Michael Jackson Who Is It
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Once when I was little.

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Messaggio Da szwaby82 Lun Ott 10, 2011 5:11 pm

szwaby82 Inviato: 27 Ott 2010 11:53 pm

Once when I was little.(Lily Luna)


“Sguazza sguazza sguazza !”

Una gioiosa risata di bimbo s’insinuò nella tiepida e tersa aria settembrina.

Un bambinetto biondo scorrazzava allegramente per l’immenso giardino. Il sorriso infantile si estendeva da gota a gota ogni volta che una pozzanghera si presentava lungo il suo cammino.

“Sguazza sguazza!” ripetè il bambino saltellando a piedi uniti proprio al centro della pozza: schizzi di acqua sciacquettarono a destra e a sinistra sferzando con audacia le gambette paffute del bimbo, ma lui non ci badava. Più l’acqua inferviava, più il bimbo rideva aumentando il numero degli SCIAFF-SCIAFF dovuti al contatto con l’acqua degli stivaletti di gomma.

Ben protetto dalla mantellina che avvolgeva il piccolo corpicino, il bimbo strillava raggiante sentendosi un superman in miniatura, alle prese con un terribile uragano.



“Prince?” una voce lontana raggiunse cautamente le orecchie del bimbo, mescolata al frusciare del vento.
“Prince dove sei?”
“Sono qui papà!” il bambino incominciò a saltellare vistosamente agitando le piccole braccia avanti e indietro, come se volesse spiccare il volo.
“Prince!” l’uomo raggiunse il punto esatto dove il piccolo Principe stava dando sfogo ai suoi sogni e le sue fantasie.
“Prince sei tutto bagnato!” fu il commento preoccupato di Michael. Prontamente avvolse la testolina bionda del figlio in un asciugamano che si era portato dietro sospettando l’atto di monelleria del bimbo.
“Però sei proprio buffo!” commentò poco dopo osservando le guanciotte piene di Prince sovrastate da un dolcissimo sorriso spensierato e gli stivaletti troppo grandi sciabordanti nelle acque scure della pozzanghera.

“Sguazza sguazza papà!” tornò a ripetere Prince stringendo forte la mano di Michael e spiccando un salto al centro della pozza.
“Prince!” lo ammonì il padre non riuscendo ad evitare un leggero sorriso di orgoglio.
"Sguazza papà!” urlò ancora il piccolo scoppiando a ridere divertito. Le piccole manine si aggrapparono al cappotto del padre e con delicata pressione lo trascinarono verso la pozzanghera.
“è va bene!” si arrese infine Michael appoggiando un mocassino tirato a lucido sulla superficie dell’acqua.
“Papà sta per darti una bella spruzzata!” l’uomo pestò con calcolata forza ed uno sbuffo di fango si sollevò schizzando le gambette di Prince avvolte negli stivaletti.
"Di più di più!” lo intimò il bambino pigiando il piede del papà nel fango.
“Di più!” esclamò riprendendo a saltellare senza tregua ridendo divertito.

Michael rimase immobile a contemplarlo: era affascinato da quella piccola creatura così pura e innocente,straripante di gioia e spensieratezza. Ma ciò che più lo colpiva era l’idea che quel piccolo angelo fosse suo. Solo ed esclusivamente suo.

Con un sorriso che si estendeva da orecchio e orecchio, Michael Jackson si dimenticò di vestiti nuovi e mocassini lucidi quando con entrambi i piedi si lanciò in una pozzanghera. Fiumi di fango fioccarono sulle gambe di padre e figlio , ma gocce di risata scorrevano dolcemente sui loro visi arrossati dalla gioia.
“Sguazza sguazza!” strillò Prince fra le risa mentre Michael lo prendeva in braccio e se lo stringeva al petto,senza smettere di saltare.
“Sguazza sguazza!” le braccia sollevate in aria esultanti ed i piedini che si agitavano a ritmo dei salti, Prince appoggiò la fronte a quella del papà e gli donò il più raggiante dei suoi sorrisi.

“Sguazziamo tutto il giorno papà?” domandò allacciando le sue braccine sottili al collo di Michael mentre la pioggia scioglieva ogni più piccolo ricordo che non fosse delicato e magico.
“Per sempre piccolo mio!” rispose il padre appoggiando con tenerezza le sue labbra sul cappuccio color notte del bimbo.
“Per sempre”.

it's time
For me to grow up
That I got to be
Like the rest of them
When I know
There acting up

Prince si svegliò di soprassalto. Il sudore freddo gli imperlava la fronte pallida ed un leggero tremito percorreva ostile il suo corpo.

Il ragazzo si mise a sedere respirando a fatica; la radiosveglia sul comodino lampeggiò nella sua direzione indicandogli che le immagini appena vissute si trattavano di un sogno. Piccolo inutile soffice sogno.

Eppure un sogno non era…. Riflettè sorvolando con lo sguardo le pareti inespressive di camera sua,fino a raggiungere una cornice situata sulla sua scrivania.
Ritraeva un bambinetto biondo di tre,forse quattro anni avvolto in un grosso impermeabile blu notte. Teneva le braccia allacciate al collo del padre che lo stringeva a sé con tenerezza e sorrideva radioso. Suo padre… E quel bambino era lui, Prince Michael.

Due lacrime minacciarono di sgorgare dagli occhi severi di Prince,ma lui le cacciò via con rabbia.
“Ma io non sono più così…” mormorò fra sé asciugandosi il sudore dalla fronte: gli arti erano ancora percorsi da un leggero tremito.
“Perdonami papà.”

D’un tratto fu come colto da un improvviso dubbio. Tentando di fare il più silenzio possibile, il diciassettenne si sollevò dal letto e si diresse con passo felpato verso la camera adiacente alla sua.
La mano destra esitò tremante a pochi centimetri dal legno della porta, dopodiché il ragazzo afferrò la manopola e la girò.
La cameretta semi-buia giaceva silenziosa sotto il suo sguardo vigile e rassegnato.
Prince attraversò a tentoni la stanza e prese posto sul letto, dove un addormentato Blanket respirava piano, gli occhi chiusi, immerso in un profondo e delicato sogno.


So here comes the next one,
The next in line
Stay as young you can,
For the longest time
Cause those days flew by
Like a breeze
Just passing through
Once, when I was little



Prince contemplò con aria dura l’espressione rilassata del fratellino, addolcendosi man mano che le lancette dell’orologio scandivano i propri passi.
Una mano del ragazzo sfiorò con delicatezza i folti capelli corvini del fratellino. Il gesto si ripetè più volte,talvolta con una nota di nostalgia,talvolta con un piccolo motto di tenerezza.
“Non perdere mai la tua purezza Blanket” mormorò Prince accarezzando la guancia del giovane Jackson.
“Non abbandonare mai i tuoi sogni.”.

Con un ultima carezza,il giovane si sollevò. Sistemò con premura le coperte attorno al corpicino eccessivamente minuto di Blanket e si avviò verso la sua camera con passo felpato come quello di un gatto. Un'unica piccola lacrima solcò il volto pallido e rassegnato di Prince Michael disegnando una scia lungo la gota destra: la goccia sfiorò il mento del ragazzo e colò a picco lungo il precipizio del collo,come una strada interrotta:come il cammino di un sogno infranto.
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