Michael Jackson and Kim Jong Il
Michael Jackson Who Is It :: Michael Life: tra palco e realtà / Michael's life:between stage and reality :: Incontri con Michael/Meet whit Michael :: Dicono di lui!!! / People about Michael!!!
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Michael Jackson and Kim Jong Il
Michael Jackson and Kim Jong Il
The last time I spoke to my friend Michael Jackson was about a month ago, 3 weeks before his shocking death. He had called me late one night to ask about another of my close friends who he had read about in the news. Laura Ling, a former colleague and friend, was detained originally by North Korean border guards along with her colleague Euna Lee on March 17th. Since then, they have been imprisoned, had very little contact with their families or western officials, and endured a secretive trial at which they were sentenced to twelve years hard labor. At this present moment, it is unclear where Laura and Euna are – whether they remain in a government guesthouse where they were originally held, in a hospital (due to medical problems for both of them), or moved to the infamous North Korean labor camps that many do not survive.
Michael had read some of the details regarding Laura and Euna’s predicament. As was often the case with him and global events he read about – from famine in Africa to victims of natural disasters in far off countries, to orphans created by wars – he felt a deep sense of empathy for Laura and Euna. When I shared with him that Euna had a four-year-old daughter, he was even more anguished.
He asked me whether I had had any contact with Laura. I told him I had written her a few letters and had been assured they were getting through. Outside of that, her own family had only heard from her twice – brief monitored phonecalls – in the over three months they had been imprisoned. When I told him that, Michael paused.
“Do you think,” he said hesitantly, “that the leader of North Korea could be a fan of mine?”
I didn’t really know how to respond. Not much is known about the reclusive Kim Jong Il or “Dear leader” as he is called in the Democratic People’s Republic of Korea. Over the years it’s been alleged he has a thing for Hollywood, certain NBA stars, Elvis, and specific liqueurs. Still, I’d never heard about any connection between Michael Jackson and Kim Jong Il.
Michael said he had seen some pictures on the internet of the Dear Leader. “You’know, he wears jackets like mine.”
I couldn’t help but laugh a little. It’s true. Michael always had a fascination with military-like jackets, the types with markers and badges on the collars and shoulders. If you search it online, you will indeed find a lot of images of Michael and Kim Jong Il, similarly bedecked in analogous outfits.
“I don’t really know,” I answered Michael. “But I can try and find out.”
“Please,” Michael responded without hesitantly, “because maybe if he was a fan, I could help get those girls home.”
I explained to Michael that there were larger geo-politics involved, nuclear programs, a new administration trying to assert its foreign policy strategy (Obama), and another one in NK possibly going through some sort of transference of power.
“Yeah,” Michael said wistfully, “but if someone wants to do something good, they just can. They don’t really need to worry about all that other stuff.”
And that was really the end of that conversation. I kept my promise and tried to see if I might find a connection between MJ and KJI, but sadly I wasn’t able to. Before I was able to get back to Michael, the news regarding his tragic passing broke. The tributes and commemoratives began in earnest and have not stopped.
Then the irony occurred to me, the far out bizarre seemingly impossible possibility: there is really only one person in the world today that could make a truly meaningful tribute to Michael Jackson. If indeed Kim Jong Il ever was a fan of Michael Jackson, ever gasped at Michael’s moonwalk, smiled at Thriller, hummed along to the Jackson Five or any of Michael’s countess hits, his pardoning of Laura Ling and Euna Lee and sending them home to their families would be a profound act of compassion, a true tribute to a man whose death has left the entire world in mourning. What a better way to re-invent himself and his own conflicted image than for Kim Jong Il to send a message of hope, forgiveness, and empathy as a commemoration of possibly the greatest icon of our times. It’s an act that would be historic, covered by every news organizations in the world, and be immortalized in the annals of time.
Alas, maybe I’m naïve to have such dramatic hopes for my friend and her colleague, to think that leaders of nations may be influenced by the dying wishes of great artists. Or…maybe not. To me, Michael’s memory will always be as a great friend and mentor. To many around the world, it will be as an iconic and brilliant musical artist. Wouldn’t it be staggering if one Kim Jong Il were to honor him – post-death – as a truly great humanitarian?
- Gotham Chopra
L'ultima volta che ho parlato con il mio amico Michael Jackson è stato circa un mese fa, 3 settimane prima della sua morte scioccante. Mi aveva chiamato una sera tardi per chiedermi di un altra dei miei amici più cari di cui aveva letto nelle notizie.
