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Chuck Dakota Intervista Michael Jackson

Andare in basso

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Messaggio Da szwaby82 Lun Ott 17, 2011 10:44 pm

Chuck Dakota Intervista Michael Jackson

E’ facile giudicare in base all’immagine di una persona. E’ ancora più facile quando non la conosciamo personalmente, traiamo conclusioni fondate su ciò che i popolari media ci raccontano e sorprendentemente questo ha un profondo effetto su di noi. Avendo lavorato in tv per oltre 20 anni, posso essere testimone del potere dei media. Se noi vi diciamo che il cielo sta crollando e mettiamo un certo numero di “esperti” in onda, voi alla fine ci crederete. Questo è esattamente quanto accaduto a Michael! Dopo aver ascoltato tutte le notizie e aver visto tutti gli “esperti” parlare riguardo al più grande intrattenitore di tutti i tempi, mi sono sentito obbligato a scrivere dell’Uomo nello specchio.
Sono sbalordito che la gente prenda dalla tv ciò che mai ha avuto una reale interazione con il Re del pop e tragga conclusioni su chi o che cosa fosse. Nell’estate del 2008, in un quartiere molto lussuoso di Beverly Hills, ebbi l’opportunità di sedermi di fronte a Michael Jackson per un’intervista esclusiva. Per ben più di due anni avevamo lavorato al fine di ottenere quest’intervista. Per dirla gentilmente, Michael era una timida pistola puntata contro i media, non si fidava di loro e quando si guarda a ciò che noi gli abbiamo fatto come si potrebbe biasimarlo? Abbiamo attraversato ad una ad una le sette uscite dell’inferno per riuscire ad incontrare faccia a faccia questo gentile e amichevole uomo. Abbiamo dovuto firmare deroghe su deroghe e quando tutto fu detto e fatto, fissammo la data, l’orario ed il luogo. Avevamo messo insieme una retrospettiva di Michael Jackson che sarebbe stata trasmessa su tutte le stazioni radio più importanti della contea e del mondo.
Avevamo annunciato un’intervista di 30 minuti con il re. Ora devo ammettere che, nel preparare l’intervista, ero preoccupato perchè il “Ryder”, come viene chiamato nello show business, era diverso da tutti quelli che avevo mai visto prima. Fondamentalmente, un Ryder è una lista di volontà, desideri, cose da fare e da non fare per conto di un artista. Dopo averla revisionata, pensai che di sicuro stavo per andare ad incontrare personalmente il più strano di tutti loro…Oh, quanto mi sbagliavo! Il Ryder in poche parole diceva che io dovevo sempre rimanere a circa 3 mt di distanza da Michael Jackson, non potevo toccarlo, dovevamo toglierci le nostre scarpe e indossare delle babbucce, non ci era permesso di dargli nulla, dovevamo disinfettarci le mani prima di entrare nella stanza e quella che veramente ci sbigottì fu che dovevamo rivolgerci a lui chiamandolo Re Michael!
Quindi, immaginate di leggere questo e di pensare a voi stessi intenzionati a tirar fuori un’intervista valida senza fare la figura degli idioti! Il Re Michael…ma andiamo! La cosa peggiore è che non si trattava di uno scherzo! Questo era un autentico documento che dovevamo firmare con l’aggiunta di una penalità da un milione di dollari se avessimo rotto le regole dell’accordo! La notte prima dell’intervista tutto il mio team discuteva su come sarebbe andata. La mia squadra era formata da professionisti esperti del settore, avevamo intervistato tutti, dai campioni di superbowl al presidente, ma nessuna esperienza come questa prima d’ora. Inutile dire che fossimo un po’ preoccupati e nervosi sull’effettiva capacità di venirne fuori, specialmente dopo tutte le peripezie che avevamo passato per ottenere l’intervista!
Ci era stato chiesto di essere sul luogo dell’intervista a mezzogiorno, ci era stato dato un numero di stanza ed un codice per passare la sicurezza. A proposito, il codice…. MJJITK”. Ancora oggi non sappiamo cosa significasse. Dopo 20 minuti di ricerca delle nostre borse e valigette e di raggruppamento di tutto il nostro team, fummo condotti in una stanza. Era una camera di media grandezza dall’arredamento favoloso, musica classica delicatamente in sottofondo e i tendaggi ben tirati con tutte le luci sopra.
Ci fu detto : Michael Jackson sta per raggiungervi”. Quando il capo della sicurezza ci disse questo, fummo colti di sorpesa. Avevamo appena passato un controllo di sicurezza più arduo di quello dei servizi segreti in occasione dell’intervista al presidente e adesso venivamo lasciati da soli nel suo salone principale in attesa dell’uomo stesso. Dopo circa 15 minuti di attesa, riuscimmo a sentire Michael parlare e ridere. Stava chiedendo di uno dei suoi bambini e chiunque stesse parlando gli stava raccontando che il bambino stava correndo dietro ad uno dei fratelli e stava diventando matto perché loro non riuscivano ad acciuffarli. Lui lo trovava divertente e la sua risata gli veniva dal cuore. La risata si fece flebile e udimmo un colpo di tosse, dal lato sinistro della stanza che portava alla camera da letto principale apparve Michael Jackson in persona vestito con jeans neri, una maglietta rossa, i suoi capelli perfetti e appena un po’ di make-up.
