Il 3 luglio del 1979 Michael Jackson passa al Pop
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Il 3 luglio del 1979 Michael Jackson passa al Pop
Marty Inviato: Lun Lug 04, 2011 10:26 am
Off the wall, il 3 luglio del 1979 Michael Jackson passa al pop
Il 3 Luglio del 1979 il presidente Carter firmò la liberatoria alla Central Intelligence Agency per finanziare il movimento partigiano dei mujaheddin: armi e dollari per i ribelli di Kabul impegnati in guerra contro gli invasori sovietici. L’operazione ciclone, così fu definito in ambiente USA l’intervento anticomunista di Carter in Afghanistan, era appena iniziata. L’impresa costò alle tasche degli americani qualcosa come 50 miliardi di dollari in 9 anni. Una sorta di piano Marshall a forte esposizione bellica che non ha avuto eguali nella storia economica americana. The great big cookie, nome in codice “operazione ciclone”, servì a foraggiare l’integralismo islamico e ad addestrare alla guerra migliaia di miliziani afgani, forse gli stessi che, poco più di vent’anni dopo, attaccando l’America al cuore, restituirono la “scatola dei biscotti in fiamme” agli eredi del Presidente Carter. Perché vi sto raccontando tutto questo? Non lo so. O forse sì: ieri ricorreva il 3 luglio e nessuno ha ricordato questo pezzo di storia che ha riscritto le sorti dell’occidente. E poi, in qualche modo dovevo pur iniziare a scrivere questo pezzo, no? Mettiamoci un bel punto su Jimmy Carter e l’operazione ciclone e andiamo a capo.
Il 3 luglio del 1979 Michael Jackson, dopo aver recitato per quasi un decennio il ruolo del bambino prodigio per dei prodotti musicali confezionati da altri, consegna alla casa discografica Epic il suo capolavoro da solista. Il «negro white» della disco music, dopo il timido e fallimentare tentativo del 1976, taglia definitivamente il cordone musicale che lo legava al padre, alla Motown e alla black music: Michael affida le redini del suo futuro a un fantino d’eccezione, mister Quincy Jones. I ritmi scoppiettanti di I want you back e le melodie forzatamente soul di alcune cover, buone solo per il commercio, dei cinque fratellini Jackson, sono solo un ricordo lontano. Rithm and blues, soul and disco music in chiave rigorosamente pop, per il 33 giri che consegnerà Jacko alla storia. Dieci brani in tutto; dieci inediti, dieci hits e un solo loop di basso, per tre canzoni, che fece presto il giro del mondo. Quincy Jones spinge il giovane Jackson ad appendere al chiodo "fiati e hammond del funky primitivo dei Jackson 5" e lancia Michael sul tappeto del falsetto acrobatico: era necessario rispondere commercialmente e a tono al dirompente successo dei Bee Gees che in due anni, 1977-1979, giorni feriali inclusi, avevano letteralmente fatto venire la «febbre» alle classifiche di vendita di tutto il mondo. L’inconfondibile e melodica voce di Michael Jackson fece tutto il resto. L’album fu presentato al pubblico il 10 Agosto. Venti milioni di copie vendute in un batter d’occhio, tre American Music Awards per miglior album r&B, miglior album blues, miglior album pop. E ancora premi per singolo più venduto (*tutte e dieci le canzoni dell’album sono state in vetta per mesi alle charts americane), miglior voce solista, miglior artista. La giuria non sapeva proprio dove collocare il capolavoro musicale di Michael Jackson. Il titolo? Off the wall. Fuori dal muro, oltre ogni limite: life ain't so bad at all, if you live it off the wall. In fin dei conti, la vita non è poi così cattiva se riesci a cogliere l'attimo della fantasia. Peter Pan era appena rinato.
Correva l’anno 1979, era il 4 di Luglio e gli americani festeggiavano, così come oggi, la loro storica indipendenza; in Italia, al cinema, davano Apocalypse Now di Francis Ford Coppola. Le radio suonavano il tormentone dell’estate, che faceva pressappoco così: dammi il tuo amore non chiedermi niente, dimmi che hai bisogno di me. Cantava Alan Sorrenti, napoletano. Il titolo? Tu sei l’unica donna per me. E fu un successo anche quello, credetemi.
