Darlene Donloe: il Michael Jackson che conoscevo
Michael Jackson Who Is It :: Michael Life: tra palco e realtà / Michael's life:between stage and reality :: Incontri con Michael/Meet whit Michael
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Darlene Donloe: il Michael Jackson che conoscevo
szwaby82 Inviato: 29 Lug 2011 08:23 am
Il Michael Jackson che conoscevo...
Darlene Donloe con Michael Jackson. Note sul Re del Pop dai ricordi di un'addetta stampa di un suo tour.
Non ho mai scritto niente sul breve rapporto che ho avuto con Michael Jackson. Ma, dopo aver appreso della sua prematura scomparsa la scorsa settimana, mi sono sentita costretta ad offrire una prospettiva diversa del Jackson che conoscevo.
Non ho bisogno di dirvi che era un genio. Non ho bisogno di dirvi l'impatto ha avuto sul settore musicale o che era amato in tutto il mondo. Nello spirito di una completa rivelazione, non ho nulla di male da dire su Jackson. In realtà, è esattamente l'opposto. Mi ha dato alcuni dei momenti più indimenticabili della mia vita. E, per questo, gli sarò sempre grata.
Era l'estate del 1996 quando il mio amico Bob Jones (ora deceduto), che era l'addetto stampa di Jackson alla Motown e poi per la MJJ Productions, mi chiamò chiedendomi che progetti avevo per i successivi sei mesi.
Disse: "Ti piacerebbe andare in tour con Michael? Ha bisogno di un addetto stampa per il tour".
Tenevo il telefono incredula mentre Bob continuava il suo imbonimento. Che cosa si aspettava che dicessi? Beh, Bob, dovrò guardare il mio programma, lasciami controllare? Perché dovrei voler volare in giro in prima classe su un aereo privato per un tour di Michael Jackson, visitare posti esotici, incontrare funzionari, mangiare ottimo cibo e soggiornare in alberghi a cinque stelle? Dissi di sì. Ma và?
Circa tre settimane dopo, ero su un aereo che atterrò a Praga, Repubblica Ceca, la prima tappa dell'HIStory tour di MJ in tutto il mondo. Passò una settimana prima che incontrassi ufficialmente Jackson. Anche se lo avevo accompagnato in molte delle sue uscite, nessuno si era preso la briga di presentarci formalmente. I suoi consiglieri mi avevano avvertito di non parlare con il Re del Pop se prima non mi parlava lui. Stavano scherzando? Stetti al gioco - per circa una settimana
Avevo deciso che la prossima volta che l'avessi accompagnato ad un ospedale, un orfanotrofio o un negozio di dischi, avrei fatto la mia mossa ninja. Pensai che il peggio che mi poteva accadere è che sarei stata mandata a casa.
Mentre esaminava i compact disc nella sezione R & B di un negozio di dischi locale, iniziai ad avvicinarmi. I consiglieri erano inorriditi. Era come se l'aria fosse stata risucchiata in fretta dalla stanza. Imperterrita, mi avvicinai a lui e dissi: "Signor Jackson, sono Darlene. Io sono il suo addetto stampa del tour."
Si voltò e mi guardò dritto negli occhi. "Oh, ok," disse. "Hai intenzione di fare tutto il tour?" "Sì", risposi. "A meno che lei sappia qualcosa per cui non lo farò."
"OK", rise e tornò a guardare i cd.
"Beh", pensai "è stato normale." Tuttavia, in segreto, era stato completamente appagante. Ho scoperto poi che sapeva esattamente chi ero perché aveva chiesto, "chi è la ragazza nera?" Naturalmente, col passare del tempo era più a suo agio con la mia vicinanza a lui.
Quando i fan chiedevano al Re del Pop se potevano avere un autografo o scattare una foto con lui, diceva occasionalmente: "Se va bene per lei" indicando me.
Andava sempre bene per me. Chi ero io per spezzare il cuore di un fan?
