"L'ultimo Natale con Michael Jackson" (Estratto dal libro "Shockholic" di Carrie Fischer)
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"L'ultimo Natale con Michael Jackson" (Estratto dal libro "Shockholic" di Carrie Fischer)
"L'ultimo Natale con Michael Jackson"
(Estratto dal libro "Shockholic" di Carrie Fischer)
Da Andrew Losowsky, a Huffington Post: Carrie Fisher sa che, quando arriverà il momento, il suo necrologio reciterà: "La Principessa Leia è morta". Lei ha scritto una serie di libri schietti e divertenti sulle vicissitudini legate all'eredità del "Bikini di Metallo" (costume indossato dalla principessa Leia, quando lei è tenuta prigioniera nel palazzo da Jabba the Hutt, all'inizio del film "Ritorno dello Jedi" n.d.t.) - delle sue dipendenze con droga e alcool (ora in fase di remissione), del suo disturbo sull'umore, delle sue disfunzioni e dei suoi famosi genitori, e molto altro ancora. Uno dei suoi libri è diventato il film "Postcards from the Edge", mentre un altro "Wishful Drinking", è diventato uno spettacolo di Broadway. Nel suo ultimo libro, "Shockaholic" (Simon and Schuster, $ 22), parla dell'uso regolare della terapia elettro-convulsiva per combattere la depressione, del suo incontro con un offensivo e maleducato Ted Kennedy e, in questo estratto esclusivo, quello che è successo quando lei ha trascorso il Natale con Michael Jackson - che per ironia è stato l'ultimo della grande star.
La celebrità di Michael ha trasformato molte persone in avide "cacciatrici di star", questo è ciò volevano, oltre ogni altra cosa che un essere umano normale è disposto o potrebbe dare. Loro erano lì, giusto per far parte di una storia. È quello che io chiamo "splendore". Le persone volevano sfregarsi a lui, e così facendo, aumentavano il proprio valore. Ma vorrei esporre una ragione per la quale Michael potrebbe aver preferito la compagnia dei bambini, come ho sentito, a quella degli adulti.
I bambini a una certa età, essendo troppo giovani perché comprendano il fenomeno peculiare della fama, sono potenzialmente più propensi a fidarsi e uscire con un certo tipo di adulti, che, come ho detto prima, spesso hanno la tendenza a comportarsi in modo completamente disorganizzato verso qualcuno incredibilmente famoso come Michael. I bambini piccoli sono molto meno inclini a comportarsi bene perché non sanno esattamente ancora cosa significa il concetto di "fama". Per loro, sono famosi i personaggi dei cartoni animati, o Muppets, o Barney. Il concetto è troppo astratto per i bambini.
La vigilia di Natale 2008, l'ultima per Michael, sono andata a casa sua, situata proprio un po' più giù della collina a pochi isolati di distanza da casa mia. Ha dato ai suoi figli l'infanzia che lui non ha mai avuto. Un'infanzia al di fuori delle luci della ribalta con persone che non li ha considerati come "oggetti". Perché normalmente, per Michael, la vita era come un animale allo zoo. Una specie in pericolo, in via d'estinzione sempre dietro le sbarre. Potevo entrare nella gabbia con Michael, senza andare fuori di testa, e non c'erano molte persone che sapevano, o addirittura potevano immaginare, cosa realmente poteva essere richiesto di fare in sua presenza. Ma io ho avuto questa occasione.
Così mi sono unita a Michael nel suo zoo. Abbiamo scattato alcune fotografie, mangiato biscotti e decorato l'albero.
E dopo, come il solito, Michael mi chiese di ripetere il messaggio dell'ologramma che recitavo in Star Wars per i suoi figli. Cosa che non mi dispiaceva. Qualcuno doveva ricordarmi che Michael era un grande fan di Star Wars.
Mentre eravamo lì, però, non stavamo davvero vivendo l'atmosfera del momento, per la maggior parte del tempo abbiamo scattato fotografie. Arnie ha fatto le foto a Michael con i bambini e me e poi io ho immortalato Arnie insieme a dei suoi amici con Michael e la famiglia. La mia foto preferita è quella che ho fatto a Michael mentre sta leggendo il mio libro "Wishful Bere".
