralmente nell'ascensore con lui.
E' l'ora della verità, sfodero la mia carta di credito (del mio ragazzo a dire il vero) e chiedo: avete una camera?
Il servizio di portineria nel frattempo è cambiato ed ignara di tutto la donna al bancone, cerca sul computer la disponibilità e dice... questa notte no, ma domani ho un doppia e dopo domani una singola.
Va bene la doppia per domani e la singola dopo domani.
Mi stavano sudando le mani, dovevo apparire più calma che mai, senza tradire gioia.
Questa è la parte frontale, dove c'era solo questo 'picoolo' telo
Pago, lascio i miei dati e torno dai miei compagni, li guardo e annuncio l'avvenuto. Tutti sono costretti ad esultare a labbra serrate, E' FATTA... sicuramente potremmo salutare Michael.
Settembre: la notte di Praga è molto fredda! Eravamo tutti con delle magliette a maniche corte o in camicia, morivamo di freddo. Avendo ormai abbandonato una componente all'albergo 5 ragazzi infreddoliti, senza una meta precisa ma pieni di speranze per il giorno dopo si incamminano verso lo sconosciuto SOL Hotel.
Non so ancora come riuscimmo a raggiungere il nostro albergo nel subborgo più remoto di Praga, ma ci arrivammo... credo fossero le 5 del mattino.. sprofondammo nel sonno più pesante appena toccato il cuscino.
3 settembre 1996
Ore 10.30 apro gli occhi, eccitata, con le farfalle nello stomaco... con un solo pensiero: la mia stanza in quell'albergo!
Sveglio Paolo in stanza con me, poi corro a bussare agli altri 3 nell'altre stanze, che sono già in piedi e borbottano a gran voce.
Dai cavoili, vestitevi, prendete quello che vi serve, dobbiamo andare a prendere posto: MICHAEL ARRIVA OGGI!!
Prendemmo anche la valigia della ragazza lasciata lì, per evitare di ritornare a prenderla.
Prendiamo le nostre valige, scendiamo dagli ascensori e lasciamo il messaggio che in caso di necessità saremmo stati all'INTERCONTINENTAL! Dico: mica cavoli!!!
Durante il tragitto c'erano delle decisioni da prendere: come ad esempio... entrare in 6 in una stanza da 2 senza farci sgamare!!!
Trovammo la soluzione più fattibile e la attuammo.
Ci chiesero se fossimo ospiti e noi stizziti addirittura (che facce di tolla!!) dicemmo alla sicurity: ma diavolo, cosa succede qui? Era pieno di Fans, ovunque si guardasse c'erano teste, cartelloni... La Jacksonmania era iniziata! Ragazzi di ogni razza, colore e nazionalità aveva preso d'assalto la piazza davanti all'hotel.
Tutto andò per il meglio, entrammo nella stanza e cominciammo a gioire come un bambino che riceve il regalo sperato.
Aprimmo le nostre valige e in meno di 10 miilisecondi l'intera stanza era invasa da shampo, vestiti, creme per il corpo, trucchi...
L'unica che non tirò fuori niente vi scrive, mantenni la mia valigia praticamente sempre pronta.
Guardai fuori dalla finestra e vidi qualcosa di sensazionale: da una collinetta spuntava il testone gigante di Michael... La statua di Michael era all'ETNA PARK e noi la vedevamo.
Per 2 volte consecutive le sirene della polizia ci fecero saltare il cuore in gola... Subito guardavamo dalla finestra sperando di non veder comparire il minivan di Michael, c'erano persone in mutande che cominciavano a piangere: NOOO! non proprio ora...
hahahha era una cosa buffissima da vivere!
Ok, il primo passo era fatto, ora potevamo tranquillizzarci, uscire a vedere com'era la situazione fuori.
Quando scendemmo, si cominciò a mormorare che sarebbe arrivato nel primo pomeriggio, quindi decidemmo di uscire a gruppi di 2 per andare a conoscere qualcuno appostato fuori, dietro alle transenne.