Il 17 marzo Laura Ling , una mia ex collega e amica e la sua collega Euna Lee erano state arrestate dalle guardie di frontiera nella Corea del Nord. Da quando sono state imprigionate hanno pochissimi contatti con le famiglie e con i nostri funzionari e hanno subito un processo
segreto nel quale sono state condannate a 12 anni di lavori forzati. In questo momento non è chiaro dove si trovino Laura e Euna, nella prigione del governo, in ospedale (a causa delle cattive condizioni di salute di entrambe) o se sono state trasferite in uno dei famigerati campi di lavoro della Corea del Nord nei quali molti non sopravvivono.
Michael aveva letto alcune notizie riguardanti la situazione di Laura e Euna.
Come succedeva spesso , quando leggeva di questi eventi a carattere mondiale - dalla carestia in Africa ,alle vittime di catastrofi naturali in paesi lontani, agli orfani causati dalle guerre - lui cominciò ad avvertire un senso profondo di empatia per Laura e Euna. Quando gli dissi che Euna aveva una figlia di 4 anni si sentì ancora più angosciato.
Mi chiese se avevo avuto qualche tipo di contatto con Laura. Gli dissi che le avevo scritto alcune lettere e che mi era stato assicurato che lei le aveva ricevute. Inoltre gli dissi che nel corso di questi 3 mesi di prigionia, la sua famiglia aveva potuto sentirla solo 2 volte nel coso di brevi telefonate monitorate. Michael rimase in silenzio, poi mi disse, con tono deciso: “Pensi che il leader della Corea del Nord possa essere un mio fan?”.
Non sapevo bene cosa rispondere. Non si sa molto del solitario Kim Jong Il o del “Caro Leader” come viene chiamato nella Repubblica popolare democratica della Corea. Nel corso degli anni si è presunto che avesse una passione particolare per alcuni aspetti di Hollywood, per alcune stars del NBA, per Elvis e per alcuni liquori, ma non avevo mai sentito parlare di alcun collegamento tra Michael Jackson e Kim Jong II.
Michael mi disse che aveva visto alcune foto del “Caro Leader” su internet: “Lo sai, indossa giacche come le mie”.
Non potei fare a meno ridere un po’. . E 'vero. Michael è sempre stato affascinato dalle giacche militari, quelle con i distintivi sul colletto e sulle spalle. Se fate una ricerca online, potreste davvero trovare delle immagini di Michael e di Kim Jong Il, vestiti in modo simile.
“Non lo so se è un tuo fan”-gli risposi- “ ma posso cercare di scoprirlo”.
“Ti prego”- mi disse Michael senza esitazione- “perché se lui fosse un mio fan, potrei aiutare quelle donne a tornare a casa”.
Spiegai a Michael che c'erano di mezzo interessi geo-politici , programmi nucleari , una nuova amministrazione che sta cercando di affermare la propria strategia di politica estera (Obama) e un’altra in Nord Corea che magari sta passando attraverso una sorta di transfert di potere
“Certo”- disse Michael malinconicamente, “ma se qualcuno vuole fare qualcosa di buono, loro devono renderlo possibile. Non devono preoccuparsi di tutte queste altre cose”.
Questa fu la fine della conversazione. Mantenni la mia promessa e cercai di scoprire se ci fosse un qualche tipo di collegamento tra MJ e KJI, ma purtroppo non ne trovai nessuno. Prima che potessi comunicarlo a Michael, fui colpito dalle notizie riguardanti la sua tragica morte. I tributi e le iniziative per commemorarlo non si sono mai fermati. Per ironia della sorte, mi viene in mente una possibilità, lontana, bizzarra e apparentemente impossibile: c’è davvero una sola persona al mondo che potrebbe fare un omaggio davvero significativo per Michael Jackson. Se davvero Kim Jong Il è mai stato un fan di Michael Jackson, se è rimasto senza fiato guardando il moonwalk di Michael, se Thriller l’ha fatto sorridere, se ha canticchiato insieme ai Jackson 5 uno qualsiasi dei loro successi, potrebbe concedere la grazia a Laura Ling e Euna Lee e mandarle a casa dalle loro famiglie, sarebbe un profondo atto di compassione, un vero tributo ad un uomo la cui morte ha lasciato il mondo intero in lutto. Quale modo migliore per Kim Jong Il di re-inventare se stesso e la propria immagine in conflitto che inviare un messaggio di speranza, di perdono, e di empatia commemorando la più grande icona del nostro tempo. È un gesto che rimarrebbe nella storia, che sarebbe coperto da tutte le testate giornalistiche del mondo e che rimarrebbe per sempre negli annali del tempo.
Ahimè, forse sono ingenuo a nutrire la speranza per la mia amica e per la sua collega e a pensare che i leader politici possano essere influenzati dai desideri di un artista scomparso…o forse NO. Il mio ricordo di Michael sarà sempre quello di un grande amico e mentore. Per molti in tutto il mondo il ricordo sarà quello di un artista iconico e brillante. Non sarebbe sconcertante se Kim Jong Il fosse ricordato- dopo la morte- come un umanitario veramente grande?