Quando ci si avvicinò tutti noi ci alzammo in piedi e le prime parole che uscirono dalla sua bocca furono “Ciao, Io sono Michael Jackson”, pronunciate con dolcezza ma nel contempo con autorità. Dopo le nervose presentazioni, ci chiese dove avremmo voluto che si sedesse. Gli risposi che ogni posto andava bene. Ci chiese se desideravamo qualcosa e noi declinammo e lo ringraziammo per l’opportunità di avere una conversazione faccia a faccia con lui e lui fece qualcosa per cui trasalì completamente. Lui ringraziò me per essermi preso il tempo di andare a fargli visita. Ero steso in quel momento. Conoscevo quest’uomo che non somigliava per niente al Ryder o a ciò che la stampa rappresentava di lui.
Davanti a me c’era l’uomo più talentuoso del pianeta con un grande cuore ed un’anima cui corrispondevano. Iniziammo l’intervista che fu un’intervista tipo con domande di base relative alla sua carriera e dove era stato e in quale direzione aveva intenzione di proseguire. Prese del tempo per rispondere ad ogni domanda dando risposte libere e oneste. Durante l’intervista rideva, scherzava, si prendeva gioco del nostro tecnico audio perché indossava un cappello degli UCLA e mi guardava sempre negli occhi. Io sapevo che il tempo a nostra disposizione era di soli 30 minuti, così andai spedito e terminai l’intervista 4 minuti in anticipo. Lo ringraziai per l’intervista e lui mi chiese se io dovevo andare da qualche parte.
Gli dissi che avevamo intenzione di vedere alcuni posti e quello che venne fuori dalla sua bocca dopo ci scioccò tutti. Ci disse che non dovevamo affrettarci ad andare via, aveva alcune domande sul sistema radiotelevisivo alle quali voleva sapere se potevamo rispondere. Il Re del Pop ci stava chiedendo di restare. Naturalmente, noi lo facemmo e la nostra conversazione spaziò dalle stazioni radio e dal perché trasmettono la musica che trasmettono alle promozioni, ai nostri figli, ai suoi figli, alla sua infanzia, al nostro cibo preferito, il suo cibo preferito e ogni cosa nel mezzo. Era come chiacchierare con il tuo migliore amico che non vedi da anni. Era rilassato, molto aperto, a volte emotivo, che a nostra volta ci rendeva emotivi a causa della sua pura sincerità anche su argomenti delicati.
Dopo circa 2 ore, un uomo entrò nella stanza e informò Michael Jackson che doveva terminare il nostro incontro perché entro un’ora aveva un’altra intervista. Lui si voltò verso quell’omone armadio e disse “Possono aspettare, non possono fare l’intervista senza di me”. Questo ci portò ad una discussione che mi fa venire la voglia di prendere a schiaffi qualunque rifiuto umano parli di quest’uomo e ne dia pareri riportando notizie dei media piuttosto che la verità. Guardò in basso le sue scarpe con le sue gambe che si agitavano come se stessero danzando tenendo il ritmo e ci chiese se a noi era mai accaduto di sentirci come prigionieri. Proseguì dicendo che in tutta la sua vita non gli era stata data l’opportunità di fare qualcosa per sé stesso, ma che c’era sempre stato qualcun altro a fare le cose per lui. Ancora a 49 anni aveva le catene della sua infanzia ad avvolgerlo in un modo che gli impedivano di essere una qualunque altra persona dal Re del Pop. Passarono 3 ore e mezza e in tutto quel tempo io pregavo che il nostro ragazzo dell’audio stesse registrando ogni secondo di ciò che senza dubbio era l’apice della mia carriera.
Una donna di mezza età entrò nella stanza e disse: "Michael uno dei bambini si è tagliato aprendo un coltello mentre giocava." La sua risposta fu spontanea e aspetterò che venga postato l’audio per permettere a voi di sentirlo con le vostre orecchie! Era davvero un papà meraviglioso che adorava i suoi bambini! Quando ci scambiammo i saluti di congedo ci diede la sua e-mail personale e ci chiese le nostre. Noi avevamo alcuni cimeli acquistati ad Hollywood e gli chiedemmo di autografarceli. Ci chiese dove li avevamo presi e gli dicemmo che li avevamo appena comprati e lui disse “no, no, quello non funzionerà” e chiamò uno del suo staff. Lo istruì a darci indietro i soldi per tutto ciò che avevamo acquistato e di assemblare confezioni regalo per ciascuno di noi, più le nostri consorti, più i nostri bambini e poi si mise ad autografare tutto quello che avevamo e alla fine ci salutammo. Mentre lui girava intorno alla stanza dandoci l’arrivederci, Io non riuscivo ad andare oltre l’idea di quanto fosse vero quest’uomo.