Fuori incontrammo Lorena e Barbarai, le quali intuito che avevamo preso la stanza ci chiesero di poter entrare anche loro. Davvero impossibile dire al tuo vicedirettore di NO! Ora eravamo al completo, 8 in una stanza da 2.
La situazione era davvero pericolosa per noi, qundi mi raccomandai con tutti di prestare attenzione, non uscire mai senza la chiave e avvertirci sempre l'un l'altro di ogni movimento.
Decidemmo di tirare fuori i nostri regali per Mike, mentre qualcuno doveva tenere d'occhio l'entrata e i movimenti.
Mentre eravamo lì belli tranquilli arriva Teddy Lakis, il quale ci chiede se siamo ospiti dell'albergo e quando gli diciamo di si, rimane un po' perplesso. Gli giuriamo che saremmo state le persone più discrete del pianeta e che si sarebbe potuto fidare di noi, non avremmo mai tentato di fare nulla per nuocere la sicurezza di Michael. Come una fantastica checca, ci congeda poco interessato ai nostri buoni propositi ed esce dai ragazzi di fuori, per spronarli in canti estenuanti di YANA e TDCAU. La musica sparata dagli autoparlanti era assordante fuori.
Ormai erano ore che Michael sarebbe dovuto arrivare e la hall era satura di persone curiose e anche di qualche altro fan intrufolatosi da fuori.
La nostra posizione era tremenda e non avremmo mai potuto allungare i nostri regali a Mike... dovevamo spostarci. Finalmente trovammo una nicchia a metà tra l'entrata e gli anscensori, ci stavamo tutti, per noi era perfetta.
Uno alla volta ci siamo gettati nella nicchia, ma ancora non andava bene, la sicurity ci stava dando noia. Dall'entrata compare Teddy, il quale chiede ma che accade? Gli spiegiamo la nostra intenzione, quando lui dice, ma non potete stare qui...
uno di noi salta fuori con la trovata del secolo: ti prego facci stare qui, staremo in ginocchio tutto il tempo! mostreremo solo i nostri regali a Mike! e facemmo vedere striscioni e cartelloni, più pacchi regalo.
Rivolgendosi alla guardia, poi dice in tedesco: loro possono stare qui e non fate barriera!
poi diretto a noi: vi faccio stare qui, ma niente scherzi, OK? Quando entra Michael non saltategli addosso, conosco le vostre facce... se voi lo fate, poi io vi faccio del male!
Restammo lì per un'ora lameno, quando finalmente sentimmo un boato dall'esterno. Qualcuno dei nostri d'istinto tentò di alzarsi, gli altri li tennero per le caviglie, per impedire il gesto che ci avrebbe fatto fare davvero del male!
Il van di Michael si fermò alle 18.30 davanti all'entrata e lui si diresse dai suoi fan, che lo aspettavano da tutto il giorno dietro alle transenne. Il suo bagno di folla durò pochissimo, meno di 5 minuti, poi entrò dalle porte principali e prese un mazzo di fiori donato da una fanciulla. Salutò tutti i presenti, che si sgomitavano per immortalare il Re del Pop, poi diresse la sua attenzione a 8 ragazzini imbambolati (più dalle minacce che da altro) che mostravano timidamente i loro doni. Lui soffermò il suo sguardo su di noi, probabilmente perplesso dalla nostra postura (eravamo in ginocchio davanti a Michael Jackson) non una mossa azzardata... ci salutò visibilemente divertito dalla situazione e si intrufolò nell'ascensore.
Fu allora che saltammo in piedi come molle, increduli e felici. Era accaduto l'impossibile. Michael ci aveva salutato, A NOI!!! Ci abbracciavamo ed ognuno di noi sparava frasi sconnesse.
Il nostro sogno si era realizzato. Quanto di più bello potessimo pretendere era successo, l'inaspettato era successo! E noi che eravamo partiti con la vaga speranza di vederlo attraverso il vetro della sua auto.