- Gotham Chopra
http://intentblog.com/michael-jackson-and-kim-jong-il/
The last time I spoke to my friend Michael Jackson was about a month ago, 3 weeks before his shocking death. He had called me late one night to ask about another of my close friends who he had read about in the news. Laura Ling, a former colleague and friend, was detained originally by North Korean border guards along with her colleague Euna Lee on March 17th. Since then, they have been imprisoned, had very little contact with their families or western officials, and endured a secretive trial at which they were sentenced to twelve years hard labor. At this present moment, it is unclear where Laura and Euna are – whether they remain in a government guesthouse where they were originally held, in a hospital (due to medical problems for both of them), or moved to the infamous North Korean labor camps that many do not survive.
Michael had read some of the details regarding Laura and Euna’s predicament. As was often the case with him and global events he read about – from famine in Africa to victims of natural disasters in far off countries, to orphans created by wars – he felt a deep sense of empathy for Laura and Euna. When I shared with him that Euna had a four-year-old daughter, he was even more anguished.
He asked me whether I had had any contact with Laura. I told him I had written her a few letters and had been assured they were getting through. Outside of that, her own family had only heard from her twice – brief monitored phonecalls – in the over three months they had been imprisoned. When I told him that, Michael paused.
“Do you think,” he said hesitantly, “that the leader of North Korea could be a fan of mine?”
I didn’t really know how to respond. Not much is known about the reclusive Kim Jong Il or “Dear leader” as he is called in the Democratic People’s Republic of Korea. Over the years it’s been alleged he has a thing for Hollywood, certain NBA stars, Elvis, and specific liqueurs. Still, I’d never heard about any connection between Michael Jackson and Kim Jong Il.
Michael said he had seen some pictures on the internet of the Dear Leader. “You’know, he wears jackets like mine.”
I couldn’t help but laugh a little. It’s true. Michael always had a fascination with military-like jackets, the types with markers and badges on the collars and shoulders. If you search it online, you will indeed find a lot of images of Michael and Kim Jong Il, similarly bedecked in analogous outfits.
“I don’t really know,” I answered Michael. “But I can try and find out.”
“Please,” Michael responded without hesitantly, “because maybe if he was a fan, I could help get those girls home.”
I explained to Michael that there were larger geo-politics involved, nuclear programs, a new administration trying to assert its foreign policy strategy (Obama), and another one in NK possibly going through some sort of transference of power.
“Yeah,” Michael said wistfully, “but if someone wants to do something good, they just can. They don’t really need to worry about all that other stuff.”
And that was really the end of that conversation. I kept my promise and tried to see if I might find a connection between MJ and KJI, but sadly I wasn’t able to. Before I was able to get back to Michael, the news regarding his tragic passing broke. The tributes and commemoratives began in earnest and have not stopped.
Then the irony occurred to me, the far out bizarre seemingly impossible possibility: there is really only one person in the world today that could make a truly meaningful tribute to Michael Jackson. If indeed Kim Jong Il ever was a fan of Michael Jackson, ever gasped at Michael’s moonwalk, smiled at Thriller, hummed along to the Jackson Five or any of Michael’s countess hits, his pardoning of Laura Ling and Euna Lee and sending them home to their families would be a profound act of compassion, a true tribute to a man whose death has left the entire world in mourning. What a better way to re-invent himself and his own conflicted image than for Kim Jong Il to send a message of hope, forgiveness, and empathy as a commemoration of possibly the greatest icon of our times. It’s an act that would be historic, covered by every news organizations in the world, and be immortalized in the annals of time.
Alas, maybe I’m naïve to have such dramatic hopes for my friend and her colleague, to think that leaders of nations may be influenced by the dying wishes of great artists. Or…maybe not. To me, Michael’s memory will always be as a great friend and mentor. To many around the world, it will be as an iconic and brilliant musical artist. Wouldn’t it be staggering if one Kim Jong Il were to honor him – post-death – as a truly great humanitarian?
- Gotham Chopra
L'ultima volta che ho parlato con il mio amico Michael Jackson è stato circa un mese fa, 3 settimane prima della sua morte scioccante. Mi aveva chiamato una sera tardi per chiedermi di un altra dei miei amici più cari di cui aveva letto nelle notizie.
Il 17 marzo Laura Ling , una mia ex collega e amica e la sua collega Euna Lee erano state arrestate dalle guardie di frontiera nella Corea del Nord. Da quando sono state imprigionate hanno pochissimi contatti con le famiglie e con i nostri funzionari e hanno subito un processo
segreto nel quale sono state condannate a 12 anni di lavori forzati. In questo momento non è chiaro dove si trovino Laura e Euna, nella prigione del governo, in ospedale (a causa delle cattive condizioni di salute di entrambe) o se sono state trasferite in uno dei famigerati campi di lavoro della Corea del Nord nei quali molti non sopravvivono.
