Chiuso dall’FBI Megaupload (e Megavideo)
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Chiuso dall’FBI Megaupload (e Megavideo)
Chiuso dall’FBI Megaupload (e Megavideo) per violazione del copyright
Internet è il paradiso della libertà ma da oggi però potrebbe aprirsi una nuova era.
Il famosissimo sito di condivisione file Megaupload.com è stato oscurato dall’Fbi. I procuratori federali della Virginia, con l’accusa di violazione delle norme antipirateria, hanno così messo i sigilli ad uno dei più usati siti di file sharing.
Con Megaupload è stato oscurato anche il “fratello” Megavideo, usato da milioni di utenti ogni giorno.
Come riportato da The Associated Press, l’accusa è di costare più di 500 milioni di dollari per i mancati introiti causati dalla mancata vendita di film ed altri contenuti. Come riferito dal Washington Post inoltre il network Megaupload è il 13° sito più visitato al mondo, si può quindi immaginare come in poche ore sia divampata la protesta nel web. Su Twitter centinaia di migliaia di utenti stanno dicendo la loro e, con l’hastag #megaupload, anche l’Italia sta partecipando alle proteste. Il sito è di proprietà della Megaupload-Limited, società registrata ad Hong Kong, ed il fondatore Kim Schmitz, assieme ad altri tre dirigenti è stato arrestato.
La decisione è storica, le proteste sono già iniziate e rischiano di divampare in tutto il mondo, il dato certo è che il web da quest’oggi è un po’ meno libero.
http://www.italnews.info/2012/01/19/chiuso-dallfbi-megaupload-e-megavideo-per-violazione-del-copyright/
Internet è il paradiso della libertà ma da oggi però potrebbe aprirsi una nuova era.
Il famosissimo sito di condivisione file Megaupload.com è stato oscurato dall’Fbi. I procuratori federali della Virginia, con l’accusa di violazione delle norme antipirateria, hanno così messo i sigilli ad uno dei più usati siti di file sharing.
Con Megaupload è stato oscurato anche il “fratello” Megavideo, usato da milioni di utenti ogni giorno.
Come riportato da The Associated Press, l’accusa è di costare più di 500 milioni di dollari per i mancati introiti causati dalla mancata vendita di film ed altri contenuti. Come riferito dal Washington Post inoltre il network Megaupload è il 13° sito più visitato al mondo, si può quindi immaginare come in poche ore sia divampata la protesta nel web. Su Twitter centinaia di migliaia di utenti stanno dicendo la loro e, con l’hastag #megaupload, anche l’Italia sta partecipando alle proteste. Il sito è di proprietà della Megaupload-Limited, società registrata ad Hong Kong, ed il fondatore Kim Schmitz, assieme ad altri tre dirigenti è stato arrestato.
La decisione è storica, le proteste sono già iniziate e rischiano di divampare in tutto il mondo, il dato certo è che il web da quest’oggi è un po’ meno libero.
http://www.italnews.info/2012/01/19/chiuso-dallfbi-megaupload-e-megavideo-per-violazione-del-copyright/
marina56- Moderator
- Messaggi : 3678
Data d'iscrizione : 10.10.11
Località : Torino
Re: Chiuso dall’FBI Megaupload (e Megavideo)
e no cavoloooooooooooooo!!!! Ma facessero qualcosa di serio
szwaby82- Messaggi : 4159
Data d'iscrizione : 10.10.11
Re: Chiuso dall’FBI Megaupload (e Megavideo)
Megavideo chiuso dall’FBI, ma Anonymous parte al contrattacco
La giustizia americana ha chiuso Megavideo, uno dei siti più famosi al mondo, ma la reazione del web non si fa attendere. L’FBI, in collaborazione con il Dipartimento di Giustizia americano, ha chiuso Megavideo.com e Megaupload.com, arrestando il fondatore, Kim Schmitz, più noto come Kim DotCom e altri tre manager della società. L’accusa è di aver inflitto un danno di 500 milioni di dollari per mancati profitti ai detentori dei copyright e ora gli indagati rischiano 50 anni di carcere. L’arresto del fondatore è avvenuto in Nuova Zelanda, una delle due residenze di Kim Schmitz che ha doppia cittadinanza tedesca e finlandese. A sostegno però del sito sono interventi gli hacker legati ad Anonymous che hanno bloccato i siti del dipartimento di Giustizia statunitense e delle grandi major musicali e cinematografiche.
La chiusura di Megavideo è il primo atto di una battaglia che è in corso negli States sul web: qui il Congresso sta dibattendo sul Sopa, la legge contro la pirateria online e nei giorni scorsi era partita la protesta di Wikipedia e altri siti americani.
Questo però non ha fermato l’FBI che ha proceduto alla chiusura del sito e all’arresto del suo fondatore anche grazie alla collaborazione con la Nuova Zelanda.
