This is it.....la recensione piu bella
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This is it.....la recensione piu bella
szwaby82 Inviato: 29 Ott 2009 04:40 pm
Michael Jackson, l’uomo e l’artista, una sola cosa fusa in un corpo danzante che mai potrà essere dimenticato. Un film per i fan, emozionante e coinvolgente fino alle lacrime
In molti hanno commentato Michael Jackson limitandosi alle apparenze, specie negli ultimi anni, sostenendo tra le altre cose che, dato il suo aspetto più volte chirurgicamente modificato, non sembrava nemmeno più un uomo. Ebbene, non possiamo dar loro torto: Michael Jackson non era più un uomo. Era un folletto danzante, un ultracorpo, energia imbrigliata in un fisico asciutto e minuto, arte pura che respirava e cantava: il suo stesso corpo è stato lo strumento della sua arte. Che questo possa essere compreso o no, poco importa.
This Is It, il documentario di Kenny Ortega che mostra le prove dei cinquanta spettacoli d’addio che MJ aveva in programma a Londra lo scorso luglio, è un’opera per i fan e lo dichiara sin dall’inizio. E se si può facilmente pensare che Ortega sia uno a cui “piace vincere facile” perché incassi e consensi sono assicurati con un prodotto del genere, bisogna però ammettere che in quanto a regia, scelta di cosa mostrare, emotività del montaggio, il tizio di High School Musical non è poi così male. Detto questo ed esaurita l’oggettività su This Is It, lasciate che per una volta chi scrive vi tratti come se foste amici suoi.
Durante la visione del film ho riso, ho pianto, ho sussurrato i versi di tutte le canzoni, mi sono emozionata, sono saltata sulla sedia, ho tenuto il tempo con il piede e con la testa, ho desiderato di non essere circondata da altri critici, ma in una sala colma di fan, di persone che, come me, provassero quella nostalgia disperata che ancora non si è sedata, da quando Michael ha lasciato questa terra. Il mondo non sarà mai silenzioso, gente. A suonarci nella testa ci saranno le sue canzoni. Non sarà mai fermo e privo di ritmo, ci saranno i suoi passi a scandire il nostro cammino. In quasi due ore di film, vediamo un uomo che aveva un senso dello spettacolo e della messa in scena senza pari, un artista generoso e gentile, che vuole risparmiarsi per lo show, ma poi non resiste e si concede ai ballerini e ai tecnici che formano un piccolo pubblico. Mai giù di voce, mai fuori tempo, con le idee chiarissime, Michael Jackson stava progettando lo spettacolo totale, che avrebbe utilizzato tutte le innovazioni di tutte le espressioni artistiche e tecnologiche che conosciamo. Sempre Peter Pan, direte voi. E invece no: vediamo un artista completo, maturo e determinato, un datore di lavoro prezioso che rispetta e benedice e ringrazia tutti i suoi collaboratori, dalla prima ballerina all’ultimo degli inservienti, un uomo pieno di passione, che non può fare a meno di esprimersi per quello che è.
Michael che fa le audizioni ai danzatori, seduto in platea come Michael Douglas in A Chorus Line, Michael che spiega perché aspettare il suo segnale, perché se si sfrutta il tacet la visione guadagna in pathos. E ha sempre ragione, perché il suo istinto non mentiva mai. Ovvio che in un documentario così celebrativo tutti i musicisti, gli attrezzisti, gli elementi dello spettacolo parlino bene di Michael, ma il fatto è che lo vediamo con i nostri occhi: Michael era lo show. E posso solo immaginare cosa prova un ballerino quando lo vede arrivare alle prove, l’emozione che ti esplode nelle viscere quando Michael ti spiega il passo, ti dice cose come “Qui c’è un accento, lì fai un blocco” e ti incoraggia, ti porta con sé all’interno della sua visione. Posso solo cercare di comprendere cosa significhi venir scelti per ballare sul palco con Michael Jackson, il genio in persona, che a cinquant’anni era ancora e sempre e semplicemente il migliore.
This Is It è un pasto messianico, quasi il commiato eucaristico che Jackson, senza saperlo, ha fatto ai suoi fan: oggi possiamo cibarci di questo film, oggi che quei cinquanta concerti non ci sono stati e che tutti continuiamo a piangere il Re del Pop, colui che ha sempre voluto spingersi oltre, sempre però fedele al suo credo, al suo stile, a se stesso. Quei cinquanta concerti erano la summa di ciò che Michael è stato attraverso gli anni; persino i suoi fratelli, i Jackson 5, si erano riuniti per l’occasione.
E oggi la sua eredità per noi è questa. Il suo messaggio è chiaro: Make that change. Il discorso sul pianeta e sulla povertà è sempre stato fortissimo battito del suo cuore. Ma oltre a quello, ci lascia qualcosa che non può essere spiegato a parole: il movimento puro, la gioia di darsi, la generosità e l’amore, solo l’amore, più assoluto e più vero, quello che aveva per noi. I suoi fan, la sua famiglia. Il suo lascito è immenso.