4 dei nostri sparirono su in stanza, a dispetto di quello che avevo chiesto loro, ovvero di far sapere agli alti tutti i movimenti. Dopo poco Paolo che era 1 di quelli saliti in stanza uscì, per esternare e raccontare quanto appena successo, ai fan abbarbicati alle transenne come caprioli. Altre 2 si risedettero al nostro (ormai) tavolino.
Io e il vicedirettore della fanzine rimanemmo lì, imbambolate e totalmente incredule della fortuna sfacciata che ci aveva baciato.
Fù allora che comparve Wayne, ci passò davanti (eravamo ancora lì imbambolate!) guardandoci e uscì anche lui, per prendere 2 ragazze dall'esterno, italiane anche loro.
Rientrando Wayne era accompagnato da Paolo, il quale disse RAGAZZI NON CI CREDERETE MAI: CI PORTA SU!
E Wayne subito dopo di lui disse, Ok, vi porto su!
La nebbia si addensò nel mio cervello. Per ritrovare un senso alle parole appena udite, venne a prendermi Paolo per la manica della camicia... Dai ragazzi sbrigatevi dobbiamo salire subito! ORA!!
Raccattammo in fretta tutti i regali per Mike e cominciai a chiedere agli altri: dove sono Monica, Stefano ed Erica? Ma dove sono finiti? Qualcuno li ha visti? e ci stippammo nell'ascensore. Appena superata la soglia dell'ascensore, giuro tutti i pensieri del mondo svanirono.
Wayne tenne la porta dell'ascensore aperta, mentre ci dava istruzioni: adesso io vi porto di sopra. Vi faccio incontrare Michael. Voi siate carini. Non piangete, non fate gli isterici... siate carini. Poi cliccò il bottone 9, dove è situato il ristorante dell'albergo. Tutti guardammo il suo dito, mentre premeva il pulsante. Tutto intorno a me divenne silenzioso, trattenevo il respiro, come se da quel gesto fosse dipeso la salvezza del mondo. Le sue parole erano una cantilena, che per qualche secondo il mio cervello aveva cancellato come suono, quando ripresi 'conoscienza', lo sentiì ripetere ancora una volta Siate carini!
Non so quanto durò quella salita, mi sembrava un'eternità, continuavo a fissare il pulsante della tastiera, che piano per piano colorava i pulsanti di destinazione, per poi passare ad un nuovo piano, fino al raggiungimento del nono. La porta si aprì, Wayne si posizionò ancora davanti alla porta, bloccando tutti dentro e ancora ci disse: siate carini, OK?
Il nostro cenno con la testa gli era bastato, quindi ci spronò ad uscire, mi svegliai dal letargo e imbucai la porta per ultima. Li davanti c'era Yannick (l'altra guardia del corpo), il quale chiuse la fila dietro di me.
Michael era seduto ad un tavolo, vicino ad un ragazzino della famiglia Cascio, come un vero Gentle Man, posò le mani sulle bracciole della sedia, si alzò leggermente e porse il suo saluto con un mezzo inchino del corpo e della testa.
Quando Wayne lasciò il passaggio libero al primo della fila, Mike si alzò e cominciò a stringere le mani di tutti, ad uno ad uno.
Quando giunse il mio turno, lo guardai penetrando al di là delle lenti scure dei suoi occhiali (era contro luce e potevo vedere gli occhi, MJ at the ristorantgrazie alla finestra che aveva alle spalle), chinai la testa in segno di saluto sentito e strinsi la sua mano, per poi rialzare lo sguardo e notare sotto nella mandibola sinistra, tra mento e orecchio, una macchia verde.
Lasciai la sua mano, la sua stretta sembrava indecisa, tra STRINGO o NON STRINGO?
Il tutto è durato il tempo di una stratta di mano, ma per me lo spazio tempo si era dilatato e tutto andava al rallentatore...
