Aids: oggi è la giornata mondiale
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Aids: oggi è la giornata mondiale
Aids: oggi è la giornata mondiale
ROMA - Non abbassare la guardia e puntare alla prevenzione, con il vaccino terapeutico ma anche con comportamenti sessuali che, come ha detto il ministro della Salute Ferruccio Fazio, sono "responsabili e collocati nel contesto di relazioni stabili". Così l'Italia si presenta alla Giornata mondiale per la lotta contro l'Aids. Un'impostazione che ha trovato il pieno sostegno del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, che a Roma è intervenuto nell'incontro organizzato da ministero della Salute e Istituto superiore di sanità (Iss).
L'Italia, ha osservato Letta, è stato uno dei primi Paesi "a capire l'Aids e ad impegnarsi come governo e classe scientifica sul piano della prevenzione e del vaccino". Proprio sul vaccino terapeutico allo studio presso l'Iss da parte del gruppo di Barbara Ensoli si concentrano gli sforzi della ricerca italiana e i finanziamenti da parte del ministero. Un vaccino che ha fatto discutere e che ha suscitato "l'incomprensione di qualcuno, la resistenza di altri e forse l'ostilità di qualcun altro", come la rilevato Letta. "E' uno studio che il governo continuerà a finanziare in modalità da verificarsi", ha detto Fazio. Via libera anche all'aggiornamento delle linee guida e all'insediamento, accanto alla commissione nazionale Aids, della consulta delle associazioni.
"Il dovere dei politici e degli scienziati è pensare all'eradicazione del virus Hiv", ha osservato il presidente dell'Iss, Enrico Garaci, e in questa prospettiva la ricerca sul vaccino è "un importante contributo della ricerca italiana a livello mondiale". Parallelamente è importante "non abbassare la guardia" e continuare a puntare alla prevenzione, considerando che in Italia il virus Hiv infetta una persona ogni due ore, ma che di questo non si è consapevoli perché ben 6 persone su 10 scoprono di avere il virus solo quando la malattia è conclamata. Complessivamente le persone sieropositive sono circa 150.000 e di coloro che contraggono l'infezione, 2 su 3 sono stranieri; grazie ai farmaci antiretrovirali, che permettono di tenere a bada il virus nell'organismo, il numero dei malati di Aids si è ridotto di 4.000 l'anno. E' aumentata l'età media nella quale si contrae l'infezione (39 anni per gli uomini e 35 per le donne) e in 8 casi su 10 il virus Hiv si trasmette per via sessuale. Gli eterosessuali sono i più colpiti (65,4%) e il 25,3% non presenta fattori di rischio.
IN ITALIA UN'INFEZIONE OGNI DUE ORE, MA MENO MALATI - In Italia il virus Hiv infetta una persona ogni due ore, mentre il numero delle persone con l'Aids conclamato si è ridotto al punto che ogni anno si ammalano 4.000 persone in meno. Di coloro che contraggono l'infezione, 2 su 3 sono stranieri. E' quanto emerge dai dati forniti da ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità (Iss) alla vigilia della Giornata mondiale per la lotta contro l'Aids.
In Italia le nuove infezioni sono circa 4.000 ogni anno e le persone sieropositive sono circa 150.000; di queste 22.000 hanno l'Aids. Nonostante ciò, la consapevolezza generale del problema é scarsa in Italia. Dai dati forniti oggi dal Centro operativo Aids dell'Iss, 6 persone su 10 scoprono di avere il virus solo quando la malattia è conclamata. E' aumentata l'età media nella quale si contrae l'infezione (39 anni per gli uomini e 35 per le donne) e in 8 casi su 10 il virus Hiv si trasmette per via sessuale. Gli eterosessuali sono i più colpiti (65,4%) e il 25,3% non presenta fattori di rischio. Tuttavia "rispetto a 15 anni fa nel nostro Paese si ammalano 4.000 persone in meno", un dato che secondo il presidente dell'Iss, Enrico Garaci, "non è un risultato da poco perché é frutto della ricerca. ma anche dell'accesso ai farmaci garantito dal nostro Servizio sanitario nazionale". Secondo i dati dell'Iss, nel 2009 sono stati diagnosticati 4,5 nuove infezioni da Hiv ogni 100.000 residenti italiani e 22,2 ogni 100.000 stranieri residenti. La maggior parte dei casi avviene nel Centro-Nord e le segnalazioni, rileva l'Iss, sono rimaste sostanzialmente stabili negli ultimi 10 anni. Dal 1982, quando sono stati registrati i primi casi, in Italia sono state colpite dall'Aids 63.000 persone; di queste 40.000 sono decedute.