Era grato a noi per esserci presi il tempo di fermarci. Mi raggiunse ed io stesi la mano, ma poi pensai al Ryder e a tutti i soldi che avrei dovuto pagare se l’avessi toccato e prima che io potessi dire qualcosa mi abbracciò e mi sussurrò in un orecchio che era stata una grande intervista e mi ringraziò per non essere ritornato sullo scandalo relative alle accuse di pedofilia. Io avevo i brividi da capo a piedi e proprio quando lui se ne era andato! 20 minuti dopo un uomo entrò nella stanza per scortarci fuori e aveva un carrello pieno di cimeli di Michael Jackson che includevano giacche, foto autografate, cd, bambole, dvd e molto altro. 22 borse in tutto del valore di 600/700 dollari ciascuno e poi aveva consegnato a mano a ciascuno di noi una busta che conteneva i soldi che avevamo pagato per quella merce. Lo so che questa storia non esaurisce i dettagli di ciò di cui abbiamo parlato. Stiamo lavorando per realizzare la trascrizione dell’intervista ed un link al nostro sito che permetterà a voi stessi di ascoltare ciò che noi abbiamo vissuto e a proposito il nostro tecnico audio (SANTO UOMO: mio commento personale, naturalmente!) ha registrato tutto! Michael era il più autentico, sincero, affettuoso essere umano che io abbia mai incontrato. NON ERA UN MOSTRO, NON ERA UN FREAK, NON ERA STRANO, aveva i modi più delicati possibili delle anime e di quanti accuditi come il tipo d’uomo che era lui. Quando leggerete le trascrizioni o ascolterete l’audio grezzo dell’intervista, sentirete un uomo che vuole cambiare il mondo e renderlo un posto migliore ma ciò di cui lui non si è reso conto è che l’ha già fatto e la prova di questo è nella sua morte ancor più che nella sua vita. NON era nulla di ciò che i media lo hanno fatto diventare. Si, era piccolo e sembrava fragile ma guardando al passato io non penso che lui potesse essere qualcosa di meno a causa del mondo in cui è dovuto vivere. Quell'uomo ha avuto ogni suo movimento analizzato sotto la lente di un microscopio per tutta la sua esistenza.
Non ha mai avuto un'infanzia, mai il vero amore di una donna o la libertà di essere un uomo. I suoi bambini erano tutta la sua vita. Se nei mesi successivi all’intervista, mi mandava delle e-mail alle quali io rispondevo, mi parlava sempre dei suoi bambini e di quanto significassero per lui. Mi parlava del tour che stava organizzando per Londra e quanto sperava di venirne fuori a se ci fosse riuscito, quale impatto avrebbe avuto sui suoi figli. Era sempre preoccupato per le sue azioni e come ciò avrebbe influenzato i suoi bambini. Parlava del suo rimettersi in forma e del suo guardare in avanti al suo ritorno sul palco ancora una volta. Quando la notizia della sua morte ha fatto il giro del mondo, io ero afflitto e piangevo come se avessi perso mio fratello. Conoscerlo è stato un onore. I media e ciò che essi hanno fatto e detto di lui da quando è morto rende questa intervista tanto più speciale per me. Rido quando dicono le cose che dicono perché non hanno mai avuto l’opportunità di conoscerlo, non la leggenda ma l’uomo. Avevo i miei dubbi. Non credevo che fosse "innocente". Pensavo che era strano e che questa intervista sarebbe stata il più grande insieme di cose e la più grande occasione per dire “Si, ok, è strano …..ma invece avevo incontrato un angelo dal Paradiso che Dio ci aveva inviato per un breve periodo di tempo affinché aprisse i nostri occhi al bene che è in tutti noi e a che cosa può succedere quando pochi eletti prendono il controllo [dell'informazione] e ribaltano tutto per farlo sembrare oscuro e malvagio, quando invece le sue ali sono spiegate e non rinunceranno mai al desiderio di volare via!"
Nella mia prima storia avete appreso delle mie 3 ore con Michael Jackson. E’ un momento della mia vita che durerà per sempre perché non solo l’ho incontrato, ma si è venuta a creare un’amicizia che mi ha dimostrato quanto quest’uomo fosse totalmente diverso da come la stampa lo ha sempre dipinto. Lui era così grande non per quello che era, ma per chi era. Michael voleva guarire il mondo e avrebbe dato il suo braccio sinistro per aiutare chi aveva bisogno. Nei giorni in cui l’articolo è stato postato sul sito, ho ricevuto centinaia di emails, che chiedevano di sentire l’audio o leggere le trascrizioni. Be una parte è qui! Sotto troverete le trascrizioni dell’intervista. E’ una tipica intervista, una di quelle che si fanno per gli speciali televisivi. Quando leggete, immaginate la sua voce calma, che risponde ad ogni domanda, cercando di far conoscere al mondo, Michael Jackson, come uomo e padre, non come il Michael Jackson dei tabloid!

