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Rapito volontario di Emergency in Darfur

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Messaggio Da 4evermichael Dom Ott 23, 2011 7:12 pm

Inviato: Lun Ago 15, 2011 5:01 pm
Rapito volontario di Emergency in Darfur
Strada: "Non ce l'aspettavamo"

Francesco Azzarà, 34 anni, è stato sequestrato da uomini armati a Nyala, capitale del Sud Darfur, mentre andava in auto all'aeroporto. E' alla sua seconda missione come logista nel centro pediatrico aperto nel luglio 2010 in città. Frattini: "Ci sono piste ma riserbo è necessario". Il fondatore dell'organizzazione umanitaria: "Del tutto inaspettato, cerchiamo di capire il perché"
di ALESSIA MANFREDI

Rapito volontario di Emergency in Darfur Strada: "Non ce l'aspettavamo" Francesco Azzarà
MILANO - Un volontario di Emergency 1è stato rapito in Darfur ieri pomeriggio: si chiama Francesco Azzarà. E' stato sequestrato a Nyala, capitale del sud Darfur, mentre si trovava in auto diretto verso l'aeroporto della città. 34 anni, Azzarà, calabrese, è alla sua seconda missione a Nyala come logista del Centro pediatrico che Emergency ha aperto in città nel luglio del 2010. I familiari, di Motta San Giovanni, in provincia di Reggio Calabria, sono stati avvertiti.

"L'associazione - è scritto nel comunicato diffuso dall'organizzazione - ha immediatamente attivato in Darfur e a Khartoum tutti i contatti a sua disposizione ed ha altresì informato il Ministero degli Affari Esteri italiano. Un nostro team sta seguendo gli sviluppi della situazione ed è in costante contatto con la famiglia, le autorità sudanesi e quelle italiane. Emergency chiede la liberazione immediata di Francesco Azzarà ed auspica piena collaborazione di tutti coloro che possano aiutare ad arrivare a un esito positivo di questa vicenda".

Il fondatore: "Sorpresi, cerchiamo di capire il perché". Azzarà si occupa anche di amministrazione per l'ospedale di Nyala e opera con Emergency da circa un anno. La notizia del suo rapimento è arrivata all'improvviso ed ha lasciato tutti sorpresi: "Non ce l'aspettavamo. Stiamo cercando di capire il perché di questo fatto ma non c'è un motivo
razionale", commenta a caldo da Khartoum Gino Strada, fondatore dell'organizzazione medico-umanitaria attiva in diverse zone di conflitto. "Azzarà", riferisce Strada, "era in macchina con altri due colleghi. Lui era l'unico internazionale. L'auto è stata circondata da gente armata che l'ha fatto scendere. Al momento non abbiamo avuto alcun contatto con i sequestratori", ha detto all'Ansa.

Nella zona di Nyala, racconta ancora Strada, "ci sono molti casi di rapimenti, episodi di violenza, anche di delinquenza comune come normalmente avviene in ogni guerra". Eppure il sequestro dell'operatore umanitario lo lascia perplesso, "perché il team di Emergency a Nyala è stato sempre visto con tanto affetto, gestisce l'unico centro pediatrico che fornisce cure gratuite".

I familiari: "Preoccupati, ma abbiamo fiducia". Francesco Azzarà si è laureato a Pisa in Economia aziendale e si è poi specializzato in commercio estero. Ha avuto diverse esperienze professionali fuori dall'Italia. In Sudan era da circa un mese e mezzo dopo essere stato in altri paesi sempre per Emergency. "Un'esperienza che lo sta appassionando molto", ha detto il cognato, Vincenzo Catalano. "La Farnesina ci ha assicurato che si sta facendo tutto il possibile per la liberazione di Francesco e, in questo senso, siamo fiduciosi, anche se la preoccupazione è tanta", ha raccontato. I genitori dell'operatore, Giuseppe Santo Azzarà e la moglie Fortunata, sono molto in ansia ma fiduciosi che la vicenda possa risolversi velocemente.