ROMA - Non abbassare la guardia e puntare alla prevenzione, con il vaccino terapeutico ma anche con comportamenti sessuali che, come ha detto il ministro della Salute Ferruccio Fazio, sono "responsabili e collocati nel contesto di relazioni stabili". Così l'Italia si presenta alla Giornata mondiale per la lotta contro l'Aids. Un'impostazione che ha trovato il pieno sostegno del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, che a Roma è intervenuto nell'incontro organizzato da ministero della Salute e Istituto superiore di sanità (Iss).
L'Italia, ha osservato Letta, è stato uno dei primi Paesi "a capire l'Aids e ad impegnarsi come governo e classe scientifica sul piano della prevenzione e del vaccino". Proprio sul vaccino terapeutico allo studio presso l'Iss da parte del gruppo di Barbara Ensoli si concentrano gli sforzi della ricerca italiana e i finanziamenti da parte del ministero. Un vaccino che ha fatto discutere e che ha suscitato "l'incomprensione di qualcuno, la resistenza di altri e forse l'ostilità di qualcun altro", come la rilevato Letta. "E' uno studio che il governo continuerà a finanziare in modalità da verificarsi", ha detto Fazio. Via libera anche all'aggiornamento delle linee guida e all'insediamento, accanto alla commissione nazionale Aids, della consulta delle associazioni.
"Il dovere dei politici e degli scienziati è pensare all'eradicazione del virus Hiv", ha osservato il presidente dell'Iss, Enrico Garaci, e in questa prospettiva la ricerca sul vaccino è "un importante contributo della ricerca italiana a livello mondiale". Parallelamente è importante "non abbassare la guardia" e continuare a puntare alla prevenzione, considerando che in Italia il virus Hiv infetta una persona ogni due ore, ma che di questo non si è consapevoli perché ben 6 persone su 10 scoprono di avere il virus solo quando la malattia è conclamata. Complessivamente le persone sieropositive sono circa 150.000 e di coloro che contraggono l'infezione, 2 su 3 sono stranieri; grazie ai farmaci antiretrovirali, che permettono di tenere a bada il virus nell'organismo, il numero dei malati di Aids si è ridotto di 4.000 l'anno. E' aumentata l'età media nella quale si contrae l'infezione (39 anni per gli uomini e 35 per le donne) e in 8 casi su 10 il virus Hiv si trasmette per via sessuale. Gli eterosessuali sono i più colpiti (65,4%) e il 25,3% non presenta fattori di rischio.
IN ITALIA UN'INFEZIONE OGNI DUE ORE, MA MENO MALATI - In Italia il virus Hiv infetta una persona ogni due ore, mentre il numero delle persone con l'Aids conclamato si è ridotto al punto che ogni anno si ammalano 4.000 persone in meno. Di coloro che contraggono l'infezione, 2 su 3 sono stranieri. E' quanto emerge dai dati forniti da ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità (Iss) alla vigilia della Giornata mondiale per la lotta contro l'Aids.
In Italia le nuove infezioni sono circa 4.000 ogni anno e le persone sieropositive sono circa 150.000; di queste 22.000 hanno l'Aids. Nonostante ciò, la consapevolezza generale del problema é scarsa in Italia. Dai dati forniti oggi dal Centro operativo Aids dell'Iss, 6 persone su 10 scoprono di avere il virus solo quando la malattia è conclamata. E' aumentata l'età media nella quale si contrae l'infezione (39 anni per gli uomini e 35 per le donne) e in 8 casi su 10 il virus Hiv si trasmette per via sessuale. Gli eterosessuali sono i più colpiti (65,4%) e il 25,3% non presenta fattori di rischio. Tuttavia "rispetto a 15 anni fa nel nostro Paese si ammalano 4.000 persone in meno", un dato che secondo il presidente dell'Iss, Enrico Garaci, "non è un risultato da poco perché é frutto della ricerca. ma anche dell'accesso ai farmaci garantito dal nostro Servizio sanitario nazionale". Secondo i dati dell'Iss, nel 2009 sono stati diagnosticati 4,5 nuove infezioni da Hiv ogni 100.000 residenti italiani e 22,2 ogni 100.000 stranieri residenti. La maggior parte dei casi avviene nel Centro-Nord e le segnalazioni, rileva l'Iss, sono rimaste sostanzialmente stabili negli ultimi 10 anni. Dal 1982, quando sono stati registrati i primi casi, in Italia sono state colpite dall'Aids 63.000 persone; di queste 40.000 sono decedute.
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