Noi siamo stati con Michael per diverse ore e ogni parola è stata registrata. Quelle trascrizioni saranno riportate tra qualche giorno. Io volevo mettere tutto questo in diverse parti, così voi potrete sentire l’eccitazione che abbiamo sentito noi, e per capire come la nostra conversazione si è svolta.
Per quanto riguarda l’audio, arriverà anche quello. Ci è stato chiesto di darlo alla famiglia e l’abbiamo fatto. Comunque, abbiamo anche preso la decisione di dedicare uno show speciale in programma il prossimo mese, con lo stesso audio. Nella trasmissione noi vendiamo pubblicità allo spettacolo e abbiamo programmato tutto questo, quindi ogni dollaro guadagnato dallo show andrà nelle associazioni di beneficienza supportate da Michael. Non lo stiamo facendo per i soldi o per diventare famosi, ma per mostrare al mondo quanto fosse speciale Michael Jackson. Il primo spettacolo ha solo mostrato degli spezzoni dell’intervista. Nel prossimo noi metteremo anche l’audio, così il mondo potrà capire com’era Michael in realtà. Un Angelo! Per la cronaca noi non usiamo i nostri nomi, solo le nostre voci e la sua musica, così Michael ha tutti i riflettori e l’attenzione tutta per sé, come è giusto che sia!