Frattini: "Attivati canali, ma è necessario il riserbo". Il ministero degli Esteri fa sapere attraverso un comunicato che "l'Unità di Crisi della Farnesina, in stretto contatto con Emergency e la missione Onu in Darfur (Unamid) e in pieno coordinamento con l'Ambasciata a Khartoum, ha attivato tutti i canali disponibili presso le autorità locali per una soluzione della vicenda". D'accordo con Emergency, con cui si mantiene un collegamento continuo, la Farnesina ha chiesto il silenzio stampa per facilitare la liberazione del connazionale.

Intervenendo alla trasmissione radiofonica Baobab, il ministro degli Esteri Franco Frattini ha espresso cauto ottimismo per una soluzione in tempi rapidi. "Ci sono delle piste" ma "il riserbo è necessario" per poter lavorare, "capire le dinamiche, chi sono i responsabili del rapimento e ottenere la rapidissima liberazione del nostro connazionale", ha detto. "Lavoreremo nella cautela, nel silenzio, nella discrezione", ha aggiunto, "l'intelligence è al lavoro, ma l'unica cosa essenziale è evitare ipotesi avventate che possono rischiare di fare il gioco del sequestratori".

Tre ospedali in Sudan, cure gratis per bimbi e cardiopatici. Emergency è presente in Sudan dal 2004, con un intervento nel Nord Darfur a sostegno degli ospedali di Mellit e al Fashir. Un centro pediatrico, avviato nel 2005, è stato aperto nel campo profughi di Mayo, nei sobborghi della capitale, ed offre assistenza gratuita ai bambini. Il 5 luglio 2010 sono iniziate le attività del Centro pediatrico di Nyala, nel Sud Darfur - provincia devastata dalla guerra civile - che offre cure ai bambini fino a 14 anni e svolge attività di educazione igienico-sanitaria rivolte alle famiglie. E a Soba, ad una ventina di chilometri da Khartoum, Emergency ha creato il centro Salam di cardiochirurgia 2, l'unica struttura specializzata e gratuita in un'area abitata da oltre 300 milioni di persone, attiva dal 2007. La presenza sul territorio dell'organizzazione medica ha permesso di curare quasi 180mila persone nelle tre strutture operative.

Il dramma del Darfur. Il contesto dove operano i medici volontari non è certo facile: a otto anni dall'inizio del conflitto in Darfur 3 - regione nell'ovest del Sudan - almeno 300mila persone sono state uccise e quasi due milioni sono gli sfollati, secondo le stime delle Nazioni Unite. E la situazione rimane particolarmente critica: il numero delle persone fuggite dai propri villaggi per sottrarsi al pericolo dei combattimenti e bombardamenti, è andato sempre crescendo 4. Dopo una tregua relativa, gli scontri tra le truppe governative, fiancheggiate dalle milizie arabe dei Janjaweed, e i gruppi ribelli autoctoni (espressione delle tribù africane nere) sono ripresi dalla fine dello scorso anno e tutt'ora sono all'ordine del giorno.

"La situazione è più grave che mai", sintetizza Antonella Napoli, presidente di Italians for Darfur, associazione capofila nella campagna di sensibilizzazione per il Sudan. "Da mesi ormai si susseguono violenze, sequestri, arresti arbitrari e sospetti e altre violazioni dei diritti umani. E non solo contro la popolazione locale". "Il governo", aggiunge Napoli, "ha minacciato di porre fine alla presenza dei caschi blu se il mandato della forza di peacekeeping dovesse essere modificato".

Il 19 giugno scorso, in occasione della sesta edizione del Global Day for Darfur 5, organizzato da Italians for Darfur, un centinaio di profughi sudanesi in Italia sono scesi in piazza a Roma per chiedere di non dimenticare la tragedia che affligge la popolazione, stremata da un conflitto ormai permanente.



Fonte: http://www.repubblica.it/esteri/2011/08/15/news/rapito_volontario_di_emergency-20462516/?ref=HRER2-1
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