"Sono un bambino, non sono un soldato".
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"Sono un bambino, non sono un soldato".
La Giornata contro il lavoro minorile
Sono milioni i bambini sotto padrone
Che lavorano nelle miniere senza la minima protezione e con paghe da fame. O che comunque sono costretti a svolgere mansioni inadatte alla loro età. E' il quadro che emerge dallo studio dell'International Labour Organization dell'Onu dedicato al lavoro minorile pericoloso. Le aree dove è più diffuso sono quella asiatica con 48 milioni di baby lavoratori e quella dell'Africa sub-sahariana che ne conta quasi 39 milioni
di VITTORIO LONGHI
La Giornata contro il lavoro minorile Sono milioni i bambini sotto padrone
ROMA - C'è una miniera d'oro in Africa occidentale dove, si dice, i rischi sono tanti ma la paga è buona. Il lavoro è duro, infatti, e il pericolo di incidenti è costante. I tunnel hanno strutture di sostegno leggere e non sono previsti i piani di sicurezza in caso di fughe di gas. Non ci sono maschere protettive e molti sono costretti a lavorare a mani e piedi nudi. Anche le condizioni di vita sono pessime. L'acqua scarseggia, non ci sono ospedali, né bagni, né polizia.
Poveri e invisibili. Miniere come questa producono un quinto dell'oro mondiale, così come i preziosi per i gioielli o i minerali rari che finiscono nei nostri telefoni cellulari. Sono spesso dislocate e nate abusivamente, eppure alcune funzionano a pieno ritmo. Ciò che colpisce maggiormente è che una buona parte della forza lavoro è costituita da bambini, sia maschi che femmine. Bambini poveri che lavorano per portare pochi soldi alle famiglie, che scavano, che trasportano, che spaccano pietre e ne respirano le polveri. L'inalazione di sostanze tossiche come il mercurio, ad esempio, ha effetti disastrosi sulle capacità cognitive e muscolari. Una lunga esposizione può portare a danni gravi del sistema nervoso centrale, che conducono spesso al delirio e al suicidio.
Il lavoro pericoloso. Quello delle miniere è solo uno dei tanti casi di lavoro minorile "pericoloso", secondo la definizione dell'
International Labour Organisation 1, ILO, agenzia ONU. Ed è uno degli esempi citati nello studio "I minori nel lavoro pericoloso: che cosa sappiamo e che cosa dobbiamo fare". Il rapporto, appena pubblicato dall'ILO per la Giornata Mondiale contro il lavoro minorile 2 del 12 giugno, analizza le ultime tendenze sia nei paesi in via di sviluppo sia in quelli industrializzati, contiene le statistiche sui minori impegnati in attività pericolose, sui rischi per la loro salute in agricoltura, nelle estrazioni minerarie, nelle costruzioni, nell'industria, nel lavoro domestico e della raccolta dei rifiuti. Il fenomeno riguarda oltre la metà dei 215 milioni di bambini lavoratori nel mondo e sembra che sia in crescita nella fascia di età tra i 15 e i 17 anni, con una prevedibile maggioranza di maschi, mentre diminuisce tra quelli più piccoli (5-14 anni).
Le norme internazionali. Gli standard internazionali del lavoro stabiliti dall'ILO per la protezione dell'infanzia hanno fissato dei criteri che individuano innanzitutto chi può essere considerato "minore". Secondo le due Convenzioni di riferimento, quella sull'età minima (la 138 del 1973) e quella sulle peggiori forme di lavoro (la 182 del 1999), l'età consentita dovrebbe sempre essere 18 anni. Tuttavia, per motivi culturali ed economici, molti governi hanno la facoltà di abbassare a 13 anni il limite per i lavori leggeri e a 15 per il lavoro ordinario. Riguardo alla lunga lista di attività pericolose, però, sono sempre necessari 18 anni. Queste attività sono intese come rischiose sia per gli aspetti legati a salute e sicurezza del minore sia per quelli morali, come nel caso della prostituzione.
I costi sociali ed economici. Le aree in cui il lavoro minorile pericoloso è più diffuso sono ancora quella asiatica, in valore assoluto, che conta circa 48 milioni di baby lavoratori e quella dell'Africa sub-sahariana che ne conta quasi 39 milioni ma ha il massimo valore relativo. La crisi economica ha ridimensionato l'impegno dei governi a eliminare il fenomeno entro il 2016, come previsto dall'ultimo piano d'azione dell'ILO. Pertanto l'Organizzazione in questa giornata rinnova l'esortazione a intervenire presto e in modo radicale, perché impegnare bambini e ragazzi nel lavoro anziché mandarli a scuola non è solo moralmente inaccettabile, ma è anche economicamente svantaggioso. Le occupazioni pericolose portano ad ammalarsi presto e più facilmente, causando un costo sociale considerevole. Inoltre, sostituendo la scuola con il lavoro, si abbassano i livelli di istruzione e questo, nel lungo periodo, non può che incidere negativamente sulla produttività di tutto il paese.