Alcune email mi hanno chiesto com’era Michael e se fingesse…Posso dire a tutti voi che era un uomo vero a se stesso e che non si è mai montato la testa per via della sua fama. Noi siamo diventati amici e tutte le volte che parlavamo al telefono e ci scambiavamo email, era sempre lo stesso!
Mi è anche stato chiesto di postare le nostre email…Ci ho pensato a lungo e intensamente, dopo essere stato al memorial a L.A. ho deciso di non farlo! Mi sono stati offerti migliaia di dollari per averle e io non le venderò! Io non sarò uno di quelli che fa soldi sfruttando la morte di un amico! L’altra grande domanda era per il codice! “MJJITK” abbiamo dovuto usarlo per confermare alla sicurezza che avevamo il permesso di entrare. Io non so che cosa significhi quel codice, ma come molti di voi ho le mie idee...Avevo intenzione di chiederlo a Michael, ma me ne sono dimenticato!

Spero che l’intervista vi piacerà. E’ stata trascritta da uno dei nostri giovani produttori audio, Amy Rogerland. Grazie Amy per il lavoro! La parte della conversazione privata sarà postata tra qualche giorno, quando avremo finito lo spettacolo, vi darò un link in caso le stazioni radio del posto in cui vivete non l’abbiano trasmesso.>

INIZIO INTERVISTA

CD: Tu sei senza dubbio il più grande intrattenitore mai vissuto. Guardando indietro, avresti mai pensato che saresti diventato il Re del Pop?

MJ: (ride)….Wow, ti ringrazio tanto…E’ meraviglioso da parte tua dirlo. Io non credo di aver mai avuto il controllo di quello che abbiamo fatto prima di Thriller. Quando ero bambino, non lo capivo. Joseph ci dava degli assegni ogni settimana da Berry e io avevo 10 anni, 11 anni, e avevo centinaia di migliaia di dollari che mi venivano dati ogni settimana, e tutto quello che desideravo era un amico con cui giocare a palla e un pacchetto di gomme da masticare. Posso dirti in tutta onestà che quando ero giovane, volevo fermarmi, ed essere solo un bambino con la meraviglia per il mondo.

CD: Tu hai detto che la tua vita è iniziata con Thriller. Che cosa intendi con questo?

MJ: Un sacco di persone non lo sanno, ma Thriller era mio. Io ce l’avevo in mente sin dai giorni in cui andavo a suonare con i miei fratelli nei club, fino alle 2-3 di notte. Siccome non potevo mai giocare con i bambini, o entrare in una squadra di baseball, io rimanevo sveglio fino a tardi, e nella notte scrivevo poesie e storie. Io mi ricordo che fantasticavo su quello che scrivevo, e penso che quello che veniva fuori fossero i miei sogni su quello che avrei voluto veramente. Io ho tenuto tutto quello che ho scritto e quando stavo creando Thriller, ho preso alcune scritti che avevo composto e li ho adattati all’album, di cui sono molto fiero. Perché Thriller era la mia personale creatività, mi ha fatto innamorare della musica sul serio, perché per la prima volta ero in grado di poter esprimere me stesso e rilasciare le mie emozioni. Se tu ascolti l’album, ma intendo ascoltarlo veramente, puoi percepire che gran parte delle canzoni che ho scritto, vengono dall’anima.

CD: Michael tu sei il Re del palco sin dal primo giorno. Tu non hai dovuto sforzarti per esserlo, tu lo eri e lo hai condiviso con il mondo. Hai qualche rimpianto?

MJ: Ancora grazie per queste parole così gentili. E’ meraviglioso. Io stavo parlando con uno dei miei cari amici l’altro giorno, credo stessimo riflettendo sul passato, e penso che se io avessi potuto cambiare qualcosa, sarebbe stata la possibilità di essere solo un bambino per un momento. Io mi ricordo mentre andavo e uscivo dallo studio di registrazione, vedevo i bambini giocare e tutto quello che volevo era essere uno di loro. Io avrei dato qualsiasi cosa al mondo per scambiare i posti con loro, solo per un giorno.