"All Together, Just Like One". Michael Jackson è e sempre sarà. And this is it.
fonte:http://oknotizie.virgilio.it/info/29e51009442aeed5/this_is_it_la_recensione.html
Michael Jackson, l’uomo e l’artista, una sola cosa fusa in un corpo danzante che mai potrà essere dimenticato. Un film per i fan, emozionante e coinvolgente fino alle lacrime
In molti hanno commentato Michael Jackson limitandosi alle apparenze, specie negli ultimi anni, sostenendo tra le altre cose che, dato il suo aspetto più volte chirurgicamente modificato, non sembrava nemmeno più un uomo. Ebbene, non possiamo dar loro torto: Michael Jackson non era più un uomo. Era un folletto danzante, un ultracorpo, energia imbrigliata in un fisico asciutto e minuto, arte pura che respirava e cantava: il suo stesso corpo è stato lo strumento della sua arte. Che questo possa essere compreso o no, poco importa.
This Is It, il documentario di Kenny Ortega che mostra le prove dei cinquanta spettacoli d’addio che MJ aveva in programma a Londra lo scorso luglio, è un’opera per i fan e lo dichiara sin dall’inizio. E se si può facilmente pensare che Ortega sia uno a cui “piace vincere facile” perché incassi e consensi sono assicurati con un prodotto del genere, bisogna però ammettere che in quanto a regia, scelta di cosa mostrare, emotività del montaggio, il tizio di High School Musical non è poi così male. Detto questo ed esaurita l’oggettività su This Is It, lasciate che per una volta chi scrive vi tratti come se foste amici suoi.
Durante la visione del film ho riso, ho pianto, ho sussurrato i versi di tutte le canzoni, mi sono emozionata, sono saltata sulla sedia, ho tenuto il tempo con il piede e con la testa, ho desiderato di non essere circondata da altri critici, ma in una sala colma di fan, di persone che, come me, provassero quella nostalgia disperata che ancora non si è sedata, da quando Michael ha lasciato questa terra. Il mondo non sarà mai silenzioso, gente. A suonarci nella testa ci saranno le sue canzoni. Non sarà mai fermo e privo di ritmo, ci saranno i suoi passi a scandire il nostro cammino. In quasi due ore di film, vediamo un uomo che aveva un senso dello spettacolo e della messa in scena senza pari, un artista generoso e gentile, che vuole risparmiarsi per lo show, ma poi non resiste e si concede ai ballerini e ai tecnici che formano un piccolo pubblico. Mai giù di voce, mai fuori tempo, con le idee chiarissime, Michael Jackson stava progettando lo spettacolo totale, che avrebbe utilizzato tutte le innovazioni di tutte le espressioni artistiche e tecnologiche che conosciamo. Sempre Peter Pan, direte voi. E invece no: vediamo un artista completo, maturo e determinato, un datore di lavoro prezioso che rispetta e benedice e ringrazia tutti i suoi collaboratori, dalla prima ballerina all’ultimo degli inservienti, un uomo pieno di passione, che non può fare a meno di esprimersi per quello che è.
Michael che fa le audizioni ai danzatori, seduto in platea come Michael Douglas in A Chorus Line, Michael che spiega perché aspettare il suo segnale, perché se si sfrutta il tacet la visione guadagna in pathos. E ha sempre ragione, perché il suo istinto non mentiva mai. Ovvio che in un documentario così celebrativo tutti i musicisti, gli attrezzisti, gli elementi dello spettacolo parlino bene di Michael, ma il fatto è che lo vediamo con i nostri occhi: Michael era lo show. E posso solo immaginare cosa prova un ballerino quando lo vede arrivare alle prove, l’emozione che ti esplode nelle viscere quando Michael ti spiega il passo, ti dice cose come “Qui c’è un accento, lì fai un blocco” e ti incoraggia, ti porta con sé all’interno della sua visione. Posso solo cercare di comprendere cosa significhi venir scelti per ballare sul palco con Michael Jackson, il genio in persona, che a cinquant’anni era ancora e sempre e semplicemente il migliore.
This Is It è un pasto messianico, quasi il commiato eucaristico che Jackson, senza saperlo, ha fatto ai suoi fan: oggi possiamo cibarci di questo film, oggi che quei cinquanta concerti non ci sono stati e che tutti continuiamo a piangere il Re del Pop, colui che ha sempre voluto spingersi oltre, sempre però fedele al suo credo, al suo stile, a se stesso. Quei cinquanta concerti erano la summa di ciò che Michael è stato attraverso gli anni; persino i suoi fratelli, i Jackson 5, si erano riuniti per l’occasione.
E oggi la sua eredità per noi è questa. Il suo messaggio è chiaro: Make that change. Il discorso sul pianeta e sulla povertà è sempre stato fortissimo battito del suo cuore. Ma oltre a quello, ci lascia qualcosa che non può essere spiegato a parole: il movimento puro, la gioia di darsi, la generosità e l’amore, solo l’amore, più assoluto e più vero, quello che aveva per noi. I suoi fan, la sua famiglia. Il suo lascito è immenso.
"All Together, Just Like One". Michael Jackson è e sempre sarà. And this is it.
fonte:http://oknotizie.virgilio.it/info/29e51009442aeed5/this_is_it_la_recensione.html
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