Gary, la città di Jackson divorata dal progresso
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Gary, la città di Jackson divorata dal progresso
Michaelforever Inviato: 04 Apr 2011 07:17 pm
Gary, la città di Jackson divorata dal progresso
Capannoni abbandonati, criminalità preoccupante, famiglie sul lastrico: il paese
nel distretto dell'acciaio che è diventato distretto della ruggine
MARINA PALUMBO (AGB)
Nella classifica del benessere stilata da Portfolio.com è quasi ultima: 416° posto su 420 località considerate. Stiamo parlando di Gary, la cittadina dove nacque Michael Jackson, distretto industriale impoverito d’America.
L’intera storia di questa città è legata alla produzione industriale, dalla nascita all’attuale declino. Fu fondata nel 1906 dalla United States Steel Corporation come casa per un nuovo centro siderurgico e prese persino nome da Elbert H. Gary, presidente della società.
Centinaia di famiglie si trasferirono qui per inseguire l’onda del progresso, trovando lavoro nelle imprese che lavoravano l’acciaio, nella manifattura dei veicoli e nell’industria pesante che caratterizzava il distretto all’inizio del secolo, estendendosi dalla Pennsylvania all’Ohio, fin su nel Michigan, a circondare la regione dei Grandi Laghi.
Il periodo florido durò fino agli anni Sessanta, ma nel decennio successivo l’industria dell’acciaio americana perse la posizione di dominio sui mercati. La quota americana nelle vendite globali crollò sotto la scure della competizione internazionale, passando dal 20 per cento del 1970 al 12 per cento nel 1990: i prodotti dei paesi più poveri, nell’Est del mondo, dove i lavoratori costavano meno, erano più economici.
Le fabbriche cominciarono a chiudere e l’occupazione seguì lo stesso destino: i posti di lavoro passarono da quattrocentomila a centoquarantamila. Il distretto dell’acciaio presto si trasformò nel distretto della ruggine: capannoni abbandonati, criminalità preoccupante, famiglie sul lastrico.
Altri tipi di manifattura sono emersi con gli anni, in particolare legati alle tecnologie nuove, da quelle “bio” a quelle “nano”, ma l’automazione di oggi fa sì che richiedano meno lavoratori e con una preparazione più varia e specialistica. E la disoccupazione in cittadine come Gary è ancora da capogiro. Il tenore di vita è talmente basso che molti abitanti fanno affidamento sul banco alimentare per vivere.
E così, il luogo natale di Jacko, famoso anche per essere una delle città più liberali negli Stati Uniti, prima città americana ad avere avuto un sindaco di colore, soffre il più totale abbandono.
Ma forse, la storia dell’evoluzione di questi luoghi, ha contribuito anche alla conoscenza dell’umanità. E’ difficile pensare che aver vissuto qui e averne condiviso le montagne russe del cambiamento, non abbia influenzato la voglia di capire di un altro abitante eccellente: Paul Samuelson, Premio Nobel per l'Economia, sul cui manuale si sono formati milioni di studenti in tutto il mondo.
http://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/articolo/lstp/396441/
Gary, la città di Jackson divorata dal progresso
Capannoni abbandonati, criminalità preoccupante, famiglie sul lastrico: il paese
nel distretto dell'acciaio che è diventato distretto della ruggine
MARINA PALUMBO (AGB)
Nella classifica del benessere stilata da Portfolio.com è quasi ultima: 416° posto su 420 località considerate. Stiamo parlando di Gary, la cittadina dove nacque Michael Jackson, distretto industriale impoverito d’America.
L’intera storia di questa città è legata alla produzione industriale, dalla nascita all’attuale declino. Fu fondata nel 1906 dalla United States Steel Corporation come casa per un nuovo centro siderurgico e prese persino nome da Elbert H. Gary, presidente della società.
Centinaia di famiglie si trasferirono qui per inseguire l’onda del progresso, trovando lavoro nelle imprese che lavoravano l’acciaio, nella manifattura dei veicoli e nell’industria pesante che caratterizzava il distretto all’inizio del secolo, estendendosi dalla Pennsylvania all’Ohio, fin su nel Michigan, a circondare la regione dei Grandi Laghi.
Il periodo florido durò fino agli anni Sessanta, ma nel decennio successivo l’industria dell’acciaio americana perse la posizione di dominio sui mercati. La quota americana nelle vendite globali crollò sotto la scure della competizione internazionale, passando dal 20 per cento del 1970 al 12 per cento nel 1990: i prodotti dei paesi più poveri, nell’Est del mondo, dove i lavoratori costavano meno, erano più economici.
Le fabbriche cominciarono a chiudere e l’occupazione seguì lo stesso destino: i posti di lavoro passarono da quattrocentomila a centoquarantamila. Il distretto dell’acciaio presto si trasformò nel distretto della ruggine: capannoni abbandonati, criminalità preoccupante, famiglie sul lastrico.
Altri tipi di manifattura sono emersi con gli anni, in particolare legati alle tecnologie nuove, da quelle “bio” a quelle “nano”, ma l’automazione di oggi fa sì che richiedano meno lavoratori e con una preparazione più varia e specialistica. E la disoccupazione in cittadine come Gary è ancora da capogiro. Il tenore di vita è talmente basso che molti abitanti fanno affidamento sul banco alimentare per vivere.
E così, il luogo natale di Jacko, famoso anche per essere una delle città più liberali negli Stati Uniti, prima città americana ad avere avuto un sindaco di colore, soffre il più totale abbandono.
Ma forse, la storia dell’evoluzione di questi luoghi, ha contribuito anche alla conoscenza dell’umanità. E’ difficile pensare che aver vissuto qui e averne condiviso le montagne russe del cambiamento, non abbia influenzato la voglia di capire di un altro abitante eccellente: Paul Samuelson, Premio Nobel per l'Economia, sul cui manuale si sono formati milioni di studenti in tutto il mondo.
http://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/articolo/lstp/396441/
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