Michael aveva letto alcune notizie riguardanti la situazione di Laura e Euna.
Come succedeva spesso , quando leggeva di questi eventi a carattere mondiale - dalla carestia in Africa ,alle vittime di catastrofi naturali in paesi lontani, agli orfani causati dalle guerre - lui cominciò ad avvertire un senso profondo di empatia per Laura e Euna. Quando gli dissi che Euna aveva una figlia di 4 anni si sentì ancora più angosciato.
Mi chiese se avevo avuto qualche tipo di contatto con Laura. Gli dissi che le avevo scritto alcune lettere e che mi era stato assicurato che lei le aveva ricevute. Inoltre gli dissi che nel corso di questi 3 mesi di prigionia, la sua famiglia aveva potuto sentirla solo 2 volte nel coso di brevi telefonate monitorate. Michael rimase in silenzio, poi mi disse, con tono deciso: “Pensi che il leader della Corea del Nord possa essere un mio fan?”.
Non sapevo bene cosa rispondere. Non si sa molto del solitario Kim Jong Il o del “Caro Leader” come viene chiamato nella Repubblica popolare democratica della Corea. Nel corso degli anni si è presunto che avesse una passione particolare per alcuni aspetti di Hollywood, per alcune stars del NBA, per Elvis e per alcuni liquori, ma non avevo mai sentito parlare di alcun collegamento tra Michael Jackson e Kim Jong II.
Michael mi disse che aveva visto alcune foto del “Caro Leader” su internet: “Lo sai, indossa giacche come le mie”.
Non potei fare a meno ridere un po’. . E 'vero. Michael è sempre stato affascinato dalle giacche militari, quelle con i distintivi sul colletto e sulle spalle. Se fate una ricerca online, potreste davvero trovare delle immagini di Michael e di Kim Jong Il, vestiti in modo simile.
“Non lo so se è un tuo fan”-gli risposi- “ ma posso cercare di scoprirlo”.
“Ti prego”- mi disse Michael senza esitazione- “perché se lui fosse un mio fan, potrei aiutare quelle donne a tornare a casa”.
Spiegai a Michael che c'erano di mezzo interessi geo-politici , programmi nucleari , una nuova amministrazione che sta cercando di affermare la propria strategia di politica estera (Obama) e un’altra in Nord Corea che magari sta passando attraverso una sorta di transfert di potere
“Certo”- disse Michael malinconicamente, “ma se qualcuno vuole fare qualcosa di buono, loro devono renderlo possibile. Non devono preoccuparsi di tutte queste altre cose”.
Questa fu la fine della conversazione. Mantenni la mia promessa e cercai di scoprire se ci fosse un qualche tipo di collegamento tra MJ e KJI, ma purtroppo non ne trovai nessuno. Prima che potessi comunicarlo a Michael, fui colpito dalle notizie riguardanti la sua tragica morte. I tributi e le iniziative per commemorarlo non si sono mai fermati. Per ironia della sorte, mi viene in mente una possibilità, lontana, bizzarra e apparentemente impossibile: c’è davvero una sola persona al mondo che potrebbe fare un omaggio davvero significativo per Michael Jackson. Se davvero Kim Jong Il è mai stato un fan di Michael Jackson, se è rimasto senza fiato guardando il moonwalk di Michael, se Thriller l’ha fatto sorridere, se ha canticchiato insieme ai Jackson 5 uno qualsiasi dei loro successi, potrebbe concedere la grazia a Laura Ling e Euna Lee e mandarle a casa dalle loro famiglie, sarebbe un profondo atto di compassione, un vero tributo ad un uomo la cui morte ha lasciato il mondo intero in lutto. Quale modo migliore per Kim Jong Il di re-inventare se stesso e la propria immagine in conflitto che inviare un messaggio di speranza, di perdono, e di empatia commemorando la più grande icona del nostro tempo. È un gesto che rimarrebbe nella storia, che sarebbe coperto da tutte le testate giornalistiche del mondo e che rimarrebbe per sempre negli annali del tempo.
Ahimè, forse sono ingenuo a nutrire la speranza per la mia amica e per la sua collega e a pensare che i leader politici possano essere influenzati dai desideri di un artista scomparso…o forse NO. Il mio ricordo di Michael sarà sempre quello di un grande amico e mentore. Per molti in tutto il mondo il ricordo sarà quello di un artista iconico e brillante. Non sarebbe sconcertante se Kim Jong Il fosse ricordato- dopo la morte- come un umanitario veramente grande?
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