Ebbi l'impressione che lui fosse triste, gli occhi erano tristi. Poi quella macchia, la vittiliggine, coperta con un po' di trucco all'ultimo minuto. Ero piombata nello sconforto più totale... Il mio Mike soffriva per qualcosa e io stavo mendicando un incontro...
Quello che doveva essere un momento di gioia, fu per me terribilmente penoso.
I miei compagni di avventura si fecero tutti intorno a lui, incalzati da Michael stesso, per mostrate i nostri regali, io mi sistemai al fianco di Wayne lo guardai e lui guardò me... poi mi fecce un cenno Mike at the ristaurantcon la testa, dicendomi con quel gesto di avvicinarmi anche io, ma io gli feci capire che per me era già abbastanza così! Sono una persona molto portata a credere che la privacy di una persona venga prima di qualsiasi altra cosa e poi non volevo sembrare un'aquila in cerca di prede. Credo che il rispetto venga prima di qualsiasi altra cosa, prima dei miei sogni e io rispettavo profondamente la generosità che Michael mi aveva dato permettendomi di incontrarlo.
Rimasi a guardare la scena e a pensare che Michael, la persona più importante della mia gioventù era lì davanti a me.
Alle sue spalle c'era un cartellone abbastanza grosso semi arrotolato e il più piccolo dei Cascio, era davvero intenzionato a guardare cosa ci fosse dentro, quindi cominciò a ravanare con le sue manine, Mike si girò, lo guardò con la comprensione di un padre intenzionato a dare al proprio figlio quello che vuole e lo ha aiutato a srotolare l'immenso cartellone. Il piccolo Cascio aiutato dalla proprietaria del capolavoro, lo ha guardato divertito e si è fatto da parte, non prima di prendersi una carezza sulla testa da Michael.
Quella è stata la cosa più dolce che potessi vedere e dato che non sarei mai aspettata di assistere ad una cosa del genere mi salirono le lacrime agli occhi, che asciugai immediatamente.
I regali si stavano consumando e finalmente prese in mano uno di quelli al quale avevo contribuito anche io, il cartellone della Stefanel, con l'immagine di una bambina di colore dolcissima, quasi simile a sua nipote Brandy.
Allora guardò la foto e disse: ma è bellissima: dove l'avete presa questa foto? Con tanto di pubblicità della Stefanel, gli raccontammo come avevamo fatto a procurarcelo, era divertito, dalle nostre peripezie, poi la signora Cascio chiese: siete Italiani?
Da quale parte dell'Italia venite... la scelta era davvero vasta, perchè arrivavamo da ogni angolo d'Italia, Torino, Bari, Milano, Firenze...
Michael disse allora: ma che ci fate qui?
Per noi era totalmente chiaro, evidentemente per lui no: Siamo qui per il concerto, Mike!
Oh! davvero?...
Si, Mike, siamo TUTTI qui per il concerto!
Guardò tutti i suoi doni con attenzione, era davvero magnifico...
Quindi incalzò lui: facciamo una foto?
Neanche a dirlo... chiaro che si... a turno ogni componente della banda si mise al sua fianco per la propria foto ricordo, terminati tutti, fu il mio turno.
Erano diversi minuti che eravamo con lui e adesso sembrava più rilassato e anche contento, di ricevere tanto amore, quasi rincuorato. Lo avvicinai, lui mi cinse la spalla. Io lo abbracciai all'altezza della cintura. Aspettandomi di trovare il suo fianco più distante di qualche centimentro, in quel momento pensai convulsamente: ma quanto è magro: ma siamo sicuri che sia lui? E quanto è basso!
Io sono alta 1.65 (dovrei forse dire bassa) e lui era più alto di me di 10 centimetri probabilmente non molto di più. Con il cappello era difficile capirlo. La conferenza del suo tronco era una 46, forse una 48... ma credo più una 46, perchè ricordo perfettamente la sensazione di magrezza. Me lo aspettavo decisamente più alto stando alle foto ed un pochino più massiccio.