Megavideo e Megaupload in realtà non sono siti di file sharing, ma archivi dove gli utenti conservano file di dimensioni troppo grandi da mandare via mail e li condividono in via riservati. I guadagni per il sito arrivano dalle connessioni veloci messe a disposizione degli utenti e dalla pubblicità: sulla carta è tutto legale, ma per il Dipartimento di Giustizia c’è dell’altro.
Il sito per l’accusa ha “riprodotto e distribuito illegalmente su larga scala copie illegali di materiale protetto da copyright, tra cui film – anche prima dell’arrivo in sala – musica, programmi televisivi, libri elettronici e software“.
I reati di cui sono accusati gli indagati vanno dall’associazione a delinquere finalizzata all’estorsione, al riciclaggio e alla violazione del diritto d’autore, il che significa 50 anni di prigione per ciascuno.
Megavideo si è difeso qualche giorno prima della chiusura pubblicando una nota in cui apriva al confronto con le major, gelose a loro dire del successo dei siti.
Intanto però l’attacco è partito dal web in particolare da Twitter dove gli hacker hanno annunciato l’operazione #OpMegaUpload, oscurando i siti del dipartimento di Giustizia statunitense, della casa discografica Universal, della Recording Industry Association of America (Riaa) e della Motion Picture Association of America (Mpaa).
http://www.fattidicronaca.it/articolo/megavideo-chiuso-dall-fbi-ma-anonymous-parte-al-contrattacco/8847/
La giustizia americana ha chiuso Megavideo, uno dei siti più famosi al mondo, ma la reazione del web non si fa attendere. L’FBI, in collaborazione con il Dipartimento di Giustizia americano, ha chiuso Megavideo.com e Megaupload.com, arrestando il fondatore, Kim Schmitz, più noto come Kim DotCom e altri tre manager della società. L’accusa è di aver inflitto un danno di 500 milioni di dollari per mancati profitti ai detentori dei copyright e ora gli indagati rischiano 50 anni di carcere. L’arresto del fondatore è avvenuto in Nuova Zelanda, una delle due residenze di Kim Schmitz che ha doppia cittadinanza tedesca e finlandese. A sostegno però del sito sono interventi gli hacker legati ad Anonymous che hanno bloccato i siti del dipartimento di Giustizia statunitense e delle grandi major musicali e cinematografiche.
La chiusura di Megavideo è il primo atto di una battaglia che è in corso negli States sul web: qui il Congresso sta dibattendo sul Sopa, la legge contro la pirateria online e nei giorni scorsi era partita la protesta di Wikipedia e altri siti americani.
Questo però non ha fermato l’FBI che ha proceduto alla chiusura del sito e all’arresto del suo fondatore anche grazie alla collaborazione con la Nuova Zelanda.
Megavideo e Megaupload in realtà non sono siti di file sharing, ma archivi dove gli utenti conservano file di dimensioni troppo grandi da mandare via mail e li condividono in via riservati. I guadagni per il sito arrivano dalle connessioni veloci messe a disposizione degli utenti e dalla pubblicità: sulla carta è tutto legale, ma per il Dipartimento di Giustizia c’è dell’altro.
Il sito per l’accusa ha “riprodotto e distribuito illegalmente su larga scala copie illegali di materiale protetto da copyright, tra cui film – anche prima dell’arrivo in sala – musica, programmi televisivi, libri elettronici e software“.
I reati di cui sono accusati gli indagati vanno dall’associazione a delinquere finalizzata all’estorsione, al riciclaggio e alla violazione del diritto d’autore, il che significa 50 anni di prigione per ciascuno.
Megavideo si è difeso qualche giorno prima della chiusura pubblicando una nota in cui apriva al confronto con le major, gelose a loro dire del successo dei siti.
Intanto però l’attacco è partito dal web in particolare da Twitter dove gli hacker hanno annunciato l’operazione #OpMegaUpload, oscurando i siti del dipartimento di Giustizia statunitense, della casa discografica Universal, della Recording Industry Association of America (Riaa) e della Motion Picture Association of America (Mpaa).
http://www.fattidicronaca.it/articolo/megavideo-chiuso-dall-fbi-ma-anonymous-parte-al-contrattacco/8847/
Re: Chiuso dall’FBI Megaupload (e Megavideo)
Fileserve, FileSonic e Uploaded.to bloccati
La chiusura di Megaupload sta comportando una reazione a catena. Anche altri siti di file hosting come Filesonic, Fileserve e Uploaded.to stanno autonomamente limitando i propri servizi.
Nuovi siti bloccati o autocensurati. Le scosse di assestamento sul terreno del download e dello streaming di film, musica e software stanno proseguendo senza soluzione di continuità. Il terremoto della chiusura di Megaupload ha provocato delle conseguenze che vanno al di là del semplice oscuramento di uno dei più popolari siti di condivisione file. Nella sola giornata di oggi sono arrivate alcune conferme. La prima è di Filesonic. Si tratta di uno spazio web si cui caricare contenuti multimediali che, soprattutto negli ultimi mesi, ha visto moltiplicare gli utenti ovvero il materiale condiviso ovvero il giro d’affari.
