Michael Jackson & Miss Universo Penny Commissiong 1977
Michael Jackson Who Is It :: Michael Life: tra palco e realtà / Michael's life:between stage and reality :: Incontri con Michael/Meet whit Michael
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Michael Jackson & Miss Universo Penny Commissiong 1977
Michael Jackson & Miss Universo Penny Commissiong 1977
Nel 1978, ero un principiante assoluto, appena uscito dal college con grandi sogni di diventare un fotografo e uno scrittore sfuggente. Michael Jackson, nato nello stesso mio anno, aveva già una carriera da pop star. Con i suoi fratelli, si esibiva dall'età di cinque anni e, il giorno in cui arrivò a Piarco, aveva registrato un numero impressionante di canzoni di successo sia con i suoi fratelli che come artista solista.
I concerti nel Trinidad e Tobago costituiscono una parte della storia musicale del gruppo e registra la performance come un frammento di ciò che sarebbe diventato Michael Jackson, la cui stella era prossima a diventare incandescente. L'anno successivo avrebbe pubblicato l'album Off The Wall e tutto ciò che riguarda la sua vita, sarebbe cambiata per sempre.
Il gruppo aveva appena lasciato l'etichetta Motown e firmato un contratto con la Epic Records, producendo un album dal titolo, Goin Places. Negli Stati Uniti, erano popolari, ma considerati un po' "passati" dopo il loro apice del 1978.
A Trinidad e Tobago, erano sicuramente le più grandi star che il paese aveva visto da Sam Cooke. I fratelli Frank e Claude Martineau (Il promoter Claude è deceduto il 5 luglio 2009, dopo aver lottato con il cancro n.d.t.), promotori della Spektakula Promotions, organizzarono concerti al Queen Park Savannah e Skinner Park di San Fernando, presentazioni di un team affiatato e che misero in pratica nelle realizzazioni successive per più di un decennio.
Attraverso una confluenza di eventi e opportunità, mi ritrovai in una piccola sala riunioni presso l'Hotel Hilton, dove i Jackson avrebbero dovuto incontrare artisti locali il giorno precedente al loro primo concerto locale. La nuova società di pubbliche relazioni di Alfred Aguiton, AMPIO, gestiva i rapporti con la stampa, ed ebbe la brillante idea di far incontrare Penny Commissiong con i Jackson. Il fratello di Alfred, William, lavorando presso l'hotel facilitò l'organizzazione dell'evento e fu così che la prima Miss Universo di colore incontrò il futuro Re del Pop.
Ero l'unico fotografo presente nella sala. Equipaggiato con una Pentax da principiante, K1000 e un piccolo flash, immortalai l'incontro, inducendo una divertita Penny, a chiedere al mio collega, Joan Christopher, "Normalmente si esalta così tanto?" La fotografia di Penny e Michael piacque molto ai rappresentanti Epic, e chiesero delle copie che poi furono subito diffuse alla stampa internazionale.
Il compenso non era commisurato alla conseguente pubblicità, ma rimasi con il gruppo per il resto del loro tour ed ebbi la possibilità di vedere l'ambiente esterno dei Jackson. Approfittai di quest'opportunità in una storia per la rivista People Owen Baptiste e iniziai la mia carriera nei mass media, spronato da questo contatto dando uno sguardo alla fama dei Jackson.
Purtroppo per il mio lavoro, durante il loro breve soggiorno, non ci furono eventi di particolare rilievo. I ragazzi, escluso il loro fratello Jermaine, che era rimasto con la Motown, conosciuti dalla stampa, presentandosi come giovani neri tranquilli, generalmente timidi che in gran parte si mantennero tali, firmarono autografi con cortesia quando si trovarono con le "spalle al muro".
Michael fu il più timido del gruppo, tendeva a chinare delicatamente la testa, come se la sua enorme pettinatura afro fosse troppo pesante per lui, parlava con un tono più basso rispetto ai suoi fratelli, rispondeva con lo sguardo diretto e un sorriso timido. Thriller, chirurgia estetica e vitiligine erano ancora nel futuro di questo giovane artista.