Io ero ancora con la mia fanzine in mano... il sudore editoriale di mesi, ma non ebbi il coraggio di fargliela vedere, sempre per lo stesso discorso che non volevo apparire un'acquila in cerca di gloria. Lo ringraziai e lui fece lo stesso, mollai la fanzine sul tavolo.
Pensai divertita ma che cavolo ringrazia... io dovrei stendergli un tappetino rosso per tutto questo.
Poi Wayne propose una foto di gruppo, quella che simpaticamente abbiamo soprannominato la foto ROITO, per via della postura orribile di tutti, non la pubblicherò, perchè ho perso i contatti con tutti e dovrei chiedere i permessi di pubblicazione.
Il tempo a nostra disposizione era terminato, Wayne incalzò tutti ad andare, era ora di scendere, lo salutai e imboccai la strada dell'ascensore con Fabiana. Yannick chiamò l'ascensore per noi 2, che stridulavamo come topolini, per la meravigliosa avventura e lo ringraziammo per tutto..
L'ascensore si aprì, entrammo, salutammo Yannick e scendemmo al PT. Quando si chiusero le porte, provai una sensazione come di amputazione, come se mi avessero tranciato di netto un braccio... l'aria aveva un sapore rancido, lo avevo lasciato ta 10 secondi netti e già mi mancava. Era tale la sensazione di malessere che provavo, che non mi domandai neanche che fine avessero fatto tutti... stavo solo male e mi leccavo la ferita.
Come si aprirono le porte, Monica era lì.
Sbottò immediatamente con la frare: Ma si può sapere dove diavolo eravate?
Io gridai anche più forte di lei, realizzando che avevo lasciato incompiuto qualcosa prima di salire: Noi? Dove cazzo eravate VOI! Noi siamo saliti da Michael!!
Lei mi guardò incredula, ondeggio con due passi all'indietro mentre uscivamo dall'ascensore si voltò e perse le staffe, incolpandoci di non averli chiamati. Noi eravamo in camera, Paolo ci ha detto di rimanere lì... ma perchè?? Perchè... perchè non ci avete chiamato? Nel frattempo ci raggiungono anche Stefano ed Eerica, che ci stavano cercando nei bagni della hall. Intuito quello che era successo Stefano cercava di calmare Monica.
Lui non sembrava arrabbiato, piuttosto era amareggiato, come se fosse stato pugnalato alle spalle da un fratello... appunto. Se possibile ero quella più adirata di tutti, perchè non ero riuscita a farmi dire dove fossero, mi sentivo in colpa per una cavolata del genere, loro avevano sprecato la loro occasione. E sebbene non fosse colpa mia, io mi sentivo davvero in colpa e se avessi potuto riavvolgere il tempo, avrei forse agito diversamente, rimanendo fuori dall'ascensore... il guaio è che lo avrei fatto davvero!
In quel mentre ci raggiungono gli altri ragazzi che nel frattempo avevavo approfittato della disponibilità di Mike per farsi firmare qualche cover di Cd e qualche fanzine, maglietta e via dicendo.
Monica guardò Paolo con occhi perforanti e tutti si resero conto del dramma accaduto.
Quella sera i fortunati e gli sfortunati festeggiarono con l'ennesima magnifica razione di McDonalds, continuando a ricordare quanto Michael fosse qui, o lì. La cosa che tutti continuavano a ripetere fino all'ossessione era: ma avete sentito l'odore delle sue mani? Io ho continuato ad annusarmi la mano per tutta la serata...
Io personalmente questo spettacolare particolare lo avevo perso: ma che cavolo me ne fregava del profumo, quando lo avevo proprio davanti ai miei occhi?
Monica ormai satura di cazzate, ci intimò al silenzio, ma per Paolo che poi era stato il motivo di tutto il parapiglia, era piu forte di qualsiasi cosa... doveva assolutamente parlarne, lo portai al bar per evitare litigate e per spiegargli che per Monica, Stefano ed Erica era davvero dura ascoltarci parlare dell'accaduto, gli chiesi gentilmente di smetterla di affondare il coltello nella ferita, ma non ci fu modo di farlo smettere.