Fonte: http://www.repubblica.it/solidarieta/cooperazione/2011/06/10/news/rapporto_lavoro_minorile-17504851/?ref=HREC2-4
Sono milioni i bambini sotto padrone
Che lavorano nelle miniere senza la minima protezione e con paghe da fame. O che comunque sono costretti a svolgere mansioni inadatte alla loro età. E' il quadro che emerge dallo studio dell'International Labour Organization dell'Onu dedicato al lavoro minorile pericoloso. Le aree dove è più diffuso sono quella asiatica con 48 milioni di baby lavoratori e quella dell'Africa sub-sahariana che ne conta quasi 39 milioni
di VITTORIO LONGHI
La Giornata contro il lavoro minorile Sono milioni i bambini sotto padrone
ROMA - C'è una miniera d'oro in Africa occidentale dove, si dice, i rischi sono tanti ma la paga è buona. Il lavoro è duro, infatti, e il pericolo di incidenti è costante. I tunnel hanno strutture di sostegno leggere e non sono previsti i piani di sicurezza in caso di fughe di gas. Non ci sono maschere protettive e molti sono costretti a lavorare a mani e piedi nudi. Anche le condizioni di vita sono pessime. L'acqua scarseggia, non ci sono ospedali, né bagni, né polizia.
Poveri e invisibili. Miniere come questa producono un quinto dell'oro mondiale, così come i preziosi per i gioielli o i minerali rari che finiscono nei nostri telefoni cellulari. Sono spesso dislocate e nate abusivamente, eppure alcune funzionano a pieno ritmo. Ciò che colpisce maggiormente è che una buona parte della forza lavoro è costituita da bambini, sia maschi che femmine. Bambini poveri che lavorano per portare pochi soldi alle famiglie, che scavano, che trasportano, che spaccano pietre e ne respirano le polveri. L'inalazione di sostanze tossiche come il mercurio, ad esempio, ha effetti disastrosi sulle capacità cognitive e muscolari. Una lunga esposizione può portare a danni gravi del sistema nervoso centrale, che conducono spesso al delirio e al suicidio.
Il lavoro pericoloso. Quello delle miniere è solo uno dei tanti casi di lavoro minorile "pericoloso", secondo la definizione dell'
International Labour Organisation 1, ILO, agenzia ONU. Ed è uno degli esempi citati nello studio "I minori nel lavoro pericoloso: che cosa sappiamo e che cosa dobbiamo fare". Il rapporto, appena pubblicato dall'ILO per la Giornata Mondiale contro il lavoro minorile 2 del 12 giugno, analizza le ultime tendenze sia nei paesi in via di sviluppo sia in quelli industrializzati, contiene le statistiche sui minori impegnati in attività pericolose, sui rischi per la loro salute in agricoltura, nelle estrazioni minerarie, nelle costruzioni, nell'industria, nel lavoro domestico e della raccolta dei rifiuti. Il fenomeno riguarda oltre la metà dei 215 milioni di bambini lavoratori nel mondo e sembra che sia in crescita nella fascia di età tra i 15 e i 17 anni, con una prevedibile maggioranza di maschi, mentre diminuisce tra quelli più piccoli (5-14 anni).
Le norme internazionali. Gli standard internazionali del lavoro stabiliti dall'ILO per la protezione dell'infanzia hanno fissato dei criteri che individuano innanzitutto chi può essere considerato "minore". Secondo le due Convenzioni di riferimento, quella sull'età minima (la 138 del 1973) e quella sulle peggiori forme di lavoro (la 182 del 1999), l'età consentita dovrebbe sempre essere 18 anni. Tuttavia, per motivi culturali ed economici, molti governi hanno la facoltà di abbassare a 13 anni il limite per i lavori leggeri e a 15 per il lavoro ordinario. Riguardo alla lunga lista di attività pericolose, però, sono sempre necessari 18 anni. Queste attività sono intese come rischiose sia per gli aspetti legati a salute e sicurezza del minore sia per quelli morali, come nel caso della prostituzione.
I costi sociali ed economici. Le aree in cui il lavoro minorile pericoloso è più diffuso sono ancora quella asiatica, in valore assoluto, che conta circa 48 milioni di baby lavoratori e quella dell'Africa sub-sahariana che ne conta quasi 39 milioni ma ha il massimo valore relativo. La crisi economica ha ridimensionato l'impegno dei governi a eliminare il fenomeno entro il 2016, come previsto dall'ultimo piano d'azione dell'ILO. Pertanto l'Organizzazione in questa giornata rinnova l'esortazione a intervenire presto e in modo radicale, perché impegnare bambini e ragazzi nel lavoro anziché mandarli a scuola non è solo moralmente inaccettabile, ma è anche economicamente svantaggioso. Le occupazioni pericolose portano ad ammalarsi presto e più facilmente, causando un costo sociale considerevole. Inoltre, sostituendo la scuola con il lavoro, si abbassano i livelli di istruzione e questo, nel lungo periodo, non può che incidere negativamente sulla produttività di tutto il paese.
Fonte: http://www.repubblica.it/solidarieta/cooperazione/2011/06/10/news/rapporto_lavoro_minorile-17504851/?ref=HREC2-4
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