( http://www.ragusanews.com/articolo/22187/off-the-wall-il-3-luglio-del-1979-michael-jackson-passa-al-pop )
Off the wall, il 3 luglio del 1979 Michael Jackson passa al pop
Il 3 Luglio del 1979 il presidente Carter firmò la liberatoria alla Central Intelligence Agency per finanziare il movimento partigiano dei mujaheddin: armi e dollari per i ribelli di Kabul impegnati in guerra contro gli invasori sovietici. L’operazione ciclone, così fu definito in ambiente USA l’intervento anticomunista di Carter in Afghanistan, era appena iniziata. L’impresa costò alle tasche degli americani qualcosa come 50 miliardi di dollari in 9 anni. Una sorta di piano Marshall a forte esposizione bellica che non ha avuto eguali nella storia economica americana. The great big cookie, nome in codice “operazione ciclone”, servì a foraggiare l’integralismo islamico e ad addestrare alla guerra migliaia di miliziani afgani, forse gli stessi che, poco più di vent’anni dopo, attaccando l’America al cuore, restituirono la “scatola dei biscotti in fiamme” agli eredi del Presidente Carter. Perché vi sto raccontando tutto questo? Non lo so. O forse sì: ieri ricorreva il 3 luglio e nessuno ha ricordato questo pezzo di storia che ha riscritto le sorti dell’occidente. E poi, in qualche modo dovevo pur iniziare a scrivere questo pezzo, no? Mettiamoci un bel punto su Jimmy Carter e l’operazione ciclone e andiamo a capo.
Il 3 luglio del 1979 Michael Jackson, dopo aver recitato per quasi un decennio il ruolo del bambino prodigio per dei prodotti musicali confezionati da altri, consegna alla casa discografica Epic il suo capolavoro da solista. Il «negro white» della disco music, dopo il timido e fallimentare tentativo del 1976, taglia definitivamente il cordone musicale che lo legava al padre, alla Motown e alla black music: Michael affida le redini del suo futuro a un fantino d’eccezione, mister Quincy Jones. I ritmi scoppiettanti di I want you back e le melodie forzatamente soul di alcune cover, buone solo per il commercio, dei cinque fratellini Jackson, sono solo un ricordo lontano. Rithm and blues, soul and disco music in chiave rigorosamente pop, per il 33 giri che consegnerà Jacko alla storia. Dieci brani in tutto; dieci inediti, dieci hits e un solo loop di basso, per tre canzoni, che fece presto il giro del mondo. Quincy Jones spinge il giovane Jackson ad appendere al chiodo "fiati e hammond del funky primitivo dei Jackson 5" e lancia Michael sul tappeto del falsetto acrobatico: era necessario rispondere commercialmente e a tono al dirompente successo dei Bee Gees che in due anni, 1977-1979, giorni feriali inclusi, avevano letteralmente fatto venire la «febbre» alle classifiche di vendita di tutto il mondo. L’inconfondibile e melodica voce di Michael Jackson fece tutto il resto. L’album fu presentato al pubblico il 10 Agosto. Venti milioni di copie vendute in un batter d’occhio, tre American Music Awards per miglior album r&B, miglior album blues, miglior album pop. E ancora premi per singolo più venduto (*tutte e dieci le canzoni dell’album sono state in vetta per mesi alle charts americane), miglior voce solista, miglior artista. La giuria non sapeva proprio dove collocare il capolavoro musicale di Michael Jackson. Il titolo? Off the wall. Fuori dal muro, oltre ogni limite: life ain't so bad at all, if you live it off the wall. In fin dei conti, la vita non è poi così cattiva se riesci a cogliere l'attimo della fantasia. Peter Pan era appena rinato.
Correva l’anno 1979, era il 4 di Luglio e gli americani festeggiavano, così come oggi, la loro storica indipendenza; in Italia, al cinema, davano Apocalypse Now di Francis Ford Coppola. Le radio suonavano il tormentone dell’estate, che faceva pressappoco così: dammi il tuo amore non chiedermi niente, dimmi che hai bisogno di me. Cantava Alan Sorrenti, napoletano. Il titolo? Tu sei l’unica donna per me. E fu un successo anche quello, credetemi.
( http://www.ragusanews.com/articolo/22187/off-the-wall-il-3-luglio-del-1979-michael-jackson-passa-al-pop )
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