La sera terminò tra silenzi imbarazzati. Non ci sarebbero stati ulteriori sviluppi.
Ci accampammo nella stanza, 4 sui 2 lettie 4 a terra.
Mi trovavo a terra e guardavo le luci dei lampioni filtrare dalle tende... ancora non mi capacitavo dell'accaduto, anzi in un certo senso avevo rimosso persino il fatto che fosse successo qualcosa di sensazionale. Raggomitolai meglio il mio asciugamano-cuscino e mi addormentai.
4 settembre 1996
AutografoPer Stefano questo giorno avrebbe riservato una sorpresa, infatti riuscì a salire nel van di Michael, gli porse il suo regalo e disse: questo è per te, Michael.
Grazie! rispose Mike
Gli italiani ti amano, siamo tutti qui per te e ti vogliamo bene...
Mike annuì e lo ringraziò ancora.
Quello stesso pomeriggio mentre io e Monica stavamo parlando del più e del meno poco fuori dall'entrata, Wayne uscì dall'albergo, ci salutò e si prestava a compiere il compito che Michael gli aveva dato: ovvero raccattare qualche cartellone dai fan stippati dietro la transenna. Lui iniziò a chiedere i cartelloni, scegliendoli... evidentemente Mike era stato molto preciso nelle richieste e i fan si gettavano letteralmente sugli altri per riuscire a consegnare i propri regali.
Quella vista mi fece ricordare quanto sia frustrante essere ad un passo dall'avere una possibilità tanto vicina per far avere qualcosa a Mike, ma Wayne non riusciva nè a vedere tutti, nè a tantomeno a tenere tutto nelle sue mani. Corsi in suo aiuto e cominciai a raccogliere cose dalla parte opposta di dove si trovava lui, Monica seguì il mio esempio, Wayne si fermò un secondo cercando di capire quali fossero le nostre intenzioni, poi si girò e si diresse all'entrata... per non permettere a Wayne di salire senza quello che avevamo raccolto lo bloccammo e gli mettemmo in grembo tutto quello che avevamo raccattato.
Ci sorrise incredulo, ci ringraziò e noi facendo la cosa che mi sembrava più naturale del mondo, eravamo diveuti senza volerlo i paladini dei fans.
Ad un tratto i fan cominciarono a chiamarci e ci avvicinammo a loro... qualcuno ci riconobbe, perchè Paolo aveva fatto sviluppare il suo rullino e aveva mostrato le sue foto al mondo, io ero tra le foto, quindi dovetti raccontare l'accaduto del giono prima praticamente a tutti.
Eravamo se possibile anche più importanti di Wayne. Cominciarono a porci tutti i regali per Mike, ma non potevamo accettare... non sapevamo quando avremmo potuto darli a Wayne... e spiegammo loro che avremmo fatto di tutto per dire a Wayne di raccoglierne altri. Li rendemmo i fan più felici della terra.
Avevamo compiuto il nostro dovere di brave persone, questo ci rendeva felici, per lo meno io ero molto felice.
Tenevamo relazioni pubbliche con la sicurity, con i portieri, con tutti. Ormai era come se fossimo parte della crew di Michael. Non ci controllavano neanche più per il possesso della chiave, io e Monica eravamo a tutti gli effetti liberi di fare qualsiasi cosa.
Decidemmo di rientrare in stanza, chiamammo l'ascensore e prima di poter schiacciare il bottone, le porte si chiusero e l'ascensore cominciò a salire: 4... 5... 6 ... 8 DING! le porte si aprirono. 2 energumeni stavano seduti davanti alla porta, noi eravamo in preda al panico... uno di questi disse: non potete stare qui... GO AWAY!
Senza neanche guardare quale bottone pigiare, schiacciai il primo piano disponibile sotto la pressione del mio dito, continuando a tenere d'occhio il grosso nero che ci guardava divertito. Cominciammo a ridere prese dal panico, fino a quando siamo rientrate nella nostra nuova spaziosa stanza singola.
