Il racconto di Brett Ratner e dell'intervista con Michael
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Il racconto di Brett Ratner e dell'intervista con Michael
szwaby82 Inviato: 01 Ott 2010 01:47 pm
Di Patrick Goldstein del Los Angeles Time
Mio padre ama vantarsi con i suoi amici che, mentre suo figlio è un pezzo grosso del giornalismo di Hollywood, è stato suo padre che ha incontrato davvero Michael Jackson. Fino a quando non è andato in pensione pochi anni fa, mio padre aveva un negozio che si chiamava 24 Collection sulla Lincoln Road Mall a Miami Beach ed era specializzato in moda, gioielli, arte e stranezze di un certo genere (ho ancora un orologio collocato in una scatola di sigari cubani con un ritratto di Fidel Castro sul quadrante dell'orologio). Un giorno Brett Ratner, che è cresciuto a Miami e la cui madre era una cliente abituale del negozio, ha chiamato mio padre e ha chiesto se poteva portare il suo amico Michael Jackson per dare un’occhiata in giro. Come spesso faceva a titolo di cortesia per le celebrità che potevano essere infastidite o inseguite, mio padre quel pomeriggio ha chiuso il negozio e ha messo il personale a disposizione di Jackson.
"Michael ha percorso ogni centimetro del negozio, toccando e annusando le cose" ricorda mio padre. "Poneva domande su cosa fosse questa o quella cosa, da dove venisse, come l’avevamo trovata. Ho fatto in modo che il personale non si intromettesse, anche se una persona gli ha chiesto un autografo, il che lo ha fatto diventare un ex dipendente subito. Ma Michael era lontano nel suo mondo, curioso su tutto ciò che vedeva".
Penso che mio padre avesse anche delle speranze su di lui, quando ha visto che Jackson era anche accompagnato da un aiutante che aveva una borsa con la zip piena di contanti. Ma il Re del Pop non ha comprato nulla. Dopo aver trascorso un'ora nel negozio, ha solo ringraziato tutti per averlo lasciato guardare dappertutto.
Ho chiamato Ratner questa mattina per chiedergli come è diventato amico di Jackson così velocemente. E’ venuto fuori che si sono incontrati nel 1998, quando Ratner stava finendo il suo primo film della serie "Rush Hour". Un giorno Chris Tucker stava facendo una scena e si è lanciato in una selvaggia danza nello stile di Michael Jackson. La sequenza era così divertente che quando Ratner ha proiettato le prove del film, la scena ha suscitato le risate più grandi. Ma visto che era un’evidente imitazione di Jackson, Ratner sapeva di dover chiarire la cosa con la pop star prima di poterla usare nel film.
Questo si presentava come un problema, dato che Jackson era così solitario che perfino Ratner, una delle celebrità del nostro tempo più dotato di parlantina, non riusciva ad arrivare a lui. Ha anche chiamato il Neverland ranch di Jackson, ma non ci è mai riuscito. Poi ha avuto fortuna. "Il mio editore stava parlando con il proiezionista (persona responsabile della proiezione in una sala cinematografica, ndt) che ha eseguito il controllo finale e si è scoperto che era il proiezionista personale di Michael" mi ha detto oggi Ratner. "Così gli ho dato il film e gli ho chiesto di proiettare a Michael l'inizio della seconda bobina dove c’era il ballo di Chris”.
Due giorni dopo Ratner ha risposto al telefono e ha sentito la voce dolce e leggera di Michael Jackson. Che cosa ha detto Michael? Continuate a leggere.
"Michael ha detto di aver visto tutto il film e che gli piaceva molto, in particolare la scena dove Chris ballava come lui. Ha detto 'Hai il mio permesso di usare quello che vuoi'". Era grande, ma Ratner aveva bisogno di qualcosa per iscritto. Quando ha chiesto a Jackson di firmare qualcosa su un pezzo di carta, Jackson lo ha invitato al ranch. "Così ho guidato fino lì e sono entrato, con tutte le sue giraffe e gli altri animali tutti là fuori a salutarmi" ricorda Ratner. "Ho finito per rimanere al ranch e siamo diventati grandi amici. Entrambi avevamo questa grande, quasi infantile passione per i film e la musica e ogni tipo di svago".
