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Conversazione con Todd Gray

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Messaggio Da szwaby82 Lun Ott 17, 2011 5:28 pm

szwaby82 Inviato: 19 Mag 2011 07:49 am

Conversazione con Todd Gray


Nel 1979, dopo il diploma mi sono iscritto alla scuola d'arte. A diciassette anni, avevo già pubblicato sulla rivista "Life" ed ero stato in tour con i Rolling Stones. In quel momento avevo un portfolio fotografico eccellente dei concerti e la CBS (ora, Sony) gradiva il mio lavoro perché avevo fotografato "Gladys Knight e i Pips" per loro, e ai dirigenti dell'etichetta piacevano molto le mie fotografie e il modo in cui lavoravo. Non avevo idea che gestivano anche i Jacksons e prima che lo sapessi, ricevei una chiamata per fotografare il gruppo durante la loro performance a "American Band Stand" e "Soul Train".

Quando mi presentai e andai nel loro spogliatoio, c'erano tutte queste persone che si contendevano l'attenzione di Michael Jackson. Ammetto che mi sentii un po' intimidito e subito pensai di starmene in disparte, feci un passo indietro e mantenni le distanze da Michael. Insieme ai suoi fratelli però ero andato alla Fairfax High School, Tito e Jackie avevano circa la mia stessa età e ci conversavo volentieri. In seguito iniziai a uscire con Marlon e Jackie, ma decisi di non farlo con Michael.

Era evidente che Michael possedeva una speciale "aura" e tutti ne erano attratti, compresi i dirigenti d'azienda, proprio tutti e non solo lo seguivano, ma erano in sostanza incollati a lui. Ancora una volta, decisi consapevolmente di non entrare in quella "cerchia", perché sapevo che era fuori dalla mia portata. Era sempre lo stesso scenario, Michael comunque era coscienzioso e si era dotato di una sorta di scudo protettivo costituito di persone sempre al suo fianco. Michael era davvero introverso e timido, ma considerando che svolgeva una della professione più pubbliche, i dirigenti dell'etichetta lo proteggevano mediando per lui e quando qualcuno aveva bisogno di contattarlo, avveniva attraverso il filtro della casa discografica.

Mike era determinato si esprimeva con poche parole e con tono di voce bassa e se qualcuno dei media o altri, gli chiedevano qualcosa, lui sussurrava all'orecchio dei suoi intermediari per riferire il messaggio che doveva essere condiviso con quella persona. Michael si comportava così, perché non gradiva il confronto diretto e non voleva offendere o ferire i sentimenti di nessuno. La sua voce non era ancora così pacata come quella che usò spesso in pubblico, quindi penso che Michael sia stato anche un po' guardingo. Quando ero in tour con i Jackson5, Michael era davvero sempre critico riguardo ai loro spettacoli e discuteva di come apportare miglioramenti alle loro prestazioni e l'ha sempre fatto con un tono di voce calmo.Ma nessuno doveva sbagliare, quando Michael aveva parlato non c'erano scusanti.

Quando Michael era circondato soltanto dalla sua famiglia e dagli amici diventava giocoso,"imbroglione e burlone". A volte mi telefonava con voce dissimulata e falso nome e chiedeva di fare qualcosa di sciocco. Poteva interpretare una varietà di voci e mi ha "giocato" molti scherzi. Una volta scattai una serie d'immagini di lui mentre stava coricato a letto in una camera d'albergo durante il Triumph tour, perché era in ritardo per una riunione che avevo organizzato e non voleva alzarsi. Lui disse: "Todd, mi…vendicherò per questo!" E lo fece. Non avevo prestato molta importanza a quello che mi aveva detto. Più tardi, durante il concerto, mi aveva riferito di stare in un punto particolare del palco per scattargli le foto mentre lui cantava (She's Out Of My Life). Feci esattamente secondo le istruzioni impartitemi.

Così, ero esattamente in prima fila, Michael ebbe un calo improvviso e cadde a terra urlando: "Sono così solo, può venire qualcuno a toccarmi, ho bisogno di te…." e un'ondata di ragazze si accalcò vicino al palco schiacciandomi e non potei scattare nemmeno una foto e lui mi guardò come dire…"Te l'ho fatta!" Allora, gli dissi: "Non pensavo che fossi così ingegnoso, e lui rispose innocentemente: "Che cosa vuoi dire, Todd?" "Ho detto, mi hanno travolto e schiacciato, fa male; E tutto ciò che disse: "Todd non prevedo tali cose, l'umorismo mi travolge semplicemente e poi non rifletto su quello che faccio""In quel momento capii che era la sua vendetta ed è stata l'ultima volta che ho fatto qualcosa contro la sua volontà (ride).