Il letto era 1 ora e noi continuavamo ad essere in 8.
Il disordine era impressionante. Per raggiungere il bagno dovevamo letteralmente saltare tra gli indumenti sparsi a terra.
A poco a poco come un richiamo tutti a 2 a 2 rientrarono in stanza, neanche ci fossimo dati appuntamento. Michael era fuori e non c'era motivo di stare al bar.
Eravamo tutti e 8 nella nostra stanza, parlando del più e del meno, quando qualcuno bussò alla nostra porta. Mi salì in gola il cuore.
Di scatto contai tutte le teste presenti: 1 2 3.. 7 e 8! Cazzo siamo tutti qui: ma chi sarà? AVANTI nascondetevi tutti, fuorchè Paolo.
Non riesco a descrivere la velocità con la quale ogni singola persona cercò riparo, chi sotto il letto, chi nell'armadio, chi dietro le tende, chi nella doccia... Ora rido come una matta a tal ricordo, ma stavamo davvero rischiando di essere buttati fuori.
Finalmente dissi: Yes?
Dai raga so' io... Pensavo non ci fosse nessuno. Me ne stavo per anda'.
Si trattava di una amica di Roma, che aveva preso la stanza in giornata, era riuscita ad averla grazie ad un'amica che l'aveva prenotata grazie alla sua società... non c'era motivo per gli albergatori di dubitare di tale prenotazione... Ho aperto la porta e l'ho mandata a quel paese... piano piano ad uno ad uno cominciarono a sbucare tutti fuori dal proprio nascondiglio... La nostra ospite scoppiò a ridere di gusto e passato il terrore, anche noi scoppiamo in un riso liberatorio, 9 persone stippate in una piccola camera singola.
Raga' ma che cavolo di casino c'è qua dentro? Ma state fuori, che raccontate quando vengono a pulire?
Pulire? - dissi io - ma pensi che facciamo entrate qualcuno qui dentro?
Per quel giorno non succederà molto altro, ma le sorprese non erano ancora terminate.
5 settembre 1996
Mentre io e Paolo stiamo seduti al bancone del bar, si siede accanto a me Mr. Bob Jones in persona!
Paolo scatta come una molla, prende la nostra fanzine e la mette davanti a Bob.
Questo guarda la copertina, poi guarda lui e me. Ciao! che cos'è?
La facciamo noi, lei è la direttrice.
Piacere, come ti chiami?
Monia, come va?
Bene, grazie... fatemi vedere un po? Che lingua è?
Italiano.
Italiano, non sapevo ci fosse una fanzine a colori... mandami le copie, vi piacerebbe diventare approvati?
Si, signore!
Ecco questo è il mio biglietto da visita, mandate tutto alla mia attenzione... Bravi ragazzi.
Poi parliamo un po' del più e del meno e ci congediamo.
Saliamo al piano per raccontare l'accaduto, io e Monica decidiamo di brindare al bar con una bella birra fresca!
Ci beviamo la nostra birra, poi decidiamo di uscire, per fare un giro nei dintorni, cerche che Mike per quel giorno non avrebbe fatto gran che. Erano quaso le 18.30, chiamai in camera per avvertire gli altri, uscimmo dalla porta, la folla impazzì letteralmente.
Tutti ci chiamavano e ci chiedevano di andare da loro. Io e Monica ci siamo avvicinate alla folla, che cominciò a chiederci informazioni su Michael, ma ne sapevamo davvero quanto loro...
Convinti tutti che non sappiamo niente di niente, ci accorgiamo che tutti fissano qualcuno alla porta, ci giriamo e dirigendoci dalla sua parte, per raggiungere l'uscita delle barriere, salutiamo Wayne e lui ricambia il nostro saluto, aggiungendo: come va?
