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Dance project presenta michael jackson the king of pop

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Messaggio Da Michaelforever Mar Ott 11, 2011 10:04 pm

Michaelforever Inviato: 17 Dic 2009 06:04 pm

“Uno spettacolo nello spettacolo; per raccontare una parte di verità sulla vita di Michael Jackson e sul suo mito

“Uno spettacolo nello spettacolo; per raccontare una parte di verità sulla vita di Michael Jackson e sul suo mito, dopo la morte”. E’ questo il messaggio che il coreografo Paolo Gagliardi, direttore dell’Associazione Dance Project, ha affidato al saggio di verifica del primo trimestre dell’anno accademico 2009/2010 “Michael Jackson The King of Pop” che vedrà in scena, al Teatro Morelli, venerdì 18 dicembre prossimo alle ore 21, tutte gli allievi di Dance Project, in un lavoro che si avvale delle coreografie di Paolo Gagliardi ed Helena Gosling, assistenti alle coreografie Orlando Capitano e Francesca Bartucci, insegnante di recitazione Susanne Volpentesta e di canto Francesco Pignataro. L’ispiratore è lui, Jackson, stella grandiosa nel firmamento dello spettacolo mondiale, figlio d’arte, bambino prodigio dall’infanzia negata. Non ancora adolescente e già acclamata star dello showbiz americano, MJ brucia le tappe del successo e della vita, per diventare interprete, autore, musicista, ballerino, coreografo, attore, arso dal sacro fuoco della musica e dalla ricerca continua di donarsi attraverso le sue capacità artistiche. Il lavoro di Paolo Gagliardi – che si basa su una documentata conoscenza biografica – si snoda lungo il percorso artistico ed umano di Michael Jackson. Racconta l’infanzia, favolosa e tragica al contempo, dei fratelli Jackson, segnata dal fiuto paterno e dalla volontà di fare dei figli delle galline dalle uova d’oro; racconta del desiderio del piccolo Michael di giocare con altri bambini, di vivere il tempo spensierato dell’infanzia come tutti i coetanei del mondo ma anche delle ore interminabili trascorse nelle prove, delle ire e delle violenze paterne in caso di errore e dalla latente necessità, sempre ricacciata indietro e mai sopita, di tornare bambino che porterà la star, anni dopo, a realizzare il meraviglioso giocattolo di Neverland (la favolosa tenuta hollywoodiana) dove trovano ospitalità tantissimi bambini poveri, malati, fratelli per contrappasso di Jackson. Alla narrazione delle vicende biografiche, raccontate da vari personaggi e da diversi interpreti che, volta per volta, danno voce allo stesso Jackson, fanno da sfondo le canzoni, le coreografie e i videoclip dell’artista; singolare e di grande effetto risulta, quindi, la sincronia dei movimenti che si osservano nella proiezione dei video in contemporanea a quelli che avvengono sul palcoscenico, eseguiti dalle giovani allieve, e dalle giovanissime aspiranti danzatrici che hanno appena iniziato a muovere i primi passi alla sbarra. Negli intenti del coreografo, il saggio – da iniziale momento didattico di apprendimento – diventa via via occasione di conoscenza della poliedrica figura artistica ed umana di Michael Jackson; un perfezionista maniacale che dell’arte respirata sin dalla nascita tra le mura di casa, e forse anche inculcata dalle mire e dal senso di rivalsa paterno, finisce per farne la ragione di vita. Lo star system a stelle e strisce e le ciniche regole dei media risultano una miscela esplosiva anche per una stella di prima grandezza come Jackson. Le infinite voci sparse sul suo conto nella sua strepitosa esistenza – l’eccentricità nel presentarsi al pubblico, le accuse di pedofilia – sono smontate pezzo per pezzo e ripresentate sotto altra luce; cosicché, anche sulla sua morte viene ingenerato il dubbio che si sia trattato solo del tentativo di defilarsi definitivamente dalle scene per vivere una vita finalmente normale. Di autentica ed innegabile rimane la straordinaria caratura di un artista, e di una persona, che in tutte le sue canzoni, in tutti i suoi spettacoli non ha mai mancato di profondere uno straordinario impegno, con altrettanta straordinaria generosità di mezzi ed energie, per contribuire a creare un mondo migliore e così il coinvolgente brano Heal the world che chiude il sipario – unico brano, nel cui filmato Jackson è significativamente assente - diventa anche messaggio a tenere conto soprattutto della figura umana, dell’impegno sociale, della straordinaria sensibilità che il mitico King of Pop non finirà mai di effondere con la sua arte e l’immortale carisma della sua personalità.
Adele Filice (addetto stampa compagnia Bruzia Ballet)


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