CD: Michael tu hai vissuto la tua intera vita nella stampa. Tutto, dalle ossa di Elephant Man, ad avere bambini alieni. Come riesci ad affrontare tutto ciò?

MJ: (ride)…Le osse di Elephant Man, è una delle top ten. Io ho sempre detto, più grande è la star, più grande è il bersaglio e per nessuna ragione io sto dicendo di essere meglio di chiunque altro solo per il modo in cui vivo e ho scelto di vivere. E quello che ho raggiunto, la stampa per buona parte sente che può inventare qualsiasi cosa, finchè il mio nome ci sarà, venderà. Quello che posso dire è, non comprate quella spazzatura. Questo è, spazzatura, e quello che voglio far sapere ai mie fan è che quando comprate quelle schifezze, voi state arricchendo quella gente, e ciò mi ferisce. Io sono un essere umano, non sono un fenomeno da baraccone, un pazzoide, sono solo un uomo che sta cercando di crescere i suoi figli e di vivere in pace.

CD: Michael, in che modo i tuoi figli ti hanno cambiato?

MJ: (sguardo profondo)..Oh …Tutto…Tutto è cambiato. Io ho sempre voluto dei figli e mi sento così benedetto dal signore per avere questo genere di amore nella mia vita. Io farò qualsiasi cosa, e tutto per rendere i miei bambini amanti del mondo e non dei ragazzini viziati con la pappa pronta. Io voglio che loro vedano il mondo con meraviglia, e non con paura, e voglio che abbiano degli obiettivi, che vivano una vita piena, e ad ogni passo che fanno io vedo questo in loro, e mi sveglio e vado avanti per loro. Per la prima volta nella mia vita, tutto questo ha uno scopo e sono i miei bambini. L’inferno, il dolore, la solitudine stava portando a loro, per tutto questo tempo.

CD: Parliamo del corso degli anni 90. Tu avevi un successo strepitoso in quegli anni, ma la stampa lo ha minimizzato. Tu hai venduto milioni di album, con hits grandissime e mi sto chiedendo, se è questo ad aver rallentato le tue produzioni musicali…

MJ: Senza ombra di dubbio. Io ero così irritato con i media, dicevano che i miei album erano dei fallimenti. Hanno venduto milioni di copie come hai detto e hanno avuto grande successo , ma per loro questo non era abbastanza. Loro volevano focalizzarsi su altre cose, e penso che sappiamo su quali cose, senza nessuna indulgenza. Ma il punto ritorna al creare notizia dal nulla, quando io davo molte notizie per cui scrivere, notizie vere e oneste come il fatto di aver venduto 7 o 8 milioni di copie, essere al n 1 della classifica, e potrei continuare…Ma è sempre la stessa storia, se Michael fa qualcosa, trasformiamola in qualcosa di diverso..

CD: Tu hai dei piani per la nuova musica o forse un tour?

MJ: Bene io sto per dirti una cosa a cui tu potresti non credere (ride)…Io ho diverse centinaia di canzoni già pronte da controllare per una nuova compilation. Quando sono in studio, io canto finchè ne ho la facoltà, perché scrivo tutto il tempo. Creo il ritmo, i suoni, e lavoro su nuovi passi di danza tutto il tempo, ma la gente non vede questo lato di me. Io voglio fare un nuovo album ma deve essere più grande di Thriller e so che posso farcela. Stiamo parlando di alcuni concerti ma ora sono informazioni private su quello che poi accadrà.

CD: Quello amico mio, sarà lo show più grande del mondo. Non vedo l’ora. Io ricordo quando ero solo un DJ quando tu suonavi negli anni 84-85…Quanto lavoro ci vuole per un nuovo album o per un tour?

[b]MJ
: (ride)…Kansas City giusto?