Rispondendo educatamente, ci avviciniamo all'uscio delle transenne, quando tutti i fan all'unisono si stavano muovendo con noi... chiudendo l'uscita. Tutti allungavano le braccia verso di noi... ci spaventammo davvero tanto, 2 guardie della sicurezza ci hanno placcato di forza, per evitare che venissimo travolti, portandoci in salvo al di là della porta dell'hotel.
Wayne allora ci ha guardate: ma che avete fatto?
Non saprei... erano tranquilli prima!
Evidentemente il fatto che Wayne ci desse tanta confidenza stava facendo davvero credere che noi fossimo della Crew. Persino gli addetti al lavoro dell'hotel cominciarono a chiederci informazioni su Mike e autografi.
Se solo avessero saputo cosa stavamo facendo, ci avrebbero sbattuti fuori in 4 e quattrotto.
Niente di nuovo per quel giorno...
6 settembre 1996
Abbiamo srotolato un telo che avevamo confezionato tutti assieme, impiegando 2 giorni di duro lavoro, tra le transenne e l'entrata. Le televisioni ormai cominciavano ad essere molte, qualcuno di noi è stato intervistato, altri solo ripresi...
Con infinita sorpresa Wayne prese me e Paolo da parte e ci disse: se volete vi porto ancora su... che domande!! certo che vogliamo, gli dissi che sarebbe stato fantastico, ma questa volta dovevo chiamare degli amici...
lui disse NO!
SI - dissi io e così facendo chiamai Stefano, Monica ed Erica, che avevano mancato il primo incontro. Wayne era arrabbiato con me, ma continuava a tenermi per la manica, non mollava la presa e mi scaraventò dentro l'alscensore con una forza inaudita. Stefano era rimasto fuori, non ci stava, non riusciva ad entrare... troppo affollato.
In quel momento dovevo decidere come leader quale ero... Wayne premette il tasto 8, in qualche maniera bloccai la chiusura dell'ascensore e mi liberai dalla stretta morsa di Wayne introno al mio avanbraccio.
Sgattaiolai fuori e spinsi Stefano dentro l'ascensore, guardai Wayne e gli dissi: tocca a lui, ora.. grazie Wayne! Anche Fabiana mi seguì... uscendo dall'ascensore pure lei.
Wayne guardò gli altri ragazzi, che sembravano intenzionati a non muovere un solo muscolo e scosse la testa in segno di dissenso.
Rimasi a guardare le porte chiudersi e dissi, provando più che mai un senso di frustrazione: Faby perchè sei uscita, non era necesario.
Lei rispose e tu perchè lo hai fatto? non era necessario.
Bè, DOVEVO, lui non lo aveva ancora incontrato!
E perchè gli altri che lo hanno già incontrato non hanno mosso un dito?!
Perchè c'è gente e gente... forse noi siamo le più coglione!
Sapevo di aver fatto la cosa giusta, ma non so se qualcuno di loro lo avrebbe fatto per me.
Quello che successe, riguarada loro e lo hanno scritto sulla fanzine.
Come il giorno prima aiutammo Wayne a raccogliere qualche altro regalo per Mike, passammo un po' di tempo con amici costretti al di là delle transenne, poi prima delle 13.30 raccogliemmo tutti i nostri effetti personali dalla camera e ci appostammo al nostro consueto tavolino.
Il nostro tempo stava scadendo in quell'albergo. Pagai 200$ di telefonate verso l'Italia e di Pay TV. Scoprimmo il colpevole che angelicamente chiese: ma perchè si paga?
Il coro fu all'unisono: MA VAAAA??
Fummo gentilemente accompagnati alla porta dal portinaio... verso le 17.30
Ormai era ora di prepararsi a dormire all'Etna Park, ma questa è un'altra storia... e vi ringrazio di aver letto!
http://www.mjwebtv.com/sito_monia/htm/IoeMike.htm
Michael Jackson Who Is It :: Michael Life: tra palco e realtà / Michael's life:between stage and reality :: Incontri con Michael/Meet whit Michael
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