Quando è uscita la notizia della morte di MJ, tutti i ricordi del tour mi hanno travolto. C'era la notte in cui si è sposato con Debbie Rowe e sono stata senza dormire per due giorni, a causa delle infinite chiamate dei media. Mi trincerai dietro la classica risposta: "Non ho commenti sulla vita personale di Michael Jackson."
Far parte dell'entourage di Jackson era affascinante e rivelatorio. Ho avuto modo di vedere il funzionamento dall'interno di una superstar multiforme, precisa come una macchina. Ero sempre reperibile e dovevo essere pronta ad accompagnare MJ al minimo preavviso o sarei lasciata indietro, cosa che non va bene.
Divenne presto chiaro che mentre lui era a volte pacato, aveva una forte volontà ed era molto diretto quando voleva dire una cosa importante o che qualcuno facesse qualcosa.
Nelle notti dei concerti guardavo come MJ andava dalla sua auto a un punto sotto il palco dove una piattaforma lo avrebbe elevato in modo che facesse un ingresso potente.
La parte che preferivo del mio lavoro era stare dietro le quinte notte dopo notte guardandolo lasciare il segno e pensando a quanto fossi fortunata per poter osservare un maestro al lavoro.
Poiché aveva una presenza così imponente che credo che la gente dimenticasse che era un uomo. Era stato elevato allo status di superstar per così tanto tempo, è difficile per alcuni guardarlo come un essere umano che si mette i pantaloni una gamba per volta.
L'ho visto in quei pensosi momenti di tranquillità prima di salire sul palco. L'ho visto, senza le telecamere televisive, seduto in un ospedale mentre confortava e parlava con un bambino che stava combattendo una grave malattia. Questo è il ragazzo che, il giorno del Ringraziamento in Australia, pensò che fosse abbastanza importante venire a condividere un pasto e festeggiare con il suo staff e tutta la squadra.
Quando si tratta di Jackson, posso solo dire la mia verità. Il Jackson che ho conosciuto era cordiale e rispettoso con me. E, nelle occasioni in cui ho incrociato il suo sguardo, mi faceva quel timido sorriso infantile. In segno di gratitudine, dico grazie, Michael Jackson. Grazie per la magia, la musica e abbastanza ricordi da tenere tutta la vita. - Darlene (la ragazza nera)
Fonte: mjjcollectorstynychat.com
Il Michael Jackson che conoscevo...
Darlene Donloe con Michael Jackson. Note sul Re del Pop dai ricordi di un'addetta stampa di un suo tour.
Non ho mai scritto niente sul breve rapporto che ho avuto con Michael Jackson. Ma, dopo aver appreso della sua prematura scomparsa la scorsa settimana, mi sono sentita costretta ad offrire una prospettiva diversa del Jackson che conoscevo.
Non ho bisogno di dirvi che era un genio. Non ho bisogno di dirvi l'impatto ha avuto sul settore musicale o che era amato in tutto il mondo. Nello spirito di una completa rivelazione, non ho nulla di male da dire su Jackson. In realtà, è esattamente l'opposto. Mi ha dato alcuni dei momenti più indimenticabili della mia vita. E, per questo, gli sarò sempre grata.
Era l'estate del 1996 quando il mio amico Bob Jones (ora deceduto), che era l'addetto stampa di Jackson alla Motown e poi per la MJJ Productions, mi chiamò chiedendomi che progetti avevo per i successivi sei mesi.
Disse: "Ti piacerebbe andare in tour con Michael? Ha bisogno di un addetto stampa per il tour".
Tenevo il telefono incredula mentre Bob continuava il suo imbonimento. Che cosa si aspettava che dicessi? Beh, Bob, dovrò guardare il mio programma, lasciami controllare? Perché dovrei voler volare in giro in prima classe su un aereo privato per un tour di Michael Jackson, visitare posti esotici, incontrare funzionari, mangiare ottimo cibo e soggiornare in alberghi a cinque stelle? Dissi di sì. Ma và?