Il sito è stato autoridimensionato. Chi prova a scaricare un file disponibile fino a poche ore fa, si trova davanti il seguente messaggio: “Tutte le funzionalità di condivisione sono ora disabilitate. Il nostro servizio può essere ora utilizzato solo per uploadare e per scaricare i file caricati personalmente”. Filesonic (250 milioni di pagine viste al mese) è dunque attivo, ma funziona solo per caricare contenuti personali a proprio uso e consumo. L’immagine dell’arresto di Kim “Dotcom” Schmitz, creatore di Megaupload, accusato di violazione delle norme a tutela del diritto d’autore e riciclaggio di denaro sporco, ha fatto il giro del mondo e ha messo in allarme la blogosfera.
Stanno scomparendo anche i file su Fileserve, il cui bollino di divieto di accesso sta comparendo sempre più spesso. Il sito Uploaded.to, poi, ha detto addio agli Stati Uniti e sta lavorando per spostare la base operativa da cui proporre i servizi a Hong Kong. Panico anche fra gli utenti di Rapidshare, Mediafire, MovShare, Videobb, Videozer, NovaMov e VideoWeed. A non fare un passo indietro è il team di hacker Anonymous: “Stiamo lanciando il più grande attacco di sempre ai siti governativi e dell’industria musicale. L’FBI non credeva mica di passarla liscia? Avrebbero dovuto aspettarsi la nostra risposta”.
L’alternativa è la legalità. Meglio se con un’ampia offerta e a prezzi contenuti. Altrove non mancano le proposte, come Netflix per il noleggio e la visione online di film e documentari. C’è chi dice che possa arrivare entro la fine di quest’anno, ma è solo una ipotesi. Di certo c’è che, sulla base di recenti report, nel Nord America ha superato l’attività di file sharing su BitTorrent.
http://www.webmasterpoint.org/news/megavideo-chiuso-fileserve-filesonic-e-uploadedto-bloccati_p45242.html
La chiusura di Megaupload sta comportando una reazione a catena. Anche altri siti di file hosting come Filesonic, Fileserve e Uploaded.to stanno autonomamente limitando i propri servizi.
Nuovi siti bloccati o autocensurati. Le scosse di assestamento sul terreno del download e dello streaming di film, musica e software stanno proseguendo senza soluzione di continuità. Il terremoto della chiusura di Megaupload ha provocato delle conseguenze che vanno al di là del semplice oscuramento di uno dei più popolari siti di condivisione file. Nella sola giornata di oggi sono arrivate alcune conferme. La prima è di Filesonic. Si tratta di uno spazio web si cui caricare contenuti multimediali che, soprattutto negli ultimi mesi, ha visto moltiplicare gli utenti ovvero il materiale condiviso ovvero il giro d’affari.
Il sito è stato autoridimensionato. Chi prova a scaricare un file disponibile fino a poche ore fa, si trova davanti il seguente messaggio: “Tutte le funzionalità di condivisione sono ora disabilitate. Il nostro servizio può essere ora utilizzato solo per uploadare e per scaricare i file caricati personalmente”. Filesonic (250 milioni di pagine viste al mese) è dunque attivo, ma funziona solo per caricare contenuti personali a proprio uso e consumo. L’immagine dell’arresto di Kim “Dotcom” Schmitz, creatore di Megaupload, accusato di violazione delle norme a tutela del diritto d’autore e riciclaggio di denaro sporco, ha fatto il giro del mondo e ha messo in allarme la blogosfera.
Stanno scomparendo anche i file su Fileserve, il cui bollino di divieto di accesso sta comparendo sempre più spesso. Il sito Uploaded.to, poi, ha detto addio agli Stati Uniti e sta lavorando per spostare la base operativa da cui proporre i servizi a Hong Kong. Panico anche fra gli utenti di Rapidshare, Mediafire, MovShare, Videobb, Videozer, NovaMov e VideoWeed. A non fare un passo indietro è il team di hacker Anonymous: “Stiamo lanciando il più grande attacco di sempre ai siti governativi e dell’industria musicale. L’FBI non credeva mica di passarla liscia? Avrebbero dovuto aspettarsi la nostra risposta”.
L’alternativa è la legalità. Meglio se con un’ampia offerta e a prezzi contenuti. Altrove non mancano le proposte, come Netflix per il noleggio e la visione online di film e documentari. C’è chi dice che possa arrivare entro la fine di quest’anno, ma è solo una ipotesi. Di certo c’è che, sulla base di recenti report, nel Nord America ha superato l’attività di file sharing su BitTorrent.
http://www.webmasterpoint.org/news/megavideo-chiuso-fileserve-filesonic-e-uploadedto-bloccati_p45242.html
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