Ricorderò sempre affettuosamente quella strana configurazione natalizia insieme. Guardando indietro, sembrava che Michael non riuscisse a stare in una situazione senza che una macchina fotografica lo riprendesse. Lui era abituato a documentare sempre tutto. Ma la ragione principale di tale documentazione fotografica venne proposta in quel momento soprattutto dagli amici di Arnie che volevano imprimere nelle immagini l'incontro con Michael in modo da portarsi via la sua "luce". L'incontro li elevava. Si trasformava in "Oh, ho trascorso la cena di Natale con Michael Jackson. Che cosa hai fatto? " In ogni modo si era intrecciato in modo insolito l'atmosfera natalizia e il divertimento, ed era piacevole. Scattammo le immagini, facendo un po' gli stupidi (almeno credo). A un certo punto, Michael disse: "Ok, vi permetterò di scattare alcune fotografie ai miei figli, perché so che non le condividerete con nessuno, perché sapete che non voglio che chiunque veda i miei figli."
Voleva che i suoi figli fossero ripresi il meno possibile. Gli africani credono che per ogni scatto fotografico si perda un pezzo della propria anima, sicuramente allora Michael ne era stato privato da molto tempo. Ma stava cercando di fare in modo che i suoi figli mantenessero almeno la loro intatta. I suoi bambini erano molto dolci, bambini buoni. Questo perché qualsiasi cosa fosse o no, credo che Michael sia stato davvero un buon padre. I suoi figli sono belli, molto educati, equilibrati, e in sostanza non erano bambini viziati. E questo non può essere dato da una tata. Non si può simulare tali comportamenti. Proviene dal genitore. E quel genitore era Michael.
Estratto da SHOCKAHOLIC di Carrie Fisher. Copyright 2011 by Deliquesce Inc. Reprinted with permission from Simon & Schuster, Inc.
Fonte: Mjjforum.it
http://www.huffingtonpost.com/2011/11/02/shockaholic-excerpt-carrie-fisher_n_1072462.html
(Estratto dal libro "Shockholic" di Carrie Fischer)
Da Andrew Losowsky, a Huffington Post: Carrie Fisher sa che, quando arriverà il momento, il suo necrologio reciterà: "La Principessa Leia è morta". Lei ha scritto una serie di libri schietti e divertenti sulle vicissitudini legate all'eredità del "Bikini di Metallo" (costume indossato dalla principessa Leia, quando lei è tenuta prigioniera nel palazzo da Jabba the Hutt, all'inizio del film "Ritorno dello Jedi" n.d.t.) - delle sue dipendenze con droga e alcool (ora in fase di remissione), del suo disturbo sull'umore, delle sue disfunzioni e dei suoi famosi genitori, e molto altro ancora. Uno dei suoi libri è diventato il film "Postcards from the Edge", mentre un altro "Wishful Drinking", è diventato uno spettacolo di Broadway. Nel suo ultimo libro, "Shockaholic" (Simon and Schuster, $ 22), parla dell'uso regolare della terapia elettro-convulsiva per combattere la depressione, del suo incontro con un offensivo e maleducato Ted Kennedy e, in questo estratto esclusivo, quello che è successo quando lei ha trascorso il Natale con Michael Jackson - che per ironia è stato l'ultimo della grande star.
La celebrità di Michael ha trasformato molte persone in avide "cacciatrici di star", questo è ciò volevano, oltre ogni altra cosa che un essere umano normale è disposto o potrebbe dare. Loro erano lì, giusto per far parte di una storia. È quello che io chiamo "splendore". Le persone volevano sfregarsi a lui, e così facendo, aumentavano il proprio valore. Ma vorrei esporre una ragione per la quale Michael potrebbe aver preferito la compagnia dei bambini, come ho sentito, a quella degli adulti.