Nel corso degli anni Ratner e Jackson hanno passato un'enorme quantità di tempo insieme. Si filmavano fra di loro, con Jackson che chiedeva a Ratner come fosse diventato un regista cinematografico e Ratner che chiedeva a Jackson come fosse diventato un intrattenitore. "Possiedo ore di filmati di noi, seduti in pigiama, con me che gli chiedo che tipo di musica amava da bambino, che tipo di libri aveva da bambino. Quando eri con lui sentivi veramente che Dio era dentro di lui. Era una persona incredibile, sovrumana, ma ti trattava sempre come un suo pari. Era tuo amico e non ti chiedeva mai nulla in cambio".
Una delle loro attività preferite era quella di fare delle gare nella sala giochi a casa di Jackson. Jackson metteva su un disco, di solito un brano di sua sorella Janet, e si scatenava in alcuni grandiosi passi di danza. Poi Ratner o Chris Tucker, che a volte veniva, mettevano i dischi di Michael e ballavano su di essi. Ho chiesto a Ratner se non si sentiva un po' come un povero mortale in uno contro uno con LeBron James (campione di basket statunitense dei Miami Heat, ndt). "Ehi, io non ero impacciato. Sono un ballerino piuttosto bravo. Era solo divertente farlo insieme".
Quando non ballavano Ratner e Jackson guardavano i film insieme. Dice che deve aver visto la versione originale di "Willie Wonka e la fabbrica di cioccolato" 50 volte nel corso degli anni. "So che la gente guardava Michael e pensava che fosse strano, ma per me era affascinante " dice Ratner. "Era la persona più ispiratrice nella mia vita. Il suo unico sogno era quello di curare tutti i bambini malati del mondo. E quando io dicevo: 'Ma non è impossibile?' Michael iniziava a piangere. Si commuoveva molto per le cose che lo emozionavano. Penso di poter dire che era un puro innocente in un mondo che non era più così innocente".
latimesblogs.latimes.com/the_big_picture/2009/06/brett-ratner-on-michael-jackson-he-was-superhu..
Di Patrick Goldstein del Los Angeles Time
Mio padre ama vantarsi con i suoi amici che, mentre suo figlio è un pezzo grosso del giornalismo di Hollywood, è stato suo padre che ha incontrato davvero Michael Jackson. Fino a quando non è andato in pensione pochi anni fa, mio padre aveva un negozio che si chiamava 24 Collection sulla Lincoln Road Mall a Miami Beach ed era specializzato in moda, gioielli, arte e stranezze di un certo genere (ho ancora un orologio collocato in una scatola di sigari cubani con un ritratto di Fidel Castro sul quadrante dell'orologio). Un giorno Brett Ratner, che è cresciuto a Miami e la cui madre era una cliente abituale del negozio, ha chiamato mio padre e ha chiesto se poteva portare il suo amico Michael Jackson per dare un’occhiata in giro. Come spesso faceva a titolo di cortesia per le celebrità che potevano essere infastidite o inseguite, mio padre quel pomeriggio ha chiuso il negozio e ha messo il personale a disposizione di Jackson.
"Michael ha percorso ogni centimetro del negozio, toccando e annusando le cose" ricorda mio padre. "Poneva domande su cosa fosse questa o quella cosa, da dove venisse, come l’avevamo trovata. Ho fatto in modo che il personale non si intromettesse, anche se una persona gli ha chiesto un autografo, il che lo ha fatto diventare un ex dipendente subito. Ma Michael era lontano nel suo mondo, curioso su tutto ciò che vedeva".
Penso che mio padre avesse anche delle speranze su di lui, quando ha visto che Jackson era anche accompagnato da un aiutante che aveva una borsa con la zip piena di contanti. Ma il Re del Pop non ha comprato nulla. Dopo aver trascorso un'ora nel negozio, ha solo ringraziato tutti per averlo lasciato guardare dappertutto.