Quest’uomo era come un puzzle. Non ho mai incontrato nessuno in cui sono combinate entrambe le qualità della saggezza di un adulto maturo, e la qualità di un bambino. Michael era per molti aspetti un vero bambino. Per quanto mi sforzassi, non riuscivo a credere a questi due facce diverse nello stesso corpo. Siamo andati a Disney un paio di volte, sedendomi accanto a lui sulle montagne russe, Michael urlava e io mi unii alle grida di gioia lasciando che il bambino che era in me venisse fuori e per questo devo ringraziarlo. Fu piacevole stare vicino a lui, comportandomi come un bambino, tutti eravamo trascinati dal suo entusiasmo e siamo ritornati bambini.Michael aveva creato questo clima e questo spazio ed era facile farne parte prima ancora di rendersene conto.All'inizio, era restio e aveva un atteggiamento professionale, ma notai che era più a suo agio quando era "giocoso" e quindi più estroverso. La cosa veramente stupenda dell'amicizia con Michael è che ho potuto togliere quella maschera che gli adulti indossano e far emerger il mio bambino interiore.

Mi piaceva seguire le "tendenze della moda", così a volte mi chiedeva cosa poteva indossare, o passavo in rassegna il suo guardaroba scegliendo qualcosa per lui. Era in quei momenti che palesava la sua insicurezza rivolgendosi a me. Ricordo che gli dissi che doveva togliersi il suo cappello di Mickey Mouse, ma lo ammirava e disse: "Oh, Todd, mi piace, è il mio preferito." Le persone potrebbero rimanere sorprese di apprendere che Michael in principio non era frivolo con i suoi soldi. Lui doveva rispondere a un'autorità superiore. Ricordo che una volta aveva trovato la statua di cui era innamorato e mi mandò a scoprire il prezzo. Quando ritornai e gli riferì il prezzo, rispose che era troppo costosa. Non potevo crederlo, perché questo era il periodo in cui stava guadagnando molti soldi.

A causa della sua religione era sempre in conflitto, ed era attento agli eccessi e non accettò un regalo di compleanno che gli avevo comprato perché la sua religione non lo riconosceva e celebrava. Vidi sul suo volto la delusione quando dovette respingere il mio dono. Inoltre, non si poteva bestemmiare di fronte a Michael o chiacchierare senza alcun freno inibitorio. Ricordo di un episodio dove io, insieme con altri ragazzi del tour, che eravamo usciti in cerca di ragazze e quando tornammo, Mike chiese che cosa avevamo fatto durante la sera. Il ragazzo che era insieme con me, disse: "Siamo andati a "pescare"." A pescare? Gli ci volle un minuto per capire quello che il ragazzo stava cercando di riferire, ma quando finalmente comprese, iniziò a ridere e questo divenne la nostra "battuta" che lui ci chiedeva ogni volta che ci incontravamo. "Allora ragazzi, dove siete andati oggi, a "pescare" di nuovo ?"

Quando l’ho conosciuto, lo sottovalutai completamente, pensando che fosse una persona poco seria, un ragazzino, ma compresi che era un pensatore acuto con un alto intelletto. Alcuni esperti ritengono che si può stimolare il proprio intelletto creativo collegandoci con il "bambino interiore" che c’è in ognuno di noi superando i pregiudizi culturali. Può diventare l’autentica linea della creatività perché siamo rilassati e le idee alla fine emergono. Michael applicava questo processo per apportare rinnovamento e acquisire una visione nuova e idee sempre moderne.

Ricordo che stavo eseguendo un incarico di copertina per la rivista “Time” e Michael era seduto nel teatro della sua casa, con le gambe appoggiate sulla sedia, ho notato che indossava le calze di due colori diversi e gli chiesi: "Mike, indossi le calze di due colori diversi." Ora, questo successe quando Thriller stava decollando e la fiducia di Mike era al massimo. Lui disse: "Lo so, scatta pure una foto." Ed io dissi: "Ma, Mike, che cosa diranno di te." E lui rispose con le sopraciglia sollevate: "Lo so, Todd, scatta la foto.." Capii allora che ero stato relegato al ruolo di dipendente e non ero più suo amico. In quel momento, m'impressionò che Michael aveva già cominciato a plasmare il suo incredibile personaggio. E aveva ragione tutti ne parlarono.

Ero nel mio studio di Inglewood circondato dalle immagini di Michael Jackson su cui stavo, lavoravo per il mio libro, quando mia moglie è entrata, e mi ha detto che lui era morto. Poi mio figlio di 23 anni mi ha chiamato in lacrime, riferendomi come sentita la sua mancanza, perché era cresciuto con la sua musica. Ma solo quando ho guardato quel memoriale e Magic Johnson ha asserito che lui era un playmaker migliore grazie a Michael, in quel momento sono rimasto particolarmente colpito. Mike instillata l’ottimismo, ispirando a diventare sempre migliore. Quando ho lavorato con Michael, abbiamo avuto numerose conversazioni circa la realizzazione di un libro sui bambini di tutto il mondo. Comprendo di avere un lavoro in sospeso e vorrei accogliere il desiderio di Michael.
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