I bambini a una certa età, essendo troppo giovani perché comprendano il fenomeno peculiare della fama, sono potenzialmente più propensi a fidarsi e uscire con un certo tipo di adulti, che, come ho detto prima, spesso hanno la tendenza a comportarsi in modo completamente disorganizzato verso qualcuno incredibilmente famoso come Michael. I bambini piccoli sono molto meno inclini a comportarsi bene perché non sanno esattamente ancora cosa significa il concetto di "fama". Per loro, sono famosi i personaggi dei cartoni animati, o Muppets, o Barney. Il concetto è troppo astratto per i bambini.
La vigilia di Natale 2008, l'ultima per Michael, sono andata a casa sua, situata proprio un po' più giù della collina a pochi isolati di distanza da casa mia. Ha dato ai suoi figli l'infanzia che lui non ha mai avuto. Un'infanzia al di fuori delle luci della ribalta con persone che non li ha considerati come "oggetti". Perché normalmente, per Michael, la vita era come un animale allo zoo. Una specie in pericolo, in via d'estinzione sempre dietro le sbarre. Potevo entrare nella gabbia con Michael, senza andare fuori di testa, e non c'erano molte persone che sapevano, o addirittura potevano immaginare, cosa realmente poteva essere richiesto di fare in sua presenza. Ma io ho avuto questa occasione.
Così mi sono unita a Michael nel suo zoo. Abbiamo scattato alcune fotografie, mangiato biscotti e decorato l'albero.
E dopo, come il solito, Michael mi chiese di ripetere il messaggio dell'ologramma che recitavo in Star Wars per i suoi figli. Cosa che non mi dispiaceva. Qualcuno doveva ricordarmi che Michael era un grande fan di Star Wars.
Mentre eravamo lì, però, non stavamo davvero vivendo l'atmosfera del momento, per la maggior parte del tempo abbiamo scattato fotografie. Arnie ha fatto le foto a Michael con i bambini e me e poi io ho immortalato Arnie insieme a dei suoi amici con Michael e la famiglia. La mia foto preferita è quella che ho fatto a Michael mentre sta leggendo il mio libro "Wishful Bere".
Ricorderò sempre affettuosamente quella strana configurazione natalizia insieme. Guardando indietro, sembrava che Michael non riuscisse a stare in una situazione senza che una macchina fotografica lo riprendesse. Lui era abituato a documentare sempre tutto. Ma la ragione principale di tale documentazione fotografica venne proposta in quel momento soprattutto dagli amici di Arnie che volevano imprimere nelle immagini l'incontro con Michael in modo da portarsi via la sua "luce". L'incontro li elevava. Si trasformava in "Oh, ho trascorso la cena di Natale con Michael Jackson. Che cosa hai fatto? " In ogni modo si era intrecciato in modo insolito l'atmosfera natalizia e il divertimento, ed era piacevole. Scattammo le immagini, facendo un po' gli stupidi (almeno credo). A un certo punto, Michael disse: "Ok, vi permetterò di scattare alcune fotografie ai miei figli, perché so che non le condividerete con nessuno, perché sapete che non voglio che chiunque veda i miei figli."
Voleva che i suoi figli fossero ripresi il meno possibile. Gli africani credono che per ogni scatto fotografico si perda un pezzo della propria anima, sicuramente allora Michael ne era stato privato da molto tempo. Ma stava cercando di fare in modo che i suoi figli mantenessero almeno la loro intatta. I suoi bambini erano molto dolci, bambini buoni. Questo perché qualsiasi cosa fosse o no, credo che Michael sia stato davvero un buon padre. I suoi figli sono belli, molto educati, equilibrati, e in sostanza non erano bambini viziati. E questo non può essere dato da una tata. Non si può simulare tali comportamenti. Proviene dal genitore. E quel genitore era Michael.
Estratto da SHOCKAHOLIC di Carrie Fisher. Copyright 2011 by Deliquesce Inc. Reprinted with permission from Simon & Schuster, Inc.
Fonte: Mjjforum.it
http://www.huffingtonpost.com/2011/11/02/shockaholic-excerpt-carrie-fisher_n_1072462.html
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