Ho chiamato Ratner questa mattina per chiedergli come è diventato amico di Jackson così velocemente. E’ venuto fuori che si sono incontrati nel 1998, quando Ratner stava finendo il suo primo film della serie "Rush Hour". Un giorno Chris Tucker stava facendo una scena e si è lanciato in una selvaggia danza nello stile di Michael Jackson. La sequenza era così divertente che quando Ratner ha proiettato le prove del film, la scena ha suscitato le risate più grandi. Ma visto che era un’evidente imitazione di Jackson, Ratner sapeva di dover chiarire la cosa con la pop star prima di poterla usare nel film.
Questo si presentava come un problema, dato che Jackson era così solitario che perfino Ratner, una delle celebrità del nostro tempo più dotato di parlantina, non riusciva ad arrivare a lui. Ha anche chiamato il Neverland ranch di Jackson, ma non ci è mai riuscito. Poi ha avuto fortuna. "Il mio editore stava parlando con il proiezionista (persona responsabile della proiezione in una sala cinematografica, ndt) che ha eseguito il controllo finale e si è scoperto che era il proiezionista personale di Michael" mi ha detto oggi Ratner. "Così gli ho dato il film e gli ho chiesto di proiettare a Michael l'inizio della seconda bobina dove c’era il ballo di Chris”.
Due giorni dopo Ratner ha risposto al telefono e ha sentito la voce dolce e leggera di Michael Jackson. Che cosa ha detto Michael? Continuate a leggere.
"Michael ha detto di aver visto tutto il film e che gli piaceva molto, in particolare la scena dove Chris ballava come lui. Ha detto 'Hai il mio permesso di usare quello che vuoi'". Era grande, ma Ratner aveva bisogno di qualcosa per iscritto. Quando ha chiesto a Jackson di firmare qualcosa su un pezzo di carta, Jackson lo ha invitato al ranch. "Così ho guidato fino lì e sono entrato, con tutte le sue giraffe e gli altri animali tutti là fuori a salutarmi" ricorda Ratner. "Ho finito per rimanere al ranch e siamo diventati grandi amici. Entrambi avevamo questa grande, quasi infantile passione per i film e la musica e ogni tipo di svago".
Nel corso degli anni Ratner e Jackson hanno passato un'enorme quantità di tempo insieme. Si filmavano fra di loro, con Jackson che chiedeva a Ratner come fosse diventato un regista cinematografico e Ratner che chiedeva a Jackson come fosse diventato un intrattenitore. "Possiedo ore di filmati di noi, seduti in pigiama, con me che gli chiedo che tipo di musica amava da bambino, che tipo di libri aveva da bambino. Quando eri con lui sentivi veramente che Dio era dentro di lui. Era una persona incredibile, sovrumana, ma ti trattava sempre come un suo pari. Era tuo amico e non ti chiedeva mai nulla in cambio".
Una delle loro attività preferite era quella di fare delle gare nella sala giochi a casa di Jackson. Jackson metteva su un disco, di solito un brano di sua sorella Janet, e si scatenava in alcuni grandiosi passi di danza. Poi Ratner o Chris Tucker, che a volte veniva, mettevano i dischi di Michael e ballavano su di essi. Ho chiesto a Ratner se non si sentiva un po' come un povero mortale in uno contro uno con LeBron James (campione di basket statunitense dei Miami Heat, ndt). "Ehi, io non ero impacciato. Sono un ballerino piuttosto bravo. Era solo divertente farlo insieme".
Quando non ballavano Ratner e Jackson guardavano i film insieme. Dice che deve aver visto la versione originale di "Willie Wonka e la fabbrica di cioccolato" 50 volte nel corso degli anni. "So che la gente guardava Michael e pensava che fosse strano, ma per me era affascinante " dice Ratner. "Era la persona più ispiratrice nella mia vita. Il suo unico sogno era quello di curare tutti i bambini malati del mondo. E quando io dicevo: 'Ma non è impossibile?' Michael iniziava a piangere. Si commuoveva molto per le cose che lo emozionavano. Penso di poter dire che era un puro innocente in un mondo che non era più così innocente".
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