Su sua richiesta, John Cupido ed io lo accompagnammo fino in cima a Picton Road in Laventille, la sua scorta di sicurezza ci seguì in una macchina ad una distanza ravvicinata, ma rispettosa, come lui partì per "incontrare le persone", come diceva lui.
Il magro giovanotto di colore, con i capelli oscillanti al soffio della brezza pomeridiana, camminò lungo la strada, salutando, stringendo le mani e chiacchierando con le persone sorprese in relax nelle loro verande in un caldo pomeriggio soleggiato di Domenica. Fotografai l'intero incontro per quello che mi fu detto erano i suoi album, memorie che raccoglieva dai suoi viaggi.
In cambio di un modesto compenso, consegnai la mia pellicola non sviluppata di questa passeggiata serale. Da qualche parte nella proprietà dell'impero di Michael Jackson, a volte immagino che ci deve essere un vecchio album pieno di queste foto, immagini che non ho mai visto. Imparai più sul mondo di Michael Jackson, quella notte che in tutto il periodo rimanente, quando la squadra di sicurezza che era al seguito con le auto si trasferì sul veicolo ufficiale di Jackson.
Bloccati nella macchina di notte in via Skinner Park, attraversammo un mare di folla in attesa della pop star. Le mani premevano contro il vetro oscurato e cercavano a tastoni la maniglia della portiera posteriore. Io non ero riuscito a bloccare la porta e si aprì insieme a un boato di urla, ora chiaramente udibile. Alzai gli occhi, guardai il mondo di Michael Jackson, era una ragnatela di cifre avide, occhi sgranati e bocche aperte oltre a esse, accompagnato da un grido ululante.
Una mano mi superò spingendomi indietro sul sedile, e afferrò fermamente la maniglia della portiera chiudendola di nuovo con modo garbato ma deciso come le mani si ritirarono e il rumore della folla si smorzò. Ancora sotto choc, udii il grido della guardia di sicurezza: " Non deve mai, mai, dimenticare di bloccare la porta."
Fonte: http://lyndersaydigital.com/brain/dump_files/MJ_in_T&T.html
Nel 1978, ero un principiante assoluto, appena uscito dal college con grandi sogni di diventare un fotografo e uno scrittore sfuggente. Michael Jackson, nato nello stesso mio anno, aveva già una carriera da pop star. Con i suoi fratelli, si esibiva dall'età di cinque anni e, il giorno in cui arrivò a Piarco, aveva registrato un numero impressionante di canzoni di successo sia con i suoi fratelli che come artista solista.
I concerti nel Trinidad e Tobago costituiscono una parte della storia musicale del gruppo e registra la performance come un frammento di ciò che sarebbe diventato Michael Jackson, la cui stella era prossima a diventare incandescente. L'anno successivo avrebbe pubblicato l'album Off The Wall e tutto ciò che riguarda la sua vita, sarebbe cambiata per sempre.
Il gruppo aveva appena lasciato l'etichetta Motown e firmato un contratto con la Epic Records, producendo un album dal titolo, Goin Places. Negli Stati Uniti, erano popolari, ma considerati un po' "passati" dopo il loro apice del 1978.
A Trinidad e Tobago, erano sicuramente le più grandi star che il paese aveva visto da Sam Cooke. I fratelli Frank e Claude Martineau (Il promoter Claude è deceduto il 5 luglio 2009, dopo aver lottato con il cancro n.d.t.), promotori della Spektakula Promotions, organizzarono concerti al Queen Park Savannah e Skinner Park di San Fernando, presentazioni di un team affiatato e che misero in pratica nelle realizzazioni successive per più di un decennio.