CD: esatto..Dove suonano I maestri…

MJ: (con eccitazione)..Si si, me la ricordo…Io ho mangiato la costata di Kansas City per la prima volta mi sono fatto comprare da Joseph 4 o 5 fette da mangiare sull’aereo. (ride)
E’ un bel lavoro, non sono uno che dice ehi facciamo un tour e che assume qualcuno per mettere tutto assieme, indipendentemente se sia su MTV, con i miei fratelli, o in un tour mondiale. Io sviluppo ogni dettaglio e ci vogliono anni. Ecco perché non li faccio tutto il tempo (ride)…

CD: Parlando di MTV. Come ti fa sentire sapere di essere stato il primo ad aver buttato giù le barriere e ad aver creato tutto ciò che vediamo oggi?

MJ: Dicono che l’imitazione sia una delle più grandi forme di lusinga e alcuni di loro semplicemente non ci riescono. (risata).. Chuck non registrare questo..La gente si arrabbierà con me.. (risata) Stavo solo scherzando... Io considero questo come uno dei miei maggiori successi e sono così fiero di quegli artisti che hanno seguito le mie orme prendendo una nuova direzione. Io spesso mi chiedo come sarebbe stata la musica se non ci fosse stato Thriller. So che cosa ha cambiato nel mondo e qualche volta mi chiedo come sarebbe potuto essere diverso senza.

CD: Michael, in tutto le interviste che ho sentito o letto, tu torni sempre a Thriller..Nella mia opinione tu hai avuto così tanti lavori artistici…Non musica, ma arte…Quindi perché usi sempre Thriller come esempio?

MJ: Si.. E’ molto bello…I miei figli mi hanno ditto che ne prenderemo uno per aver mangiato il pollo più fritto (risata)… La mia cara madre quando ero molto giovane mi ha educato a dare indietro e sono cresciuto con Dio e sapevo quello che dovevo fare perché credevo in Gesù. Io odio vedere la sofferenza, odio vedere persone che in difficoltà e io sento che Dio mi abbia dato un dono da usare in modo responsabile per dare indietro quello che ho ricevuto, finchè avrò soldi o finchè il signore non mi chiama nella sua casa.>>

CD: Non sei così solo per quanto riguarda la beneficienza, ma anche verso i tuoi fans..

MJ: I amo I mie fans…Intendo, li amo veramente, e se potessi incontrarli uno per uno, lo farei. Io guardo la televisione e vedo gli show che seguono le altre celebrità, ma come si arrabbiano per i fan che vogliono semplicemente dire “ciao” o avere un autografo. Loro mi fanno sentire…Cioè se io potessi dar loro due minuti del mio tempo e un saluto amichevole, ne varrebbe la pena. Io ho vissuto la mia vita per i fans e morirò per i fans.

CD: Michael raccontami una tua giornata tipo…

MJ: Beh…E’ abbastanza noiosa (risata).. Dopo che mi incontro con gli alieni (risata) non registrarlo….Posso vederli mentre scrivono questa storia adesso… (risata)…..Io inizio la giornata alle 6:30- 7.00..Faccio la doccia, sveglio I miei figli e facciamo colazione…Io li accontento per quello che vogliono fare, e poi vado ai miei incontri o riunioni, oppure leggo, mentre i bambini giocano e poi è ora di pranzo, mangiamo e trascorriamo il pomeriggio giocando, o guardando la tv o un cartone animato. Poi li preparo per la cena e la sera, possiamo rimanere alzati per far fare shopping o per fare qualcosa di divertente per i bambini. Li riporto a casa, leggo loro una storia, e poi io trascorro il resto della notte controllando la posta, o cose del genere…Un tipico padre..

CD: Per finire Michael..Qual è una cosa che vorresti far sapere al mondo?

MJ: Beh, per prima cosa non leggete tutto quello che credete (risata)…Voglio solo che i miei fan sappiano che io non sono un uomo finito…Non ho gettato al vento tutto, e sto per ritornare, in modo ancora più grande di ciò che avete visto..Io lo devo a loro, lo devo a me stesso, e lo devo ai miei figli. Io voglio che loro vedano che cosa sa fare il loro papà, non che leggano su come fosse e com' è diventato 20 anni fa…-----------------

Fonte: http://mjjpetition.myblog.it/
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