Circa tre settimane dopo, ero su un aereo che atterrò a Praga, Repubblica Ceca, la prima tappa dell'HIStory tour di MJ in tutto il mondo. Passò una settimana prima che incontrassi ufficialmente Jackson. Anche se lo avevo accompagnato in molte delle sue uscite, nessuno si era preso la briga di presentarci formalmente. I suoi consiglieri mi avevano avvertito di non parlare con il Re del Pop se prima non mi parlava lui. Stavano scherzando? Stetti al gioco - per circa una settimana
Avevo deciso che la prossima volta che l'avessi accompagnato ad un ospedale, un orfanotrofio o un negozio di dischi, avrei fatto la mia mossa ninja. Pensai che il peggio che mi poteva accadere è che sarei stata mandata a casa.
Mentre esaminava i compact disc nella sezione R & B di un negozio di dischi locale, iniziai ad avvicinarmi. I consiglieri erano inorriditi. Era come se l'aria fosse stata risucchiata in fretta dalla stanza. Imperterrita, mi avvicinai a lui e dissi: "Signor Jackson, sono Darlene. Io sono il suo addetto stampa del tour."
Si voltò e mi guardò dritto negli occhi. "Oh, ok," disse. "Hai intenzione di fare tutto il tour?" "Sì", risposi. "A meno che lei sappia qualcosa per cui non lo farò."
"OK", rise e tornò a guardare i cd.
"Beh", pensai "è stato normale." Tuttavia, in segreto, era stato completamente appagante. Ho scoperto poi che sapeva esattamente chi ero perché aveva chiesto, "chi è la ragazza nera?" Naturalmente, col passare del tempo era più a suo agio con la mia vicinanza a lui.
Quando i fan chiedevano al Re del Pop se potevano avere un autografo o scattare una foto con lui, diceva occasionalmente: "Se va bene per lei" indicando me.
Andava sempre bene per me. Chi ero io per spezzare il cuore di un fan?
Quando è uscita la notizia della morte di MJ, tutti i ricordi del tour mi hanno travolto. C'era la notte in cui si è sposato con Debbie Rowe e sono stata senza dormire per due giorni, a causa delle infinite chiamate dei media. Mi trincerai dietro la classica risposta: "Non ho commenti sulla vita personale di Michael Jackson."
Far parte dell'entourage di Jackson era affascinante e rivelatorio. Ho avuto modo di vedere il funzionamento dall'interno di una superstar multiforme, precisa come una macchina. Ero sempre reperibile e dovevo essere pronta ad accompagnare MJ al minimo preavviso o sarei lasciata indietro, cosa che non va bene.
Divenne presto chiaro che mentre lui era a volte pacato, aveva una forte volontà ed era molto diretto quando voleva dire una cosa importante o che qualcuno facesse qualcosa.
Nelle notti dei concerti guardavo come MJ andava dalla sua auto a un punto sotto il palco dove una piattaforma lo avrebbe elevato in modo che facesse un ingresso potente.
La parte che preferivo del mio lavoro era stare dietro le quinte notte dopo notte guardandolo lasciare il segno e pensando a quanto fossi fortunata per poter osservare un maestro al lavoro.
Poiché aveva una presenza così imponente che credo che la gente dimenticasse che era un uomo. Era stato elevato allo status di superstar per così tanto tempo, è difficile per alcuni guardarlo come un essere umano che si mette i pantaloni una gamba per volta.
L'ho visto in quei pensosi momenti di tranquillità prima di salire sul palco. L'ho visto, senza le telecamere televisive, seduto in un ospedale mentre confortava e parlava con un bambino che stava combattendo una grave malattia. Questo è il ragazzo che, il giorno del Ringraziamento in Australia, pensò che fosse abbastanza importante venire a condividere un pasto e festeggiare con il suo staff e tutta la squadra.
Quando si tratta di Jackson, posso solo dire la mia verità. Il Jackson che ho conosciuto era cordiale e rispettoso con me. E, nelle occasioni in cui ho incrociato il suo sguardo, mi faceva quel timido sorriso infantile. In segno di gratitudine, dico grazie, Michael Jackson. Grazie per la magia, la musica e abbastanza ricordi da tenere tutta la vita. - Darlene (la ragazza nera)
Fonte: mjjcollectorstynychat.com
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