Attraverso una confluenza di eventi e opportunità, mi ritrovai in una piccola sala riunioni presso l'Hotel Hilton, dove i Jackson avrebbero dovuto incontrare artisti locali il giorno precedente al loro primo concerto locale. La nuova società di pubbliche relazioni di Alfred Aguiton, AMPIO, gestiva i rapporti con la stampa, ed ebbe la brillante idea di far incontrare Penny Commissiong con i Jackson. Il fratello di Alfred, William, lavorando presso l'hotel facilitò l'organizzazione dell'evento e fu così che la prima Miss Universo di colore incontrò il futuro Re del Pop.
Ero l'unico fotografo presente nella sala. Equipaggiato con una Pentax da principiante, K1000 e un piccolo flash, immortalai l'incontro, inducendo una divertita Penny, a chiedere al mio collega, Joan Christopher, "Normalmente si esalta così tanto?" La fotografia di Penny e Michael piacque molto ai rappresentanti Epic, e chiesero delle copie che poi furono subito diffuse alla stampa internazionale.
Il compenso non era commisurato alla conseguente pubblicità, ma rimasi con il gruppo per il resto del loro tour ed ebbi la possibilità di vedere l'ambiente esterno dei Jackson. Approfittai di quest'opportunità in una storia per la rivista People Owen Baptiste e iniziai la mia carriera nei mass media, spronato da questo contatto dando uno sguardo alla fama dei Jackson.
Purtroppo per il mio lavoro, durante il loro breve soggiorno, non ci furono eventi di particolare rilievo. I ragazzi, escluso il loro fratello Jermaine, che era rimasto con la Motown, conosciuti dalla stampa, presentandosi come giovani neri tranquilli, generalmente timidi che in gran parte si mantennero tali, firmarono autografi con cortesia quando si trovarono con le "spalle al muro".
Michael fu il più timido del gruppo, tendeva a chinare delicatamente la testa, come se la sua enorme pettinatura afro fosse troppo pesante per lui, parlava con un tono più basso rispetto ai suoi fratelli, rispondeva con lo sguardo diretto e un sorriso timido. Thriller, chirurgia estetica e vitiligine erano ancora nel futuro di questo giovane artista.
Su sua richiesta, John Cupido ed io lo accompagnammo fino in cima a Picton Road in Laventille, la sua scorta di sicurezza ci seguì in una macchina ad una distanza ravvicinata, ma rispettosa, come lui partì per "incontrare le persone", come diceva lui.
Il magro giovanotto di colore, con i capelli oscillanti al soffio della brezza pomeridiana, camminò lungo la strada, salutando, stringendo le mani e chiacchierando con le persone sorprese in relax nelle loro verande in un caldo pomeriggio soleggiato di Domenica. Fotografai l'intero incontro per quello che mi fu detto erano i suoi album, memorie che raccoglieva dai suoi viaggi.
In cambio di un modesto compenso, consegnai la mia pellicola non sviluppata di questa passeggiata serale. Da qualche parte nella proprietà dell'impero di Michael Jackson, a volte immagino che ci deve essere un vecchio album pieno di queste foto, immagini che non ho mai visto. Imparai più sul mondo di Michael Jackson, quella notte che in tutto il periodo rimanente, quando la squadra di sicurezza che era al seguito con le auto si trasferì sul veicolo ufficiale di Jackson.
Bloccati nella macchina di notte in via Skinner Park, attraversammo un mare di folla in attesa della pop star. Le mani premevano contro il vetro oscurato e cercavano a tastoni la maniglia della portiera posteriore. Io non ero riuscito a bloccare la porta e si aprì insieme a un boato di urla, ora chiaramente udibile. Alzai gli occhi, guardai il mondo di Michael Jackson, era una ragnatela di cifre avide, occhi sgranati e bocche aperte oltre a esse, accompagnato da un grido ululante.
Una mano mi superò spingendomi indietro sul sedile, e afferrò fermamente la maniglia della portiera chiudendola di nuovo con modo garbato ma deciso come le mani si ritirarono e il rumore della folla si smorzò. Ancora sotto choc, udii il grido della guardia di sicurezza: " Non deve mai, mai, dimenticare di bloccare la porta."
Fonte: http://lyndersaydigital.com/brain/dump_files/MJ_in_T&T.html
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