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Orianthi, barbie-chitarrista voluta da Michael Jackson

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Messaggio Da szwaby82 Sab Ott 22, 2011 10:16 pm

Szwaby82 Inviato: Ven Mar 05, 2010 12:24 am


Orianthi, barbie-chitarrista voluta da Michael Jackson


L'emergente greco-australiana ha tra i padrini anche Santana: «Ora mi lancio nella carriera di cantante
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ROMA - Orianthi è stata ribattezzata la «Barbie del rock’n’roll»: lunghi capelli biondi, labbra carnose e chitarra color ciliegia a tracolla (che lei chiama Pepper). Carlos Santana l’ha definita un «angelo con la chitarra» e ha predetto per lei «un futuro incredibile». Perché appena la ventiquattrenne australiana fa correre le dita sulla sei corde, il suono che ne esce è devastante, capace di far dimenticare viso e fisico da modella. Non a caso, Michael Jackson l’aveva ingaggiata per il suo tour «This Is It» (che dopo la morte del re del pop è diventato un film) dopo aver ascoltato la sua versione di «Beat It» (originariamente il solo era stato affidato al virtuoso Eddie Van Halen).

«Non sono mai stata così nervosa - ha raccontato Orianthi ricordando quel provino -. Michael stava davanti a me, mentre io pregavo Dio di non sbagliare una nota. La sua morte, per tutti quelli che lavoravano con lui, è stata devastante, ma io sono grata di essergli stata a fianco per tre mesi. Mi ha insegnato a credere di più in me stessa». Eppure Orianthi è abituata a esibirsi davanti ai guitar hero più famosi del mondo: a 14 anni ha suonato con Steve Vai. A 18 era sul palco con Santana, davanti a migliaia di persone. «Non me l’aspettavo. Pensavo che volesse soltanto autografare la mia Pepper». Ma non è stata l’unica platea importante per la ragazza nata ad Adelaide ma cresciuta tra la Francia e l’Inghilterra (ora vive a Los Angeles) che ha anche suonato con Prince, Eric Clapton e ZZ Top; Mary J. Blige per cantare «Stairway To Heaven», il classico del rock firmato Led Zeppelin, l’ha chiamata per suonare la partitura di Jimmy Page. Orianthi è anche apparsa alla 51° edizione dei Grammy Awards nella band di Carrie Underwood: «Assurdo! Mentre suonavo vedevo seduti in platea Bono e Paul McCartney».

A lei però non interessa essere soltanto una brava strumentista e ha già pubblicato due album. Nel secondo, «Believe», si mette alla prova anche come compositrice. La sua musica, è stato scritto, è un incrocio fra il pop di Avril Lavigne e di Kelly Clarkson e il rock sanguigno di band come Paramore o Evanescence. «In realtà io non amo cantare, mi imbarazza. Però aggiungere le parole a pezzi strumentali ti dà la possibilità di far capire meglio il tuo messaggio. Con le mie canzoni spero di raggiungere soprattutto le ragazze e incoraggiarle a imbracciare uno strumento». Orianthi appartiene alla (per niente folta) schiera di ragazze con la chitarra. Prima di lei sono riuscite a imporsi in un universo dominato dai maschi Joni Mitchell, Joan Jett (con la hit del 1982 «I Love Rock’n’Roll»), Jennifer Batten (la bionda indemoniata che ha seguito Michael Jackson in tre tour), l’antesignana del grunge Donita Sparks con il suo gruppo L7, Poison Ivy con il suo garage punk e Bonnie Raitt, una delle poche donne bianche in grado di padroneggiare la tecnica del bottleneck ( usata nel country e nel blues). «Non è facile essere una donna in questo mondo dominato da musicisti uomini - ha confermato Orianthi -. Bisogna essere molto determinate».

Orianthi Panagaris è nata nel 1985, i suoi genitori sono greci e lei ha ereditato l’eccentrico nome dalla nonna. A sei anni ha preso in mano un’acustica, a 11 l’ha abbandonata dopo aver visto un concerto del suo idolo Santana (e oggi, come lui, imbraccia le Paul Reed Smith). «In classe ero l’unica fanciulla che, di nascosto, leggeva riviste di chitarra. Mio padre suonava in una band greca, l’ho supplicato di regalarmi un’elettrica usata. Anche se poi un insegnante a scuola mi consigliò di sostituirla con l’arpa. Per fortuna sono una ragazza cocciuta».

Fonte:Corriere della Sera
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